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La bellezza venuta dallo spazio: Arrival

Stanlio Kubrick
di Stanlio Kubrick | 19/01/2017151
arrivalship

Presentata senza commento.

Cosa vi viene in mente guardando questa immagine?

  • «Syd Mead», come molto banalmente ho pensato pure io
  • «Magritte», come mi ha suggerito Casanova con un’aria da “davvero non ti era venuto in mente”?
  • «FICO, astronavi giganti!», come dovrebbe venire naturale a tutti.

Amerete Arrival in qualsiasi caso perché è un film universale, un gigantesco gioco di specchi fatto per piacere agli appassionati di fantascienza – che accetteranno senza battere ciglio un paio di soluzioni poco ortodosse in cambio di un’ora e quaranta di xenolinguistica –, a quelli che nel cinema cercano il sempre imprescindibile Elemento Umano – che vengono introdotti a due ore di xenolinguistica dal più classico dei melodrammi familiari, con la promessa di ritornarci –, a quelli che vanno al cinema perché lo schermo è grosso e la sua ragione di esistere è ospitare strutture volanti altrettanto enormi, agli esteti, ai cinefili, a chi è cresciuto con gli Urania e a chi è cresciuto con Spielberg.

È, qui in Italia, il primo film imprescindibile dell’anno, e un approccio rigoroso al genere che non si vedeva dai tempi di Contact, nonostante i recenti, valorosi tentativi di Nolan, Scott e Cuaron. Che sono nomi che sarebbero necessariamente venuti fuori prima o poi, quindi tanto vale farlo e sgombrare il campo da un equivoco: Arrival ha più in comune da un lato con certa fantascienza in minore tipo Monsters (che tanto inosservata non dev’essere passata se ha portato Edwards a Godzilla e Star Wars), dall’altro con certe opere senza tempo di Arthur Clarke tipo Rama, che con la sacra triade di questi ultimi anni, tre film che, in varia misura e frequenza, andavano alla ricerca dello spettacolo e del bello cinematografico a scapito di loro stessi. La bellezza di Arrival è spesso accidentale, le astronavi quasi sempre sullo sfondo, a disturbare dialoghi e primi piani; è un film spesso intimo, con il coraggio però quando serve di essere molto più grosso di noi.

Molto, molto più grosso di noi.

Molto, molto più grosso di noi.

È anche un film sfacciato ben oltre i limiti dell’arroganza, ma di questo temo non si possa discutere in questa sede. Sigla!

https://www.youtube.com/watch?v=MoCchEu5Q1s

Sono arrivati gli alieni e non si capisce cosa vogliano. Invece di bombardarli o di mandargli virus nel computer, decidiamo di provare a comprenderli: Arrival è cominciato da dieci minuti e ha già annunciato di essere diverso. «Cosa ci fa sui 400calci se la nostra reazione a un’invasione aliena non è una guerra termonucleare?» è una domanda più che legittima, a cui Amy Adams e Occhio di Falco rispondono spaccando i culi a suon d’intelletto. Lei, Louise, è una linguista, lui, Ian, un fisico teorico, e insieme creano la spina dorsale di Arrival: la loro dedizione alla missione – il governo li vuole nella squadra che sta cercando di decifrare il linguaggio degli alieni – è ossessiva e totalizzante, e lascia sullo sfondo sia le suggestioni geopolitiche dovute alla situazione (come collaborerebbero dodici diverse nazioni in giro per il mondo se si trovassero gli alieni sotto casa?) sia il già citato melodramma (la figlia di Amy Adams, ci dice Villeneuve in apertura, è morta di cancro). Parlare con gli alieni, parlare tra di noi, parlare con noi stessi: sono le tre anime di Arrival, e se le ultime due acquistano con il tempo sempre più importanza – al punto da sfiorare il collasso sul finale –, per quasi due ore tutto quello che interessa al film è raccontarci questo:

Nella foto: la nebbia dello spoiler copre il vero aspetto degli alieni di Arrival.

Nella foto: la nebbia dello spoiler copre il vero aspetto degli alieni di Arrival.

Ed è qui che, considerazioni sulle sue già ben note capacità di girare cose esteticamente bellissime a parte, Villeneuve compie il vero miracolo: si abbandona alla storia e lascia che sia lei a dettare il ritmo, il tono, l’atmosfera. E fa economia: nonostante tutte le sue aspirazioni da film apocalittico e globale, Arrival è sostanzialmente statico, tutto girato (con l’esclusione di un paio di sequenze) in tre ambientazioni due delle quali al chiuso, gli alieni più presenti nei discorsi tra umani che in scena. Il risultato è una sbrodolata sulla relatività linguistica raccontata come un thriller, che occasionalmente si arresta in contemplazione di una bellezza aliena e (per il momento) inspiegabile.

A fronte di tanto splendore, si può anche perdonare ad Arrival il fatto che, gioco di specchi a parte, quello che dice non è poi così ficcante. Certo l’approccio guerriero alla ricerca scientifica di Louise e Ian ne fa due modelli dal potenziale quasi jurassicparkiano, e non smetterò mai di sottolineare l’importanza di un film sci-fi con gli alieni che non ci vogliono solo fare la guerra, ma lo stesso Villeneuve (e Ted Chiang, l’autore del romanzo breve da cui è tratto il film, prima di lui) si rende conto che “comunicare e capirsi è importante” è un messaggio bello, ma che da solo non potrebbe reggere un finale all’altezza. È qui che Arrival abbandona la scienza in favore della filosofia, alza la testa dai libri e, per la prima volta, aggredisce lo spettatore.

«Oh, no!».

«Oh, no!»

Non è una valutazione qualitativa, anche se per quanto mi riguarda non posso negare una piccola fitta al cuore quando ho capito la direzione intrapresa. È, semplicemente, il momento in cui Arrival smette di far finta di essere un film sul comunicare con gli alieni e ammette di essere un film sul comunicare. È la convergenza delle tre anime, la risposta alle tre domande, il culmine di un percorso che ha, eventualmente, il solo difetto di non essere stato onesto fin da subito sulla sua natura.

È anche, l’intero terzo atto in realtà, una cascata di sequenze potentissime e sparate a ritmo travolgente, forse il primo momento in cui Villeneuve mette il film al servizio del suo talento invece che il contrario. È una lezione di cinema condensata, e sospetto non sia un caso che sia usata per coprire il momento potenzialmente più controverso di tutto il film.

(voglio dire che è tutto talmente potente che sticazzi se alla fine lei vede il futuro perché impara l’alieno) (è in bianco perché è uno spoilerone)

maxresdefault

Io, mentre finiva il film.

In un mondo ideale Arrival, con i suoi messaggi di ascolto e comprensione del diverso, diventerebbe un simbolo, un manifesto ideologico; un film importante per dirla come mi ha detto Cicciolina. Non essendo io un sociologo né questo il luogo adatto a queste riflessioni non mi azzardo a dire che purtroppo non viviamo in un mondo ideale e che tutte le cose bellissime che Arrival dice verranno ascoltate solo da coloro che già erano d’accordo con queste cose bellissime.

Mi limito a rilevare che è un film clamoroso, forse un po’ ingenuo, che ha tutto per far felici tutti, a parte forse quelli a cui non piacciono le cose belle, e che la fantascienza ha disperato bisogno di altre cose così. Considerato che ha già incassato quasi il quadruplo del budget, forse c’è speranza.

La luce in fondo al tunnel.

La luce in fondo al tunnel.

DVD quote:

«Ci voleva»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)

IMDb | Trailer

PS: come successo per Interstellar, anche Arrival ha il suo (perfettamente inutile e assolutamente grandioso) compendio per chi vuole saperne di più sulla scienza dietro il film. Stephen Wolfram per esempio, uno dei due tizi che hanno creato il linguaggio degli alieni, ha spiegato molte cose in questo post. È pura pornografia.

Stanlio Kubrick
Autore del post: Stanlio Kubrick
"No matter. Try again. Fail again. Fail better."
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tags: alieni alieni nella nebbia amy adams arrival astronavi magritte monsters quei tre film là relatività linguistica syd mead villeneuve

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151 Commenti

  1. Zen My Ass 19/01/2017 | 08:11

    Il film che sto aspettando di piu’: l’hard sci-fi e’ il mio genere preferito e Villeneuve ha mai davvero sbagliato un film? Purtroppo non lo vedro’ al cinema (qui non esce), peccato.

    Rispondi
    • Toni Già 19/01/2017 | 12:33

      Sono curioso: dove ti trovi sulla Luna?

    • Zen My Ass 19/01/2017 | 14:08

      Abito in Cina da 7 anni… Qui c’e’ una quota annuale di film stranieri, 34 credo, che vengono distribuiti in sala, il resto si becca di straforo…

    • Toni Già 19/01/2017 | 20:44

      2 saranno XXX3 e F&F 8 di fisso, ne restano 32!

    • Zen My Ass 20/01/2017 | 03:43

      Aggiungiamo pure Transformers 5…

    • Maio 20/01/2017 | 17:54

      ehm, controlla meglio al cinema di fiducia perché l’ho appena visto.

    • Zen my Ass 21/01/2017 | 08:42

      Dove abito io, nel profondo sud della Cina, non si e’ ancora visto (e’ da una settimana che non sono in Cina e le cose potrebbero essere cambiate)… Considerando la maniera in cui lisciano il pelo alla Cina nel film, una sua distribuzione in sala non mi stupirebbe…

    • Maio 24/01/2017 | 13:26

      beh, è uscito il 20 Gennaio…

    • Angelo 24/01/2017 | 17:42

      Zen my Ass, quale profondo sud della cina…guangdong? Piu’ a sud di Hainan non c’e niente.. xD

    • Zen My Ass 25/01/2017 | 07:05

      @Maio: sono fuori dalla Cina dal 13 gennaio (e ritorno il 12 febbraio), il che spiega la mia ignoranza in materia.

      @Angelo: abito a Sanya, Hainan province, la citta’ piu’ meridionale della Cina tutta…

    • Colonnello Mustard 31/01/2017 | 20:07

      Che si dice da quelle parti?

  2. venerabilejorge 19/01/2017 | 08:33

    Da qualche parte ho letto che si “ispira” all’Arrivo di Wang dei Manetti. Al di là di questioni meramente qualitative, quanto c’è di vero in questa affermazione?

    Rispondi
    • Pamar Bjornson 19/01/2017 | 17:39

      Non ho visto Wang, ma ho letto il racconto di Ted Chiang, e francamente mi pare molto tirata per i capelli.

      Si tenga anche presente che il racconto (“Story of Your Life”) usci’ nel 1998 per cui ritengo improbabile che Chiang si fosse a sua volta ispirato a Wang.

    • Ugo Brognazzi 20/01/2017 | 11:22

      il film è bellissimo, il racconto originale non l’ho letto ma mi sembra che debba molto anche a SPOILER Mattatoio n. 5 di Vonnegut, o sbaglio?

    • Stanlio Kubrick 20/01/2017 | 11:24

      “When a Tralfamadorian sees a corpse, all he thinks he thinks is that the dead person is in a bad condition at that particular moment, but that the same person is fine in plenty of other moments”

      Ugo Brognazzi spot on con Vonnegut, 10/10.

    • Ugo Brognazzi 20/01/2017 | 11:48

      Libro della vita per me, scoperto grazie all’altro Genio immenso di Tiziano Sclavi in “Verso un mondo lontano”

  3. Gianni Carpentiere 19/01/2017 | 08:35

    CAPOLAVORO!
    Visto (al cinema) a Novembre, e aspettavo con ansia la recensione calcista, che è bellissima: complimenti Stanlio!
    Film dell’anno, Villeneuve non sbaglia un colpo, è il miglior autore in circolazione.

    Rispondi
  4. jax 19/01/2017 | 09:01

    Sto leggendo adesso la raccolta di racconti di Chiang.

    Rispondi
  5. Bradlice Cooper 19/01/2017 | 09:03

    Lo aspetto con ansia: il racconto di Chiang è un piccolo capolavoro, e mi chiedo come cavolo abbiano fatto a trasporlo su schermo! Spero solo che in sala la gente non sbuffi perché si aspettavano un film di fantascienza spara-spara e invece si trovano un discorso che mescola mindfulness e linguistica.
    Andrò appena posso!

    Rispondi
  6. Maxnataeleale 19/01/2017 | 09:14

    Lo aspettavo solo per la regia di villneuve ma sono felice di sentire che c’è molto di più… A questo punto con blade runner 2 dovremmo essere in una botte di ferro no?

    Rispondi
  7. avdf 19/01/2017 | 09:35

    Riguardo alla prima domanda “Cosa vi viene in mente guardando questa immagine?” ammetto che la risposta istintiva, di getto, è stata: “cocoon”

    Rispondi
  8. Pronto MacReady 19/01/2017 | 10:07

    grazie per la rece
    questo mi da speranze per blade runner 2, che ci sia dietro una storia sensata

    Rispondi
  9. the Bat(Mat) 19/01/2017 | 10:10

    Venduto al volo.
    Peccato per il trailer che è molto “ortodosso” e convince poco.
    Il link (e il blog) di Stephen Wolfram è da sega a due mani : )

    Rispondi
  10. Stanlio Kubrick 19/01/2017 | 10:55

    Giusto per aggiungere un dettaglio che non ho inserito in rece: il doppiaggio italiano fa schifo al cazzo.

    Rispondi
    • LeChuck 19/01/2017 | 11:14

      Ecco, l’unica cosa che non volevo proprio sentirmi dire, visto che, molto probabilmente, in quel delle province di Catania e Siracusa, sarà parecchio difficile beccarlo in V.O. T_T

      Per il resto, venduto già dai primi trailer, questa recensione mi convince ancor di più che voglio andare a vederlo.

    • Ozymandias 21/01/2017 | 12:32

      Ma non è mica vero, solo la voce di OcchiodiFalco è un po’ così

  11. giopep 19/01/2017 | 11:10

    Sto piangendo da dicembre. Con ‘sta cosa del doppiaggio non mi fai smettere di piangere.

    Rispondi
  12. Pippo 19/01/2017 | 11:17

    Tutto molto bello, ma meno Magritte e più esplosioni calcistiche non farebbero male.

    Rispondi
  13. Benicio del Totoro 19/01/2017 | 11:18

    Pensieri sparsi:

    1) FOTTA!!!
    2) Gli interpreti principali sono Lois Lane e Occhio di Falco. Chi è questa Amy Adams di cui parli?
    3) L’ufo della seconda foto a me ricorda tanto il Dito nel Cielo del gioco Springfield: Tapped Out.
    4) Grazie Stantio per scritto una rece che mi ha messo la fotta del punto 1).

    Rispondi
    • Benicio del Totoro 19/01/2017 | 13:20

      Oddio, ho scritto “stantio” al posto di “Stanlio”… :D

  14. Chow-Yun Fart 19/01/2017 | 14:03

    Cioè, Stephen Wolfram è un genio (di quelli veri)!

    Chapeau a coloro che hanno deciso di chiedergli la consulenza.

    Corro a leggermi il post sul suo Blog.

    Rispondi
  15. dirty harryhausen 19/01/2017 | 14:40

    non leggerò nulla fino a visione effettuata, ma faccio fatica a frenarmi

    Rispondi
  16. AnnaMagnanima 19/01/2017 | 14:48

    1. Ci tengo a dire che quando ho letto RAMA mi sono messa a piangere perché fino ad ora non conosce o nessuno ad averlo letto a parte mio padre che me lo ha prestato.
    2. Quando hai detto della squadra fisico teorico + linguista x cApire gli alieni mi è venuto in mente il film SFERA. Quanto ce n’è di questo film dentro?
    3. Non vedo l ora di vederlo. Era tanto che lo aspettavo.

    Rispondi
    • Stanlio Kubrick 19/01/2017 | 14:50

      Per rispondere alla 2: perfetto, Sfera è sicuramente un riferimento più che valido, e anzi grazie che a me non è mica venuto in mente prima che me lo facessi notare <3

    • AnnaMagnanima 19/01/2017 | 14:55

      Bene. All’ epoca mi piacque.

    • Billy Bob Hoskins 21/01/2017 | 11:01

      Incontro con Rama fa parte di quella fantascienza bellissima e imprescindibile. Quella che ti lascia dentro più domande che risposte. Mi auguro vivamente un nuovo inizio della hard scifi e Ted Chiang è un autore da cui si può prendere spunto a piene mani.
      Consigli di lettura:
      Pohl, La porta dell’infinito

    • dirty harryhausen 09/02/2017 | 14:09

      “Incontro con Rama” ci sta, ma restando a Clarke ci sta anche “Le guide del tramonto” (Childhood’s End)

  17. GiantBaba 19/01/2017 | 16:36

    Sicuramente e’ grande cinema. Visivamente e per le atmosfere, per quello me lo sono goduto tanto. Pero’ non sono riuscito a passare sopra al fatto che SPOILER il film si apra con la figlia. Non ha senso nella logica del film (forse lo si puo’ giustificare con tutta la menata della storia come anello, ma mi sembra un po’ tirata per i capelli), Amy dovrebbe cominciare a avere visioni mentre impara la lingua. Noi cosa stiamo vedendo? Messa cosi’ l’ho visto solo come un modo goffo di “ingannare” lo spettatore, per essere sicuri che nessuno sospetti che i flashback sono in realta’ flashforward FINE SPOILER. In un film che cosi’ ambizioso, mi ha infastidito. Un’po come la scena col generale cinese, molto goffa anche quella.

    Rispondi
    • Ugo Brognazzi 20/01/2017 | 13:27

      SPOILER è giustissimo invece che faccia vedere la storia della figlia prima. In questo caso siamo portati a pensare che quella cosa sia già successa mentre in realtà deve ancora succedere o meglio STA SUCCEDENDO ORA. Cerco di spiegarlo anche nel commento ad Andrea Bini. Nella mia interpretazione uno degli assunti del film è proprio il fatto che tutto il Tempo, che è dato dall’insieme degli eventi, ACCADA NELLO STESSO ISTANTE. Quello che noi spettatori vediamo non sono flashback o forward ma un insieme di momenti in un ordine che NOI percepiamo logico (un prima e un dopo) ma in realtà avvengono simultaneamente,quindi nessuna causa e nessun effetto, tutto E’ ORA (lei conosce quello che deve dire al generale cinese perché è lui stesso a rivelargli “nel futuro” cosa gli ha detto)

    • Ugo Brognazzi 20/01/2017 | 13:57

      Questa Consapevolezza del Tempo che la protagonista impara dagli Alieni attraverso il loro linguaggio è resa a noi spettatori grazie alla possibilità del Cinema di mostrare un insieme di azioni non consequenziali nel tempo(i flashback e i forward). Da spettatori pensiamo che prima la figlia muoia e poi accada l’arrivo degli alieni…ma in realtà quale è il PRESENTE del film? Quando la figlia è viva? Quando arrivano le navicelle? Quando la figlia è morta? Quando parla con il generale cinese? Quando lei ha già tradotto la lingua aliena? Quando gli alieni “nel futuro” tornano per avere l’aiuto degli umani? In realtà non c’è un prima e dopo perché TUTTO STA ACCADENDO ORA (e quindi qualcuno mi impedisca di andare al concerto di Giovanni Lindo Ferretti all’Estragon il 12/02/2011)

  18. Andrea Bini 19/01/2017 | 17:36

    Mah, a me e’ sembrata una menata noiosa e presuntuosa come spesso accade alla fantascienza parafilosofica. L’eroina che “sa tutte le lingue” e’ ridicola (nella realta’ ci sarebbero decine di esperti a lavorare sul linguaggio degli alieni, non uno), faccenda del linguaggio “circolare” degli alieni che ci farebbe predirre il futuro ridicola (semmai sarebbe il contrario, in quanto sanno predirre il futuro il loro linguaggio e’ circolare, ma allora non lo potremmo minimamente capire..)

    Rispondi
    • M.N.Shamannat 19/01/2017 | 18:11

      Sarebbe gradito se scrivessi: SPOILER , prima di rivelare parti di plot. Grazie

    • AnnaMagnanima 19/01/2017 | 19:01

      Grazie dello spoiler

    • Andrea Bini 19/01/2017 | 19:34

      Opps…scusate non volevo, e’ il mio primo post, non lo faro’ Piu (il film comunuqe rimane una bambinata presuntuosa, come gia’ Interstellar, ma de gustibus…)

    • stefano 20/01/2017 | 10:55

      son questi commenti che mi convincono del valore di un film..”nella realtà ” cazzo un film con gli alieni…e si scrive nella realtà… sarà un film stupendo adesso ne ho la certezza.

    • Bud Spacey 20/01/2017 | 12:49

      spero che questo spoiler sia innocuo, porco dio

    • Ugo Brognazzi 20/01/2017 | 13:08

      SPOILERISSIMI Per rispondere ad Andrea Bini: ma infatti lei è a capo di un team di esperti della sua nazione, non lavora da sola (quando ancora gli stati collaborano dicono che l’aiuto del Pakistan è stato determinante) ma dirige la squadra di linguisti…quindi è plausibile il tutto.

      Io ho interpretato in maniera diversa la questione linguaggio…non si tratta che gli alieni “predicono” il futuro con il linguaggio ma che semplicemente conoscono la natura del Tempo. Secondo la teoria del film, che si rifà a teorie reali, il tempo non è lineare ne circolare bensì ogni momento di quello che chiamiamo Storia accade nello stesso istante. Viene quindi eliminata la nozione di causa-effetto ed è per questo che è la protagonista stessa a sapere succederà non avendola ancora “vissuta linearmente”. Tutto questo lei lo capisce imparando a pensare con il loro linguaggio (vedi la citata teoria di relatività linguistica per cui è la lingua che crea il pensiero) e tale linguaggio è espresso visivamente con il cerchio (ne fine ne inizio ne causa ne effetto).

    • Davide Linciaggio 20/01/2017 | 14:52

      SPOILER: Una concezione del tempo ripiegata su sè stessa risolverebbe i paradossi temporali solo eliminando il libero arbitrio. Questo potrebbe spiegare perché gli alieni non si incazzano quando gli facciamo esplodere una bomba nella nave, però allora non si capisce la scena in cui Louise dice alla figlia che Ian si è incazzato perchè le ha rivelato (ipotizziamo noi) che la figlia sarebbe destinata a morire e le dice qualcosa tipo “hai fatto la scelta sbagliata”.

    • Ugo Brognazzi 20/01/2017 | 15:15

      Esattamente…esiste infatti anche la teoria che la coscienza e il libero arbitrio non esistano in se ma siano un prodotto degli eventi e non il contrario ( ossia la teoria comunemente diffusa che sono le nostre scelte a creare la Storia, trattato in parte anche in Westworld la serie). Cosi come esiste la teoria del multiverso e chi piu ne ha piu ne metta…la stessa teoria del big bang è appunto una teoria…La materia ovviamente è profondissima e degna di luminari alla Stephen Hawkins ma trovo bellissimo che sia presente in un film di ampia diffusione. Per quanto riguarda la “scelta sbagliata” di rivelare il destino della figlia penso si riferisca a “sbagliata” per la sua felicitá ma in realtá perfettamente “giusta” poiche accaduta

    • Billy Bob Hoskins 21/01/2017 | 11:03

      FAVA!!

    • Il bube 23/01/2017 | 11:43

      Porca puttana vacca maledetta, un film di FANTASCIENZA e lo si giudica con i canoni del “mondo quello vero che c’è la gente che non arriva a fine mese”. Cazzo sì, i gusti non si giudicano, però l’atteggiamento è un tantino inadatto al genere (e ai film in generale) secondo me.

    • Andrea Bini 23/01/2017 | 22:08

      SPOILER – Come team di esperti Americano mi pare assai stitico. Sotto la scorza parafilosofica trovo il film molto superficialotto, anche dal punto di vista narrativo (la nostra eroina “so-tutte-le-lingue-e-sono-pure-bona” che ovviamente riesce ad entrare di nascosto nell’astronave, cose che solo nella peggiore Hollywood). Sul linguaggio circolare, a parte tutto, rimane la questione: come lo impara la Nostra, semplicemente incrementando il suo vocabolario un passetto alla volta manco fossimo alla British school? La grande fantascienza riesce ad essere molto “scientificamente” rigorosa e coerente, qui mi pare un pastrocchio.

  19. Ugo 19/01/2017 | 18:16

    volerò a vederlo.
    il tutto, ovviamente, senza considerare l’equivoco iniziale, ovvero che l’unico modo per stabilire una comunicazione con una razza aliena, almeno inizialmente, sarebbe la matematica…

    Rispondi
    • Chimicoacido 23/01/2017 | 15:44

      SPOILER per il racconto:

      In realtà è spiegato che con questi alieni facciamo fatica a comunicare per via matematica in quanto essendo loro sprovvisti del concetto di causa e conseguenza ciò che per noi è intuitivo per loro è una dimostrazione complessa e viceversa. Loro ragionano per integrali ma non riescono a concepire gli scalari. Per fare un esempio, non riescono proprio a riconoscere le equazioni del moto ma beccano a colpo sicuro la legge della rifrazione della luce tra due mezzi.

  20. Past 19/01/2017 | 19:27

    film che mi ha intrippato dal primo trailer…ora tocca solo aspettare il primo rip decente…

    Rispondi
    • Solero 25/01/2017 | 15:23

      Ma vai al cinema no?

  21. Peter Parkour (Spider-Man: Oh, I'm coming) 19/01/2017 | 21:14

    ‘Mazza, l’Arrivo di Wang lo vidi una vigilia di Natale su Raidue qualche anno fa alle cinque di mattina (true story) e mi disturbò non poco. Comunque da quando è uscito il primo trailer ho avuto la sensazione che il film della vita di Denis Vileneuve fosse questo, non Blade Runner.

    Rispondi
  22. vespertime 20/01/2017 | 17:24

    Il film è bellissimo e chi dice il contrario non capisce nulla.

    No ok, ho scritto forse troppo di impulso MA resta il fatto che è un film enorme, tenendo ben presente il tipo di produzione (che non è cosa da poco). Insomma una fantascienza del genere si vede purtroppo troppo poco e Nolan, che viene citato, ne è un giusto esempio. Io ci ho visto lo stesso lavoro che è stato fatto con Interstellar ma ottomila spanne sopra. Se li la questione “umana” fa storcere fortissimo il naso dopo tutta quella teoria (almeno lo ha fatto storcere a me) qui fila tutto e il “pretesto” emotivo è un modus FORTE per portare subito il messaggio a casa senza fare mille spiegoni. Io sono uscito dal film proprio con quella faccia li di Amy e di Stanlio, col sorriso ma anche con gli occhi lucidi.

    P.S: riaccese le luci la ragazza della coppa davanti a me era in lacrime con il fidanzato che l’abbracciava dicendogli che andava tutto bene. Se un film riesce a fare questo io non so. Chi dice “che noia” ha evidentemente un cuore di pietra.

    Rispondi
    • Bud Spacey 20/01/2017 | 19:55

      se poi il cuore di pietra spoilera pure…

  23. X-meh 20/01/2017 | 23:12

    Per me è ni. Bello da vedere, ma con mille difettini che se fosse stato Nolan…

    Rispondi
    • CSM ValVerde 21/01/2017 | 06:13

      sarebbero diventati difettoni

    • Dr. Stranamorte 22/01/2017 | 00:38

      Concordo pienamente

  24. Clockwork Alex 21/01/2017 | 09:18

    Bellissimo film. Grazie della rece, Stanlio. Quoto in toto Ugo, e rimando alla lettura di “Mattatoio n.5” di Vonnegut del ’69, forse la prima opera di finzione in cui si parla di SPOILER percezione contemporanea del Tempo attraverso la figura dei Tralfamadoriani, alieni che vedono il tempo come qualcosa di fisico, non astratto e lineare, e quindi vivono contemporaneamente tutti gli istanti della loro esistenza. E citerei pure SPOILER il personaggio del Dr. Manhattan di quel genio di Alan Moore.

    Rispondi
  25. Gabriel Puntello 22/01/2017 | 04:35

    Visto… BELLISSIMO!!
    Non so come faccia a farlo, il nostro Villeneuve, ma Amy Adams qui è EMANAZIONE pura!
    Dirò una bestemmia, e chissene, ma in certi frangenti poteva essere un film di Malick: dentro ho “ritrovato” tanto de “La sottile linea rossa”…

    Rispondi
  26. uqbal 22/01/2017 | 09:37

    E a me non è piaciuto. Di qui in avanti SPOILER COME SE PIOVESSERO.

    *****************************************************************

    La prima parte, quella con l’arrivo degli alieni, è puro mestiere: sconcerto, gente che sbarella, economia sottosopra, nazioni in fregola, edizioni speciali del tg. Va bene, ok, però per me non c’è nulla in tutta la prima parte del film che mi faccia dire “Ah, sta succedendo qualcosa”. L’incipit relativo alla povera figliuola si capisce benissimo che servirà più avanti, ma anche quello è piuttosto standard. Vabbé. Fin qui non è affatto un problema…partivo con grandissime speranze e sapevo benissimo che tutto questo era solo il modo di entrare in argomento.

    L’argomento, e l’idea sarebbe pure bella (per quanto non nuovissima), è “come parlare agli alieni?” Qui comincia il fumo negli occhi, con le mie speranze che rapidamente evaporano. Siamo di fronte al paradosso, all’assurdo, all’ignoto del parlare con un’intelligenza che con noi non ha nulla a che vedere (ma magari con le seppie sì…cosa avrebbero fatto gli alieni se avessero saputo delle nostre fritture di mare? Arcano!). C’è da far girare la testa con tutte le difficoltà e i paradossi cui si può, e si dovrebbe andare incontro. Il film però se la cava con due trovatine imbarazzanti: l’ipotesi Sapir-Whorf (oggi quasi del tutto screditata) per cui il linguaggio influenza il pensiero e una lezioncina di grammatica sui pronomi.
    Su queste due solidissime basi, la trovatona geniale della scienziata americana, che i cinesi, i russi e i sudanesi messi insieme mica ci avevano pensato, è scrivere il proprio nome su una lavagnetta. Incredibile signori! In-cre-di-bi-le!

    A questo punto, fatti salvi certi scarti onirici che ho trovato abbastanza cheap (Solaris è tanto, tanto lontana), il copione va avanti in maniera abbastanza standard: gli scienziati sono curiosi di sapere, l’arcigno governo, rappresentato dalla come al solito ottusa CIA, vuole far scoppiare tutto.

    Ma, sì, certo, facciamo scoppiare tutto! Tanto che problema c’è a far arrabbiare una civiltà aliena che tiene veri e propri grattacieli di pietra sospesi sui prati senza neanche smuovere un filo d’erba? Ha senso, tantissimo senso, come no?

    Certo, è quella civiltà aliena che ha un controllo assoluto su tempo e spazio, ma si deve far insegnare l’inglese con le lavagnette. La cosa più irritante però è questa: “se la Adams poteva farsi dire nel futuro il numero del telefono del generale cinese”, gli alieni non potevano allo stesso modo imparare l’inglese e risolvere in fretta la questione?

    E questa stessa civiltà così avanzata che vuole un favore degli umani, sono tanto buoni, e vattelapesca, alla domanda “cosa siete venuti a fare” rispondono “dare arma?”…ma che hanno in testa, l’acqua fresca?

    In tutto questo, le altre nazioni si arrabbiano e si “scollegano”, così che non ci si può più “comunicare”. Evidentemente non ci sono più telefoni, mail, telegrammi tv e piccioni viaggiatori, se salta quello schermino da cui gli australiani fanno figure di palta nell”interpretazione dell’ettapode (pfui, numeri primi! Non c’hanno le lavagnette, in Australia, è chiaro).

    E così, tanto per non sbagliare, mettono una bella bomba nell’astronave. Gli alieni che conoscono passato, presente e futuro però si accorgono della bomba 10 secondi prima che scoppi. Nei 10 minuti precedenti meglio fare chiacchiere con i due scienziati che, c’è da dire, sono bravi: superano in scioltezza un intero battaglione la cui massima azione di contrasto è “chiamo al telefono il colonnello!”. Che a sua volta lascia quei due là a crepare mentre chiacchierano con le seppioline.

    Meno male che gli alieni non sono permalosi. Parcheggiano un po’ meglio il sasso, ma poi alla fine non è che fanno granché. In compenso si viene a scoprire che l’atmosfera aliena è respirabile, che l’arma non era un’arma, che col linguaggio puoi viaggiare nel tempo, che gli umani dovranno restituire un favore (quale? Boh) e che mettere al mondo una bambina pur sapendo che morirà e la tua vita ne sarà segnata va benissimo (momento “Il cielo sopra Berlino”).

    Beh, ciao marzià…

    Rispondi
    • AnnaMagnanima 22/01/2017 | 14:33

      Non hai torto. Però mi ha presa lo stesso .

    • Francesco Rocchi 22/01/2017 | 15:15

      ci sta. Alla fine stiamo parlando di gusti, e se ti è piaciuto, non sarò di certo io a dirti che no, non è vero, non ti è piaciuto!

    • X-Meh 22/01/2017 | 15:59

      Estremizzati un po’, ma parecchi di questi pensieri li ho avuti pure io. Insomma, un “qua casca l’asino” ci voleva come in tante altre belle recensioni su tanti di questi punti. Poi magari avertcene di film così

    • Ugo 22/01/2017 | 18:58

      io credo che tu manchi il punto.
      dici:
      “L’argomento, e l’idea sarebbe pure bella (per quanto non nuovissima), è “come parlare agli alieni?””

      ecco, direi di no.
      l’argomento è “cosa significa comunicare”.
      l’ambientazione fantascientifica è puramente di facciata, ma non è un film di “fantascienza” vero e proprio.
      tutti i difetti che hai citato ci sono e sono reali, ma sono da mettere in rapporto allo scambio “umano”, a ciò che si fa quando si comunica.
      è un film sulle relazioni, su come comunicare con gli altri cambi il percorso delle nostre vite e su come nonostante sapendo che verremo cambiati dobbiamo avere il coraggio di intraprendere il faticoso percorso per capirci gli uni con gli altri.
      direi che la SW è presa come spunto per una lettura più intima.
      ma come detto, se guardassimo all’effettività della cosa, insegnare l’inglese a degli alieni che si sono fatti miliardate di anni luce per arrivare a cinque centimetri dal mio prato, non inizieremmo nemmeno a discuterne…

    • uqbal 22/01/2017 | 19:19

      Boh, non saprei cosa dirti. Innanzitutto ho difficoltà a considerare “facciata” il genere. Se hai deciso un codice, ti tieni quel codice e lo rispetti (o lo pieghi al tuo servizio, ma non gratuitamente).

      Poi, tutta questa cosa sul comunicare non ce l’ho vista. Quel che si vede è principalmente un lavoro di traduzione e di comprensione con degli alieni, che si rivela anche non particolarmente difficile. Un po’ di empatia, soliti fraintedimenti di fronte all’ignoto, e un’intenzione secondo me non troppo riuscita di creare, almeno per la protagonista, un’atmosfera solariana.

      Poi, come dicevo altrove, de gustibus. Se piace, piace. Se ispira, ispira. A me non ha ispirato, pace.

    • Andrea Bini 23/01/2017 | 22:14

      Meno male che ci sei tu UQBAL…a ma fantascienza parafilosofica (che sta alla fantascienza vera come The Revenant sta al Western) piace tanto…

    • sick a rio 24/01/2017 | 12:01

      SPOILER OVUNQUE PER TUTT IL COMMENTO: scusa Uqbal, tu chiedi:

      (cit):”Certo, è quella civiltà aliena che ha un controllo assoluto su tempo e spazio, ma si deve far insegnare l’inglese con le lavagnette. La cosa più irritante però è questa: “se la Adams poteva farsi dire nel futuro il numero del telefono del generale cinese”, gli alieni non potevano allo stesso modo imparare l’inglese e risolvere in fretta la questione?”

      Ma il punto è che gli alieni – vivendo il tempo in maniera diciamo “eternamente presente” – sanno GIA’ l’inglese una volta arrivati. Hanno SEMPRE saputo l’inglese. Nel processo di conoscenza reciproca (il Corso di Lingue Intergalattico con Amy Adams) non siamo noi (umani) ad insegnare loro l’inglese, ma il contrario: sono gli ectapodi ad insegnare a noi la loro lingua.

      tra l’altro: pensa che quando Tom muore per la bomba, lui stesso sapeva già che sarebbe morto e non ha fatto niente per evitarlo… il fatto che possano saltare al finale o saltare il finale non significa che poi lo facciano per davvero (che è uno dei significati per nulla nascosti del film)

    • Gardus 24/01/2017 | 20:33

      Per quanto il film mi sia piaciuto moltissimo, per come è girato e per l’idea di fondo, sono d’accordo con chi non è assolutamente convinto dalla parte scientifica, anzi pseudo tale.

      SPOILER SPOILER SPOILER

      Se partiamo dal presupposto che i calamaroni sono sulla terra per insegnare ai terrestri la loro lingua, e che possono vedere il tempo in modo non sequenziale ma nel suo insieme, il loro approccio è incomprensibile. Hanno tecnologie si presuppone avanzatissime, ci può stare che nel futuro l’aiuto della razza umana possa risultargli indispensabile (che ne so, un invenzione scientifica nata dal genio umano) ma porcaccia la miseriaccia lurida non riuscite a trovare un modo più efficiente per spiegare il funzionamento della vostra lingua?!

      Nel momento in cui si scopre che la loro lingua funziona su una superficie bidimensionale, monocromatica per giunta, e che quindi gli alieni possono vedere, da lì la logica secondo me era usare immagini per spiegare i termini e concetti di base. In mezzo ci metti la foto in bianco e nero di qualcosa, a destra il termine terrestre con sopra l’immagine di un uomo, a sinistra spazio vuoto con sopra l’immagine di un alieno…
      La protagonista usa l’esempio, falso, della parola canguro / non ho capito, per dire che l’associazione oggetti/parole non va bene, quando poi lei è la prima a partire dalla parola umano e usando se stessa come oggetto di riferimento, e fa il primo passo in avanti quando vanno in due, coi nomi.
      Facevano un tabellone con foto oggetto + parola, e indicandoli uno per volta gli alieni potevano mostrargli il simbolo relativo, almeno sui sostantivi in quattro e quattr’otto sistemavano.

      Questo ovviamente a meno che la scrittura usata dagli alieni in realtà non sia il loro effettivo metodo di comunicazione ma una scrittura studiata a tavolino dagli alieni per risultare comprensibile, con fatica, ai terrestri, e che li porti in qualche modo a pensare il tempo come loro.

      Il presupposto per cui se sai la lingua aliena puoi pensare al tempo come fanno loro lo trovo affascinante quando poco plausibile…l’unica spiegazione è che gli alieni agiscano sul cervello della protagonista in qualche altro modo e non solo con l’interazione audio visiva.

      Diciamo che è un film molto bello ma è meglio non porsi troppe domande altrimenti crolla tutta la storia.

      Mi leggerò il racconto da cui è tratto vediamo se mi ricredo.

    • Billy Bob Hoskins 25/01/2017 | 13:20

      —————-SPOILER—————-
      @gardus: mi sembra che nel film venga detto che la lingua aliena si muova su contesti diversi rispetto a quelli della scrittura… credo sia per quello che viene tirato fuori l’esempio della parola canguro. Nella loro lingua non c’è associazione tra significato e significante. Appena riesco a recuperarlo mi leggo il racconto di Chiang, son convinto che sia molto più comprensibile.

    • Stefano 10/10/2017 | 12:25

      Con questo approccio puoi smontare qualsiasi film dall’invenzione del cinema ad oggi

  27. Dr. Stranamorte 22/01/2017 | 18:34

    Visivamente una bomba, Villeneuve si conferma regista con i controcazzi, il film va visto sicuramente e va inserito senza timore nella lista degli hard sci-fi degli ultimi anni. Magari continuassero ad uscire film così con la stessa frequenza.

    Detto questo però, come i suoi predecessori, ha i suoi difetti. Sarà che mi ero caricato di aspettative, però alcune cose non sono riuscito a digerirle e, così come in Interstellar, sono difetti di sceneggiatura, tutti condensati nell’ultmo atto.

    SPOILERON DE SPOILERONI

    Devo dire che sono anche riuscito a farmi star bene il fatto che imparare il linguaggio alieno consenta alla protagonista di vedere il futuro. Voglio dire che è abbastanza lineare nel discorso che si fa nel film ed è coerente con la scelta che è stata fatta di porre la comunicazione al cuore della storia. Mettici poi che è un twist anche molto potente, e il tutto giustifica la parola “fanta” davanti a “scienza” (che ce n’è a pacchi con tutto lo studio del linguaggio alieno).

    Però dai! Il modo con cui usa questo “dono” è imbarazzante. Siamo sempre davanti ai soliti paradossi temporali che ci hanno fatto urlare contro Nolan. Cioè lei non solo completa l’apprendimento della lingua aliena leggendo dal suo libro futuro, ma si fa dettare la frase e il num del telefono direttamente dal generale cinese, che non si sa perchè sta lì a ripeterglielo. Tra l’altro il futuro più probabile, che per me avrebbe dovuto “vedere”, invece, sarebbe stato quello di una guerra con gli alieni, a questo punto.

    E poi, fatemi capire, ad un certo punto sembra che gli alieni siano venuti sulla Terra per far cooperare i popoli. Cioè son venuti a far team building? (che poi sarebbe il metaforone della comunicazione fra stati che evita le guerre. Roba che per metafore meno evidenti abbiamo criticato Gravity). Ma poi in realtà la cooperazione salta, ma ciò non ha conseguenze negative! Infatti gli alieni non fanno rappresaglie e la protagonista riesce comunque ad imparare a leggere il futuro da sola. Quindi a che servivano queste 12 navi?

    E infine, su, il motivo per cui ci vengono a portare questo dono, la domanda centrale che ci assilla per tutto il film, rimane senza risposta?? Ci aiuterete fra 3000 anni. E cioè? Neanche un piccolo flashforward, un indizio, niente?? E vabbè.

    Rispondi
    • Il Reverendo 22/01/2017 | 18:53

      SPOILER

      sul generale cinese secondo me il fatto è spiegato quando parlano del modo alieno di scrivere, palindromo.
      non è un paradosso perchè non ci sono linee temporali alternative, passato e futuro si incontrano sovrapponendosi e nel momento in cui questo avviene ciò che conta è il presente, cioè la parola scritta che non deve essere scritta nè da sinistra a destra nè da destra a sinistra.

      sul fatto che lei non veda nel futuro una guerra contro gli alieni, per quanto probabile, vale lo stesso discorso. lei non vede i futuri probabili, ma l’unico futuro che sarà, che a questo punto non può essere modificato (infatti lei mette serenamente al mondo una figlia che morirà pochi anni dopo). non ci sarà mai alcuna guerra contro gli alieni, per cui lei non può vederla nel futuro.

    • Dr. Stranamorte 22/01/2017 | 19:04

      Sì però il paradosso rimane, come in ogni storia in cui utilizzi informazioni prese dal futuro per agire nel presente. A meno che non si elimina la connessione fra causa-effetto. Allora quindi io dovrei credere, non solo che imparando l’alienese vedo nel futuro, ma anche che non esisterà più causa-effetto, per cui il futuro è quello e basta.

    • Johnny Cloaca 27/01/2017 | 12:21

      —SPOILER—
      È esattamente questo il punto. Se gli alieni hanno ragione, causa ed effetto sono dei concetti astratti che non hanno alcun riscontro nella realtà, non sono mai esistiti. Quindi non esistono passato e futuro, tutti gli eventi coesistono sullo stesso piano e non c’è tra loro alcun legame consequenziale nel senso che intendiamo dalla nostra prospettiva tridimensionale. L’informazione “numero del generale cinese” sembra comparire dal nulla solo adottando una freccia unidirezionale nel tempo, se questa invece viaggia in un loop chiuso il paradosso viene evitato.

  28. Il Reverendo 22/01/2017 | 18:41

    dunque dunque, a me è piaciuto molto.
    resta il fatto che contact vince comunque. faccio una classifichina degli hard sci fi in base a quanto io che di scienza capisco poco, li abbia trovati credibili:
    contact- credibilità 100%. non ricordo alcuna cosa che non funzionasse, nè a livello di personaggi nè di trama nè di roba scientifica. bello bello bello.

    the martian- un po’ tirato nella parte finale quanto a credibilità, ma funziona benissimo. intrattiene e ti fa rimpiangere, quel giorno, di non aver deciso di fare il politecnico. poi vedi i tuoi amici che hanno fatto il politecnico, tutti calvi e con gli occhiali, lontani da matt damon e dalle avventure marziane e ti ripigli

    moon- bello ma meno solido di come viene di solito definito. e se me ne sono accorto io, qualcosa non va.

    interstellar- bello ma troppissime cose non funzionano per un cazzo a tutti i livelli.

    gravity- secondo me gravity se ne fotte abbastanza della credibilità scientifica per costruire un film d’avventura fichissimo, e va benone.

    e ARRIVAL, secondo me quanto a credibilità sta subito sotto the martian.
    mi è piaciuto davvero tanto ma ci sono un paio di robe che mi sono stonate:

    SPOILER

    quando lei torna sull’astronave e incontra l’alieno jerry, è un sogno?
    come cazzo è che ormai si capiscono così bene che lei parla in inglese e lui capisce perfettamente e risponde in alienese e lei capisce perfettamente?
    sempre in quel pezzo lì, lei chiede dov’è tom, e jerry risponde ”tom processo morte” e lei dice ”mi dispiace”. che io non ho capito, ma quindi gli alieni mettono a morte tom perchè rivela i segreti della loro lingua agli umani senza essere sicuro che loro siano pronti a comprendere, e infatti subito dopo scoppia una bomba, quindi gli alieni pensano ”tom you had one job” e lo condannano a morte. ma allora, questi alieni avanzatissimi ancora hanno la pena di morte? e poi, ma se tanto loro vedono il futuro, è ovvio che tom già sapesse che quello sarebbe stato il momento giusto, e infatti poi lo era, allora cosa cazzo lo condannano a morte?

    Rispondi
    • Dr. Stranamorte 22/01/2017 | 18:56

      e poi perchè Tom sì e Jerry no?

      Comunque secondo me non è un sogno. Lei capisce perfettamente perchè si è letta il suo libro scritto nel futuro… o almeno il montaggio così lascia intendere.

    • uqbal 22/01/2017 | 19:03

      Io quello l’ho capito nel senso di “Tom è nel processo di morire”, ovvero “Tom sta morendo”, per via dell’esplosione

    • Ugo 22/01/2017 | 19:03

      io direi che “processo morte” stia a significare che “sta morendo”, è nel decorso della sua morte”…

    • Ugo 22/01/2017 | 19:04

      io direi che “processo morte” stia a significare che “sta morendo”, è nel decorso della sua morte”, probabilmente a causa dell’esplosione…

    • Il Reverendo 22/01/2017 | 19:09

      me lo sono chiesto. l’unica possibilità per scoprirlo è che qualcuno che l’ha visto in inglese ci illumini, o aspettare il blu ray..

      però ”processo” sarebbe una scelta particolarmente strana per intendere quello..

    • AnnaMagnanima 22/01/2017 | 21:39

      processo non nel senso giuridico ma nel senso informatico, se vogliamo. come quando esce la scritta …loading… o …processing… invece della clessidra. credo.

    • Billy Bob Hoskins 23/01/2017 | 15:47

      ————————-SPOILER——————————

      “Processo morte” io me lo sono spiegato un po’ cosi: per alieni che vedono il futuro e non possono modificarlo (mancanza causa-effetto) la morte perde il suo aspetto di imprevedibilità e diventa un fatto ordinario. L’alieno sapeva che sarebbe morto e l’avvicinarsi all’evento lo fa entrare in un processo di morte che non può evitare.
      Il film mi è piaciuto ma ho sentito la necessità di un maggior approfondimento della parte centrale. Rimangono oscure troppe domande. Villeneuve è una bestia (in senso buono) e avrei preferito un film di una mezz’ora in più.

    • uqbal 23/01/2017 | 19:35

      veramente sarebbe un fatto ordinario anche per noi poveri terrestri e che dobbiamo morire lo sappiamo tutti

    • Il Reverendo 23/01/2017 | 23:56

      sì comunque se in inglese diceva ”processing death” e in italiano hanno tradotto ”processo morte” bisogna prendere subito quello che ha adattato i dialoghi e fargli processare la morte pure a lui, ma come si fa.
      in inglese non c’è ambiguità in quel termine… ma poi che scelta di parole è?

      comunque dr stranamorte, che chiedi perchè tom sì e jerry no, il fatto è che è tom ha dare tutte le informazioni, jerry sta fermo per i cazzi suoi.

      comunque a ben pensarci pure sta cosa che gli alieni comunichino attraverso delle scritte bidimensionali che galleggiano nell’aria è vagamente una stronzata…
      almeno in contact dicevano che gli alieni pensavano in tre dimensioni e quindi il messaggio andava letto su un piano tridimensionale anzichè bidimensionale..
      molto bello sto arrival, ma mi sa che è meglio non stare a pensarci troppo sopra che se no si rivela una stronzatona

    • Il Reverendo 24/01/2017 | 00:04

      cristazzo mi è uscita una h dove non ci andava che mannaggia la puttana che non si può editare i commenti

    • kfw 25/01/2017 | 00:29

      raga in inglese dice ‘abbott is death process’

      process in inglese non ha l’accezione di ‘processo giuridico’ (quello è trial), ho dato per scontato che il significato fosse ‘abbot (tom? in italiano?) sta morendo’.

  29. Dr. Stranamorte 22/01/2017 | 18:43

    Comunque niente avrebbe potuto battere un finale in cui, dopo avergli infilato a tradimento una bomba nucleare nell’astronave, il soldato, masticando un sigaro, gli avesse detto nella lingua aliena: Benvenuto sulla Terra!

    Aaah è proprio vero che non ci sono più gli americani di una volta! :)

    Rispondi
  30. Il Reverendo 22/01/2017 | 18:46

    ah e c’è un’altra roba:

    SPOILER

    non è del tutto vero che nessuna lingua sulla terra sia strutturata come quella aliena, infatti il disegno funziona esattamente in quel modo lì. l’arte. o sbaglio?
    un disegno esprime un concetto scritto che è comprensibile in quanto tale e non rimanda ad una struttura fonemica, infatti pensavo che da lì avrebbero mandato anche degli artisti su con loro nel guscio invece no. non che questo sia un difetto, però mi stupisce che nessuno dicesse questa cosa..

    Rispondi
    • Il Reverendo 22/01/2017 | 18:47

      volevo dire fonetica, non fonemica*

  31. Alimentare Watson 23/01/2017 | 11:16

    Commento con SPOILERSS:
    Forse l’avete già detto, ma se gli alieni vedono passato presente e futuro insieme, e Louise imparando la lingua vede le stesse cose, e decide di figliare perché l’ha visto nel suo futuro, significa che non lo può modificare e che non esiste il libero arbitrio?
    E se arriva Doc con la DeLorean?

    Rispondi
  32. Il_Presidente 23/01/2017 | 11:49

    Il film è una critica alla società contemporanea incapace di usare Facebook.

    Riceviamo in dono (i social sono gratis) un nuovo metodo di comunicazione che permetterebbe sulla carta di vivere tutti insieme più felici (comunicazione istantanea in tutto il globo di materiale che va oltre la voce e 150 caratteri) ma no. Non ci mettiamo ad impararlo per davvero (no netiquette), caschiamo nelle prime teorie complottiste, nello sdegno e nelle reazioni di pancia, blocchiamo chi non la pensa come noi (letteralmente nel film le comunicazioni diplomatiche con UN INTERO PAESE sono bloccate da una scritta su di un PC), facciamo saltare un matrimonio perché il marito non ha visto una cosa che la moglie ha postato nella sua timeline. Facebook stesso da un po’ utilizza il termine TIMELINE, dai.

    ;D ;D ;D ;D

    Rispondi
    • Il_Presidente 23/01/2017 | 17:36

      Tra l’altro, se ci pensate bene, la stessa protagonista compie una digievoluzione comunicativa:

      Con la sola voce non si capisce un cazzo (=le care vecchie telefonate)
      Inizia a fare dei passi con brevi messaggi scritti (=gli SMS)
      Fa il grande passo quando inizia ad usare entrambe la mani e scrive touch (=passare allo smartphone)

  33. Simone 23/01/2017 | 18:46

    C’è poco da dire, filmone senza se e senza ma, l’atmosfera poi è potentissima e raggiunge l’apice quando SPOILER Louise incontra Jerry dentro la nave. Di lì in poi va in discesa, avrei preferito si dicesse qualcosa di più sugli alieni e su cosa accadrà tra tremila anni, ma comunque anche la parte più “intimista” finale è gestita bene FINE SPOILER
    In ogni caso mille volte meglio di Independence Day 2 e Amy Adams è una gran bella signora.

    Rispondi
    • uqbal 23/01/2017 | 19:36

      Il filmino delle mie vacanze è meglio di Independence Day 2

    • Simone 23/01/2017 | 20:47

      Concordo senza aver visto il suddetto filmino

  34. Schiaffi 23/01/2017 | 21:47

    Bah classico filmaccio buonista col solito messaggio che alla fine w la famigliuola, conta l’amore e i figli sono un dono a cui è impossibile rinunciare anche se ti nascono marci mezzi rotti.
    Na merdina frocia melensa spacciata per fantascienza intelligente. Film del cazzo con finale tristone alla ricerca della lacrimuccia sul volto del medioman che esce dalla sala e si sente migliore dato alla fine lo dicono pure su schermo che i sentimenti buoni sono importanti e lui è un buono dentro e allora grida al capolavoro.
    Poi vabbè mimetiche, armi, buffetterie varie, carri, elicotteri, aerei, incrociatori ma nessuno che spara un colpo.
    In un mondo di giusti avrebbe floppato come merita sto spottone di 2 ore per il family day.
    Nn so se è già stato detto che ho mollato al terzo commento da chierichetto ingenuotto, comunque gran design gli alieni a forma di scroto, complimenti

    Rispondi
    • Gianbiscuì Chiwawa 24/01/2017 | 16:31

      Avevo deciso di bypassarlo con acidità nello stomaco. Ma dopo questo tuo commento ho deciso di andarlo a vedere, mica voglio perdermi gli alieni a forma di scroto. Meglio di alien.

    • Ralph Cacchio 25/01/2017 | 13:24

      E sottolineerei anche la “cristianata” della figlia destinata a morire, e fatta morire (Renner non era ancora pronto alla notizia, rimanendo un mero donatore di sperma), per far avvenire il futuro visto nei sogni, prima che avvenga(e quindi farlo avvenire seguendo…I SOGNI).

      Anche se ricorda tanto il sacrificio di un figlio ucciso per mondarci da un peccato, cui egli stesso (pur definendosi il figlio…di sè stesso) ci aveva condannati, ma creando una intera pantomima perchè..o così o pomì.

      Yehaaa evviva la fantascienza intelligente, le streghe, la magia e la meccanica quantistica che con le sue speculazioni ha dato dignità agli scrittori che raccontano sempre le stesse cose ma con invenzioni letterarie da terza elementare(parlo del film).

      PS qualcuno può spiegarmi perchè tutti gli alieni più avanzati hanno forme per cui non potrebbero, nemmeno, girare lo zucchero nel caffè con un cucchiaino, anche al netto dei poteri che hanno?.

    • Solero 25/01/2017 | 15:41

      Dovete avere proprio delle vite di merda hahahaha

    • Gianbiscuì Chiwawa 26/01/2017 | 11:22

      Ho provato a vederlo, eh. Ma mi ha fatto ridere proprio a livello intellettuale. A parte le facce da intelletto ai minimi, sono proprio i momenti in cui lei dovrebbe essere super intelligente che fanno pena. Forse Villeneuve aveva paura di spiazzare il pubblico o forse non ha mai visto un episodio di Csi con Grissom. Comunque sia mi sono grattato l’alieno che ho nelle mutande prima di addormentarmi.

  35. Zen My Ass 24/01/2017 | 02:48

    Un film godibile e tuttosommato ben fatto (l’articolo di Wolfram su come hanno creato il linguaggio alieno e’ piu’ interessante del film stesso pero’…).
    Alcune cose non mi sono andate giu’: la maniera plateale con cui la Cina viene nuovamente chiamata in causa a salvare la situazione e non perche’ sia la Cina, ma perche’ veramente suona come una forzatura (esattamente come gia’ capitava in The Martian); la sottotrama della figlia e’ veramente fastidiosa (almeno per me). Avrei preferito un film piu’ scientificamente hardcore e meno alla Malick.l

    Rispondi
  36. Greylines 24/01/2017 | 09:46

    Solo a me la sottotrama militare è sembrata posticcia e forzata, e la spiegazione del perché gli alieni sono sulla Terra al limite del ridicolo? Mi dicono che entrambi questi elementi nel racconto non ci sono.
    So che è rischioso fare certe affermazioni su questo sito ma… io onestamente avrei preferito meno soldati che fanno i soliti soldati dei film con alieni e più spazio alla fisica, che a quanto pare nel racconto ha molta più importanza e si combina con l’aspetto linguistico, mentre qui sembra superflua. E infatti il povero Renner si ritrova con un personaggio profondo come una pozzanghera nel Mojave.

    Rispondi
  37. Norton Antichrist 24/01/2017 | 11:40

    Un film gigantesco, per me non l’unico imprescindibile visto che questo splendido 2017 cinematografico mi ha già portato in dote Silence, Il cliente e Paterson. E ho una lista con almeno 40 film potenzialmente bombette.

    Rispondi
  38. Steven Senegal 24/01/2017 | 15:39

    madonna che amarezza assurda sto film, sabato sera sono andato in giro per locali insieme al bangladeshi che vende le rose alle coppie
    ai tavoli lui chiedeva 5 euro io chiedevo di non fare figli

    Rispondi
    • Steven Senegal 24/01/2017 | 15:43

      menzione d’onore a jeremy renner che risulta clamorosamente anonimo (tanto valeva prendere il suo cosplay ancora più anonimo e a buon prezzo joel edgerton) incredibile come quest’uomo non convinca in alcun ruolo

    • Norton Antichrist 24/01/2017 | 19:31

      Mi sa che hai ragione. Che poi se mi chiedessero: sa recitare? Risponderei assolutamente sì. Nn ci troviamo di fronte a un attore cane ma a uno che non buca lo schermo.

    • Bradlice Cooper 30/01/2017 | 15:21

      @Steven Senegal, lì però è colpa della sceneggiatura. Il suo personaggio, così come nel racconto, è quasi completamente inutile.

  39. Gabriel Puntello 24/01/2017 | 21:30

    Siamo all’assurdo: 8 candidature agli Oscar per Arrival, ma MANCO UNA per Amy Adams (il cuore del film)…

    Rispondi
    • Zen My Ass 25/01/2017 | 07:12

      Secondo me e’ giusto cosi’: hanno riconosciuto il valore del film con 5 candidature tecniche e altre 3 pesanti (film, regia e sceneggiatura), ma nessuna della interpretazioni svetta sulle altre. Amy Adams, per quanto brava, e’ abbastanza monocorde (scelta ritengo voluta) e non da Oscar… ma e’ una mia impressione.

  40. Phon Connery 25/01/2017 | 13:13

    Allora, considerazioni sparse superspoilerose

    1) questo film è una bomba, Villeneuve ormai una garanzia. Sto tranquillo per Blade Runner (lo ero già dopo aver visto Sicario ma un’ulteriore certezza può solo far bene)
    2) il discorso sull’accettazione della sofferenza mi ha ricordato un po’ Babadook: là era un’accettazione a posteriori del lutto, qua a priori
    3) Amy Adams che vede il suo futuro e lo accetta lo eleva a film nietzschiano. Mi ha ricordato le superiori e l’oltreuomo. Amy Adams è un’oltredonna. Anche la scrittura degli alieni urla eterno ritorno
    4) GLI ALIENI. Porco cazzo, la prima volta che sono comparsi fra quella nebbia con quella musica lì ho pensato a Cthulhu. Dio quanto vorrei vedere Villeneuve e Johansson su un film horror lovecraftiano
    5) il fatto che tutti i film di hard zcifi usciti negli ultimi anni (quelli citati nella recensione: Gravity, Interstellar e The Martian e questo) siano stati dei successi di critica e di pubblico (valanga di Oscar+valanga di soldi+plauso di tutto il mondo) riaccende le mie speranze di poter vedere la trasposizione di Incontro con Rama. Per intenderci, quello a cui ha lavorato Fincher nel 2010

    Chapeau a Stanlio per la recensione e a tutti quelli coinvolti nella realizzazione del film

    Rispondi
    • Il Reverendo 28/01/2017 | 15:08

      infatti i ”gusci” potevano essere benissimo le uova del drago ogdru jahad.
      speriamo ci abbia pensato anche qualche producer di hollywood, ma tanto temo fortissimo che se facessero dei film su quella roba là ci metterebbero l’ironia e il pg-13, che al mondo di oggi non piacciono i mostri che fanno paura

  41. Solero 25/01/2017 | 15:50

    A me è piaciuto un botto. Questo non vuol dire che sia oggettivamente un capolavoro assoluto, no. Capisco le critiche ma presumibilmente vengono da gente che la maggia del cinema manco se gli cade in testa la vedono.
    SPOILER
    Comunque non ho letto da nessuna parte una cosa che stona più di altre che invece ho sentito più volte: lei nel futuro pubblica un “vocabolario” per l’alienese e glielo lasciano pubblicare così, permettendo a chiunque di vedere il futuro? Ho capito che è il dono all’umanità ma insomma

    Rispondi
    • ector_scolander 25/01/2017 | 20:34

      Pienamenta d’accordo.
      Il film avrà anche dei difetti, che vengono però spazzati via dalla potenza visiva del film stesso.

      SPOILER SPOILER SPOILER
      E poi i lacrimoni nel vedere il quadretto famigliare e sapere come andrà a finire. W i sentimenti.
      Detto ciò, l’unica cosa che non mi è chiara nella “trama” è la scena nella quale gli alieni si proclamano portatori di conoscenza per l’umanità, ma sono loro stessi ad aver bisogno di aiuto; per cosa?
      Come dici tu il finale può far storcere un pò il naso appunto perchè chiunque potrebbe vedere nel futuro. Ma forse tra leggere un libro e capire e apprenderlo c’è differenza (arrampicandosi sugli specchi).

    • Solero 25/01/2017 | 23:53

      Gli alieni dicono che avranno bisogno ma senza specificare.
      L’altra questione, quella della fruibilità per tutti di questa forma di “chiaroveggenza”, ho visto che in realtà l’aveva già espressa lo stesso Stanlio su fb. Resta un punto interrogativo, ma come gli altri sparsi per il film (di cui alcuni anche più grossi) vale quanto detto sopra: riesce a farteli accettare senza problemi, quantomeno parlo per me.
      E a differenza di interstellar, eh Nolan?

    • HugoKrauser 30/01/2017 | 10:15

      sono pienamente d’accordo con Solero, onestamente il film mi ha fatto godere parecchio, e ha stravinto la componente di coinvolgimento e (mioddio) sentimenti, rispetto allo scetticismo e all’analisi scientifica “ah, ma questo non funziona, questo non regge”…STICAZZI.
      Dirò una banalità, ma un film di fantascienza riesce nel suo intento se riesce a stupire, e Arrival ci riesce, sotto tanti aspetti. Personalmente, ho trovato la scena del primo ingresso nel suppostone pazzesca, il cambio di gravità, il panico che può prendere in quel momento, la riuscita emotiva ed estetica della scena vale da sola la visione del film.
      Detto questo, pensandoci a mente fredda, mi rendo conto che ci siano tante piccole falle logiche che si possono andare a cercare, ma durante la visione ha prevalso la meraviglia di un film un po’ diverso dal solito, sarò ignorante (issimo), ma non ricordo molti altri film del genere, che reggano senza sparatorie, senza inseguimenti, senza spostare l’azione in atmosfere non terrestri. Ho scoperto Villeneuve con Sicario (sono ignorante, ve l’ho detto), e secondo me anche stavolta non sbaglia.

    • dirty harryhausen 09/02/2017 | 15:02

      -spoiler-
      Ma qual è il problema se tutti riusciranno a vedere il tempo come lo vedono gli alieni? Sono venuti apposta per questo no?
      E per quelli che son delusi perché non hanno spiegato quale favore faremo loro fra 3000 anni: siete quelli per cui è giusto far sequel di Alien finché non sarà stato spiegato per filo e per segno tutto di tutto vero? Da come si costruisce l’astronave a come digerisce lo xenomorfo a come sarà la moda nel futuro…. E’ molto meglio il non detto.

      Questo film mi ha fatto uscire di sala contentone e Villeneuve è ormai idolo consolidato.

  42. Simon lee Bon 26/01/2017 | 10:52

    Appena finito di vedere. Scienza per scienza ho sottoposto la mia cavia personale ad un esperimento:
    Presa la povera martire che m’ha spostato e messa al mio fianco – non sedata – per vedere il film si è creata una scissione nel continuum spaziotemporale. Dove in una realtà lanciavo coriandoli contento per un cazzo di film di fantascienza finalmente fatto bene e con tutte quelle cose li spesso buttate nel cesso tipo atmosfera e silenzi, in un’altra linea temporale mia moglie cagava in terra e lanciava feci contro il televisore urlandomi “m’hai fregato ancora! Pensavo dopo Moon non ci saresti più riuscito”.
    Aspettando il Nobel per gli esperimenti casalinghi don’t-try-this-at-home-scansati-che-c’ho-da-fare educatamente ringrazio.

    Rispondi
  43. Takeshi Jones 26/01/2017 | 11:22

    Incuriosito dalla recensione sono andato a vederlo ieri con mia figlia (nove anni), e devo dire che a lei è piaciuto. A me invece ha fatto cagare stronzi di legno, cosa che non le ho detto ma che mi sento in dovere di confessare a voi perché:
    1) il film oltre a essere disgustosamente pretestuoso (senza poterselo permettere) è inutilmente lento, e dico inutilmente perché di scelta stilistica si tratta (infatti il budget c’è, anche se non si vede);
    2) il film è brutto, davvero, e sfiora il ridicolo in diversi punti.
    ____SPIEGONI & SPOILERTZ____
    Più o meno cinque anni fa di Villeneuve vidi Incendies, pellicola che mi piacque molto anche se a dire la verità non ne ricordo neanche una scena. Ciò per dire che forse la mia aspettativa, unita alla lettura di critiche sbrodolanti, era davvero alta e di conseguenza la delusione totale ha pregiudicato ulteriormente il mio giudizio. Ma ora a mente fredda veramente trovo poco di salvabile. Partiamo da questo poco.
    Il film si regge interamente sulla *rivelazione* finale, che si dischiude – attraverso un buon uso del montaggio – gradualmente nei flashback che flashback non sono. Tutta la ragion d’essere del plot e del, chiamiamolo così, messaggio (un libero arbitrio che è volontariamente servo per aderenza alla necessità degli eventi?) si trova in questa struttura, ed è l’unico punto di forza del prodotto. Tuttavia so che è tratto da un racconto, che non ho letto, dunque potrebbe essere che quest’unica componente positiva provenga da lì. Il suo essere incardinato nel genere SF è conseguenza della necessità di far funzionare questa trovata, e ciò rende evidente anche tutta la sua debolezza: il film non coinvolge perchè la realizzazione della confezione con cui ci viene consegnata la trovata è a dir poco sciatta, anche se fatta passare per raffinata.
    Senza entrare nel merito del contesto geopolitico di cinesi cattivi – ma redimibili – e di vertici militari ottusi, presente nel 100% delle storie di invasione made in usa e del cui anacronismo si è già lungamente parlato altrove, è bene spendere due parole sulla componente hard del baraccone fantascientifico messo in piedi: la xenolinguistica.
    Per affrontare questo tema complesso e dal grande appeal, gli sceneggiatori hanno inserito una protagonista che è la cosa più sci-fi dell’intero film (altro che eptapodi!); infatti a quanto pare per questi geni così apparentemente amanti del dettaglio una docente universitaria che si occupa di linguistica – che sia glottologa o filologa o altro non ci è dato capire – è anche in grado di LEGGERE E PARLARE lingue (umane) tra loro completamente diverse. In ordine di apparizione oltre alla lingua madre (da quello che mi ricordo): portoghese e relative lingue romanze (scritto e forse orale), pharsi (orale e scritto), sanscrito (scritto), mandarino (orale fluente e molto verosimilmente scritto). Il che, permettetemi, va ben al di là della stronzata o dello stesso arrivo di dodici astronavi aliene. Ma serve a far funzionare la storia allora ok. Questo prodigio linguistico ambulante, peraltro relativamente giovane, grazie a un “supporto visivo” (una lavagnetta e un pennarello) fa scoprire che anche gli alieni sono dotati di una comunicazione visiva non gestuale. Un sistema di segni insomma, vagamente paragonabile alla scrittura, che consentirebbe con più facilità di decodificare le loro intenzioni. Curioso che a nessuno degli scienziati coinvolti nelle missioni di ricognizione degli altri undici paesi fosse venuto in mente di portarsi dietro un “supporto visivo” ma ok, lei è la protagonista dunque ci sta.
    Ma veniamo agli spiegoni linguistici: ce ne sono tre in tutto, più un quarto usato per dare un senso al fisico Jeremy Renner, fino a quel punto inutile (a parte aver chiamato gli alieni Tom e Jerry). Il primo è la leggenda del nome kanguroo, un hint molto in voga anni fa tra chi faceva divulgazione etnolinguistica; il secondo è l’analisi della proponibilità della domanda – effettivamente stupida – “what is your purpose on earth?”, che forse di tutto il lotto, grazie anche all’uso – stavolta per noi spettatori – di un “supporto visivo” (aka lavagna), è quello più efficace; il terzo è relativo all’ipotesi Sapir-Whorf, uno dei must delle matricole di scienze della comunicazione, che a ben vedere è ciò su cui si basa l’ultima parte del film. Ma con una forzatura estrema: la lingua influenza LO SVILUPPO cognitivo di un individuo, dunque è decisamente insostenibile – ancorché infruibile per una utenza standard – che in due mesi di studio dei cerchi dei cefalopodi spaziali la tizia, per quanto come abbiamo visto fuori dall’ordinario, riesca a vedere nel futuro – vale a dire, ad appiattire nello spazio la percezione del tempo – come i nostri amici molli. Va da sé che quella scena al gran galà col generale cinese che si canta numero di telefono e parole della moglie morta è quanto di più imbarazzante abbia visto su grande schermo dai tempi di, che so, Hollow Man di Verhoeven.
    Vogliamo poi parlare dei dialoghi? Complice forse traduzione e (al solito pessimo) doppiaggio, ci vengono regalate perle come il primo scambio tra Ian e la tizia, sull’elicottero, dove lui sarcastico all’affermazione “il linguaggio è alla base della civiltà ecc…” risponde “non il linguaggio, la scienza”, cosa che neanche un bancarellaro abusivo di angurie con la licenza elementare si sognerebbe mai di dire, almeno non con quel sarcasmo posticcio.
    E gli effetti speciali? Stenderei un velo pietoso, ho visto come voi film ultra low budget che a questo se lo mettono in tasca senza alcuno sforzo.
    Infine vogliamo aggiungere i tempi inesorabilmente dilatati che scimmiottano l’ultimo Malick, peraltro il peggiore, senza alcun motivo evidente (né di trama, né visivo)?
    Fatevi un favore, evitatelo.

    Rispondi
    • Il Reverendo 28/01/2017 | 15:17

      sai cosa?
      sul terzo punto, quello dello studio della lingua che in due mesi si perfeziona, io credo che la spiegazione stia all’interno del potere di quella stessa lingua di mostrare a chi la padroneggia, presente passato e futuro come un unicum.
      mi spiego, quando lei CAPISCE la lingua, immediatamente smette di avere importanza che la stia capendo male perchè appena imparata o che la capisca alla perfezione come se l’avesse sempre parlata, perchè tutti gli anni futuri di studio della lingua (che non saranno, in quanto già assolti nel presente), danno i loro frutti nell’immediato.
      cioè che lei la lingua l’abbia studiata per altri quarant’anni nel futuro non ha alcuna importanza. ciò che conta è che quegli anni di studio ci sono stati (anche se in realtà ci SARANNO STATI). avendo la percezione di passato presente e futuro insieme, non ha alcuna importanza l’ordine in cui gli eventi si svolgono, ma solo il fatto stesso che si svolgano.

      che poi questo risponde anche al mio dubbio sulla scena in cui amy adams e jerry parlano e si capiscono al volo, lei capisce la lingua aliena e lui l’inglese.

    • Ruper Tevere 02/02/2017 | 11:54

      Amen

  44. Darko Ramius 02/02/2017 | 10:26

    Incontri ravvicinati girato da Malick, aka lammerda.

    Che delusione! Avevo aspettative altissime, dopo Sicario avrei visto qualunque cosa di Villeneuve, figurarsi un film SF! E…. niente. Bella confezione (ma nemmeno bellissima a dirla tutta), ma per il resto la noia! Ammirabile il tentativo di essere originali, ma proprio non m’ha preso per nulla.

    Contact di Zemeckis, per citare il vicino più prossimo, è due gradini sopra, ed è ben lontano dall’essere universalmente considerato un filmone. Peccato, ci son rimasto proprio male.

    Rispondi
  45. elfolampo 02/02/2017 | 18:56

    Visto ieri al cinema dopo aver visto solo il trailer, che devo dire, e’ un ottimo trailer perche’ ti indica i tre elementi chiave del film (tradurre, alieni, tempo), senza darti gli spoiler piu’ grossi.

    Parto col dire che da quando ho tipo 8 anni leggo gli Urania di mio padre con datazioni che partono circa dal 1950, e che sono laureato in lingue, quindi per me questo film univa due grandi mie passioni e penso di essere partito con il giusto mindset per guardarlo, ma ero cauto riguardo i possibili MACCOSA sulla linguistica.

    Alla fine mi sono trovato con un film che mi ha dato quello che mi aspettavo ed anche di piu’.

    Da qui, SPOILER LIBERI, avanzate a vostro rischio e pericolo.

    Devo ammettere che il primo impatto mi ha spiazzato, perche’ quello che non mi aspettavo e’ stata la presentazione. Le scene con tanti dettagli. Le poche ambientazioni sfruttate bene, come la casa sul lago della protagonista, con l’inquadratura che puo’ essere di sottofondo, malinconica con la cena della sera prima lasciata li’, o essere la cornice per un rumorosissimo elicottero dell’esercito.

    Il che mi porta ad un aspetto del film che mi sembra che qua nessuno abbia nemmeno quasi citato: il comparto sonoro. Credo che solo per quello il film meriti di essere visto al cinema: senza i bassi con un wattaggio di quello di una sala, il film non credo renda al 100%. Niente musiche orchestrali, niente canzoni memorabili, ma perlopiu’ suoni forti, spesso assordanti, a volte incomprensibili, inquietanti, sorprendenti, degni di un film horror d’alta classe. Per citarne alcuni: gli aerei che passano a bassa quota, il segnale di evacuazione dell’universita’, l’elicottero (atterraggio e volo), la sirena che annuncia i 15 minuti all’apertura dell’astronave (che a me ha ricordato quella di Silent Hill), le voci degli alieni, e i rombi inspiegati e fortissimi che si sentono durante i flash della protagonista. Sicuramente ne scordo qualcuno. Per quanto riguarda il doppiaggio e l’audio italiano, spezzo una lancia a favore della voce di Hannah, che nelle scene clou ha il giusto tono di inquietante. In un certo senso, si puo’ dire che il sonoro del film sia a volte fastidioso, ma il motivo e’ proprio che sentire quel fastidio fa parte dell’esperienza di guardarlo. Puo’ darsi anche che ci sia un messaggio convoluto su come anche il rumore (ed in linguistica, si usa il concetto di rumore) possa essere una parte importante del comunicare.

    Perche’ in fondo, questo e’ un film sul comunicare, ecco. Quindi e’ inevitabile che un film del genere, cerchi in tutti i modi di comunicare con lo spettatore, proprio come gli umani nel film cercano in tutti i modi di comunicare con degli alieni per loro incomprensibili. E come lo fa? In parte come gli alieni, buttando tutti i pezzi della trama la’ e poi facendo in modo che lo spettatore li comprenda. In parte con la regia, che ci da’ all’inizio scene costruite con molto calcolo: come non citare il piano sequenza (sospetto che tra i registi il piano sequenza stia diventando quasi una religione a cui tutti rendono tributo) dell’arrivo alla base militare nel Montana, che all’inizio a me sembrava quasi un villaggio abbandonato, come vengono sbrigate tasse e formalita’ riguardanti i militari, e infine, il ritmo, lento e meticoloso (quasi lento come Kubrick in 2001 Odissea nello Spazio), con cui avviene la scena del primo ingresso nella stanza (dove, potendo giustificarla, e’ stata inserita anche l’inquadratura con la gente che cammina sul soffitto). La stessa regia, ovviamente, che si trova a gestire i ripetuti flash che accadono durante la storia. Comunica quindi anche con il succitato comparto sonoro. Comunica con i suoi effetti speciali, con le astronavi a virgola, con gli alieni, col corridoio da attacco di vertigini. Comunica facendo appello ai sentimenti (anche se forse in modo un po’ troppo gratuito). Comunica con i suoi messaggi di fondo, che possono o meno riecheggiare nello spettatore.

    Qual’e’ l’effetto finale? Un qualcosa che funziona (non per tutti sia chiaro, ma pare per molti) solo perche’ tutto insieme. Sono fermamente convinto che per quanto concettualmente buona, la trama, come molte trame di fantascienza (e non) mostri il suo valore solo perche’ sorretta da effetti speciali credibili e da una regia che ci crede tantissimo e che sa mostrare il suo lato tecnico. Questo film, in mano ad un cane, sarebbe diventato una porcata di serie C. E invece si fa vedere, commuove (anche se ammetto, dopo i primi 10 minuti stavo facendo paralleli con Up nella mia mente e stavo per fare una battuta su come fosse gia’ una migliore storia d’amore di Twilight), fa riflettere, ti fa angosciare, e ti fa anche pensare che magari i traduttori davvero sono una specie di superuomini (per inciso, nelle parole del “Servizio di Traduzione Automatica per Analfabeti Funzionali”, il segreto e’ “tanta empatia”). Questo anche perche’ e’ davvero piu’ della somma delle sue parti, e questo mette in ombra i suoi difetti e alcune sue ingenuita’.

    Detto questo: commenti a caso.

    “Gli alieni li vedrete presto, meglio che non ve lo spiego ora che poi roviniamo la sorpresa agli spettatori, chissene se poi vi viene un attacco di cuore a vedere dei polpi-elefanti”

    92 minuti di applausi, comunque, per gli alieni, tra i piu’ alieni mai visti in un film di alieni.

    “Tom e Jerry”

    “Usiamo una leggenda metropolitana per convincere il governo degli Stati Uniti, tanto chi vuoi che cerchi canguro su Wikipedia”

    La dream sequence ha un bubusettete che i miei peggiori incubi possono solo accompagnare.

    Unico vero maccosa linguistico e’ stato che “nessuna lingua terrestre ha un sistema di scrittura dove i segni siano solo legati ai concetti e non alla lingua parlata”, doppio maccosa perche’ in primo luogo non e’ vero (e’ la definizione di ideogramma, ma basti pensare alla matematica, dove 1+1=2 esprime un concetto matematico universale senza un suono preciso, che rimane uguale sia che tu lo legga uno piu’ uno uguale due, o one plus one equals two), in secondo luogo loro non hanno idea a quel punto di come sia strutturata la loro lingua parlata, quindi e’ difficile trarre quella conclusione.

    Sul comportamento degli alieni in tutto il film, data la loro natura, e’ sempre giustificato. Nella seconda parte, anche quello della protagonista (che e’ meglio spiegato, ovviamente). Accettare tutto questo e’ la necessaria sospensione dell’incredulita’ per guardare questo film.

    Tra l’altro, sono l’unico a cui questo film ed il suo tema hanno ricordato Cloud Atlas (film non molto calcistico ammetto, a parte alcune sequenze)? Soprattutto la narrazione che salta avanti e indietro.

    Alcuni storcono un po’ il naso all’idea che solo alla protagonista sia venuta l’idea della lavagna, ma se non ho capito male, da lei ci sono andati letteralmente 2 giorni dopo, magari un altro team ci arrivava ma la prima ondata a vedere i cosi che sembrano usciti da un racconto di Lovecraft magari aveva sbarellato. Che gia’ al cinema a vederli non era il massimo della salute. E c’e’ da dire che altri team si sono comportati degnamente a modo loro, anche loro alla fine erano riusciti ad arrivare al fatto dell’arma dopo le collaborazioni iniziali, e presumibilmente avevano tutti ricevuto il loro dodicesimo finale.

    Ho sentito anche come improbabile che la protagonista comprenda e parli cosi’ tante lingue, ma personalmente non lo ritengo particolarmente improbabile, considerando il suo approccio alle lingue: con buone tecniche di memorizzazione, i mezzi moderni, ottime basi di linguistica teorica ed applicata, non e’ implausibile per le lingue vive. Per quelle morte e’ importante analizzare il contesto, cosa in cui pare sia una delle migliori al mondo. Dopotutto non e’ che alla CIA sono andati a prendere una a caso.

    Alle parole “set”, “draghi”, “onori”, nel cinema si e’ levata la mia voce che diceva “Mahjong” almeno 5 secondi buoni prima che ci arrivasse la protagonista. I vicini mi hanno guardato con un misto di sconcerto e di ammirazione.

    Io non ho visto tutta questo “la Cina salva tutti” che dicono gli altri, in verita’. Anzi, direi di aver visto una Yankee che salva la Cina dal fare qualcosa di cui magari si sarebbe pentita.

    Riguardo all’uso di “arma” come parola da parte degli alieni, non bisogna pensare che magari c’era un termine migliore, perche’ effettivamente e’ possibile che per quel favore che gli servira’ 3000 anni nel futuro, servira’ davvero che quel modo di pensare e tecnologia che ne si puo’ sviluppare (e parliamo di alieni con controllo di gravita’ e viaggio spaziale) venga utilizzato come arma. Dopotutto gli alieni hanno bisogno degli esseri umani, e gli umani hanno alcune capacita’ mentali che a loro mancano (come un’attitudine alla matematica semplice).

    Se state scrollando dal fondo,+++ SPOILER A MORIRE QUI SOPRA +++.

    Alla fine, ecco, posso dire di essere contento di essere andato a vederlo al cinema, perche’ credo veramente che valesse la pena di pagare il biglietto per vederlo la’, anche se poi lo passano in tv o altrove.

    Rispondi
    • dirty harryhausen 09/02/2017 | 14:22

      l’avviso spoiler palindromo è molto in tema col film.

    • dirty harryhausen 09/02/2017 | 16:21

      Comunque vinci il premio per miglior commento, condivido praticamente tutto!

    • Paolo vintaggio 10/02/2017 | 15:12

      silent hill!!!
      ecco dove! :D

  46. Andrea 05/02/2017 | 14:57

    SPOILERISSIMO!
    Allego recensione del film, che a mio avviso contribuisce alla discussione in maniera decisiva:

    https://bagniproeliator.it/la-vera-trama-di-arrival/

    Rispondi
    • marco 26/09/2017 | 12:27

      Maledetto. Vidi il film al cine, mi piacque assai. Trovato domenica il bluray a prezzo accettabile, compro e porta a casa ma – mi dico – perché non andarmi a rileggere rece e commenti prima di?
      Arrivo al tuo, clicco sul link e ciao, il bluray lo regalo alla biblioteca. Però mi sono ammazzato dal ridere. Ho visto che c’è anche la vera tram di Interstellar, ma prima mi rivedo il film…

    • Steven Senegal 26/09/2017 | 13:58

      a parte il fatto che quella del link è tutto fuorché una recensione ma una miserata che sarebbero in grado di scrivere tutti se si partisse con il chiaro intento di ridacchiare, se non te ne sei accorto su sto sito i post sono di tutt’altro livello.
      Chissà come mai poi periodicamente si palesano su queste pagine lettori vogliosi di farci leggere le recensioni loro/di altri
      grazie non c’è bisogno se ci serve roba vi cerchiamo noi
      ora potete pure andare ad abbinare giacca e fazzoletto altrove che qui manchiamo di savoir faire

    • marco 26/09/2017 | 16:04

      Andrea come ti sei permesso? Vergogna.

    • Steven Senegal 26/09/2017 | 20:13

      brav leggiti la vera trama scritta da nebo per acquistare i dvd

    • marco 27/09/2017 | 08:42

      Ruscoroid caro Senegal: funziona.

    • Steven Senegal 27/09/2017 | 21:41

      non ho idea di cosa sia, nel dubbio lanciati contro il cestone dei dvd a 1 euro e rimani compromesso

    • marco 28/09/2017 | 08:27

      Non lo sai ma ti serve, fidati. Prima dell’applicazione però è meglio se togli la scopa dal culo.

    • Steven Senegal 28/09/2017 | 10:06

      guarda, sono esterrefatto. In primis per la tua incapacità di essere urbano. In secondo luogo per questa tua attitudine al parlare di cose da cacciarsi in culo. Non che ci sia nulla di male eh, qua siamo persone tolleranti. Che dire, ora speriamo non te ne arrivi a linkarci recensioni a proposito che ti hanno indirizzato agli acquisti che spammare è maleducazione

    • marco 28/09/2017 | 10:39

      Guarda la pianto qui. “Rimani compromesso” non mi pare esattamente una carezza. E nemmeno “se ci serve roba vi chiamiamo noi”. Rispetto e turpiloquio ti sono concetti confusi.
      Il post di Nebo l’ho trovato semplicemente divertente, pur amando Arrival: ti sorprenderà, ma entrambe le cose possono coesistere, ed in ogni caso una risata non fa male, anche ai molto seri come te. Se poi non ti diverte, pace, non capisco perché ti infastidisca che ad altri si. Il commento di Andrea altro non voleva essere che un sorriso, non pensava – credo – di trovare sulla sua strada il venerabile Jorge.
      Che i post e i comenti siano di livello mi è chiaro da tempo, visto che da anni vi leggo, imparo, e commento con molta prudenza, non essendo un esperto settoriale come voi. Cinema ne vedo e ne ho visto parecchio, però, e ti consiglio qualche film di Woody Allen, o di Billy Wilder. Imparerai che una risata o uno sberleffo non sono il demonio. E visto che da solo non lo intuisci: il blue ray non l’ho mai voluto regalare alla biblioteca, e il film lo rivedrò con immutato piacere.
      Ciao esterrefatto. Fine della lezione, puoi tornare a posto.

    • Steven Senegal 28/09/2017 | 10:44

      guardache sono un lettore proprio come te, ce la fai? a giudicare dal fatto che non hai nemmeno compreso il punto, evidentemente no. Ossequi

  47. Paolo vintaggio 08/02/2017 | 21:03

    se avete dei figli e siete niente niente sensibili andatelo a vedere, vi emozionerà
    …parola…
    :”’-)

    Rispondi
  48. Lineagotica 09/02/2017 | 17:23

    Imbarazzante.
    SPOILER
    Ma la scena della bomba? Cioè, la tv fa paranoie, i soldati guardano la tv, i soldati mettono una bomba nell’astronave? Cos’è, Villeneuve crede ancora che la comunicazione funzioni come per gli apocalittici di Francoforte degli anni ’60? Nel 2017?
    FINE SPOILER
    Non ho parole, davvero un filmetto imbarazzante.

    Rispondi
  49. Cristoforo Nolano 22/03/2017 | 22:06

    Bella l’idea, bravi tutti, convincenti gli eptapodi… ma due palle.

    Rispondi
  50. jax 29/06/2017 | 08:21

    Son sincero, ero partito con le miglior aspettative ma son molto molto deluso.

    Rispondi
  51. Imperatrice Pucciosa 29/06/2017 | 15:37

    Film bello, ma mi aspettavo di meglio.
    Nel senso e’ un gigantesco coito interrotto. Al momento del plot twist si scopre praticamente che Amy Adams ha salvato il mondo con l’espediente narrativo piu’ forzato dell’universo.

    E io che saluto il capolavoro.
    Peccato, mancava tanto cosi.

    Pero’ bello, anche se in effetti non e’ che sia cosi tanto calciabile (non c’e’ violenza in questo film e il mondo lo salva una linguista!)

    Rispondi
  52. Paolo Oggettivo 01/01/2018 | 23:17

    Nella lista dei dieci film peggiori di sempre, lo metto tra “sharknado” e “un qualunque cinepanettone”. Ma stiamo scherzando? Chi l’ha visto al cinema è stato vittima di una rapina legalizzata. Dovrebbero esistere dei controlli prima di fare uscire i film. VIETATO AI MAGGIORI DI 0 ANNI.

    Rispondi
  53. Andrea Paolini 30/03/2018 | 19:53

    Questo film ha un solo pregio: se lo guardi assieme alla “tua tipa” è scopata assicurata.
    Una menata sulla voglia di maternità della protagonista, malcelata da elementi di fantascienza ridicoli:

    SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

    1) Un alieno che vede 8000 anni nel futuro muore a causa di un pacco-bomba.
    2) Invece che espellere la bomba o creare un campo di forza, preferisce eiettare gli umani e fare da scudo col corpo al compagno extraterrestre (che ignorava i suoi ripetuti avvertimenti pur di chiacchierare.. evidentemente: è la femmina).
    3) Dopo mesi e mesi che gli alieni camminano avanti ed indietro dentro la loro astronave: la Cina attacca (?!?).
    4) La Cina attacca (senza nucleare) alieni con teletrasporto, controllo gravitazione totale, campi di forza ed astronavi colossali in granito (senza contare la preveggenza).. pensando di.. boh: fare loro “qualcosa”?
    5) E’ ovvio che irritare chi si teletrasporta e controlla la gravità può portare solo ad una pioggia di meteoriti (se va bene..).
    6) La protagonista si arroga il diritto di partorire un malato terminale rovinando la vita ad una dozzina di persone (fra le quali la sua) perchè ha gli occhioni dolci.
    7) I loop temporali non funzionano mai: lei deve farsi dire il nome della figlia del generale cinese alla festa, pur avendolo detto lei a lui poche ore prima.
    8) Puoi sclerare la prima settimana, studiarle per uno o due mesi, poi ci fai un parco divertimenti attorno alle astronavi.
    9) Sarò sessista ma il vestito da cowboy mi ha fatto pensare che avesse due figli, un maschio prima ed una femmina poi.. il che avrebbe avuto più senso..
    10) Siamo sicuri che vedere e rivedere la propria morte, conoscere il proprio futuro (e dei figli, e dei vicini, e degli amici, e dei giornali..), non avere sorprese, non provare più stupore, sapere dove e come si avrà successo o si fallirà ecc. ecc. sin dalla tenera età sia un toccasana per l’umanità? Per me porterebbe ad una generazione di apatici aspiranti suicidi.

    Buona scopata.

    Rispondi
  54. Pietro Bembo 05/01/2021 | 15:25

    Temo tu abbia valutato in maniera superficiale la possibilità di ricordare il futuro.
    Per esempio, se da piccolo hai perso un genitore o sei stato sottoposto a uno o più traumi importanti, quel dolore non sarà per il resto della tua vita un faro che osservi in maniera ossessiva ogni giorno, ogni minuto, ma sarà piuttosto un’influenza continua e indelebile che in certe occasioni (non rare) ti verrà in mente in maniera più o meno vivida. Stessa cosa vale in uno scenario nel quale conosci il tuo futuro.
    Il tuo errore, che da quanto ho letto nei commenti è un errore piuttosto diffuso, sta nel considerare la memoria un’attività perenne e totale (nel senso che in ogni istante della tua vita ricordi interamente il tuo passato). Non funziona così per ciò che è accaduto, non vedo perché dovrebbe funzionare così per ciò che deve accadere.

    Piuttosto, la percezione circolare del tempo così come viene proposta nel film (non parlo del libro perché non l’ho ancora letto) presenta un paradosso ben più grave: non è possibile un’esistenza circolare, e quindi nemmeno una memoria circolare, se si è nati e se un giorno si morirà, poiché il tempo che precede e succede la nostra esistenza è infinitamente grande a confronto. Dunque, volendo segnalare, all’interno del cerchio, quel vuoto che segue la nostra morte e che precede la nostra nascita, e proporzionando la durata abissale di quel vuoto con la durata microscopica della nostra vita, si viene a creare non più un cerchio, ma un segmento dritto. Senza un supporto grafico è difficile dimostrare questa cosa, ma spero di essere stato sufficientemente chiaro.
    In conclusione, la protagonista, nel momento in cui è nata, aveva già vanificato qualsiasi possibilità di percepire il tempo in maniera circolare. Se invece nel film si fosse parlato di segmenti e non di cerchi, con tutte le dovute conseguenze, questo paradosso non si sarebbe presentato. Un cerchio non ha fine, ma soprattutto non ha inizio.

    Rispondi
    • Pietro Bembo 05/01/2021 | 15:26

      Questo era in risposta al messaggio di Andrea Paolini

  55. Enrico 03/05/2021 | 15:53

    Film che mi è molto piaciuto, quindi voglio chiudere un occhio sulla solita propaganda filo Usa/occidente, ma voglio pensare che è stata fatta per accontentare il pentagono e farsi prestare i mezzi militari per fare il film, perché sappiamo che il pentagono non te li presta, se non approva la sceneggiatura.
    Per il resto Nolan dovrebbe imparare da Villeneuve, quest’ultimo per fare un film di fantascienza non ha bisogno di strane e difficili leggi della fisica, che nessuno conosce e capisce; tra l’altro io sono uno di quelli che pensa che il genere fantascientifico e horror, sono solo veicoli per trasmettere messaggi più ampi e molto più intimi e umani.
    In questo Arrival ci riesce benissimo, quindi almeno dal mio punto di vista si può chiudere un occhio sulle magagne.

    Rispondi

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