Matteo l’ho conosciuto all’università e a un certo punto abbiamo iniziato ad andare al cinema assieme. Credo sia successo per caso, tipo “stasera mi vorrei vedere questo film ma non ho nessuno con cui andare” “beh, vengo io, perché no”. Non sono sicuro ma credo che il primo film sia stato quello con Ewan McGregor e Cameron Diaz, forse di Danny Boyle, sicuramente uno dei peggiori film che io abbia mai visto. Non importa, in ogni caso: dopo qualche tempo s’andava al cinema tre o quattro volte a settimana, sempre assieme. Non aveva troppe pretese sui film, gli interessava quasi tutto, e francamente non è facile trovare una persona che ti accompagni con entusiasmo a vedere Kiarostami e Nicolas Cage. Abbiamo frequentato cinema e rassegne clandestine della mia città per un anno e mezzo, vedendoci tutto quel che potesse avere una parvenza d’interesse per almeno uno dei due; poi io ho trovato una fidanzata e lui è andato in Erasmus, e quando è tornato le cose non funzionavano più. Quelli che tornano dall’Erasmus sono come quelli che tornano dal Vietnam. La principale differenza è che se chiedi “com’è stato” a quelli del Vietnam loro si chiudevano in un silenzio tombale, mentre quelli tornati dall’Erasmus ti parlano per ore di quanto sia stato fantastico e di come a Valencia sia tutto completamente diverso (cenano due ore dopo). O forse ero io che stavo con la mia prima fidanzata e non sapevo gestirmi manco un’amicizia maschile. La prima fidanzata è come fare l’Erasmus in Vietnam. Sto divagando. Comunque, insomma, con Matteo s’andava a vedere tutto. I blockbuster di profilo altissimo, i film di culto al San Biagio di Cesena, le proiezioni in lingua originale senza sottotitoli in serata unica a 50 Km da casa, certi scalcinati incontri con i pochi autori che s’azzardavano ad avventurarsi in provincia, i classici del muto sonorizzati da musicisti locali, tutto il pacchetto. Andiamo! C’è una cosa completamente priva di senso. È su uno schermo. Puttanate francesi, puttanate italiane, puttanate statunitensi, puttanate d’azione, puttanate d’amore, puttanate geopolitiche, puttanate senza argomento, sequel di film che non avevamo visto, mattoni di quattro ore, due film uno in fila all’altro senza uscire dal multisala, prima e seconda proiezione dello stesso film (Il grande Lebowski, lo confesso), proiezioni a prezzo speciale, abbonamenti a rassegne scrause, tutto. A Matteo andava bene qualunque cosa, ha accettato di vedere tutti i film che gli ho proposto. Tutti. A parte uno.
(pausa scenica, flashback di qualche anno)
La storia che sto per raccontare probabilmente la conoscete già. Un tizio che scrive il soggetto di un film, una specie di scifi/action/horror distopico: la storia di un robot antropomorfo inviato nel presente dal futuro, per uccidere una donna. Il tizio che l’ha scritto è un tecnico degli effetti speciali alla corte di Corman, a cui era stata affidata un po’ casualmente la regia di un seguito di Piraña. Il tizio decide di vendere la sceneggiatura alla sua fidanzata, una produttrice, e di farsi pagare un dollaro soltanto, ma con una condizione: il film lo dirigo io. La produttrice accetta e inizia a muoversi. Le case cinematografiche sono molto interessate, perché la sceneggiatura è una bomba ed è perfetta per il cinema d’azione di quegli anni ma il regista non ha abbastanza esperienza. Uno studio però decide di buttarcisi a capofitto, accettare la condizione vincolante e realizzare il film, col tizio che l’ha scritto a dirigere. Anche lo studio però pone una condizione insindacabile: l’eroe dev’essere interpretato da Arnold Schwarzenegger. Arnold è sul punto di esplodere, ha incassato i primi successi e sta per diventare una star. Serve un film che lo consacri definitivamente come eroe d’azione. Il regista in realtà è contrario, gli sembra un’idea stupida: Schwarzenegger dovrebbe interpretare un tizio di nome Kyle Reese, una specie di guerrigliero mezzo matto, fragile e pieno di tic. Ma il film ha già visto chiudersi abbastanza porte davanti a sé, e forse questa è l’ultima occasione per farlo; decide di accettare ed elabora un piano B. Fisserò un incontro con Schwarzenegger, parleremo del film, litigheremo furiosamente, lui se ne andrà via incazzato come una biscia, uscirà dal film e io mi potrò trovare un Kyle Reese più sensato. Organizza l’incontro, ma le cose non vanno come previsto: Schwarzenegger è adorabile, è interessato, è perfettamente in sintonia con il film. Il tizio lo sta guardando esterrefatto: potrebbe fare dieci anni di casting e non troverebbe un attore più adatto di lui a interpretare il robot. Così il film diventa una cosa diversa, il cattivo assume il ruolo centrale, interpretato da Schwarzenegger, e alla fine si fa davvero, con pochi soldi e tante idee e tanto entusiasmo. E poi esce in sala, e il cinema diventa un’altra cosa.
La storia vera è più complicata e più tiepida, probabilmente. Ma questa versione somiglia di più alla prima che ho sentito, e secondo me racconta molto dello spirito con cui James Cameron realizza Titanic. Per comprendere Titanic appieno bisogna tuffarsi nello spirito di un certo cinema degli anni novanta, che agli anni novanta non è riuscito a sopravvivere molto bene. In quegli anni erano in voga termini come blockbuster e disaster movie, tanto per dire. Si prendeva una catastrofe, ci si costruiva attorno una storia umana, si girava il film e si incassava milioni di dollari. È facile ricordare sforzi produttivi mastodontici come Independence Day e magari rispararselo in ottica nostalgico-trash, ma quanti di noi hanno mai sentito l’impulso di rivedere film come Twister o Dante’s Peak o Deep Impact? In quegli anni erano opere che davano da mangiare a tanta gente. Titanic, naturalmente, è un disaster movie. Ed è sicuramente pensato e realizzato come un blockbuster, un film che incassi tanti soldi al botteghino. Ma quanti soldi rispetto a quelli che vengono spesi? L’annosa questione. Titanic è la storia dell’ossessione di un uomo per il cinema, un’ossessione che ha spesso i toni di un certo autolesionismo. 35 anni dopo Terminator possiamo dire che James Cameron ha ottenuto più soldi e più indulgenza di chiunque altro per realizzare i suoi film, e ha usato quei soldi e quell’indulgenza per portare tutto, sempre, oltre il limite. Il suo cinema è segnato dal costante bisogno di spingersi più avanti del proprio tempo, cercare di filmare quello che non era ancora stato filmato. Dare agli spettatori un cinema che tecnicamente non è mai esistito, come effetto collaterale della sua ossessione. Se siete d’accordo con questa premessa, sarete d’accordo anche sul fatto che Titanic è un film profondamente cameroniano. Basta scorrere a grandi linee la storia produttiva del film -che è la storia di un’ossessione, né più né meno. Non vi annoio coi particolari: mesi e mesi di ricerche certosine prima di iniziare a scrivere il film, la costruzione dei modelli in scala, la tecnologia, gli attori che rischiano la vita, l’atteggiamento tirannico di Cameron sul set, gli infiniti bracci di ferro con la produzione, l’ossessiva attenzione per ogni minuscolo dettaglio.
A posteriori, e forse anche in contemporanea, il successo di Titanic viene dato per scontato. Il film è pronto ad uscire nel dicembre del ’97, mesi e mesi oltre la deadline. Le prime settimane al cinema non sono così incoraggianti, a dire il vero; la sua fortuna sarà legata soprattutto al passaparola, ai commenti entusiasti di chi esce dal cinema. La corsa del film nelle sale si allunga, inizia a macinare numeri da record; la Di Caprio mania esplode verso la fine di gennaio. Al telegiornale, anche in Italia, iniziano ad uscire storie di ragazzine che hanno visto il film in sala una trentina di volte. Roba d’altri tempi. Nel giro di qualche settimana ci si rende conto che si è davanti a un fenomeno sociale, più che ad un film, e diventa quasi impossibile dare un giudizio critico sensato. Questo, naturalmente, può essere un problema relativo: Titanic è anche e soprattutto un successo di pubblico sterminato, e un film che volenti o nolenti è diventato fondamentale per la storia del cinema. Oltre a questo, il regista di Titanic è riuscito a massimizzare il profitto artistico, critico ed economico del film nell’unico modo che può aver senso per un regista e per i suoi fan: è stato il successo sterminato di Titanic a mettere James Cameron nelle condizioni di poter realizzare il film della sua vita. Eppure a parlarne c’è ancora una certa ritrosia, qualcosa che non torna, qualche lato oscuro nella vicenda di cui non si parla volentieri.
Ci provo un sacco di volte a convincere Matteo, ma non è aria. Dai cinema arrivano voci di sale intasate, ragazzette urlanti, file interminabili per accaparrarsi un biglietto in posizioni disumane: roba che non ha a che fare col cinema, nella nostra testa. Lui si mette in testa questa cosa di boicottare Titanic, c’è troppo hype, roba così. Per un po’ ci provo, ma poi desisto. A Gambettola però c’è un cinema, che si chiama Metropol/Caracol (ne ho già parlato), e fa le seconde visioni: la domenica sera ci vado sempre con i miei amici del paesello, alla prima proiezione: a volte Matteo si aggrega, a volte no. Titanic sta andando così bene che il giro delle seconde visioni inizia quando il film è ancora nelle sale di prima visione. Coi ragazzi però c’è un patto e ci accordiamo per andare a vedere il film al Metropol/Caracol la domenica, ci presentiamo –come al solito- al baretto 20 minuti prima dell’inizio del film -ore 21, proiezione unica. Partiamo per Gambettola e all’ingresso ci troviamo davanti uno stuolo di gente incazzata: sono finiti i biglietti. Ci riproviamo un paio di sere dopo, forse il martedì, o una serata ugualmente anonima, arrivando trenta minuti prima dell’inizio: cento metri di coda, nessuna speranza di entrare. Mai visti così tanti esseri umani a Gambettola a parte per il carnevale. La voce inizia a spargersi: se vuoi sperare di vedere Titanic al Metropol tocca essere lì alle otto, quando il cinema apre per proiettare il film in programmazione nell’altra sala. Prendi un biglietto, entri in sala, ti fai un’ora seduto a cazzeggiare in attesa che il film cominci. Le cose vanno avanti così per tre o quattro settimane, la situazione al cinema è talmente caotica che anche prendere biglietti per l’altro film in programmazione è quasi impossibile. Il film nel frattempo è uscito dalle sale di prima visione, e Gambettola è l’unico posto nei dintorni in cui lo si possa ancora vedere. I ragazzi si organizzano a sorpresa una sera in cui non riesco ad andare, riescono a prendere i biglietti e si vedono il film. Beati loro. Passa forse un altro mese, ho ormai perso le speranze ma decido di tornare alla carica: imbarco un vicino di casa, ci presentiamo al cinema un’ora prima e prendiamo un biglietto. A quel punto, all’improvviso, anche Titanic ha smesso di fare il pienone; siamo io e lui nel cinema vuoto a pigliare i biglietti per un film che inizierà tra un’ora. Entriamo ed aspettiamo, con pazienza, nella sala vuota. Alla fine arriva qualche altro povero cristo.
Ho rivisto Titanic una ventina di volte e ogni volta ci trovo cose nuove dentro. L’ho rivisto ieri sera per scrivere il pezzo: la cosa che più mi ha sorpreso è la tensione ingestibile che continuo a provare da quando le vedette avvistano l’iceberg a quando la nave lo colpisce. Dal punto di vista cinematografico forse è la sequenza più forte del film, coinvolgimento emotivo alle stelle, incapacità razionale e tutto il resto. Voglio dire, se ti fermi un attimo ti rendi conto di sapere che la barca colpirà l’iceberg, giusto? Ok. Il resto del film non mi va di commentarlo, non ha molto senso mettersi qui a fare la recensione. Mi infastidisce un certo tipo di atteggiamento delle persone che lo vedono. Mi infastidiscono i fanatici di action che non sopportano la presenza di una storia d’amore così centrale nell’economia del film e così classica nei toni (i fanatici dell’action e i fanatici della commedia romantica dovrebbero avere un briciolo di solidarietà reciproca). Mi infastidiscono quelli che lo considerano “un’americanata”, considerato tra l’altro che è il film meno “americano” di Cameron (uno che tra l’altro, a dispetto della nomea di reazionario, con la bandiera del suo paese ci si è sempre pulito il culo). Mi infastidisce che Leonardo Di Caprio abbia costruito un impero e che Kate Winslet sia considerata (ehm) solo una grande attrice. Mi infastidisce che un sacco di gente col sale in zucca si senta in dovere di fare dei distinguo: sì è buono ma tutto sommato non così grande, sì è buono ma vuoi mettere Terminator, sì è buono ma la storia di Avatar è copiata da Pocahontas. L’ultima ora di Titanic, nel frattempo, è ancora una lezione di cinema che fa paura.
Tra The Terminator e Titanic passano tredici anni, in cui Cameron realizza cinque film (tutti bellissimi). Da Titanic a oggi sono passati più di vent’anni, e Cameron in tutto questo tempo ha diretto soltanto un film. Credo che sia, senza tema di smentite, il film che è nato per realizzare. Ha senso che probabilmente sia l’ultimo che dirigerà mai, anche se pare siano in via di realizzazione quattro seguiti. I fan di Guerre Stellari sanno che i progetti così mastodontici sono più belli sulla carta che sullo schermo. L’intrattabilità cronica e l’incapacità di scendere a compromessi di Cameron sembrano essere stati un pochetto addomesticati, così riusciamo a vederlo più-o-meno-coinvolto nella realizzazione degli ultimi Terminator e in una serie di altri progetti su cui ama mettere un po’ il becco. Dall’8 al 10 ottobre Titanic verrà riproiettato nelle sale italiane, una sorta di 20th anniversary edition di cui non so molto. Il mio primo impulso è di chiamare Matteo e chiedergli di andare a vederlo, ma ormai s’è trasferito all’estero -e poi la stagione è passata. Non so se abbia mai visto Titanic, a dire il vero non voglio nemmeno saperlo. Però, fossi in voi, una ripassatina gliela darei: vent’anni sono abbastanza per liberarsi delle puttanate e accettarlo per il film grandioso che è. Magari lasciarsi stupire da certi particolari succulenti a cui non si era fatto caso. Esempio banale: ieri sera facevo scorrere i titoli di coda e mi sono accorto di una cosa che non avevo mai notato.
Oh, Jim Muro! Lo ricordavo proprio qualche giorno fa in calce al pezzo su Strange Days! Un mito.
Bellissimo pezzo, questo, Titanic è un film gigantesco.
Che grandi che ricordate anche i tecnici che fanno i film: non sapevo di Muro, sono andato a vedermi la sua carriera, e porca miseria, ha fatto un macello di film spettacolari! https://www.imdb.com/name/nm0614013/?ref_=fn_nm_nm_16
Mi chiedo quanto la grandezza di un film possa dipendere da queste persone più che dagli autori…
Beh… Non è che conosco tanti tecnici eh… Ma Jim Muro è davvero un grande. Per dire, le scene in soggettiva in SD -ante gopro- sono ancora oggi incredibilmente attuali
Ehmm… Jim Muro è anche il regista di uno dei più disturbanti horror che abbia mai visto, Street trash (Horror in Bowery Street da noi), per me un mito!
Pezzo stellare!!! Al di là di tutti i se e i ma, da quando l’iceberg impatta con la nave non riesco a staccarmi dallo schermo…bisogna vedere fino alla fine….. anche se sai già come finirà e questo solo x la bravura di Cameron!! E un film che invecchia benissimo e non so se Avatar avrà la stessa fortuna!!
Avevo 8 anni quando TItanic uscì in sala, ma i miei non sono molto tipi da cinema. Arrivò comunque il vhs qualche mese dopo, e sebbene all’epoca tra la sala e il vhs passavano diversi mesi, ricordo distintamente che la gente ancora parlava di questo film come se fosse uscito da una settimana. Per “la gente” intendo i miei compagni di scuola, che tra una carta dei pokemon e un traffico di dischi playstation spacciati da uno il cui padre “ha il masterizzatore”, discorrevano appunto di quanto fosse fico questo titanic. Perlomeno da quando inizia ad affondare la barca in poi. Quindi mi ricordo con grande precisione la sera in cui finalmente piazzammo nel videoregistratore questa cassetta, e partì questo film incredibile. Incredibile prima di tutto perché il me di otto anni era settato sui 70 minuti di un film disney, e questo ne durava più del doppio, eppure ero incollato al televisore. Secondo perché sembrava tutto così vero, quest’acqua che entrava da tutte le parti, questi poveracci barcollanti che scappavano da una parte all’altra, il capitano che aspetta di morire, e chi l’aveva mai visto un film così. È rimasto scolpito nella mia memoria, uno dei punti fermi della mia infanzia cinematografica.
L’ho poi rivisto un paio di volte, ma senza reale bisogno perché, come detto, fu una specie di trauma e lo ricordavo perfettamente. Quasi quasi lo sfizio di vedermelo in sala me lo tolgo.
Il grande lebowski lo vedrei anche 4 volte di fila
Sia lode a Te
Il mio caro amico simone detto l invisibile una volta lo ha visto 6 volte di fila e dopo aveva la febbre.
Gran pezzo.
L’ho visto una volta e mi e’ piaciuto. Non sono un fan e non credo lo rivedro’, ma e’ uno di quei mega-filmoni che ti avvolgevano, pieni di spazi e storia, di cui oggi si sente parecchio la mancanza. Roba come come “Balla coi lupi”, senza andare indietro agli ultra-classiconi di Lean o della Hollywood classica.
Una cosa che mi ha sempre fatto ridere dei detrattori (che in genere non l’hanno visto) e’ quello di bollarlo come un film “romantico”, quando praticamente per un’ora e mezza si assiste a un’interminabile massacro di gente, con scene politicamente pesantissime (da anni sostengo una vaga parentela con i “Cancelli del cielo” di Cimino) e sequenze nerissime e crudeli (la Winslet che incrocia lo sguardo con la ragazza appesa alla balustra, si gira, si rivolta e la poveretta non c’e’ piu’).
Il bello è che le scene politicamente pesanti sono accadute davvero, prova a scorrere le statistiche dei sopravvissuti della prima e della terza classe.
Niente di simile ai cancelli bloccati.
Le percentuali sono così sbilanciare perché la terza classe ha dovuto farsi 4 o 5 ponti prima di raggiungere le scialuppe e per quell’ora erano già piene o già lanciate.
Per dire, anche i maschi adulti di prima classe sono stati decimati.
Titanic è una dichiarazione d’amore per quella cosa stupenda che è il cinema.
E comunque che tempi, pure in classe da me c’era una che lo andò a vedere tipo 30 volte. Oh ma com’è ‘sta nostalgia da anni ’90 che sta prendendo il sopravvento sui 400 Calci negli ultimi giorni! Anche se come ho scritto giorni fa, per me il film che racchiude il senso degli anni ’90 resta Scream
Non sono un fan del film, lo avrò visto un paio di volte (non reggo la scena del capitano che affonda con la sua nave, mi ammazza ogni volta), ma, Dio Santo, è tecnicamente la roba più clamorosa che abbia mai visto. A un certo punto ero certo che Cameron avesse realmente fatto affondare un translantico pieno di gente per il gusto di filmarlo.
Quella scena è atroce, tutto quel verde acqua e Smith che si aggrappa al timone mentre i vetri vanno in pezzi.
A me piace perché non si è mai saputo davvero quale sia stata la sorte di Smith, le testimonianze divergono parecchio. Quella scena è immaginata da Cameron e rende giustizia al capitano – capitano che (fun fact) era all’ultimo viaggio dopo una vita intera passata a navigare per la White Star e aveva già comandato l’Olympic fin dalla sua inaugurazione. Morto l’ultimo giorno prima della pensione, come un personaggio di un action.
LOL della mia unica visione del film ricordo solo due cose:
– Il nome di Jim Muro all’inizio dei credits tecnici
– La ragazzina in lacrime che (giustamente) mi zittí mentre io ridevo su Di Caprio che tirava le cuoia
Lo vidi subito, appena uscì, prima della Di Caprio mania. E il motivo è semplice: era il nuovo film di James Cameron. È ancora oggi uno dei più poderosi esempi di cinema popolare, con una seconda metà che vedi l’iceberg, allacci la cintura e via, nuovo giro, nuova corsa. La storia d’amore non sarà particolarmente ispirata, ma è perfetta per lo scopo: scene semplici, a tinte forti (la lezione di sputi, il ritratto, la festa in terza classe), che rivelano una comprensione profonda dei meccanismi del racconto -appunto- popolare e del feuilleton. Anche uno scafato si arma di un minimo di pazienza e naviga attraverso la storia d’amore (che ha la durata di un film intero) senza sentirne il peso, e anzi con una certa ammirazione per l’abilità del cuoco. Poi da lontano arriva l’iceberg, e non ce n’è più per nessuno.
Che ricordi…lo vidi al cinema, ed era così pieno che ci sedemmo non sulle poltroncine ma sugli scalini centrali.
Poi nei giorni successivi, in treno, sentivo donne e ragazze che parlavano sbrodolanti di dicaprio (ne parlavano con dei toni e con dei modi che provavo ribrezzo) e io in quanto maschio alpha non capivo come cazzo potevano sbavare per un seghino simile…e presi a odiare anche il film :D
il montaggio analogico: https://www.youtube.com/watch?v=sZ6wv9Zxdl0
Chissà quale profondo giudizio estetico avrai maturato in tutti questi anni…
a me sta sul cazzo perchè dopo sto film jimbo nostro è uscito fuori di testa, il re del mondo di sto cazzo, e non è stato più lo stesso…
per il resto un colossal fatto come si vede, anche bello da quando la nave comincia ad affondare in poi…
Conquoto su Cameron, stessa cosa che ho scritto anch’io svariati post più in giù
Peró Cameron é canadese…
Stavo pensando la stessa cosa :D
Ero uno stronzo fatto e finito, ero come Matteo.
Le circostanze non mi hanno aiutato: Titanic è uscito quando avevo 16 anni, ero in pieno liceo, e il mio cervello non è riuscito a gestire la frenesia di massa (soprattutto femminile) e mi sono sempre rifiutato di vedere il film (un mio compagno di liceo lo ha visto veramente 8 volte al cinema).
Che fossi uno stronzo, l’ho già detto, ma non voglio esserlo più!
Da quella minchia di mare che ero a 16 anni ad oggi ho imparato qualcosa sul cinema (anche/soprattutto grazie ai 400 calci) e sono pronto alla redenzione: approfitterò dell’anniversario per vedere finalmente il film al cinema!
Ammetto che lo vidi solo al passaggio TV in quanto ero stato vittima della diffidenza creata dalla Di Caprio-mania, ma alla prima visione lo considerai subito un filmone.
L’avrò rivisto almeno altre 5 volte e se passa in mezzo allo zapping mi fermo sempre.
Io lo vidi al cinema come tutti, cioè per accompagnare una che mi volevo bombare (e che ovviamente non me la diede mai, ma questa è un’altra storia). Ne uscii chiedendomi come fosse possibile che piacesse cosi tanto, disgustato dalla sceneggiatura. Col tempo maturai e capii quale immane lezione di cinema (nel senso tecnico del termine) fosse. E’ stato, come dice giustamente Wim Diesel, il film della svolta per Cameron, preparatorio per Avatar. Quello nel quale ha capito, nell’ordine:
1) Che principalmente a lui interessa realizzare determinate immagini, determinate scene, mostrare determinate cose. Stuprare gli occhi dello spettatore
2) Che per farlo ha bisogno di uno strafottio di soldi
3) Che questi soldi glieli fanno avere solo se hanno la SICUREZZA che poi il film incasserà due-tre strafottii di soldi
4) Che per avere tale sicurezza la storia dev’essere a colpo sicuro. Banale, semplice, ultracollaudata. Che piaccia a tutti, o quanto meno a molti.E per essere sicuri di ciò meglio copiarla pari pari da un prodotto che sappiamo già aver avuto successo (Avatar non è Pocahontas, è Balla coi Lupi. E’ identico ai limiti del plagio)
Da che si deduce che per mettere in scena quel che vuol mettere in scena, a Cameron fottesega della sceneggiatura. Che va anche bene, basta saperlo. Quando ho visto la prima volta Titanic non lo sapevo. Quando l’ho rivisto (e quando ho visto Avatar) si.
D’accordo con tutto, ma a me Avatar continua a far cacare.
Per certi versi pure a me. Però, dopo quasi dieci dall’uscita (che in termini tecnologici sono un’era geologica) per certe cose ancora non si batte
La sceneggiatura deve essere semplice, i personaggi devono essere banali al limite dello stereotipo, se devi reggere quell’impianto visivo lì. Il cuore del film è la messa in scena, più della sceneggiatura. Vale per Titanic, vale ancora di più per Avatar che di fatto è concepito come una lunga tech demo e fa il suo lavoro egregiamente.
Altrimenti sei Nolan, finisci per rovinare con la sceneggiatura dei film girati alla grande.
Modererei i termini riguardo la ditta Nolan&Nolan, almeno nei casi di The Prestige, Inception e Dunkirk direi che la sceneggiatura non ha rovinato proprio niente.
Su The Prestige quotone, il miglior Nolans a mani basse. Su Inception… meeh, ero uscito dal cinema fomentatissimo convinto di aver visto il capolavoro del decennio, poi alle visioni successive, esaurita la botta, ti rendi conto di qualche soluzione un po’ forzata, qualche cosa che poteva essere esposta meglio… sempre un gran bel film ma ad ogni visione perde qualcosa. Dunkirk l’ho trovato proprio molesto, tanto bello visivamente quanto retorico, con personaggi che aprono bocca solo per dire frasi a effetto sulla patria e quel finale poetico per il personaggio di Hardy.
Siamo pesantemente OT comunque. Era solo per rimarcare che certi film dall’impianto visivo ingombrante, a parere mio, funzionano meglio quando la sceneggiatura è semplice, se non proprio basilare.
Memento
Beh, Dunkirk la sceneggiatura praticamente non ce l’ha, direi che è proprio cinema assoluto allo stato puro, l’esempio è calzante….
E’ una delle poche certezze che ho: basta scrivere “Nolan” sui 400calci e via che si parte. Fantastico.
Bellissimo pezzo. Mi stupì allora come fossi entrato in sala (cito: “per accompagnare una che mi volevo bombare (e che ovviamente non me la diede mai, ma questa è un’altra storia)”) per vedere un film sul naufragio, e a metà film ero nella storia e del naufragio m’ero dimenticato. Poi cominciò il film. La sensazione a tanti anni di distanza che ho conservato è di avere visto, uno dopo l’altro, sullo schermo, dei dipinti.
Certo. Ma era per dire che se certi film, visivamente di grande impatto, hanno anche la sceneggiatura, male non gli fa. Ad esempio anche per me la visione di Titanic inizia quando arriva l’iceberg, ma a differenza di quel che è avvenuto a marco ciò che succede prima non mi ha mai preso, è noia totale.
@AnnaMagnanima: certo, Memento. Non l’ho citato solo perchè, anche e soprattutto per differenza di mezzi, visivamente è meno importante degli altri film sopradetti. Dunkirk è un capolavoro da storia assoluta del cinema.
comunque dal punto di vista del principio non credo che si possa stabilire ex-ante se un film grosso debba avere una sceneggiatura semplice o complicatissima. Poi in realtà lo script di Titanic è piuttosto complesso, a quanto pare -non sono un cultore del disastro ma mi dicono essere molto rispettoso della timeline etc etc -poi è verissimo che ci sono delle forzature per cause di forza maggiore, tipo una vecchia di 100 anni che sale sulla balaustra a piedi nudi nella notte, o boh. e i personaggi sono stereotipati, e certe scene/battute in un altro contesto sarebbero imperdonabili, ma è una questione che ha a che fare con la dimensione onirica del film
(il fatto di aver visto titanic in un periodo in cui ero ancora fortemente cinefilo mi ha imposto di elaborare tutta una teoria di cinemasogno che riguarda il film)
però in generale non credo che i filmoni di regia siano sistematicamente rovinati da sceneggiature troppo complesse o troppo semplici. a parte, ovviamente, i casi in cui lo sono.
@GGJJ sul fatto che dietro memento ci sono meno soldi spesi hai ragione: la loro assenza si percepisce. ma sul fatto del visivamente non condivido la tua analisi. Senza memento e i suoi piani temporali che si alternano visivamente col colore e il bianco e nero e con un gioco di montaggio bellissimo non avremmo avuto nè i pipponi di inception nè le tre linee temporali di dunkirk che tra le altre cose, per quanto siano bellissime da vedere sullo schermo, vengono coloossalmente meno senza gli spiegoni di cui necessitano entrambi i film. L’ unico film che ti trasmette visivamente il concetto delle linee temporali è proprio memento, nonostante sia il film di nolan al quale non possiamo associare la parola gigantesco.
@AnnaMagnanima: hai ragione da vendere, ma la forza delle immagini di Memento non è dello stesso tipo di quella delle immagini di Dunkirk o Inception, che sono più “paragonabili” a Titanic. Purtroppo non ho gli strumenti culturali per spiegare bene quello che intendo, quindi ipersemplificando ti dico che alla fine un film grosso (o come dici tu “gigantesco”) lo puoi solo paragonare ad altri film grossi per avere un confronto sensato, ovviamente IMHO
@Wim(con o senza log): di nuovo ipersemplificando (scusatemi, ho fatto le scuole basse), un film grosso può avere o non avere una sceneggiatura di livello, ma ovviamente se ce l’ha e riesce a sostenerla, a renderla, nonostante e insieme alla messa in scena è meglio. Poi magari riguardo la verosimiglianza storica lo script di Titanic sarà indubbiamente fatto benissimo, non discuto (ma sinceramente nemmeno me ne frega granchè) ma questo riguarda lo sfondo. Non solo per quel che riguarda lo spessore dei personaggi ma anche per quel riguarda la vera e propria trama la sceneggiatura è di una banalità assoluta. Però non sei il primo a parlarmi della teoria del sogno, sai?
@GGJJ capisco cosa dici. ti riferisci a quella proprietà che ho definito come “gigante” ;) hai ragione anche tu.
in ogni caso, non farti la fisima della scuola: sono anche io una fasulla! il mio titolo di studio non ha niente a che vedere con il cinema, quindi, siamo pari. ed è giusto così. condividiamo una passione.
Magnanima di nome e di fatto! :D
@AnnaMagnanima: prima di Memento Nolan stava già armeggiando con la struttura temporale non lineare già in Following.
E tutto in bianco e nero.
Lo consiglio, a me piacque.
grazie, @Carter. lo guarderò.
All’epoca facevo le elementari, e ricordo la Di Caprio-Mania come una cosa disarmante, totalitaria: all’improvviso TUTTE le creature femminili che conoscessi erano ottenebrate da sto bel faccino, e sto bel faccino te lo trovavi OVUNQUE. Col tempo poi ho imparato a riconoscere la bravura di Leo nostro come attore, ma il film ancora non l’ho mai visto per intero. Credo sia effettivamente giunta l’ora
Pezzo bellissimo, io all’epoca avevo dieci anni e non andai a vederlo al cinema ma la frenesia del pubblico per cui sembrava non bastare mai la ricordo.
Comunque finii per interessarmene perché divenne sul serio una cosa sociale, dalle raccolte di fumetti Disney a tema mare alla ristampa di libri e documentari vari sull’argomento. Divenne (posso ammetterlo) anche una mia piccola mania, abbastanza da conoscere tutta la storia di Morgan Robertson, di comprare i libri di Ballard sul ritrovamento del relitto (il primo o secondo libro in inglese mai preso in vita mia) di leggere Walter Lord, di spulciare Cussler e potrei andare avanti ancora a lungo. Uno dei miei sogni è andare in batiscafo a vedere… il Britannic (non potrei mai scendere in fondo all’Atlantico, troppa fifa)
Se vi capita guardate Ghosts or the Abyss, il documentario, sempre di Cameron, sul Titanic. Ricordo la scena del recupero di Elwood con trepidazione.
Wim <3
Grandissimo pezzo Wim. Titanic lo vidi al cinema quando uscì, ancora ragazzino, mi piacque ma non potevo capire i 13 oscar. Recenemente, 3/4 anni fa l’ho volute rivedere e ho seguitato a vederlo qualche volta di fila, con la mascella al pavimento per tanta perfezione, per così tanto cinema.
Io c’ero partito che non lo avrei visto mai, anche a me l’hype da Tg4 pareva precludere la visione, ma di tutte le robacce che i miei amici “mainstream” mi hanno convinto a sorbirmi nei 90’s (cioè tipo che io al cinema ho visto Casper, per dire) Titanic mi sorprese in positivo. Non l’ho rivisto molte altre volte ma se passa in tivvì -almeno all’ultima parte- mi ci incollo.
Mi unisco agli amarcord: io invece me lo sparai prima dell’esplosione, al cinema – ormai cannibalizzato dal multisala – del mio paese con la motivazione che alla regia c’era Cameron. Ricordo una cosa inedita: alla prima inquadratura del faccione di Di Caprio una specie di urlo/hola di ragazzine in prima fila. Mai più assistito a una cosa del genere, ma magari perché son cresciuto io boh. Comunque il film all’epoca mi piacque molto prevedendo sarebbe diventato un classico, ma il montare dell’hype soprattutto per il plot romantico me lo fece rinnegare gradualmente e lasciare lì, nel cassetto dei ricordi. Mai più rivisto integralmente, solo spezzoni in cui la trama romantica mi è parsa più imbarazzante di quanto l’avessi percepita da bimbo, mentre l’ora finale mantiene tutta la sua carica di grande cinema.
Rimasi fuori perché il cinemino parrocchiale del mio paese era esaurito (unica volta a memoria d’uomo). Tornai a casa abbastanza irritato, ché già non è che avessi tutta ‘sta voglia di vedere un film da ragazzine. E niente, poi il film non l’ho mai visto.
Lo vidi il giorno dell’uscita gasatissimo perché era il nuovo film di Cameron; Di Caprio, per me, era ancora “Quello giovane e abbastanza bravo di Romeo + Giulietta e quell’altro film in cui c’ha problemi”, quindi non fui frenato dalla sua figura. Lo adorai e tornai a rivederlo in sala tre volte, senza pentirmi mai. Ora della quarta visione, però, Di Caprio era diventato insopportabile.
Resta meraviglioso pensare che sia esistito un momento in cui Di Caprio era un motivo per NON vedere un film, invece che il contrario.
E il mozzo zozzo?
é l’ora del clistere!
Non voglio incontrareeee!
Il coglione de Nettuno
Oh, diciamola tutta, se alla regia non ci fosse IL TIZIO CHE HA FATTO TERMINATOR questo film sarebbe visto per quello che, un’ora di ottimo disaster movie rovinato irrimediabilmente da due ore di fracassamento di coglioni iniziali (e qualche ulteriore minuto alla fine, perché non vorrai mica uscire dalla sala completamente soddisfatto dopo quel tripudio di effetti speciali).
E dire che i primi cinque minuti promettevano pure un grande film. Poi, purtroppo, va tutto in vacca.
Poi, vabbe’, non voglio neppure cominciare a parlare di come gli sia stato assegnato qualunque Oscar possibile ed immaginabile pur di fargli eguagliare quelli di Ben Hur. Ricordo perfettamente che quello fu il momento che mi convinse senza ombra di dubbio che gli Oscar non valgono un cazzo e sono solo dei titoli comprati dalle Major.
Comunque, se qualcuno mi indica il minuto esatto in cui inizia il film (e saltare le due ore di inutilità iniziali), potrei anche rivederlo, dopo venti anni. Ma buttare nel cesso altre due ore della mia vita per vedere il miglior documentario mai prodotto sugli ultimi momenti del Titanic anche no.
Che bello leggere la frase “non ha molto senso mettersi qui a fare la recensione” qui su questo sito ed essere d’accordo..
L’elica che schiaccia la gente… quella me la ricordo bene
E il fumaiolo idem, che te lo vedi arrivare addosso…
James Cameron – The Very best at what he does: https://www.youtube.com/watch?v=IwPYz9fSQZ4
Come non essere d’accordo?
E comunque cacchio, sarei stato curiosissimo di vedere realizzato il progetto dello Spider-Man di James (nell’epoca in cui non esisteva ancora l’Universo Marvel cinematografico e un autore poteva trattare liberamente i personaggi).
Anzi, sulla cosa ci starebbe pure bene un articolo come faceste per il Superman di Burton
L’ho scritto!
http://www.i400calci.com/2014/05/ricercati-ufficialmente-mai-nati-luomo-ragno-di-james-cameron/
Ma grande, e massimo rispetto per il Metropol Caracol di Gambettola!
Team “L’ho visto 3 volte al cinema e forse 4”. Anzi, a 17/18 anni che avevo quando uscì, la cosa bella era che potevi farti accompagnare al cinema dall’amica infoiata per Leo, dall’amico punkettaro scettico o persino dai genitori – nessuno ti diceva di no e nessuno ne usciva insoddisfatto.
Piccola postilla: io ero innamorato di Kate Winslet dai tempi di Creature del cielo, era il mio piccolo segreto indie che recitava quasi sempre nuda nei film che non guardava nessuno. Quando uscì questo, tremai: sarebbe diventata “mainstream” e “commerciale” e avrebbe fatto una pessima fine? Per fortuna fu DiCaprio a prendersi tutta l’ondata della MODA ADOLESCENZIALE, e se nei decenni a venire KW è diventata KW è stato solo per meriti suoi, direi quasi nonostante Titanic.
Basta, ho finito. Grazie autore di questo post per aver scritto questo post
La prima fidanzata è come fare l’Erasmus in Vietnam … applausi!
Beh, con la mia prima fidanzata andai a vederlo, poi la storia fini’ come il film, vale a dire male e gia’ lo si sapeva, e chissa’ perche’ del film non ne ho un gran ricordo …
Mi riconosco in molti commenti. Non lo vidi al cinema perché il me stesso 19enne lo schifava come la peste per l’effetto acchiappa-femmine. E un film da donne con Di Caprio protagonista non poteva piacervi, ovviamente. Figuriamoci quando si veniva a sapere che ragazze se lo sparavano in sala a ritmo di due/tre visioni alla settimana e ogni singola volta ne usciva deformate dalle lacrime.
In 20 anni sembra impossibile ma non sono mai riuscito a vederlo per intero in un unico shot. Sempre a spizzichi o metà oggi e metà dopodo-mai. Ma anche in piccole dosi, ora finalmente riesco a riconoscerne la grandiosità e l’importanza nonché la meravigliosa lezione di cinema che Cameron ci impartisce nella seconda parte.
Se riesco a ritagliarmi un buco è ora di vederlo per intero al cinema colmando la lacuna.
A prescindere dalle valutazioni sul film in se (a me non è mai piaciuto, ma riconosco la grandiosità dell’opera) ha un unico, ma enorme, difetto: ha fatto incassare così tanto a Cameron da permettergli di realizzare quella troiata fotonica inguardabile di Avatar
Mi accodo alla lista di chi all’epoca aveva 10 anni. La Titanic-mania mi ha preso in piena faccia: il mio gatto (che tra 1 mese compie 20 anni) si chiama Leonardo di Caprio! XD
Se solo avesse avuto un pò meno successo accidenti. Se invece che fare il miliardo e otto avesse fatto chesso ? 700 milioni ? Oggi forse avremmo molti più film di Cameron,che è uno dei miei tre registi preferiti in assoluto. Sei film dall’84 al 97,e non robetta,ma grossi blockbusters,a riprova che il tipo all’epoca, era veramente instancabile. E ieri mi fa Avatar dopo 12 anni,e oggi,a distanza di 9 anni ne sta dirigendo altri due,con tutta l’intenzione di girarne altri due se dovessero avere successo. No cioè,mi viene da piangere cazzo. Adoro Titanic,adoro i 6 film che ha fatto prima di Avatar ( Terminator 2 mio film preferito di sempre ),Avatar…,settimo nella mia graduatoria personale, Avatar cazzo…,vorrei avere la tecnologia di Inception,saltare su una Delorean,raggiungere le 88 miglia orarie e andare a fare visita a Cameron. Un idea,la singola idea di un essere umano può rincoglionire per ventanni,un idea può cambiare il corso artistico di un grande regista,ed’è per questo,che gliela vorrei cancellare, come di solito fa Rick col suo nipotino Morty. Un pò meno successo ed’invece di dedicarsi a documentari,a godersi la vita e a spendere soldi per creare la tecnologia per Avatar , forse avrebbe girato altri 3/4 film chissa ? Ti adoro Titanic li mortacci tua.
Mi mancavano le vostre storie personali sul sito. È sempre un gran bel leggere
visto coi genitori a 12 anni circa in uno di quei cinema di paese che tanto mancano…mio padre defunto dopo circa un’ora e qualcosa si risveglia sull’iceberg…io stupito da troppe cose …tette gente che vince biglietti a carte tette la povertà felice e la ricchezza infelice il coraggio l’arroganza e poi l’iceberg del cazzo che sfranta tutto…é un film che se passa é come il signore degli anelli o fuga da absolom (no scherzo) non puoi non fermarti a guardarlo…con avatar ha fatto il capolavoro ..ha fatto vincere un’oscar a quella boiata della sua ex così tutti felici e via
Bel pezzo davvero. Meglio di una recensione!
Preciso che comunque Independence Day è un filmone anche al di fuori della categoria “nostalgia/trash/disaster movie”.
E a proposito di robe anni novanta, anche Stargate del 94 sarebbe da ripescare, sempre nella categoria di (semi) blockbuster.
Concordo su Stargate: da recuperare e in più l’accoppiata Russell Spader!!!
..e poi in qualche modo finisci sulla pagina “The captain goes down with the ship” di wiki, paragrafo “Counter-examples”, terzultimo punto.
… Nic Cage!
I produttori di Titanic visto che Cameron rinunciò al compenso, per via dei grandi incassi come premio Jim prese 50 milioni di dollari ecco spiegato perchè ha fatto solo 8 film, non l’ho mai visto perchè all’epoca senti da uno ” e un film dove si canta e si balla per 4 ore” la Di Caprio mania poi fece il resto assieme alla canzone di Celine Dion, comunque alcune comparse sono realizzate al computer e sul set c’è stata gente che si è pisciata addosso nel set immerso in acqua per via del dittatoriale Cameron.
Capisco il punto di vista e sopratutto la necessità di riguardarlo con un occhio più distaccato e critico. Personalmente, tutto quello che penso sul film lo scrissi qui: http://cobraverderecensioni.blogspot.com/2014/12/titanic.html
Ottimo pezzo Cobra Verde e capiti bene perchè nel videogioco di Dark Soul sono in una fortezza proprio di uomini serpente, di Cameron nemmeno Terminator 2 mi ha entusiasmato.
Ottimo pezzo il cinema e sintesi ma molti registi selo dimenticano allungando troppo il brodo
Dark Souls… quanti ricordi….
Team “ho pianto pure io anche se sono un maschietto alpha”…
Mai sopportato il tono di sufficienza con cui i critici (spesso italiani) hanno sempre liquidato Titanic. Con un per nulla velato disprezzo per chiunque sia andato a vederlo.
Titanic era e resta un grandissimo film.
Il culmine di un modo di fare cinema che era iniziato per l’appunto con Indipendence Day.
Probabilmente, per il buon James, e’ Avatar il film che voleva realizzare da anni, visto che se ne parlava gia’ dai tempi di Titanic stesso.
Ma IL SUO FILM DELLA VITA, a mio parere, rimane QUESTO.
Perche’ Cameron ci ha messo in gioco tutto. E si e’ messo in gioco completamente.
Arrivando a rischiare la vita durante le riprese subacquee del relitto, e mettendoci i soldi di tasca propria quando stavano per sforare col budget.
Ha SPUTATO SANGUE, per realizzare la sua visione.
E’ un tecnico straordinario, un profeta del futuribile.
Ha corso dei rischi grandissimi, arrivando al punto di perdere tutta la sua credibilita’.
E stiamo parlando di uno che ha realizzato un filotto impressionante.
I due Terminator, Aliens, The Abyss, True Lies…ne avesse cannato uno, dico!!
Chi glielo faceva fare, di gettarsi in un’impresa simile?
Eppure lo ha fatto.
E la gente lo ha capito. Col risultato che persone che non andavano piu’ al cinema da decenni hanno mosso il culo per vedere L’IMPOSSIBILE su grande schermo.
Perche’ Titanic trasuda impegno da ogni fotogramma. E’ una bella lezione per molta gente di oggi (capito, Trank? E tu, Refn? E ci metto anche Spike Lee).
Devi SPUTARE SANGUE, quando realizzi qualcosa. Solo cosi’ raggiungi il pubblico. Altrimenti…lascia perdere.
Ha riportato la gente al cinema, e dici niente.
Una leggenda, punto.
Ho solo tre rimpianti.
1) E’ da una vita che doveva fare il film su Alita. CCForsei ha provato in tutte le salse, anche con la serie di Dark Angel.
Forse arrivera’ l’anno prossimo, ma lo dirige Rodriguez. Lui ha fatto solo la sceneggiatura. Peccato.
2) Considerando i tempi di attesa tra un film e’ l’altro, e l’eta’…tempo possa tirare le cuoia prima di vedere la sua prossima opera. Fara’ la fine di Kubrick con il suo A. I. Niente mi leva dalla testa che in mano sua sarebbe stato diverso. Molto diverso.
3) Avrei tanto voluto vedere IL SUO SPIDER – MAN.
Per me quello di Civil War gli deve tantissimo.
___”Forse arrivera’ l’anno prossimo, ma lo dirige Rodriguez”
Prepariamoci a un puttanata epica
___”Lui ha fatto solo la sceneggiatura”
…o forse no.
Purtroppo su Alita sono abbastanza d’accordo con Shu-Shà. Se lo avesse realizzato al posto di scrivere e produrre Dark Angel (quindi prima di Avatar) probabilmente avremmo avuto qualcosa di meraviglioso.
Pensare che per uno che ha realizzato Terminator e Aliens (e pure True lies, perchè no) venga considerato “film della vita” un Harmory costato 200 milioni di dollari mi fa venire una tristezza che la metà basta…
Vero, ragazzi.
Verissimo.
Purtroppo sono molto scettico anch’io.
E poi…quanti film potra’ ancora fare il buon James?
Ancora uno, se va grassa.
P.S: scusate gli errori di battitura.
Suca.
https://youtu.be/nW1hhuuHZTo
Preferisco la versione di acuto.
Capitano sul ponte “voglio i bastoncini. Quelli Findus”
Marinaio “stabbene”
capolavoro assoluto, il pezzo e il film.
Il pezzo è stupendo. Sul film resto tra i dubbiosi. Visto all’epoca al cinema a 12-13 anni con le amiche, loro per di caprio io no ma neanche per le amiche, e rivisto qualche anno dopo, mi ha sempre lasciato freddo. La storia d’amore impossibile e veramente prevedibile insieme alle storie sociali ricchi vs poveri me le ricordo abbastanza prevalenti e scontate nell ‘economia del film. In linea generale, poi, nei blockbuster mi piace tifare per qualcuno, i cattivi, i buoni, i comprimari… Qui tutto sommato resto solo spettatore
Beh potevi tifare iceberg (che alla fine vince, spoiler).
Senza offesa Win ma i tuoi inserti autobiografici non mi coinvolgono (infatti li ho saltati quasi a piè pari, prima che replichi “allora non leggerli”), ti scrivi addosso.
Comunque buon pezzo su un’americanata perché la sceneggiatura – oltre ad avere enormi differenze con quanto successo in realtà e incongruenze storiche che non stiamo ad elencare – è un po’ risibile ad esempio la nave sta affondando e quei due (Di Caprio e il bodyguard) giocano ad acchiapparella, la nave sta affondando, Di Caprio è nel vano merci enorme e non pensa a costruirsi un cacchio di salvagente che so con qualsiasi cosa, e si potrebbe continuare. Ah, poi si vede il blu-screen in un sacco di primi piani.
Beh non ti risponderei mai “e allora non leggerli”, però non riesco a non scriverli. Davvero spiacente. Sui buchi e sul”americanata”, scrivo nel pezzo.
Mai visto Titanic. :)
Leggendo la recensione ho riprovato le sensazioni che mi attraversavano quando, all’età di 12 anni, ho trascorso un’intera estate alla videoteca del mio paese, spendendo ore a parlare di cinema con la commessa. La commessa ha cambiato lavoro in autunno. La videoteca ha chiuso la primavera successiva.
PS: ieri sera ho riguardato Fuga da NY. Ho letto i titoli di coda finché non ho trovato il nome che cercavo: tra i direttori della fotografia della New World / Venice, la compagnia di effetti speciali cui si è appoggiato Carpenter, al primo posto capeggiava un tale Jim Cameron.
Farabegoli,ma non puoi scrivere anche di film come parlassi dei gruppi metal su bastonate!