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Flanagan ne imbrocca una: The Haunting of Hill House

Jean-Claude Van Gogh
di Jean-Claude Van Gogh | 14/12/201841

Ormai di Flanagan ho visto tutto, partendo da Absentia e finendo a Gerald’s Game. Ogni volta sempre lo stesso discorso: il ragazzo ha il manico, si vede. Lo tiene in mano prepotente, nella posizione giusta. Ci mette un po’, si fa coraggio, e poi non lo usa. Lo caccia via. Lo mette da parte, mentre alle sue spalle il vociare deluso dei suoi genitori gli ricorda che per loro sarà sempre una delusione.
Usando parole diverse, i film di Flanagan, quando non sono brutti, sono buoni, con qualcosina di azzeccato ma mai del tutto riusciti. Ed è sempre un po’ complicato capire di chi sia la colpa, perché è facile dire “è stato Netflix!” o “mannaggia alla Blumhouse!”, ma forse, semplicemente, al ragazzo non piace rischiare più di tanto. Certo, una cagata come Before I Wake è inspiegabile se poi il suo film più commerciale, Ouija, è anche il suo film più riuscito, ma evidentemente non è una questione di produzione, ma semplicemente di ispirazione, e ridendo e scherzando il ragazzo non s’è limitato all’horror ma ha anche esplorato il thriller il dramma. Insomma, s’è lentamente fatto le ossa, ha esplorato svariate possibilità, e poi è arrivata la possibilità di adattare The Haunting of Hill House per Netflix.

“Possibilità, sei tu?”

(disclaimer: il libro di Shirley Jackson non lo conosco, e dunque non ne parlerò)

Per una volta parliamo di una serie e non di un film, e il motivo è uno: per una volta Flanagan ha spaccato tutto. S’è preso il suo tempo, 10 puntate da un’ora circa, per raccontare una storia di fantasmi che in realtà è molto di più, ma è pur sempre una gran storia di fantasmi. Con una narrazione divisa su due piani temporali, lo spazio e il tempo vengono manipolati a piacere, in un’idea in cui il passato, il presente e il futuro diventano la stessa cosa, connessi senza soluzione di continuità, dove i passi che abbiamo fatto e che faremo sono i passi che stiamo facendo.
Flanagan gestisce i cinque protagonisti a meraviglia, passando dall’età adulta all’infanzia con agilità e creando, piano piano, situazioni registiche memorabili che vedono l’apice in una puntata costruita interamente su piani sequenza da panico. Siamo così abituati a vederne, ormai, che sembrano cosa scontata, ma avercene di registi in grado di tirarne fuori di pazzeschi che abbiano anche un senso nell’economia della storia.

Ma facciamo un applauso a Carla Gugino.

E nel frattempo i fantasmi spaccano. Alcuni fanno paura, alcuni fanno schifo, altri sono normali. Il punto più importante è che, alla fine, hanno senso, ed è bello vedere una storia di fantasmi che vada effettivamente da qualche parte, considerando che l’ultima che ne abbiamo visto una era con The Innkeepers (il fatto che siano passati 8 anni potrebbe aver inficiato il mio ricordo).
Si può storcere il naso, certo, alla luce del fatto che questo alla fin fine è un drammone corale su una famiglia che s’è trasferita nella villa sbagliata, è che i fantasmi siano solo un pretesto per parlare d’altro, dei problemi, della vita, e della morte, insomma. Ma tutte le storie di fantasmi alla fine parlano della morte, no? E se si parla della morte, si parla dei problemi della vita. Quindi le storie di fantasmi sono le storie sui problemi della vita per antonomasia, e Flanagan ne ha azzeccata una alla perfezione.

DVD-quote:

“OK Mike basta col cinema”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com

>> IMDb | Trailer

 

Jean-Claude Van Gogh
Autore del post: Jean-Claude Van Gogh
"James Cameron puppami la fava."
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tags: carla gugino mike flanagan netflix the haunting of hill house

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41 Commenti

  1. Maxnataeleale 14/12/2018 | 08:44

    Flanagan ha una gran classe come regista e montatore (anche se qua dirige solo).. Ti sei dimenticato di oculus che era molto bello secondo me. Comunque questa serie è veramente di gran qualità. Meglio ovviamente in lingua originale

    Rispondi
  2. GGJJ 14/12/2018 | 08:59

    Capisco sia la recensione (un pò troppo stringata però. No?) che la voglia di farla. Questa serie ha spaccato sul serio. Mi ha regalato sia momenti di paura che di tensione che di vera emozione come quando “finalmente”…
    [SPOILER]
    :
    :
    :
    :
    :
    Nell capisce chi è la donna dal collo spezzato

    Rispondi
  3. Carpenberg 14/12/2018 | 09:03

    Anche per me qua Flanagan ha vinto tutto, ci sono tutti i suoi trademarks (fantasmi, passato, piani temporali si incrociano, ossessione per occhi e bocca bocca, rapporti di famiglia) messi al posto giusto e soprattutto funzionali alla storia che racconta. La puntata dei piani sequenza insieme a quella prima su Nell sono tra le migliori cose mai viste in una serie tv, e mi hanno fatto impazzire anche tutti i fantasmi che si vedevano in giro così, a caso, che non c’entravano un cazzo ma esistevano.
    In pratica c’è Flanagan che fa Flanagan per 10 ore e io ne avrei volute almeno altre 10.

    (Che grande anno per l’horror, questo 2018)

    Rispondi
    • Brainiac 14/12/2018 | 12:15

      Il tuo invece è il nick del 2018. Mi piscio addosso.

    • GGJJ 14/12/2018 | 13:39

      La puntata dei piani sequenza è meravigliosa.

    • Carpenberg 14/12/2018 | 19:53

      Grazie Brainiac!

    • Brainiac 15/12/2018 | 10:19

      @Carpenberg, a parte Hereditary, che mi è piaciuto ma per cui non mi viene di gridare al miracolo, a che altro ti riferisci che abbia reso memorabile il 2018? E’ pura curiosità, non ho visto molti film quest’anno rispetto al passato e quello che ho visto non è stato memorabile, a parte Cell Block 99, che mi sa è 2017 e che comunque non è horror…

    • Carpenberg 15/12/2018 | 15:34

      Nella mia top questo, Hereditary e La casa bambole, poi penso anche a A quiet place, Puppet master e Revenge. Block 99 non ricordo se è di quest’anno ma, appunto, non sono convinto lo inserirei nel filone horror. Altri li ho in watch list… Comunque niente che faccia gridare al miracolo, hai ragione, però mi pare un bel po’ di roba e ricordo periodi di digiuno ben più lunghi.

    • Brainiac 15/12/2018 | 18:52

      Thanks. Ghostland è una bomba.

  4. Cicciput 14/12/2018 | 09:23

    Non ho ancora recuperato questa serie, anche se ce l’ho in lista, ma volevo spezzare una lancia a favore di Before I Wake (perché sulla copertina del mio blu-ray c’è scritto Somnia?): secondo me, una volta accettato che non è un horror, e chiudendo un occhio sulla cagna che interpreta la protagonista, ne resta un bel film. L’idea di fondo è ottima, c’è qualche sequenza interessante, la motivazione dell’esistenza del mostro – e la spiegazione sulle sue fattezze – è toccante e ben gestita. Chiaro che non parliamo di un capolavoro, ma secondo me i lati positivi sono ben più dei lati negativi. Certo è che, con un’attrice decente, ne avrebbe giovato molto, e forse un pelo più di spinta sul versante horror gli avrebbe dato più personalità. Ma le cacate, a mio parere, sono altre.

    Rispondi
  5. Past 14/12/2018 | 09:31

    oculus era bello però

    picco sesta puntata, ma poi pian piano si affloscia fino ad un epilogo che si intuiva un mese prima.

    Rispondi
    • Brainiac 14/12/2018 | 12:14

      A me è piaciuto tantissimo anche il Gioco di Geraldo.

  6. Livio Zena 14/12/2018 | 10:51

    Perchè voi dei 400 Calci non aprite una rubrica sulle serie TV? magari una/due volte al mese potete recensire quelle più interessanti o calciabili, oppure le cosiddette “Eccezioni Meritevoli”. Questa la devo ancora iniziare, mi avete dato comunque una bella imbeccata ;-)

    Rispondi
    • Zavits 14/12/2018 | 14:02

      Effettivamente…mettiamola ai voti, io dico sì!
      (anche perchè da Losti a oggi c’è così tanto materiale sia ottimo che passabile che pessimo a ottimo da smerdare che c’è spazio per un sito gemello de I 400 calci dedicato ad esse…)

      Comunque, veramente notevole The Haunting of Hill House!

    • L'ozio è il padre di Virzì 14/12/2018 | 15:35

      +1

      Ci sono serie che qua ci starebbero alla grandissima.

  7. avdf 14/12/2018 | 11:17

    bella.. divorata furiosamente in pochi giorni, anche se dopo aver maturato un crescendo di hype e scimmia mi hanno poi deluso le ultime 2 puntate.

    Rispondi
    • Brainiac 14/12/2018 | 12:12

      Può finire con Ezio Greggio che fa una comparsata vestito da Gullit ma per me già i primi 7 episodi hanno riempitogli occhi e il cuore per i prossimi due anni.

    • Brainiac 15/12/2018 | 10:23

      Vista la 8… effettivamente qualcosa sembra incrinarsi, c’è ad esempio (nepotismo?) un tronfio e bislacco monologo della moglie del regista (la psicologa) messo lì un po’ come riempitivo, innecessario nel momento in cui ci si avvicinava per il gran finale alla magione maledetta. Sempre una puntata di grande qualità, comunque.

  8. Brainiac 14/12/2018 | 12:08

    Mi ero assopito al cine con Oculus, si vedeva l’onestà e la passione nel trattare la materia, ma c’erano espedienti abusatissimi come gli occhi colorati che mi fecero incazzare. H Hill è un Capolavoro che per me si catapulta nella storia delle serie tv. La puntata della sala mortuariaria col temporale che impazza sembra uscita dai 40’s. Triste e spaventosa, con la camera che si muove come un felino, il margine dell’inquadratura che spaventa più di ciò che viene inquadrato. Che bomba, ne voglio un’edizione bluray. The Innkeepers la beccava giusta perchè muoveva le corde della crisi economica e dosava gli spaventi. Sì, me lo ricorda. Mi mancano due puntate ma me le sto dosando perchè questa è una storia che non vuoi finisca mai.

    Rispondi
    • GGJJ 14/12/2018 | 13:45

      Bellissima la puntata della camera mortuaria. Il fantasma che sta da una parte, terrificante, ma non lo nota nessuna perchè sono troppo occupati a litigare tra loro.

      Il finale è vero che è quello che sai già che sarà. Ma non è importante, non è quello che conta, è una serie in cui conta il viaggio non la destinazione. Anche (per fare un esempio di altra eccezione meritevole trattata anni fa qui) Breaking Bad finisce praticamente come si era capito da anni che sarebbe finita. Però chissene.

  9. L'ozio è il padre di Virzì 14/12/2018 | 15:39

    Sono in straritardo perché devo ancora finirla (sono inchiodato e non ho tempo per bermi gli ultimi due episodi!). Ma finora è tanta roba! Non dico che è la miglior serie del 2018 e non dico pure che è perfetta, ma è comunque tanta tanta roba. Scritta e recitata come Dio comanda. E mette pure la strizza! Che cazzo si può volere di più?

    Rispondi
  10. Jean Drew Goddard 14/12/2018 | 16:46

    Hill house finora la cosa migliore di Flanagan, salvo per un finale un po’ didascalico e indeciso (SPOILER : non si capisce, alla fine paradossalmente sembra che abbia ragione la Gugino e che se morivano tutti là finivano tutti felici e contenti come i Dudleys FINE SPOILER) In ogni caso ottimo anno per l’horror in tv, mi sembra giusto menzionare anche The Terror che nessuno si è filato ma è un capolavoro di tensione, angoscia e sviluppo dei personaggi

    Rispondi
    • GGJJ 18/12/2018 | 09:03

      Beh…
      :
      :
      :
      :
      [SPOILER]
      e’ l’happy end se ti va di passare l’eternità chiuso in quella casa, seppur con alcuni familiari. Infatti il padre non lo vorrebbe fare, si “sacrifica” perchè possano uscire gli altri figli.
      [/SPOILER]

  11. Kevin Guanciale 14/12/2018 | 17:00

    Absentia, un mostro ragno di una dimensione parallela che rapisce la gente del quartiere. Che mito sto Flanagan.
    Ciao a tutti, complimenti per il sito.

    Rispondi
  12. Cri 15/12/2018 | 07:40

    L’accoppiata Flanagan/Gugino mi piace assai.

    Rispondi
  13. Maxnataeleale 16/12/2018 | 20:44

    Ma quanto è bona la Cugino?

    Rispondi
    • GGJJ 17/12/2018 | 15:29

      Tanto. Il fatto è che a quasi 50 anni è ancora una vera fregna(TM), complimenti al DNA!!

  14. Bradlice Cooper 18/12/2018 | 21:59

    Vista tutta d’un fiato. Un capolavoro assoluto: oltre alla paura e all’orrore (non sopporto i jump scares) è riuscita persino a commuovermi con delle perle di tenerezza non indifferente, dosate su una sceneggiatura piena di finezze. L’ho amata tantissimo, dalla prima all’ultima puntata.

    Rispondi
  15. Lettore periodico 19/12/2018 | 21:04

    Mannaggia alla Blumhouse sarà la mia nuova variante alle bestemmie cristiane. Grazie.

    Rispondi
  16. Paolo Vintaggio 09/01/2019 | 12:31

    mi sono sciroppato solo 3 puntate in una notte e quello che ho visto mi è piaciuto moltissimo, sembra un lost dell’ orrore!

    Rispondi
  17. T. Sarafian 11/01/2019 | 10:25

    L’incubo vero è stato guardare la serie fino alla fine: l’hai definita noiosa e ridondante, ma sei stato troppo buono. Se Hill House comincia male, per subito risollevarsi e reggere fino a metà, negli episodi precedenti il pessimo finale sprofonda in un’infernale sequenza di esasperanti ripetizioni e lungaggini. Stephen King, senile o venduto, ha perso qualsiasi attendibilità dopo aver elogiato l’abominevole “The Dome”: temo sia oramai disposto a tutto pur di garantire una vita agiata anche ai trisnipoti.
    Sorretto da dialoghi brillanti anche quando artificiosi, Hill House vanta interpretazioni di livello. Gli attori, adulti e bambini, sono tutti bravissimi con la possibile eccezione di Henry Thomas (sul quale vige la sospensione di giudizio vista la rara faccia da cazzo). A tratti Finnegan sembra aver messo in scena un collage sperimentale di piece teatrali. L’esperimento, fosse durato meno, avrebbe vantato qualche pregio: travestito da horror proprio non funziona.

    Rispondi
    • T. Sarafian 11/01/2019 | 10:38

      Ooops! Ho scritto erroneamente “l’hai definita noiosa e ridondante, ma sei stato troppo buono”. Intendevo : “E’ stata definita noiosa e ridondante da certa critica troppo indulgente”. Il commento rispondeva originariamente a un utente di un altro sito e ho cannato il “copia e incolla”.

    • T. Sarafian 11/01/2019 | 10:39

      Lo stesso vale per il commento su Stephen King che ha definito Hill House: “Close to a work of genius”.

  18. Paolo Vintaggio 14/01/2019 | 00:56

    Quante cazzate in soli 3 commenti!

    Rispondi
    • T. Sarafian 15/01/2019 | 13:41

      Grazie. Apprezzo sempre un parere illuminato.

    • T, Sarafian 15/01/2019 | 13:44

      Ah, vedo che sei quello che ha paragonato Hill House a Lost.
      Di solito rispondo a tono, ma il tuo caso risveglia in me un (pur flebile) anelito d’umana pietà.

    • Paolo Vintaggio 16/01/2019 | 13:27

      correggo 5

    • RothinCoolness 16/01/2019 | 19:17

      Cos’e’ il 5? Il tuo quoziente d’intelligenza? Di solito su questo sito le divergenze si argomentano, non si sparano cazzate come in quarta elementare.

    • Mike 16/01/2019 | 19:48

      Be di solito prima di affermare che le argomentazioni di un altro sono cazzate si devono confutare e tu non hai confutato nulla o forse mi è sfuggito questo fatto. Per cui ti invito a sparare le tue di cazzate o sono già zippate nel tuo pseudonimo caro Paolo S/Vantaggio.

    • Mister Fagiolo 16/01/2019 | 20:38

      Non sono completamente d’accordo con T. Sarafian, ma almeno leggere il suo commento è una boccata d’aria fresca: qualcuno che non acclama Hill House allora esiste! Devo dire che a me non è dispiaciuto e, più in generale, apprezzo parecchio Flanagan, ma da qui a gridare al capolavoro ce ne passa. La sua opera migliore resta Oculus, non male anche il gioco di Gerald, invece qui con Hill House siamo vari gradini sotto: grandi attori (tutti, compreso il mitico Henry Thomas – e qui mi discosto parecchio dal giudizio del buon Sarafian – perfetto secondo me per fare un giovane Timothy Hutton, che è stato un gran piacere ritrovare in questa serie dopo anni che non lo rivedevo), alcune trovate veramente d’effetto (tutti i giochi col continuum temporale, su tutti il finale dell’episodio 5), ma dialoghi sopravvalutati, una generale lentezza che si poteva evitare qua e là, e soprattutto alcune trovate imbarazzanti e completamente no-sense (spendere minuti preziosi nel finale per tratteggiare i due custodi della casa è stato un suicidio: quella povera donna avrebbe appena perso la figlia, avvelenata dalla Gugino impazzita, e non fa nemmeno un plissè? Ceeerto). Inoltre, bella la puntata 6, sì, ma tendo a non apprezzare troppo tutta questa fanfara che si fa nei confronti dei virtuosismi registici: se la sceneggiatura di fondo non è davvero eccezionale, meglio risparmiarsi questi voli… e in questo caso la sceneggiatura è tutto fuorché eccezionale (poi certo, se il metro di paragone sono i dialoghi tra Ditocorto e Varys nel Trono di Spade, allora anche un mio soliloquio sulla tazza del cesso diventa roba da oscar). Chiudo spendendo due parole in risposta ai commenti di Paolo Vintaggio: la prossima volta magari dedica qualche minuto in più per riflettere su una risposta sensata da dare, se sei in disaccordo con qualcuno, senza fare scenate da fan boy undicenne. Perché al momento l’unica cosa che susciti a chi ti legge è la convinzione che Darwin avesse effettivamente ragione: discendiamo davvero dalle scimmie.

    • annadeimiracoli 23/02/2019 | 20:02

      La perfetta dimostrazione del perché Netflix ha milioni di abbonati, e del perché l’horror è in grado di rappresentare perfettamente l’amore, l’infanzia, il desiderio, il lutto e le conseguenze del dolore.

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