Ciao, amici. Come va? Sono Casanova Wong Kar-Wai, l’esperto de i400Calci di Graboidi. Ogni tot, a distanza di due anni circa, esce un nuovo capitolo della trama di Tremors e io son quello che se ne deve occupare. Se vi siete persi le puntate precedenti, qui trovate un esasustivo capitolo della nostra rubrica Mostrologia dedicata ai primi 4 capitoli, qui l’articolo sul quinto film Tremors: Bloodlines e qui pure quello sul sesto, Tremors: A Cold Day in Hell. Metti caso che non abbiate mai visto nessuno di questi film se non il primo, quello bello, quello con Kevin Bacon e Fred Ward, lasciate che vi spieghi come mai siamo qui, data astrale ottobre 2020, ancora a parlare di vermoni giganti. Dopo un timido tentativo di bissare il successo del primo con un secondo capitolo con il solo Fred Ward come protagonista, si è deciso di calare le braghe, puntare su Burt Gummer (Michael “Signor Keaton” Gross) come assoluto protagonista e abbracciare sereneamente, senza più nessuna remora, l’exploitation più pura. Gli ultimi capitoli di Tremors sono dei piccoli film, dei DTV girati quasi in famiglia, solitamente con qualche buona intenzione ma spesso affossati poi da mancanza di budget, fantasia e incapacità congenita del signor Don Michael Paul, sceneggiatore di Harley Davidson & Marlboro Man passato alla regia, che ha messo la firma sugli ultimi tre capitoli (e su altre robe che non sto qui ad elencarvi, tanto son sempre le stesse). Non fa tristemente eccezione quest’ultimo (davvero?) capitolo della saga che ingenuamente, devo ammettere, attendevo con qualche speranza.
La storia è questa: un imprenditore, interpretato da quel vecchio gigione di Richard Brake, organizza delle battute di caccia per miliardari sulla sua isola privata. Insieme alla sua seconda, la tostissima Anna (interpretata da Cassie Clare, amazzone nera a cui ho appena fatto un mixtape per dirle che la amo), questa volta ha ideato la caccia definitiva: ha clonato dei graboidi, li ha modificati geneticamente per renderli il più deadly possibili, per poi lasciarli liberi di scorrazzare in lungo e in largo sulla sua isoletta. Ha giocato a fare Dio, senza sapere che ovviamente ne avrebbe pagato il conto. Su di un’isola vicina ci sono i buonio del film: un gruppetto di simpatici vulcanologi che stanno lì a fare delle cose sul computer. La balotta degli scienziati è così composta: c’è Freddie (la pettoruta Flaca di Orange is the New Black, Jackie Cruz), il buffone di corte (Jon “Napoleon Dynamite” Heder) e Jas (Caroline Langrishe). Una volta accortasi che Brake ha importato dei Graboidi sull’isola di fianco, Jas non potrà fare altro che contattare il suo ex marito… Burt Gummer. Una volta sull’isola, Burt dovrà vedersela con il perfido Brake e ovviamente con i graboidi. Ma alla fine…
Gli Shriekers del titolo sono il secondo stato evolutivo dei graboidi. Una volta che il verome muore, produce tre Shrieker, delle galline cieche, carnivore e aggressivissime in grado di percepire il calore emesso dalla propria preda. La cosa è “interessante” perché dopo essere stati introdotti nel secondo film erano poi stati lentamente ma inesorabilmente abbandonati e non si erano quasi mai più visti. In questo caso penso si sia sceltro di puntare sugli Shriekers per carenza di digitale accettabile per creare dei graboidi degni di questo nome. A interpretare gli Shriekers sono stati chiamati infatti degli uomini che corrono per il set con delle tutine. Un po’ tipo lo struzzo di Aldo, Giovanni e Giacomo. Sì, c’è un po’ di rilaborazione in digitale per quanto riguarda il becco e le fauci dell’alieno, ma niente di più. Non che ci si lamenti, eh? Anzi, per una volta vengono presentati come realmente inquietanti e l’effetto devo dire, ottenuto con il famoso less is more, non è male. Peccato però sia l’unica intuizione di un film particolramente stanco. Gross non è particolarmente ispirato e sembra amnzi soffrire la gigioneria di Brake, manca totalmente un equilibrio tra la parte action/MOSTRI GROSSI e quella comica del film, le sequenze d’azione gridano vendetta. Sì, 2 minuti nelle grotte li possiamo pure salvare, ma al settimo film direi che è lecito se non necessario richiedere qualcosa in più.
Peccato perché nel bene o nel male la saga di Tremors ci aveva appassionato attraversando 30 anni di Storia del Cinema, andando avanti commettendo errori, sbracando, facendo casino ma sempre con una certa volontà anarchica e divertita. Qui non si va oltre a una battutina su Predator (richiamato dall’ambientazione junglesca e dalla visione degli Shrikers) e a un dito medio finale che vorrebbe essere liberatorio, ma che suona invece come l’impacciato scherzo di un bambino maleducato. Peccato, Burt. Meritavi di meglio.
DVD-quote:
“Dai però… un po’ di impegno, no?”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Lo devo ancora vedere, però la saga di Tremors, pur scendendo via via di budget e sfociando in DTV, ha sempre mantenuto una certa dignità.
Vuoi per un personaggio come Burt, comunque non è mai scaduta a livelli di “va che merda ‘sto film”
“le galline CECHE”, “l’ambientazione “junglesCHA”…
Casano’, mica va tanto bene questo stadio devolutivo,eh!?
hai ragione. grazie.
Pure a me la saga non era dispiaciuta fin qui. Gli si voleva bene! Tenendo conto che la quasi totalità dei film sono semi-poverate DTV, il risultato finale era onesto e sano divertimento con qualche idea brillante.
Mi spiace che questo sia inferiore ai già inferiori capitoli precedenti. E mi spiace che nessuno ci abbia visto del potenziale nei graboidi. Prendendo le buone idee sparse qua e là e aggiungendoci qualche dollaro extra di budget, forse la serie cancellata della Blumhouse con Bacon avrebbe potuto essere un buon prodotto. Peccato.
Jon Heder? Noo che fine ha fatto il buon Napoleon