Vi ricordate Mabrouk El Mechri? Io, a differenza del vecchio collega Wim Diesel, sì! È quello della nostra pietra miliare JCVD (qui trovate la migliore audiorecensione possibile e qui la migliore live su Twitch dedicata possibile), ma anche di The Cold Light of Day, che il crudele e misterioso Wim ha distrutto senza pietà. Ohibò, e ora dov’è finito Mabrouk? Forse la recensione di Wim gli ha piagato l’autostima, forse era troppo impegnato a dirigere serie tv di cui francamente non mi interessa molto – sta di fatto che Mabrouk è tornato, e che ritorno!, con un film difficilissimo e coraggioso. Che non vuol dire “riuscito al 1000%”, ma insomma, coi tempi che corrono è roba da leccarsi le dita.

Qui sta dicendo “Michelle Yeoh scansate”
Kung-fu Zohra è una commedia sulla violenza domestica. Segue la protagonista eponima che si innamora di un tizio simpatico e lo segue a Parigi per sposarlo; qui trova un lavoro umile ma sicuro, è felice, sorride, ma poco dopo il tizio simpatico comincia a non essere più tanto simpatico: Omar la controlla, la picchia; quando nasce la loro agognata bambina, si comporta da padre modello per avere un’alleata e per confondere la povera Zohra. Ma Zohra fa la conoscenza del solito anziano maestro di kung-fu e capisce che le ingiustizie che subisce da anni si possono risolvere in un modo solo: con le botte. E funziona! Ovviamente don’t try this at home: El Mechri non ha nessuna intenzione di fare un film realistico (altrimenti non sarebbe riuscito a renderlo una commedia), anzi alterna sequenze serie e verosimili ad elementi slapstick o da cartoon. Non sempre bilanciatissimi e non sempre indispensabili, ma l’importante risultato è che la piaga sociale della violenza domestica non ne esce affatto minimizzata o derisa; le complesse dinamiche familiari (Omar è un pessimo marito ma un buon padre) sono trattate con delicatezza e sensibilità; la resa dei conti di Zohra ha tutta la valenza catartica che ci si aspetta da un film drammatico e apre a un finale pieno di buonsenso e rettitudine, senza sdolcinature e grandi discorsoni.

Botte a domicilio vs. violenza domestica
Merito della regia e del suo equilibrismo fra i generi, operazione difficile ma riuscita. Anche JCVD era così. Merito anche dei due perfetti protagonisti, soprattutto Sabrina Ouazani, la cui risata risuona lungo tutto il film, punteggiandolo di una insopprimibile vitalità. Ciò che non funziona sono gli elementi di contorno: il personaggio di Binta, con tanto di voce fuori campo, è abbastanza inutile (credo che nei dialoghi del film non sia nemmeno nominata – forse è stata ridimensionata in sede di montaggio?). Il fatto che Zohra fin da giovane ami i film di menare non è un elemento narrativo poi così saliente, avrebbe comunque iniziato col kung-fu dopo aver incontrato il maestro. E poi, visto che ammira gli eroi di menare, perché non ha cominciato a difendersi prima? Ma forse la risposta a questa domanda non esiste, altrimenti non esisterebbero migliaia di donne picchiate ogni giorno.

Questa poteva fotografarla meglio, dai
Al netto di tutti i difetti che gli si possono trovare, Kung-fu Zohra si lascia guardare con curiosità e interesse; sembra che il disastro di The Cold Light of Day sia stato solo un errore passeggero. Forse perché non c’erano le botte.
Quote:
“Botte a domicilio vs. violenza domestica”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
Attendo fiducioso l’arrivo del film in un servizio di streaming.
A proposito di serie TV e donne di menare consiglio vivamente Operazione Speciale: Lioness. Taylor Sheridan e due protagoniste, Zoe Saldana e Laysla De Oliveira che sono la definizione stessa di donne alle quali non devi dare fastidio, non perchè sennò ti denunciano ma perchè sennò ti fanno saltare i denti a furia di calci in faccia.
Beh, perche’ guardare i film di Kung Fu non significa automaticamente impararlo, o esser capace di fare a botte.
Io adoro Rocky, ma in palestra a tirare di boxe ci sono andato lo stesso.
Soprattutto serve a rendersi conto che le botte vere non sono come quelle dei film.
E credetemi, parecchi ancora oggi non colgono la differenza.
Quanto hai ragione. Fa strano doverlo specificare su questo sito
Penso che Cicciolina intendesse chiedersi perché Zohra non ha iniziato a studiare autodifesa prima anche solo per passione, eh? Se ci pensate fa meno strano, su questo sito, rispetto a come avete inteso voi…
Ma no, ci mancherebbe.
La mia era solo una considerazione, sul fatto che essere appassionati di arti marziali non fa in automatico dei praticanti.
Se ho travisato me ne scuso.
Tornando al film, posso ipotizzare che la struttura sotto sotto sia la piu’ classica dei Karate Kid.
Protagonista le prende dal bullo, trova il maestro che lo trasforma in un super combattente e fa il mazzo al cattivo.
Sostanzialmente fa cosi’ perche’ e’ un passo obbligato, dal punto di vista del canovaccio.
No worries. Sì, strutturalmente parlando è praticamente Karate Kid – Violenza domestica.
uh! in spagnolo suona ancora peggio del premio jimy bobo! :D
Dal trailer non l’avrei cagato di striscio, la rece me l’ha venduto.