Bentrovati, cari fancalcisti. Oggi siamo qui per parlare di un argomento che ci sta molto a cuore, quello dell’impiego dell’intelligenza artificiale al cinema. Il film di cui andrò a parlarvi, il remake di Grano rosso sangue (o, per meglio dire, il nuovo adattamento del racconto di Stephen King da cui è tratto Grano rosso sangue), è il primo esempio di film non solamente scritto, ma addirittura diretto da un’intelligenza artificiale. Si tratta di un argomento scottante, ora che studios e sceneggiatori americani sono ai ferri corti per la ridefinizione del contratto collettivo di questi ultimi, preoccupati, appunto, che le intelligenze artificiali possano sostituirli nel futuro. Bene, anzi male per loro: quel futuro è già arrivato. L’intelligenza artificiale responsabile di aver scritto e diretto Children of the Corn è
[fruga tra i fogli stampati da IMDb.com, scruta il nome, li rassetta nervosamente]
No, niente, scusate, ho detto una cazzata. Avevo letto male: ad aver scritto e diretto Children of the Corn è stato Kurt Wimmer. Ve lo ricordate Kurt “The Wimmer” Wimmer? Mascella squadrata, look da parrucchiere delle star, sceneggiatore prezzolato della peggior specie. Kurt Wimmer ha avuto una sola intuizione nella sua vita, e ha passato il resto della carriera a rielaborare – male, aggiungerei – le intuizioni altrui. Ha scritto i remake di Total Recall e Point Break. Ha scritto Sfera, per dio. Nella battaglia tra gli studios e gli sceneggiatori per l’uso dell’IA, gli studios potrebbero usare Kurt Wimmer come esempio: sono sicuro che, là fuori, ci sia già un’intelligenza artificiale in grado di scrivere un film meglio di Kurt Wimmer.
Eppure, finora nemmeno Kurt Wimmer si era spinto così in basso. Grano rosso sangue è senza dubbio una delle cose più brutte che vedrete quest’anno. È facilmente una delle cose più brutte che abbia visto da svariati anni a questa parte. Setta un nuovo standard in termini di “film che fanno cagare e quindi li riversiamo direttamente sulle piattaforme” (in USA è andato su Shudder). D’ora in poi, quando vedrete un film Netflix e penserete “Voleva andare in sala ma non ce l’ha fatta”, pensate invece che è “un Children of the Corn che ce l’ha fatta”, nel senso che per lo meno non fa così tanto cagare, e la vostra giornata migliorerà.
Nel riportare al cinema il racconto di Stephen King I figli del grano (contenuto nella raccolta A volte ritornano), Wimmer ha fatto circa quello che hanno fatto Keith Thomas e Scott Teems con il nuovo Firestarter: ha virato tutto su una origin story. Anziché adattare il racconto, insomma, ha immaginato quello che deve essere avvenuto prima dell’inizio dello stesso, e del film del 1984. Vi rinfresco la memoria: in Grano rosso sangue, una coppia di passaggio (lei era Linda Hamilton nello stesso anno di Terminator, lui chi se lo incula) finisce per scontrarsi con una setta di ragazzini che hanno preso il controllo della cittadina di Gatlin, nel Nebraska rurale, e adorano una misteriosa entità nota come Colui che cammina tra il grano (He Who Walks Behind the Rows). Nella versione di Wimmer, vediamo come i regazzini abbiano ucciso tutti gli adulti e preso il controllo della cittadina. In sé va anche bene come idea, ma Kurt Wimmer si dimentica di raccontare qualcosa… stavo per dire di interessante, ma no: Kurt Wimmer si dimentica di raccontare qualcosa.
Perché, vedete, il problema di Children of the Corn 2023 (anzi, 2020, perché è stato girato durante il Covid) è che, pur raccontando in maniera estremamente lineare la presa del potere dei bambini, si nasconde dietro un fuori campo ogni volta che non sa come affrontare una determinata svolta. Ad esempio: a un certo punto parte la rivolta dei bambini, la protagonista (Elena Kampouris), li vede dalla finestra mentre iniziano a mettere a ferro e fuoco il paese. Stacco: gli adulti sono stati rinchiusi in una cella dell’ufficio dello sceriffo. Come è avvenuto? In che modo dei ragazzini sono riusciti fisicamente a costringere degli adulti, tra cui molti contadini di una certa stazza, a farsi chiudere in cella? Poi gli adulti vengono gasati e si risvegliano in una fossa comune. Ancora una volta: come hanno fatto dei bambini a caricarsi in spalla dei pesi morti di 100 chili, uno per uno, a trasportarli fino alla fossa e a calarli dentro?
Non bastassero i salti logici, Wimmer si premura anche di regalarci degli scarti di tono notevoli: ogni scena ammazza la suspense e il crescendo della scena precedente, al punto che delle volte sembra di vedere delle sequenze montate nell’ordine sbagliato. E poi, vabbè, c’è il peccato capitale di ogni film che tenti di costruire una mitologia: mancano le regole. In Children of the Corn, le cose accadono perché sì, perché la storia deve proseguire e bisogna raggiungere determinati set pieces. Poco importa che per arrivarci si calpesti qualunque straccio di coerenza interna il film potesse avere.
Vi faccio un esempio: se avete visto il primo Grano rosso sangue, saprete senz’altro che l’entità adorata dai ragazzini è reale, è una specie di mostro non meglio identificato che si muove nei campi di grano e riceve offerte sacrificali. King lo usa per parlare degli estremismi religiosi americani, qui ovviamente qualunque allegoria finisce scaricata giù per lo sciacquone, ma va bene. Ciò che conta è che c’è questo mostro, e i bambini lo tengono buono offrendogli dei sacrifizi. Nella versione di Kurt Wimmer (forse unica idea decente del film), il grano di Rylstone* sta morendo a causa delle evil multinazionali, e con loro sta morendo anche Colui che cammina tra il grano. Per tenerlo in vita, i bambini gli danno in pasto gli adulti. Ma, mentre nella versione del 1984, il rito era lucidamente codificato – il povero cristo di turno viene letteralmente caricato su una croce in mezzo al grano – la versione di Wimmer è un po’ la Casa delle Libertà – succede un po’ quel cazzo che ci pare. Un po’ li buttiamo in una fossa comune, uno lo spediamo nel campo, una invece, dai, crocifiggiamola nel granaio e attiriamo la bestia a lei.
Capiamoci: l’originale, per quanto abbia generato ventordici sequel, non era un capolavoro. Rivisto oggi, ha forse il protagonista più scemo nella storia degli horror, talmente tonto che, a un certo punto, sembra che Fritz Kiersch stia coscientemente rifacendo The Wicker Man, con tanto di protagonista che inveisce contro una setta pagana senza mai capirla, via che poi alla fine Burt non solo si salva, ma salva tutti da bravo eroe bianco mascellodotato. Ma questa vicinanza tematica e narrativa con The Wicker Man (più Il signore delle mosche e Il villaggio dei dannati) era ciò che rendeva interessante, tutto sommato, il film originale. Qui non resta assolutamente nulla di nulla: Grano rosso sangue 2023 è un contenitore di cliché, un vuoto pneumatico che spera di essere rilevante parlando – male e in maniera vaga – di crisi climatica e di come i vecchi stiano fottendo il futuro ai giovani. Solo che Kurt Wimmer non saprebbe confezionare un horror se ne andasse della sua vita, non ha idea di come essere inquietante e disturbante. E dire che questa cosa dei bambini orribili che si costruiscono la loro società deviata è più vecchia del cinema! Dovrebbe essere uno di quei materiale facili da gestire, per uno con un’esperienza trentennale come Kurt Wimmer.
Quando il mostro arriva, Wimmer dà riprova per l’ennesima volta di non saper gestire un cazzo. Un’altra intuizione forte dell’originale era non mostrare mai Colui che cammina tra il grano. All’inizio, Wimmer sembra averne fatto tesoro: prima il mostro appare solo per pochi secondi, da distante, e funziona. Poi vediamo le reazioni dei personaggi al suo passaggio, e funziona. Entro la scena finale, però, lo abbiamo visto in primissimo piano, nonostante evidenti limiti di budget rendano impossibile realizzare una creatura in CGI fatta davvero bene. Anziché lavorare intorno agli ostacoli, Kurt Wimmer ci si getta addosso con la foga di un tizio sovrappeso che vorrebbe allenarsi per la maratona di New York. E si sfracella al suolo, ma il rumore sordo è coperto dal tonfo dei nostri maroni.
Shudder quote:
“Una delle cose più brutte che vedrete quest’anno”
George Rohmer, i400Calci.com
Rylstone*
C’è un asterisco ma senza la nota.
Cazzarola, io a lui ci avevo voluto bene per Equilibrium, perchè il gun-fu ha portato a John Wick 5 e per aver girato una delle scene peggio sceneggiate di quell’ epoca: in un mondo dove tutti prendono la pasticchetta contro le emozioni, Relic Nero incontra Relic Bianco e gli dice “Sono contento che tu sia venuto”. Questo film non me l’ hai venduto, ovviamente, ma se per caso il mio masochismo supera quello di Pamela Prati che insisteva a dire che Mark Caltagirone esisteva, un’ occhiata gliela do. Su I Figli del Grano, il racconto, non mi ricordavo che ci fosse un mostro reale. Ero convinto che i bambini compissero sacrifici in nome di un Dio poi non tanto sconosciuto, visto che avevano tutti nomi biblici. Sulle A.I. , ho assistito a una cosa stramba: membro di noto complesso musicale italiano, utilizza midjourney e altre A.I. per “creare” nuove immagini, ci mette la R e la C e le vende pure tipo a 50 euro autografate in formato A4. Cioè, l’ A.I ruba pezzi di immagini altrui, le assembla e poi tu ci metti il C e la R? Non mi torna qualcosa…
direi che nonotsante si usi l’AI è comunque fondamentale la scelta umana di chi decide che keyword usare per generare le immagini, credo sia quello che vogliano vendere, che poi il prezzo sia “giusto” o proporzionato è un altro discorso.
2023?
Ma perchè ho l’idea di averlo visto qualche anno fa?
Comunque non saprei, in genere mi pare che venga ben accettato che i film non debbano avere senso (m3gan, si, sempre m3gan ovviamente), personalmente però verto sempre dalla parte del “puoi prendermi in giro sino al punto in cui non ti metti pure a ridere nel farlo” e sto film è esattamente quello.
Poi i contadini dell’America rurale anni ’80, dove davano il buongiorno ai figli con la cinghia così, per far piacere a Regan e mi vieni a dire che sia sensato che si faccian metter in scacco da sta manica di pubblico dell’Albero Azzurro?
Colui Che bla bla poi è imbarazzante, ma mi vuoi mettere sti bambini con il superinquietante profeta di quello del 1984?
Però mi ricordo un CotC con Eva Mendez.
Che film di merda pure quello.
Che gnocca Eva Mendez.
Non capirò mai come facciano saghe come questa o Amityville Horror ad andare avanti all’infinito visto che ogni volta è sempre peggio, e già non partivano da chissà quali livelli. Si vede che i fan di questi horror rurali un po’ masochisti devono essere.
Amityville meriterebbe veramente un discorso a parte.
In Italia non ne abbiamo idea perché da noi arrivano solo i migliori (o i meno peggio), ma negli USA di film su Amityville ne hanno sfornati A DECINE.
Roba in gran parte inguardabile, di serie C, girata giusto per non perdere i diritti della serie
Ma perché fanno questi film?
Si badi bene, non è una lamentela retorica buttata la vento, chiedo onestamente se qualcuno sia a conoscenza di qualche segreto produttivo che ignoro e che giustifichi economicamente queste puttanate.
Ma io suppongo abbiano un rientro, per forza almeno.
Riciclaggio ?
Scusa se faccio il pignuolo, ma era “colui che cammina dietro i filari”, è più inquietante così
Domanda: ma per quale motivo i ragazzini vogliono salvare “Colui che bla bla bla” invece di farlo morire e liberarsi di sta cosa dei sacrifici?
tra i film su bambini che prendono il potere citerei anche “Ma come si può uccidere un bambino?”, non lo vedo da tempo ma a me era piaciuto…