Walter Hill ha segnato indelebilmente l’immaginario del genere action con uno stile inconfondibile: non ha bisogno di introduzioni ma di celebrazioni. In occasione del suo ultimo film, per la rubrica Le Basi, a voi il nostro speciale più ambizioso a lui dedicato.
Non si può che migliorare dopo un film come questo. Apriamo Le Basi: Walter Hill con quello che senza nessun dubbio è il peggior film della sua filmografia. Il più sciatto, il più tirato via, il meno duro, il più velleitario. Se una cosa racconta Morto per un dollaro è vecchiaia, non dei personaggi ma proprio di chi il film lo fa: parla di stanchezza e mancanza di qualsiasi voglia di impegnarsi in un’operazione nostalgia (un film in stile Budd Boetticher) in cui rimodernizzare un classico.
Tutto, a partire da una fotografia seppiata incomprensibile, una color correction che sembra quella dei filtri delle videocamere digitali amatoriali dei primi anni 2000, grida approssimazione. Tutto fino al punto più difficile di tutti da approssimare: la recitazione di Christoph Waltz. Anche lui, che riesce a mantenere una dignità nei progetti più turpi, qui crolla e recita con il pensiero altrove, senza dare forma realmente ad un personaggio ma interpretando di volta in volta le singole battute con le intenzioni giuste e nulla di più. A voi il trailer perché c’è un punto in cui anche le parole si fermano e servono le prove.
Questa porta sul retro della poetica di Walter Hill parla di due uomini (di cui uno afroamericano) che pensano di andare a fare un salvataggio canonico, una donna rapita da un altro afroamericano, e si trovano invece di fronte ad un’altra trama, la donna è fuggita per amore, non è stata rapita. Con quell’afroamericano ci vuole stare. Qui diventa un film di Boetticher, di quelli in cui il protagonista incontra una donna sposata e deve aiutarla a fare qualcosa, stringendo con lei un legame ma ben sapendo che non ci sarà mai una soddisfazione sentimentale. È una storia di continui avanti e indietro narrativi, piena di grumi, i cui dialoghi sono usati per ribadire l’ovvio.
È anche l’ultimo capitolo della filmografia di Walter Hill, forse definitivamente. In un certo senso chiude tutto e nonostante lo faccia con l’esito peggiore, alla fine in questo western c’è comunque ciò di cui Le Basi parlerà, cioè molto di quel cinema senza fronzoli, spartano ed essenziale. È il minimalismo americano, un tipo di filmmaking praticato da Eastwood, da Don Siegel, da John Milius, Howard Hawks e Raoul Walsh (tra i molti). Tutti autori che ad un certo punto si sono misurati con il western. Hill però di western ne aveva già fatti alcuni, senza che fossero diventati i film più importanti della sua vita, forse perché per lui il west sta ovunque.
C’è un western dentro I guerrieri della notte (il viaggio di una carovana attraverso New York come fossero le praterie o le terre desolate nelle quali si può essere continuamente attaccati da qualcuno), c’è in I guerrieri della palude silenziosa (in cui un gruppo di persone si perde ed è in lotta con dei locali meno armati ma che padroneggiano molto meglio l’ambiente), c’è in Driver – L’imprendibile (l’eroe più vicino al pistolero solitario della sua filmografia), c’è in Undisputed (un uomo si batte per affermare un valore morale) e anche in 48 ore (buddy movie in cui l’amicizia tra uomini è la cosa più importante e sorregge le imprese che scelgono insieme di affrontare).
Per questo fa così specie che nel suo ultimo film, proprio un western, ce ne sia così poco. A fronte di molti cavalli, pistole e duelli, non c’è quello spirito di una rinuncia alla propria convenienza per una presa di posizione morale, non c’è quell’idea di vivere in un mondo in cui si è soli con la propria spina dorsale e si deve rendere conto di ogni decisione.
Esistono registi che migliorano con il tempo, altri sui quali gli anni è come se non avessero nessun effetto. E poi ci sono quelli che non reggono il peso del tempo, che perdono in forma fisica e non hanno più quella forza necessaria a reggere un set, tenere duro su ogni decisione e assicurarsi che il livello sia sempre alto. Bisogna volere un mondo di bene a Walter Hill per arrivare alla fine di questo film. Noi lo abbiamo fatto. Ora passiamo ad altro.
Streaming-quote:
“Dimenticato anche per meno”
Jackie Lang, i400calci.com
ATTENZIONE: come ogni anno, I 400 Calci vanno in vacanza estiva per un paio di settimane per ricaricare le pile. Torneremo con le recensioni, e con Le Basi: Walter Hill, da lunedì 28 agosto. Siamo coscienti del fatto che in mezzo ci perderemo un po’ di uscite interessanti, ma le recupereremo con calma: arriveremo dopo, ma arriveremo meglio. In compenso, le vacanze valgono solo per le recensioni: le nostre dirette su Twitch continueranno imperterrite come se niente fosse. A presto!
Grazie ancora per questo Le Basi: dopo Milius, Mann e Friedkin, finalmente l’ultimo grande che mancava. Il precedente di Hill, The Assignment, per quanto assurdo, non era affatto malvagio e scorreva bene. Per questo qua, terro’ a mente che e’ il film di un 80enne in pensione che si vuole mantenere attivo.
Sono d’accordo con la risposta e non con la recensione che mi sembra strumentalmente negativa e non trova riscontro nell’ultimo buon western del grande Hill
WAKE UP BABE A NEW LE BASI JUST DROPPED
non ancora visto ma il trailer mi ha fatto trasalire. Io tutto sommato non riesco a dispiacermi di questo (probabile) (brutto) ultimo giro di giostra del Nostro: non so, ci vedo pure un qualcosa di poetico
Grandi!! Walter Hill meritava assolutamente un Le Basi, non vedo l’ora di leggere i vostri pezzi su I guerrieri della notte e Driver
Meglio fermarsi a Jimmy Bobo dunque.
Non c’é mai stato ne’ ci sarà mai un altro come Walter Hill.
Errata Corrige: in Southern Confort i bifolchi non sono “meno armati” in quanto i “nostri” dispongono quasi esclusivamente di pallottole a salve.
“Com’è tua moglie?”
“Carina. Ha un bel senso dell’umorismo”.
“Allora se tu non dovessi farcela, passerò a porgerle i miei omaggi”.
“Ho detto che LEI ha il senso dell’umorismo: io no”.
Per me gran film.
Ma anche a volerlo stroncare era un titolo che si meritava una recensione meno svogliata, ottusa e boriosa.
Gran film? No proprio no, l’ho visto qualche giorno fa e concordo in pieno con la recensione.
Vabbè: non riesco proprio a trattenermi.
Su The Warriors ho stilato un progetto educativo.
Long Riders l’ho visto una volta: la seconda rischierebbe di fermarmi il cuore.
Southern Comfort l’ho usato come relief post coitale (talvolta pre).
Idem 48 ore.
Ancora 48 ore, adesso che ci penso pure: best buddy movie con James Remar/Sonny Landham nel primo, Andrew Divoff/David Anthony Marshall nel secondo.
Ah sì, c’erano anche Nolte % Murphy.
E si che a me i western piacciono. Portroppo mollato al minuto 5 o 10 per palese scarsezza del comparto tecnico e valori di produzione. Dava propio fastidio agli occhi. Sembra girato con un nokia.
Curiosa coincidenza, ci lascia Friedkin e voi iniziate il Basi su Hill, come tanti di noi domandavano da tempo. Che abbiate paura che anche lui possa fare la stessa fine?
Come dite voi, ci sono autori che migliorano o quantomeno si mantengono col passare del tempo (Clint Eastwood è un ottimo esempio, per rimanere nel genere), ed altri che declinano, a volte in modo quasi comico, se non fosse a suo modo tragico. Walter Hill in questo è quasi imbattibile, anche se debbo dire che pure Carpenter qualche botta al cuore me l’ha data dagli anni 90 in poi
Qual’è l’ultimo grande film di Hill? Parlo di film coi controcazzi, in cui si vede che razza di fuoriclasse è. Per me è Johnny Handsome. Dopo vengono 35 anni di titoli tra il mediocre e l’imbarazzante. Parere personale, ovviamente
Non so se abbiate intenzione di proseguire la vostra monografia in ordine cronologico inverso o per “valore”, sicuramente sarà un piacere leggervi mentre parlate di tutti i capolavori compresi tra Hard Times e Johnny il Bello
Faremo come con Cronenberg, l’ultimo per primo per questioni di attualità e gli altri da capo in ordine cronologico.
madò, in effetti fotografia e montaggio sembrano uno sketch di SNL…
(picco del trailer, l’espressione di Willem Dafoe quando si sveglia con la pistola in faccia: puro Rupert Sciamenna)
rilancio con la spaccata della porta finestra in vetro CGI sul finale
Ottima scelta.
Su questo film a parziale attenuante metto che il nostro ha dovuto quasi andare a bussare di porta in porta per racimolare i fondi e i mezzi necessari.
Manco fosse uno spiantato registucolo alle prime armi.
Questa e’ la vera vergogna.
Con tutti i filmoni che ha tirato fuori…assurdo.
A uno cosi’ i produttori dovrebbero letteralmente calare le braghe e mettersi a novanta non appena varca la soglia dell’ufficio.
E poi a uno frollato nel suo stesso estetismo come Nolan lo fanno ancora lavorare…
Dovrebbero solo andarsi a nascondere.
…E niente, rimanete imbattibili.
Ammetto di aver un po’ perso dai radar il vecchio Walter, ottima occasione per ripassare e trovare qualcosa di nuovo da guardare.
Sarebbe fantastico se al ritorno dalle ferie recensiste un doppio film ,limbo e mad fate ,il secondo è appena uscito , entrambi diretti da Pou-Soi Cheang.
p..s. In italia , con la fame di merda cinematografica , non arriveranno mai .
Non calcista, ma film bellissimo: chi più spende…più guadagna. Spero capriate anche quello. Ogni tanto lo rivedo per quanto scorre bene ed è divertente. Out topic: voglio più terrence maverick alle serate twitch, la sua energia e simpatia sono incomparabili
Non per spoilerare, ma assicurati di collegarti stasera…
Grazie mille @kazaodes ! Out topic apprezzatissimo.
Ogni tuo desiderio è per me un ordine: https://youtu.be/V_XYRw3J_g4
Team differita. Sempre grandissimo Terrence
È un film molto meno brutto di quanto mi aspettavo, o di quanto dica la recensione. Di certo le sue scelte estetiche sono inspiegabili, sembra sia stato diretto da tre persone diverse e girato in una settimana con diecimila lire. L’idea generale è che volesse essere un omaggio ai film degli anni 50, o una citazione dei bei vecchi b movie di una volta.
Chiedo scusa preventivamente,
MA
Considerando l’Autore e soprattutto le opere che l’hanno reso celebre, la rubrica andava intitolata
Le Anabasi: Walter Hill.
Hill morto e sepolto dopo il trittico Undisputed (film dalla scrittura penosa che sembra girato da un dilettante), Jimmy Bobo (l’ultima volta che il mondo ha visto Sly con i capelli tinti e con un preparazione fisica impressionante è stato mortificato da un film insulso e con un miscasting degno di Blackhat) e Nemesi (che non sono riuscito a finire per il rischio di morire soffoccato dal vomito). Accanirsi sul morto non ha senso.
Jimmy Bobo, tutto considerato, non era malaccio. Il duello con le accette da pompiere spacca tutt’oggi.
Non sono per nulla d’accordo: è un film dignitoso, considerato budget e mezzi scarsi.
– western
– Christoph Waltz
– tedesco
– con accento tedesco
– cacciatore di taglie
– CON COLLEGA NERO
– lui bounty hunter “buono”
– abbandona subito la missione per aiutare il nero
– ha pure i modi pacati e l’ironia sottile
Ma che cazzo è successo, voleva fare una sorta di brutto scherzo a Tarantino?
Scusate, ma abbiamo visto lo stesso film?…per me è stato proprio un film che ha retto la mia attenzione ed emozione, ho apprezzato le dinamiche psicologiche tra i diversi personaggi, l’ essenzialità senza tanti fronzoli , gli ingredienti di un western ci sono e anche con un tocco di classe ed ironia piacevoli. Mi dispiace invece questa ricerca di aspetti e caratteristiche solo negative ( che magari ci sono anche) . Saluti cordiali