Forse ci avete fatto caso anche voi, ma da un decennio a questa parte ogni nuovo film di Godzilla sembra dover rispondere alla domanda “cosa possiamo dire, oggi, di nuovo su Godzilla?” (oh magari se lo chiedevano anche nell’era Heisei e Millennium, solo che chi faceva questa domanda veniva ridotto al silenzio con percosse e minacce mentre Godzilla affrontava Ghidorah per la tredicesima volta) e la risposta finora è sempre stata “niente, quindi parliamo d’altro”.
Gli americani l’hanno piegato fino a trasformarlo in un film Marvel, ponendolo al centro di un cineuniverso condiviso sgangheratissimo e inutilmente intricato, composto da quattro film +1 in arrivo che se scappa uno decente è un successo. (Li ho rivisti da poco: fidatevi, non se ne salva uno.)
Hideaki Anno ne ha tratto un disaster movie satirico-ecologista in cui il vero mostro è la burocrazia giapponese. (L’ho rivisto da poco, fidatevi: fa scassare dal ridere.)
Gen Urobuchi, coi suoi film animati per Netflix che abbiamo visto in quattro e sono piaciuti solo a me, l’ha preso in prestito per imbastire una riflessione tutta sua sull’ossessione, culto della morte e orrore cosmico lovecraftiano. (Li ho rivisti da poco, fidatevi: esistono.)
In questa tempolinea in cui ogni volta Godzilla è una scusa per parlare di tutto tranne che di Godzilla, era lecito chiedersi cosa avremmo dovuto aspettarci dal nuovissimo Godzilla Minus One: un film che da un lato è sì un film di Godzilla nel 2023, quindi è ovvio che non parlerà veramente di Godzilla; ma dall’altro si presenta come un glorioso, ruggente ritorno alle origini, un omaggio più urlato che mai al film del 1954 che riporta Godzilla nella sua culla, la baia di Tokyo nell’immediato dopoguerra.
Ve lo dico subito, così non ci rimanete male dopo. Godzilla Minus One è un film sul PTSD in cui a un certo punto, per una serie di buffissime coincidenze che proprio non ci credereste mai, appare anche Godzilla. È la storia di Shikishima, un pilota kamikaze a cui è mancato il coraggio di ammazzarsi e ora vive nella vergogna, perseguitato dal senso di colpa del sopravvissuto in una Tokyo ancora fumante dai bombardamenti. E non ve lo nascondo, è uno spunto interessante: i kamikaze, noi occidentali, ce li immaginiamo così, un po’ matti e un po’ ubriachi che urlano banzai mentre si schiantano contro portaerei per la gloria del Giappone, e invece no, cazzo, erano ragazzi terrorizzati a cui il proprio governo ha detto “il tuo compito è morire”. Non “combattere a costo della vita”, ma proprio morire, morire e basta, perché sì, perché così vuole l’imperatore. Ci pensate? È una roba che fa gelare il sangue.
Però, ecco, non è che c’entri moltissimo con Godzilla.
Poi vabbè, succede anche che all’inizio del film Shikishima ha un incontro così ravvicinato con Godzilla che nella sua testa si mischia tutto e Godzilla diventa l’avatar della morte onorevole da inseguire con ottusa determinazione per espiare le proprie colpe. I più attenti di voi diranno “e vabbè, ma Godzilla è sempre stato una metafora: nel primo film era una metafora della bomba atomica” ed è vero, ma è un po’ più sfumato di così. Se dovessi spiegare Godzilla ‘54 a una persona che non legge I 400 Calci (esistono?) gli direi che è un film su un mostro gigante che attacca Tokyo e in più puoi leggerci dentro un’elaborazione del trauma di Hiroshima e Nagasaki. Se dovessi spiegare Godzilla Minus One farei prima a dire che è Una tomba per le lucciole ma da metà in poi, visto che non erano già abbastanza sfigati così, devono pure fare i conti con un mostro gigante. È un film sul Giappone post-bellico, un Paese prostrato, umiliato, tradito dalle proprie istituzioni, che cerca con fatica di rialzarsi e proprio quando crede di esserci riuscito arriva Godzilla che rade al suolo Ginza.
Va detto però che ‘sta roba sta piacendo un casino. Minus One sta raccogliendo recensioni positivissime e spettatori di ogni credo e nazione si stanno stracciando le vesti al grido di “finalmente un film di Godzilla con un cuore”.
Non guardate me, sono il tipo che guarda più al cervello o al coraggio, ma non è che non capisca da dove venga questo sentimento. Il cazzo di Monsterverso ci ha rifilato tre film di Godzilla in cui i protagonisti sono gli umani più irritanti sulla faccia della terra. Nel primo, quello che col senno di poi consideriamo il meno peggio dei tre, quello “più riuscito”, Aaron Taylor-Johnson passa due ore a chiedere un passaggio per tornare a casa e nel terzo c’è un podcaster I rest my fucking case your honor. Dopo una dieta del genere è ovvio che la prima cosa scritta da uno che non è un completo cretino scali la classifica diventando la pietra angolare del character study, il faro morale che guiderà ogni futuro film di Godzilla da qui all’eternità.
Il non completo cretino in questione si chiama Takashi Yamazaki e anche se io non avevo la minima idea non solo di chi fosse, ma che esistesse, a casa sua è una specie di star che ha ottenuto un discreto successo nel 2005 con l’adattamento live action di un manga e da allora ha fatto praticamente solo adattamenti di altri manga che sono in qualche modo riusciti a spaccare ogni volta il botteghino giapponese. Regista, sceneggiatore ma soprattutto esperto di effetti speciali e di animazione digitale, solo negli ultimi quattro anni ha fatto: un film fantasy tratto da un libro per ragazzi, un film animato di Doraemon, un film animato di Lupin, un film animato di Dragon Quest e un kolossal storico tratto da un manga sulla costruzione della corazzata Yamato. Personalmente non c’è una sola di queste cose che toccherei con un bastone, ma guardando Minus One non si può negare che sappia quello che sta facendo, lo Yamazaki – che si tratti di mettere in scena il Dramma di una Nazione, coi personaggi tridimensionali, il cuore e tutte quelle robe lì, o di farti CACARE SOTTO quando entra in scena Godzilla.
Una delle intuizioni più felici, per esempio, è quella di ambientare molte delle scene più adrenaliniche in acqua: siamo abituati a pensare che i cazzi veri comincino quando Godzilla arriva sulla terra ferma, ma immaginatevi di essere in mare aperto, a bordo di un peschereccio tutto scassato, attorno a voi solo il nulla e poi, all’improvviso, scorgete la gigantesca pinna dorsale di un dinosauro radioattivo che in un evidente rimando a Lo squalo punta inesorabile verso di voi. Terrore puro. Ed è probabilmente questo il debito più grande nei confronti del film del 54: la consapevolezza che Godzilla non è un film di fantascienza, ma un film dell’orrore.
Naturalmente, a livello di pura spettacolarità, niente rivaleggia con la sequenza della distruzione di Ginza: palazzi sventrati, treni scaraventati in aria, un’avanzata terrificante e inarrestabile che culmina col fiato atomico di Godzilla che rade al suolo un intero quartiere. Come dicono in Francia, au revoir Monsieur Métaphore: Godzilla non è più un’allegoria della bomba atomica, è letteralmente una terza bomba atomica sul Giappone! E con tutto l’affetto per i modellini di Anno, che omaggiava il film originale attraverso un utilizzo citazionista e ultra-filologico degli effetti pratici, Minus One fa sfoggio un repertorio di effetti digitali all’avanguardia, eccellenti, vividissimi, che restituiscono in pieno la sensazione di trovarsi in mezzo alla devastazione, al caos più totale, impotenti di fronte alla furia della natura.
Aggiungo anche che il design di Godzilla, più spaventoso che mai, è probabilmente il mio preferito finora: le zampe posteriori assurdamente grandi, le braccia muscolose, il corpo ricoperto di scaglie e di ustioni e il groviglio di spine, altissime, sulla schiena che fanno pensare a una rigenerazione impazzita e fuori controllo. (L’origine di Godzilla è quella solita: una creatura giurassica già esistente, mostruosamente mutata dai test nucleari degli americani.)
Quindi sì, Godzilla compare poco, ma quando compare vale i soldi del biglietto (e a costo di dire una banalità: è il genere di cosa che va vista al cinema). C’è da stringere un po’ i denti, ma il terzo atto, in cui succedono finalmente cose che hanno effettivamente a che fare con Godzilla, non solo ripaga dell’essersi fatti due palle così sui cazzi degli umani traumatizzati per quasi un’ora e mezza, ma ribalta la prospettiva offrendo una nuova chiave di lettura della vicenda: combattere e sconfiggere Godzilla si rivela un’occasione di riscatto per la collettività – una collettività, attenzione, formata da emarginati, strambi e falliti – non nel senso in cui lo intende Shikishima, di andare alla ricerca di una morte onorevole, ma di dimostrare ai generali, ai politici e alle istituzioni che i problemi si risolvono con l’ingegno, con la collaborazione, con il duro lavoro e con l’applicazione della scienza, non ammazzandocisi contro. Il piano per la neutralizzazione di Godzilla non è una missione suicida, ma un inno alla vita, la battaglia del Giappone per riconquistarsi il proprio futuro, e sarebbe bellissimo se questo concetto venisse evocato attraverso le immagini invece che letteralmente farlo dire a un tipo col microfono. Ma ehi, si fa quel che si può.
Blu-ray quote:
“Una bomba per le lucciole”
Quantum “Cannarsi” Tarantino, i400calci.com
Nota sul titolo, visto che in molti si chiedono il significato di quel “minus one”: l’idea, spiegano gli exec. della Toho, è che dopo la devastazione della guerra, il Giappone ha toccato il fondo; il suo valore – politico, economico, militare – è zero, ma l’attacco di Godzilla lo trascina ancora più a fondo, lo porta a “meno uno”. (L’idea che Godzilla non voglia permettere al Giappone di rialzarsi è ulteriormente sottolineata dalla scelta dei suoi obiettivi: Ginza è il quartiere più ricco di Tokyo, simbolo della sua rinascita economica; mentre l’edificio che Godzilla punta col suo fiato atomico è il Palazzo della Dieta Nazionale e i pochi, sgangherati carri armati schierati in sua difesa sono ciò che rimane del suo esercito-non-esercito.)
Al di là del rapporto molto disinvolto che hanno i giapponesi con l’inglese, all’inizio quel “meno uno” aveva fatto pensare tutti quanti a un prequel, quindi chiariamo anche che non si tratta in alcun modo di un prequel, né del film originale (che pure è ambientato qualche anno dopo rispetto a questo), né di Shin Godzilla di Anno (dove Godzilla attaccava Tokyo per la prima volta nel 2016!). Il finale al massimo lascia le porte aperte per un sequel, ma l’attuale accordo di Toho con Legendary Pictures limita di molto il numero di film su Godzilla che possono fare i giapponesi per non fare concorrenza al Monsterverso, quindi chissà quanti anni passeranno prima che possano iniziare a lavorare al prossimo: ormai l’hype sarà scemato e tanto varrà fare un nuovo film standalone.
Visto ieri sera. Fino a Ginza tutto bene. Anzi benissimo.
Poi, prima del gran finale, 40 minuti di esagerata rottura di coglioni per spiegare tutta la fase di preparazione alla cattura/sterminio del mostro, ma come dici tu, ehi, si fa quel che si può.
Comunque la battaglia navale è palesemente Dunkirk :D
palesemente Dunkirk <--- minchia sì, bravo, ecco cosa mi ero scordato di dire!
abbiamo palesemente Jurassic Park, palesemente Lo Squalo, palesemente l’Impero Del Sole e palesemente Dunkirk, direi
No, fermi tutti: big G compare dopo un’ora e mezza o è un’esagerazione calcistica?
E anche se fosse un’esagerazione, che screentime ha il mostro?
Hanno e Edwards per me possono andarsene a cagare con la loro aria di superiorità che tanto piace a chi vuole sentirsi intelligente anche quando guarda un film di mostri (soprattutto Edwards, la scena dell’aeroporto è il più grande insulto della storia dei film Kaiju).
L’unico film decente di Godzilla degli ultimi dieci anni è King of the Monsters del 2019: umani stupidi fino al midollo, ma cazzo se i mostri ci sono e sono rappresentati con maestosità e spettacolo.
“Ma GNNNNNNN IL GODZILLA ORIGINALE DEL 1954 COMPARIVA POCHISS”
Fabrizio, fottuto weeb del cazzo, il film originale durava meno di un’ora e quaranta e in proporzione Godzilla compare tanto e con stile.
Gozzi appare all’inizio, a metà e alla fine. Quando lo fa lo fa con grande stile.
Grazie mille :)
Quindi totale screentime su 125 minuti?
colin, non è che andiamo al cinema col cronometro
Quantum, non è che nessuno ci vada gratis o in giornate da 36 ore ;D
Colin dai un taglio ai pregiudizi e guardati sto film. Che merita davvero tanto.
Dopo la visione lo giudichi.
@phantom.
dipende, ti era piaciuto Shin?
Certo, ma Shin Godzilla con questo film non c’entra praticamente nulla.
@phantom, @pupi, @quantum
Avevate ragione.
Ritmo impeccabile e il giusto equilibrio tra orrore, spettacolo, cuore e azione.
Shin “come sono satirico e intelligente” Godzilla e Gareth “coito interrotto” Edwards dopo aver visto Minus One mi sembrano ancora più deboli.
Sì, questo film rispetto agli altri due citati ha un impatto emotivo non indifferente.
Finalmente viviamo la tragedia della distruzione di Godzilla dal punto di vista di chi ha subito danni, materiali e famigliari.
@phantom
…e senza perdere di vista la base di un film di mostri: IL MOSTRO.
Ecco, ora mi hai fatto salire la foia per andarlo a vedere.
Tre considerazioni “laterali”:
– Siamo in cinque ad aver visto i film animati di Urobuchi e due quelli ai quali sono piaciuti. Però io ci ho messo un pò a capire che non sono su Godzilla ma, appunto, sul culto della Morte.
– “Una tomba per le lucciole” è il film più triste della storia dell’umanità, bellissimo ma imbattibile da quel punto di vista, l’ho visto una sola volta ma pur possedendo il DVD non ho mai più avuto il coraggio di rivederlo. Se questo è a quel livello la cosa mi dà da pensare
– Il film occidentale di Godzilla più bello è Troll
no dai, non è COSI’ triste, però il paragone ti viene in mente per forza perché soprattutto nella prima parte ci sono un sacco di similitudini (la fame, la famiglia morta, la casa rasa al suolo dalle bombe, un bambino a carico…)
poi per fortuna prende una piega più allegra se no mi ammazzavo
confermo film più triste del mondo…lo metto sul podio tra quelli che ho visto (e ricordo..sicuramente me ne sarò dimenticati mille) con “Nel nome del padre” e “The Hunter”
Ok, rassicurante
anime su netflix visti tutti….sono commuoventi per la determinazione con cui rendono complessa sino all’iperspazio la storia di un mostro grosso (però piaciuti, animazione ormai sempre meglio del cinema)..sui film recenti…Edwards ha fatto un film…piaccia o meno…gli altri son spazzatura con qualche scena azzeccata … quello giappo con Godzilla vs la motorizzazione… vabbè una palla colossale con effettacci e supponenza a coprire quello che è un filmaccio. Ogni nuova uscita rivaluto quello di Roland…
Purtroppo non potrò vederlo al cinema a causa dell’assenza di sale che lo proiettino, per cui lo aspetterò su una piattaforma….
P.S.
Non sei solo nell’aver apprezzato la trilogia animata di Godzilla su Netflix…
se hai pazienza dovrebbe arrivare su prime nei prossimi mesi…
(oh ma che bello che avete visto e più o meno apprezzato tutti gli anime di netflix, mi sento meno scemo)
Quindi è Godzilla contro Tozzi-Fan ?
stavo per scrivere che la mia formazione sui kamikaze è stata questa
https://youtu.be/V74AkdyQqVE
(comunque meglio della versione di Michael Bay)
Ci stavo pensando pure io!
La trilogia animata di Godzilla su Netflix è una bomba, altroché. Recuperatela se ve la siete persa.
Quantum, la tua recensione è interessante e sinceramente sono curioso di vederlo anche per via dei tuoi rilievi. Diciamo che rende bene l’idea di quante sfaccettature abbia Godzilla (nel senso del metaforone mostruoso) e di quante cose possa rappresentare, nonché di come cambi da spettatore a spettatore la percezione degli ingredienti “giusti” per il monster movie perfetto. Anche perché del primo film americano questo illustre sito diceva qualcosa di un po’ diverso rispetto a “il meno peggio”: “l’esempio di mostro più vero e filologico che sia mai sbarcato al cinema. Questo Godzilla, come il mostro, ha posto degli standard tecnici e narrativi che, per ora, solo Gareth Edwards potrà soddisfare.“.
Quindi insomma, oggi ho imparato che i film di Godzilla tocca vederli a prescindere da quel che se ne dice in giro, metti che c’è un regista che ha scelto la ricetta che piace a te…
sì ma è un pezzo del 2014 che non ho scritto io quindi non so bene cosa rispondere se non “son gusti”. che poi pure io all’epoca mi ero gasato, ma rivedendolo la settimana scorsa mi sono addormentato 14 volte, quindi i gusti cambiano e i film si ricontestualizzano anche alla luce di cosa esce dopo. vedi edwards, pareve dovesse spaccare il mondo, è finito a fare onesti blockbuster da 6+…
Il film del 2014 aveva l’enorme vantaggio di venire dopo la mezza ciofeca (e sono generoso) della lucertola gigante di Emmerich. Al netto di vari difetti, aveva comunque alcune scene da smascellamento. Poi ci hanno voluto fare quello che sappiamo, e come purtroppo prevedibile, ogni film che passa casca sempre più lontano dal vaso. Poi, come leggiamo anche in altri commenti qui sotto, c’è chi si diverte comunque. A ognuno il suo.
Dopo aver visto The Creator, un prof di manica larga a Edwards darebbe voto 4…
Visto l’argomento, dopo la citazione di tutti i file pm precedenti e del monsterverso mi aspettavo almeno due parole su Monarch, la miniserie in 4 episodi uscita in questi giorni…
boh, ho visto i primi 3 episodi (comunque non è una miniserie di 4, è ancora in corso, dovrebbe durarne 10): per me è ok e continuerò a vederla ma non mi sembra per ora che aggiunga niente al discorso su godzilla
giusto…mi sono fidato troppo di google, che la dava come 4 episodi (anche se non trovo fonti che ne indichino la reale durata)
Se non vi sono piaciuti Godzilla: King of Monsters, Kong: Skull Usland e Godzilla Vs Kong, non siamo più amici.
Bravo, anche per il nickname
Grazie, Distinto Collega.
Va beh, Kong: Skull Island è bellissimo.
Mollatemi i 3 film Americani che sono uno spettacolo.
Godzilla compare appieno e minchia se ci va giù a cazzoduro.
Solo Godzilla contro Kong è debole, ma perchè c’è quella rompicazzo della Brown che insiste sia a far vedere che è cresciuta e secsi e sia che sappia recitare.
Godzilla del Monsterverse è notevole, Minus 1 lo devo ancora vedere ma ho ottime vibes.
Ma poi seriamente, ma li avete visti gli originali?
Ed intendo fino ai Millenium son film che hanno una profondità al pari di una pozzanghera, tra Godzilla che vola, calci volanti, baby Godzilla e via dicendo.
Si lo so, Godzilla è METAFORONE, lo so e ok, ma resta il punto che VOGLIAMO IL MEGA MOSTRO!!!
E qua i film del Monsterverse signori pisciano in testa a molti altri prodotti.
C’è troppa umanità?
Minchia e in Shin Godzilla cosa c’è?
Io aspetto ancora Godzilla contro Scilla e Cariddi, ovviamente tutto ambientato nello stretto di Messina.
Allora
-mi piace molto l’articolo per come è scritto in sé e per sé
-mi aspettavo che il link mi portasse a Tozzi-Fan
-adesso mi avete fatto venire la curiosità sui film animati
-visto che si parla molto di Kong e tecniche di animazione e di come possa o si debba rendere il kaiju titolare, allego presente video che credo possa interessare:
https://youtu.be/ygwtF5qDxHA?si=DfzHSPcd2DaEd_ZE
Il film non l’ho visto perchè non potevo andare in sala questi giorni e mi pare di capire sia stato tenuto solo una settimana
Leggendo qua e là sarei però curioso di sapere, da Quantum T. o chiunque altro l’abbia visto, se nel film si parla del rapporto tra Giappone e Stati Uniti. Nel senso, mi è parso di capire che malgrado siano stati gli USA a sganciare le bombe atomiche (e quindi di rimando a creare Godzilla), il film tratta gli americani con molta reverenza (o forse non li tratta affatto, non saprei), invece magari di andarci giù duro, o quanto meno di togliersi qualche sassolino
E’ una mia curiosità “geopolitica”, credo poco al caso e credo che spesso i toni usati servano a tastare alcuni rapporti di forza
Mh, no, non è quel Godzilla lì, come evidenziato dalla recensione, stavolta il metaforone è un altro.
In questo film la parte “geopolitica” è trattata in due modi:
– il fatto che il Giappone non ha più un apparato bellico
– l’impossibilità degli Stati Uniti (ma credo che a un certo punto abbiamo detto anche la Russia) di intervenire per non rompere gli equilibri della Guerra Fredda facendo
Soprattutto questo secondo punto viene utilizzato per mettere a fuoco il messaggio del film: il Giappone che, da solo, deve fare i conti con i suoi errori e con i sensi di colpa.
Takeshi, no, non c’è reverenza nei confronti degli stati uniti, ma neanche una critica esplicita. semplicemente non ci sono. ti fanno capire che la mutazione di godzilla è dovuta ai test nucleari sull’atollo di bikini, quindi se sai la storia sai anche che è colpa degli americani, ma non ci si sofferma mai. come dire redux a un certo punto gli stati uniti mandano una comunicazione in cui dicono “sorry non possiamo aiutarvi senza rischiare di compromettere la situazione coi russi quindi sono cazzi vostri” e questo è quanto.
Ok grazie. Avevo letto di sfuggita un paio di commenti su come, pur essendo gli USA responsabili sia delle bombe che dei test da cui nasce Godzilla, il film non ne fa menzione
I vostri interventi confermano bene o male la cosa. Tutto sommato fare un film nel quale si fa tanta autocritica, senza mai dire “si ok, coglioni noi, ma senza gli USA stavamo comunque una Pasqua” un po’ dice qualcosa dei rapporti odierni, ed anche dei rapporti di forza, a mio modesto avviso
Nonostante tutto il Giappone e giapponesi post-seconda guerra mondiale hanno creato un legame molto stretto, sia a livello economico ma anche di scambio culturale, e lo si può vedere dalle reciproche influenze nel cinema, nei fumetti, nei videogiochi (oltre ovviamente nell’industria e nello sport). E dire che l’Italia aveva storicamente un buon rapporto con il Giappone, soprattutto nel periodo fascista, non solo a livello diplomatico ma anche culturale, che oggi perdurano con le frequentazioni turistiche del belpaese da parte dei nipponici. Io mi sorprendo ancora quando ogni tanto, soprattutto negli anime, l’Italia fa capolino in qualche modo, penso a Porco Rosso, Si alza il vento, molte avventure di Lupin e persino Shingeki no kyojin, in qualche maniera!
Mayazaki ha sempre ammirato Caproni, per quello spesso si parla dell’Italia nei suoi film
Nell’attacco dei giganti l’Italia dove sarebbe? La Germania ok, in qualsiasi aspetto, ma l’Italia non mi sovviene
Minus One ha i suoi momenti e le sue trovate, ma sono immerse in un’ora e mezza di rotture di coglioni sentimentali stile giappo. Mi sono pure appisolato al cinema ma mi sono fatto forza per vederlo tutto.
Per me il giudizio globale non può certo essere del tutto positivo, ben lontano dall’ accoglienza che sta avendo.
Parlando dei prodotti Godzilla related dell’ era moderna salvo Shin e il primo di Edwards (e non cominciate con: “Si VedE pOkoOo”)
Shin è molto più noioso di questo e sul Godzilla USA pure devi sorbirti milioni di persone di cui ti frega nulla, ma gusti
Mi unisco anch’io alla schiera di gente che ha visto i lungometraggi animati su Netflix e li ha apprezzati (con solo qualche riserva per il primo dei tre…)
Posto che ho gradito pure io la trilogia anime, non mi pare meno “noiosa” di questo film nell’insistere su cose che non sono il mostrone!
Appena visto, con colpevole ritardo.
Boh. A me ha detto veramente poco. Salvo al 100% solo la goduriosa distribuzione di Ginza, per il resto mi è parso parecchio noioso e piagnone nelle parti senza il mostro, ma senza mai riuscire a coinvolgermi davvero. Non mi è piaciuto nemmeno dal punto dì vista tecnico, in alcuni punti ha una fotografia per me orrenda, soprattutto in qualche scena in esterno, ed è recitato stile un posto al sole.
Sarà che nella mente avevo e ho ancora Shin, che trovo decisamente più centrato e incisivo, oltre che visivamente molto più bello.