Abbiamo tutti bisogno di un hobby. Il mio sono i caratteristi di serie B quando capiscono che non c’è nessun nuovo Tarantino nel loro futuro.
Per questo, e per il vuoto cosmico saltatomi addosso dopo Triangle, avevo deciso di passare il 2010 guardando solo film interpretati da Sean Patrick Flanery.
Ma prima che potessi arrivare al piatto forte è successa una cosa.
Storia buffa, in effetti. Stavo a casa mia e qualcuno ha suonato alla porta.
Era Norman Reedus.
– Ciao, sono Norman Reedus. Forse ti ricordi di me per quando esplodevo nel pre-finale di Blade II.
– Ho messo su la ribollita. E’ una cosa lunga?
– Niente, mi sono fatto tradurre quello che hai scritto su Pandorum e ho pensato che dovevo assolutamente conoscere una donna di tale sottigliezza. [pausa] E con il riscaldamento autonomo.
– Amico, non per offendere, ma hai una faccia come se Dio ti ci avesse ingranato la retromarcia.
– Che posso dire. Ho preso un po’ di botte, ho fatto un incidente in macchina e ho quasi perso un occhio, ma dentro sono rimasto lo splendore di un tempo. Vedrai.
– Sai aprire i barattoli ostinati?
– E’ ovvio.
– Non mi fido.
– So anche fare questo.
– Ti vado a prendere le pantofole.
Long story short, da quando Norman è entrato in scena il mio buonumore è schizzato in alto del 300%. (Succedono anche cose tipo i piccioni che ci lavano i vetri e la moltiplicazione delle scope di Fantasia. E sì, i barattoli non restano chiusi.) Purtroppo abitare con un caratterista di serie B impedisce di affrontare con serenità la sua produzione artistica.
In concreto, lui fa film del cazzo come se gliel’avesse ordinato il Nazareno, io mi prendo male a vederli quando sta in casa.
Lato positivo: Nicolino approva il nuovo stunt-babbo, essendo stato esposto ai suoi lati più sozzi in tenera età, e gli ha chiesto di portarlo a sparare ai piccioni (Norman ha abbozzato un no ma sai io non faccio più quelle cose sono un art-, ma davanti al broncio del piccolo ha ceduto subito. Bonaccione.)
Grazie alla scaltrezza del mio figliolo, ho dunque potuto guardare in pace Messengers 2: The Scarecrow, il sequel prequel a un film che nessuno ha chiesto, senza manco un attore dell’originale, secondo ImdB “girato in 18 giorni in Bulgaria”. (Internet mi mentirebbe mai?). Le aspettative di partenza erano basse, però anche alte, NONOSTANTE fosse piuttosto chiaro che il protagonista NON sarebbe stato massacrato nel minor tempo possibile.
Vedere un film in cui Norman Reedus non muore è come vedere una commedia interpretata da Jenna Jameson. Solo perché una cosa la puoi fare, non significa che devi o ne trai vantaggio. E no, il nostro fisso connubio non ridisegna ALCUNCHE’.
Detto ciò, il film non è male. Parte con sorprendente economia, poi scivola nel tedio, e poi infila i classici 20-25 minuti finali a cavallo tra il creepy e lo stupidissimo.
C’è questa famigliola americana dell’Iowa dedita all’agricoltura che però ha dei problemi seri, enormi corvi gli beccano il raccolto e la siccità li ha già mazzulati, per tacere della RECESSIONE (attuale!) e delle BANCHE (braccio armato della recessione!).
Essi avanzano nella classica formazione a 4, padre / madre / teenager / bambino che capisce tutto subito, e tra loro il protagonista è il padre, un uomo meraviglioso con gli occhi quasi sempre chiusi per via dei cazzotti che ha preso fino a tre minuti prima del ciak, si nota tantissimo, cosa che in altri contesti mi avrebbe fatto urlare al WTF e in questo ha divaricato le mie cosce di un 15% in più.
Sono anche tutti vestiti con delle giacchette e camicette magnifiche, dei tessuti slavati bruni, la moglie a un certo punto mi pare anche un GREMBIALE. Il classico pseudo-Amish via American Apparel, cioè lo stile che secondo il cinema americano si adatta meglio alle esigenze di modelli/modelle passati all’agricoltura, e quindi FICHISSIMI: l’equivalente tessile del décor delle case dei mostri.
TUTTI, s’intende, a parte il trucibaldo nuovo vicino di casa, che si chiama Jude (‘sup doll), ha cent’anni ed è sposato con un’improbabile giovane fia (hint: forse non sono quello che sembrano). Lei è quella che viene messa nuda due volte. Una sorta di cugina Daisy assatanata. Sulla carta.
Il plot entra nel vivo al minuto 9 (nove!), quando, in un andito del granaio che lui non ha MAI visto nonostante abiti in questa fattoria dell’Iowa da mille generazioni, Norman trova uno spaventapasseri orribile. Sta per buttarlo via, seguendo il suggerimento del bambino, che è già passato in redazione per ritirare il trofeo Miglior Bambino Che Capisce Tutto Prima Degli Altri In Iowa, ma il vicino gli dice NO, uomo, pianta nel tuo campo quel bello SPAVENTAPASSERI. Vedrai.
Ed ecco a voi il piatto forte.
Da Jeepers Creepers 2 in poi, ma forse anche da Grano Rosso Sangue in poi, se vedi lo spaventapasseri sai subito che qui si va nei cazzi. Non c’è rogo purificatore che tenga. Nossignore. Lo SPAVENTAPASSERI è la prima e ultima prova di cui puoi avere bisogno. Anzi, a dirla tutta, di solito lo vedi COMUNQUE troppo tardi, e ci finisci dentro TU. Top that.
Sfidando le leggi che Dio e Mick Garris hanno stabilito, Norman lega il pupazzone a una croce e lo pianta in mezzo ai campi.
A quel punto iniziano ad accadere cose strane, però in sé anche positive, le pannocchie germogliano, i corvi muoiono a grappoli, la cugina Daisy si mette una mano nelle mutande e fa scattare l’irrigatore, i campi pullulano di bambini invisibili, chiunque rappresenti una minaccia per Norman muore in modo fantasioso, eccetera. Un invidiabile andazzo che dovrà però – ahi! – terminare se lui non vuole che il pupazzone riscuota il suo tributo di sangue trucidandogli la famiglia e/o gli mangi la testa dopo averlo posseduto come un démone. Non sono sicura di aver capito dov’era il punto.
Money shot:
– al minuto 28 (28, segnatevelo) c’è il momento in cui, per far capire che l’equilibrio psicologico del protagonista è già bell’e che andato anche se non è morto nessuno, lui volta la moglie e se la fa da dietro.
E se la scena fa ridere meno del suo equivalente in Midnight Meat Train è solo perché a) è più breve, b) non avviene in luogo pubblico, c) lui si porta meglio di Bradley Cooper e d) cerca di farla sembrare la cosa normale che in effetti è.
Non so, secondo me l’argomento merita un trattamento più approfondito.
– non ci sono negri né giappi, il che ci sta tutto, considerando che hanno girato in Bulgaria con comparse ridotte a cionchi dopo l’ultimo “buona la prima” (principio noto come fare uno slumdog millionaire), però a forza di vedere solo bianchi sembra anche un po’ di stare nell’Inghilterra medievale.
– naturalmente la casa dei protagonisti è super cool, piena di aggeggi agricoli inquietanti, campane a vento che cigolano, porte massicce, stanze per fare il burro, scalinate che conducono nell’incubo eccetera, MA l’80% del film lo passiamo in quel cazzo di campo, a camminare dietro i filari. A me sta benissimo. Mi piacciono i filari.
– poi c’è una scena notturna PAZZESCA, che in apparenza è una scena noiosa con moglie e marito in veranda che dicono sì le cose non vanno più come prima sì dobbiamo andare dallo psicologo sì anch’io voglio lavorare sul nostro rapporto. La cosa figa è che stanno lì in maniche corte come se fosse solo un’altra tiepida serata primaverile dell’Iowa, però mentre parlano GLI SI CONDENSA IL FIATO DALLA BOCCA. Sul serio. Guarda. Quel cazzo. Di fiato. Il problema degli uomini è che appena parlano dei loro sentimenti cominciano a credersi termoautonomi.
Norman però ci dà davvero dentro, quasi a voler dimostrare che a) sta in groppa a un trattore come ci fosse nato (note to self: indagare se in altre sue pellicole c’è un toro meccanico) e b) anche se Hollywood gli ha voltato le spalle lui la baracca può sempre trainarla con decoro.
Altro che. Con decoro e ardore.
Bestemmia, prega a mani giunte, ruzzola nell’alcolismo, azzanna una pannocchia, ci trova un dente non suo, allucina se stesso in croce che urla, si confonde tra la Bibbia e il libro nero di Satana, e tutto questo mentre duetta con uno spaventapasseri. E alla fine ci si accapiglia pure, come Bela con la piovra. Mad love.
Verso sera Norman è tornato a casa con un piccione morto appeso al collo e si è acceso una sigaretta di fronte al tramonto. Io gli ho chiesto quale brutto episodio della sua infanzia avesse usato per ottenere un’interpretazione così sofferta. Lui mi ha suggerito di pensare molto bene a quello che dico, se non voglio che Nicolino faccia la fine del coniglio di Attrazione fatale. Sì, credo che ce la caveremo alla grande.
Nel frattempo, noi dei 400 Calci s’era pensato per domani di organizzare un torneo di Incendia Il Pupazzone.
Voi portate la paglia, alla benzina ci pensiamo noi.
DVD-quote suggerita:
“Se in un film i protagonisti si chiamano con nomi biblici a me viene in mente Carry On Wayward Son e sto allegra a priori.”
(Dolores Point Five, i400calci.com)
Dolores, mi spezzi!
sei troppo brava, sei sprecata in mezzo a questi trogloditi…
Il 50% di questo complimento va girato a Norman, o, come preferisco chiamarlo io, La Vecchia Palla Al Piede.
Grande Norman! tieni duro che tra dieci anni giri Boondock Saints 3!
@ratto: sono combattuto tra il vantarmi dell’essere amico di Dolores e l’offendermi tantissimo. Esigo spiegazioni. Io di te mi fidavo, ti ho sempre risposto quando mi chiedevi le cose… :’-(
@Nanni: (reggimi il gioco, sto cercando di sedurla..)
Mi suona il telefono, vado un attimo di la’
Norman non ammette distrazioni. Mai.
@Norman: Ho sentito che Guy Ritchie sta cercando Zingari Irlandesi per The Snatch parte seconda, se ti sbrighi sei in tempo.
@Dolores: ci è cascato?
(@Nanni: thxs bro. I owe you one)
Norman ha detto di dirti che lui è un artista, non si piega alle brutture del cinema commerciale, crede nella buona caratterizzazione, comunque sta contando di dedicare più tempo alla pittura, a quel punto io ho smesso di ascoltare e gli ho messo in mano uno strofinaccio.
sento come il desiderio forte di vedere the messengers 2.
E’ per via della stupenda recensione di Dolores…