“Ormai sono solo un pezzo di carne maciullata”
Randy “The Ram” Robinson
M’incuriosisce quando Berlusconi, il nostro premier, compare in pubblico a differenti pascal di pressione, l’avrete notato: a volte sembra una mongolfiera riempita d’elio, altre invece, quando è sgonfio, ha solo la forma di un comò. Forse i livelli di pompaggio corrispondono allo squilibrio atmosferico, all’instabilità barometrica determinata dalla scomparsa dell’anticlone delle Azzorre o da altre concause, saranno gli esperti a stabilirlo, sarà la storia a giudicare, ciò che c’interessa in questa sede è il fatto che l’escursione volumetrica lo renda a un’occhiata superficiale un pallone gonfiato mentre ad una più attenta, analitica, un inquietante involucro organico, eviscerato di corpo e anima.
A una fonte diretta abdico il compito di testimoniare con l’esperienza l’intuizione appena condivisa. Si tratta di un operatore alla ripresa che ebbe l’occasione di frequentare nel corso della carriera diversi capi di stato, ognuno dei quali gli ha lasciato un ricordo, un’impressione emotiva, una traccia mnestica, essendo lui persona, così sostiene, “di estrema sensibilità” e anzi fortemente suggestionabile, “nonostante l’aspetto”. Di Craxi per esempio lo colpirono la fronte oleosa e le dita mollicce, di Pertini l’instancabile malinconia, di Andreotti il parlottare sibillino (e la gobba una volta sembrò brillare nell’oscurità), di Berlusconi infine il modo di nutrirsi: ricordò che si era fatto preparare una tazza di spicchi di mela che buttava dentro la bocca, ne suggeva il succo con le labbra e inghiottiva il resto senza masticare, come se il corpo non fosse costituito dai tradizionali organi atti alla processione degli alimenti in nutrienti, bensì da un’informe massa biologica, una specie di distesa di sabbie mobili che assorbivano gli elementi senza subire modificazioni. Sostiene dopo quell’esperienza di non essere più riuscito a mangiare mele e di notte di sentire ancora il suono di quella terribile suzione.
Da queste vicende tragga ognuno le conclusioni che ritiene più opportune senza farsi influenzare dall’opinione altrui. Da parte mia constato il fatto che le prove non mentono e che è proprio come dicevo io, come diceva Clive Barker: le docce ghiacciate non servono al premier per alchemiche funzioni erettili ma per conservare i tessuti in forma criogenica, ricompattare carni sfatte, straziate dal piacere, che altrimenti franerebbero. Si fa tanto un gran parlare del mistero della fortuna di Silvio: basterebbe osservare il suo volto sformato dal godimento fino alla tortura o i cenobiti che lo sorvegliano (Letta, Dell’Utri, Confalonieri, Galliani) per ammettere l’inammissibile, ovvero il patto di sangue ed estasi sessuale stretto ab origine con la scatola di Hellraiser. La fine di Silvio è dunque già scritta, in senso barkeriano: la sua deflagrazione in mille pezzi. È l’unico destino possibile, l’unica santità, per un’esistenza immolata alla carne.
Si obietterà: tale de-generazione è conficcata nelle carni della nostra stessa storia. Non sono forse sangue e sperma gli elementi essenziali di un’intera civiltà ferocemente organica come quella dell’antica Roma?
Non voglio eludere la domanda. L’imperatore Aureliano infilzava 2 nemici al giorno, Silvio 2 escort con eguale impeto. Se non fosse che alla decadenza romana è intrinseca una metafisica grandezza, si dovrebbero equiparare i festini di Silvio alle feste orgiastico-artistiche neroniane (il Karaoke vs la Lira – ma a Nerone lo assimila, oltre al plauso di un pubblico perenne, la compulsiva edificazione di città ideali: Milano 2, Milano 3, L’Aquila…) o ai cortei tardoimperiali di transessuali in trionfo con imperatori sodomiti (Eliogabalo che entrò a Roma da tergo). Silvio certo ne avrebbe ribrezzo, ma se accludiamo al circo panspermatico il codazzo mediale otteniamo un tripudio di carni ibride, trans-, proto-, post-sessuali, di eunuchi e baccanti e ninfette e ninfomani degne di un carnevale di Ensor.
È vero, lo ammetto. Silvio può essere considerato autenticamente romano. E sarebbe solo in apparenza paradossale il fatto che un uomo che ha costruito sulla virtualità il proprio potere esprima la più autentica essenza del suo essere nella carne e nello sperma. Questo è infatti il gioco ironico della postmodernità.
Se può essere dunque concesso a Silvio addirittura il titolo di mito, io affermo con vigore che proprio il suo essere romano ne certifica l’appartenenza a una dimensione arcaica.
Non certo del mito di Omero o di John Milius si sta parlando. Milius opera in un orizzonte eroico, è un regista solare, olimpico. Al contrario di William Friedkin, altro regista detto “antropologico”, che osserva invece il mondo con occhio morale, mosso da un pessimismo cosmico sulla natura umana: c’è una sorta di inevitabile necessità che spinge la natura matrigna verso i buoni o i cattivi. L’opposizione-inclusione di Milius-Friedkin si può dunque leggere come una versione aggiornata di quella epico-tragica, ben rappresentata in generale dalla figura di Agamennone.
Epico-tragico: siamo come si vede ben lontani dal mito arcaico del barkeriano Silvio, che solo in Paul Verhoeven trova affinità. Ricordate di Spetters la puzza di fritto, la naturalità della violenza? O gli stupri o il fiore di sperma in Flesh & Blood (Carne e Sangue)? Ricordate come sanguina l’uomo invisibile? O come fanno sesso le donne in Starship Troopers?
Ma soprattutto ricordate Fiore di Carne, dove il pene di Rutger Hauer s’incaglia (senza mutande) nella cerniera dei jeans e con uno strappo violento la carne e il metallo scoppiano l’uno nell’altro, in una sorta di fusione cyberpunk? Fiore di carne è un film fatto di vomito, di sperma e di sangue e non gli appartiene altro messaggio che questo: finché vivi scopi e quando muori sei marcio, la tua parrucca (il parrucchino) triturati dalla spazzatura, come un rifiuto. È tutto qui.
Verhoeven è arcaico. Come Silvio, rubizzo Zeus nella manifestazione di animalesca furia procreatrice, rimanda a una dimensione teriomorfa, alle metamorfosi animali delle divinità ctonie, non alle trasfigurazioni umane degli dei olimpici. In Friedkin i personaggi agiscono come animali, in Paul Verhoeven sono animali. È curioso che spetti a Verhoeven il titolo di primo regista istituzionalmente cyberpunk (Robocop), il divus cinematografico della fusione tra carne e metallo (ancor più curioso il fatto che del film si rammenti lo smembramento del protagonista o lo spappolamento di un criminale nell’acido più che i virtuosismi metallurgici della macchina), così come spetta a Silvio rappresentare istituzionalmente la prima fusione cyberpunk tra sesso carnale e sua virtualizzazione-sublimazione tecno-mediatica.
Silvio appartiene alla stessa primordialità di Paul Verhoeven, a un mondo d’immagini potentissime e ferocemente carnali: al titano Prometeo viene squarciato il petto e divorato il fegato da un’aquila, Crono evira Urano con un falcetto, dal ribollire di sangue e sperma del pene del padre che precipita nell’oceano sorge la dea Venere…
L’antica fede è terrestre e attaccata all’elemento, così come l’antica esistenza medesima. Terra, generazione, sangue e morte sono le grandi realtà che dominano tale fede. Sono una pluralità, ma confluiscono tutte in una grande ed unica essenzialità. Lo vediamo nelle divinità in cui esse si rappresentano: appartengono tutte alla terra, tutte partecipano della vita e della morte; pur essendo ognuna foggiata in un modo particolare, si possono tutte definire divinità della terra e dei morti. (Walter Friedrich Otto)
Ma Berlusconi, nonostante tutto, non è un Dio. Ed ecco che la cupa vitalità sessuale del premier non esorcizza altro, in fin dei conti, che il consueto terrore della solitudine e della morte. Un tema così banale, così umano, che non vale neanche la pena parlarne.
Questo post è inspiegabile (cit.), nonché troppo lungo, onanistico, politicizzato e fuori luogo. In una parola: noioso.
Questo articolo lo trovo geniale. A tratti bellissimo, come nell’innesco simbiotico tra il Banana e Hellreiser o l’idea della carne esposta. Spero ne seguiranno altri.
Verrebbe da dire: Meno male che Merenda c’è :-)
Bel pezzo, mi e’ piaciuto: che I400calci si stia trasformando in un sito serio? Ovviamente spero di no, ma comunque il pezzo ha intuizioni interessanti.
Berlusconi come personaggio Verhoeveniano: dove non e’ il decadimento fisico metaforone di quello morale (troppo facile), ma la trasformazione fisica (cui segue il decadimento) conduce al decadimento morale, da qui la deflagrazione di Berlusconi, e nell’immagine e nel corpo… e non mi dipsiacerebbe vedere Berlusconi esplodere tipo Scanners durante un discorso alle nazioni a reti unificate
Complimenti, è unanalisi insolita che però mi ha incuriosito e divertito, sarebbe bello leggere cose simili più spesso
Affascinante, profondo, forse troppo lungo, forse a tratti introspettivo, di sicuro di difficile costruzione e quindi comprensione, di certo per pochi. Bella te!
Però spero sotto sotto che passi poco osservato, magari molto letto e poco commentato, perchè è anche un cerino lanciato nella santa barbara di una nave pirata, magari si spegne in volo, magari scoppia la polveriera della politicizzazione (vera o supposta che sia), e se succede è un disastro.
Non invocate la par condicio per fare un pezzo uguale su Bersani o altro rappresentante dell’opposizione, vi prego.
Ringrazio vivamente Jean Luc Merenda per quanto ci hai raccontato, ma spero vivamente che politica e 400calci rimangano sempre lontani e distinti.
Apoliticamente vostro
Jo
(ma come razzo scrivo quando cerco di essere serio? O_o)
Mi accodo a jo, per quanto onorevole e intelligente, non è per pezzi come questo che frequento i 400 calci.
Però se fate una coalizione tu e Leonardo ci scappa la nuova corrente d’opposizione!
grazie a Harry Piotta per gli apprezzamenti, e agli altri per critiche e commenti, ma vorrei precisare che questo NON è un pezzo “politico” (che cosa significhi “politico” è poi tutto da capire). Sfido a trovare elementi di giudizio morale nel testo o di posizione “politica”. Non ce ne sono, perché Berlusconi non è una forma politica, ma una forma dell’immaginario. Comunque non vi preoccupate non c’è pericolo che i 400 calci diventi “politico”. Almeno credo.
Per Gigi: è verissimo, il Nostro è anche visceralmente cronenberghiano (basterebbe pensare tutti gli innesti…, o al rapporto carnale con la TV: Videodrome puro). Silvio-Cronenberg-Barker-Verhoeven-Cyberpunk-posthuman. Visto come l’immaginario è coerente?
E grazie anche a Luke naturalmente (ho visto solo adesso il commento): anche l’onanismo è un duro lavoro :-)
Vorrei segnalare peraltro il tag di Cobretti “peni incagliati nelle cerniere dei jeans”. Sarà un tema che tra qualche anno occuperà le prime pagine dei giornali.
Meravigliosa divagazione. Non politica ma estetica. Complimenti. Lyotard e tutta la cricca sarebbero fieri di te.
Sono perfettamente d’accordo con nel vedere come assolutamente apolitico il post, è ovvio che possa parlare di temi a cui la politica fa riferimento, ma per il decadimento di quest’ultima, che ha portato alla costruzione di due schieramenti, con precise connotazioni “d’immagine” quando poi alla fine purtroppo la differenza è quella che è…
Mi è sempre pesato, in real life e in lidi internettari, non poter fare commenti su temi riguardanti l’immaginario collettivo di certe figure senza essere accusato di fare politica, probabilmente era dovuto al non averne i mezzi e lo stimolo per farlo, perchè per quanto mi riguarda ritengo quello usato da Jean-Luc il modo di realizzarlo.
Leggo da mesi i 400 calci, e quello che ho sempre apprezzato di più sono proprio le argomentazioni non (esclusivamente asd!) auto-referenziali, credendo che usare termini di paragone legati a temi “comuni” sia difficile e quindi da premiare, e in quest’ottica la politica (anche se come già detto per una devolution (cit.) della stessa) era ancora un tabù in questi lidi.
grande Luke, hai centrato esattamente la questione. L’Italia è fissata con la “politica” quasi quanto è fissata con la “realtà”. Sono tent’anni che sento dire dei film italiani che “finalmente parlano della realtà”.
Mi vien da dire: noi dei 400 calci per il cinema che amiamo non parliamo mai di “realtà” ma, semmai, di “mondi”. Questo vuol dire allora che siamo nati come un sito politico.
grande Luke, hai centrato esattamente la questione. L’Italia è fissata con la “politica” quasi quanto è fissata con la “realtà”. Sono tent’anni che sento dire dei film italiani che “finalmente parlano della realtà”.
Mi vien da dire: noi dei 400 calci per il cinema che amiamo non parliamo mai di “realtà” ma, semmai, di “mondi”. Questo vuol dire allora che siamo nati come un sito politico (?).
Elucubrazione esegetica fine a sé stessa. Aka: mi son rotto il cazzo a leggere.
ps: Sempre che possa permettermi di parlare a nome di tutti, ovviamente.
@Delurking – se posso permettermi, non essendo l’autore, io DETESTO quando qualcuno dice “fine a se stesso” come una critica. a cosa dovrebbe esser fine se non a se stesso? a rimediar figa? guadagnar soldi? insegnarti come stare al mondo? dimostrare che hai torto?
avercene, di gente che scrive per scrivere.
posto ora perché non ho avuto tempo, prima, di leggere senza interruzioni.
Un articolo difficile e non per tutti, che forse può generare qualche incomprensione, come spesso succede alle menti geniali.
Il mio unico rammarico è sicuramente non poter guardare lo scrittore all’opera su questi pezzi, al pieno dell’estasi creativa.
che orgoglio sarebbe!
..sono commosso… 18 commenti su un post come questo e ancora non scatta il flame. Mi fate quasi paura. Tutti. Significa che da qualche parte su internet c’è un germoglio di civiltà? E quindi essendo internet un non-luogo, significa che questo germoglio è equamente diviso in Italia e nel resto del mondo dove vivono i partecipanti (OT: mi pare di capire che ci siano parecchi che vivono all’estero, oltre alla redazione)
Uao!
….però sarebbe uscito il trailer del nuovo tuailait… daiiiiiii scateniamo il flame li? DDDDDAAAAIIIIIIIIIIII!!!!!
Stronzi! Siete tutti stronziiiiii!!!!
Zen
P.S. Il mio apporto al flame non riesce andare oltre. Scusate.
P.P.S. Anzi sì: Iron Man 2 pupù. Tiè.
..ehm… grazie per il veloce supporto Zen ma… io intendevo “appena viene fatto un post sul nuovo tuailait scateniamo LI il flame, visto che è uscito il nuovo trailer” -_-‘
Ah.
Sì.
Certo.
L’avevo capito.
Anche se avevo letto di fretta.
Ehm…
…letto qualche buon libro, di recente?
*.*
il treilier di quel robo lì??
quindi si approssima la stagione delle bimbeminkia!
ottima notizia!
(il post è bello, ma io ste cose non le capisco mai…non mi piacciono le catene di aggettivi, perdonatemi:-(
oddio sembro un pedofilo nel commento sopra, scusatemi…
intendevo la stagione del flaming alle bimbeminkia…
capisco, preferisci parlare in codice.
Ecco, per una volta nel redarre un post aggiungo meno link e grassetti del solito, e prontamente salta fuori qualcuno a dire che e’ noioso e che non l’ha letto tutto. Prendetela come lezione sull’importanza della tipografia.
Detto questo:
1) no, non abbiamo la minima intenzione di buttarci in politica, ma vedo che vi siete gia’ accorti che questo post non parla di politica
2) se c’e’ una cosa di cui sono molto orgoglione dei 400 Calci e’ che non ci legge gente scema, ma gente sveglia durante quelle pause in cui ha voglia di tenere il cervello spento (e questo include anche coloro che hanno dichiarato di non aver letto/gradito questo post). Vi stimo a tutti indistintamente, e mi e’ piaciuto per una volta cogliere di sorpresa quelli di voi che se l’erano scordati acceso ;)
Mi permetto di riportare la discussione in topic, anche perche’ il livello della masturbazione mentale e’ cosi’ elevato, che non voglio perdere il momentum.
Il problema dell’Italia e’ che tutto e’ politico, non si puo’ parlare di nulla perche’ tutto e’ visto come un attacco o una provocazione: da qui lo stato dell’informazione italiana, ridotta al balbettio, alla chiaccera da salotto, al pettegolezzo, all’invisibilita’.
L’informazione italiana e’ malata e Berlusconi e’ il virus che la sta uccidendo in via definitiva: Berlusconi e’ non solo un virus mediatico, ma un vero e’ proprio virus fisico, una malattia tutta italiana che ha attecchitto nel cervello di milioni di persone. Come si sconfigge, ho uccidendo il corpo (qualcuno ha detto nuova carne?) o uccidendo il virus, che stando cosi’ le cose finira’ per uccidersi da solo, esplodendo: il corpo che non puo’ contenere l’immagine di stesso; un’immaginario piu’ grande di quanto una scatola di carne possa contenere, ecco cos’e’ Berlusconi… una sorta di Mago di Oz.
James Wood alla fine di Videodrome si spara, per rinascere come immagine, come informazione (nuova carne), in Essi vivono la menzogna e’ una questione di percezione errata e non di informazione: tutto questo suggerisce che per sconfiggere il virus o ricreiamo il corpo perche’ quello attuale non ha sufficienti anticorpi per difendersi (internet, social network, non sono nuove forme di identita’, realta’ che noi ci costruiamo, nuove forme di liberta’), per diventare noi stessi pura informazione oppure scegliamo di abbandonarci, di essere vittime e complici (mi viene in mente Robocop, ma anche Showgirs dove sono la pesantezza di carne e materia le prime prigioni dello spirito).
QUESTO ARTICOLO E’ UN CAPOLAVORO,
non ho parole….COPIO E INCOLLO E CI FACCIO UN QUADRO..
GENIALE..!
Oggetto strano, questo post. Divagazione estetica (ed a volte estatica, stanti le frequenti intromissioni mitologiche), spunto di riflessione alto pur trattando di sangue e sperma, Very Long, Did Read con grande piacere – e più di una volta, perché non è che avessi capito tutto subito.
disclaimer: da qui in poi vado a ruota libera e probabilmente dirò svariate minchiate, ma that’s entrettainment (scritto così)
Salta all’occhio che nei riferimenti religiosi manchino del tutto le suggestioni cristologiche: questo nonostante il rituale della comunione sia essenzialmente cannibalismo derivante dai culti dionisiaci. Però è coerente: lo stesso Berlusconi, dopo un primo periodo in cui aveva provato a convincere/convincersi di essere (l’)Eletto (“unto del signore”) ha abbandonato quella ramificazione del racconto. Ed effettivamente la rappresentazione berlusconiana è lontana da quella dei due film tra i più “cristiani” dell’immaginario pop come Guerre Stellari o Matrix: non c’è alcuna destinazione alla grandezza, all’elevazione oltre la carne in B., c’è anzi il processo inverso, la riduzione ad impulso primario di ogni istanza umana: si fanno le cose perché si vuole di più, avere di più, scopare di più, tanto che ciascun tentativo di alternativa è derubricato a invidia, dettata dall’incapacità o impotenza di essere come lui.
Berlusconi non è quindi una sorgente, è al contrario come un saprofita che si alimenta del decadimento attorno a sé, che forse lo costruisce, esorcizzando in tal modo quella paura della morte delineata nel post: come il proverbiale orbo è sovrano nel paese dei ciechi, così il quasi-conservato in mezzo ai già decomposti figura come un superuomo, un immortale.
Divagazione etimologica/cristologica/pacchettistica/semiquantica e non pignola, ma vi prego di prenderla con quanta più leggerezza possibile, scrivo giusto per amor di conversazione:
Nel mio intervento ho parlato di riferimenti politici perchè il soggetto è una figura politica (ahimè..)(ecco, l’ho detto, ho fatto un commento politico), un soggetto mediatico di grande spicco (vedi commento di prima), che viene analizzato da Jean Luc Merenda non come essere umano (è basso, alto, giovane, vecchio, gioca a calcio, gioca a bocce, ha nipoti, è vedovo, etc.) ma come soggetto mediatico.
Un soggetto mediatico particolare, che più di ogni altra figura politica ha fuso la sua immagine (la sua carne?) con quella del suo partito, in un culto quasi feticistico di questa specie di vitello d’oro.
…sto rileggendo e in effetti mi rendo conto che suona più chiaro nella mia testa che a video.
..credo che tutto alla fine si risolva nella mia perplessità (paura) nel vedere citato e analizzato (e quindi pubblicizzato) un soggetto che con la pubblicità ha già fatto quello che ha fatto, e ottenuto quello che ha ottenuto, e non credo si meriti ulteriore spazio nella testa delle persone..
Però l’articolo, e i commenti che sto continuando a leggere, continuano a spaccare. Bella voi. Tutti. (soprattutto Zen che si è slanciato di cuore alla mia richiesta di caos improvvisa, e con nonchalance ha cercato di tirarsene fuori dopo :-D )
mi permetto di consigliare un libro che devo studiare per sociologia della comunicazione (in realtà lo devo studiare perchè l’ha scritto il prof… ma tanto io ho fatto le fotocopie) che tratta della rappresentazione mediatica del corpo del leader (quello bassetto coi capelli dipinti sul cranio)
“il superleader”
di F. Boni
potrebbe essere interessante
Bellissimo post. Analisi della realtà attraverso la lente dell’immaginario cinematografico – letterario. Bravi!
Un vero peccato che uno che sa scrivere così bene usi il suo talento per una cazzata simile!
Scritto bene ma privo di contenuti che non siano triti, ritriti e stratriti. Anzi, privo di contenuti a basta. Una sequela di frasi ben scritte ma a vanvera.
Un vero peccato.
Berlusconi è Adam Susan,come è visto al di fuori del palazzo dove nell’oscurità sessualmente gode attraverso la sua macchina luminosa di televisiva magnificenza.
E ciò spiegherebbe il suo modo di considerare le donne.