Era il 1999, avevo 22 anni e ricordo di essere andato con il mio amichetto Charles Sartorius al cinema Arti. Permettete una parentesi local. Per chi è di Milano, il cinema Arti è una vera e propria istituzione dell’infanzia. Quando si era piccoli, al cinema si andava solo ed unicamente all’Arti. Una sala sponsored by la Disney in persona, che aveva anche fornito, con estrema magnaminità. una riproduzione gigante del famoso castello fatato, quello del logo, che si poteva ammirare sulla facciata centrale dello stabile. Già quello bastava a gasarti a manovella. Poi, una volta dentro, era il massimo della vita. C’era la sala giochi piena di giochi (cit. Max Pezzali), tutti messi in bellissime vetrine. Tra queste, mi ricordo con ancora l’amore negli occhi, una bellissima vetrinetta munita di un X-Wing, un Millenium Falcon e una Morte Nera, tutti appesi a piccoli ed invisibili fili di nylon. E tu, che guardavi la vetrina con i tuoi amichetti, eri tutto un: “Piuuuuuuuuuuuuuu, Fiuuuuuuuuuuuu! Booooooooooom!” Dopo essere passato al bar, con in mano tutte le schifezzze che riuscivi a farti comprare dalla mamma, entravi in sala. Sulle pareti, un altro regalo della Disney: l’alfabeto dei personaggi: dei cartelli bianchi dove c’era il personaggio, appoggiato alla lettera dell’iniziale del suo nome. La A di Aristogatti, la B di Basil, la C di Cip & Ciop, e così via. Bellissimo. La cosa però che ricordo con più amore, era la pausa tra il primo e il secondo tempo, quando si accendevano le luci e tutti, tutti i bambini si scapicollavano verso lo schermo. Appena sotto infatti, c’era come un piccolo palchettino, dove si andava a correre senza alcun senso – come solo i bambini sanno fare – per quei cinque, dieci minuti di pausa. Poi di colpo si rispegnevano le luci, e tu tornavi, sempre di corsa, verso la mamma, che ti aspettava ancora lì seduta, con in mano la cochina, il buondì al cioccolato o i pop corn. E via col secondo tempo di Taron e la Pentola Magica o del film de Gli Orsetti del Cuore. Tutto. Ci vedevamo di tutto.
Era il 1999, avevo 22 anni e ricordo di essere andato con il mio amichetto Charles Sartorius al cinema Arti. Da tempo non c’era più la vecchia sagoma del castello Disney. Ora la facciata del cinema Arti dimostrava tutta la sua età: mattoni a vista un po’ malandati e la vecchia insegna bianca oggi tutta sporca e arrugginita. Non ci andavamo da quando eravamo piccoli in quel cinema. Normale: eravamo cresciuti, eravamo passati nella fase dei metallari e anche attraverso quella fase dei numeri di Playboy nascosti tra i libri di scuola. Eravamo grandi e, anche se lì ci avevamo visti i film più belli della nostra vita, se ce l’aveste chiesto cinque o sei anni prima, probabilmente vi avremmo risposto che a noi i film dei bambini ci facevano cagare. Però quel giorno siamo tornati all’Arti perché volevamo assolutamente vedere quel film, e a Milano lo davano solo lì. Siamo entrati in sala e ricordo che m’è venuto il magone, perché le poltrone mi sembravano piccolissime e il pavimento era tutto appiccicaticcio di cochina rovesciata. Quante cochine che avevo rovesciato su quel pavimento nero! Com’è triste rovesciare la cochina da piccolo! Che ti va tantissimo e da un momento all’altro non ce l’hai più, ed è lì, tutta spetasciata per terra, e poi ci corri sopra. e le scarpe – senza lacci, ma con le chiusure col velcro – fanno ci ci cì ciack e sembra che ci sia una calamita che ti tiene fermi i piedini. Poi si sono spente le luci ed è cominciato Il Gigante di Ferro. E ci siamo commossi tutti e due. Ma non perché siamo due vecchi tromboni since 1999, ma perché Il Gigante di Ferro è un filmone!
Brad Bird non ha sbagliato nulla nella sua vita. L’esordio è del 1987 con Family Dog, unico episodio animato della serie Storie Incredibili, la risposta di Spielberg a Ai Confini della Realtà. Vi metto qui Family Dog, perché anche questo è stata una madeleine, modello l’Arti nel 1999.
httpv://www.youtube.com/watch?v=Gd0DnzxXzZ0
Te lo ricordavi? Che bello. Stringimi forte la mano, figliuolo. Ma si diceva di Brad, che poi ha lavorato nel giallo mondo de I Simpsons ed infine ha esordito per la Disney con quella bombetta che era Il Gigante di Ferro. Io un po’ ci spero che voi non l’abbiate mai visto, così stasera ve lo guardate a casa sul vostro divano e poi ci incontriamo un giorno e ci abbracciamo forte. Ovviamente quelli della Pixar non se lo sono lasciati sfuggire, e lui ha ricambiato scrivendo e dirigendo Gli Incredibili. Non proprio un filmetto. E poi gli hanno affidato Ratatouille, che non è Gli Incredibili, ma è comunque un filmone. E da lì nulla, è diventato Senior Creative Team per Up! e Toy Story 3. Senior Creative Team penso sia una posizione dove ti riempiono di fantastiliardi di dollari per fare tipo che sei a casa mezzo ‘mbriaco, chiami uno dei tuoi schiavetti e gli dici: “Coglionazzo, segnati questa roba: c’è tipo un robot che sembra quello lì, quel robot vecchio del film con Steve Guttenberg che si aggira per una discarica con un insetto. Ah, e poi guardano i musical. Hai segnato? Coglionazzo, qui si crea, altro che. Io alla tua età… Lasciamo perdere, vah. Vedi di portrami un kebab di legno tra cinque minuti qui a casa. Sì, lo voglio di legno il kebab, hai problemi?”.
Brad Bird è il primo dei registi della Pixar a passare al film live, con gli attori in carne ed ossa. A me questa cosa mi fa andre giù di testa, perché è una vita che noi facciamo quelli che “la Pixar è più cinema del cinema vero!”. E adesso siamo arrivati alla prova del nove. OK, posso parlare di Mission: Impossible – Protocollo Fantasma. Son prolisso, che ci volete fare. Rispondiamo quindi alla domanda delle domande. Come se la cava Brad Bird, ora che è passato a fare i film con gli attori veri? Se la cava bene, molto bene. Cioè, diciamo che manco si vede che Brad arriva dal mondo del cinema d’animazione. Sembra che abbia fatto sempre film del genere, come M:I-IV. Forse, si potrebbe azzardare, manca un po’ di personalità. De Palma depalmava, John Woo buttava colombe al rallentì in fazza a Thandie Newton in versione candeggio gentile, J. J. Abrams aveva dato una lucidata al tutto. E poi arriva Brad Bird. Dietro c’è ancora J. J. Abrams con la sua Bad Robot, ma il timone ce l’ha in mano Brad Bird. E cosa fa il vecchio Brad? Beh, fa il suo. Che deve fare, scusa? Fa quello che deve fare un regista X chiamato a dirigere un film come M:I-IV. Cinque o sei macrosequenze action da urlo e una storia che, segui o non segui, è un po’ lo stesso. Non fraintendetemi, eh? C’è tutto quello che ci deve essere a volume 11 e pure qualcosina in più, ma se dovessi individuare una particolarità registica, ecco, in questo film farei un po’ fatica. Cioè, è una bomba di film, sia chiaro, eh? Non che poi mi dite che non mi sono accorto che, ma speravo di vedere un po’ di più la mano di Brad. Tutto qui.
Si esce dal cinema pensando che la sceneggiatura è riuscita a gestire al meglio il difficile equilibrio tra action e comicità. E il rischio c’era, eh? Perché se ti lasci prendere la mano dal fatto che c’hai nel cast Simon Pegg, il rischio cazzata è dietro l’angolo. Invece su quell’aspetto stiamo sereni. Addirittura mi sembra di ricordare che per dieci minuti di film m’è stato simpatico pure Tom Cruise. Che è tutto dire. E poi ci sono queste cinque o sei macrosequenze d’azione che sono perfette. Il fulcro del film è la sequenza ambientata nella famosa Torre di Dubai, la Burj Khalifa. C’è tutto e di più. Talmente tanta roba che a ripensarci mi gira la testa. Saranno 20 minuti buoni di maschere, doppi giochi, inganni, mazzate, tecnologia, inseguimenti, esplosioni, ti prendo per un piede, tempeste di sabbia, sparatorie. Una roba che a metà ti viene da pensare: “E adesso?”. E loro rispondono rilanciando e portando il tutto a un grado ancora superiore di spettacolarità. Lo stesso nella sequenza ambientata in India o in quella ambientata al Cremlino. Un vero e proprio filmone che raccoglie l’eredità dei vecchi James Bond (sequenza action a vanvera iniziale compresa, feat. Sawyer di Lost, courtesy of J. J.Abrams) e che si diverte ad alzare in continuzione la palla, in un lento slow-burn che non sembra mai raggiungere il punto di saturazione. Una nota: Jeremy Renner, il nostro Tony Crimine preferito, qui mi sembra un po’ sprecato. Colpa di quell’egocentricone di Tom? Chiosa tristona finale: il vecchio Cinema Arti ha chiuso i battenti nel 2006. Oggi è la nuova sede del Teatro Derby. Ci si esibiscono dei comici che non fanno ridere.
DVD Quote:
“Mega filmone con Megasequenzes Power: cazzuto”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Oddio il cinema Arti!!! C’ho il groppo in gola solo a pensarci… sapevo l’avessero chiuso, ma non sapevo fosse il nuovo Derby… che mestizia…
comunque per fare i pignoli, quel filmone del Gigante di Ferro non è una produzione Disney, ma dell’arcirivale Warner (da bimbo ero convinto si odiassero fortissimo…)
…il cinema Arti… chebbelloch’era’lcinemaArti… sob…
Da quel poco che ho visto Simon Pegg è sprecato in questi film.
Un film in cui nei primi 30 secondi vengono sparate 3 persone di cui 2 in acrobazia, che volete di più, inizio senza preamboli e 2 ore di action senza pause, era da un pò che non se ne vedeva uno così.
Un grande difetto? Trama americana lineare. A differenza degli altri MI si capisce tutto anche mandando il cervello in stand by per qualche minuto.
Mi dispiace infierire ma:
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_giugno_15/ultimo-spettacolo-derby-190871079817.shtml
quindi non è manco più il Derby!!!
beh, la cosa mi rasserena
perché ogni volta che ci passavo davanti
mi giravano i coglioni…
certo, una banca peggio è pure del derby, eh?
@ Phoenix: in che senso sprecato?
Sprecato nel senso che non fa ridere come nei suoi film, sì.
sprecato nel senso che non te lo ricordi, no.
secondo me è bravo perché riesce a gestire la sua parte
senza per forza di cose dover far ridere in ogni sequenza
Ma me lo vado a vedere subito, subito dopo aver dato le dimissioni
combinazione ieri ero al cinema alla proiezione delle 13:35.
vero, tutto vero, le sequenze al burj khalifa mi hanno fatto sudare abbestia (soffro di vertigini) e nel complesso c’e’ un botto di tutto.
visto che qua c’e’ del pubblico esigente:
– EPIC MACCOSA (si perche’ anche in film del genere c’e’ MACCOSA e MACCOSA). tom sale in macchina e a na certa come folgorato si fa prestare na biro, si disegna sul palmo in 2 secondi 2 un volto e mostra il palmo al suo interlocutore e dice “e’ lui, chi e’?” e questo senza batter ciglio gli dice “ah certo, e’ mr sticazzi”
– SPIEGONI. quando non succede il finimondo ci sono spiegoni, in genere d’ammore o comunque di PROBBBLEMI
– PUBBLICITA’. si ringrazia il grattacielo piu’ alto del mondo, apple e bmw che se anche ti ci scagli da 100 metri in verticale ti salva la vita (non solo ve li fanno vedere, ma ve ne parlano proprio).
P.S.: il cinema arti era amore vero
@ Galbaccio:
ahahahahaha, mi hai fatto riderissimo con l’EPIC MACCOSA del disegnino sulla mano. verissimo.
@ Galbaccio
si vabbè, se stai anche a contare i MACCOSA….
Missile nucleare che passa sopra San Francisco e nessuno negli USA se ne accorge, anche meno direi.
Frontale fra un X6 e una serie 6 Cabrio ai 190 orari, Hunt che capriola e si sbuccia solo un ginocchio, il cattivo che ne esce solo zoppicando dopo 4 capriole col camion della BMW
Direi che MI non è proprio il film dove cercare il pelo nell’uomo
sisi gianni, non volevo cercare il pelo nell’uovo, volevo solo dire che al netto dei MACCOSA che uno si puo aspettare in un film tecno-action pompatissimo, ci stava in MACCOSA del tutto alieno al meccanismo del tipo di film itself e che per questo mi aveva colpito
sì, ma poi è la scioltezza con cui Tom si disegna sulla mano e l’altro annuisce. gran sequenza.
c’è anche un altro maccosa bellissima, ma me l’ha segnalato il Boss e quindi lo lascio a lui.
Ok, lanciamo la gara al MACCOSA più MACCOSA di tutti….
@ Galbaccio, in effetti si vuole quasi farla passare per una cosa seria…
Na bomba a orologeria sta cosa.
Quando Tom salta scalzo dalla finestra dell’ospedale non ho potuto fare a meno di pensare che male si poteva fare se gli rimaneva un dito del piede incastrato nei sanpietrini.
Respect 4 Mr Cruise che si è fatto personalmente le scene pazze a Dubai, altro che quei 5 poveracci degli expendables con le loro lagne, stunt poverini e richieste da PG-13.
Evviva Tom vero massiccio, evviva i ritratti sulle manine.
Sinceramente non mi sono riuscito a esaltare così tanto, un bel action movie sì, ma troppo patinato.
Ho solo una certezza, ad aprile quando uscirà The Raid finalmente l’action movie risorgerà.
Aggiungo: http://i582.photobucket.com/albums/ss263/Lautan_Indonesia/Artis%20Indonesia/THERAID1.jpg
@riccardo: speriamo. perché è talmente spinto che se è sotto l’11, mi gira veramente il cazzo, eh?
pensare che davanti al derby ci sono passato davanti un botto di volte (e il fatto che sia chiuso spiega la locandina di caveman fissa da almeno 2 anni)
@Casanova Wong Kar-Wai: cazzo se hai ragione
@Casanova Si non fa ridere, ma anche ho l’impressione (e solo quella perchè mi baso su spezzoni e sul trailer non l’ho mai visto per intero) che gli venga dedicato troppo poco spazio e/o che non è gestito al meglio. L’impressione come dire: ecco prendiamo st’attorone inglese e mettiamolo fuori posto e/o facciamolo sentire umile nei prodottoni hollywoodiani. Però ripeto non l’ho visto potrei sbagliarmi.
il vecchio cinema di quando ero ragazzino prima di chiudere ha messo in vendita le poltrone di legno senza imbottitura che manco la Panda.
se l’è comprata mio fratello l’ultimo lotto da cinque e manco c’è mai andato al cinema quel merda.
rece dolorosa, ma stima. e dolore. ma soprattutto stima.
Bello per 2/3. Mi spiego:
Promettente il primo atto (Russia), ispirato e perfetto il secondo (Dubai), inutile e fastidioso il terzo (India).
A chi non l’avesse ancora visto consiglierei di lasciare la sala dopo la sequenza della tempesta di sabbia; fingete che Tom raggiunga il cattivo, gli tiri un pugno e gridi forte “MISSIONE COMPIUTA!” — avrete appena scritto un finale più degno dell’originale.
fave di negri
Bello. Ora che ci ripenso ho totalmente rimosso il 3 (ricordo solo Seymour-Hoffman, la tipa al candeggio e robe traballanti made by Abrams), ma questo mi ha divertito pure più del 2. Cioè, divertente, ma il guaio è che sembrano essersi seduti ad un tavolo a dire ‘ok, vogliamo fare un film con QUESTA sequenza, QUESTA sequenza e poi QUEST’altra cosa GROSSA, come le teniamo insieme?’ Divertente e ottuso, però tenuto insieme da un po’ troppi maccosa. Molto buono che Cruise prenda in sto’ film certe pizze in faccia allucinanti, del tipo che ti viene da fare ‘uuuh che male’ manco stessi guardando un Faces Of Death…
Il Gigante di Ferro é della Warner, non della Disney.
Se mettete tra i MACCOSA Cruise che non si fa male, non avete capito lo spirito del film. Bird ha trasformato Cruise in un cartone animato, in un Wile Coyote “che cade ma non molla mai, ci puo’ cadere il mondo addosso o finire sotto un masso ma noi non ci arrenderemo mai” (cit.)
Infatti Cruise qui non è infallibile, tende a cascare in continuazione, dà craniate pazzesche al Burj Khalifa, ma sempre si rialza senza un graffio. Ed esattamente come Wile Coyote, i gadget della ACME come i guanti adesivi hanno la tendenza a non funzionare e a rompersi sul più bello(come non pure il palmare tracker, o il rover a levitazione magnetica).
Da cartone è pure il finale nel megaparcheggio, un incrocio tra il finale di Lupin e il Castello di Cagliostro e quello di Mosters Inc.
@casanova: cazzo, e’ tutt’oggi che penso a cosa ti ho detto e non mi ricordo. Intendevi Tom che si camuffa da turista mettendo la maglietta di Springsteen?
Esatto Anto, la trovata spassosona è proprio che si rompe tutto, sempre, in continuazione. Tranne Cruise, o Crociera, che non si rompe mai. No, mi è riuscita male, cancellate. Comunque pollici eretti per l’EPIC MACCOSA della manina, in attesa del MACCOSA di Señor Cobretti.
Beh no Cobretti, se è quello il tuo MACCOSA stravince la manina.
Si’ si’ la manina stravince e se il prossimo anno non va ai Sylvester e’ stata un’annata della madonna.
Bel film, mi ha divertito. Ma quanto è gnocca Paula Patton!
La trovata della tecnologia fallibile effettivamente è molto interessante.
Paula patton sembra fikissima nel film,
ma vista fuori dal set
(sia chiaro sempre in video)
tipo ai golden globe sembra il mio amico rosario
quello che batte qui sotto a casa mia
con le tette ma con anche l’ajunta.
Notare però che la tecnologia fallibile è tutta quella non Apple. La roba con la mela nel film va alla grandissima.
questo film porta il product placement al livello successivo: non solo ti presento il prodotto, faccio in modo che possedere il prodotto sia la morale stessa del film! (Tom Cruise: “chi è con me e vuole essere mio amico per la vita, prenda l’Iphone che poso sul tavolo”)
applauditissimi comici che non fanno ridere.
premetto che è il mio primo commento in assoluto su questo sito, sono molto emmmozionato… perdonatemi se dirò qualche cazzata.
Personalmente sono molto d’accordo con quelli che hanno notato quelle 3 o 4 forzature che sanno un pò di maccosa…
non ho gradito tutte quelle trovate da cartone animato che servono a ridicolizzare e a abbassare la tensione, tipo:
– tecnologia fallibile ma non del tutto, che basta una pugnetta del super eroe di turno per mandare tutto a posto (vd ipercabinatelecom)
– gente che si atteggia da super eroe senza esserlo per scadere in imbarazzanti macchiette (vd il socio che parla troppo nel cremlino)
– per le botte che ci sono state in questo film il massimo che ho visto era il nasino graffiato dell’agente russo. Ci mancava solo che hunt si alzasse con gli uccellini intorno alla testa dopo la fazzata sul grattacielo e mi sentivo proprio come ci si sente dopo il pranzo di natale a guardare l’ultima novità disney con i nipotini…
Non so voi ma io ho sentito parecchio la nostalgia di quei film d’azione in cui mi sento di avere l’espressione incazzata e tesa come gli attori per il 99,9% del tempo meno che negli ultimi 5 secondi dopo la scena d’azione finale