Stephen Fung è un attore slash modello slash cantante slash regista. Esordisce dietro la macchina da presa nel 2004 ma gira una serie di cose di cui non importa niente a nessuno finché non realizza che l’unico motivo per cui qualcuno dovrebbe voler fare il regista nella vita è attirare l’attenzione dei 400 Calci: inizia così nel 2012 una trilogia di botte cinesi (genere volgarmente detto gongfu movie) dedicata alla vita (spoiler alert: APPENA APPENA romanzata) dell’artista marziale Yang Luchan, maestro vissuto nella prima metà dell’800 e fondatore dello stile Yang, la forma di Tai Chi più diffusa ai giorni nostri. Tutto procede per il meglio, ma poi Stephen commette un errore madornale: una volta pronto il primo capitolo, Tai Chi Zero, invece di organizzare uno screening nel salotto della Cobretti Mansion, lo porta a Venezia.

Stephen Fung ritira il premio come miglior attore slash modello — e modestamente, non il contrario
Ora, chiunque si sia soffermato sull’argomento per più di dieci minuti sa che quello di Venezia è un festival molto meno fighetto/intellettuale/pettinato di quanto vorrebbe apparire, ma: provate a immaginarvi le facce di gente che è lì per vedere il film sui parigini post-sessantottini di Assayas e si ritrova dirottata su cinesi TUTTI UGUALI intenti a prendersi a calci per un’ora e quaranta.
Non sono facce soddisfatte.
Sono le facce di persone che dicono cose come “l’approfondimento dei personaggi lascia a desiderare” o “l’intreccio è prevedibile”.*
Lasciate che vi dica io qualcosa su Tai Chi Zero.
Tai Chi Zero (o Tai Chi 0, va bene uguale) si inserisce con l’eleganza di un triplo salto mortale all’indietro nella gloriosa tradizione del cinema hongkongese di cazzeggio, spettacolo di puro intrattenimento caratterizzato da umorismo demenziale e profondo disprezzo per qualunque cosa ricordi vagamente una sceneggiatura. Si ride, si mimano le mosse, non ci si accorge di quanto i sottotitoli smettono di funzionare perché tanto hai smesso di leggerli a metà e a fine visione si giura che da domani ci si iscrive tutti a Tai Chi — no ulteriore attività cerebrale is required e va benissimo così: è un genere, bisogna farsene una ragione e smettere di giudicarlo con lo stesso metro (e puzza sotto al naso) con cui si guarda il Gattopardo.
* Qualcuno – giuro – si è lamentato del fatto che non assomigliasse a La tigre e il dragone

Non avete idea di quanto sia difficile trovare il poster di un film di arti marziali cinese che abbia a che fare con il film in questione. In questo per esempio c’è un personaggio che nel film non compare.
Per cui, la “trama“. Yang Luchan nasce con due caratteristiche che sopperiscono più che egregiamente alla totale mancanza di una caratterizzazione: impara qualunque tecnica di combattimento semplicemente vedendola e ha un porro sulla fronte francamente disgustoso (a noi piacciono le cose disgustose, no?) che quando glielo si schiaccia va in berserk e sconfigge tutti i suoi avversari con furia omicida e capelli spettinati. Per il resto è il classico babbeo che sorride tutto il tempo senza avere veramente idea di cosa gli succede intorno (un ottimo pretesto per fargli succedere intorno le cose più nonsense), alla Forrest Gump, per capirci, o Goku di Dragonball se vogliamo restare in tema.
Il problema è che i continui berserk, sfruttati da un generale senza scrupoli in una guerra di cui si fatica a capire il senso, stanno consumando l’energia vitale di Luchan: l’unica possibilità per “guarire” è andare al villaggio di Chen e imparare una nuova arte marziale, il Tai Chi, da Tony Leung Ka-Fai (o smettere direttamente di combattere, cosa che, con grande garbo, non viene mai neanche presa in considerazione). E qui c’è il plot twist: al villaggio tutti sanno il kung fu, ma nessuno vuole insegnarlo a Luchan, in quanto “straniero”. Le divergenze si appianeranno quando Luchan e villagers faranno fronte comune contro un nemico ancora più straniero: gli inglesi (la Compagnia delle Indie o qualcosa del genere), ansiosi di demolire il rustico villaggio per costruirci sopra una ferrovia, con l’ausilio di un mostro meccanico (ah sì, c’è anche il mostro meccanico) e di un “traditore”, un cinese, cioè, che dimentico dell’onore e delle tradizioni, veste all’occidente sembrando un completo coglione.

Il cattivo del film, intento a disonorare la memoria degli antenati indossando capi d’abbigliamento occidentali
In realtà la parabola xenofoba (e vagamente tecnofoba) lascia il tempo che trova, facendo più ridere che altro (poi, sì, i cinesi sono effettivamente un popolo di leghisti, ma che scoperta: basta vedere Ip Man). Di interesse ben maggiore è l’espediente narrativo — tutti gli abitanti del villaggio sanno il kung fu — che permette in poco tempo di mettere in scena quanti e più bislacchi combattimenti possibili. E che messa in scena! Le acrobazie, curate dall’onnipresente Sammo Hung, sono quasi sempre perfette e il kung fu è un’arte marziale di un’eleganza senza pari, un balletto a distanza ravvicinata tutto gomitate, schiaffi, prese e controprese che nulla ha a che vedere con le implausibili, eteree evoluzioni del (generalmente vituperato) (non da me) wuxia.

Si mena forte, ma c’è anche tempo per riflettere
E se Sammo orchestra con grande abilità il concerto dei calci in da la fazza, Fung si sbizzarrisce in post produzione. Più del solito hongkongese mischione di generi (action, commedia, melodrammone — fun fact: qui il triangolo amoroso riguarda il cattivo, e non l’eroe! — e persino western) il vero marchio di fabbrica di Tai Chi Zero è il mischione di registri: dal flashback sull’infanzia di Luchan che parodizza il cinema muto alla sigla a cartoni animati, alla grafica da videogame, alle musiche metal di sottofondo, alle didascalie, scritte, simboli che appaiono in sovrimpressione per tutto il film. Il risultato è in qualche modo simile a Scott Pilgrim, con la sostanziale differenza che qui manca qualunque presupposto o funzionalità alla trama: in soldoni, in Scott Pilgrim aveva un senso perché parlava di una generazione che vede il mondo attraverso i fumetti e i videogiochi, qui Stephen Fung butta semplicemente dentro tutto quello che gli viene in mente, in totale anarchia, trovando una scusa e ulteriore motivo di cazzeggio nell’abbattimento della quarta parete. Così, quando un nuovo personaggio entra in scena, una serie di messaggi pop-up non solo ci informa chi è e da chi è interpretato, ma anche chi è quell’attore, ovvero cosa fa nella vita e perché è rilevante (il campione olimpico di arti marziali, il capo dello stunt team di Jackie Chan, l’allenatrice della squadra italiana di Tai Chi… E non scordiamo il cameo di Andrew Lau, creditato come “il regista della trilogia di Infernal Affairs”).
Il messaggio è chiaro: siamo tutti amici, ci stiamo divertendo un casino, non rompete le palle con la trama (o con la recitazione! Cristo, ma si può fare le pulci alla recitazione in un film di botte?) e guardate che figa questa scena in cui due tizi combattono mentre uno dei due tiene in mano un blocchetto di tofu e non lo fa mai cadere. Una scusa che tiene solo fintanto che il prodotto finito è gradevole, ma fin qui non c’è veramente un cazzo da obiettare.

“se mi fai cadere il tofu, poi te lo mangi”
Il problema semmai potrà presentarsi sulla lunga distanza, perché, come accennato in apertura, questo è il primo capitolo di una (presunta) trilogia. A Tai Chi Zero (che si conclude con un cliffhanger degno dei peggiori episodi dei Cavalieri dello Zodiaco) segue immediatamente Tai Chi Hero, girato contemporaneamente e splittandosi il budget, uscito nelle sale cinesi solo pochi mesi più tardi e il cui trailer è già contenuto nei titoli di coda, mentre ancora nulla si sa del terzo film ma sicuro come l’oro che in questo momento preciso, da qualche parte in Asia, Sammo Hung sta decidendo se è più figo se prima Tony Leung fa un salto mortale e poi ti da un calcio o se prima ti da il calcio e poi te ne da un altro.

“Big” Tony Leung Ka-Fai vi da il benvenuto alla vostra morte sopraggiunta per troppi calci in da la fazza
DVD-quote:
“Spettacolarmente anarchico e demenziale”
Quantum Tarantino, i400calci.com
Bè se sono soggetti alla forza di gravità allora il prodotto mi garba. E Zoolander sempre numero uno (tra l’altro previsto il seguito per l’anno prossimo!!!)
ara tutto, lo voglio!
Visto in lingua originale senza sottotitoli e non ci capivo ‘n cazzo quindi skippavo tutte le (troppe) parti parlate. In totale avrò visto 15 min di film.
Chissà in tutti quei discorsi che avevano da dirsi…
Purtroppo non riesco a condividere l’entusiasmo del buon Quantum, per me i ceffoni fatti a balletto con la fisarmonica simpatica in sottofondo non si potevano vedere.
bellissima (come al solito) la recensione, peccato per l’orrendo “splittare” (in italiano, più bello: suddividere) che mi fa pensare a due tipe di una società di revisione che anni fa vennero a fare le pulci alla ditta per cui lavoravo (ovviamente trovando di tutto) e che lo usavano a raffica…
CAzzo Tony Leung Ka-Fa!non cosa cosa ho visto l’altro ieri in russo con sottotitoli in romeno (in un pomeriggio-tipo sulla tv Moldava ex URSS), in un film in cui la trama non c’entrava un cazzo, ma era un film tipo questo: CINO-BOTTE-STEAMPUNK-GUERRANONSENSE, e con un tizio che si era costruito un aliante meccanico a manovelle e scappamento per poi planare sulla folla nemica lanciando razzi e bombe, nello stesso stile (mi pare) del mostro meccanico succitato….
Solo che non ho capito di che film si tratti… dal trailer non misembra si trattasse di thai ci zero… oppure sì??! C’è anche un aliante steampunk?
Potrebbe essere tanto matto da meritare la ricerca. La parte steampunk me la voglio proprio vedere.
Visto che il segmento mi pare questo, qualcuno mi sa dire il titolo di un film, credo cinese dove, tra le altre cose, vi era un vecchio maestro di kung-fu che insegnava all’adepto la mossa del “Gorilla ubriaco che scende dalla montagna”?. Non ricordo bene nulla, a parte il nome della mossa. Lo passarono su una rete locale dopo la mezza, tipo 15 anni fa, e mi fece andare ai pazzi che io ero lì che aspettavo dei consigli per contattare numeri di telefono lunghi lunghi.
Evviva i cinesi che si picchiano a caso. Gli voglio troppo bene.
http://www.youtube.com/watch?v=ucwQSwrKVBs
In generale, sembra figo…
Tuttavia l’esagerata ignoranza di certi film (chi ha detto Stephen Chow!) tipo Shaolin Soccer o Kung-Fu (o quello che c’era su RaiDue in seconda serata quando sono rientrato dalla balotta coi regis della East-BO-London che sembrava un mix tra Shaolin Soccer e Slam Dunk il manga di cui non so il nome) alla fine stancano e rovinano la bellezza della busseria…
L’accostamento a Dragon Ball (forse per via degli eccessivi passaggi nel pomeridiano di Italia 1) me lo ha rovinato subito e definitivamente… Lo steampunk però… forse una vista se l’è guadagnata, boh!
By the way, uno dei regis suggeriva la visione di L’arrivo di Wang, film di fantascienza dell’anno scorso italiano (tremiamo!): merita o la prox volta che lo vedo lo devo redarguire a calci in t’la faza?!?
@Steven Senegal
Era proprio un “gorilla ubriaco”?
Io di Drunken Master ricordo solo quelli di Jackie Chan… ma lì c’erano le mosse delle “12 divinità ubriache”!
Il primo secondo me meno spettacolare ma più ‘tennico’.
Compaiono le solite maestranze dei film di Jackie Chan di quel periodo: quello che fa il vecchietto maestro e arzillo, quello che fa il padre responsabile, quella che fa la madre furbetta, quello che fa l’incapace che si da le arie, quello che è l’amico scemo, ecc.
In una decina d’anni sarebbero poi usciti i grandi film del trio Chan – Hung – Biao (My Lucky Star, Wheals on Meal, Project A, ecc.)
Il secondo è stato fatto molti anni dopo, ed è solo in inglese… non so se nel frattempo l’abbiano doppiato in italiano, ma recuperatelo che merita… riprende la solita trama spesso usata in molti film di Jackie dopo quello (e usata anche da questo Tai Chi 0 o in Ip-Man 1 o l’omologo con Chow Yun Fat: gli straniere cattivi che hanno finalmente capito quanto sia ricca la cultura leghis… ehm cinese… e ne saccheggiato le opere d’arte…
Scena finale spettacolare perché SPOILER….
…gli stranieri cattivi danno calci in t’la faza troppo forti, il kung-fu del nostro diventa insuperabile come il tonno solo quando è ubriaco al punto giusto… Siccome ormai il personaggio è diventato adulto e maturo ed ha promesso al padre di non ubriacarsi più per non fare danni, per spakkare i kuli come si deve, si ubriaca di kerosene dentro una fonderia e poi inizia a martellare!!!
Fine Spoiler
Jackie interpreterà un personaggio simile nel più recente L’Impero Proibito (si chiamava così? E’ quello con lui che fa il maestro ubriaco e Jet Li che fa il monaco ma che in verità è Goku)… forse lì c’era la mossa del gorilla ubriaco?
@E’Stev’o: No, non era Jackie. La mossa citava proprio un gorilla ubriaco che scendeva dalla montagna. In testa mi era rimasta l’immagine di questo che, in mezzo a tutto il nonsense, scendeva da una piccola collina mulinando le mani sotto le ascelle e la didascalia ogni volta che te lo diceva: mossa del… etc. etc.
Avevo letto pure che il maestro etilico era una specie di retaggio culturale cino, chissà quanti ne esistono di film con kung fu con mosse ubriache, non è che sia proprio ferrato.
Ti dirò, inizialmente ricordavo pure elementi steampunk, per quello mi era venuto l’accostamento, solo che poi a frugare nei ricordi forse…ehm…erano nelle pubblicità che passarono dopo. Erano anni randagi.
Aggiungo che il film era vecchio vecchio, già 15 anni fa. A supporto della tesi che lo steampunk non vi fosse davvero. Comunque siamo già ben oltre l’OT concedibile. Scusassero.
@Steven Senegal
Ce ne fossero di più di film di Drunken Master, semmai ce ne segnalassero!
Era forse quel pasticciaccio brutto di Kung Pow?!?
Scusa a tutti per il bordello coi tag acca-ti-emme-elle del post di sopra…
Cmq viva i film vecchi: io ricordo un monaco con un braccio solo che menava a tutti (perchè l’altro glielo strappò il maestro cattivo perchè aveva dato una lezione allo studente cattivo) e c’era un monaco-scimmia tipo Peralman nel nome della rosa con un braccio solo che però quando faceva le malefatte riusciva a farsene crescere un altro… E’ una vita che lo cerco… penso che in Italia l’abbiano chiamato l’Uomo con la mano di travertino (?!?) e adesso ne hanno fatto una Tarantinata… (BTW quando esce in Italia The Man with the Iron Fist?)
@l’umanità
ok, rinuncio a usare i tag HTML, che è meglio!
@honkytonk: hai visto il sequel “Tai chi hero”…mi hanno lasciato entrambi completamente indifferente…..
@stev’o: la mano di travertino era la mossa segreta di franco franchi in “ku fu dalla sicilia con furore”….
Dalla rece mi attira dai commenti meno, vedrò uguale.
@mr_miracle
Si si! Ricordo!
Penso fosse una citazione a quel genere di film in quegli anni di exploitation! :)
Questo film è veramente un incubo. Troppo tarato per il pubblico del sud est asia. Ci sono tanti modi per perdere tempo e questo è uno dei peggiori.
Sara
@E’Steve’ O
Intanto un saluto a east no da west bo!
L’arrivo di wang. Dunque: se cerchi l’hanno recensito. Se vuoi ti dico che per me si lascia guardare ampiamente e, tranne la recitazione feccia e gli effetti agghiaccianti nel finale, non è nemmeno male. Meglio di sorrentino comunque.
Questo film mi pare divertente ma temo di non poter sopportare un ora e mezza di lingua strana con didascalie incomprensibili… Il limite linguistico mi bloccherà. Quando saprò il cinese lo guarderò!
Deludente. La rece è stata ingannevole, mi aspettavo un film che avesse un minimo di ritmo ma qui ci si addormenta facile, difficile da vedere fino alla fine, pochissime botte, pieno di stupidaggini poco interessanti e gag che lasciano il tempo che trovano. Inguardabile.
@Zio
Bella tex! Un saluto di ritorno da East a West BO London!
Letta la rece…. Mmmboh… Se mi capita x le mani ci do un occhio, ma andarlo a cercare no!
@Phoenix
Mio buon amico, eri stato avvertito…
Tutte quelle smorfie di merda mi hanno talmente fatto girare l’ostia che quei cinesi lì o il cazzo che sono li avrei bruciati vivi con una tanica di benza.
@Steven prova a cercare qui: http://en.wikipedia.org/wiki/Drunken_Monkey#In_the_movies
Io ho visto Mad Monkey Kung Fu, ma non mi pare si parli di un gorilla ubriaco che scende dalla montagna, ma magari in un altro di quelli listati…
@E’Stev’O Il mix di Slam Dunk e Shaolin Soccer penso sia – pronti per il nome fantasiosissimo? – Shaolin Basket, che comunque, al di la del fatto che il genere è un po’ meh, c’è da dire che la rissa nel bar è figa.
Il secondo Drunken Master è uno dei miei film preferiti perché le coreografie iniziano ad essere meno “scattose” e più fluide rispetto ai vecchi film Shaw e Jackie Chan era in formissima e con molte meno ossa rotte. Però alla fine si picchia con un cinese (che tira dei calci fenomenali e IRL faceva il bodyguard di Jackie Chan. Non so se mi spiego), non con uno straniero.
@Naccio Jai Fox
Ohi… ne ho visti talmente tanti di film del nostro Jackie che magari mi confondo…
Ma sono sicuro che quelli da menare alla fine del film nella mega-rissa definitiva fossero due…
Uno straniero di sicuro, l’altro china-ma-traitore-perchè-veste-all’occidentale?!?
Comunque uno dei più bei film di Jackie, molto in forma lui, (allora) ancora originale la storia… Mi piange il cuore a vedere i film che fa adesso, ma li guardo lo stesso perché ci sono troppo affezionato ed è giusto così!
@Schiaffi Ma mi aspettavo un genere di film che a me piace, quello di arti marziali comico asiatico, ma questo film fa schifo sotto tutti gli aspetti. Mi stupisce che sia stato recensito qui e anche bene, che emerita cagata.
@Naccio: Shaolin Basket è ovviamente il titolo italiano, in orginale, o meglio in anglofono, è un non molto più originale kung fu dunk e assomiglia tanto a slam dunk perchè ne è un adattamento (non so se ufficiale, in realtà) tanto che su imdb è accreditato come writer solo Takehicko Inoue, autore del manga…
a me comunque è piaciuto
OT chiuso
oddio, Phoenix, de gustibus eccetera, ma da qui ad accusare la recensione di essere ingannevole o questionare su cosa dovremmo o non dovremmo pubblicare sul sito…
l’umorismo demenziale tutto faccette, gente che inciampa e così via è insito in questo tipo di cinema: se ti fa cagare ti fa cagare, non posso farci niente, anche se comunque su quello credo di aver messo le mani avanti. ma riguardo la mancanza di ritmo e di botte, beh, qui ti devo contraddire. dì piuttosto che non ti piacciono le coreografie, o che il kung fu non è di tuo gradimento, ma questo film è fatto praticamente SOLO di ritmo e di botte, non succede nient’altro..!
sembra una sciocchezza, ma un conto è che io dico che è una figata e tu mi dici che ti fa cagare, e ci sta, un altro è che io dico “è un film di botte” e tu dici “la recensione è ingannevole, non ci sono botte”. così mi fai passare per uno che ha scritto la recensione leggendo solo il retro del dvd :D!
@Zambo scusa, hai una fonte? perché io ormai leggo ogni sei mesi che è prveisto un seguito di Zoolander per l’anno prossimo e poi non se ne fa mai niente, sono stufo di illudermi!
@honkytonkman_aka_james bondi quello che hai visto credo fosse Tai Chi Hero, seguito di questo Tai Chi Zero. non lo so di sicuro perché non l’ho ancora visto, ma credo ci sia un aereo steampunk…
@E’Stev’o The Man With the Iron Fists esce in italia a febbraio, ma negli usa credo sia già uscito. sono indeciso se cercarmi il dvd o aspettare di spararmelo al cinema, all’inizio ero scettico, ma adesso sono gasatissimo.
ah, il film con Jackie Chan che torna a fare il drunken master, the forbidden kingdom, tu l’hai visto? vale qualcosa o la presenta degli americani nella produzione l’ha trasformato nel solito cocktail diluito per il pubblico occidentale?
@Quantum Non ho detto che non ci sono botte ma che sono poche, almeno nella parte iniziale dopo non so se recupera. E se le stronzate con le scritte non spezzano il ritmo beh, se non mi sbaglio andava proprio in pausa per dire chi era l’attore.
The forbidden kingdom, yum…. mi sa che non l’ho visto ancora…
film con qualche bella scena d’azione ma purtroppo non si regge per tutta la durata. ha momenti di gran stanza e anche di noia.
e quantum tarantino come ha già dimostrato con l’exploitation hkese dimostra anche che ci capisce poco di cinema di arti marziali. come si sia convinto, un dato giorno, di nutrire una passione per sti generi e poi addirittura di scriverci dei pareri sopra, rimane un mistero.
coreografie quasi perfette un paio di cazzi.. sammo saprà fare il suo lavoro ma ha sporcato il tutto con il fastidiosissimo digitale.. comunque vederlo a venezia con le mummie snob non é stato male
http://hkmovieposter.blogspot.com/2012/10/tai-chi-2-hero-rises-tai-ji-ying-xiong.html
oh, comunque ho visto ieri il sequel (taichi hero), che aggiunge personaggi e retroscena , ma che sostanzialemnte porta avanti la storia di questo. solo che è meglio perché il tempo dedicato alle tre giovani facce da pesce lesso protagoniste (eddie peng – angelababy – yuan xiaochao) è un po’ meno del primo episodio.
e qua c’è per davvero una scena da ricordare: il combattimento nelle cucine imperiali con yuen biao (chissà se quantum tarantino sa chi è, yuen biao?), che è stupendo.
hahahaha beh e’ ufficialmente amore, direi