Ogni tanto sulla Settimana Enigmistica c’è un gioco che si intitola “Quasi tutto come allora”. Non so se ci avete mai giocato. Probabilmente no. Probabilmente voi giovinastri pensate che la Settimana Enigmistica sia – per usare il vostro gergo – una cosa “giurassica”. Bè, siete voi che ci perdete. Personalmente non so come farei a cacare senza. “Quasi tutto come allora” consiste in due vignette che ritraggono la stessa città a vent’anni di distanza: trovate le differenze. In genere sono minchiate del tipo che manca un comignolo, hanno aggiunto un’insegna, tolto una tendina, niente di diverso da un classico “aguzzate la vista”. A me però, mentre caco, piace scavare un po’ più in profondità, e nella pagina 46 della mia mente aggiungo qualche soluzione in più: al sesto piano mancano le tendine perché la vecchia che ci abitava è stata trovata morta davanti alla tv ancora accesa su La vita in diretta – ironia della sorte – e gli eredi hanno deciso di vendere l’appartamento a uno studio legale e le tendine sono state buttate via insieme a tutto il mobilio perché puzzavano di piscio di gatto e non le voleva nessuno. Dietro la casa in primo piano non si vede ma c’era un alimentari a gestione familiare, poi le richieste di pizzo si sono fatte sempre più pressanti, il proprietario si è ribellato, gli hanno dato fuoco al negozio, col commesso cingalese che dormiva nello stanzino sul retro. Hanno pure dovuto pagare il rimpatrio della salma. Al posto del negozio adesso c’è Promod.
Ecco. Il gioco di oggi è: provate a trovare le differenze tra le due vignette seguenti. Le soluzioni sono in fondo al post.
VIGNETTA UNO: 1990.
La vignetta raffigura il salotto di casa mia. Davanti al televisore – un Blaupunkt in simillegno che pesa quanto il duomo di Modena – ci sono io. Ho dieci anni. Ho dieci anni e sono il bambino più felice del mondo. Ho appena deciso che da grande guiderò i sommergibili e imparerò il russo per poter cantare inni solenni e marziali. Ho deciso che solcherò i grandi fiumi e i gelidi mari della madre Russia al timone di un sommergibile a propulsione silenziosa. Ho deciso che da grande sarò russo. Ho appena visto, per la seconda volta nello stesso pomeriggio, Caccia a Ottobre Rosso. I miei genitori se l’erano beccato su grande schermo senza di me, temevano fosse troppo complesso o troppo violento e non mi avevano portato al cinema; a mia mamma però era piaciuto molto, e appena il film era uscito in VHS lei era andata a noleggiarlo e me l’aveva portato. Adesso, qui nel mio salotto, me lo sono appena guardato due volte di fila, giusto il tempo di riavvolgere il nastro tra una visione e l’altra. Mascella ben salda sul pavimento. Nel mio cervellino, un solo coro:
httpv://www.youtube.com/watch?v=rPsL2WVhFCc
A dieci anni so giusto chi è Sean Connery. Tutti gli altri sono belle facce ignote che per tanti anni a venire continuerò a identificare con i personaggi di questo film, anche se Scott Glenn ricomparirà già nel mio film preferitissimo dell’anno dopo, Fuoco Assassino, e di lì a tre anni Sam Neill cambierà la vita a tutti noi insegnandoci che si muovono in branco. Ma in quel momento nella mia testa ci sono solo I SOMMERGIBILI. Andar! Pel vasto mar! Ridendo in faccia a monna morte ed al destino! Colpir! E seppellir! Ogni nemico che si affaccia sul cammino! Caccia a Ottobre Rosso è il miglior film che tu possa sperare di vedere quando hai dieci anni e l’ignoto ti tira il cazzetto più delle ragazze di Non è la rai (io, per la cronaca, ero innamoratissimo di Roberta Carrano). L’ignoto: non solo l’ignoto facile dei mari e degli abissi, dei fondali inesplorati, delle formazioni rocciose note come i Gemelli di Thor. Quello è l’ignoto che è ignoto a tutti. Ma c’è anche, forse ancora più arrapante, l’ignoto epico di tutte le nozioni che la gente ganza SA e che io ancora no ma che POTREI, un comandante russo nato in una città con un nome fichissimo come Vilnius, un sottomarino immenso che si chiama Ottobre Rosso “con riferimento alla rivoluzione d’ottobre”, un inno nazionale pazzesco in cui non capisci una sega ma che ti fa venir voglia di impugnare un falcetto, scattare in piedi e andare a mietere messi per l’avvenire del popolo. Caccia a Ottobre Rosso non è soltanto un thriller di sommergibili lunghi quanto via Fratti che erompono da mari grigi, sommergibili che schizzano fuori dall’acqua (“Il comandante li ha fatti saltare fuori dalla paura!”), sommergibili che scoppiano (“Sei contento, stronzo? Ci hai ammazzati”). È un thriller di sommergibili in cui le scene di raccordo (dialoghi nei corridoi, summit d’emergenza in cui Alec Baldwin capisce un dettaglio fondamentale ed elabora piani matti) sono fighe quanto le scene di azione, forse quasi di più, perché in tutti quei corridoi del potere dove si parla una lingua melliflua e sottotitolata si nasconde qualcosa di importantissimo, qualcosa che ha il suono di mille baritoni russi con delle folte barbe sale e pepe che io al momento posso solo sognare. Ma sono barbe che potrei avere. Sono nozioni che potrei conoscere. E che sicuramente celano il segreto per riuscire nella vita – proprio come Alec Baldwin, che si trombava la tipa col culo a cuore di 9 settimane e 1/2. La mia scena preferita, tra le mille di cui ho imparato i dialoghi a memoria, rimarrà quella dell’emersione dell’Ottobre Rosso per evacuare l’equipaggio, la torretta nera che domina sul mare e sul cielo bianchi gelidi, con Connery che finge eroismo (in realtà vuole disertare, la sapete la storia, no?) e Tim Curry (Tim Curry!) che ammirato e commosso gli dice “Avrà l’Ordine di Lenin per questo, signore”. Io non so cos’è l’Ordine di Lenin, ma so che da grande voglio pronunciare quella stessa frase con la cognizione di causa di chi Lenin sa benissimo chi è, e sa che cos’è il suo Ordine. Dovrò aspettare il trailer di Pacific Rim per vedere un manufatto russo solcare i mari con altrettanta enormità, altrettanta nera squadratissima enormità. Poi compare una di quelle scene accelerate con la folla sul marciapiede che diventa una macchia indisitinta in movimento, sole e luna che si alternano a razzo, arance che marciscono in due secondi, grattacieli che si costruiscono in quattro e quattr’otto, e capiamo che passano gli anni.
INTERVALLO
2007. È il mio compleanno e sono in aula che aspetto di dare l’esame di dottorato. Arriva il mio compagno d’università supercreepy e per rompere la tensione mi informa che è morto Pavarotti. E a me, anche se sono passati diciassette anni dalla quella prima visione di Caccia a Ottobre Rosso, la prima cosa che viene in mente è – no, un attimo, siamo onesti. La prima cosa che mi viene in mente è “PAVAROTTEN.COM”. Mando un SMS a un mio amico e ci scrivo solo “pavarotten.com”. Grazie. Ma la seconda cosa che mi viene in mente è la scena del radarista nero che racconta l’aneddoto di Pavarotti. “Pavarotti è un tenore, Paganini era un compositore”. Oh, tra parentesi, io cito battute del film a memoria aspettandomi che tutti voi le ricolleghiate alla scena giusta. Non ho idea del livello medio di incastonamento di questo film nell’immaginario collettivo di una generazione. Forse è più basso di quanto io creda. Tant’è.
VIGNETTA DUE: 2012
Ci sono io nel 2012, pochi mesi fa. La casa è la stessa, la stanza è diversa. Sono sdraiato sul letto con il portatile sulle gambe, e grazie alla magia del DVD ho appena visto Caccia a Ottobre Rosso in lingua originale, senza Pino Locchi e senza le battute che conoscevo a memoria. “Senza” è, in generale, la parola chiave di questo periodo. “Quasi tutto come allora”? Non proprio. Sean Connery è in pensione, Alec Baldwin ha divorziato, e neanch’io mi sento tanto bene. Sono un signore di una certa età, vecchio abbastanza per sapere chi è Lenin, che cos’è l’Ordine di Lenin, che cos’è la Rivoluzione d’Ottobre (grazie, Wikipedia). Vecchio abbastanza per riconoscere un sacco di attori in più, e rendermi conto che Caccia a Ottobre Rosso è un bellissimo museo di caratteristi anni Novanta: Joss Ackland, James Earl Jones, Jeffrey Jones, tutti gli attori a cui anni fa venivano assegnati di default i ruoli di ambasciatore, ammiraglio, generale, generico esperto e nerd ante litteram. I Brian Cox e i Simon Pegg di due decenni fa. Caccia a Ottobre Rosso è ancora un filmaccione, intendiamoci. È un film di John McTiernan, porca puttana, uno che – ora lo so – ha diretto alcune delle cose più imprescindibili di tutte, e che – ancora non riesco a spiegarmelo – è caduto precipitosamente nel dimenticatoio e non c’è un motivo plausibile per cui oggi nessuno lo veneri come un pilastro di quell’action che piace a noi. E Ottobre Rosso non ha NIENTE, NIENTE da invidiare ai suoi film più famosi. È ancora oggi un thriller solidissimo che usa tutti i vecchi cliché al momento giusto e per di più ne inventa di nuovi, cliché action-politico-spionistico-claustrofobici che sono nati qui e resistono ancora oggi. È il primo e tuttora il miglior film su Jack Ryan, la creatura di Tom Clancy che sarà al centro di uno stranissimo franchise in cui il personaggio principale è sempre lo stesso ma fondamentalmente nessuno se ne è mai reso conto e a nessuno gliene è mai fregato niente. Qui lo fa Baldwin, poi lo interpreteranno Harrison Ford in Giochi di potere e Sotto il segno del pericolo, Ben Affleck in Al vertice della tensione e, fresco fresco, Chris Pine in Jack Ryan, il prossimo film di Branagh di cui ho scoperto l’esistenza in questo istante. Certo, tutta la faccenda dell’entusiasmo preadolescenziale per l’ignoto: tanti saluti e grazie. Per colpa di Wikipedia e di milioni di altri film visti nel frattempo, l’alone di mistero figo che circondava il Cremlino di McTiernan è sparito insieme al mio faccino imberbe. Al suo posto emerge qualche ingenuità, tipo gli americani che devono spiegare ai vertici della CIA che cos’è la Rivoluzione d’Ottobre, o gli scozzesi che interpretano i russi. In fin dei conti Ottobre Rosso è un film che meritava un culto più fervente, e il fatto che nessuno oggi lo riconosca come un classico gioca a suo sfavore, perché a rivederlo nel 2013 sembra uguale a mille altri film successivi che però gli sono molto più debitori di quanto non si creda. E una delle cose che non ho mai dimenticato in tutti questi anni, cioè la colonna sonora di cori russi solenni e marziali, spadroneggia ancora su tutte le più belle scene di siluri e allarmi rossi. Quindi diamo a Basil Poledouris quel che è di Basil Poledouris (dopo Mc Tiernan, un altro che non mi spiego perché nessuno veneri come maestro), e chiudiamo la vignetta con la mano sul cuore, alte le voci, alti gli spiriti. «Credo di… Li ho sentiti cantare».
PAG. 46: SOLUZIONE
Avete trovato le differenze tra le due vignette, tra il 1990 e il 2012? Sono molte. Potete leggerle con una malinconica canzone in sottofondo, tipo i titoli di coda di American Graffiti.
John McTiernan non dirigerà più un successone degno del suo nome, a parte forse Die hard with a vengeance. Infilerà una serie di flop, alcuni epocali, e lo ritroveremo semidimenticato, autore rinnegato di capolavori che gli sono sopravvissuti quasi suo malgrado.
Jeffrey Jones, il Simon Pegg degli anni Novanta, è stato rimpiazzato da Johnny Depp come attore feticcio di Tim Burton ed è caduto in disgrazia dopo un’accusa di pedofilia. Non so quale delle due notizie sia più infamante.
La Settimana Enigmistica vanta ancora innumerevoli tentativi d’imitazione e cerca di aprirsi a un pubblico giovane. Molti dei suoi storici collaboratori, però, sono defunti. Il corvo parlante è stato abbattuto nel 2005. Le sue ultime parole sono state TODIOB OCHEMIH IGLIACC CHIÈILV ESTIA?? ASPARA
L’esame di dottorato del 2007 non l’ho mai sostenuto. La professoressa lesse i temi, io consegnai il foglio in bianco e uscii dopo cinque minuti. Mai pentito.
Roberta Carrano chissà che fine ha fatto. Stando all’internet, ora si occupa di arredamento.
Caccia a Ottobre Rosso è ancora IL film di sottomarini per antonomasia e dovreste vederlo tutti.
Luotto Preminger è invecchiato e ha scoperto che l’ignoto, una volta che lo conosci, è per lo più una delusione. Si è reso conto che l’Ordine di Lenin non è il segreto per riuscire nella vita, però almeno un punto del programma l’ha realizzato: ha una folta barba, proprio come i bravi marinai russi. Marcetta finale:
httpv://www.youtube.com/watch?v=OSdeAk6nca0
DVD-quote suggerita:
«Mi sarebbe piaciuto vedere il Montana» (Luotto Preminger, i400calci.com)
Dico solo: Grazie. Sono tornato bambino, mi sono ricordato la prima scena in cui inquadrano l’Ottobre Rosso che mi sembrava immenso. Di film così non ne esistono più.
ma questo è morto veramente…il povero john facendo “l’infame” ha fatto terra bruciata intorno a se…che peccato,quanto servirebbe un regista così oggi giorno in mezzo a tanti videoclippari ritardati…
Diciamocelo: la caduta del muro ci ha rotto il cinema per sempre. I sovietici erano gli avversari perfetti, gli eredi naturali dei nazisti. E poi, nell’immaginario holliwoodiano, diventavano Lundgren, Connery e Skarsgard.
Ve lo immaginate questo film girato oggi con i nord-coreani o i cinesi? Improponibile ( e infatti credo molto poco in Red Dawn). Ma lo avete visto dove è costretto ad andare McClane nel nuovo Die Hard? Appunto.
Io sarei per proporre un tacito accordo con le case di produzione: fate finta che l’URRS sia ancora lì.
Non potete farne a meno.
Non possiamo farne a meno.
Mha… io di sto coso ricordo solo moltissima noia, troppi discorsi e il logo di canale 5
A parte il film, che ho visto per la prima volta solo pochi anni fa e quindi non ho potuto avere la fascinazione che ne ha avuto Luotto, condivido moltissimo. Gran bel pezzo.
P.s. e il miglior Jack Ryan è Ford.
Connery qui un gigante. l’ammiraglio cinematografico più uber secondo solo a Sō Yamamura in “Tora! Tora! Tora!”
la scena de “Il comandante li ha fatti saltare fuori dalla paura!” mi ha sempre fatto piangere di maschie lacrime d’orgoglio nazionalista (impossibile non sentirsi fottutamente sovietico quando si guarda questo film).
pelle d’oca. condivido tutto.
Quoto John Who sull’interrogativo “e mo’ con chi ce la dobbiamo prendere?”. Del film, che si faceva vedere, ricordo specie i cori marziali (complice Rocky 4).
Dio benedoca la grande madre russia, terra di floridi diritti civili, belle donne e senza la quale non avremmo avuto il Rocky Day.
Ps. L’anagramma delle ultime parole del corvo parlante regna
Maledetti geni, ma come fate a scrivere queste recensioni? Siete diventati imprescindibili per me.
Mi ricordo ancora l’emozione nel vederlo prima che uscisse in Italia in un cinemino all’aperto in un posto sperduto in Croazia, che manco ci credevo fino a che non sono partiti i titoli (e quindi tornare a poi scuola facendo lo sborone con gli altri su qualcosa che sarebbe uscito di lì a pochi mesi) ero già abbastanza nerd da conoscere bene quasi tutti gli attori, oltre ad accendere altarini a McTiernan ad ogni passaggio televisivo di Predator o Trappola di Cristallo. Non l’ho più rivisto, forse per non rovinare quei ricordi, ma dopo questa rece mi fiondo subito a scaric…ehm, noleggiarlo… Grazie Luotto!
E non dimentichiamoci che il compianto Basil è stato anche l’autore delle musiche di Robocop, basterebbe solo questo per me a renderlo immortale…
L’ho visto per motivi anagrafici molto dopo l’uscita. Avevo… boh, non so 14 anni o giù di lì. Mi sono innamorata platonicamente di Sean Connery (avrei voluto avere un nonno così… FIERO) ho a-do-ra-to quel film e lo adoro ancora, tanto che, se lo fanno in tv lo guardo. E quando muore Sam Neill, ora mi viene solo il magone, ma all’epoca ho pianto.
E … sì, ti puoi sentire solo Sovietica/o a guardare Ottobre Rosso. Cazzo, già solo il nome!!! Ottobre Rosso, è una roba potente!!
Grazie della rece e del blog… Davvero!
Di tutta la recensione fenomenale contesto una sola frase :
John McTiernan non dirigerà più un successone degno del suo nome, a parte forse Die hard with a vengeance.
No, Die Hard with a Vengeance non si può che definire un successone.
Cordialità
Attila
Grande rece di un ottimo film.
Il momento più bello, a mio avviso, è quando Alec parla a Sean in russo e quest’ultimo gli risponde in inglese. EPICO
tu sei un dannatissimo fottuto genio.
non so come ringraziarti, ho provato le stesse cose vedendo il film da bimbo e tutte le volte che lo passano in tv e mi trovo ina casa con la tv mi ci faccio sempre 10 minuti.
purtroppo l’unica citazione che ho ricordato è “contento stronzo? ci hai ammazzati”, perchè in quell’insubordinazione prima di morerire ho provato una liberazione tipo verdone nella scena del voto.
fantastico, grazie, grazie
http://www.youtube.com/watch?v=AWPBr4L1eyE
sbam. epicness.
I russi non vanno neanche di corpo senza avere un piano.
Dice bene Schiaffi: un film da prima serata di Canale 5.
E si è detto tutto.
Questo film era una fissa di un amico rosso, occhialuto e nerd di mio fratello, che veniva sempre a casa nostra a vederlo perché avevamo (anzi è ancora là) il televisore grande.
Roba che 18 anni rimpiangevo di aver rinnegato una promettente carriera da bullo coltivata solo fino all’avvento della pubertà.
Ad essere sincero non lo rivedo da allora (20 anni fa), ma me lo ricordo come un tipico, estenuante blockbuster anni 90, tutto al servizio di una sfilata di divi e attori che si pavoneggiano a favore della cinepresa. Che ok finché la ruota la fa Connery… ma Alec Baldwin, via.
Che poi è il film che per primo mi fece dubitare della santità di Connery (va beh, insieme al secondo “Highlander”)… e in effetti da allora, dopo una carriera semi-perfetta, non ne ha praticamente più imbroccata una.
Dopo la magica tripletta iniziale (perché sia detto che “Nomads” è una delle migliori johncarpenterate di sempre non diretta da Carpenter) McTiernan non si è più in effetti ripetuto, però grandi cagate non ne ha mai girate e anche nei film neno riusciti riesce sempre ad essere per lo meno interessante.
Certo che se uno ad un certo punto non trova di meglio che farsi etichettare come “specialista in remake di vecchi film di Norman Jewison(!)” l’oblio se l’è un po’ andato a cercare.
Amici! Che bello citare le battute del film tutti insieme, come si faceva una volta, davanti al caminetto, quando non esisteva la televisione!
Ora che ci penso, sarebbe stato molto interessante proporre questo film per una visione della 400tv…
Io non sottovaluterei le possibilità di girare filmoni coi cinesi al posto dei russi,a patto di avere bravi sceneggiatori (i nordcoreani non li prendiamo manco in considerazione),ma nessuna major rischierà mai di innescare manifestazioni nazionaliste e sputtanarsi così per sempre il grande mercato cinese.
Allo spezzone del “si muovono in branco” avevo la pelle d’oca e i peli delle braccia dritti dritti come quando da bimbino lo vidi al cinema…vent’anni fa (!)
alla dvd quote devo avere avuto una reazione allergica e m’è colato qualcosa dall’occhio
Sto piangendo, inno russo in loop.
post epocale x un film davvero generazionale. anche io con i miei amici ancora citiamo intere frasi a memoria (“dove il sole è caldo come le cubane”).
ogni volta che lo passavano in tv io e mio padre non ce lo perdevamo mai.
capolavoro misconosciuto.
e l’inno russo e “li lasci cantare” ancora commuvono
grazie!
tanto bene per Luotto.
per quanto mi riguarda, non dimenticherò mai “ti avevo detto di parlare chiaro, Jack, ma cristo…”
Gran film e stupenda recensione.
Peccato che il personaggio di Jack Ryan non sia stato gestito in modo oculato creando un franchise più organico.
Nella serie di romanzi di Clancy adesso co-protagonista è Ryan Jr…ruolo che spero in futuro non venga assegnato a Shia Labeouf
a proposito di McTiernan mi voglio liberare E gridare qui senza vergogna che
IL TREDICESIMO GUERRIERO NON MI HA FATTO SCHIFO
@rash
Sei in ottima compagnia…
@rash
@Past & Fasul
Siamo già tre.
Muoviamoci in branco.
@rash, past, truce
Quattro.
Assaltiamo dei villaggi.
@rash, past, truce, senegal
Cinque.
E’ da allora che cerco di imparare nuove lingue soltanto fissando la gente per venti minuti.
Finora ha funzionato solo con lo spagnolo.
Sei. Anche se l’unica scena che mi ricordo è quella che citava Nanni
7. Film grossissimo a parte il finto arabo. Me lo rivedo ogni volta che posso.
@Nanni
Goditelo: https://www.youtube.com/watch?v=ftWtv6-IOwI
Ho schiacciato play sull’Inno di Poledouris e leggendo le cinque righe sotto mi si sono inumiditi gli occhi. Giuro. Sto invecchiando, cazzo.
Ero talmento preso da questo film che mi comprai perfino il (difficilissimo) gioco del NES.
Quanto spacca sta scena…
http://moviesfilmsandflix.files.wordpress.com/2010/11/the_13th_warriormovie_wallpaper_pictures_photo_pics_poster160410192033il_13_guerriero_3.jpg
@ il branco di quassù: ora siamo otto ed io porto i guanti perché quando giocavo ero portiere.
Per quello che posso ricordare la recensione è molto più bella del film. Lo vidi molti anni fa, in tv. Altre volte l’ho ribbeccato alla tele sempre vedendolo a pezzi sparsi. Ma non mi ha mai entusiasmato, anche se è bene dire che se il livello medio dei film fosse questo vivremmo nel migliore dei mondi possibili.
Mi colpisce poi che oggigiorno (come sono giovane) a nessuno dia fastidio se qualcuno bestemmi, mentre se viene detta (o scritta) la parola handicappato si drizzino le antenne a molti sciocchi.
Immagino che sia solo la loro cupidigia di conformismo che prende a cuore parole diverse di epoca in epoca. Rimane l’isterismo ottuso e la voglia di mortificare la libertà di espressione altrui.
@pillole: ti stronco l’argomento subito, prima che vengano fuori i bigotti intransigenti da una parte e i paladini della liberta’ di quartiere dall’altra, perché non c’e’ niente di peggio che un certo tipo di discussioni fatto da chi non vive il problema (in generale, non necessariamente tu). Rimaniamo sui film, sorry e grazie.
Mio film preferito dell’infanzia, ricordi a pioggia, sono commosso, e sicuro di avere ancora da qualche parte il vhs registrato dalla tv con le pubblicità tagliate al millisecondo.
mi aggiungo a quelli che apprezzano il 13esimo guerriero
Caccia ad ottobre rosso non mi ha mai entusiasmato molto, sarà perchè ho sempre preferito gli aerei ai sommergibili
decimo. e “scusate il ritardo”. che tra l’altro è il num della mia maglia. già. per cui proponetevi sulle fasce o attenti al mio lancio in verticale.
la scena mia preferita, e chiudo l’OT, sono tre. prima della battaglia el mariachi porta il rancio al collega che non sta sulla torretta d’osservazione ma sull’albero vicino. mentre scappano dai cattivi uno del gruppo si ferma e decide di morire e sacrificarsi per la fuga dei compagni. el mariachi cerca invano di convincerlo a venir via, ma niente. allora riparte. e mentre corrono il biondino simpatico si volta e solo con cenni del capo comunica con el mariachi e piange brevemente l’amico morto. alla fine, quando il capo dei vichinghi si siede sulle barricate e muore soddisfatto.
per il resto complimenti per il post. fai tornare bambini tutti ed è una cosa veramente stucchevole e piacevole.
solo una postilla: il corvo parlante c’è ancora e io l’i-pod non lo vinco mai. la susi mi pare di non averla più vista.
undici,
dai che arriviamo a 13 e andiamo a spaccare qualcosa…
e allora dò il mio contributo, siamo in dodici, però mi ricordo del film tanto quanto Luotto… recupererò, che assaltare un villaggio dando come motivazione che lo faccio perchè ho apprezzato un film che manco mi ricordo non mi sembra cortese e va bene la vichinghitudine, ma il bon ton è importante (se invece si optasse per una partita di calcio, grazie ma no grazie, che fidatevi state meglio senza di me)
ma perché dev’essere per pochi eletti poi sto 13 guerrieri??? Solo perché el mariachi impara una lingua ascoltando gli altri parlare di cavalli?
A me pare una figata. Supera di poco daniel che impara grazie a shori l’egiziano antico in un pianeta all’altro capo dell’universo conosciuto
XII
Il Tredicesimo Guerriero è l’unico film di quel genere che riguardo spesso e con piacere, nel mio mondo perfetto McTiernan avrebbe girato Il Signore Degli Anelli lasciando Peter Jackson a fare il giurato al Sundance.
Bel pezzo, bravo.
Non è russo: è lituano.
È vero, lo precisa anche Alec Baldwin ai generali che fanno di ogni erba un fascio. E io stesso ho scritto che è di Vilnius.
Però boh, me la posso cavare dicendo che per amor di semplificazione ho considerato “russo” chiunque appartenesse all’URSS?
Stavo solo citando la battuta.
Chiaro! Però avrei potuto precisarlo. Anzi, ora che ci penso, una differenza enorme che non ho minimamente considerato è quella tra URSS del 1990 e la situazione geopolitica attuale. Urge cercare un action lituano per parlarne tutti insieme
del film ho un ottimo ricordo…ma vorrei chiederti:
perchè hai deciso di consegnare il foglio in bianco??
Perché quando ha letto i temi mi son reso conto che non c’entravano un cazzo con quello che avevo ripassato io! Non avrei saputo scrivere una riga!
Da piccolo andavo matto per il titolo e per la locandina! XD Molto suggestivi! ^^ L’ ho visto in seguito prima un po a sprazzi e poi di recente bene. Un po troppo filo-americano nel finale mi pare, ma per il resto un bel film.
No dai, sul terzo “Die hard” leva pure il forse. XD Anche a me è piaciuto “Il 13° guerriero”. Solo ora sto scoprendo chi è stato il mitico e compianto Basil Poledouris e che le colonne sonore di “Conan il barbaro”, “Robocop” e appunto CAOR sono sue!
In effetti si, la gestione della saga di Jack Ryan è stata piuttosto strana e curiosa! Premesso che ho visto solo CAOR, ma faccio sempre un po fatica a ricollegare il personaggio di questo film a quelli con Harrisono Ford! Quando in tmepi recenti ho scoeprto che si tratta dello stesso ci sono rimasto proprio stupito!