Buongiorno!
Oggi ci tengo innanzitutto ad assicurarmi che conosciate Lin Shaye.
I più attenti di voi avranno esclamato “Ma certo! La vincitrice del Premio Brava 2015 per il ruolo della vecchia inceppata in The Signal!”.
Lin ha avuto una carriera lunghissima fatta per lo più di piccole parti, in cose a caso tipo I cavalieri dalle lunghe ombre, Critters o L’implacabile, decollata grazie all’amicizia con i fratelli Farrelly che l’hanno infilata in ogni loro film da Scemo e più scemo in poi, certificandole un certo coraggio e gioiosa propensione a rubare la scena.
Poi James Wan l’ha pescata per il ruolo della sensitiva in Insidious, e da lì si è più o meno sistemata. Quest’anno ad esempio è già comparsa anche in Ouija, dove ci ha dato di over-acting che è un piacere.
Dopo Insidious 2 è chiaro che il franchise non ha più nulla da dire ma che lei meriterebbe più spazio: da qui l’intuizione di trasformare Insidious 3 in un prequel che, sullo sfondo di altri tormenti fantasmatici a caso, racconti la sua storia. Chi è “Elise Rainier”? Perché fa quel che fa? Chi la spinge a farlo? Come ha incontrato quegli altri due pirla che si tira dietro?
Che vi devo dire: incentrare un franchise di successo su una 71enne che fino a poche righe fa la maggior parte di voi non sapeva manco chi fosse è una di quelle rare iniziative di Hollywood che mi scaldano il cuore.
Cioè, è troppo facile farlo con Danny Trejo, per scrivergli un ruolo basta mettergli un foglio bianco davanti alla fazza e magicamente il copione appare, ma di quante sue coetanee si può dire la stessa cosa?
Insidious 3, questa volta diretto in prima persona dallo sceneggiatore dei primi due Leigh Whannell, di per sé è un film che non serve a nulla. Il template è pronto e risaputo: un mix tra Paranormal Activity e i j-horror stile The Grudge che aveva impressionato la prima volta approfittando di un sottogenere che non era ancora stato abusato e della mano talentuosa di James Wan che rendeva alcune sequenze meritevoli per puro interesse tecnico. Aldilà di quello, né lui né i suoi cuginetti più o meno riusciti mostrano veri tratti distintivi.
Qui si inizia raccontando di Quinn, adolescente che ha appena perso la madre e si è convinta al volo che essa vuole comunicare con lei dall’aldilà, motivo per cui va a rompere i maroni a Elise, ex-sensitiva che aveva giurato di non sensitivizzare mai più. Passiamo quasi tutto il primo tempo con Quinn, confinata a letto da un ciocco in auto e perseguitata da un fantasma abbastanza stronzo, e gli sbadigli si sprecano: Whannell si inventa una manciata di spaventerelli piuttosto standard, ma il dolby rimane bassino per cui non si scompone nessuno tranne qualche pappamolla nella sala in cui ero io che probabilmente a casa dorme con la luce accesa per cui in sala si sente in dovere di ridere fortissimo durante ogni scena di tensione per mascherare male il fatto che in realtà si sta cagando addosso.
È Lin a sollevare il film con la sua esperienza, ma l’andazzo rimane noioso finché non entrano (mi pare) i Flaminio Maphia nel ruolo degli acchiappafantasmi – notevole soprattutto G-Max con cresta da Mr. T e maglietta di Dolph Lundgren nei Masters of the Universe – e finalmente si smette di prendersi anche sul serio. A quel punto si scatena lo Shaye Show, con la nostra che va nell’Altrove e, fra le altre cose, ha un catfight con Marcello Cesena.
Vedete, gli horror alla Insidious si trovano in una posizione invidiabile: non costano un cazzo (i primi due avevano un budget rispettivo di $1,5 e $5 milioni) e incassano uno sproposito ($60 e $90).
A farli funzionare è la formuletta stronza degli spaventerelli PG-13, cosa che attira puntualmente in sala quel tipo di pubblico che considera le case stregate del Luna Park come il massimo di adrenalina che proveranno nella vita e sono contentissimi che gli venga garantito che non si andrà oltre, anzi, meglio sicuramente al cine dove puoi sederti in ultima fila ed essere abbastanza sicuro che i fantasmi non ti salteranno in braccio. Metti tre/quattro momenti di questo genere, prepara un trailer suggestivo, e in mezzo puoi fare più o meno quello che vuoi.
E allora che si fottano film pigri tipo Ouija girati con lo spirito di chi vuol finire il lavoro il prima possibile, e una stretta di mano a Insidious 3 che, pur nella sia insulsa inutilità, si prende il disturbo di promuovere un’eterna caratterista a protagonista e farci scoprire, in Lin Shaye, un’affidabilissima Helen Mirren di riserva.
DVD-quote:
“Buono solo a scoprire la nuova Helen Mirren”
Nanni Cobretti, i400Calci.com
primi due avevano un budget rispettivo di $1,5 e $5 milioni…
ecco per me questo è un misteri.
a pari budget in Italia non riusciamo a mettere a segno neppure una fiction su C5 che non sembri girata con uno smartphone di 5 anni fa.
Perchè??
È mai possibile una cosa del genere? ?
Lin Shaye era anche la hostess che origliava i due tizi che scopano nei cessi in Snakes On A Plane :-D
il primo film visto dopo mad max al cinema…un ritorno alla realtà…
Spingitori di sensitivi! Chi li spinge a farlo? Magari fosse stato Rieducational Channel… Yawn!
Massima stima per i Flaminio Maphia! https://www.youtube.com/watch?v=VP-9C0zb510
il primo Insidious continuo a ritenerlo una mezza bomba, il secondo confesso che ad una seconda visione mi è piaciuto di meno.
il terzo me lo vedo però cè qualcosa che non capisco
SPOILER
è l’ultimo della serie? se sì lasciano in sospeso i vari interrogativi rimasti aperi nel secondo nonchè e soprattutto quel bellissimo e stra pacchiano cliffhanger con cui si chiudeva il 2?
Come dico sopra e’ un prequel, o (SPOILER) non ci sarebbe Lin Shaye.
ok quindi non è l’ultimo della serie e diventa il nuovo Saw
avrei preferito una classica trilogia secca e incisiva
è un operazione alla rec3 cioè i primi due sono andati così bene che possono permettersi di perdere tempo con un prequel sostanzialmente inutile, ma credo che un quarto con la versione ghost della shaye non mancherà immagino con il ritorno di darth maul…
In effetti potrebbero approfittare di Darth Maul e fare un crossover con Star Wars con Obi-Lin Shaye-Nobi.
effettivamente se la merita un pò di gloria, la vecchia.
Detentrice del premio “Miglior Topless degli Anni ’90”.
Nel secondo giustificare tutti gli spaventarelli del primo con personaggi “buoni” in un’altra dimensione è stata un idea mega forte, che poi è un po’ lo stesso trick che Nolan ha fatto molto peggio e super telefonato in Interstellar. Guarderò a tempo perso sicuramente anche il 3, più che altro con the Conjuring 2 Wan può tirare fuori un super filmone.
lo guardero’ per affetto a Wan, anche se ovviamente non contribuiro’ agli incassi…a meno che non prenda un biglietto per Singapore…
BASTA
CO
STA
MERDA.