Sono piuttosto depresso. Perché, ok, sappiamo tutti che il film di cui stiamo per parlare è brutto, ormai sarà arrivata voce anche a voi, ma io speravo almeno in un brutto teatrale, vitale… E invece no. Questo The Last Days of American Crime è brutto squallido. Allora, prima di iniziare vi regalo delle informazioni da cartella stampa: il film è tratto da una graphic novel del 2009 scritta da Rick Remender e disegnata da Greg Tocchini. Per gli amici dei fumetti, ricordiamo che Rick Remender è uno che ha lavorato per la Image (suoi, tra gli altri sia Black Science che Deadly Class, quest’ultima diventata una serie tv prodotta dai Russo Bros), per la Dark Horse (ha messo la firma su Fear Agent, The End League…) e per la Marvel (dove ha scritto di tutto, dal Punisher a Cap, passando per Venom, Deadpool, Uncanny X-Force, Wolverine…). Insomma, non proprio l’ultimo dei pirla, anzi, uno che che mentre lavorava per i Grandi Nomi, ha trovato il tempo di realizzare una graphic novel come The Last Days of American Crime per Radical Studios. Attenzione, non che quelli di Radical Comics siano dei piccoli editori indipendenti, eh? Sono quelli che hanno fatto Hercules, fumetto e succesivamente film con Dwayne, quelli che hanno prodotto Oblivion, di quel babbo di Joseph Kosinski.
Per la trasposizione cinematografica di The Last Days of American Crime è stato scelto il regista col cognome ingannatore, Oliver Megaton. Tutte le volte, con un nome così, uno ci spera e invece Megaton non è ancora venuto fuori. Ha diretto mezze ciofeche come Transporter 3, Colombiana, Taken 2 e 3… Insomma, Megaton è uno destinato alla mediocrità. Interessato alle cose buone e giuste, ma incapace di realizzarle. Tra l’altro scopro solo ora che Olivier di cognome fa Fontana ma siccome è nato esattamente 20 anni dopo il bombardamento di Hiroshima, ha fatto questa importante scelta artistica di cambiarsi il cognome in Megaton. Che già uno qui potrebbe chiudere con: “Vostro Onore, non ho altro da aggiungere”. Ok, direi che abbiamo concluso con le informazioni generali.
The Last Days of American Crime è didascalicamente ambientato durante i last days of american crime. Funziona così: in un prossimo futuro distopico, gli Stati Uniti hanno trovato il modo di impedire alla gente di commettere dei reati. C’è un segnale radio che se attivato, ti blocca quella parte lì del cervello per cui scegli consapevolmente di commettere un reato. Manca pochissimo all’attivazione dell’API, American Peace Initiative, e la gente sta mettendo a ferro e fuoco la città. Facciamo la conoscenza di Bricke (Edgar Ramirez), il migliore su piazza quando si parla di rapine in banca. Il ragazzo non se la passa benissimo. Non solo è evidentemente incapace di muovere un muscolo facciale per simulare una qualsiasi emozione ma gli è morto suicida il fratello in carcere, è stato tradito dai suoi vecchi compagni di scorribande e sente che non è ancora giunto il momento di appendere le rapine in banca al chiodo. Ma un giorno, al bancone del bar, uno di quei bar in cui un mezzo criminale come Bricke passa il tempo a sorseggiare whisky di seconda scelta sempre senza mai cambiare espressione, viene avvicinato da una dark lady, vestita da dark lady, che dice cose da dark lady ed è interpretata da Anna Brewster. Dopo un dialogo da interdizione bancaria e da “adesso vado a casa dello sceneggiatore, gli prendo tutti i dvd che ha di film noir e glieli rigo con un cacciavite”, i due vanno a scopare in un bagno fintamente sporco sulle note di un remix di I Wanna Be Your Dog che, veramente, guarda…
Una volta finito di praticare l’amore ad Anna Brewster, Bricke torna al bancone e qui trova Michael Pitt travestito da Jay della coppia Jay & Silent Bob. Viene fuori che Michael Pitt è il fidanzatino ufficiale della dark lady, che la dark lady è quella intelligente tra i due, che Michael Pitt sa chi ha ucciso in carcere il fratello di Bricke e che “hey, possiamo fare un’ultima grande rapina, la più grande di sempre ai danni di quelli responsabili della morte di tuo fratello, diventare ricchissimi e lasciare questo fottuto posto per andare in Canada a morire sventolandoci coi soldi e commettendo crimini mentre qui non ci sarà più nulla da fare”. E mentre qualcuno nel retro della mia testa mi fa notare che i segnali radio difficilmente rispettano i confini, Bricke non cambia espressione ma dopo un po’ di tira e molla decide di accettare e imbarcarsi nella grande impresa: l’ultimo crimine della storia degli Stati Uniti.
Ok, questo è l’incipt del film. Ok, la storia è affascinante, no? No. La risposta è no. Anche se vi sembra che questa idea dell’ultimo crimine della storia americana sia una figata, anche se vi piacciono gli heist movie, anche se non vi disturba l’idea di uno scifi distopico che prende in prestito le atmosfere del genere noir, anche se pensate che, hey, vediamo un po’ quanto è brutto il film di cui tutti parlano male e che è riuscito nella difficile impresa di avere un bel 0% su Rotten, non lo fate. The Last Days of American Crime, come vi ho detto all’inizio, è brutto squallido. Non ha nulla, nel Bene o nel Male, che giustifichi una visione. Ma manco tra amici per divertirsi e ridere insieme di quanto è scarso Edgar Ramirez. Volete sapere perché? Perché è girato malissimo, sia per quanto riguarda le poche, pochissime, sequenze action, che sono confuse e banali, sia per quanto riguarda la parte narrativa del film. Pieno di stereotipi come pochi altri film al mondo, non è neanche in grado di prendere le coordinate del genere – di nessun genere: dal noir al film di rapina, passando per quella tentazione Strange Days che il film in controluce sembra suggerire – per farci qualcosa di interessante. No, ogni frase, ogni snodo narrativo, ogni interpretazione punta verso una direzione che possiamo intuire ma finisce per essere a un centimetro, se non di meno, dal ridicolo. Come se non bastasse The Last Days of American Crime dura due ore e mezza. Tanto, tantissimo, troppissimo. E per arrivare a una durata del genere ciurla nel manico come un pazzo, inserendo sottotrame e personaggi secondari che non fanno altro che aumentare il disagio e la noia. Ad un certo punto vi posso dire che c’è pure Sharlto Copley che fa delle cose ma non vi saprei dire bene cosa perché alla fine il suo peso nel film è talmente ininfluente che, boh, non so perché hanno preso Sharlto.
In questo disastro, in questo mare di mediocrità incapace anche di farti arrabbiare, spunta l’inettitudine di Edgar Ramirez. Che, per dire, a me piace Ramirez. Se lo vedo, sono contento perché penso abbia una faccia pazzesca e ci godrei tantissimo a vederlo in un bel film dei nostri. Ma qui è realmente indifendibile. La sua interpretazione è talmente piatta e anonima che Michael Pitt, facendo due cose due di numero, due faccette da pazzo, vi giuro che risulta il nuovo Sam Rockwell. Un’occasione sprecata? Un peccato perché forse poteva venire fuori qualcosa di buono? No. Un brutto film e basta. Voglio tacere, per pietà nei miei e vostri confronti, dei discorsi fatti all’uscita del film sui riot in America nati dall’assassinio da parte di 4 poliziotti di George Floyd perché veramente ci si dovrebbe vergognare e basta.
DVD-quote:
“Nope!”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
“Un film deve durare 90 minuti”
Scartabellando l’internet, ho trovato questa frase attribuita solo a Kaurismaki, ma mi ricordavo che fosse di un altro produttore; chiunque l’abbia detta, comunque, il discorso non cambia: è puro vangelo!
Per uscire dal format dei 90-100 minuti si deve trattare proprio di un’eccezione, che dico guarda proprio non ne potevo fare a meno.
E sempre siano lodati i produttori che menano forte in testa i registi che se la sentono calda.
ma il buon Michael che fine ha fatto? sembrava. tutto in discesa da Dawson Creek e The dreamers in giù…poi boh ha fatto qualcosa di decente prima di questa monnezza?
Guardati I Origins.. bellissimo sci fi sulla reincarnazione con Pitt.. piccola bombetta x me!
Certo che tra questo e Artemis Fowl…veramente due ciofeche notevoli…
Artemis Fowl veramente una cosa incredibile per la forbice tra quanto era carino e si prestava il libro e quanto è uscito fuori brutto il film. Si sono dovuti proprio impegnare per farlo brutto.
Avrei detto che la recensione di questo sarebbe toccata a Miike.
Stima e virili calci sulle spalle a Casanova.
Imbarazzante.
Meno merda di quanto la recensione induce a credere. Sicuro lo 0% su RT ha molto che vedere col momento storico in cui hanno deciso di distribuirlo (su Netflix).
Mi viene voglia di spoilerarlo totalmente così non viene la tentazione a nessuno… ho il cuore puro e buono.
Di una mediocrita’ inaudita
Premettendo che non ho visto il film, mi stupisco che non ci sia finito di mezzo Gerard Butler.
Forse non era abbastanza fascinema per i suoi standard.
La mia visione è durata 10 minuti… a quella scena imbarazzante in bagno, ho mollato, non potevo spendere altre 2 ore della mia vita a guardare questa porcheria.
Cordialità
Attila
Purtroppo visto e non c’è una cosa che si salvi. Il protagonista è il migliore perchè si mai che lo dimostri, anzi dimostra sempre palesemente di stare un passo indietro a tutti. L’inseguimento in macchina lunghissimo brutto e di una noia mortale. Megaton è una garanzia di lui salvo solo Colombiana e ho detto tutto. Con Ramirez ho visto solo il remake di point break che è perfettamente in linea con questo film.
Non posso commentare il film, perchè l’ho dormito tutto. Ma tutto tutto tutto, penso di essere crollata prima dell’ entrata in scena della dark lady, visto che di lei non ho alcun ricordo!
Netflix che alterna un buon Spike Lee (sempre troppo lungo, imho) ai dtv da cestone “tutto a 2,99”, dovrebbe decidere meglio come spendere i suoi, e pure nostri, soldi….
Da 5 bloods m’è parso che di buono ha avuto solo il timing di uscita
Off Topic:
Raga non vedo l ‘ora il 3 agosto x tornare al cinema Tenet e voi??
Aspetta indovino: non ci sono froci, e quindi non vi è piaciuto?
Apprezzo lo spirito di sacrificio e – of course e sempre – la rece, ma permettere di fare film a chiunque abbia partecipato a quell’abominio del remake di Point Break dovrebbe essere impedito costituzionalmente… Probabilmente è per questo che l’API impedisce a Ramirez qualunque espressione attoriale…
Arrivo tardi, ma in questi giorni sta comparendo in Santa Pirateria, quindi merita un richiamo all’attenzione. Grazie a chi ne ha pubblicato il torrent, almeno si eviterà di pagare a vuoto per vederne qualche minuto e interrompere. Non ho letto recensioni per non farmi influenzare e ho mollato il colpo dopo circa 20m. I peggiori minuti di visione degli ultimi anni. Sto per leggere i commenti dell’anno scorso qua sopra per vedere se mi sono sbagliato…