Volevamo raccontarvi un pugno di film di James Bond in preparazione a quello nuovo, la cui uscita era prevista per il 10 aprile, ma poi è stato spostato a novembre.
Pensavano forse di scoraggiarci?
Col cazzo: adesso ci mettiamo qua e ve li raccontiamo TUTTI.
A voi Le Basi: 007.
È già stato detto su queste pagine e anche meglio di così, ma vale sempre la pena ribadire: a questo punto della sua carriera, James Bond è ridotto a una sorta di Action Man con più outfit di Barbie e Skipper messe insieme, puntualmente calato in situazioni sempre nuove e sempre più esotiche, eppure tutte più o meno intercambiabili, che servono più che altro a giustificare le canoniche 2 ore e 10 di product placement, sesso quasi sempre consensuale e stunt mozzafiato.
Dopo gli exploit spaziali di Bond Astronauta, giustamente destinati alla damnatio memoriae, e l’incerto ritorno nel reame dell’impossibile-plausibile con Bond Sciatore, Bond Sub e Bond Scalatore, Cubby Broccoli sceglie di proseguire lungo la strada del “ritorno alla origini”. Riconvocati dopo il successo di Solo per i tuoi occhi, gli sceneggiatori Maibaum e Wilson confezionano per Moore una nuova serie di costumini su misura un’avventura semplice, coi piedi per terra. Leggera come sempre, ci mancherebbe, ma finalmente più da spia che da supereroe.
O così vorrebbero farvi credere i poteri forti.
La verità è che Octopussy è un film preparato in fretta e furia, con una trama messa insieme alla bell’e meglio e un Roger Moore svogliato* e ben oltre la data di scadenza (il carbonio-14 lo data 55enne all’epoca delle riprese), con l’unico scopo di battere sul tempo Mai dire mai, l’altra produzione bondiana, non canonica, che sarebbe uscita di lì a pochi mesi nello stesso anno. La volontà di imporsi al grande pubblico come IL Bond originale (non aiuta il fatto che la concorrenza possa contare su letteralmente il Bond originale: Sean Connery) fa sì che la storia insista sui vari marchi di fabbrica del consolidati del franchise: il risultato è che sembra cagata fuori da un generatore automatico di “situazioni bondiane” che funzionano prese singolarmente, ma risultano nell’insieme prive di una struttura, di un collante. L’unico motivo per cui Octopussy è stato scambiato per un film e non per una playlist di clip su YouTube è che nel 1983 non esisteva YouTube.
Io non sono un divoratore di libri di Bond, magari è così anche nei romanzi di Ian Fleming, ma mi sembra di notare una generale tendenza a riproporre sempre le stesse situazioni, a cui evidentemente il pubblico dell’epoca sembrava rispondere positivamente, con minime variazioni legate più che altro alle location. Puntuali come il Martini agitato non mescolato, ormai in ogni santo film di 007 vediamo:
- Bond che insegue un MacGuffin in giro per il mondo
- Bond che umilia il cattivo al tavolo di un casinò
- Bond che si schiaccia diverse Bond girl ma solo con una è vero amore
- Bond che attraversa il laboratorio di Q (pare ne abbia uno in ogni parte del mondo) e assiste alle dimostrazioni di una serie di congegni e trappole mortali variamente ridicole fino al momento in cui Q gli consegna la penna-che-esplode d’ordinanza
- il cattivo che è un tipo viscido con uno sgherro muto e forzuto
- timidi riferimenti all’attualità, quasi sempre roba su Guerra Fredda e lo spettro di un olocausto nucleare
- almeno un mezzo di trasporto con stampata sopra la Union Jack (più che un agente segreto Bond sembra un brand ambassador: deve sempre far sapere a tutti chi è e da dove viene)
- una scena di massa in cui un esercito di cattivi si scontra con un esercito di buoni guidati (spesso senza motivo) da 007
- il cattivo che approfitta della confusione per scappare prendendo in ostaggio la Bond Girl
- Bond che si getta all’inseguimento in modo rocambolesco e pericolosissimo
- finale con Bond e Bond Girl che festeggiano di essere vivi scopando (fateci caso: quasi sempre a bordo di un qualche tipo di imbarcazione)
Il ciclo di Roger Moore è caratterizzato da scelte narrative abbastanza sopra le righe, stunt particolarmente audaci e abbondanza di momenti di alleggerimento comico, ma tra un film e l’altro ormai la sostanza cambia poco. Per cosa si distingue, dunque, Octopussy? Qual è la sua eredità?
Se vogliamo parlare di momenti impressi a fuoco nella memoria di qualsiasi appassionato, a mani basse la sequenza in cui 007 sventa un’esplosione atomica vestito da clown. Ma non sottovaluterei neppure le scene in cui Bond salta da una liana all’altra imitando il grido di Tarzan, in cui si nasconde dai cattivi in un costume da gorilla o, ancora, quando approda, non visto, su un’isola grazie a un sofisticatissimo travestimento da coccodrillo.
Volendo a tutti i costi dare un senso a questa pellicola, mi sembra che a questo giro il franchise abbia voluto celebrare il colonialismo britannico con un film quasi interamente ambientato in India che riesce a mettere una spunta su tutti i luoghi comuni — le strade affollate di mendicanti, i baby taxi, i fachiri, gli incantatori di serpenti, i piatti disgustosi e la battuta di caccia a bordo dell’elefante — e a non scritturare un solo attore indiano in ruoli principali.
Il Bond Villain, il “principe afgano” Kamal Khan, è interpretato dal francesissimo Louis Jourdan, mentre per la Bond Girl Octopussy, dopo un paio di tentativi falliti di trovare un’attrice asiatica o che almeno “potesse passare per asiatica” (actual quote), si è scelto di alzare il telefono e chiamare la solita svedesona — dove “solita” non è un modo di dire: Maud Adams aveva già interpretato un’altra Bond Girl in L’uomo con la pistola d’oro!
Di attori locali in tutto se ne contano due: il campione di tennis Vijay Amritraj e il nostro orgoglio nazionale Kabir Bedi. Quest’ultimo è gravemente sottoutilizzato in un ruolo da sgherro con un totale di forse tre battute, uno pseudo-Jaws che ha scambiato i denti d’acciaio per turbante e scimitarra. Sguardo intenso, bocca serrata e sempre un passo indietro al suo padrone (inspiegabilmente) bianco. Amritraj, che invece non ha nessuna esperienza come attore, interpreta un agente dell’MI6 e si trova sul set perché i suoi meriti sportivi, nell’83, ne fanno l’unica persona indiana che Broccoli conoscesse; per non confondersi il suo personaggio si chiama Vijay come lui e combatte i cattivi con una racchetta da tennis.
Ci restano una manciata di stunt spettacolari, quei momenti veramente preziosi in cui Bond è inquadrato abbastanza da lontano da farci scordare che abbiamo a che fare con un arzillo nonnetto ed è la spericolatezza del suo stuntman a parlare per lui. La cold open con l’aereo monoposto che attraversa in voltata un hangar, ottenuta “travestendo” da aereo una Jaguar, è ancora oggi efficacissima, lo stesso vale per le acrobazie sul treno in corsa (durante le quali la controfigura di Moore si fracassò le gambe) o la resa dei conti finale, ancora a bordo di un aeroplano. Il problema, come per il resto, è che questi momenti esistono come in una bolla, situazioni quasi del tutto slegate dalla trama e quindi prive di qualsiasi impatto drammatico.
Octopussy non è certo il peggior film di James Bond ma è sicuramente uno dei più anonimi, come il personaggio da cui prende il nome: dovrebbe essere forte, carismatico e seduttivo perché gli altri personaggi continuano a ripetere che è così, ma dopo averci passato due ore insieme ti rendi conto che non aveva proprio nulla da dire.
Bond Girl & Bond Villain by Gianluca Maconi:
DVD-quote:
“Il miglior Bond tra quelli che potete decidere di non guardare”
Quantum Tarantino, i400calci.com
*Il contratto firmato col sangue da Moore riguardava solo i primi tre film, per passare poi a un accordo tra gentiluomini in cui si vedeva volta per volta se aveva ancora voglia di farlo o no. Dopo Solo per i tuoi occhi, Moore era seriamente intenzionato a mandare Bond in pensione e la Eon stava già vagliando nuovi attori per la parte: si parlava di Timothy Dalton, che effettivamente erediterà la Walter PPK nel 1987, e di James Brolin (qui il suo screen test!). Ma con la notizia di un Bond “concorrente” in uscita, con Sean Connery nel ruolo principale, la Eon non poteva più permettersi di cambiare volto al proprio eroe. E così, per il modesto salario di 4 milioni di dollari, la cifra più alta pagata fino a quel momento a un attore nel ruolo di James Bond, Moore fu lieto di fare contento broccoli e tornare sul set una (pen)ultima volta.
Le figure di Bond e della girl nella locandina ufficiale sembrano avere qualche problema di proporzioni o pare a me?
2) Di gran classe la citazione di Watchmen buttata lì con nonchalance, bravo Tarantino.
3) Kamala Khan sarebbe la nuova Ms. Marvel musulmana dei fumetti. Il cattivo di questo film (leggo da Wiki) si chiama Kamal Khan.
3) ovvio lapsus da marvel zombie
le proporzioni… ah le proporzioni. io ne ero ossessionato a 15/16 anni: al liceo artistico, ricordo ore di discussioni con gli amici, poi ecco, uno impara a disegnare PER DAVVERO e delle proporzioni se ne fotte…
bisogna imparare le regole per infrangere le regole..?
anche io al liceo ne ero ossessionato, poi in realtá ti accorgi che di canoni nel corso della storia dell’arte ce ne sono parecchi e pure belli diversi tra loro, e anche a salir sul metro osservando i passanti ci si può rendere conto che non siamo tutti fatti uguali. ovviamente ci sono dei limiti tra i rapporti tra le parti ma nzomma non esageriamo!
e ovviamente si, imparare le regole per infrangerle è sempre sacrosanto.
scusate la pippa ;)
Insomma, era “Natale in India” 20 anni prima.
In realà il vero momento d’oro di questo film è Q deus ex machina dove la machina è una vistosa mongolfiera che veste i colori della bandiera britannica.
Mi permetto comunque una correzione: uno Scientologo Igenista come Tom la mattina PRIMA si lava i denti e POI si appende ad un aereo di passaggio.
(che poi è quasi una mania, signora mia, non può decollare un aereo o un elicottero vicino a casa sua che lui, paf!, si appende. I vicini si sono lamentati…)
Andando al film: se l’ho visto, l’ho dimenticato. Giustificabile, direi.
Primo. La locandina, personalmente, la ritengo una delle più belle dell’intera filmografia bondiana (c’ho pure la t-shirt).
Secondo. Anche se reputo THUNDERBALL con Connery uno dei migliori Bond mai fatti (diciamo a ridosso dei primi 5) perché più di altri rappresenta la summa del mito Bond, il suo remake apocrifo MAI DIRE MAI è l’ennesima, inutile, dimostrazione dell’ego smisurato dei produttori (come lo showdown tra Moore e Blofeld del capitolo precedente) che fanno film solo per farselo venire duro e dimostrare quanto potenti sono. Quindi, nonostante OCTOPUSSY sia oggettivamente un film bruttino, lo ritengo superiore al rivale. Almeno è un film originale!
Terzo. Moore, ormai, è totalmente fuori parte. La mobilità non è mai stata il suo pezzo forte, ma ormai è un ciocco di legno e nei primi piani l’età e le rughe calamitano l’attenzione mostrando tutti i chilometri dell’agente 007. Il buon Roger è rimasto a bordo solo ed esclusivamente per fronteggiare il ritorno di Connery per la concorrenza ma ormai non ce la fa più e la cosa è palese.
Il film… Ha alcuni passaggi originali che se trattati meglio, avrebbero avuto anche un perché e potevano risultare interessanti. Tipo la Octopussy è una Boss femmina, affarista e magheggiona, che non vuole ammazzare Bond ma solo continuare i suoi traffici e casualmente incrocia il suo cammino con quello della spia. Comanda un team di sole donne (tipo Pussy Galore e le sue pilota d’aereo) ma poi, ovviamente, al nostro gliela ammolla. Pure l’intro con l’omicidio del collega 009 non è male, così come il clima generale da guerra fredda e l’avventura esotica (i ragni!) che rimandano più a Indiana Jones che a James Bond. E personalmente apprezzo pure la cura dimagrante della serie dove non ci sono più set mastodontici o accrocchi sboronissimi e inutili. Gli stunt poi, al solito quando si parla di Bond, sono strepitosi per l’epoca ma rivisti pure oggi tengono botta alla grandissima.
Ma il resto… Pericolosamente in bilico tra film serio e auto-parodia involontaria col rischio di scivolare nella farsa ad ogni scena. L’India zeppa di stereotipi ai limiti del politicamente scorretto o del razzismo (oggi il film avrebbe indignato non so quante persone!), i travestimento da clown, da gorilla e da coccodrillo (!), i gemelli che lanciano i coltelli e provano a seccare Moore travestito da clown (!!!), lo yo-yo affilato usato come arma (!!!!!), il tennista-spia che usa la racchetta da tennis come arma (!!!!!!!),… Prese singolarmente sono scene che fanno letteralmente cascare le palle e ti ammosciano l’intera pellicola.
Insomma, si prova a riciclare idee e ad aggiungere cose nuove per accalappiare spettatori ma l’interprete principale non era più in parte e avventure simili mettevano la freccia e superavano alla grandissima un franchise che aveva bisogno di un restyling generale prima di impantanarsi o morire (spoiler: quelli ai piani alti ancora non l’avevano capita sta cosa!). Non mi va di bocciarlo su tutta la linea perché ce ne sono di ben peggiori, ma partendo dal basso e tolti gli inguardabili, si arriva ad OCTOPUSSY. Il bello è che alla fine hanno ragione sempre loro! Questo batte l’altro apocrifo sia sul tempo d’uscita sia negli incassi.
ciao dove hai comprato la tshirt ?
le proporzioni… ah le proporzioni. io ne ero ossessionato a 15/16 anni: al liceo artistico, ricordo ore di discussioni con gli amici, poi ecco, uno impara a disegnare PER DAVVERO e delle proporzioni se ne fotte…
degnissimo colpo di coda di Moore, grazie ad un film dal ritmo frenetico, serio al punto giusto (sebbene il Bond travestito da pagliaccio lascia il segno al cuore degli appassionati) e dalle location ammirevoli (l’india su tutti).
007 riscopre finalmente la guerra fredda e il suo senso da pericolo imminente. Visto quanto sono mosci il precedente e il successivo… forse i produttori hanno dato il meglio per evitare che il concorrente Mai Dire Mai potesse umiliarli?
Degni di nota il cattivo interpretato da Kabir “Sandokhan” Bedi e il taxi poco-socievole entrato subito tra i veicoli iconici della saga!
C’è da dire che il costume da gorilla ricorda molto quello di “Una poltrona per due” :D
+1
Il migliore pero’ e’ il coccodrillo
Indizio che Moore/Bond non sia piu’ quello di una volta: arriva in una isola abitata da sole donne – chissa’ come mai, poi, tutte bellissime, mah, non me lo spiego … – e va a letto solo con una!
Due si era fatto anche la, bionda
Ma si dai, non ci fosse stato mai dire mai non parleremmo di octopussy…
Ce ne sono di peggiori (come quello che sarà recensito tra 7 giorni) e Moore è oltre la data di scadenza, ma è guardabile.
Ennesimo caso di attori sprecati, come il villain e l’henchman di turno.
Di sicuro non una delle migliori avventure di moore. Eppure alcune trovate sono efficaci: l’intero con l’acrojet è fatta bene, l’uccisione di 009 è drammatica e trasuda guerra fredda, l’inseguimento con gli apecar indiani è avvincente. Anche quello con l’alfa si fa guardare con piacere.
Detto questo I primi piani di Moore sono impietosi. I segni dell’età si vedono sia nel trucco da pagliaccio sia nella partita contro khamal khan.
I siparietti con Q lo trovo sempre adorabili e il generale orlov (un buon berkoff non citato nella recensione) è un prodotto dei tempi in cui l’URSS si divincolava tra riformisti e puristi della guerra fredda.
Nonostante tutto, comunque, il film è nettamente superiore a mai dire mai dove Connery è ancora meno credibile di Moore mettendoci anche meno impegno. Nella contesa, poi vinse octopussy il che è quanto dire
La lotta tra Bond, secondo me, finì in pareggio.
Dopo l’apice raggiunto da La spia che mi amava e Solo per i tuoi occhi, vedo, al terzo posto degli 007 di Moore, proprio questo. Sarà per la mia cara Guerra fredda, sarà per il padroneggiare di un Alfa GTV quasi come fosse Maurizio Merli, sarà per quella vecchia ferrovia in cui i Queen girarono il video di Breakthru. A me piacque.
Usarono il nome di uno dei racconti della raccolta Octopussy and the living daylight, ispirandosi solo a due di essi: l’omonimo, e Proprietà di una signora, con ampi rimaneggiamenti e raccordi a fantasia.
Non male Octopussy, neanche un capolavoro, ma d’altronde veniva dopo il Bond più tosto di tutti, Solo per i tuoi occhi. Il vero motivo per vedere questo film sono i due, tre primi piani del grande Kabir Bedi. Per gli spettatori che non sono indiani o italiani quella è solo una faccia qualunque, ma per chi è cresciuto con le repliche di Sandokan di Sergio Sollima, è il volto della pura nostalgia.
Steven Berkoff sacrificato in un ruolo secondario, quello del villain-esca che poi si scopre che non è il vero villain (un generale russo, come in Goldeneye). Mah…
Anche il personaggio aveva del potenziale, anche se qui, per esigenze narrative, era un po’ bidimensionale.