Alla fine tutto sommato penso che David Gordon Green sia un bravo ragazzo. Ce lo vedo nel 2018, quando è uscito il suo primo Halloween, a dire: «Dai, che questa è la grande occasione, ora la smetteranno di ricordarsi di me per Strafumati e Lo spaventapassere, glielo facciamo vedere noi come si fa un bel film di Halloween, eh, Boris? Dai, dai, dai!».
Ce lo vedo proprio a sentirsi onorato di ricevere un’eredità ingombrante, che metterebbe soggezione a chiunque, una saga che per quanto negli anni abbia affrontato le più disparate traversie avrà sempre in origine il sentiero tracciato dal nostro baffo preferito a ricordarci che è quella la strada. Ed è infatti in quel solco che Green vuole inserirsi, quindi, forza, ricominciamo tutto da capo ancora una volta, ricolleghiamoci direttamente alla notte delle streghe del baffo, fottesega di quel che è successo tra il 1981 e il 2009 e fottesega di Rob Zombie. Ce lo vedo a tirarsi su le maniche, a stringere tra i denti un coltello da cucina e ad accettare l’ardua sfida di dimostrare al mondo che sì, nonostante tutto quel che abbiamo visto, può avere senso raccontare un nuovo Halloween nel 2018.

David Gordon Green nella writers’ room
Ed è qui che forse Green inizia a smarrirsi: proprio nella ricerca di questo senso, nella scelta delle situazioni in cui ritrovare Michael Myers per slegarlo dal passato, nel fare il lifting ad una storia di 40 anni fa e crederci fortissimo che possa raccontare il presente. Ciò che a Green probabilmente sfugge è che anche se apparecchi tutto a modino, rimetti insieme la vecchia band, fai tornare Jamie Lee Curtis, rimetti la maschera del mostro a Nick Castle e addirittura hai John Carpenter himself che ti produce e ti suona pure la colonna sonora quella bella, quella del suo film, quella che è stata per anni la suoneria del tuo cellulare, anche se fai tutte queste cosine, che per carità son belline, se poi arrivati al dunque tu, dico tu, David Gordon Green, non Carpenter, non Debra Hill, non l’Halloween del 1978, se TU non hai una bomba di storia immersa nel presente da raccontarmi, allora io, Terrence Maverick, umile uomo della strada che passava di qui per caso, ha visto la locandina del tuo film e siccome gli ha ricordato un film che ama molto se l’è guardato, alla fine ti chiederò: sicuro che abbia senso Halloween nel 2018?
Questa è la domanda legittima che noi ci poniamo e, ci scommetterei, è stata l’ossessione di quel bravo ragazzo di Green per ogni capitolo di questa sua trilogia. E la risposta che ogni volta si è dato ci ha lasciato alquanto perplessi.

Noi
Green non ci prova neanche con il suo primo Halloween a metterci qualcosa che sia indiscutibilmente suo, si limita a suonare di nuovo quella vecchia canzone che tutti conosciamo con la differenza del passaggio di consegna da Laurie Strode a sua nipote Allyson, un omaggio talmente in punta di piedi per timore e riverenza nei confronti dell’originale che giustamente il nostro Casanova Wong Kar-Wai lo ha recensito con l’entusiasmo di chi ti racconta una mattinata all’ufficio postale. Poi è stata la volta di Halloween Kills, dove c’era tutto quel discorso confuso “cittadini di Haddonfield che fanno fronte comune per dare la caccia al mostro = assalti al Campidoglio da parte dei trumpisti nel gennaio 2021”. Un tentativo di fare satira sociale e metaforoni reso con una faciloneria ammirevole, un film per il quale il nostro Stanlio Kubrick ha imbastito una disamina basata appunto su quanto può essere interessante un tentativo mal riuscito.
E adesso? Beh, adesso, dopo averlo reso apparentemente immortale, dotato di una forza sovrumana, capace di resistere e sopravvivere a tutto, cosa è rimasto da fargli fare a Michael Myers prima di mandarlo in pensione? E la riposta che Green ci dà in questo ultimo capitolo della sua trilogia, Halloween Ends, pare sia: «Nessuno ancora gli ha mai fatto fare Pennywise».
E io, perplesso come tutti quanti voi, gli chiedo: «Cioè?».
E lui: «Vai tranquillo, uomo della strada, vedrai che metaforone ti tira fuori il vecchio David, fai partire la sigla che andiamo a incominciare. E dai, dai, dai!».
Ok, David, se lo dici te… sigla…
C’è che parte bene questo Halloween Ends, va detto. Corey Cunningham è un giovane di 21 anni che per arrotondare fa da babysitter a quei bambini che come aprono bocca speri facciano immediatamente una brutta fine. Corey, o meglio, il senso di colpa che lo divorerà ha la sua origin story in questo prologo che è probabilmente l’unica parte davvero bella di tutto il film: gran ritmo, grande impatto e, ve lo dico, a me ha lasciato sorpreso il giusto. Passa qualche anno da questo evento e ci sintonizziamo su Radio Recap, dove la voce di Laurie Strode ci fa il recappone di tutto quello che è successo finora, per essere sicuri che non ci siamo dimenticati nulla e per ribadire una volta di più che, oh, questa è l’unica vera trilogia sequel ufficiale dell’originale, eh! Non ce ne sono altre!
Scopriamo che Laurie Strode e sua nipote Allyson ora vivono insieme. Allyson fa l’infermiera ed è proprio nell’ospedale in cui lavora che farà la conoscenza di Corey, il quale verrà portato lì proprio da Laurie dopo averlo soccorso in seguito ad uno scontro con dei bulli™ rigorosamente in giacca da college americano con H di stoffa e armati di faccette, sfottò e risatine. Tra Corey e Allison nasce quel qualcosa di non detto che potremmo riassumere in: lui non sa bene come comportarsi perché si sente odiato da tutti e quindi non si fida di nessuno, lei vorrebbe saltargli addosso dal primo istante.

Lovely
Da qui in poi Halloween Ends insiste massicciamente sul concetto di male come parto di un senso di colpa che si insinua nella coscienza e diventa sempre più asfissiante a mano a mano che gli altri ti identificano con quella colpa, fanno di quel torto la tua identità, diventa motivo di stigma sociale. Laurie e Corey sono due facce della stessa maledizione per la comunità di Haddonfield, «a psycho meets a freak show» dice di loro uno dei bulli™. Laurie è ritenuta responsabile della furia omicida di Michael Myers, per la cittadina lei è colpevole perché lo provoca, lo tenta, non lo lascia mai in pace. Corey invece dovrà portare addosso per tutta la vita il peso di quel che è successo nel prologo del film e la città è sempre lì pronta a ricordarglielo, a tormentarlo, a marchiarlo.
Ed è qui che entra in scena Michael Myers. Che a quanto pare in questo Halloween Ends decide di ritagliarsi il ruolo di master of puppets che vive nelle fogne e da lì infetta le persone confuse, smarrite e osteggiate con il morbo del male e li trasforma in mostri come lui. Michael sembra proprio alla ricerca di un erede, di un allievo, e come Pennywise si nutre dell’odio, delle paure e delle colpe di un’intera comunità da una dimensione sotterranea. Che con tutta la tenerezza che posso provare per quel bravo ragazzo di Green, è un’idea che semplicemente non funziona.

Non funziona, Mike. Dai, esci da lì, su
Non funziona perché Michael non è una creatura strana e indefinita come Pennywise, ha dei limiti, un recinto di regole terrene oltre le quali facciamo molta fatica a immaginarcelo. Inoltre non funziona perché Michael è vivo, non è una presenza sovrannaturale che aleggia per le strade di Haddonfield come una maledizione sulla cittadina. Una presenza che può, alla bisogna, contagiare e insidiare il corpo di un nuovo portatore. Michael è vivo, medita nelle fogne di arrivare a Laurie e quando hanno ovviamente il loro scontro finale – che questa volta dovrebbe essere quello definitivo, Jamie Lee Curtis ha pure firmato una dichiarazione redatta da Jimmy Kimmel, oh, io ci credo a queste cose – si ha la sensazione di qualcosa appiccicato all’ultimo perché devi, perché è Halloween, ma in realtà il film ci ha parlato di tutt’altro. O meglio, avrebbe voluto farlo e soprattutto avrebbe voluto farlo meglio.
Sarà che in queste ultime settimane si sta parlando tanto di Dahmer, la serie televisiva true crime di Netflix sulla storia del pluriomicida Jeffrey Dahmer, un prodotto audiovisivo a cui interessa talmente tanto come nasce un mostro che inizia con il momento in cui viene beccato e da lì riavvolge il nastro dal principio per trovare una spiegazione, un senso, un’origine del male, ma io in questo Halloween Ends ci ho visto tanto un film mediocre che avrebbe voluto raccontarci tutt’altro ma doveva per forza trovare un senso da qualche parte che giustificasse la presenza in sala di Michael Myers nel 2022.

Lui comunque fa una fine gustosa
Ce lo vedo in questo momento Green che mi fa: «Ma come, uomo della strada, non ti è piaciuto il mio metaforone sul mostro che nasce per colpa della società in cui cresce? Non l’hai trovato originalissimo? Eh vabbé, fa niente, vedrai che la prossima volta andrà meglio, pensa che dopo Halloween la Blumhouse vuole da me un’altra trilogia: farò L’esorcista! Questa è la volta buona! Dai, dai, dai!».
Dai, dai, dai…
DVD-quote:
«Voglio trovare un senso a questo Michael anche se questo Michael un senso non ce l’ha»
Terrence Maverick, i400calci.com
“Ora la smetteranno di ricordarsi di me per Strafumati e Lo spaventapassere…”
Infatti dovrebbe essere ricordato per quel gran film che è Joe.
Kills in realtà sia molto interessante e anche Ends ha dei lati interessanti. Quello del 2018 è un film anonimo, ma merde sono altre,
“La vedi questa? Alle quattro del mattino…ho sfondato il parabrezza. E non me ne è fregato un cazzo”.
se riesce ad essere peggio di quello prima devo guardarlo
In realtà Strafumati è molto divertente
no l’halloween prima intendevo…strafumati visto ai tempi aveva il suo perché
Raga già il primo di questa trilogia reboot remake (senza senso) era da irritazione sulle palle con la reinvenzione di Jamie Lee Curtis in una final girl guerriera qualsiasi ormai fuori tempo massimo (dove sei Sarah Connor?…), il secondo HK aveva avuto il potere di farmi addormentare a metà (cosa mai successa neanche con gli slasher da cestone) con sta palla della popolazione di Haddonfield… Da quel che ho letto questo è una sorta di colata di merda liquida… Meglio così seppelliamo Michael che sta reboot saga non ha mai avuto nulla da dire neanche sussurrando.
In realtà il mio intervento è per un OT: chiedo a Terrence e al capo Nanni, ma non è che vi siete dimenticati del compleanno di qualcuno? Dei 40 anni? O avete qualche sorpresa?
Io mi son commosso quando Laurie elabora per 40 anni una strategia vincente per ammazzare uno che ha ucciso 5 persone quando era ragazzina e poi si dimentica che nella cantina ermetica infuocata ci si entra dalla porticina laterale.
Son cose così che ti fan pensare:” Ma D’Antona è davvero così scarso coi film?”
Kills in realtà sia molto interessante e anche Ends ha dei lati interessanti. Quello del 2018 è un film anonimo, ma merde sono altre,
Strafumati e Lo spaventapassere gran filmoni per me
Domenica scorsa mi hanno detto che somiglio a Michael Myers…
C’è una gran confusione che si dipana su tutta questa trilogia.
Parte nel 2018 con l’idea di collegarsi direttamente al film originale cancellando tutto quello che è venuto dopo e quindi le spiegazioni sull’origine soprannaturale di Michael.
Il problema è che questo proposito se lo rimangiano già nel film successivo, perché di fatto rendono The Shape nuovamente un essere immortale
Ppr quanto riguarda il prossimo reboot de “L’esorcista” ovviamente non ce n’era bisogno.
Sarebbe stato meglio se avessero proseguito con la serie TV di qualche anno fa, durata due stagioni fatta veramente molto bene
Fatta bene, ma fino a un certo punto.
L’idea del Male organizzato, col quale è possibile una qualche forma di comunicazione, toglieva molto dell’inquietudine (e del terrore) al cospetto del Male insondabile propria dell’originale.
Il fatto che nel segmento finale della prima stagione la serie si rivelasse un sequel piuttosto che uno spin off era quasi un colpo di genio: l’esorcismo a opera delle monache lo era incontestabilmente.
Ah, i bicipiti esibiti da Ben Daniels nello showdown erano una trashata di prima forza.
XD!!!
@VandalSavage: pienamente d’accordo su questo e del resto il film originale resta intoccabile.
Se si entra però nell’ottica da serie TV, questo spunto apriva veramente le porte ad un’infinità di risvolti narrativi. Sarei veramente stato curioso di dove sarebbero arrivati se la serie non fosse stata chiusa
Salve a tutti, scusate se esco dal tema, qualcuno di voi ha notizie sulle eventuali uscite italiane del reboot di Hellraiser e del seguito di Terrifier?
Halloween: the metaphorons
Regia di Adolf Hit-Girl
Effetti speciali: Gilda Baracchi
Michael Myers viene finalmente catturato. Tenuto in una gabbia come Celentano in Bingo Bongo, viene addomesticato da un’ infermiera amorevole. Michael impara a scrivere, a leggere, a guardare Ophra. Dopo dieci anni, viene finalmente liberato e messo in società. Si iscrive al liceo, dove risulta un ottimo atleta nella squadra di lotta greco-romana. Madonna gli dedica perfino il pezzo “Crazy for you, monster”. Arriva alle finali di Stato, ma trova come avversario Jamie Lee Curtis, che in un duello serratissimo, gli fa il culo. Michael piange, ma il suo coach lo rassicura: “Adesso pure le vecchie sono fortissime, fattene una ragione. È il MeToo, ragazzone”. Michael, deluso ma ormai perfettamente integrato nella cultura locale, torna a casa, prende un fucile e compie una carneficina al liceo. Muoiono 49 ragazzi e 4 insegnanti.
Il presidente degli Stati Uniti rilascia una dichiarazione a reti unificate: “Spiace perchè ci ha rovinato l’ Halloween, ma vigileremo affinchè questa tragedia, che ci deve far riflettere e porci degli interrogativi, non si ripeta mai più. Ci saranno quindi più controlli antidoping sulle atlete femmine nei tornei di lotta greco-romana. Buona serata”.
Titoli di coda.
Premio Jimmy Bobo a: John Tonf (cascatore)
Hai un talento, sfruttalo bene.
Spero che il messaggio che per addomesticare funziona solo Oprah, e non Ophra o imitazioni, arrivi a tutti.
La scena della lingua è comunque simpatica.
È incredibile. Ogni volta che leggo il nome di JLC mi riciccia in mente questo:
Imagine being Arnold in that scene and having to be all like “damn, Jamie Curtis, you fuckin’ fine, all sexy with your tight body and horrific androgynous monster face. I would totally have sex with you, both my character and the real me.” when all he really wants to do is fuck another 16 year old in his dressing room. Like seriously imagine having to be Arnold and not only sit in that chair while Jamie Lee Curtis flaunts her disgusting body in front of you, the favorable lighting barely concealing her stretchmarks and leathery skin, and just sit there, take after take, hour after hour, while she perfected that dance. Not only having to tolerate her monstrous fucking visage but her haughty attitude as everyone on set tells her she’s STILL GOT IT and DAMN, JAMIE LEE CURTIS LOOKS LIKE THAT?? because they’re not the ones who have to sit there and watch her mannish fucking gremlin face contort into types of grimaces you didn’t even know existed before that day. You’ve been fucking nothing but a healthy diet of blondes and supermodels and later alleged rape victims for your ENTIRE CAREER coming straight out of the boonies in Austria. You’ve never even seen anything this fucking disgusting before, and now you swear you can taste the sweat that’s breaking out on her dimpled stomach as she sucks it in to writhe it suggestively at you, smugly assured that you are enjoying the opportunity to get paid to sit there and revel in her “statuesque (for that is what she calls herself)” beauty, the beauty she worked so hard for with personal trainers in the previous months. And then the director calls for another take, and you know you could kill every single person in this room before the studio security could put you down, but you sit there and endure, because you’re fucking Arnold. You’re not going to lose your future political career over this. Just bear it. Hide your face and bear it.
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4 anni fa
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Imagine being Awnowd in that scene and having to be aww wike “damn, Jamie Cuwtis, you fuckin’ fine, aww sexy with youw tight body and howwific andwogynous monstew face. I wouwd totawwy have sex with you, both my chawactew and the weaw me.” when aww he weawwy wants to do is fuck anothew 16 yeaw owd in his dwessing woom. Wike sewiouswy imagine having to be Awnowd and not onwy sit in that chaiw whiwe Jamie Wee Cuwtis fwaunts hew disgusting body in fwont of you, the favowabwe wighting bawewy conceawing hew stwetchmawks and weathewy skin, and just sit thewe, take aftew take, houw aftew houw, whiwe she pewfected that dance. Not onwy having to towewate hew monstwous fucking visage but hew haughty attitude as evewyone on set tewws hew she’s STIWW GOT IT and DAMN, JAMIE WEE CUWTIS WOOKS WIKE THAT?? because they’we not the ones who have to sit thewe and watch hew mannish fucking gwemwin face contowt into types of gwimaces you didn’t even know existed befowe that day. You’ve been fucking nothing but a heawthy diet of bwondes and supewmodews and watew awweged wape victims fow youw ENTIWE CAWEEW coming stwaight out of the boonies in Austwia. You’ve nevew even seen anything this fucking disgusting befowe, and now you sweaw you can taste the sweat that’s bweaking out on hew dimpwed stomach as she sucks it in to wwithe it suggestivewy at you, smugwy assuwed that you awe enjoying the oppowtunity to get paid to sit thewe and wevew in hew “statuesque (fow that is what she cawws hewsewf)” beauty, the beauty she wowked so hawd fow with pewsonaw twainews in the pwevious months. And then the diwectow cawws fow anothew take, and you know you couwd kiww evewy singwe pewson in this woom befowe the studio secuwity couwd put you down, but you sit thewe and enduwe, because you’we fucking Awnowd. You’we not going to wose youw futuwe powiticaw caweew ovew this. Just beaw it. Hide youw face and beaw it.
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CummyBot2000
Reposts pasta for mobile users
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4 anni fa
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Imagine being Arnold in that scene and having to be all like “damn, Jamie Curtis, you fuckin’ fine, all sexy with your tight body and horrific androgynous monster face. I would totally have sex with you, both my character and the real me.” when all he really wants to do is fuck another 16 year old in his dressing room. Like seriously imagine having to be Arnold and not only sit in that chair while Jamie Lee Curtis flaunts her disgusting body in front of you, the favorable lighting barely concealing her stretchmarks and leathery skin, and just sit there, take after take, hour after hour, while she perfected that dance. Not only having to tolerate her monstrous fucking visage but her haughty attitude as everyone on set tells her she’s STILL GOT IT and DAMN, JAMIE LEE CURTIS LOOKS LIKE THAT?? because they’re not the ones who have to sit there and watch her mannish fucking gremlin face contort into types of grimaces you didn’t even know existed before that day. You’ve been fucking nothing but a healthy diet of blondes and supermodels and later alleged rape victims for your ENTIRE CAREER coming straight out of the boonies in Austria. You’ve never even seen anything this fucking disgusting before, and now you swear you can taste the sweat that’s breaking out on her dimpled stomach as she sucks it in to writhe it suggestively at you, smugly assured that you are enjoying the opportunity to get paid to sit there and revel in her “statuesque (for that is what she calls herself)” beauty, the beauty she worked so hard for with personal trainers in the previous months. And then the director calls for another take, and you know you could kill every single person in this room before the studio security could put you down, but you sit there and endure, because you’re fucking Arnold. You’re not going to lose your future political career over this. Just bear it. Hide your face and bear it.
Così, in due parole
Ma come, si ricollegano al primo film per buttare al vento la rivelazione del 2 (Michael invulnerabile e immortale perché incarnazione di Samhain) convinti, togliendogli un movente, di renderlo più inquietante, e ora lo fanno tornare ad essere un’incarnazione del Male eterno e metafisico alla Pennywise?
PS
Credevo che il baffo preferito fosse Craig R. Baxley.