Direi che ormai è abbastanza evidente che il cinema di M. Night Shyamalan più è ridotto all’osso, più è efficace. Non sono mai andato particolarmente in visibilio per le sue invenzioni, nemmeno quando gli sono riuscite talmente bene da farlo esplodere. Per dire: credo di aver visto Il sesto senso solo una volta nella vita e mi è bastato, e il motivo lo trovate in quella puntata di Scrubs in cui il dr. Cox rovina la visione del film all’inserviente spoilerandogli l’ormai famoso colpo di scena: c’è davvero altro ne Il sesto senso oltre a quello? Se sì, perché ricordiamo solo quello? Se no, perché basta spoilerare quella cosa per farti passare la voglia di vederlo? Domande. Domande alle quali non ho mai avuto voglia di rispondere perché non mi è mai venuta voglia di rivedere Il sesto senso.
Però sono d’accordo col nostro boss e con Jackie Lang quando otto anni fa dissero che The Visit è «una bomba gigantesca», e quello – ma guarda un po’ – è uno dei rari casi in cui lo Shyamalan Twist è più una nota a piè di pagina ad un discorso già molto corposo e interessante piuttosto che l’unica ragion d’essere del film, o per meglio dire lo stilema che ogni volta attendiamo con impazienza perché, suvvia, è Shyamalan! Vuoi che a un certo punto non ce lo infila? E voglio essere onesto fino in fondo con voi: io quel colpo di scena l’ho trovato solido come un funambolo sotto ketamina, tant’è che ancora mi chiedo se si tratti di genialata o cazzata, ma non mi ha tolto nemmeno per sbaglio la voglia di rivedere The Visit più di una volta.
L’altro dettaglio non da poco che fa funzionare The Visit alla grande è che si tratta di un film molto piccolo, con un piccolo budget, una manciata di attori sconosciuti e una sola location, e questo trattamento ad opera del buon Jason Blum ha fatto tanto bene a Shyamalan, perché come dicevo all’inizio quando il nostro mette la sua indiscussa bravura – perché Shyamalan è bravo forte, non scherziamo – al servizio di una narrazione filmica ridotta all’osso è la volta che spacca di brutto. E allora lascio volentieri la palla agli altri per live su Twitch come quella di stasera dove si parlerà di Unbreakable, Split e Glass. E allora ci vado pure io dall’inserviente di Scrubs a spoilerargli il finale de Il sesto senso ma aggiungendo: lascia perdere questo Shyamalan, guardati quest’altro Shyamalan. Ma soprattutto: e allora sì che ci vado al cinema a vedere Bussano alla porta.
Ok, forse sto barando un po’ perché stavolta il budget è di quelli ciccioni, il cast è stellare e sul tavolo vengono piazzate delle premesse dalle ambizioni altissime. Voglio dire, stavolta la posta in gioco è il destino del mondo, altroché la sopravvivenza di due regazzini che vanno a trovare i nonni. Tutto giustissimo, ma il fatto che tutto questo sia racchiuso tra le quattro mura di una casetta in mezzo al bosco ci riporta ad una dimensione circoscritta, limitatissima, un misero recinto dentro il quale Shyamalan riesce comunque a imbastire una tensione come pochi altri.
A monte c’è il libro di Paul G. Tremblay, La casa alla fine del mondo, il quale ha apprezzato molto l’adattamento di Shyamalan nonostante da un certo punto in poi il film differisca in modo considerevole dal romanzo. Diciamo che Shyamalan ha colto le potenzialità che aveva il testo di Tremblay di lasciare tutti, personaggi e spettatori, con il dubbio che forse siamo stati presi per il culo tutto il tempo.
Se c’è una parola che continuava a ronzarmi nella testa alla fine di Bussano alla porta è trollata.
Pregevolissima e virtuosissima trollata.
Loro sono in quattro, bussano alla porta della casetta nel bosco dove vivono una coppia gay e la loro figlia adottiva, vi entrano a forza, li legano e dicono loro che l’apocalisse sta arrivando e l’unico modo per fermarla è che la coppia e la bambina scelgano chi tra loro tre uccidere in sacrificio. Più di così non posso e non voglio dirvi ma Bussano alla porta è giocato benissimo sul confine di due versioni dei fatti che possono essere entrambe vere, buttandoci dentro di tutto: dal dibattito pseudo-scientifico nell’era delle bufale e dei complottismi online, passando per il corto circuito del buon senso che va a braccetto col fanatismo estremista, fino al concetto ambientalista che per salvare il mondo dobbiamo costringerci a rinunciare a qualcosa che amiamo. Il tutto tenuto su con un ritmo e una messa in scena di gran valore, il cui unico elemento se vogliamo un po’ frustrante è che la violenza non viene mai esplicitamente mostrata davanti ai nostri occhi. Shyamalan sposta sempre la macchina da presa altrove quando ci sarebbe da mostrare sgozzamenti o teste spiaccicate. Lui dice che è una decisione sua: da una parte perché vuole lasciare a noi l’onere di immaginare, dall’altra perché vuole essere appetibile a tutti. Io dico: boh.
In definitiva, che ti devo dire buon vecchio Shyamalan? Che come capita spesso con te la risoluzione della vicenda non è all’altezza delle clamorose premesse? Che forse l’elenco delle cose da dire è un pelino troppo lungo e ambizioso? Che sì, bravo, ma anche meno? Sì, potrei, ma come avrai capito io sono di quelli che non vede l’ora che arrivi un altro Jason Blum che ti tolga i soldi, gli attoroni e le sceneggiature suggestive per farti girare un altro horror drittissimo con attori sconosciuti, una casa e un piatto di lenticchie.
Nell’attesa direi che Bussano alla porta è un buon compromesso.
E ora piazziamo un tenero Bautista e tiriamo una bella riga dello spoiler così vi posso dire i motivi per cui ho pensato alla trollata alla fine del film senza fare doppi salti carpiati mortali.
I motivi sono essenzialmente tre:
- Questo è uno di quei film di Shyamalan che c’è l’ha scritto nel DNA che prima o poi arriva lo Shyamalan Twist. È proprio scontato, lapalissiano. Vedrai che a un certo punto si scopre che è tutta una gigantesca balla o che addirittura è stato uno della coppia ad architettare tutto per liberarsi del suo compagno e della figlia. E invece… Shyamalan Twist: lo Shyamalan Twist non arriva. Non arriva in un film che più va avanti, più macina informazioni, più sembra la costruzione di un’enorme pista d’atterraggio per il più clamoroso Shyamalan Twist di tutti gli Shyamalan Twist. E invece no, nulla. Ditemi se non è una trollata fatta bene questa.
- Loro sono in quattro e annunciano l’apocalisse. Scontato: sono i quattro cavalieri dell’apocalisse. E non vedevo l’ora di scriverlo per darmi le arie da critico arguto ma poi Shyamalan infila in bocca a uno dei personaggi tale spiegazione, andando persino nello specifico, assegnando ad ognuno dei quattro un compito ben preciso. Io non ci potevo credere. E adesso noi cosa scriviamo? Ma che si fa così, si fa?
- La portata degli eventi che fanno seguito ad ogni rifiuto da parte della famigliola di sacrificare uno di loro tre è controllatissima, l’evento più assurdo sono gli aerei che precipitano tutti insieme senza motivo ma come dice a un certo punto il più razionale della coppia possono effettivamente essere tutte delle incredibili coincidenze. E quando alla fine il sacrificio viene compiuto quello che vediamo è solo un cielo in tempesta a cui segue la pioggia, che ovviamente se ci credi è una pioggia purificatrice ma altrimenti è solo pioggia. Per cui non so voi ma il dubbio che forse alla fine sia tutta una gigantesca trollata e il mondo sarebbe rimasto lo stesso, con o senza il sacrificio, a me è rimasto.
DVD-quote:
«The Great Shyamalan Swindle»
Terrence Maverick, i400calci.com
The Visit sarà anche bello, ma il bambino che rappa mi ha messo talmente in imbarazzo da rendermi impossibile un rewatch. Comunque bene così, anche perchè fare peggio di old era complesso.
A Sciamalano nostro vorrò sempre bene quindi mi pipperò anche questo…la serie infinita di film merdosi degli ultimi anni mi ha fatto rivalutare addirittura quella incredibile vaccata di E venne il giorno…detto ciò sarebbe bello non vedere Batista infilato in ogni singolo film …è grosso è simpatico ma insomma anche meno
Vero che sta infilandosi ovunque, e non è mai buona cosa, ma Bautista non è solo grosso e simpatico. Quando è ben diretto, sa uscire dal ruolo e interpreta magistralmente. Roba che ti fa persino dimenticare quanto è enorme. Non ce ne sono mica in giro altri, che io sappia.
per carità non si pretende una capacità attoriale proporzionata alla mole…se in filato per personaggi minori ci sta anche bene (tipo l’ultimo Blade runner)…però il troppo stroppia…non fatemelo diventare il nuovo The Rock che uno basta e avanza
Attorialmente mi sembra di un altro livello rispetto a The Rock, ed una delle prove è proprio il monologo che ha in Blade Runner. D’altronde se Villeneuve se l’è portato anche in Dune vuol dire che lo apprezza.
Penso che oggi una differenza importante sia che Bautista cerca ruoli diversi uno dall’altro mentre Dwayne ormai è sempre The Rock. Per dire, potrei immaginare Bautista in Black Adam ma non The Rock in Bussano alla Porta.
meglio di The Rock come attore non ci vuol molto…comunque bravo lui a proporsi anche per ruoli dove la fisicità poteva essere un elemento di contorno a personaggi “corretti” per lui (007, Blade Runner, quello con Jodie Foster nel palazzo e altri che non ricordo, Guardians of the Galaxy)…ultimamente però mi sembra quasi che lo esibiscano come una presenza stravagante e acchiappalike (l’ultimo Knives Out, quello degli zombie a las vegas, forse questo…)
La recensione (che ho letto senza spoiler) mi ha ulteriormente fomentato, vedrò di sicuro il film, cercherò di riuscire ad andare al cinema. Però una cosa la voglio dire riguardo la prima parte, ovvero che a me “Il Sesto Senso” ha fatto esattamente l’impressione opposta.
Lo cito sempre in contrapposizione ad un altro bel film di fantasmi con un clamoroso twist finale, “The Others”, che peraltro vedeva una Nicole Kidman al massimo dello splendore, proprio per dire che mentre il secondo una volta che l’hai visto e quindi conosci il colpo di scena è inutile che lo rivedi, il primo ha anche altri motivi d’interesse e lo si rivede sempre volentieri.
Toh, per dire quante volte la paranoia da spoiler sia inutile, mi sono dovuto proprio leggere la parte sotto spoiler per incuriosirmi e per farmi venir voglia di vedere un suo film dopo Split*, ravvisandoci una parentela alla lontana con un mio cultissimo anni 90 “The Rapture/Sacrificio fatale”, di quel geniale desaparecidos di Michael Tolkin. Anche se ho piu’ di un dubbio su come quel ciellino di Shyamalan possa trattare l’argomento.
*che almeno nella prima parte funziona anche bene come thriller, eh. Ma cazzo se e’ un film misogino e cazzo se sul finale non si infila in un discorso allucinante di cui Shyamalan probabilmente non e’ manco troppo cosciente: laddove impariamo che chi “soffre” appartiene a una razza SUPERiore, mentre chi non “soffre” e’ inferiore (sopratutto se donna) e quindi puo’ morire fuori scena senza tanti rimpianti. Tipo il pensiero base di ogni terrorista stragista e di ogni mass murderer .
Tensione magistrale nella prima parte (fino alla prima morte), poi dopo gioca in maniera intelligente al gatto col topo: tu spettatore ti aspetti il classico Shyamalan-twist e ti arrovelli su cosa possa essere, ma Shyamalan sa che tu te lo aspetti e quindi dissemina qua e là ambiguità e falsi indizi per portarti fuori strada.
Ad un certo punto (in particolare quando salta fuori la carta d’identità del primo emissario) anche a te viene il dubbio che questi possano essere sul serio dei matti incontratisi online.
In ultimo, menzione d’onore per Bautista che si conferma un attore coi fiocchi. Visto che si tende spesso a metterli a confronto, il buon Dave è due spanne sopra a Dwayne Johnson
Sono d’accordo, Batista è una gran presenza (e ci mancherebbe) e ha capacità attoriali ben diverse da The Rock.
Nella prima parte la corda della tensione è bella tesa ma nella seconda parte c’è un qualcosa di disatteso che lascia la sensazione di mancata occasione… Sia ben sottolineato che la seconda parte del libro da cui è tratto è ben diversa negli episodi accaduti ai personaggi per cui possiamo tranquillamente dire che film e libro distano come resa e significato finale.
Nota negativa, ma per un film a sfondo apocalittico ma che cazz di titolo è Bussano alla porta… Questa è na trollata degli editor italiani…
Ci siamo lamentati delle traduzioni dei titoli per così tanto tempo che alla fine hanno ceduto, Knock at the cabin diventa Bussano alla porta che mi pare una traduzione abbastanza letterale.
Se non fosse che il libro da cui è tratto in italiano è La casa alla fine del mondo….
Infatti il mio disappunto è basato sul titolo del libro, già storpiato dalla produzione USA…
Ma solo a me il titolo evoca inequivocabilmente questa immagine?
shorturl.at/qrHN4
Non credo. Nel riassunto breve del pezzo cito esplicitamente quella gag di Aldo, Giovanni e Giacomo
Ops, chiedo venia, spesso la salto.
A me non è dispiaciuto.
Confesso che l’unico altro film di Shiyamalan che ho visto ed apprezzato è stato The village: Bussano alla porta non è perfetto, c’è sicuramente una prima metà molto interessante e una seconda dove la tensione s’allenta, ma, per quel che mi riguarda, molto poco ed ero incollato allo schermo, facendomi mille congetture sui possibili sviluppi.
Ricordo che “The Village” fu stroncato e perculato un po’ da tutti all’uscita
Il giudizio generale fu che era una stupidata
Su “The Village” non riesco a dare un giudizio oggettivo perchè io sono lo spettatore perfetto per i film basati sui colpi di scena, perchè non li capisco in anticipo MAI, rimango sempre a bocca aperta, specie con gli Shiyamalan-twist, ma quello è stato uno dei pochissimi casi in vita mia in cui avevo capito tutto tipo a metà film. Quindi il resto della visione è stato inutile.
E’ sempre il solito problema, con lui.
Ormai la gente dai suoi film vuole sempre il colpo di scena, e ogni volta lo vediamo ripetere il solito copione come un vecchio attore stanco.
La stessa mossa speciale (ha pure il nome) al termine del match, come da copione nel wrestling.
E il buon Michael Knight gliela da’. Sempre. Deve, anche quando magari vuol fare altro.
Sta sempre nel mezzo. Tra il gran film e la grandissima presa per il culo.
E tu non sai proprio quale scegliere.
È verissimo, ma stavolta Shyamalan esce da questo schema.
Se poi noi spettatori ce lo aspettavamo beh, il “problema” è nostro, non di M. Night
A visto ieri sera. A mio avviso avete preso tutti un granchio. Il twist c’è eccome! Ed è all’inizio. Arrivano quattro che fanno home invasion, ti legano per bene, ti spiegano che uno di voi deve essere ucciso… ed invece di torturarti, ricattarti etc… iniziano ad uccidersi loro! Gli invasori! Se non è un twist questo…
Il colpo di scena del film è che non ha un colpo di scena. Pazzesco!
Soluzione soddisfacente per me che ho fruito dell’opera? No.
Perché la costruzione della storia ti porta inevitabilmente in quella direzione, e il fatto che non sia stato inserito mi fa sentire parecchio defraudato nelle mie aspettative.
Se per assurdo ignorassi che è un film di Shyamalan, il quale volutamente non ha inserito un colpo di scena per non cadere nel suo solito cliché per sorprendermi, sarei colpito dal finale del racconto? No. Avrei pensato che lo sceneggiatore non sapeva come chiudere il racconto.
Se il buon Shy vuol fare un film differente nulla in contrario, ma in questo caso anche la costruzione dell’intreccio deve un tantinello diverso.
Per inciso, non credo che il Sesto senso si regga solo sul finale grandissimo. Il ragazzino è davvero inquietante e la tensione è davvero palpabile per tutta la pellicola anche se sai già come andrà a finire.
Riguardo con piacere poi anche il finale di Unbreakable. La scoperta per Mr. Glass del suo scopo nel mondo è grandissimo cinema.
Beh però è un po’ limitante liquidarlo con “il twist è che non c’è il twist”.
Perché in realtà Shyamalan su questo ci gioca e ci gioca bene, come ho scritto prima quando salta fuori la carta d’identità col nome dell’aggressore del bar io credo che un po’ tutti ci siamo cascati e abbiamo pensato “ecco, è tutta una follia collettiva”. E anche le risposte razionali alle prime piaghe (l’orario dello tsunami, il virus che circolava già da giorni)… insomma, è tutto ben studiato per mantenere una certa ambiguità
Ma in questa epoca ormai nulla ci soddisfa più e siamo sempre alla ricerca del boh. Il grande boh.
Io penso che un film oltre ad avere “il colpo di scena” debba contenere anche altro. Magari riflessioni più intime, toh. Di questi tempi, in questa epoca, ci stanno tutte.
Questo film mi sta portando a riflettere per giorni dopo la visione, e così anche altri amici miei.
Per questo ritengo che abbia colto in pieno il segno.
Bravo Shyamalan, bravo Bautista, brava la bambina, bravi tutti.
Prima di vedere il film ho letto il romanzo e la cosa paradossale è che nel romanzo lo Shyamalan Twist c’è! Più o meno a metà, infatti, durante una colluttazione tra uno dei papà e Leonard per il possesso della pistola (c’è una scena simile anche nel film), parte uno sparo accidentale che prende in piena faccia la bambina, ammazzandola sul colpo. Da quel momento in poi tutti i personaggi (lettore compreso) sono sconvolti e devono fare i conti con quanto accaduto. I due papà sono distrutti, lo stesso Leonard è sotto shock (nel libro c’era stato in precedenza un dialogo molto toccante tra lui e la bambina, in cui lui le prometteva che mai avrebbe permesso che le venisse fatto del male: tanto, dice, di sicuro i suoi papà non sceglierebbero mai di sacrificare lei, e anche se lo volessero fare allora sarebbe lui a impedirlo, apocalisse o non apocalisse), e pure l’altra tipa ancora viva (Sabrina) comincia a nutrire seri dubbi sulla veridicità delle loro visioni. Alla fine sarà proprio Sabrina a porre fine al sequestro dei due papà, liberandoli e ammazzando Leonard a sorpresa, proprio perché nemmeno lei sa più in cosa credere, e con la morte (accidentale) della bambina capisce che si sono spinti troppo oltre. Condurrà poi i due al pick-up e si sparerà in testa per non dover convivere con quanto fatto. Uno dei due papà, dopo un momento di dubbio (come nel film) sarà tentato di ammazzarsi per fermare l’ipotetica apocalisse, anche perché senza Wen è venuto meno il senso di vivere, ma l’altro papà lo convincerà ad andare avanti (“noi due, sempre insieme”) e il libro termina lasciando i papà e il lettore col dubbio se l’apocalisse ci sarà o meno.
Insomma, trama estremamente più originale e poetica (suscita emozioni, cosa che il film nel suo piattume si vede bene dal fare), e anche il messaggio di fondo lo trovo più condivisibile (“vale la pena sacrificare la vita di un innocente per salvare il mondo?” Il libro pare rispondere con un NO secco, il film invece risponde con un tiepido SÌ, quasi con un timore reverenziale verso un ipotetico Dio da vecchio testamento che, in caso, andrebbe soddisfatto senza esitazione).
Mi hai messo voglia di leggerlo. Come messagio di fondo il libro sembra essere vicino proprio a “The Rapture/Sacrificio fatale” di Tolkin che citavo qui sopra, che non a caso ha quello che per me e’ uno dei finali piu’ angoscianti della storia del cinema.
Grazie per il commento Signor Fagiolo. Effettivamente il libro sembra più interessante del film.
Sì, non volevo andare troppo nel dettaglio perché se mi mettevo ad analizzare le differenze tra libro e film una volta tirata la riga dello spoiler veniva fuori un pezzo a se stante. Però sì, ad un certo punto il film prende una direzione completamente diversa da quella del libro. Tremblay instilla il dubbio in tutti i suoi personaggi e visto che alla fine essi scelgono di non sacrificare nessun innocente, Tremblay, pur non dandoci una risposta chiara se alla fine l’apocalisse arriverà o meno, ci lascia col dubbio che se non dovesse accadere allora forse era proprio questa la prova da superare: nonostante tutto siete rimasti uniti e non vi siete fatti del male a vicenda volontariamente, bravi, meritate di vivere. Invece Shyamalan non lascia dubbi ai suoi quattro cavalieri dell’apocalisse: la fine del mondo arriverà, questo è certo, devono solo convincere la famigliola; e visto che alla fine il sacrificio viene fatto è un po’ come vedere Abramo che va fino in fondo con Isacco con la differenza che qui non deve dar prova della sua cieca obbedienza ma scongiurare una catastrofe e in più Shyamalan ci lascia col dubbio se il sacrifico era davvero necessario per scongiurarla quella catastrofe.
In realtà visto che appena Bautista compie il fattaccio in veranda appare la nube nera in cielo e cominciano a piovere fulmini e fuoco come palloni alle spalle di Tatarusanu, io ho inteso che l’Apocalisse era ben che arrivata. L’unico dubbio rimasto era quello che si dicevano più o meno tutti tra loro da cinque minuti: “Il sacrificio verrà fatto in tempo perchè l’Apocalisse si fermi?” – poi succede quel che succede e, IMHO, M.K.S. smarmella, con la scena del diner etc, che risolve anche questo ultimo mistero usando proprio il pennarellone a punta grossa. Avesse chiuso dopo la scena di loro che guardano la casa e il bosco bruciare in mezzo ai fulmini, il dubbio che dice Terrence sarebbe rimasto all’interpretazione dello spettatore. Così invece no.
@fre. Vedi, tu hai inteso che l’apocalisse era ben che arrivata, ma io posso vederci anche solo un bruttissimo temporale con qualche fulmine particolarmente violento. Il dubbio che ti lascia, almeno secondo me, è: la pioggia arriva perché arriva o arriva perché è stato fatto il sacrificio? Non lo sapremo mai, né noi né i personaggi sopravvissuti.
Terrence, bella recensione.
Una suggestione: non credi che l’assenza dello Shyamalan Twist in realtà sia esso stesso un grande Shyamalan Twist appunto perché lo aspettiamo e non arriva, stupendoci?
Grazie Gianpietro.
Sì, l’ho pensato anche io. Ormai tutti ci aspettiamo da lui il colpo di scena e invece… Shyamalan Twist! Sto giro non c’è!
Io penso che TUTTI in fondo andiamo a vedere Shyamalan sperando nel twistone (quello fatto bene che ti da la botta) Pero alla fine non sono pochi i suoi film che non ce l’hanno o ne hanno solo un pezzettino. Senza twist E venne il giorno, dominatore, after merda, split, old. Mezzo twist lady in the water, signs (il twist e’ sul titolo). Tra questi ci sono ottimi film ,a mio avviso, per costruzione-regia-cuore vedi lady in the water e signs. Quindi Shyamalan e uno di quelli che mi portano sempre in sala. Bussano alla porta rientra negli ottimi senza twist
P.s. ho alcuni amici che prima di andarlo a vedere mi dicono “dimmi solo se c’e'”…ogni volta
In realtà in Split il twist è che si scopre alal fine che è un sequel..
Ed anche in Old alla fine si scopre che è una ditta farmaceutica che fa esperimenti.
Lo Scimallano è una sola garantita, dopo Old visto al cinema non spenderò mai più un centesimo per le sue patacche filmiche. I suoi film vanno visti comodamente a casa e spenti a metà, il risultato è spettacolare.
SHYAMALA LA LAND
Regia: Adolf Hit-Girl
M. Night Shyamalan( Emnait per gli amici) ha passione e talento naturale per la robot dance. Mia è un’ attrice che ha passione e talento naturale per i monologhi. Emnait si sta esibendo ad una festa di compleanno di un quattordicenne , quando ad un certo punto smette con la robot dance e, colto da un raptus improvviso, inizia a ballare il twist. Stupore tra i giovani nel vedere questa danza innovativa ( per loro ) e che allena incredibilmente i quadricipiti femorali. Ma la madre del ragazzo la prende malissimo e butta fuori Emnait. Camminando a testa bassa per lo sconforto, non si accorge dell’arrivo di Mia, anch’ ella a testa bassa che monologa mentre cammina. I due si danno una capocciata incredibile, si guardano negli occhi e scatta il colpo di fulmine. Iniziano ad uscire e tutto sembra iniziare ad andare per il verso giusto: lui è diventato famoso per il suo twist e, dopo la capocciata, lei inizia degli apprezzatissimi monologhi in cui finge di parlare ad una se stessa più giovane (Piccola Mia). Ma la crisi è dietro l’ angolo: lui non sa più se il twist è quello che veramente lo rende felice e lei inizia a sviluppare una doppia personalità, in cui Piccola Mia inizia a prevalere su Mia. Decidono quindi di prendersi una pausa di riflessione, in cui lui prova a tornare ad esibirsi nella robot dance, mentre lei torna a monologare a testa bassa mentre cammina. Ma la cosa non ha successo: ormai lui è famoso per il twist e lei viene scambiata per una matta che parla da sola e viene portata in ospedale. Emnait a questo punto ha un’ idea: un musical di tre ore in cui lui balla il twist e Piccola Mia monologa le canzoni dello Zecchino D’ Oro. Lo show, dal titolo “Shyamala la land” è un successo incredibile e Emnait e Mia raggiungono la fama che hanno rincorso per una vita. Nella loro lussuosa villa ad Hollywood, lontano dai riflettori, lui continua con la robot dance, mentre lei monologa a testa bassa passando da una stanza all’ altra. Tutto bene quel che finisce bene?
Col cazzo. Dopo i titoli di coda, il “twist finale” di Emnait in cui lui, durante uno show, si rompe gamba, anca e si schiaccia pure una palla durante una rotazione. Non ballerà mai più. Lei monologando a voce bassa e guardando per terra dirà: “Vabbe’, è stato bello finchè è durato. Pensati libera”.
Da cautamente fan di Shyamalan, posso dirti che un buon 50% dei suoi film non ha il twistone. Ed è un bene. Il problema è di chi si approccia a lui sempre e solo col chiodo fisso de “Il sesto senso”. Che è stato il punto più alto, ma è arrivato troppo presto. Preferisco uno che osa ogni tanto deludere le masse per seguire le sue idee, piuttosto di uno come Nolan che deve per forza incasinare lo spazio e il tempo in ogni film, sapendo di rischiare poco perchè è quello vuole la gente.
Sorry, era in risposta a Redferne.
Shyamalan è sicuramente bravo. La mettere in scena la tensione come pochi altri. Darò sempre una possibilità ad ogni suo nuovo film. Sono convinto, però, che il più delle volte riuscirebbe a esprimersi meglio in una serie antologica stile “Ai confini della realtà”. Rod Serling avrebbe sicuramente apprezzato il suo stile e le sue idee. “E venne il giorno”, “The village”, “Old”, “Devil”, forse anche “Signs” e “Lady in the water” sarebbero stati dei bellissimi mediometraggi perché sarebbero finiti in tempo per conservare il fascino della premessa, il mistero e la tensione. Sviluppati in un lungometraggio invece finita la premessa scadono il più delle volte nel ridicolo involontario. È chiaro che non vale solo per Shyamalan, ma per chiunque.
Oh, Scrubs. Lì vi è la domanda e la risposta ad ogni cosa. Come un quarantadue col camice.
Ecco, io ho odiato tantissimo il punto 2 dello spoiler. Ma proprio Shyamalan non ce la fa a non ritenere idiota lo spettatore, belin. Deve per forza infilarci lo spiegone, come in quella pippa atomica di Old, che era uno spiegone gigante con qualche WTF intorno. Peccato, perché il resto di Bussano alla porta è davvero bello.
Guarda, ti posso dare ragione su quel punto se vuoi anche se io non sono abbastanza religiosamente acculturato da essermene accorto e lo spiegone mi è servito. Però dire che Shyamalan tratta lo spettatore da scemo (come spesso effettivamente fa) proprio nel film in cui a quanto pare quelli che hanno capito che il finale è rimasto aperto/ambiguo si contano sulle dita di una mano….
Scusate raga ma veramente c è qualcuno che crede ci sia anche la minima Possibilità che potessero essere eventi naturali??
Cioè, tralasciando i 700 aerei che cadono insieme all improvviso, e poterlo spiegare con attacchi informatici o simile è un insulto a qualsiasi logica. Quindi già questo evento non può avere alcuna spiegazione logica. Ma anche gli altri.
Lo Tsunami è causato da un Secondo Trremoto, non quello successo qualche ora prima, quindi anche volendo nessuno di loro poteva sapere che ci sarebbe stato. Inoltre parliamo di un terremoto fortissimo avvenuto praticamente vicino la costa, creando uno tsunami come mai visto in tutta la storia documentata degli Stati Uniti.. E loro lo avrebbero previsto?? Ahah
Poi la pandemia, è vero che il virus poteva già circolare, ma al telegiornale dicono che c è stato un elevatissimo e imprevisto aumento di casi inspiegabile. E allo stesso modo inspiegabile cessadel tutto il giorno dopo alla fine..
Non so ma chi avrebbe il coraggio di dire che queste 3 catastrofi , mai avvenute prime nella storia, siano avvenute tuttenel giro di 24 ore e sia solo una semplice coincidenza con le 3 uccisioni..
Mah..
L unica possibilità era che il telegiornale non fosse un video reale ma in qualche modo alterato per far credere le catastrofi, ma anche questo viene meno quando alla fine va in un bar e vede i risultati delle catastrofi al tg..
Ci sta alla grande che la pensi così, ma ora ti spiego una regola dei film: se lo sceneggiatore non vuole che pensi che gli aerei che cascano possano essere spiegabili, fa dire a quelli del telegiornale “è assolutamente inspiegabile”. E invece fa dire loro “potrebbe essere colpa di un potente attacco hacker”. E poi non li smentisce. Stessa cosa col resto. Chiaramente il suo scopo è essere improbabile ma non impossibile, altrimenti non ti metterebbe la proverbiale pulce nell’orecchio. Goffo? Ok, se vuoi parliamo pure di quanto è goffo. Ma quello è.
mi permetto di dissentire perchè qui si va molto oltre la anche minima plausibilità che possa lasciare un minimo di dubbio.
dire che la caduta improvvisa di oltre 700 aerei possa essere causata da un attacco hacker , ha la stessa plausibilità di dire che lo Tsunami può essere stato causato da mio figlio che ha buttato un sasso nel mare..
che poi nessuno lo smentisca successivamente non viene meno la Impossibilità della correlazione.
In aggiunta poi che le 3 calamità succedano esattamente quando loro accendono in diretta la tv subito dopo i suicidi.
non si tratta di Improbabile ma Realmente Impossibile.
potevano gestirla molto meglio in questo senso se si voleva lasciare alla fine anche un minimo dubbio.
ad esempio , era sufficiente non fare la scena del bar con il telegiornale alla fine. In questo modo un dubbio poteva rimanere.
Non è che voglio riscrivere il mio commento da capo, ma la mia obiezione è che non mi interessa quanto sia plausibile nel mondo reale, mi interessa che chiaramente lo sceneggiatore l’ha messa lì allo scopo di farla sembrare una spiegazione improbabile ma non da escludere. Non è che mentre giravano il film hanno messo su un TG vero e non potevano sapere cosa sarebbe stato detto.
Pliz, il Bautista recita anche parola per parola qualche frase della telecronista. Se nella storia del film non si tratta di una vera e propria apocalisse mancata io non so che altro dovrebbe essere. A sto giro ci ha proprio trattati da scemi.
Pardon, vedo ora che se ne è discusso anche dopo e l’appunto del preveggenza telecronistica è stato fatto. Alfy82 ha sostanzialmente parlato anche per me.
Io appoggio il buon Maverick nella sua analisi: non c’è twistone. È così, punto: tutto vero e incredibile come l’ odore nauseante di una pisciata dopo un’ asparagiata tra amici ( ci si diverte un sacco, ma asparagiate responsabilmente) . Un home invasion ma coi Cavalieri dell’ Apocalisse, dove Bautista interpreta benissimo il Cavaliere Bianco, quello che approccia, ti dà una volta la carota e quella dopo il bastone, tanto da farti credere che non parli in nome di qualcosa in Alto, ma di qualcosa in Basso. È lui il mattatore e si dimostra uno che in un mondo migliore, cinematograficamente parlando, sarebbe più conosciuto di The Rock. È solo arrivato tardi. Per me gran film proprio perchè ti lascia il dubbio per tutto il tempo, salvo poi lasciarti col retrogusto amaro in bocca. Ma a ben pensarci, e volendo fare i paraculi, è molto più completo di un film che ti pare scorrere logico/ lineare/ dritto per dritto per 90 minuti, e poi gli ultimi 10 te li lascia allo scervellamento per capire il twistone. Detto questo,
SHYAMA CHI LEGGE
C’e’ anche la scena dove bautista anticipa parola per parole la giornalista del tg che ha visto nelle visioni.
C’è anche la scena dove il protagonista dice “secondo me mi avete manomesso la tv con delle registrazioni” e nessuno gli dimostra il contrario.
Allora a questo punto basterebbe dire in qualsiasi film e scena “potrebbe non essere la realtà”, cosa che come potresti mai Dimostrare che non sia vero. E quindi possono essere prese per buone qualsiasi assurdità successe.
Ci vuole comunque un minimo di plausiibilita se si vuole lasciare anche un piccolo dubbio alla fine. Ma in questo film non succede.
E anche che possa essere un filmato registrato viene meno, visto che accende la tv e gira i vari canali in diretta. Ed è la stessa presentatrice del tg che si vede alla fine del film quando vanno al bar..
Ripeto. Se veramente era intenzione del regista lasciare un piccolo dubbio, almeno per me non è riuscito in questo intento. E dire che ci speravo fino alla fine di poter rimanere col dubbio..
> Se veramente era intenzione del regista lasciare un piccolo dubbio, almeno per me non è riuscito in questo intento
È tutto qui. Se vuoi che il messaggio sia inequivocabile lo scrivi inequivocabile, dai degli assoluti. Quante volte ad esempio hai visto succedere il contrario? Personaggi dichiarare con forza che una cosa era assolutamente impossibile, anche quando in superficie non ti sembrava necessariamente che lo fosse, solo per creare tensione e dare una soluzione più soddisfacente quando poi la questione veniva chiusa e risolta? È la stessa cosa. Se vuoi che una problematica sia chiara non la semini di pulci nell’orecchio che poi non risolvi, non scrivi attivamente, continuamente, frasi o scene che confondano a caso. E al limite poi si può, appunto, discutere del fatto che gli spiragli di dubbio non siano convincenti. Chi ne sa di informatica sa che hackerare tutti gli aerei del mondo contemporaneamente è impossibile, ma quanti film ci hanno lasciato credere che lo fosse e messo attivamente in scena qualcosa di simile? Quanti lo sanno che è impossibile, a parte gli addetti ai lavori? Perché hanno messo quel dettaglio, senza risolverlo inequivocabilmente, se volevano che fosse ignorato? Chi li ha costretti? E non è ovviamente l’unico esempio nella stessa direzione. Se si vuole cogliere il succo del film, bisogna prima cercare di coglierne le intenzioni. E poi decidere eventualmente che fa cagare se il risultato non ci sembra corrispondere.
si concordo pienamente sulla tua analisi e presi singolarmente questi eventi , in un film a se , potrebbero anche andar bene e lasciare dubbi.
il problema principale è che qui succedono 3 Cataclismi in meno di 24 ore , 3 eventi mai successi nella storia dell’umanità (intesa quella documentata almeno) , e come se non bastasse succedono esattamente nel momento in cui loro dicono che sarebbero successi e immediatamente successivi ai sucidi..
non sono le spiegazioni logiche poco plausibili , è questo che porta l’asticella da ”altamente improbabile” a ”impossibile”
Ma se lo scopo era proprio quello di shockare i protagonisti (e lo spettatore), ce la facciamo a lasciarci coinvolgere dal mood senza dover sempre misurare tutto con il goniometro?
Il focus è “cosa faresti se”, e non perchè succede questo? perchè succede quello? come lo spieghiamo scientificamente?
Se ci si concentra su queste cose non ci si concentra sull’atmosfera del film.
Sembra che da almeno un ventennio al cinema il pubblico non concepisca più la sospensione dell’incredulità…
Eppure gran parte dei miti di hollywood sono diventati tali proprio grazie ad essa.
Alfy82 amen, io più che ripetere tre volte che se vuoi capire di cosa parla un film devi concentrarti sulle intenzioni e non sui risultati (e poi sui risultati se vuoi valutarlo come bello o brutto) non so come altro fare. La tua definizione di “impossibile”, mi sembra molto evidentemente, non è la definizione di “impossibile” del film e non dovresti fartici confondere. Sono ovviamente d’accordo con JJ.
Cioè, a me Shyamalan non è mai piaciuto perché è sempre stato uno dei registi più didascalici dell’Universo, ma guarda che macello succede appena riesce ad essere un pelino meno didascalico…
Torno a Il sesto senso: forse quel film trova la sua ragion d’essere nel mitico “remake” di Maccio?
https://youtu.be/2dbJlbiiK2w
Bussano alla porta non è un cattivo film, il problema semmai è che la trama dell’Home invasion mette tutte le carte in tavola quasi dal primo minuto, per poi focalizzare il resto della storia sui sette protagonisti. Posto il fatto che i quattro sconosciuti che chiedono alla coppia gay con annessa di bambina adottata che SOLO loro possono salvare il mondo lo sviluppo è semplicemente SEMPLICE. Shyamalan non usa scorciatoie, in poco più di 80 minuti la storia inizia e finisce, ma quello che crediamo noi è ininfluente, ciò che importa è che la famiglia viene messa davanti ad una scelta, un sacrificio per dirla in parole povere. l’idea stessa alla base del film si abbevera alla religione e al credere, così da mostrare persone comuni che sotto il peso di una responsabilità più grande di loro si trasformano. Sarebbe interessante leggere il libro, che penso sia DIVERSO. Il film proietta tutto nell’immaginario dello spettatore, ma non solo, e perde forza soprattutto nella seconda parte, complici anche degli effetti speciali non proprio all’altezza (aerei).
D’altronde la Universal ha permesso al regista di fare quello che voleva con un budget limitato a 20 milioni di dollari. La terza parte porta ad un epilogo aimè scontato, ma d’altronde era prevedibile visto il tema apocalittico, ci sono solo due possibilità: o si vive o si muore, ninet’altro. Per il resto il cast è perfettamente amalgamato, Bautista spicca tra tutti, la sua presenza imponente e la parlantina educata ne costituiscono un perfetto dualismo. Gli altri personaggi sono meno abbozzati anche perchè sono VITTIME. Comunque nel contesto, rispetto ad OLD è un film più dimenticabile, che riesce in parte. Non sarà certo un super-successo, ma ha già recuperato i costi, circa.
Dopo averci attentamente pensato, ha ragione Nanni (e Terrence) e io ci ero cascato con tutti e due i piedi: bastano due/ tre eventi fuori dall’ordinario (o, come in questo caso, MOLTO fuori dall’ordinario) e siamo tutti pronti a smontare l’illuminismo baracca e burattini e a credere nell’apocalisse, nella punizione divina, nel sacrificio di sangue etc.
E’ più subdolo di quello che sembra, è in effetti una trollata di gran classe (e anche di una certa profondità, a voler ben vedere).
Porca puttana 100 minuti buttati nel cesso. Che due coglioni di film diomadonna. Speravo che alla fine la bambina facesse fuori tutti e fosse tipo Damien al femminile e invece vaffanculo. Ma diocane!
che film inqualificabile…. rivaluto gli altri classici shamalani da cestone…E venne il giorno su tutti
Nessuna e ripeto NESSUNA coppia gay si sacrificherebbe a tal punto per un mondo che li ha sempre odiati, tanto più con la conversioncina di Groff (onesto, non lo reggo con quegli occhi da Bambi spaesato in nessun film o serie tv), la versione del libro – “era meglio il libro”, lo so – è decisamente più aderente al plausibile e peraltro “dice” una cosa ben più sovversiva e soddisfacente, la coppia gay di Shyamalan è per l’appunto una coppia gay scritta da Shyamalan. Per carità, ci sta che nella versione “realistica” della trama Groff abbia battuto la testa troppo forte e abbia le visioni, ma che l’altro – il più “grounded” – decida di fare quel che fa è più improbabile di qualsiasi Shyamalan twist. Per me nel libro l’improbabile ha un senso, o meglio, i protagonisti messi in una situazione assurda fanno una cosa alla fine che ha senso: i protagonisti di Shyamalan, piegandosi ai suoi intenti (una qualsiasi delle due: la trollata o la verità mistica), diventano per l’appunto figurine sue per dire qualcosa e smettono di essere personaggi plausibili.