Qualche anno fa uscì Love, lavoretto di fantascienza in cui il debuttante regista/sceneggiatore, William Eubank, ne era anche direttore della fotografia, già suo mestiere per filmetti low budget piuttosto inutili, e production designer. Il risultato fu una palla al cazzo molto carina da vedere, una roba noiosissima e insignificante che di buono aveva solo delle riprese e del design piacevole. L’idea che una persona in grado di mettere insieme ottime inquadrature e figate visive possa essere anche un valido regista è una piaga che sta affligendo, da tempo, la fantascienza, e che da qualche anno sembra essere diventata un vero e proprio inspiegabile mito. L’esempio più lampante è forse Joseph Kosinski, che con TRON: Legacy e Oblivion è riuscito ad accumulare talmente tanta noia e vecchie idee da rendere dimenticabili alcuni degli immaginari digitali più fighi e a tratti emozionanti degli ultimi anni. Neill Blomkamp, un altro mito della computer grafica, riuscì ad azzeccare clamorosamente il suo primo film, peccando poi con Elysium della stessa povertà e apatia narrativa in cui il genere è, nella maggior parte dei casi, finito. A riassumere il concetto, Wally Pfister con Transcendence: un affermato direttore della fotografia debutta alla regia con un film dalle production values fuori di testa e uno dei più sbagliati approcci alla storia che si potessero applicare. La questione del mito moderno inizia quando queste persone falliscono nella mansione principale che dovrebbe essere del regista: raccontare una storia. Under the Skin di Jonathan Glazer sta ricevendo recensioni positive da chiunque: il pubblico ne parla come un’esperienza trascendentale, che resta dentro (sic), mentre i critici ne elogiano l’interpretazione, la visione e l’ipnotico movimento con cui le immagini raccontano la storia, ma nulla di tutto questo è vero, e nulla di tutto questo è altro se non un’opinione annebbiata dalla ruffianeria visiva che il film ostenta da capo a coda mentre la fantascienza viene affondata dall’esaltazione della singola idea contro l’esplorazione e l’approfondimento della stessa. È, in sostanza, un film dall’ottima fotografia e dall’ottimo sound design, con delle idee inizialmente intriganti, che finisce nel nulla più totale senza spiegare alcunché e risultando solo una scusa per mostrare la passera di Scarlett Johansson. Pane per chi si stupisce facilmente, e sintomo definitivo della pomposità con cui i registi indipendenti affrontano la fantascienza, provando di non averne colto la sete di stupore per l’impossibile che ne sta alla base e, soprattutto, la gioia del raccontare una storia ai confini della realtà. L’errore pià grave è sempre quello: porre una premessa e non esplorarla, limitandosi a mostrare cose fighissime, ma infinitamente vuote. La paura dello spiegone sembra aver colpito chiunque, e i recenti sucessi del caso (Coherence – Edge of Tomorrow) sembrano passare inosservati contro i più totali fallimenti. Potrei andare avanti e aprire un capitolo su Shane Carruth, di cui ho amato molto Upstream Color, ma mi sono già dilungato abbastanza. Tornasse, nelle nuove voci, la dignità e l’umiltà di limitarsi a fare i direttori della fotografia senza per forza fare anche i registi il cinema moderno sarebbe un posto migliore.
William Eubank torna alla regia tre anni dopo con The Signal, questa volta accompagnato da un po’ di hype causato dal passaggio al Sundance e la presenza di un attore noto, Laurence Fishburne. Il film si presenta come un classico thriller sci-fi asettico in cui succedono cose brutte in posti pulitissimi e i twist son lì dietro l’angolo pronti a sconvolgere tutti. A far cornice, una regia pulita, curata nei dettagli e ricca di elementi in computer grafica che potrebbero fare la differenza. C’è tutto per preoccuparsi e c’è tutto per esserne intigrati. Di per sé, parte bene, e i primi 20 minuti sono divisi tra il road trip e la caccia all’hacker mentre i tre giovani protagonisti fanno i giovani protagonisti, dicendo qualche fesseria e senza disturbare nessuno. Poco dopo il ventesimo minuto ci si butta addirittura in un breve ma riuscito momento simil found-footage, in cui la tensione da casa abbandonata nel buio e nel nulla mescolata a “il segnale proviene da qui” ricordano un po’ quella sequenza di Catfish che funzionava allo stesso modo. Il film sembra avere una direzione, sembra essere girato con chiarezza d’intenti e lucidità. Viene voglia di vedere un film del genere girato da Eubank, che per ora sembra aver dimostrato di sapere gestire bene solo videocamere con visore notturno. Dopo questo momento si finisce nei laboratori bianchi, il film cambia tono e dopo un’altra ventina di minuti di scene interessanti la sceneggiatura sbrocca in coglionate ridicole nonostante le 6 mani e nulla ha più veramente senso. Non vi starò a raccontare il finale, ma la premessa di cui sopra ne riassume perfettamente la direzione: le idee diventano un semplice pretesto per mostrare scene a effetto e un certo design tecnologico di buon gusto, finendo poi in sequenze a rallentatore che sembrano più una demo reel per una qualsiasi nuova serie di videocamere sborone che delle scene d’azione. La soluzione conclusiva, invece, raggiunge quella sensazione di fallimento fantascientifico che solo il finale di Mission To Mars era riuscito a ispirare, ovvie e ridicole insensatezze comprese. Almeno lì c’era Gary Sinise. L’idea è abusata e prevedibile, ma con un paio di dettagli potenzialmente interessanti ma puntualmente sprecati in una corsa alla cazzo di cane verso lo schock più gratuito. Muoio dalla voglia di indicarvi uno spoiler solo per sottolinearne il cosa cazzo, ma non lo farò perché sono abbastanza sicuro che molti di voi abbiano voglia di vederlo, The Signal. O almeno, ne avevate voglia fino a cinque minuti fa. Mi sfogherò nei commenti, non c’è dubbio.
Eubank ha l’occhio e le capacità per girare degli ottimi horror scritti da altri, ma continua, imperterrito, a sbagliare genere e approccio e a fidarsi delle sue pessime idee, circondandosi da persone che sembrano dargli più retta di quel che si merita. In tutta questa mancanza di modestia, l’unico sconfitto resta sempre e solo il cinema, e spero che questo esubero di cazzate faccia un favore alle eccezioni, rendendole più riconoscibili.
DVD-quote:
“Questa non è la fantascienza che state cercando”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Ammazza che tristessa. Dal trailer mi aveva interessato….ma ora….
ragazzi, ho assistito da poco ad una scena raccapricciantissima: c’era un piccione morto male (credo investito) a centro strada e due corvi che se lo stavano mangiando. mentre passo e osservo con un pò di disgusto, questi mi guardano (giuro) e si allontanano facendo finta di niente; poi, appena io supero il piccione, si rimettono a mangiare con gusto. intanto piove (leggero, londinese) e quindi mi accorgo che c’è un rivoletto di sangue e poltiglia che si allontana lentamente dal piccione morto.
ecco. io ora vado a donare il sangue.
SARA’ MICA PRESAGGIO DI SVENTURA???
dovevo troppo condividere con qualcuno.
Peccato davvero perché parte di un bene incredibile, i luoghi asettici in cui succedono le cose pazze di solito mi prendono sempre molto bene e difatti nei primi minuti ero gasatissimo.
Poi con SPOILER SPOILER la comparsa delle gambe”robotiche” quasi gridavo al miracolo immaginando una sorta di district9 con alieni al posto dei gamberoni ma purtroppo, a mio avviso, dopo la fuga dal centro il film naufraga nella noia più totale -salvo qualche raro momento-
FINE SPOILER
I rallenty mi hanno infastidito parecchio anche se all’inizio ho pensato servissero per mascherare un budget non particolarmente ricco, invece ora mi sembra di capire che siano delle precise scelte registiche. Quindi fa ancora più incazzare.
Peccato davvero perché poteva uscire una cazzo di bomba con la tanto amata SPOLER commistione di carne e macchina FINE SPOILER
@Jcvg mi spieghi il finale?
VISTO PURE QUESTO!!!
ok d’accordo la trama non decolla mai veramente, nonostante delle buone premesse, e il twist finale è di un pacchiano degno della fantascienza spiccia degli anni 50, però io dico pollice su nel complesso.
alcune delle sequenze action in uno slo mo pulitissimo e molto d’impatto, la recitazione trattenuta e asettica (con motivo) di lawrence e lo spledido/inquietante duetto tra lawrence e l’attrice che fa la medium in insidious (no google for me) rendono il tutto on par con il prezzo del biglietto (risate trattenute a stento+occhiolino+gomitino perchè il biglietto non l’ho pagato ma ho scaricato la versione di yify col torrent e poi film come questo chi è che se li va a vedere al cinema anche perchè al cinema non li passano proprio).
@jcvg
sfogati di spoiler che sono curioso
Under The Skin è una roba irritante e inutile. Non è inguardabile solo perché piazza la passera verso la fine del fine e quindi stai lì ad aspettare.
Io sto con la fantascienza alla Edge of Tomorrow, un film veramente convincente finalmente. Salvo bene anche l’ultimo Gilliam.
“ma nulla di tutto questo è vero”: evvabbè…
Una grandissimo MEH: d’accordo al 110% con Jean claud, è un bel pacco regalo, tutto curato etc…lo apri e rimani basito perché non c’è proprio un cazzo, almeno fosse stato un pacchettino pieno di merda, ma no, nemmeno quella. Peccato perche ci credevo, come altri, grazie al trailer Figi. Il finale poi suvvia, mi sono tornati in mente i cartoni animati di Willy il coyote, ma nn chiedetemi perché…
@dembo
SPOILER del finale
è uguale a dark city
Jean-Claude occhio che ora mi travesto da Scarlett Johannson, vengo a prenderti in furgone e poi vedi cosa ti faccio :-D
@cicciolina
tempi e equipaggiamento richiesto per il travestimento da scarlett?
…così tanto per farmi un’idea…
@dembo: al contrario, qui i rallenty evidenziavano l’attrezzatura di buon livello a disposizione.
Quello che da’ fastidio e’ che The Signal si piazza proprio in mezzo.
Se vuoi fare dello sci-fi high-concept intrigante, bene.
Se vuoi fare dello sfoggio di tecnica e fregartene del resto, bene.
Ma se inizi a costruire un high concept e poi da meta’ in poi invece che iniziare a tirare le fila abbandoni tutto e fai puro vuoto sfoggio di tecnica finto-povera, ti schiaccio come uva.
@samuel: non molto, a dire il vero, ma ormai Jean Claude se l’è data a gambe. Ci penserà il mio sicario motorizzato.
Comunque nn mi lamenterei troppo, gli ultimi anni ci hanno regalato bombette come district9, gravity, edge of tomorrow e soprattutto moon. Poteva andare peggio.
@cicciolina
ok apposto
(prende un appunto su un taccuino)
Non perfetto ma per me è stata una gradita sorpresa, male-male non è dai…sci-fi estivo, primo lavoro di regia, onestissimo. Non tutti possono avere un esordio come Neill Blomkamp o Duncan Jones (che poi al secondo film si sono piallati un bel pò), a Eubank un cinque glielo do. Medio alto, ma glielo do.
Upstream color pollice su, grande JC.
Dimenticato: altro pollice su per Coherence.
@bella
anch’io la penso come te.
il regista ha dimostrato una visione e un gusto che gli fa meritare di essere tenuto sotto osservazione e di dargli una 2a chance.
e forse proprio la debolezza dimostrata in fatto di contenuti/messaggi rispetto a Blomkamp e Jones lo renderebbe pià adatto di loro ad una mega-produzione.
@bellazio mah, anche quello parte bene con trovate incredibili -tipo la pubblicità che ti segue ovunque- per poi perdersi in un pippone di cui ci ho capito davvero poco. Probabilmente limite mio.
Cmq visivamente molto bello
@samuel ho visto dark city ma non ricordo assolutamente come finisca…chiedo venia..
@dembo
finisce come the signal
High Five altissimo a Jean Claude che ama Upstream Color. Contentissimo di sentirmi adesso meno solo.
Mi piacerebbe leggere la tua opinione in merito su Carruth.
Film che mi ispirava poco, mi avete fatto risparmiare tot minuti che sprecherò in cose altrettanto inproduttive.
@samuel qualcosa mi dice che siamo in una situazione di stallo….
@dembo:
SPOILER MOLTO VAGO
finisce con una scena a effetto che svela uno dei dettagli laterali meno interessanti e piu’ facilmente intuibili in autonomia fra tutte le questioni rimaste aperte
SPOILER DETTAGLIATO
ovvero che dopo la cattura i protagonisti sono stati trasportati su una base spaziale la quale al suo interno contiene la ricostruzione di un paesello del deserto americano
I miei due commenti (reali) alla fine dei film citati nell’articolo.
Under The skin: “Ma è uno scherzo?”
The Signal: “Ma è un film sulle origini di Pistorius?”
Tralasciando tutto da “le gambe” in po il film precipita nella merda. Con me che ogni due secondi durante la fuga pensavo “ma perché non salta via? perché?” boh. Nammerda.
SPOILER SPOILER SPOILER
Oltre a finire come Dark City, che ormai mi ci ero rassegnato alla vecchia fulminata, devo capire se la navicella finale è intesa come nave aliena o progetto di collaborazione umana con alieni. Vorrei che mi spiegassero i numeri arabi che segnano la navicella. Lì per lì m’è partito un cosacazzo.
FINE
Su Carruth potrei dire qualcosa nella prossima rece.
@JCVG
SPOILER
buona l’osservazione sui numeri arabi…non me l’ero posta minimamente in quanto inorridito dalla bruttezza e pacchianeria della CGI della scena finale.
oltre alle tue 2 ipotesi, volendo molto bene al regista, si potrebbe azzardare che l’umanità in sè è esperimento degli alieni e quindi i numeri arabi sono un lascito della cultura aliena.
…e quindi subiamo ancora i danni di 300 e de il sesto senso
“una scusa per mostrare la passera di Scarlett Johansson”
bè, io c’avessi dei soldi, li investirei tutti in un film così.
cast stellare a strafottere solo per metterlo in secondo piano rispetto alla PDSJ (passera di Scarlett Johansson).
tutta la trama che gira a vuoto, dialoghi inutili…tutto,tutto intorno alla PDSJ.
e voglio vedere chi osa criticare.
@Neutron ma Under The Skin è un po quello e osa criticare tipo mezzo mondo perché fa schifo.
@nanni ah ok, allora l’avevo capito, ma mi ero detto che non poteva essere un twist così del cazzo ed ero convinto mi fosse scappato qualcosa
Thanks
OT
Qualcuno mi dice qualcosa su Cold in july? Merita? Sembrerebbe di sì
Finisce come Wonder Boy in Monsterland?
SPOILER
Il Drago e i mostri sono alieni!
@Neutron, mi dici un attimo dov’è il “cast stellare a strafottere” di Under The Skin a parte Johansson?
@dembo: parleremo di Cold in July quando uscira’ in Italia = SPOILER: a novembre, al Festival di Torino.
Film irritante davvero, classico esempio di quando non riesci a chiudere bene uno spunto e allora ne accumuli altri 17 a caso, in un mischione di twist che quasi rimpiangi Shyamalan. Che poi almeno se la butti sull’action scassona uno si diverte comunque, se invece insisti sull’estetica delle inquadrature cresce solo il fastidio per le cose non spiegate e i buconi di sceneggiatura.
Riguardo Under The Skin per me è una grande occasione persa: nel geniale romanzo di Faber c’era materiale per un nuovo cult sci-fi ma sto film conserva poco o un cazzo della fonte, così verrà ricordato solo attraverso le gif di Scarlett nuda (notevoli, peraltro).
Under the skin è spocchioso e incompressible. Cioè, forse avrei dovuto leggere il libro per capire il film, ma una roba così ha senso? E’ tutto lasciato lì sospeso senza nessuna spiegazione, boh… Devo anche dire che Scarlett nuda mi ha un po’ deluso (non troppo eh, il giusto, però mi aspettavo proporzioni migliori), ma quello è il meno.
“Potrei andare avanti e aprire un capitolo su Shane Carruth, di cui ho amato molto Upstream Color, ma mi sono già dilungato abbastanza.”
Questo si chiama gettare il sasso e togliere la mano. Abbi il coraggio delle tue dichiarazioni, amico mio.
Voglio direi: hai citato film e concetti che mi affascinano e non conosco e pretendo un giusto trattamento anche per questi orfanelli.
I casi sono due:
!) recensione/discussione sui Calci
2)se questa fantascienza non è sufficientemente calciabile (i trailer di Coherence e Upstream Color sembrano drammi da camera), aprite balenaretraibastioni.com dove si poter dedicare il giusto spazio alla Hard Sci Fi con la vostra abituale attitudine.
Prendetela come una richiesta da fan e complimenti per la trasmissione.
@twist A breve arriva la recensione di Coherence, con parentesi su Carruth.
@400c
se adesso mi iniziate a parlare bene di Carruth e upstream color, la prossima volta che fate ironia su Mallick e Tree of Life voto glispietati ai macchianera awards
Dopo aver perso un’ora e mezza della mia vita per guardare questa cagata pazzesca ho cercato sulla rete una recensione come la tua solo per avere la soddisfazione di sapere che non sono il solo a pensare che è una cagata pazzesca.
Quindi grazie !
Che bello! Mi sento meno sola, grazie <3
Oddio, sono commenti del 2014, ora mi sento di nuovo sola.
@Jean-Claude Van Gogh, potrebbe essere un’altra versione più banale
SPOILER
i numeri sulla navicella sono 2.3.5.41, sono esattamente gli stessi tatuati sul braccio del protagonista.
Secondo me 2.3.5.41 è il segnale, chiunque lo sente va a finire su questa navicella. Ricordate la domanda dell’interrogatorio? Sei della Terra? Essendo della Terra, il protagonista è stato messo assieme con gli altri terrestri. Ma non è detto che non esistano altrettante zone per i nativi degli altri mondi e che Mr. Damon non sia il proprietario dello zoo galattico… In effetti 2.3.5.41 potrebbero essere le coordinate e/o matricola della navicella, su cui tutti gli esemplari riportano il marchio di appartenenza…
Peccato, c era una certa atmosfera, pero’ davvero non succede niente. Occasione sprecatissima.
Ragazzi questo e’ un KAPOLAVORO!Siete voi che non avete capito un Kazzo.Ma dai non disperate sara’ per la prossima vita.
Mi ha fregato nei primo venti minuti.
Da quando arrivano alla casa perde ogni senso, con incongruenze assurde, flash irragionevoli, evoluzioni Incomprensibili della trama.
Bella fotografia, non si discute ma non sopporto l’abuso dello slow motion e il finale, prevedibilissimo da quando lasciano il centro, lascia praticamente il 90% del film irrisolto.
Qualcuno spieghi a soggettisti e regista che il supposto colpo di scena finale messo lì alla cazzo più che lasciarti qualcosa da pensare ti lascia basito a rosicare per ever buttato un’ora e mezza.
Cagata pazzesca di film, mi pento di averlo visto ! I primi venti minuti di film potrebbero anche promettere bene…dico potrebbero…sempre se ci fosse qualcosa di sostanzioso nel proseguo. (Spoilerone) Le protesi alle gambe del protagonista sembrano effetti speciali dei telefilm anni ’80. Le protesi alla mani dell’altro protagonista non si possono proprio vedere, a guardarle bene, si intravedono le dita dell’attore. Insomma tra questo film e la “Locanda dell’allegra mutanda” preferisco il secondo ! E dire che è un film del 2014…
….2+3+5+41….. = 51 ergo l’astronave è…..
L’AREA 51 (Groom Lake – Deserto del Nevada)
nello stile dello “spassoso” Stargate Atlantis.
-SPOILER- Nella scena finale, solo un grande esperto di cag..e spaziali (modestamente) noterà che l’astronave stà per atterrare su un pianeta alieno, lasciando presumere, ahimè un sequel, in cui il nostro eroe “potenziato”, ritroverà l’amico “braccio di ferro” e scoprirà cosa è stato impiantato nella spina dorsale della bella “Olivia” Cooke…..agree?
Spoiler
ma perché il nero a un certo punto inizia ad ammazzare i precedenti terrestri rapiti? con una pistola poi
Ah, beh.. a saperlo!
il ragazzo si è meritato di andare sulla nave perchè ha usato cuore e mente, risultando “sano”, il camionista dopo svariati “anni” e tentativi.. no.
Confermo : una IMMANE CAGATA, banale e povera, poverissima di contenuti realmente di fantascienza. Però ben confezionata, insomma una cagata avvolta nella carta regalo e col fiocco dorato…
A un certo punto, la cosa gli è sfuggita così di mano da raggiungere livelli imbarazzanti.
Mai visto un esercizio di stile, più sterile di questo.
Peccato.
Limortaccisua.
L’autore dell’articolo non ha capito un cazzo del film, è stato un gran film
Io sinceramente non ho capito che cavolo c’entri la contaminazione visto che da quel poco che ho capito cercavano umani oppure un umano all’altezza della loro sperimentazione. E poi non mi torna come all’altro commentatore il fatto che Damon uccida alcune persone, come la donna e il camionista. E l’amico braccio di ferro che fine fa poi? Viene recuperato come gli altri o muore sotto le mitragliate. Bello come fotografia, niente da dire, ma il finale lascia un po a desiderare. Qualcuno è d’accordo con me oppure mi può spiegare l’occulto scopo di questi Cyborg/alien/ati? Grazie.
Certo che aver capito solo un poco la trama e definirlo cagata o cose varie dispregiative, denota la assenza di cultura di un paese alla deriva. Il film è altamente simbolico.
E’ pieno di rimandi a insegnamenti di culture umane specialmente orientali sulla vita e il destino. E’ un film di grandissimo intuito, geniale quando si scopre la chiave di lettura che apre a scenari assolutamente sorprendenti che vanno al di là della esperienza visiva. Senza bagaglio culturale sul “risveglio”, il film appare senza dubbio banale, in quanto solo chi vive determinate esperienze esistenziali può sperimentarlo come è realmente.