1) il WESTERN. L’assalto alla diligenza, solo che la diligenza che sta sottoterra. Il buono e il cattivo, che sono buoni e cattivi, e fanno quel che devono fare. Il sacro dettame contemporaneo secondo cui il buon film western è il western trasversale (ma a me un cavallo ogni tanto non mi farebbe mica schifo). Buoni e cattivi, tremendamente simili gli uni agli altri, tutti molto FTW e disposti ad accettare compromessi etici che non comprendano il non uccidere nessuno -e via di questo passo.
2) la FIGA. Completamente assente. C’è giusto qualche caso umano isolato tipo una minorenne petulante che fa uno striptease via webcam e s’incazza come una pantera perchè il fidanzatino ostaggio non le dice “ti amo” per non farsi sgamare dai cattivi; o la moglie di Denzel Washington che appare mezzo secondo per far la moglie. La figa annacqua il brodo. Oltretutto la scorsa settimana durante Videocracy ho scoperto che mi fa vomitare, quindi tanto meglio.
3) il PANNOFINO. Un Denzel Washington doppiato da Pannofino è per sempre, basterebbe ricordare quanto fa schifo Attacco al Potere per ricordarsi vita natural durante le gioie che il ns. doppiatore preferito continua a darci.
4) il REMAKE. è un remake. Non propriamente quello che aspettavamo, ma per I Guerrieri della Notte ormai la speranza ce la siam quasi persa. Questo è il remake di un film di trentacinque anni fa con Walther Matthau. Che non ho visto, ma Nanni mi dice che è un capolavoro.

angels and demons at play
Il resto va avanti come al solito dentro ai film di Tony Scott, che se dividono la critica la dividono altrove. Comunque io ho un sofisticato senso dell’umorismo, e a voi se proprio DOVETE è concesso pensare una cosa tipo “chi, il fratello scemo di” eccetera eccetera. Tanto in casa io ho due bamboline vudù, una si chiama Ridley e l’altra si chiama con il vostro nome di battesimo. Ce l’hanno scritto sulla t-shirt. Il problema più grande dei film di Tony Scott è che l’Uomo non ha ancora sublimato il fatto che uno dei suoi film peggiori della sua storia recente (Nemico Pubblico) sia stato anche, disgraziatamente, quello più critically acclaimed. Come si lega? In senso estetico. Informazioni che passano per i fili, computer graphics, riprese satellitari coi titolini stupidi e via di questo passo, un vero e proprio baco dei suoi film più recenti. Per Pelham alle volte sembra che abbiano usato una cartina di New York al posto degli storyboard. Ve li immaginate alle cene di natale? Sai, Ridley, mentre tu stavi a farti le pippe pensando ai mostrini di HR Giger la mia cifra stilistica ha incorporato in sè la moltiplicazione dei PdV, superando l’utilizzo della MdP. Ciucciami ‘sto PdP. MTV, videogames, Oliver Stone, santoni che ballano nudi nel deserto metropolitano. Qui rimane comunque un elemento di contorno, cioè un po’ a cazzo di cane, pleonastico, messo lì. E poi c’è il fatto che la sceneggiatura ha più buchi di un pezzo di emmenthal, e i personaggi appaiono per cinque minuti facendo cose tutto sommato pleonastiche o proprio fastidiosamente inutili.
Il resto è grandioso, un film poliziesco barbaro e durissimo senza sconti alla William Friedkin dei tempi d’oro, costruito quasi interamente su una serie di piani orizzontali talmente isolati e non-compenetrabili che a un certo punto John Turturro (che da Transformers in poi non lo si riesce più a non guardare come a un pagliaccio) guarda un elicottero e dice qualcosa tipo “ehi, geniale”. Domandone: quand’è stata l’ultima volta che vi è capitato di vedere un film action NON circolare? Io ero minorenne. L’ossessione per il ma che davero davero è penetrata talmente in profondità che ormai ce la ritroviamo nelle condizioni contrattuali degli sceneggiatori. La cosa più figa di Pelham 123 è che alla fine le cose sono andate talmente come avrebbero dovuto che sembra quasi un colpo di scena. Alle volte sono le stesse voragini lasciate dalla sceneggiatura a far parte del fascino, lasciandoti seduto ad immaginare un universo dietro ogni movimento di macchina, in una maniera se vogliamo ingrata e poco ortodossa ma davvero molto fascinosa. E ci sono due protagonisti, ognuno da una parte della barricata, che si piacciono ed arrivano al finale fianco a fianco, fino ad un’ovvia conclusione (non limonano, ma quasi). In mezzo c’è la galera, un sacco di Gesù, inseguimenti sopra e sottoterra. C’è una sequenza strepitosa in cui un’auto guidata da due poliziotti deve portare una borsa entro pochi minuti; viene costruita su una direttrice lineare paurosa che si dipana in centinaia di isolati con i poliziotti che bloccano il traffico strada per strada mentre le auto continuano a passare e a lisciare il veicolo, stile partita di football (spoiler: finisce malissimo). C’è un inseguimento finale lungo i tunnel della metropolitana, c’è un treno lanciato verso il vuoto a settanta miglia all’ora tanto per buttar dentro qualche parentela con Speed, e via di questo passo. Alle volte ci si ritrova a guardare una sfuriata di John Travolta o un’espressione qualunque di Denzel Washington come se non avessimo mai visto un attore. Altre volte siamo semplicemente lì a testimoniare lo svolgiersi degli eventi in maniera passivissima, come se stessero succedendo al notiziario. Con gente vera che cerca di toglier le castagne dal fuoco, politica del cazzo e tutto quel che rende figo un film ambientato a NY. Al cine.
PS: dimenticavo il dvd-quote.
“C’è solo uno Scott.” Wim Diesel, i400calci.com
io tifo tony.
non dico che sia ridley quello scemo (sono più per un’equa condivisione del titolo) perchè si, blade runner e alien, ma poi hannibal, e quindi vaffanculo. perlomeno quando sento che è un film di tony scott so che esploderanno cose, la gente andrà di fretta, denzel farà denzel ci salverà tutti, e che tutto sommato ne verranno fuori due ore perlomeno divertenti.
Beh c’è questa teoria secondo la quale, insomma, Ridley è funzionato finchè ha avuto i collaboratori giusti, poi è scoppiato come una bolla di sapone del cazzo. io probabilmente non sono d’accordo, ma tra un po’ mi romperò pure io il cazzo di perdonarlo solo per il fatto che ha girato black rain insomma.
Ridley chi?
Black Rain veniva cancellato anche solo da Demi Moore che urlava “succhiami il cazzo”, purtroppo. Dico senza tirare fuori per forza Un’ottima annata.
alla fine mi è piaciuto, pensavo una vaccata ma funziona alla grande secondo me.
Abbastanza secco e diretto, poche divagazioni funzionali alla storia, buona alchimia dei personaggi, comprimari in parte (Turturro e Gandolfini ottimi).
Tanto mestiere e divertimento, ogni tanto ci si accontenta, no?
… e poi ho sempre preferito la cazzonaggine di tony al quello sborone del fratello che si crede un autore
i personaggi appaiono per cinque minuti facendo cose tutto sommato pleonastiche o proprio fastidiosamente inutili.
Cazzodigenio!