Cari amici che state nell’Italia, domani esce nelle vostre sale un film che è stato definito come “l’horror più spaventosissimo di sempre“. C’è gente che s’è sentita male, alcuni hanno lasciato la sala prima della fine, altri non hanno più dormito sonni sereni dopo la visione… Insomma, un casino. Piaccia o meno, parliamo di un vero fenomeno mondiale. Paranormal Activity, lo sa anche la mia mamma, è costato poco, ha guadagnato tantissimo ed ha lanciato la carriera di Oren Peli. Noi ve ne abbiamo già (1) abbondantemente (e 2) parlato ( e 3!), ma ci è sembrato giusto dare una certa rielvanza all’uscita del film nelle italiche sale. Per cui, indomiti e incapaci di non viziarvi ammodo, abbiamo mosso mari e monti per incontrare il giovane Oren. Certo, si può arrivare alla conclusione che il nostro sia forse eccessivamente abbottonato e prono di fronte ai dettami della case di produzione che hanno presso sotto la propria ala protettiva il suo film, ma qualche spunto interessante non manca. Se ancora non avete visto Paranormal Activity, se l’avete visto e volete saperne di più, ecco cosa ci ha raccontato…

Casanova Wong Kar-Wai nascosto tra le piante.
Il tuo Paranormal Activity è costato poco più 10 mila dollari e ad oggi ha guadagnato più di 100 milioni di dollari. È datato però 2007: cos’è successo da allora fino alla sua uscita sui nostri schermi?
Il film ha cominciato a girare i festival alla fine del 2007. Steven Spielberg l’ha visto e, grazie al suo interessamento, nel 2008 abbiamo firmato un contratto con la Dreamworks. Con loro abbiamo fatto una serie di proiezioni test ed eravamo pronti per distribuirlo nelle sale. Sfortunatamente, durante l’estate del 2008 la Dreamwoks e la Paramount si sono separate. Questo ovviamente – per una lunga serie di questioni burocratiche – ha fatto slittare l’uscita del film. Anzi, a un certo punto non eravamo neanche sicuri di cosa sarebbe successo. Poi le cose si sono risolte, ma il film è uscito con un anno di ritardo rispetto a quanto previsto.
Solitamente i “piccoli” film come il tuo, quando vengono comprati da Hollywood, vengono rifatti con un altro regista o un altro cast eccetera. Come sei riuscito a mantenere il controllo sul tuo film?
Beh, a dire il vero all’inizio volevano farmelo rigirare cambiando tutto. Poi fortunatamente – grazie alle reazioni della gente durante le proiezioni di prova – hanno deciso di lasciarlo così.
Cos’era successo nelle sale?
Il pubblico lasciava la sala prima della fine del film. Per cui loro pensavano che non piacesse. In realtà scappavano per la paura. Questo li ha convinti che era giusto lasciarlo così.

Se sei da solo, muori!
Il tuo film è una ghost story, un filone attualmente non troppo popolare all’interno del genere horror. Come mai secondo te e da dove nasce invece questo tuo interesse per i fantasmi?
Io penso che alla gente piaccia essere spaventata al cinema. Vivi l’emozione e la botta di adrenalina della paura, ma in un ambiente sicuro. Sai che non ti può succedere niente. È per questo che film dell’orrore funzionano così bene al botteghino. Per quanto riguarda i fantasmi: la paura deriva dal fatto che sono una forza invisibile, qualcosa che non puoi controllare, che si nasconde in casa tua e ti colpisce nel momento in cui sei più vulnerabile: mentre stai dormendo. Personalmente fin da bambino, trovavo interessanti le storie di fantasmi e demoni. Per cui, quando ho avuto la possibilità di fare un film, ho pensato che se fossi stato tra il pubblico avrei trovato emozionante una storia del genere.
Paranaormal Activity, rinunciando in parte alle caratteristiche attuali del genere, si basa su una costruzione molto lenta della suspense e mostra pochissimo sangue. Che differenza c’è per te tra suspense e paura?
Secondo me sapere che qualcosa sta per succedere spesso spaventa più dell’evento in sé. Diciamo che ci vuole un amalgama di entrambi gli elementi: devi saper costruire l’attesa, mettere tutti gli elementi al posto giusto e, solo a quel punto, far succedere qualcosa. In questo modo l’effetto funziona di più.
Immagino che per gli attori lavorare in un film del genere, immedesimarsi con le paure dei loro personaggi, sia stato molto complesso. Com’è stato lavorare con loro?
Katie Featherston e Micah Sloat sono entrambi molto bravi e preparati: sono entrati subito nei personaggi e mi hanno reso la vita molto più facile. Non ho dovuto dirigerli come solitamente si fa con gli attori. Hanno capito subito quello che c’era da fare. È stata uno degli aspetti più semplici di tutta la produzione. Alcune volte però ho giocato con loro: dicevo loro di andare a dormire e poi, durante la notte, senza che loro lo sapessero, facevo accadere delle cose in modo da suscitare in loro le reazioni più veritiere possibili. Fortunatamente siamo anche buoni amici, per cui per adesso non mi odiano.

Micah Sloat, Katie Featherston e Oren Peli (con la felpa di Casanova).
Il tuo film è girato in evidente economia di mezzi. Secondo te, se fosse stato girato con un budget più alto e con effetti speciali diversi, avrebbe avuto lo stesso impatto, o questa è proprio parte della sua forza?
Il concetto base del film è che c’è una coppia che abita in una casa normale, compra una videocamera e si riprende. Tutto qui. E deve risultare proprio così: come dei filmati casalinghi di una coppia qualsiasi. Per cui, se fosse stato realizzato in modo differente, il film avrebbe perso in credibilità. Per cui in questo caso, e per questo film in particolare, penso sia un bene averlo girato così.
È impossibile non citare come precedente del successo del tuo film The Blair Witch Project. Ci sono però secondo me delle differenze sostanziali tra le due pellicole. Sei d’accordo? Quali sono per te?
Sicuramente The Blair Witch Project è stata una fonte di ispirazione. Non solo per quanto riguarda la storia e l’effetto che mi ha fatto, ma anche per il modo in cui è stato realizzato. Sapere che due ragazzi avevano fatto un film amatoriale senza attori famosi ed erano arrivati nelle sale cinematografiche di tutto il mondo mi ha molto motivato. Poi parliamo di due film che sono costruiti entrambi su riprese fintamente amatoriali che in qualche modo funzionano come dei documentari, ma ci sono ovviamente anche tante differenze: la trama e il suo sviluppo, per esempio, non c’entrano nulla.

Te ricordi, signò?
Da spettatore che tipo di film ti piace guardare?
Mi piace guardare qualsiasi tipo di film: horror, drammatici, commedie… Basta che siano bei film.
L’ultimo film che ti ha spaventato?
Fammici pensare… Non so se mi ha spaventato, ma ho trovato molto interessante District 9… E anche [REC].
Il seguito di The Blair Witch Project, Book of Shadow: Blair Witch 2 è forse uno dei film più brutti della Storia del Cinema. Puoi rassicurarci su un eventuale seguito di Paranormal Activity?
Non mi è concesso discutere i miei progetti futuri.
Il tuo prossimo titolo dovrebbe essere Area 51. Passi agli alieni?
Non mi è concesso discutere i miei progetti futuri.
Ma…
Non mi è concesso discutere i miei progetti futuri.
Ok. Dai un consiglio a chi non ha ancora visto il tuo film: come si dovrebbe vedere Paranormal Activity?
Secondo me per godere al massimo del mio film bisogna andare al cinema impreparati, sapendo il meno possibile di quello che poi succederà sullo schermo.
Ah, se non siete morti di paura dopo aver letto questa intervista e volete rileggerla magari su supporto cartaceo, correte in edicola e acquistate il numero di febbraio di GQ Italia.
Visto il film, non è il grande bluff che fu Blair witch (anche se in Usa grazie al Viral Marketing aveva sicuramente più impatto, per carità….ma sempre non era un gran film), ma di certo averlo strombazzato come terrificante, il più pauroso dei paurosi etc etc non lo aiuta.
E’ un filmetto, con attori dilettanti, che sicuramente non terrorizza ma si fa guardare (certo “l’azione” è ovviamente ai minimi termini).
Meglio il finale originale rispetto a quello previsto per la distribuzione in sala secondo me…tutto sommato un film più che sufficiente…ma niente di tutto quello che “l’oste” ha detto del suo vino.
PS
Si sarà scordato del suo film, o sarà particolarmente ammorbidito dai soldoni fatti, ma essendo un film sui “demoni” definirlo ghost story mi fa strano non abbia provocato reazioni nel Peloso
A me non ha fatto per niente impressione, è un filmetto… L’ho visto a casa, ma anche lì un film del genere se visto da soli o in coppia al buio dovrebbe fare il suo dovere. Peccato che si sa sempre quando succede qualcosa per via della registrazione che va avanti veloce e rallenta solo quando si è vicini all’OOH! moment… La storia del sito internet con il video (SPOILER) della ragazza indemoniata che si strappa a morsi il braccio (mentre l’esorcista la filma, eh…) è poi una stupidata incredibile… un articolo di giornale non sarebbe stato meglio? Il finale originale è forse migliore ma in quello per le sale c’è almento la scena BOOO!!! che un po’ ti sveglia dal torpore in cui ti lascia la pellicula.
In ogni caso mi aspettavo una roba ancora più pallosa invece almeno il film fila via tranquillo. Peccato non faccia paura…
anch’io me ne sono andato prima della fine del film. Mi domando se si sono veramente chiesti PERCHE’ la gente lascia la sala prima della fine.
Beh, ha comunque incassato oltre 100 milioni, non e’ di sicuro perche’ la gente che e’ uscita prima e’ tornata a casa dicendo a tutti che faceva cagare. Poi ripeto: per me funziona in sala in prima fila, oppure nulla. Io ho paura del Dolby. Io ho paura di tre cose: svegliarmi una mattina senza l’uccello, le cavallette, e il Dolby. Al cine ero aggrappato alla poltrona nel terrore che esplodesse da un momento all’altro, e mi sono divertito. A casa mi sarei addormentato, anche con buio e tutto, troppe distrazioni e soprattutto il potere del telecomando.
Beh, a livello di viral marketing, sono 2 prodotti completamente diversi: Blair witch e Paranormal…, il primo quando uscì non si sapeva bene cosa fosse, tutta fiction o “scarti” amatoriali? , il secondo è stato lanciato come il “film che ha terrorizzato milioni di teenager in america”.Punto.
Il primo poi è del 1999, e anche questo conta.
A me comunque ha fatto ridere Paranormal, non tutto eh!, ma buona parte, soprattutto nel finale. Non basta fare il prodottino “indie”, “fatto con 2 soldi”, “real tv”, per fare un buon film, bisogna anche (un minimo)saperlo dirigere, gli attori recitare, la storia reggere.
@Nanni: quale telecomando? :)
@ alezz: mah, durante l’intervista lui c’ha tentuto a precisare che è un film sui demoni e non uan ghost story, ma per quanto riguarda il genere le cose fuinzionano allo stesso modo, no? cioè che sia un fantasma o un demone, le luci in fondo al corridoio si accendono da solo e le porte cigolano…
Sicuramente il fatto di vederlo al cinema aiuta (nel complesso) e credo che vada visto solo in quel contesto (cioè su una poltrona in sala). A me non è piaciuto particolarmente, l’ho trovato un pò insipido. Forse, anzi sicuramente, non sarà il mio genere preferito, ho vissuto momenti peggiori. Però effettivamente è anche vero che la gente in sala un pò di pensieri li aveva.. (Anche se non ho visto gente andarsene prima della fine, ma solo molti commenti).
io vado contro corrente… e secondo me trovo che questo film funzioni di più in casa, da soli al buio.
Il problema del cinema è che non mi sento da solo e quindi mi sento in un certo modo “protetto” dalla presenza di un sacco di altre persone, non mi permette quindi a volte di vivere in maniera più “intima” certe situazioni.
Poi, non biasimo a chi da della puttanata a questo film, però su di me ha fatto il suo sporco lavoro. Quindi per me pollice in su!
io credo che l’unica cosa veramente spaventosa del film siano le bombe di katie pepperstone…per il resto ciccia, pochi momenti veramente scary (il trascinamento si, eccome)e una tensione che viene rosolata pian piano ma che non cuoce mai, anche perchè lo stacco tra sequenze notte e giorno secondo me è troppo netto e spezza di brutto il ritmo
ma la sequenza della tavoletta che prende fuoco?
dai…
mm per me non così tanto proprio perchè la tensione non era montata abbastanza (per come la vedo io troppa luce e troppo estemporanea, nel senso di poco accompagnata verso il climax come scena)..se fossi stato con la coperta pronta a pararmi gli occhi per tutto il film allora sarei d’accordo che quella sarebbe stata sicuramente una scena ad effetto..ma Oren Peli non è riuscito secondo me ad arrivare al punto critico per cui poi per ogni cigolio ci si stringe le chiappe
@Casanova
per carità ma se fai un film su un demone e ti dicono ” bella la tua ghost story” se sei regista, visto che è pure il primo film distribuito, è normale dici “no guarda che il film è su un demone”
Tutto qui, se non lo avesse detto mi sarebbe risultato strano, come facevo notare…insomma meglio che abbia puntualizzato.
visto.
a me più che altro, ha fatto paura il fatto che al buio questi continuassero a dire: hai visto?? oddio!!
Riddick gli fa una sega.
e comunque io alla fine del tutto, riassumerei così:
http://giudiziogratuito.blogspot.com/2010/02/paranormal-activityma-vattela-pia-ntar.html
ma solo perchè sono un gretto insensibile.
scusate, una domanda, l’ho appena visto in un cinema abusivo dalle parti di Praga, quindi non ho capito se ho aveva il finale ufficiale o no. Il mio è quello con gli sbirri, quindi qual’è?
cmq la mia classifica è:
1. coltellaccio (inquietante e “realistico”)
2. sbirri (+ drammatico)
3. il lancio (poco in linea col film, ma un bello spavento)
Guardate..vi dirò..sicuramente non è il film che ha terrorizzato l’america ma io l’ho trovato abbastanza impressionante e in alcuni punti un po’ pauroso.
il finale con gli sbitti comunque è quello alternativo,in quello vero Katie scarabenta Micah addosso alla telecamera e finisce il film con lei che tipo,mostra i dentri da demone alla camera..
cmq devo dire che alla fine dai non era malaccio..XD un bacio a tutti grazie per l’intervista!
E io che stavo attento a non spoilerare….