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I Mercenari: Bruce Willis in “Hudson Hawk – Il mago del furto”

Wim Diesel
di Wim Diesel | 07/08/20109

La baldanza imperiosa con cui Falco/Bruce Willis esce di galera all’inizio del film, con trench e cappellino da yuppie e totalmente identico al Mickey Rourke di Nove Settimane e Mezzo, si pone come definitiva pietra tombale sul cinema americano degli anni ottanta. Da lì in poi iniziano le commistioni matte tra i generi, mentre Bruce ricostruisce il proprio corpo chirurgicamente nel disperato tentativo di superare la morte del cinema classico che lui stesso ha contribuito a fare fuori (cercando disperatamente, per strada, di non perdere tutti i capelli). Hudson Hawk è il trauma iniziale, una sequenza di furti acrobatici compiuti a passo di danza su classiconi di Bing Crosby mentre i nemici di Roger Rabbit stanno cercando d’ingoiare il mondo, spalleggiati dalla CIA con il Batman di Tim Burton che continua a marcare visita e il Vaticano che cerca di metterci una pezza. Hudson Hawk, tra le altre cose, è anche lo spoof del Codice da Vinci uscito in sala una dozzina d’anni prima che l’originale venisse scritto. Del resto il Leonardo da Vinci di Hudson Hawk è null’altro che un Bruno Munari di fine ‘400, alto e snello nel suo costruire prototipi pensati per essere distrutti a getto continuo e/o ridotti ad un “nocciolo” modulare che fa da chiave di volta ad una macchina per la trasmutazione del piombo in oro -chiaro in questo l’intento politico del film, costruito su Bruce Willis all’apposito scopo di disgregarsi intorno a lui. Con una sequenza di comprimari che uno dopo l’altro scompaiono, rivelandosi nient’altro che riflessi del protagonista e del suo indotto. Con punte di spietato narcisismo al secondo grado nel doppio oggettivo dello scagnozzo muto interpretato da David Caruso, per nulla a caso il poliziotto tutto-sommato-buono del primo Rambo. Come a dirci che il Bruce Willis di Hudson Hawk è già in qualche modo expendable (scelta di casting che diventerà doppiamente significativa nel momento in cui David entrerà nell’olimpo televisivo di NYPD con il suo monumentale John Kelly). Hudson Hawk è -probabilmente- una delle più grandi puttanate che siano mai state pensate, scritte, girate e portate su uno schermo da uno studio di Hollywood. Come tutte le grandi puttanate, è un film estremamente complesso e teorico. Al suo interno il cinema da baraccone dei Die Hard, caduto in crisi d’identità a non più di un lustro dal suo concepimento, inizia a confrontarsi con se stesso e a provarsi vestiti da pagliaccio, nel disperato tentativo di denunciare la propria tendenza a sdoganare se stesso. Hudson Hawk è firmato da Michael Lehmann, di lì a poco preda della idiot-commedia tout-court con gli ancora più teorici -se possibile- Airheads e 40 Giorni 40 Notti. MERCENARI O NIENTE. La stessa ammissione del suo valore monetario, in senso nobile, è causa principe della perpetuazione di uno status quo sempre più caotico, in questo del tutto fedele alla propria trama. Ho caldo, esco a farmi una granita.

hh

Wim Diesel
Autore del post: Wim Diesel
"Tony > Ridley"
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tags: anni ottanta bruce willis cose sbagliatissime dan brown is not speaking in my name disincanto postmoderno hudson hawk ladri acrobatici leonardo da vinci michael lehmann Mickey Rourke speciale i mercenari Tim Burton

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9 Commenti

  1. Harry Piotta 07/08/2010 | 07:48

    Bello Wim, bel pezzo.

    Rispondi
  2. gigi 07/08/2010 | 07:57

    A un certo punto ti ho perso, sarà il caldo… bel pezzo e gran film, avanti per i suoi tempi e assolutamente non capito, forse il mio “Bellissimi” di Rete4 preferotp

    Rispondi
  3. abraxas 07/08/2010 | 10:09

    mi avvalgo della facoltà di smaltire la sbronza prima di leggere questo post.

    Rispondi
  4. Adriano da Latveria 07/08/2010 | 10:49

    “mentre Bruce ricostruisce il proprio corpo chirurgicamente nel disperato tentativo di superare la morte del cinema classico che lui stesso ha.”
    Ti sei dimenticato il verbo alla fine mi sa :)

    O sono io tonto. segue faccina di vergogna.

    Rispondi
  5. Wim Diesel 07/08/2010 | 10:54

    GROSS. problemi tecnici. editato, grazie mille.

    problemi tecnici is the new non son buono manco più a far copia/incolla.

    Rispondi
  6. Nanni Cobretti 07/08/2010 | 13:53

    L’avevo notato il refuso, ma mi sembrava molto celentaniano e ho pensato avessi fatto apposta… :P

    Rispondi
  7. quentin celentano 07/08/2010 | 18:26

    Uno dei miei film preferitissimi!!!
    E forse la miglior interpretazione di Danny Aiello…poi i nomi dei cattivoni come snacks…no no, troppo bello!!

    Rispondi
  8. insettomalvagio 08/08/2010 | 18:41

    il film e’ geniale punto e basta….e girato 2 passi da casa mia…circolano ancora leggende sulla presenza del buon Faco a San Leo…

    Rispondi
  9. Fra X 05/06/2014 | 17:04

    L’ avevo visto da ragazzino (al posto di “Point break – punto di rottura” poi spostato con io che credevo che l’ inizio con Leonardo fosse di questo film XD) e m’ era piaciuto. L’ ho rivisto tipo l’ anno scorso e me ‘ è ripiaciuto lo stesso. XD Non so che dire. Non lo trovo neanche tanto così cacchiata.

    Rispondi

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