Non sono cose simpatiche con cui iniziare un post, ma se Tulpa è stato sicuramente il film più chiaccherato del festival, tra chi non gli ha perdonato il doppiaggio spezza-atmosfera e chi invece l’atmosfera se l’è goduta, c’è stato un solo film in cui il giudizio negativo è sembrato ingiustamente unanime, ed è questo Hidden in the Woods.
Vedete, a me piace spiegare le cose come funzionano, e frequentando il festival da cinque anni ho avuto la (s)fortuna di assistere a una vera proiezione storica in negativo: trattasi di Bubba’s Chili Parlor, altrimenti noto come “vostro cugino viene fulminato sulla via del guerrilla filmmaking e decide di spendere con enorme pazienza i successivi 80 weekend della sua vita a girare un lungometraggio di zombi con parenti, amici e tanti guai”. L’opera conclusa vinse un concorso amatoriale dell’Horror Channel, che come primo premio prevedeva appunto la proiezione al Frightfest, dove questo povero 44enne dall’Oklahoma si presentò con la figlia di 10 anni (la zombi principale) e ci venne dato in pasto così, senza contesto, anzi, con due pagine di diario delle riprese nel programma ufficiale del festival, come se fosse il nuovo Bad Taste o che cazzo ne so. Si trattava, al contrario, del volenteroso cortometraggio senza idee della porta accanto, girato con enorme amore e pazienza e gonfiato a 80 minuti che sembravano 180. Il più grosso “bravo ma basta” che io abbia mai pensato in vita mia. A film finito, eravamo tutti in terribile imbarazzo, e il Q&A seguente fu uno dei più luminosi casi di cortesia ed educazione inglese a cui io abbia mai assistito (“complimenti per l’impegno! quanto è costato? che brava la bambina! e quella zucca marcia dipinta sembrava quasi una testa vera!”). L’anno seguente nemmeno gli organizzatori si vergognavano più a usare Bubba’s Chili Parlor come leggendario metro di paragone negativo per ogni film proiettato al festival, e ancora oggi scappa di sentirlo nominare come il più cattivo degli inside jokes. Il lieto fine è che buttando un occhio a IMDb pare che Joey Evans, il suddetto 44enne, abbia continuato indomito a sfornare lungometraggi che nessuno guarda, sempre con la figlia protagonista.
Detto questo, Hidden in the Woods ha sofferto un simile problema di contesto, nel momento in cui nemmeno i suoi valori produttivi sono esattamente lussuosi ed è stato comunque proiettato nell’enorme schermo principale, quando da un paio d’anni il Frightfest ha allestito una sala secondaria che pareva essere stata inventata apposta per proposte elitarie del genere. Ma artisticamente è tutto un altro sport.
Hidden in the Woods è l’ultima fatica del regista cileno Patricio Valladares, uno di quelli che si prendono su e con due lire riescono in qualche modo a girare almeno un film all’anno. Nello specifico, Hidden in the Woods è il suo primo film ad uscire veramente dal circuito delle produzioni da battaglia e attirare l’interesse di festival grossi in giro per il mondo. E il genere di cui stiamo parlando è la grindhouse pura. E quando dico grindhouse pura non intendo l’exploitation classica amata da Tarantino, quel tipo di roba che una volta era alternativa ma oggi sfonda al box office e apre persino il Festival di Venezia, ma quella più sporca e dura: la videocassetta con copertina disegnata male, comprata a una bancarella a una fiera specializzata, che poi una volta a casa scopri essere un low budget di una cinematografia minore pieno di gore senza freni e con sprezzo dei taboo che a confronto A Serbian Film pare al massimo Basic Instinct. Quel tipo di cinematografia dal gusto malato e semi-clandestino che serve per mostrare cose e investigare temi che altrove non ti lascerebbero toccare.
Ed ecco com’è Hidden in the Woods: grezzo, sporco, e con uno stupro incestuoso al minuto 4.
Si parla di questo cileno grosso e barbuto che vive in montagna con le due figlie e il mezzo-umano nato dalla scena al minuto 4 (la madre muore al minuto 2 ammazzata dal cileno brutto davanti alle figlie, per iniziare con ottimismo). Siccome che, come se non bastasse tenere la famiglia rinchiusa nel fienile, fa anche il corriere della droga per un signorotto del posto, a un certo punto è piuttosto normale che gli arrivi la polizia in casa. Gran parapiglia, il cileno brutto viene catturato non senza aver fatto vittime tra i poliziotti, le figlie e il mezzo-umano scappano, il signorotto le cerca per riavere il suo carico di droga.
E insomma, questo è il tipo di film dove una delle sorelle, per guadagnare il necessario a sopravvivere, si dà dritta alla prostituzione e la cosa ci viene mostrata con la stessa naturalezza come se avesse scelto di fare la cameriera. È il tipo di film dove, mentre i tre sono rifugiati in una baita, ricevono visita da due ragazzotti in gita dall’aspetto normalissimo ma che si rivelano subito essere maniaci stupratori di scuola Krug. È il tipo di film in cui a un certo punto una delle due sorelle scopre che le piace mangiare la gente cruda/viva. Così, è bellissimo, non lo sapeva, a parte qualche punta di comprensibile isterismo ne rimane tutto sommato piacevolmente sorpresa. È il tipo di film in cui servono sangue e brandelli di lattice a quantità industriali.
È anche il tipo di film ovviamente interpretato da attori dilettanti, tutti tranne la sorella maggiore. Il tipo di film che più di una volta ti presenta una situazione di stallo, tipo il poliziotto che punta la pistola al cileno brutto, o uno dei ragazzotti maniaci di fronte alla sorella minore, poi stacca su un’altra scena e poi quando torna di colpo il cileno brutto è riuscito non so come ad ammazzare il poliziotto e la sorella si sta divorando il maniaco, e non ti rimane che riempire con la fantasia e immaginarti tu come diavolo possa essersi ribaltata la situazione.
È il tipo di film che ha 99 problems and misoginia ain’t one, che sposa il valore catartico dell’ultraviolenza, che si diverte ad essere per lo più duro e serissimo ma anche a concedersi qualche spruzzata di malato umorismo.
È un film facile da odiare e che alla fine dei conti è un po’ troppo approssimativo anche per i miei gusti, ma che è girato con lo spirito giusto, un senso di libertà sfrenata e ipnotizzante che ogni tanto ci vuole, e più di una scena che rimane impressa.
In ogni caso, Valladares ha fatto il grande salto e ne sta preparando un remake USA con Michael Biehn.
DVD-quote:
“C’è uno stupro incestuoso al minuto 4, fate voi”
Nanni Cobretti, i400calci.com
La mia domanda del lunedì è: e voi? Quali sono le vostre esperienze di horror più hardcore che avete visto?
Dell’amico Patricio leggo pure che il tratti distintivi delle produzioni sarebbero il sadismo, la pedofilia, la coprofagia ed il cannibalismo. Così, po’ non si fai mancai nudda! Ma non corre il rischio della sindrome da “ti piace vincere facile?”. Gli manca solo lo stupro incestuoso tra figure religiose. Ho smesso di fare colazione.
Non ricordo scrne di coprofagia ma mi sarò distratto.
Cazzo ce ne sono stati tanti: men behind the sun, murder set pieces,
Visitor Q, Salò, The woman, Aftermath, In a Glass Cage…troppe cose malate.
Così su due piedi mi viene in mente Aftermath.. Forse perchè il primo esempio del genere che ho visto cmq indiscutibilmente hc
non sono un grande patito di horror…credo che la scena più hardcore che abbia mai visto sia stato quando mi sono tirato una martellata sul pollice e si è rotta l’unghia.
La lista dei film più truci che ho visto è discreta, però quello che mi ha fatto sentire peggio di tutti è stato Man behind the sun: è scorrettissimo anche per i miei gusti…
Personalmente c’e’ stato un periodo in cui ne guardavo, ma non ho visto tutti i classici. Tipo Men Behind the Sun lo conosco, idem la serie di Guinea Pig, ma non li ho ancora assaggiati. In compenso ho visto quella mezza barzelletta di Faces of Death. O quella ciofeca di Snuff. Salo’ e Visitor Q rientrano bene ma sono anche seri film d’autore. The Woman picchia duro, ma lo definirei un “normal core” (?) piu’ violento della media piu’ che un vero e proprio hardcore (idem per Martyrs, ad esempio). Aftermath e’ il prossimo della lista.
Ma flowers of flesh and blood era per me “normal core”, troppo finto. Io agiungo IT anche se non centra un cazzo.
Stessa cosa per Snuff, ma c’era comunque il sapore di semi-clandestinita’ e il rivolgersi a una certa nicchia di amanti dell’estremo. The Woman ha scioccato un povero cretino al Sundance, ma qua e’ uscito al multisala, per dire.
Ho nel computer una cartella dal nome HORROR ESTREMI…e i film all’interno sono catalogati in ordine crescente di “estremismo”…bon… al primo posto c’è ALEX L’ARIETE !!!!
@andrea: esatto, cose del genere. Fama di culto, confezione approssimativa, attori dilettanti, fattore shock, introvabile in dvd… Alex ce le ha tutte. Poco sangue, magari.
@Nanni: Per Tomba viste le sue doti, avrebbero dovuto organizzare un mega scherzone facendogli credere che fosse tutto vero, così almeno invece di quella specie di personaggio pseudo buono-comprensivo-fintomacho lo si sarebbe visto come quando lo incontri nei baretti qua a bologna che fa il buono con tipe di 30 più giovani, è quasi più simpatico nella sua genuinità
Ebola syndrome di Herman Yau è un bell’esempio di poco sangue ma situazioni malate forti.
http://www.imdb.com/title/tt0116163/
A mio parere August Underground’s Mordum alza parecchio l’asticella.
Che bello! Non li conosco.
Continuate cosi’.
I lettori dei 400 Calci presentano: “Film con cui fare brutta figura con chiunque”.
OFFTOPIC
Su Twitch c’è la recensione dell’ultimo Unisol e la summa è:
“half an hour in I’m sure I wasn’t the only one struggling to see where the film was going – but by the end I was grinning ear to ear”
C’ho una fotta che manco un dodicenne. Qui che si fa, ci giriamo i pollici?
@udokier: si fa che funziona come per Expendables 2. Il primo che mi dice mezza parola a riguardo prima che esca la recensione giusta lo ammazzo personalmente a mani nude e aggiungo le sue orecchie alla mia collana.
And now, back in topic
Nanni domanda: non è ancora uscito in albionia l’ultimo capolavoro del più meglio degli Anderson? Attendo la rece spasmodicamente.
@mattia: nope, esce in contemporanea con l’Italia.
And now, back in topic
Deadgirl (2008)
@michael pate’: celo
http://www.i400calci.com/2009/07/deadgirl-ne-comprereste-una/
@Cobretti
Per la serie “MACCHIMELAFFATTOFARE?”
Mi immagino il perbenista che cerca tra i thriller, si becca che so un Martyrs o un Serbian Film, vede la copertina, legge la trama, parte lo streaming e Taaaaaack, si becca la porcheria che lo manda in crisi religiosa. Fantastico. Leggere i commenti di tutte quelle anime perbene timorate è sempre una goduria, io in ogni film ci infilerei un cane a cui sparano in testa, tanto per creare scompiglio e indignazione popolare.
Detto questo, una merda truce tipo guinea pig invece no, non ha proprio senso che esista, non è fatta per dare fastidio, no, dà soltanto sfogo a fantasie trucissime. Visto il primo di quella serie lì anni fa, inguardabile oltre che per le schifezze visive, proprio per il concetto malato e infame.
Vogliamo dirlo che “Hidden in the woods” è sceneggiato da un italiano, il grande Andrea Cavaletto? Diciamolo.
I primi 2 episodi della serie Guinea Pig e Men Behind the Sun quest’ultimo particolarmente disturbante in quanto racconta roba successa veramente
@ Schiaffi
Ahahahahah, ma tu sei il Male!
Mi vuoi cresimare? Cerco un padrino.
Basilica di Sant’Elena, sabato ore 18
@schiaffi
Posizione un po’ bizzarra, quella di giustificare immagini atroci solo se inserite in un contesto narrativo ‘consueto’ e ben fotografate. Personalmente ho sempre guardato questi film curioso di vedere come avrei reagito, ma non mi sembra che Serbian Film si possa considerare un esercizio intellettuale più alto di un Guinea Pig.
Mh si ma almeno serbian film contestualizza, come human centipede 2, pieno di merda però un suo senso ce l’ha e comunque sono film “normali” ma eccessivi, mica roba da malato mentale.
Guinea pig cazzo è, 2-3 nerdoni che affettano la classica povera cretina jappo per 20 minuti senza senso, cortometraggi squallidi che non ha nemmeno senso guardare. Mi da idea di robaccia meschina, video per gente truce con le turbe peggio delle stanzetta segreta di michael.
Se proprio devo fare il truce pazzo piuttosto mi guardo il video vero di Luka Magnotta che fa a pezzi il cadavere del suo amico cinese, almeno mi documento tipo real tv.
Sempre meglio che vedere 2 scemi che per 20 min pigliano a cinghiate una mentecatta vestita da sailor moon e la voce da cartone animato.
Cazzo di jappi oh, che fisse pure loro…
Il fatto di avere una trama e una bella fotografia rende A Serbian Film piu’ accessibile e un esperimento a suo modo interessante, ma si’, concordo con il fatto che non lo rende migliore di Guinea Pigs. Human Centipede 2 ha qualcosa in piu’, e’ divertente, ha meno pretese di importanza. Se Guinea Pigs e’ un porno, A Serbian Film e’ un porno con la trama e HC2 e’ una barzelletta sconcia.
In effetti la violenza di A Serbian Film è pesantemente metaforica (guerra nei balcani/Srebrenica ecc ecc), al contrario del primi 2 Guinea (che rimangono delle cagate eh!) poi gli altri però cambiano registro, mi pare che siano pure di registi diversi ma non ho voglia di controllare
@terence: il metaforone era platealmente una gran scusa di comodo, personalmente non me la sono bevuta manco un goccio
Si dovrebbe fare un minimo di contestualizzazione storica.
Senza Guinea Pig e compagnia, pellicole come A Serbian Film, Human Centipede o Martyrs non esisterebbero nemmeno. Sono i figli di quel tipo di estetica.
Si possono tranquillamente definire merda(non concordo ma i gusti sono sacrosanti) ma merda necessaria se ha portato a film che ci sono piaciuti.
@Nanni non voglio mettere in dubbio le parole del sommo capo, però per lavoro ho girato quelle zone e sotto un’apparenza di calma le ferite sono ancora fresche. Sorrisi e commemorazioni sono al 90% di facciata, dietro la schiena hanno tutti il coltello il mano. Serbian Film lì ha fatto parlare anche se l’avranno visto in 4 gatti un suo ruolo lo ha avuto.
@terence: ma sono sicuro che era credibile e ha funzionato. Quello che dico io pero’ e’ che e’ stato appiccicato il metaforone per giustificare gli shock, e non il contrario come vorrebbero farci credere.
@Nanni
Ok adesso ho compreso, ritornando in tema se non hai mai visto il guinea pig non è che ti sei perso chissà cosa ma penso siano l’apice dell’ horror scorretto.
Negli ultimi tempi mi trovo sempre più spesso d’accordo con Schiaffi.
“Guinea pig cazzo è, 2-3 nerdoni che affettano la classica povera cretina jappo per 20 minuti senza senso, cortometraggi squallidi che non ha nemmeno senso guardare.”
Ecco, descrizione perfetta in nemmeno tre righe, anche a me dà l’idea di essere più roba per soddisfare certi appetiti malati più che per voglia di vedere un film.
Mah, io sono tendenzialmente d’accordo con Nanni, però non facciamo di tutta l’erba un fascio, parliamo degli episodi più che della serie intera: The Devil’s Experiment è effettivamente una cavolata senza se e senza mah, Flower of Flesh and Blood è fico anche solo per l’aneddoto su Charlie Sheen, He Never Dies è spassosissimo e Mermaid in a Manhole ha un non so che di poetico. I restanti 3 li ho completamente rimossi quindi non commento.
Visto che si parlava di Men Behind the Sun, segnalo anche Philosophy of a Knife, parte film e parte documentario, vera storia della Unit 731 giappa.
“segnalo anche Philosophy of a Knife, parte film e parte documentario, vera storia della Unit 731 giappa”
marò che pesata… me l’ero scordato. brrr.
ne sono attratto, ma anche solo leggere le “trame” su wikipedia mi crea un senso di fastidio e di “opressione” insopportabile.
No no, meglio lasciar stare
@schiaffi
Tipo Michael Wincott=Jeremy Brunell in Disastro a Hollywood…divertentissimo…
Ma nessuno cita i due nekromantik roba truce e malata forte, fatta in modo amatoriale ma sempre malata. A e poi il mitico tetsuo hardcore a bestia!
Buio omega era assai più malato dei vari Nekromantik… Boom!
Ecco questo mi mancava.
Beh qui pero’ e’ dove devo rivelare che di Buio Omega ho direttamente il poster in camera. Con tanto di quote e autografo postumo/posticcio di Alfred Hitchcock. Storia vera.
Allora, ho visto qualche scena di nekromantik e la wikipedia poi è venuta in mio soccorso. E’ vero, è truce ma di quel truce fatto serio che ha senso di esistere.
Continuate così, passate altro materiale, ne voglio ancora.
Mi sto sporcando tutto mentre prendo appunti truci.
Ormai frequentare i 400 è un pò come fare un tour nel male.
@Schiaffi: assaggia Tears of Kali
Ci agiunggo The Girl Next Door (2007)- non la commedia, Schramm e l’originale Funny games con il pezzo piu figo per iniziare un horror http://www.youtube.com/watch?v=ezpC6iFTH8c
@Schiaffi
Prova anche con Naked blood e Rubber’s love.
E Sudor frio
Rubber’s lover ma non è nulla di che, tantovale allora Gozu.
Qualcuno di voi ha visto Bunny’s Game? L’abbiamo visto io e Cicciolina ma entrambi non sapremmo recensirlo aldilà di cinque righe che si concludono con “ma va a caghèr”
é già stato detto, ma Tetsuo merita, almeno nella categoria horror truce più metaforone, se non altro perchè l’horror jappo ha una fantasia che non ha pari.
Per chi ama i manga suggerisco Drifting Classroom (anni 70, ma giuro che è bella pesa) e Gyo (questo ha la fantasia più inquietante che abbia mai visto).
@Schiaffi
Il Sangue è Troppo Mainstream “Slow Torture Puke Chamber” (il titolo dice più o meno tutto) è la risposta.
@Nanni
Mi hanno detto cagata apocalittica ma la recensione Tag-Team è d’obbligo.
@Aeneas
Rilancio con MPD Psycho.
http://static.blogo.it/comicsblog/mpdpsycho.jpg
@aeneas: oddio, stavamo parlando principalmente di horror truci semi-amatoriali senza senso, ti garantisco che qui in redazione c’e’ gente che metterebbe Tetsuo nella Top 10 della Vita e possibilmente nella Top 10 Film Fondamentali nella Storia del Cinema.
@KuroFawa: guarda, verrebbero solo 10 righe con doppio “ma va a caghèr”. E’ soltanto Guinea Pig con pretese autoriali (interamente riassumibili in “è in bianco e nero”).
@Nanni: giusto, dimenticavo che qua son fra gente normale.
e non sono ironico.
@Kurofawa
mi ero scaricato mpd psycho nel 2006, spaccava una cifra ma non lo hanno concluso. La miniserie girata da Miike è da impiccarsi con del filo spinato per la noia.
@michael patè
ho visto una casalinga jappo friggersi la mano e mangiarlsela. Boh, io ste cose jappo non le colgo, non sono del genere. L’idea di nekromantik mi piace di più perchè è malato ma l’idea di base pur nel suo malessere ha un certo stile.
Ecco si, malsano ma stiloso a modo suo.
@Nanni
letta la trama di tear of kali. Mah, si parla di arte e di palpebre strappate…mi sa che sono io che non colgo il nesso forse. Niente, nekromantik vince. Vado a sfogarmi sul cadavere di mike bongiorno.
@schiaffi: se Tears of Kali e’ “arte e palpebre strappate” allora Bad Boys 2 e’ “battutacce e mortaretti”. Seriously, provalo, ha momenti lentissimi ma volendo li puoi anche mandare avanti e arrivare al sodo.
Ecco il sito ufficiale del film: http://hiddeninthewoods.com/
@KuroFawa Conosco anche quello, fa parte di una trilogia se non erro insieme a Slaughter vomiting dolls. Riassunto in poche parole, anzi una, feces!(visto e cestinato)
Ah, i film con “vomiting” nel titolo! Una categoria sottosfruttata.
Dai, dai non starmi giu’ @schiaffi che appena trovo qualcosina di stiloso dove brutalizzano bambi e poi ci fanno il sugo per le pappardelle te lo faccio sapere.
Secondo voi Threads(il film sulla guerra nucleare in UK) puo rientrare nella categoria?
Threads e’ vero orrore, i film dell’orrore l’orrore lo hanno gia’ metabolizzato.
OFF TOPIC!!!
chiedo venia se esco dal topic ma vorrei sapere se qualcuno ha visto un film horror austriaco di un paio d’anni fa max intitolato in originale “Sonnentuch” ..perchè al tempo l’avevo trovato disponibile anche in streaming e poi quando l’ho ricercato per vederlo non ne ho più trovato traccia neanche googolando.
Grazie e continui inchini japponesi
@solero: eccolo qua!
http://www.i400calci.com/2011/12/frightfest-2011-sennentuntschi-the-curse-of-the-alps/
Ma cazzo la prima cosa che ho fatto è stato inserire il temine di ricerca nell’apposito spazio! Mondo bistecca ora corro a cercarlo in videoteca!
@solero: non e’ un titolo facile da scrivere corretto…
me ne son reso conto or ora..ah guarda aftermath
cacchio Tetsuo effettivamente è peso, anche solo per l’effetto straniante, e la colonna sonora azzeccatissima!
poi metterei in lista anche l’ultimo della Troma, Father’s Day aveva delle belle scene truculente, fatte stranamente bene, a differenza dei classiconi Troma!
e ora mi preparerò una nottata horror con Alex l’ariete, seguito da Troppo Belli (http://it.wikipedia.org/wiki/Troppo_belli) con Costantino Vitagliano e Daniele Interrante
@hugo krauser: no no no no no NO. Non diciamo sciocchezze. Tu ora vieni sul Twitter che ci stiamo per guardare Die Hard tutti insieme e siamo gia’ tanti.
http://www.i400calci.com/2012/09/400tv-season-2/
?
non so se qualcuno l’ha già scritto ma ci sarebbe anche The Act of Seeing With One’s Own Eyes, che è una sorta di documentario di 2 autopsie, una su un uomo ed una su una donna, il tutto senza audio. Non certo un horror ma di sicuro un’esperienza straniante. E poi è bello tosto da vedere.
Sono impressionato dalla qualità delle informazioni su questo sito. Ci sono un sacco di buone risorse qui. Sono sicuro che visiterò di nuovo il vostro blog molto presto.