Nella mia vita ho visto cose, tante cose. Ho visto uomini diventare merda e donne decomporsi vive davanti ai miei occhi; ho visto serpenti mangiare treni, ragni giganti scalare grattacieli e pomodori uccidere la gente; ho visto squali nuotare nella sabbia e nella neve, squali a due teste, squali fantasma, squali giganti combattere contro squali meccanici. Ho visto squali diventare tornado. Per non dimenticare ne ho scritto, ne ho parlato, ho cercato di ricordare tutti i dettagli più importanti, per aprire gli occhi alla gente, per far loro capire che non siamo soli, che non siamo al sicuro. Ho perso il lavoro, la casa, la famiglia. Mi hanno persino tolto il banjo, ma se mi starete a sentire ne sarà valsa la pena. Ho qui i miei appunti, il mio diario, quello che un giorno sarà il libro che già i miei avi avevano iniziato, quando ancora vedere questi mostri significava esserci troppo vicino, e quindi morire. Ho qui i miei appunti, e sull’ultima pagina, col sangue del mio stagista, c’è scritto “PER L’AMOR DEL CIELO NO, NON I CASTORI”. Da qui in poi le cose diventano vaghe, sfocate; gli appunti si fermano, e resta solo un pensiero: vi prego, state lontano dai castorombi… zombastori… cazzombi… eehhhhmm… insomma state lontanto da quei castori che prima erano vivi poi erano morti e ora sono di nuovo vivi e di morto voglio voi, e non perché questo sia particolarmente importante, o lo sia la vostra vita, ma perché, insomma, oltre ai castori non c’è molto di più, a parte un paio di tette.
Una cosa che va detta subito è che beaver oltre che castoro significa anche topa, patata o, più popolarmente, figa. Prendete quindi tre ragazze in vacanza in una casa sul lago, fate arrivare i loro non desiderati fidanzati e preparatevi a battute sulla castora per tutta la durata di questa cosa che chiameremo film. Penso tra l’altro di essere il primo essere umano a usare il termine CASTORA in quanto foca, ora in caps lock perché decido io come si usa, e vi do il permesso di usarlo quando volete. Questa cosa che chiameremo film ma che sarebbe stato meglio chiamare cortomotreggio non è, purtroppo, nulla del divertimento che mi era stato raccontato. C’è un titolo, certo, che indica chiaramente le sue intenzioni: una commedia horror sulla falsariga dei film SyFy che non ha intenzione di prendersi sul serio. Protagonisti coglioni, situazioni sopra le righe, battutte sul sesso, tette e castori zombi. Cosa potrà mai andare storto? Tutto, chiaramente, se all’idea di base non se ne aggiungo altre per riempire i già pochi minuti che dura. Zombeavers è un film che in 77 minuti se la prende comoda anche con una superflua gag reel, cinque minuti di titoli di coda e una scena alla fine, riducendone la durata a 70 minuti secchi. Cosa potrà mai andare storto, in così poco tempo? Tutto, se il tempo non lo si sfrutta e lo si usa solo per decidere cosa fare. In 70 minuti, la prima ora, che di minuti ne ha 60, è dedicata al menarsi la castora in ogni modo possibile: battute poco divertenti su battute ridicole recitate da attori e attrici talmente scarsi e insopportabili che dopo 10 minuti si spera siano morti tutti, e invece di farlo tirando fuori castori matti a tutto spiano se la mena come se fosse un film che può permettersi di farsi aspettare. C’è del divertimento nella presentazione degli animali, quasi tutti pupazzoni, e c’è della soddisfazione quando questi si muovo a scatti con le budella di fuori facendo versi immondi, ma sono solo dei brevi contentini sparsi in 60 minuti di assoluta superficialità. Anche spegnendo il cervello, come dicono quelli che vanno al cinema per non pensare a niente, o partendo da qualsiasi presupposto per cui ogni cosa è fatta per essere cogliona, è impossibile superare il fatto che sia solo un film per ragazzini rincoglioniti che parlano al telefono al cinema e urlano TETTEEEEE quando ci sono le TETTEEEEEEE (anche comprensibilmente, visto che ci ha lavorato uno dei produttori di American Pie). Magari sono io vecchio dentro ma ‘ste cose non mi hanno mai divertito, e anche lo avessero fatto Zombeavers ne sarebbe comunque un esempio poco riuscito. Sono negli ultimi 10 minuti succede qualcosa di vagamente interessante e prevedibile il giusto da farsi aspettare con interesse, una cosa ovviamente spoilerata dal trailer senza il minimo ritegno o voglia di stupire, quindi magari stateci lontano se non volete privarvi dell’unica piccola gioia che questo film del cazzo può regalarvi.
Come già detto, fosse stato un cortometraggio di un quarto d’ora sarebbe stato una vera bomba: divertente, scemo, senza alcun peso, guardabile in un attimo e dimenticabile in altrettanto, e invece s’è vista un’opportunità di fare soldi, se ne sono spesi un po’ per tirare fuori una minchiata distribuibile nelle sale e quel che ci è rimasto è solo una battuta sulla figa. Una battuta piuttosto brutta.
DVD-quote:
“Era meglio quando si chiamava passera”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
ps. In tedesco si chiama Zombiber. Che partano i fotomontaggi.
Il prossimo passo sarà dell’Asylum: CyberCoypus Vs Zombeavers….me lo sento nelle ossa! nutrie robotiche contro CASTORE zombi!
Ma donna nana tutta CASTORA?
comunque la bionda è una castora d’alto rango.
Tutti ci penseremo e qualcuno, citazionista compulsivo, non può far a meno di scriverlo sùbito.
Il non-plus-ultra su quel doppio senso si deve al trio Zucker-Abrahams-Zucker con Pat Proft, autori del capolavoro «The Naked Gun», quanto all’interpretazione dei suoi protagonisti Leslie Nielsen e Priscilla Presley:
– Che bella topa…
– Grazie! Me l’hanno appena riempita.
e vogliamo parlare di questa?
http://www.youtube.com/watch?v=aYDfwUJzYQg
Ci sono dei giorni, che sono a scuola e manco c’è l’articolo mattutino de i400calci, oggi è un bel giorno. Oh che volete, so’ Ciovane, un ci posso fa’ niente…
da sempre è la figa a rendere zombi!
Una gag su quel doppio senso c’è anche in «National Lampoon’s Loaded Weapon» (da noi, sobriamente, «Palle in canna»), parodia di «Lethal Weapon» – soprattutto – con Emilio Estevez e Samuel L. Jackson (più apparizioni cammeo di Bruce Willis e di altri).
Ad un certo punto viene sbeffeggiato il famosissimo interrogatorio, in centrale, di «Basic Instint»: prima si vede Katie Ireland che fa un sontuoso gioco di gambe e poi, dopo lo stacco sugli inquirenti allupati, sulla di lei sedia è letteralmente comparsa una “castora”.
A proposito di Mel Gibson, ho l’impressione che il suo «The Beaver» diretto Jodie Foster sarebbe stato un ottimo spunto, se qualcuno se lo fosse filato, per una gag alla ZAZ in «Zombeavers».
A me personalmente è piaciuto molto, l’ho trovato tanto divertente da avere ancora attaccate le tre spillette regalate al Frightfest per la sua uscita. Mi ha ricordato un po’ il primo Peter Jackson, misto con Asylum. E’ girato bene, non alla zozza come i film Asylum, le gag e le battute sono intelligenti e il finale e’ la ciliegina, perché ribalta gli stereotipi dei film horror. Arrivato al Frightfest in sordina (i più pensavano al classico riempitivo), la gente ha riso per tutta la durata, giustificando la distribuzione Universal, e se ne è andata canticchiando la sigla finale: “Zooombeaveeers…”
la prima cosa che ho pensato leggendo questa recensione.. https://www.youtube.com/watch?v=Y7mK8LA7V94
Scusatemi, volevo evitare di risultare pedante – mettendo la notazione “errata còrrige” – ed è andata a finire che sono risultato equivoco.
Il bis immediato del mio secondo commento – ore 10 – non era frutto di casualità tecnica (e quindi, giustamente, da rimuovere), ma era mirato a correggere il titolo del thriller di Paul Verhoeven, «BASIC INSTINCT», perché senza la “c” sulla fine del sostantivo non si poteva proprio vedere.
Prometto che, d’ora in poi, sarò più attento e più preciso.
Pensavo di skippare ma il giudizio del Barone mi ha incuriosito, forse recupero.
Altre due cose:
1) meno male che ci siete voi a combattere il politically correct del NSFW, ormai due bocce a gratis senza 10 avvertimenti filtri famiglia sfocature e stelline sui capezzoli non le esce più nessuno.
2) semmai è donna MORA tutta CASTORA.
Visto ieri sera. Niente di che ma ho riso il giusto, apprezzando particolarmente le gag prima dei titoli di coda e la canzone ad hoc, “Zombeavers” XDXD
Ciao ho iniziato a seguirvi da poco e quindi per prima cosa voglio fare i complimenti a tutta la redazione per le ottime recensioni.
Detto questo volevo solo precisare che la mora in libertà nella foto è Cortney Palm la sushi girl del film sushi girl (film dove mostra delle eccellenti diciamo “doti recitative”) e forse l’unico motivo per il quale ho recuperato il film che però devo ancora vedere.
@Darkskywtriter in effetti la 2) è migliore
vabbè ritento con ” Quando si alza la bora, alla donna con la gonna gli vede la castora”
Tutta colpa di quel fattone di papà castoro e le sue storie.
le castorie.
“SALI!!! CHE C’HO UNA CASTORA NELLE MUTANDE!” cit.+o-
Visto che siamo in tema di castora…. delle girls in foto, salvo a malapena quella di destra interessata a leggere l’elenco delle rubriche del nostro blog.
@vin diesel: bestemmia! Alle tette donate si mostra sempre il massimo rispetto!
@Giorgio clone. Ho già consueto tre cassette di Little Tony!
Consumato