Non sono mai stato un fedele seguace di Luc Besson. Ve lo dico subito e a scanso di equivoci. Non ho mai troppo amato il suo cinema, pur riconoscendo che “ha fatto anche cose buone”. Per dire, a me Lucy non era piaciuto. Girato da dio, nessuno mette in dubbio la capacità di Besson di dirigere l’azione. Ma davvero troppo stucchevole e tongue-in-cheek, con l’aggravante che, quando hai un personaggio onnipotente, è durissima rendere una storia coinvolgente fino in fondo.
Valerian invece mi era piaciuto. A bomba. Valerian per me è molto più figo de Il quinto elemento, un film di una fantasia e di un entusiasmo rari. Si capiva chiaramente quanto Besson si fosse divertito dal primo all’ultimo secondo sul set.
Anna, invece, è tutto l’opposto. È un film di routine con cui Besson torna alla sua formula più fortunata, quella della donna d’azione bellissima e letale, per raccontare le vicende di una supermodella che in realtà lavora come sicario per il KGB. Ma lo fa senza un minimo di voglia di dire qualcosa di nuovo e, anzi, non solo recuperando premessa e svolgimento di Nikita, ma addirittura andando dietro spudoratamente allo stile di John Wick e Atomica Bionda. Quello che un tempo era il maestro di questo cinema diventa qui un allievo diligente ma blando. Questo non vuol dire che abbia perso la mano: le scene d’azione sono comunque dignitose e cristalline. Ma sono realizzate senza entusiasmo, contando solo sul mestiere.
Molto più interessante la struttura del film, che continua a saltare avanti e indietro nel tempo come un puzzle. Besson ci racconta un pezzo di storia, lasciando volutamente dei buchi qua e là, per poi tornare indietro e riempirli di rivelazioni che ci costringono a rimettere tutto in discussione. Non è male, anche se alla lunga Besson ne abusa e il giochino inizia a diventare prevedibile. Ogni volta che una situazione non trova risoluzione, hai già capito che subito dopo ti verrà contestualizzata con un flashback. Il che toglie anche slancio al film: non appena c’è un po’ di crescendo, TAAAC, arriva il flashback che ti taglia le gambe come un paio di birrette a stomaco vuoto.
Anche tra il cast nulla da segnalare. L’unica che sembra divertirsi un minimo è Helen Mirren, nei panni della capa di Anna al KGB. Luke Evans e Cillian Murphy staccano l’assegno. Sasha Luss ce la mette veramente tutta, ma non è né Milla Jovovich né Scarlett Johansson. A complicare ulteriormente le cose – se vedrete il film in lingua originale – c’è che Besson si è inventato di far parlare i russi in inglese con l’accento russo ANCHE TRA DI LORO, con relativo effetto comico. Le comparse russe parlano in russo, mentre i tre russi principali – Anna, Alex/Evans e Olga/Mirren – parlano in inglese come i cattivi dei film anni ’80. È una roba talmente gratuita e senza senso da disturbare non poco.
E ora inforco un paio di spessi occhiali scocciati e affronto la questione che, in assoluto, mi ha lasciato più basito…
Dopo un prologo nel 1987, Anna si sposta al 1990. Siamo negli ultimi mesi di vita dell’Unione Sovietica, anche se questo dato non avrà mai peso nel film. Anna vive con il suo violento moroso in una stamberga di Mosca. Sono entrambi tossici, lui l’ha tolta dalla strada e ora pretende fedeltà totale. Lei invece sogna una vita migliore e vorrebbe arruolarsi nella marina. All’inizio del film la vediamo compilare la domanda sul suo portatile in salotto.
Restate con me. È il 1990. Anna compila la domanda per arruolarsi in marina su un portatile. Quindi via internet. Non ci sono fili, quindi ha una connessione wireless.
Vi giuro che ci ho messo un po’ per capire cosa non andava in questa scena. Siamo talmente abituati a una situazione del genere nelle nostre vite che questa cosa non salta immediatamente all’occhio, almeno finché non ripensate al “quando”.
E questo è solo l’inizio. Per tutto il resto del film, ambientato sempre nel 1990, toh massimo 1991, Anna maneggia laptop, cellulari Nokia simil-3310 e chiavette USB, lascia messaggi video in risoluzione ridicolmente alta e, a un certo punto, ruba i filmati di un sistema di sorveglianza a circuito chiuso comodamente registrati su un hard disk. In termini di ricostruzione del Ventesimo Secolo, siamo dalle parti dello sbarco sulla luna in Futurama.
E ve lo ri-giuro, sono andato a controllare per essere sicuro di non scrivere delle fregnacce (dopo tutto internet è entrato nelle nostre case da metà anni ’90 ma era stato inventato negli anni ’60!). Per accertarmi che robe tipo le chiavette USB non esistessero già in forma di prototipi all’epoca. E no, non c’erano. E comunque no, una tossica in un appartamento di Mosca nel 1990 non poteva avere un laptop.
Le incongruenze sono talmente sfacciate che non posso pensare si tratti di un caso. A questo punto i casi sono tre:
– Luc Besson voleva fare un film ambientato ai giorni nostri, ma gli servivano dei cattivi fighi e allora ha pensato bene di spostare tutto quanto al 1990. Senza cambiare una virgola della sceneggiatura.
– Luc Besson voleva fare un film ambientato nel 1990, ma non c’aveva voglia di sbattersi a fare ricerca e ha indossato gli occhiali del fottesega.
Oppure ancora:
– Luc Besson voleva realizzare un film su un mondo parallelo in cui l’Unione Sovietica è caduta nel 2005* e l’ha fatto senza dirlo a nessuno.
In tutti i casi, mi sa di pigrizia veramente allarmante da parte di un regista che fino a un paio di anni fa sembrava avere ancora voglia di vivere.
DVD-quote:
“Annacronistico”
George Rohmer, i400Calci.com
*Non è mia, l’ho trovata su Reddit.
Luke Besson voleva fare un film in cui i russi sono cattivi, ma oggi la Russia è potenzialmente un mercato cinematografico e, allora, si ripiega sui “sovietici”.
Grazie per la rece. Non so se lo guarderò, vorrei che Nikita continuasse a piacermi molto. Mi occupo anche di scrittura, e questo è uno dei problemi emergenti dei nostri anni: avere chiaro la cronologia di arrivo di tutti i singoli device e programmi e app che ci circondano, proprio per evitare di piazzare in mezzo alla storia l’antico romano con l’orologio da polso. Diventa sempre più complicato, per via del continuo moltiplcarsi di apparecchi e app, e per questo diventa sempre più importante. Forse Luc non era stato ancora avvertito.
Remake stupido di Nikita , la Parillaud meglio 10/100/1000 volte
Sasha Luss perché reciti ? Sei bella ma non sei bona… avresti dovuto fare come la Bellucci in Dobermann il suo miglior ruolo…
“Sei bella ma non sei bona”
P-E-R-F-E-T-T-O!!!
“… ti taglia le gambe come un paio di birrette a stomaco vuoto”: doppia Hineken gelata, rigorosamente in lattina, e capisci la differenza tra Matrix e Mondo vero.
Anche la scena di Anna in Galleria a Milano negli anni’90, con il Ristorante Cracco visibile per 3 secondi e poi lei che sale su una Alfa 75 :)
L’Alfa 75 nel ’90 c’era, ce l’aveva mio padre in quel periodo
Si ma non c’era Cracco in galleria
Certo. Allora riformuliamo:
“Anche la scena di Anna in Galleria a Milano negli anni’90, con il Ristorante Cracco visibile per 3 secondi :)”
In tutta sincerità mi chiedo, salvo eccezioni meritevoli come appunto John Wick o Atomic Blonde che hanno una loro originalità (che sia per gli attori , per l’ambientazione o solo per la quantità di menare ecc) che pubblico possa ancora apprezzare questi film nonostante il nome di Besson.
Valerian per me piccolo capolavoro che credo potrebbe essere rivalutato nel tempo (la passione per le attrici gnagne e mediamente cagne Luc non l’ha mai persa), il Quinto elemento film troppo ambizioso per i mezzi dell’epoca forse…ma da uno che ha fatto un film commedia action basato su un taxi tamarro non si può pretendere una linearità nella sua cinematografia.
Valerian per me è carinissimo (capolavoro è una parola grossa, anche perchè come giustamente riconosci la Delevigne è una cagna vera)ma era destinato all’insuccesso, sarebbe chiaramente piaciuto solo ad un pubblico di nicchia, per forza, e un film da un fantastiliardo di dollari per un pubblico di nicchia difficilmente può avere successo commercialmente
vero vero…ma la scena iniziale (che magari per carità sarà scopiazzata o non l’ha pensata lui chissene) vale da sola il prezzo del biglietto…sarò un cuore tenero ma mi ha quasi “sceso la lacrima”
ci fossero stati due attori protogonisti veri in valerian…per il resto filmone, visivamente è tra le cose più belle e accattivanti degli ultimi 10 anni senza dubbio, altro che marvel e disney…
Concordo al 100%
A Besson dev’essere piaciuto moltissimo il finale idiota di Lucy che alle chiavette USB ci si è affezionato così tanto da infilarle ovunque. Tranne nel posto più giusto per lui.
È da un po’ che mi chiedevo quando sarebbe successo che l’abitudine all’essere connessi 24/24 e ad avere sempre con sé dispositivi tecnologici ci avrebbe assuefatti al punto da non saper più riconoscere il passato in cui tutto questo non esisteva. Mi aspettavo qualcosa di più pacato e banale tipo, quei filmati/bufala di gente con lo smartphone nei film di Chaplin, invece Besson è entrato a gamba tesa a spezzare le gambe a tutti. Chapeau. Forse me lo guardo, forse la ragione prevarrà e andrò a vedere altro…
E’ il guaio di tutto quello che riguarda la rete, con strumenti annessi.
Ci siamo talmente in mezzo che a volte commettiamo l’errore di pensare che esistano DA SEMPRE.
Nel dubbio…NON LI METTERE.
OT: Scorsese ha fatto alzare in volo i bombardieri sulla Disney/Marvel
Questa cosa mi fomenta non poco. Quindi hai visto The Irishman ?
“Luc Besson voleva realizzare un film su un mondo parallelo in cui l’Unione Sovietica è caduta nel 2005* e l’ha fatto senza dirlo a nessuno.”
Questo sarebbe uno scenario intrigante. Mi sono sempre chiesto perchè nessuno, a parte forse il pessimo seguito di fuga da NY abbia preso in considerazione l’idea di un’ambientazione sovietico futuristica.
O magari mi sbaglio? Se a qualcuno viene in mente qualche suggerimento sono in ascolto.
Nel 1999 di Carpenter, Snake/Jena si muove a L.A., ma il mondo se non sbaglio è ancora diviso dalla guerra fredda.
Forse ricordo male, però non mi pare che in Fuga da L.A. si faccia riferimento all’Unione Sovietica. In quel caso gli Stati Uniti stavano affrontando una flotta di invasione da parte dei paesi del terzo mondo.
Sì, magari ricordo male, poi quel film non mi piace, uno dei pochissimi che non apprezzo di Carpenter, un gigante, uno dei miei preferiti.
Io intendevo una roba tipo il primo stage del videogioco arcade Strider, non so se sei abbastanza vecchio per ricordarlo. Questo primo stage è ambientato in un Kazakistan sovietico nel 2048. Il boss sono membri di un soviet che formano un serpente robot armato di falce e martello. no scenario che mi ha sempre intrigato, dicevo, e mi ha sempre stupito che non sia praticamente mai stato usato nella fantascienza ucronica. Almeno per quel che ne so.
Così su due piedi l’unica ucronia sovietica con l’URSS che sopravvive che mi viene in mente è Superman Red Son, il fumetto di Millar. Lì però ovviamente siamo in pieno territorio supereroi. Invece non riesco a ricordare film o romanzi di questo tipo.
Molto bello, con Batman che fa il terrorista anarchico.
Il “problema” della caduta dell’Unione Sovietica è che a differenza di quella della Germania nazista non è avvenuta a seguito di una sconfitta militare ma del crollo interno di un sistema che non stava più in piedi.
Cioè una guerra persa si può pensare che in diverse circostanze si sarebbe potuta vincere (fino ad un certo punto: probabilmente contro USA e URSS la Germania prima o poi avrebbe perso comunque in realtà..), il crollo interno dà molto di più l’idea di inevitabile. Insomma, è difficile immaginare le circostanze per le quali l’URSS avrebbe potuto sopravvivere..
Si dice che uno dei colpi di grazia al URSS sia stato il disastro di Chernobyl (ne parlavano proprio a seguito della splendida miniserie di HBO). Ovviamente non l’unico motivo e nemmeno il principale, ma un colpo fortissimo sia dal punto di vista economico che di immagine che ha accellerato in modo irreparabile la sua fine. Magari immaginare un’ucronia in cui Chernobyl non sia mai avvenuta o, al contrario, sia avvenuto un incidente equivalente in occidente che ha rafforzato per riflesso i paesi della cortina di ferro, potrebbe essere un inizio
Besson ha avuto il suo periodo di fama negli anni 90, con Nikita e Leon ha dato una bella lezioni agli americani sul cinema commerciale, come del resto molti registi europei, poi evidentemente ha sparato tutte le sue cartucce e si è montato anche la testa, quella roba di Lucy è assurda per non dire di peggio.
La storia del portatile nel 1990 me lo spiego solo con il fatto che hanno rimaneggiato la sceneggiatura e quella scena era pensata per il 2010, invece poi hanno spostato il film a venti anni prima, ma dopo che avevano già girato la scena, si vede che dopo il flop di Valerian ora Besson deve giustificare le spese di girato ai produttori.
Che poi, a sentore scommetterei che pure questo ha floppato
Ormai è un ex enfant prodige
Devo smettere di dare fiducia a Besson e Giù Ritchie
Boh, se io fossi il tipo che si lamenta dei dettagli in un film d’azione (e lo sono, cazzo se lo sono) gli amici mi guarderebbero storto e al film successivo ci andrebbero senza dirmi nulla (e lo fanno, cazzo se lo fanno). Per dartene conferma devi spiegarmi una cosa: perchè in un film ambientato nel 2019 dovrebbero servire attori fighi, mentre se sei nella Russia del ’92 vanno bene le comparse dell’Asylum? Ma dove stà scritta sta cosa?
potrebbe solo essere che compilava un documento off-line….?