
Dogs of war.
Partiamo dalla trama di The Lair. Pronti? Eccola:
Quando l’areo di una pilota della Royal Air Force, la tenente Kate Sinclair, viene abbattuto sopra l’Afghanistan, la donna trova rifugio in un bunker sotterraneo abbandonato, dove letali armi biologiche create dall’uomo – metà umane, metà aliene – vengono risvegliate.
Ora. Io sono una persona molto semplice. Quando in una sinossi mi scrivi “bunker sotterraneo abbandonato” e “armi biologiche metà umane, metà aliene”, io mi metto subito in posa stile gif di Fry di Futurama, urlando “Shut up and take my money!”.
A me gli alieni piacciono da morire. Specialmente gli alieni contenuti in bunker sotterranei super-segreti. A bunker sotterraneo super-segreto abbandonato mi metto subito in posa stile meme di Vince McMahon. Difficilmente, per quanto mi riguarda, si può sbagliare un film così, soprattutto se dietro la macchina da presa c’è un regista come Neil Marshall. Ve lo ricordate Neil Marshall? Ve lo ricordo io.

Neil Marshall
Sia chiaro, lo sappiamo tutti che Marshall non ha MAI più azzeccato un film a livello di quel capolavoro di The Descent, che resta uno dei migliori slash il migliore horror degli ultimi vent’anni. Però mettendo insieme questi elementi – li ripeto?
– c’era motivo di speranza. Difficile, ribadisco, sbagliare un film così. A meno che il film non sia quello promesso dalla sinossi. E purtroppo è andata proprio così.
Curioso: dalla sinossi (parola che userò qui per l’ultima volta, lo giuro), The Lair pareva una variazione sul tema di The Descent (spazio buio, criaturi mostruosi e incazzati, una donna ad affrontarli). E invece, pensa te, è una variazione sul tema di Dog Soldiers, il primo film del nostro amico Neil, quello con i militari contro i lupi mannari. Anche qui c’è un assedio contro dei mostri dell’altro mondo, anche qui i protagonisti sono dei militari.
Nell’economia del film – che inizia con una sequenza di volo ripresa dai cockpit degli aerei immediatamente invecchiata di trent’anni dopo Top Gun: Maverick – la parte “bunker sotterraneo abbandonato” copre solamente il primo atto e parte del terzo. Per il resto, il film è ambientato in una base americana nel deserto afghano, dove Kate è costretta a fare squadra con una masnada di soldati male assortiti – praticamente gli Slow Horses – per respingere gli attacchi degli ibridi umano-alieni creati dai sovietici e poi sepolti per decenni dopo la caduta dell’U.R.S.S.

Dove sono i volti resi paonazzi dalla gravità?!?
E comunque non ci sarebbe niente di male, intendiamoci. Solo che poi scopri che la protagonista e co-sceneggiatrice del film è Charlotte Kirk. Se vi siete chiesti “CHI(RK)?”, vi rimando all’ottima rece by Cicciolina di The Reckoning, il precedente film nato dall’accoppiata (in tutti i sensi biblici possibili) Marshall/Kirk. Se invece volete approfondire, eccovi un comodo articolo di Vanity Fair sul tema. In breve: Charlotte Kirk potrebbe o potrebbe non essere una subdola quanto geniale stratega che potrebbe o potrebbe non aver manipolato diversi arrapati mogul hollywoodiani al solo scopo di fare carriera, sfruttando l’eterno potere della gnagna. Neil Marshall potrebbe o potrebbe non essere l’ultima vittima di questo “““infallibile””” schema, nel senso che potrebbe essere un artista innamorato che ha trovato nella donna amata la partner perfetta, un’attrice e sceneggiatrice di talento, incompresa e maltrattata dalle alte sfere di Hollywood, che solo lui capisce; oppure potrebbe essere uno schiavo della figa.
Lascio a voi il compito di decidere, io mi limito a constatare che, se davvero Marshall ha mollato tutto per aprire una casa di produzione con Charlotte Kirk e sfornare film con lei per il resto dei suoi giorni, forse ha scelto male. Perché qua e là si vede che siamo sempre di fronte al regista di The Descent e Centurion, ma anche di alcuni dei migliori episodi di Game of Thrones. Nonostante il budget carente, The Lair è un film tutto sommato dignitoso nella confezione, al netto di qualche strafalcione. Ma questo non basta a permettergli di scrollarsi di dosso l’aura dell’Asylum venuto particolarmente bene per una botta di culo.

Gara di caption.
Questo anche perché The Lair è forse il film recitato peggio che io abbia mai visto, un assortimento di cani (e non sto parlando dei Dog Soldiers) talmente maledetti da far fare bella figura persino a Charlotte Kirk. Sti scappati di casa non sono assolutamente in grado di recitare con naturalezza le varie scene di semplici chiacchiere tra commilitoni e sfoggiano alcuni degli accenti americani più finti di sempre, talmente pessimi da risaltare anche a un orecchio poco allenato. Io davvero non mi capacito di quanto siano tutti incredibilmente scarsi: in un mondo in cui persino la Troma, con Tromeo & Juliet, era riuscita a trovare un cast di giovani bravi prendendoli dalle scuole di cinema e teatro, mi chiedo come cazzo sia possibile che uno come Neil Marshall si sia dovuto accontentare di questa gente qua.
Poi oh, i mostri sono carini, anche se scopiazzati pesantemente da Resident Evil, e qualche scena si salva, ma è tutto talmente generico e incoerente – i mostri a volte ti sbranano, a volte ti prendono a pizze; a volte sono indistruttibili, a volte li fai fuori come niente – da meritarsi il peggiore cestone del peggior supermercato. Ed è un film di Neil Marshall! L’autore del più grande jump scare di sempre, qui incapace anche di fare bene quelli. Sarà anche colpa del budget, ma non credo che Dog Soldiers e The Descent siano costati tanto di più. Ora sta preparando un altro film con Charlotte Kirk nei panni di una boss malavitosa, Duchess. Mi sa che ce lo siamo leggerissimamente giocato.
Passaggio in piattaforma quote:
“E pure Neil Marshall s’o semo giocato.”
George Rohmer, i400Calci.com
“Questo è il potere della mia vagina” (There’s my powerful vagina) – Dana DeLorenzo/Kelly Maxwell “Ash vs Evil Dead”
Off Topic.
Non perdonerò mai i responsabili dell’edizione italiana del DVD di “The Descent” per aver spoilerato il momento più figo – e inaspettato- del film… sul DVD stesso. Non sulla copertina, non sul retrocopertina, proprio sul DISCO.
Fine Off topic.
mi ricordi qual era please?
@bread pit
Sure! Adesso sono in ufficio. Stasera mando codice edizione, anno, e adeguati contributi fotografici.
chiedevo solo qual era lo spoiler visto che non ricordo particolari colpi di scena nel finale
Maledetto HTML.
Parliamoci chiaro Marshall alla fine ci ha regalato un grande cult con The Descent ma prima e dopo può essere definito un “sola” tra citazionismi copia e incolla (Doomsday) e variazioni sul tema lupi mannari (Dog Soldier che a qualcuno è piaciuto assai), di Centurion e The Reckoning meglio tacere. Tra gli english directors più costante e coerente la carriera di un Christopher Smith (Triangle, Black Death, Severance…)
oh, lo dico: a me il suo “Hellboy” era piaciuto.
Peccato perché quello screenshot nella tenda è come mi immagino una scenda da “Alle montagne della follia” è quasi doll ci avevo creduto.
“Una pilota, una tenente”
Grazie.
Thanx.
The Descent Boooooomba, l ho fatto vedere a chiunque e continuerò!
vabbè ma the descent è la freccia nella freccia di Robin Hood…se sei una volpe che ruba ai ricchi per dare ai poveri poi dopo che l’hai tirata ti sgamano subito…questo però poi è diventato frà Tac
Devo chiedervelo, qual è il Jump-scare-migliore-di-sempre in questione?
Quello che mostro, spoilerandolo, nel pezzo.
AH AH “mostro” l’ho capita!
Ok devo riguardare the descent
Poi uno va su imdb e si accorge che la cagnaccia da quando sta con Marshall viene candidata e premiata come miglior attrice in qualsiasi festival che non sia tra i più famosi.
All together: “Come dei simbolici Big Jim, schiacci il tasto ed esce un altro film”
Per me comunque (opinione impopolarissima) “Dog Soldiers” è anche più bello di “The Descent”
Credo tu abbia sbagliato nel rispondere a me. Ma visto che sono insonne, con la dissenteria e i film del servo della gleba li ho visti tutti, parliamone. Orbene, per il sottoscritto il più figo è Doomsday. Ma non quello che fanno vedere in tv, ma quello sul dvd con uomini fatti arrosto, teste che saltano ovunque e spingitori di cavalieri. Ma tipo che mi piace talmente tanto che una sera ho fatto una serata pizza e dvd con un’ altra coppia e ho detto “Vi faccio vedere azione sangue morte e distruzione che poi mi ringrazierete” e in due si sono addormentati e la terza voleva, cito pari pari “ora ti cago sul tappeto per pareggiare la cagata che ho appena visto”. Boh. Io invece lo adoro.
Ma lo sai che, ripensandoci dopo anni dalla visione, Doomsday somiglia tantissimo a Fury Road? Voglio dire, una situazione apocalittica, una Rescue Mission, una protagonista gno… (vabbé, ci siamo capiti) e mutilata, freaks (e ancor più il boss finale), morti malamente a go-go…
Ovviamente FR è decisamente su un altro livello, però gli manca quell’ironia, quel prendersi non troppo sul serio; ma, in fin dei conti, hanno davvero molto in comune O_o
Non mi sembra ‘sta gran sorpresa che un omaggio a Mad Max assomigli a un sequel di Mad Max…
Posso dissentire? L’omaggio di Doomsday, più che a Mad Max, è palesemente a “1997 Escape from NY”. Isolamento, virus, monocoli… Quando ci presentarono Jena (1981) era uscito solo Interceptor, che di questi topoi non ha praticamente traccia.
Ma chiaramente il filone (post)apocalittico è abbastanza “trasversale”…
Mi sembra platealmente un incrocio delle due cose. Lo spunto è quello di Fuga da New York, ma l’iconografia post-apocalittica è quella di Mad Max.
è cominciato tutto coi Blackmore’s Night, e da allora ogni volta che ri-succede muoio dentro un altro po’. :***(
Ah ma questa Kirk me la ricordò, causo le dimissioni dell’ex CEO di Warner Bros ahah
Comunque Tromeo&Juliet, di (quel) James Gunn tanto per capirci, filmone.