È estate, cari amici dei 400 Calci.
E se c’è una cosa che apprezziamo da queste parti quando arriva l’estate sono i film con gli squali, meglio ancora se sono squaloni.
In realtà va bene anche se non sono proprio squali, basta che siano mostri grossi che sguazzano nel mare, o al massimo in un lago molto grande.
Anzi, a dirla tutta non è neanche così necessario che siano grossi questi mostri, voglio dire, ancora mi ricordo di quanto mi sono divertito l’estate che uscì Piranha 3D. In quel caso bastava fossero tanti, famelici e inarrestabili.
Pensandoci bene in alcuni rarissimi casi non è stata necessaria manco la presenza dell’acqua, ma stiamo parlando di contesti davvero eccezionali, cioè ti devi proprio inventare qualcosa di assurdo per non far muovere un animale con le pinne nell’acqua, tipo quella volta che Los Angeles fu minacciata da un tornado con un sacco di squali al suo interno e l’unica possibilità di salvezza era Steve di Beverly Hills 90210.
Insomma, decidete voi quali sono i criteri per raggruppare in una lista i vostri film dell’estate col mostro preferiti (un mio amico in suddetta lista ci ha inserito persino sta roba qua), sta di fatto che lo squalo a quasi 50 anni di distanza da, ehm, Lo squalo, rimane ancora oggi la nostra minaccia acquatica prediletta. Of course negli anni sia Peter Benchley che Steven Spielberg hanno ribadito più volte che il romanzo e il film sono pura finzione, che in realtà gli squali non cacciano carne umana, but maybe a Hollywood non frega un cazzo: lo squalo è cattivo e ha fame di noi. Tant’è che quella simpatica cazzatona del tornado con gli squali è diventata una saga di ben sei film, l’ultimo uscito nel 2018, lo stesso anno, la stessa estate, lo stesso agosto in cui è uscito anche Shark – Il primo squalo, quello con Jason Statham alle prese con un megalodonte.
Ed è qui che il vostro Terrence si e vi pone una riflessione: ma vuoi vedere che d’ora in poi lo squalo andrà in pensione per lasciare lo scettro al suo antenato preistorico?
In primo luogo perché se a un certo punto su questa frivola minchiatona del tornado con dentro gli squali ci fai sopra sei film, vuol dire che ormai sta vacca l’hai spremuta anche troppo; in secondo luogo se però Hollywood vuole comunque mantenere lo status quo dello squalo come incubo dei bagnanti, con il megalodonte avrebbe due vantaggi:
- Essendo una specie estinta di squalo che non ha mai incontrato l’essere umano c’è abbastanza spazio di manovra per immaginarlo famelico nei nostri confronti, dato che è impossibile provare il contrario, sarebbe come cercare di dimostrare che un velociraptor in realtà non ci attaccherebbe mai.
- È in tutto e per tutto uno squalo ma di dimensioni bibliche.
Quindi da una parte potrebbe tranquillamente continuare a sbattersene delle parole di Benchley, di Spielberg e della zoologia in generale, e dall’altra manterrebbe intatta l’iconografia della sua creatura nell’immaginario collettivo perché “hey, ma quello non è mica uno squalo, è un megalodonte!”.
Capito, Hollywood? Eh, guarda che sarebbe una bella furbata.
Se ci stavi già pensando a posto così, se invece te ne sei resa conto leggendo questo pezzo contattami che ti mando il mio IBAN, che non è che io sciorino idee geniali così aggratis, eh.
È una riflessione questa sull’uso del megalodonte nel cinema di oggi che mi è partita quando durante l’episodio 111 della 400 LIVE (se non lo state già facendo cosa aspettate a seguirci su Twitch?) si è parlato dell’imminente sequel di Shark – Il primo squalo e sono tornato a pensarci dopo aver visto il film di cui vi parliamo oggi: The Black Demon.
Non voglio girarci intorno: l’unico merito di questo film è proprio quello di aver dato maggiore forza alla riflessione che vi ho esposto poco fa, perché siamo davvero dalle parti del cestone senza pietà. The Black Demon è il tipico film col mostro grosso che guardandolo pensi: ma come può funzionare se il mostro grosso si vede pochissimo e per quel poco che si vede la CGI è improponibile? È proprio un film pensato male in relazione all’utilizzo del basso budget a disposizione: è comprensibilissimo non poter avere i migliori effetti speciali sulla piazza, ci mancherebbe, ma pensare di metterci una pezza con lunghe scene di dialogo anziché cercare di avere comunque più mostro grosso in azione possibile, è una mossa che quando la vedo mi torna sempre alla mente quella scena di Scrubs in cui il dr. Cox prende in giro il dr. Kelso con una battuta e questi gli risponde: «Perry, ti dirò la stessa cosa che dissi a un comico che vidi in un locale di spogliarelli: “Non sono qui per ridere”».
Cioè, il punto è che noi siamo qui per il fottuto megalodonte, non per romperci le palle con i litigi e la recitazione cagna di una manciata di personaggi scritti da chi evidentemente aveva più a cuore il Messaggio Importante™ da lanciare piuttosto che delle caratterizzazioni ben fatte. Sì, perché The Black Demon, con la storia di questa famiglia in vacanza in Messico che si ritrova bloccata su questa piattaforma petrolifera al largo della costa di Bahia perché appunto minacciata dalla presenza del nostro amico megalodonte, vorrebbe fare il monster movie ambientalista, addirittura buttandoci dentro un po’ di folklore locale, miti, leggende, e così il giga-squalo diventa una sorta di vendetta divina sull’uomo (meglio ancora se americano) per aver sfasciato il creato.
Lo fa bene? Ma assolutamente no! Lo fa alla maniera di Troll, ve lo ricordate? Quel brutto film che ho recensito qualche mese fa. Ecco, quindi lo fa sottolineando per bene con il pennarellone ma soprattutto lo fa con dialoghi da crisi di coscienza infiniti e se ancora non fosse abbastanza chiaro lo fa con un montaggio rapido di immagini a caso, basta che siano crudeltà umane ai danni dell’ambiente, dove ogni stacco sembra gridare “Lo vedi questo? È colpa tua!”.
The Black Demon in verità poteva tranquillamente essere tutto questo senza diventare LA NOIA, bastava ricordarsi di essere un film con un mostro grosso invece che un TEDx sull’ambiente. E in un film col mostro grosso lo scatenarsi della furia di quest’ultimo deve avere la priorità su tutto, poi il resto ce lo infili a piccole dosi tra un ammazzamento e l’altro, ma prima di tutto vogliamo il sangue, le zanne, la lotta per la sopravvivenza, i corpi ridotti a brandelli, gli organi che… beh, avete capito, no? Tutte quelle cose che danno un senso al mettersi seduti davanti ad uno schermo acceso.
Jason Statham, ora tocca a te. Non deluderci.
DVD-quote:
«È previsto che si vedano dei mostri grossi nel suo film coi mostri grossi?»
Terrence Maverick, i400calci.com
Prevedo un clamoroso futuro twist come per l’orca che da “assassina” è passata a free willy.
Comunque Josh Lucas è attore cane come pochi altri.
Parlando di mostri grossi, avete visto che la toho sta per far uscire un nuovo gojira?
https://piped.kavin.rocks/watch?v=YlceGpbGgvE
Figata, dai. Si direbbe un altro tassello del Quellodievangelion Cinematic Monster Grossi Universe, che a me mi gasa. Shin Godzilla e Ultraman spaziali, per me.
Ah, complimenti Terrence, hai scritto un pezzone.
ma il film come spiega ll megalodonte hai giorni nostri (sempre che lo faccia)?
comunque, non sono un esperto, ma credo che gli esperti si siano in grado di dedurre e teorizzare il comportamento di un animale estinto, certo a me personalmente non importa che sia verosimile la sua presenza o il suo comportamento, l’importante è che sia divertente il film, poi ci sta che si prenda licenze…
ah e comunque, come sostengo da parecchi anni i film non marcano piú la tendenza, inseguono i videogiochi che (per ora) dettano la agenda. per dire, sono abbastanza sicuro che sta moda dei megalodonti venga da quando è uscito ARK,
o magari è un mio limite che conoscendo solo i vg tendo a pensare che venga tutto da li. :P
Be’, se hai visto il primo Meg con Statham lo spiegava con un mondo faunistico marittimo celato sotto una nube di gas. In questo qui, che mi pare più povero, magari il Meg è solo timido e sta sui fondali con le mante a fare psicananalisi. Una volta guarito, risale. Ma mi hai messo il megalodonte nell’ orecchio: ora indago.
Ho indagato.
SPOILER
Il Meg è la reincarnazione di una divinità azteca che protegge la Terra dall’ inquinamento. Quando l’ uomo esagera, la divinità compare.
FINE SPOILER
hahah grande, grazie! :D
Prego. Ora che sai, occhio a nuotare nelle stesse acque con Greta Thunberg.
haha, cercheró di non scordarlo :D
TL;DR
1. Film dimmerda: girato male, recitato peggio, CGI poveriña;
2. dramma eco-friendly da tinello e il megalodonte si vede poco e male;
3. non disponibile in streaming neanche a pagarlo (cfr: widget di Justwatch)
La domanda è seria: WHY?
Lol, raro commento con questa morale da approvare.
Tra l’altro, aggiungo, se mai qualche lettore ritenesse una questione di vita o di morte di vedere sto film – che so, magari perché ha perso una scommessa – e lo cercasse per vie… diciamo “parallele”, è stato approvato il DDL Antipirateria proprio l’altro ieri.
Quindi occhio! ;-)
A ‘sto punto attendo la rappresentazione teatrale. Tiè, governo matusa!
Ho sempre pensato che se non esistesse LO SQUALO il sommo capolavoro incontrastato di questo sottogenere sarebbe BLU PROFONDO. Mamma ragazzi che bomba. L’avrò visto settordicimila volte ed è sempre un capolavoro.
Sì concordo, film molto divertente.
io, diverso animale ma stesso concetto, ho sempre apprezzato il sottovalutato Lake Placid
Te l’ appoggio. Anche perchè ha un enorme jump scare che magari non voleva essere un enorme jump scare, ma che lo diventa nel momento in cui squalo intelligente accoppa attore protagonista a bordo vasca. “Oh cazzo, si è pappato Lui!”. Io ho temuto che finisse così.
Film con una rappresentazione del Messico talmente becera e macchiettistica che rasenta il razzismo.
Il filtrone giallo c’è?
peggio della pubblicitá del nestea non puó essere :P
Non ho visto e non credo vedro’ il film ma hai quasi certamente ragione nel dire che il meggy prendera’ il posto dello sharky come il cattivo acquatico.
Anzi non mi sorprenderebbe se ad una certa spunta un film dove l’uomo attaccato da un meg venisse poi salvato dallo squalo,magari un branco vista la differenza di peso (o magari ci buttano dentro una tag team squalo+orca) tipo ciò che vidi in un nonmiricordoquale Jurassic world dove il T Rex combatteva contro il Dino ibrido ed idealmente passava dalla parte dei buoni.
Forse sarebbe troppo,ma mai dire banzai.
gli squali che aiutano gli umani contro il meg è giá successo nel film di Turteltaub
ok, ho visto l’altro meg, il primo con statham e mi è rivenuta in mente questa recensione…
non ho dubbi che il trend meg è qui per restare ma ho perplessitá sulle motivazioni, non credo sia perchè, non sapendo come si comporta allora possiamo fare qualsiasi cosa. Se la premessa è che è un animale preistorico che per qualsiasi motivo è riuscito a resistere fino a oggi, allora non ha troppo senso credere che questo possa dare carta bianca agli scrittori del mostro, voglio dire, nessun animale ne di oggi ne di ieri e ne di domani (ho la palla di vetro, lo so per certo) si comporterebbe come fa nel film, insomma secondo me il vero motivo del successo del megalodonte è che, come giustamente dice la rece, è uno squalo ENORME, questo motivo direi che basta e avanza.
sfiga vuole che ho visto il film ieri, troppo vicino ai giorni in cui ho letto (e sono diventato espertissimo) la tragedia del titan per non farmi arricciare il naso di fronte a troppe fantasticherie, comunque il film mi è piaciuto, voglio dire, cazzatona ma se sai cosa stai per vedere per me ci sta.
> ma come può funzionare se il mostro grosso si vede pochissimo e per quel poco che si vede la CGI è improponibile?
*cough* Cloverfield *coff*