La carriera di Robert Rodriguez è quanto di più inspiegabile possibile. Il Piccolo Aiutante di Quentin Tarantino è partito facendo i film purp, molto purp, pure troppo (El mariachi, Desperado, Dal tramonto all’alba), per poi infilare la strada del cinema per ragazzi (la saga di Spy Kids), il cinecomic sperimentale (Sin City), e infine proseguire alternando queste due anime – da un lato Planet Terror e Machete, dall’altro ancora Spy Kids, We Can Be Heroes – e dedicandosi qua e là a spudorati lavori su commissione come le serie di Star Wars e Alita – Angelo della battaglia, in cui da Piccolo Aiutante di Quentin Tarantino è stato promosso a Piccolo Aiutante di James Cameron.
Robert Rodriguez, per farla breve, è un puttano. Uno che per la pagnotta dirigerebbe anche la pubblicità della Cedrata Tassoni, basta che sia tamarra e lui c’è. E, per quanto il suo gusto in fatto di progetti sia discutibile, una cosa è sicura: Robert Rodriguez è uno Stimato Professionista™. Sa insomma il fatto suo, è capace di confezionarti un film e sa lavorare in diversi ambiti.
Hypnotic, la sua ultimissima fatica di cui ci apprestiamo a parlare, è però qualcosa di unico, nel bene e nel male. Non è né un progetto volutamente tamarro/post-moderno, né una roba per ragazzi, né tantomeno un lavoro su commissione, anche se lo sembra. Nasce da una vecchia sceneggiatura dello stesso Rodriguez, scritta intorno al 2002 e poi rimaneggiata da Max “Godzilla” Borenstein. Un progetto travolto da una serie di sfighe: la pre-produzione risale al 2019, poi è arrivato il Covid, le riprese sono state spostate a fine 2021 e, infine, uno dei produttori è andato in fallimento, condannando il film a un limbo da cui è uscito solamente da poco, dopo aver trovato un distributore.
Se lo chiedete a Robert Rodriguez, insomma, Hypnotic ha avuto sfiga. Se lo chiedete a me, il motivo per cui ci ha messo un anno e mezzo circa a trovare un distributore è che, come posso dirlo senza urtare i sentimenti di nessuno… fa cagare.
Hypnotic è il classico progetto con cui uno che si considera un Autore™, ma che non è mai stato visto come tale, vuole dimostrare di esserlo. Come? Ovviamente copiando un altro autore. Hypnotic è un film che, se non lo sapeste che è stato diretto dal regista di Machete, non lo direste mai. È un film con cui Rodriguez si pettina, indossa il vecchio completo che ha ritrovato in armadio e che puzza di naftalina, una cravatta un po’ troppo larga e cerca di dimostrarci di aver messo la testa a posto, di essere maturo. Di essere, insomma, Christopher Nolan.
Vi ricordate quando ho detto che, per quanto il suo gusto in fatto di progetti sia discutibile, Rodriguez è capace di confezionare un film e sa lavorare in diversi ambiti? Dovreste, sono passati solo pochi paragrafi, se non ve lo ricordate io un giretto dal dottore lo farei. Comunque, ecco, Hypnotic è un po’ l’eccezione che conferma la regola, perché è davvero, davvero, davvero confezionato male. A livello proprio di montaggio, gestione dei toni, ritmo del racconto. A volte rallenta quando dovrebbe accelerare, o viceversa. Si vede che è scritto nel 2002, perché è un frullatone di Matrix, The Truman Show, Memento e I soliti sospetti, e si vede che è stato diretto nel 2021, perché visivamente è un Inception che non ce l’ha fatta. Tanto che, a un certo punto, ero lì che mi chiedevo: a quale autore, a quale nume tutelare della fantascienza high concept moderna Robert Rodriguez si starà mai rifacendo? E poi è arrivata questa scena.
Hypnotic è Inception fatto da The Asylum, ha la stessa aria di poracciata di un film DTV con ambizioni un po’ troppo elevate rispetto ai mezzi, o ai talenti coinvolti. Solo che qui i talenti coinvolti sono tutti di serie A: a parte Rodriguez e Borenstein, ci sono Ben Affleck, Alice Braga, Jackie Earle Haley (già Premio John Turturro 2024, per quanto mi riguarda) e William Fichtner (c’è anche Jeff Fahey, tranquilli). Tutti svogliati e col pilota automatico, a partire da un Ben Affleck ancora in fase down di carriera dopo le delusioni della DC, il divorzio e la battaglia con l’alcolismo (ricordiamo che è un film del 2021). Non è colpa sua se i dialoghi che gli tocca recitare sono spesso infarciti dei peggiori cliché neo-noir possibili, ma Ben ci mette chiaramente del suo, declamandoli con lo stesso entusiasmo mostrato in Justice League e, sì, sto per dirlo, Gigli, lo sguardo vitreo e la mimica dimessa di quello che non vorrebbe manco starci lì, ma deve farlo per pagare gli alimenti e il rehab.
Ma vediamo un po’ la trama, via. D’ora in poi, sappiate che ci saranno GLI SPOILER, anche perché altrimenti è davvero difficile dire qualcosa di sensato sul film. Fermatevi qua se non avete visto il film.
Hypnotic è incentrato su Danny Rourke, uno sbirro segnato dalla sparizione della figlia, che gli è stata rapita davanti agli occhi. Danny sta indagando su una serie di strane rapine: dei tizi hanno fatto irruzione in alcuni caveau per rubare solamente delle innocue cassette di sicurezza. Durante una di queste rapine, Danny si ritrova faccia a faccia con Lev Dellrayne (Fichtner), un “ipnotico”, ovvero uno capace di convincerti a fare qualunque cosa, da rapinare una banca a scoparti il tuo cane, con la sola imposizione dello sguardo e della voce. Non solo: gli ipnotici più potenti sanno anche creare dei “costrutti”, ovvero delle vere e proprie simulazioni immersive a 360°, che la vittima non è in grado di distinguere dalla realtà. Presto, Danny si imbatte in Diana Cruz (Braga), un’altra ipnotica che di secondo cognome fa Spiegoni, e scopre l’esistenza di un’agenzia governativa, la Divisione, nata per sfruttare il potere degli ipnotici. E fin qua.
Il punto, però, ed è qui che arriva lo SPOILER bello cicciotto, cari lettori, è che NULLA È COME ZEMBRA!!1!, perché in realtà Danny stesso è un ipnotico e ha nascosto la figlia, potente ipnotica, per salvarla dalle grinfie della Divisione. Danny ha cancellato la sua stessa memoria e lasciato una serie di indizi per ritrovare sua figlia, e l’agenzia sta tentando di estrarli dal suo cervello immergendolo in una simulazione alla Matrix, ma senza computer.
Il tutto a favore di un twist narrativo preso di peso da I soliti sospetti, il “momento Kobayashi” in cui Danny scopre che tutte le persone che ha visto fino ad allora sono in realtà agenti che interpretavano ruoli, e tutti i luoghi in cui è stato sono set cinematografici. Ecco, questa è forse la sola scena interessante di tutto il film, quella in cui Danny vaga per i set e comprende la vastità della simulazione in cui era immerso. Hypnotic assume una qualità meta-cinematografica che avrebbe potuto essere sfruttata meglio, ma che se non altro gli dona un briciolo di personalità. Per due minuti secchi.
Poi si torna nella simulazione, ed è qui che il castello di carte della coerenza del film inizia a vacillare. Non si capisce chi stia creando il costrutto, ma non importa: a Rodriguez non frega nulla della coerenza dal minuto uno. Prendiamo i poteri degli ipnotici: all’inizio del film viene detto che non sono dei telepati, ma che usano la voce e lo sguardo per manipolare le onde del tuo cervello. Poi, però, li vediamo manipolare la gente senza proferire parola e, nel momento clou, quando sapere chi sta effettivamente generando la simulazione sarebbe interessante, perché si potrebbe anche giocare sulla sua resistenza, la simulazione stessa viene invece data per scontata, è una cosa che C’È e basta, è magica, è Matrix, è Inception, cazzo te ne frega signor Pignoletti, goditi il film e lasciati trasportare dalla MAGGIA DER CINNEMA.
Grazie a questa “licenza poetica”, si toccano punte di maccosa altissime, tipo che si inizia nella simulazione dell’agenzia, ma poi scopri che in realtà era tutto un piano di Danny per ritrovare la figlia e risvegliare la moglie e sbarazzarsi dei cattivi, e insomma sei dentro la simulazione della BAMBINA in realtà, perché lei è l’ipnotica più potente che c’è e quelli dell’agenzia se ne accorgono troppo tardi e allora William Fitchner fa “OCCAZZO NON SIAMO QUI, TUTTO QUESTO NON È REALE!!! NON SIAMO DAVANTI A UN’ELEGANTE VILLETTA NEL DESERTO, MA A UNA BARACCA DI ANALOGHE DIMENSIONI NEL DESERTO!!!11!”.
E li ho riso. Una risata liberatoria, strozzata però da una scena finale che fa una cosa che pochi hanno osato fare: chiudere un film con uno spiegone. Hypnotic è così complesso, così spiazzante e intelligente, che Robert Rodriguez si sente in dovere di spiegarti tutto quello che non avevi capito!
Anzi, no: Hypnotic finisce con una scena a metà dei titoli di coda – perché Marvel Puppa la Fava – in cui si scopre che William Fichtner non è morto, ma è pronto a dare la caccia a Danny e famiglia nell’attesissimo sequel, Hypnotic Too: Family Time. Ci si lamentava delle scene post-credits di The Flash, ma qui siamo Ben oltre.
DVD quote:
“Christopher Nolan, ma è l’Asylum”
George Rohmer, i400Calci.com
A me sarebbe pure interessato, perché comunque il Ben alla fine mi sta simpatico (e un po’ di credito dopo “The Town” glielo concedo sempre) e Rodriguez qualche guizzo lo può dare.
Però mi pare che abbia avuto una distribuzione scarsissima nelle sale. Peccato
Allora guardati tranquillissimo Air che è un film davvero godibile
Mi pare tanto inutilmente complicata la trama che forse avrebbe giovato mettere lo spiegone all’inizio, de botto, così poi uno può vedere il film senza doversi sforzare di capire l’incomprensibile.
In ogni caso ottima recensione, il “cazzo te ne frega signor Pignoletti” è il motivo per cui seguo i 400 Calci :D
Caro vecchio Ben, mi sei sempre stato sui coglioni, ma va detto che alcuni bei film li hai imbroccati (magari anche qualche capolavoro). Nonostante la faccia da idiota, seconda solo a quella di Colin Farrell, ti sei guadagnato un posto nel mio arido cuore grazie soprattutto a Chasing Amy e Gone Girl. Durante la visione di quest’ultimo, è stato bellissimo vederti diventare grosso tra una scena e l’altra per fare Batman. Peccato non abbia retto gli steroidi, contrariamente alla maggior parte dei compagni di merende Hollywoodiani, ma non lasciarti abbattere da questo piccolo incidente di percorso. Dal momento che in un mondo più equo, lavoreresti con Matt a una pompa di benzina, rimorchiando studentesse sceme fino al sopraggiungere dei fisiologici limiti d’età, direi che per adesso ti è andata anche troppo bene.
Prova a ripigliarti, dunque: torna a interpretare ruoli dignitosi invece di merda come Acque Profonde e, temo, questa roba qua…
Ominide, Farrell avrà anche la faccia da scemo, ma voglio sperare che su questi lidi lo si tenga nella giusta considerazione, anzi pretendo una levata di scudi in sua difesa.
PS Mi aspettavo una tua zampata nel recente teatrino, o almeno una capatina per un saluto, come mai latitasti?
Porgo stima immutata
Colin Farrell e’ attore di talento e un bell’uomo assai. A inizio carriera pareva non sbagliare un colpo, poi li ha sbagliati praticamente tutti. Credo abbia raggiunto l’apice (cit.) nel recente The North Water in cui interpreta un baleniere asassino, stupratore di mozzi e chiunque altro, cannibale in caso di necessità.
L’ho adorato come adoro Piero Pelu’, entrambi idiot savant.
Che teatrino mi sono perso?
Ricambio la stima.
Mah, veramente The Banshees of Inisherin è robissima – son bravi tutti, in realtà.
però quando vedo Fichtner io mi emoziono sempre. gran caratterista.
Amatissimo William (Fichtner), hai fatto TANTO per noi e per il cinema.
Una faccia come la tua non si dimentica (nel bene e nel male) e nemmeno la classe, che non è acqua, e in te scorre potente.
Meritavi di più, e talvolta te lo sei preso (non fraintendere, e in ogni caso sarebbero fatti tuoi: qui nessuno giudica).
Col ruolo di Alex Mahone in Prison Break sei assurto a mia personale icona, il carachter più figo di sempre, un supereroe con superproblemi e (quasi) senza superpoteri.
Non dimenticherò mai quando hai affogato quel cicc…quell’assassino sovrappeso (e di colore), reo di averti ammazzato il figlio. La brezza marina agitava i tuoi capelli solitamente composti e faceva aderire la t shirt a un fisico allora scultoreo: che momento irripetibile, autentica poesia.
Se fossi Pinocchio, come il tuo collega Wentworth, saresti la mia prima scelta: ahimé, non lo sono, quindi il mio amore è platonico. Hai nobilitato quasi ogni stronzo pestato in anni di onorata carriera: a onor del vero, ne hai pestati tanti, riuscendo comunque a brillare di luce spesso accecante, come in Drive Angry. Sono certo che anche in Hypnotic farai la tua porca figura.
Un Abbraccio,
L’Ominide
quando sono arrivato a “quella in cui Danny vaga per i set e comprende la vastità del…” ammetto che mi aspettavo che la frase finisse in altro modo.
Uff, che brutta fine Rodriguez…
Ammetto che per un attimo ci ho pensato, poi ho lasciato stare. L’abbiamo usata fin troppo.
ma non poteva girare un pigiama anche lui e ritirarsi per la vergogna incassato l’assegno?
Parlando del pover Ben, Argo è un filmone della madonna.
E spezzo una lancia anche a favore di Rodriguez: ho appena rivisto Predators e va’ che non è male. Sicuramente meglio del 4 e forse anche del 2.
Ma predators l’ha solo prodotto
Off topic lo so, ma per la recensione di Sound of Freedom dovremo attendere la release italiana?
Ti recensisco i primi 10 minuti: una Bomba.
A Robbè, un film devi fare, finchè abbiamo Danny Trejo in carne ed ossa. E invece…
Leggendo il pezzo mi è venuto subito in mente quella cagata imperiale con Hugh Jackman di un paio di anni fa in cui lui aveva questa macchina che faceva rivivere il passato (anche lì pieno di scippi da altri film di vent’anni fa) e alla fine veniva inculato pesante dalla Ferguson…
“Desperado” sono io, a tre quarti della visione, quando lo tsunami di maccosa rischia di annegarmi… :(
Mi sembra una recensione un pò forzata, in cui l’autore cerca disperatamente di parlar male di un buon film e di un bravo regista, che in questa occasione si è risollevato (e non poco) dal suo “puttanesimo professionale”. Fortunatamente avevo visto il film prima di leggere queste righe che scaturiscono dal desiderio dell’autore di essere originale a tutti i costi, per cui posso istintivamente paragonare l’articolo a ciò che ho apprezzato molto. “A tratti è un pò lento”, si sarebbe potuto scrivere, e la questione sarebbe finita lì. Invece, tanta fuffa “da intenditore”. Saluti.