Qualche settimana fa ho commesso l’errore di guardare Blackbird.
Tranquilli, ve lo spiego subito cos’è Blackbird: è il vanity project di Michael Flatley.
E Michael Flatley è un ballerino.
Un ballerino molto famoso: si dice abbia rivoluzionato la danza folk, e i suoi spettacoli (Riverdance, Lord of the Dance, Feet of Flames) fanno le milionate da 30 anni.
Blackbird invece è un film di spionaggio che si presenta come un incrocio molto, molto, molto maldestro di Casablanca e Licenza di uccidere.
L’effetto, come potete intuire, è straniante: immaginate, che ne so, che Enzo Paolo Turchi di colpo voglia fare il protagonista di un poliziottesco alla Di Leo/Lenzi. O che Roberto Bolle voglia fare Arma letale. O che Brian e Garrison vogliano fare Tango & Cash.
Blackbird è sostanzialmente una collezione dei più banali stereotipi del genere, che per di più non ha i soldi per le scene d’azione e quindi sostanzialmente non ce ne mette.
Michael Flatley, nel ruolo del protagonista Humphrey Connery (non si chiama davvero così ma il senso è quello), recita come quei bambini della Make a Wish Foundation a cui affiancano un tizio vestito da Batman per regalare loro una magica avventura da supereroi: tutto goffaggine, legnosità, vuoto pneumatico di carisma e lo sguardo sognante di chi non riesce a credere di aver scritto sulla sceneggiatura che queste due gnocche sono innamorate di lui e le due attrici che ha rapit ingaggiato stanno davvero dicendo quelle battute che ha fatto scrivere. E c’è Eric Roberts che fa il cattivo!
Qua in UK Flatley è famosissimo, per cui Blackbird è diventato il loro equivalente di Alex l’ariete, ma fuori da lì non ha molto senso disturbarsi a guardarlo.
A meno che non siate completisti di Eric Roberts.
Ma nemmeno Eric Roberts è un completista di Eric Roberts.
Torniamo a noi.
Ormai la ricetta dei film di Tom Cruise si è capita: consiste nell’aderire fedelmente alla formuletta classica del genere di riferimento.
Ma, senza stare a tirare in ballo (pun intended) Michael Flatley, c’è differenza tra come lo fa Tom e come lo fa, ad esempio, uno come Dwayne Johnson.
Dwayne è un freddo calcolatore che nutre un algoritmo di risultati di sondaggi popolari, da rispettare pigramente all’insegna del minor rischio possibile.
Tom invece è un religioso, un profeta della vecchia scuola: per lui le formulette non sono tanto una scorciatoia quanto una vera e propria Bibbia, a cui aderire con devozione e con la massima concentrazione. Sono la base stessa del genere, del mestiere e del mezzo di espressione. Vanno limate quel minimo che basta per non risultare indigesti per le nuove generazioni – Tom è sempre attentissimo a non antagonizzarle per avere a bordo pure loro – e puntualmente diventano il trampolino da cui lanciare una morale che tutto sommato è sempre quella: non importa quanto la tecnologia stia avanzando, l’uomo è insostituibile e vince sempre. Specie l’uomo che continua a migliorare se stesso con la conoscenza, i sani valori, e una forma sia mentale che fisica ineccepibile.
Il tocco vincente è che poi lui si piazza al centro della scena, si fa gli stunt da solo e dimostra tutto coi fatti.
In questo contesto, le continue riverenze a Hitchcock sono ovvie.
Un po’ meno ovvia, ma decisamente la cosa migliore del film, questa fortissima spinta a non voler fare un semplice sequel più grosso del precedente, ma a voler fare proprio il film definitivo del genere. Il ritorno alle basi, il ritorno agli schemini e ai trucchetti che ti insegna ogni manuale. La voglia di dimostrare che certe cose, se affrontate con lo spirito giusto (enfasi su “spirito giusto”), non invecchiano mai e anzi, sono la base stessa del mestiere. Almeno le prime tre macro-sequenze sembrano pensate per essere usate durante una lezione accademica: il cold open con la grande minaccia soppiantata da una minaccia ancora più grande; la riunione della CIA e l’ingresso in scena a effetto di Ethan Hunt; il multiplo gioco del gatto e del topo in aeroporto, che in pieno picco di tensione aumenta la posta con un’improvvisa missione alternativa.
Un segnale interessante è anche l’improvvisa necessità di rispiegare da capo come funziona Mission: Impossible: chi è il team, da chi è composto, come agisce, come viene utilizzato. È tutto rivisitato attraverso un dirigente che collabora con loro per la prima volta, e un nuovo personaggio che si ritroverà coinvolto nelle loro avventure. È chiaro che a questo turno Tom vuole che siano tutti in grado di seguire: i fans della saga, ma anche quelli che magari l’hanno snobbata per tutti questi anni e che – Tom ne è sicuro – verranno improvvisamente invogliati dal passaparola che, nei suoi confronti, è effettivamente di nuovo al picco. Chi l’avrebbe detto che, alla sua età (fanno 61 quest’anno), si sarebbe risollevato così rapidamente dopo il flop di The Mummy, ritrovandosi addirittura più forte di prima.
Il plot – tendenza degli ultimi capitoli – è estremamente semplificato: ruota attorno a una chiave composta da due parti, e al dover scoprire cosa apre.
L’avversario, oltre al grande classico del villain misterioso e carismatico che torna da un momento cruciale del passato (una nuova informazione, non un capitolo precedente), è lo spauracchio tecnologico del momento: se Top Gun: Maverick ce l’aveva con i droni, Mission: Impossible – Dead Reckoning se la prende abbastanza prevedibilmente con l’Intelligenza Artificiale.
Lo fa in modo ovviamente iper-generico: è l’AI più potente e pericolosa del mondo, si chiama “l’Entità”, ti conosce nell’intimo e pertanto è capace di prevedere ogni tua mossa, ma soprattutto è di difficile gestione, pericolosa e potenzialmente ingovernabile.
È Skynet, sostanzialmente, senza ulteriori specifiche.
È a suo modo affascinante aver assistito al passaggio di un concetto da una prima fase in cui era confinato alla fantascienza futuristica a una seconda fase in cui è una semplice minaccia high-tech, più credibile e vicina, buona per un normale film di spionaggio.
Il primo momento in cui lo script mette l’uomo contro la macchina è però, magistralmente, il modo in cui i nostri eroi hackerano i sistemi di riconoscimento facciale e lo usano a loro favore riuscendo a nascondere Ethan Hunt senza nasconderlo, nella già citata sequenza in aeroporto.
Ma tecnologia a parte, è tutto old school.
Là dove James Bond si sforza di rinnovarsi, Ethan Hunt è sempre l’eroe classico che più standard non si può: è dedito alla causa, ha un forte senso morale che mette davanti a tutto e tutti, sbaglia solo per “troppi sentimenti”, è sempre inevitabilmente fichissimo. Ha un piccolo team che gli è indispensabile, ma che sta sempre rigorosamente sullo sfondo. È circondato di belle donne altrettanto bidimensionali ma, come concessione ai tempi moderni, non ne seduce nemmeno una.
Più che nei precedenti Mission: Impossible di McQuarrie, che comunque tracciavano la strada, si sente fortissima l’influenza dei risultati incredibili di Top Gun: Maverick e quanto Tom e il suo team se la sentano caldissima sul fatto che quella è la direzione giusta.
Ma Maverick aveva una struttura davvero minimale, e a suo modo reggeva.
Mission: Impossible invece dopo un po’ inizia a tirare il giochino un po’ troppo per le lunghe, e la testardaggine con cui rimane piantato sul suo schematismo inizia pian pianino a scricchiolare.
L’apice è il dialogo nel club a Venezia: una sequenza di altisonanti banalità generiche che sembrano scritte per un trailer più che per un film, punteggiate da una raffica di reaction shots in primissimo piano che nemmeno in una soap opera. Intrigato! Determinato! Confuso! Minaccioso! Basito! Roba che Leslie Nielsen ci avrebbe sguazzato.
Inizia a insinuarsi un pensiero pericoloso: sì, gli stereotipi si basano sulla realtà e quando affrontati bene sono imbattibili, ma basta veramente poco a scivolare. Perdi un attimo la presa sul ritmo e di colpo passi da Intrigo Internazionale a Blackbird, aggrappato unicamente a un protagonista che domina lo schermo come pochi al mondo sanno fare.
Come se non bastasse però, anche il lato action dopo un po’ inizia a cedere: le sequenze – al netto di McQuarrie che non è manco un’unghia di Brian De Palma e spesso sta troppo vicino all’azione – sono sempre travolgenti e incredibili, ma a infastidire maggiormente sono le troppe volte in cui un momento difficile si risolve off screen, senza spiegazioni, in mezzo a uno stacco di montaggio. La prima volta la si abbuona sempre, ma alla terza/quarta inizia a crescere l’idea che si vadano a incastrare troppo spesso in situazioni da cui non sanno come uscire. E di nuovo: non fosse per Tom, che sacrificandosi in prima persona permette inquadrature che altrimenti non si potrebbero fare e crea il 50% della tensione da solo, non ci sarebbe da stare troppo allegri.
È troppo lungo, Mission: Impossible – Dead Reckoning parte 1.
Non che sia troppo lungo di per sé, o che sia noioso: anzi.
Il problema è che, come ogni buon film di spionaggio esige, ha fisiologicamente una struttura troppo complessa per essere imbrigliata da un approccio così rigido.
E un approccio così rigido funziona solo quando i confini sono stretti e non hai tempo di respirare. E invece, queste storie di spionaggio e controspionaggio, viaggi da un capo del mondo all’altro, giochi e doppi giochi, suspense e colpi di scena, di tempo ne hanno eccome. Ad esempio: il personaggio di Hayley Atwell è comunissimo (la ladra hitchcockiana ma attenzione: brunetta!) e passa attraverso un arco narrativo visto e stravisto e che non per questo è spacciato in partenza, ma se in tutto quello screentime che le si dedica non le si regala manco uno straccio di personalità diventa difficile rimanerne coinvolti: più che una credibile co-star, viene trattata come una che nelle prossime avventure è già previsto che rimanga sullo sfondo a fare a gara a chi è più inutile tra lei e Ving Rhames.
Non ce l’ho per principio con le formulette classiche preconfezionate.
Potessi scegliere preferirei qualcosa di nuovo e sorprendente, che è il motivo per cui ho apprezzato molto Top Gun: Maverick ma non mi ha fatto esattamente esplodere la testa.
Ma ho sempre cercato di rivalutare anche i grandi manovalanti: quelli che non per forza inventano, ma nemmeno vogliono prenderti in giro.
Se proprio bisogna seguire il manuale riga per riga, sia Maverick che questo sono un esempio di come va fatto: con intenzione, passione, convinzione, concentrazione e grande mestiere.
Sfortunatamente, a differenza di Maverick, il nuovo Mission: Impossible diventa la dimostrazione di come i manuali di sceneggiatura, da soli, abbiano le gambe corte.
Tom però ha le idee chiare: per lui l’unica via è questa.
Non sarà perfetta, ma ha dimostrato più volte di funzionare: l’alternativa, per come la vede lui, è la morte del cinema.
Se vi convince, scegliete di accettarlo.
Se lo accettate, Tom Cruise vi promette che preferirà la vostra vita alla sua.
Quote:
“Corri Tom, corri!!!”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Qualche ultima nota sparsa:
- l’italiano di Tom Cruise è semi-indecifrabile e mi ha stupito in negativo. A confronto, Russell Crowe pare nato e cresciuto a Novellara.
- clamorosa mancanza di credibilità nella scena alla stazione di polizia di Roma in cui Hayley Atwell cerca di liberarsi di Tom Cruise fingendo che lui l’abbia palpata. I poliziotti ci cascano subito circondando Tom e guardandolo brutto, quando nella realtà gli avrebbero battuto dei gran cinque alti dicendo a lei di farsi una risata. Voglio dire, era chiaramente rimasto sotto i 10 secondi.
- la saga di Mission: Impossible è l’unica capace di andare avanti a grandi incassi giocando al rilancio unicamente sugli stunt di Tom invece che fare collezione di figurine di nomi da cassetta. Fast & Furious ingaggia Jason Momoa e il Premio Oscar Brie “Captain Marvel” Larson, M:I7 ingaggia Hayley Atwell da uno spin-off Marvel qualsiasi e Esai Morales da, uhm, La Bamba?
- non so ancora come decifrare Pom Klementieff nei panni del classico scagnozzo pittoresco bondiano, tipo Oddjob o Squalo;
- nella recensione di Pathaan immaginavo che Fast & Furious avrebbe preso appunti e gli avrebbe copiato qualche coreografia action, e invece ecco che M:I7 arriva primo rifacendo quasi uguale quella roba dei protagonisti che corrono sui vagoni per salvarsi da un treno che sta precipitando da un ponte esploso (ok, è davvero impossibile che M:I7 abbia fatto in tempo a copiare uno stunt così grosso da Pathaan visto che sono usciti ad appena cinque mesi di distanza, ma la coincidenza mi ha fatto sorridere) (e sì, il resto della scena ricorda l’inizio di Uncharted 2, ne sono al corrente);
- possibile che due kolossal d’azione come questo e Fast & Furious finiscano entrambi, nello stesso anno, a girare un inseguimento per le vie di Roma in cui a un certo punto scendono in auto dalla scalinata di Piazza di Spagna? Nonostante tutto rimangono entrambe sufficientemente distintive (F&F per via della bomba gigante che rotola per le strade, M:I7 per via che Tom guida una vecchia Fiat 500), ma che è, c’era lo sconto comitiva?
- il personaggio di Shea Whigham, secondo me, serve apposta per farvi confondere definitivamente tra questo e Fast & Furious. Dovrebbero farne più spesso di scambi simili. Che ne so, Jordana Brewster di qua e Rebecca Ferguson di là. Ma anzi, impariamo dal cinema di Bollywood. Facciamo il cineuniverso di spie. Facciamo incontrare Ethan e Dom, per la miseria: ce lo meritiamo.
Beh, comunque Alana è la sorella di Deckard Shaw
Vero, ma mi ha confuso molto di più Shea Whigham perché il ruolo era simile e non ricordo se lo chiamano mai per nome.
Ethan e Dom per il 40ennale di Tango & Cash nel 2029. L’ho detto.
Whigham nei Fast si chiamava agente Stasiak
Domandone: secondo te (voi) le recensioni che escono dei vostri colleghi prima della vostra finiscono inevitabilmente per influenzarvi (e non lo dico con alcuna cattiveria sia chiaro. anzi, è umano e umile)? O forse sono io che l’ho visto in vacanza ed ero ben disposto. Per me di gran lunga il miglior mission impossible dopo il primo (inarrivabile). L’ultimo mi ha fatto addormentare per intenderci.
E sì, forse gli sconti comitiva li fanno, anche a Dubai erano andati sia MI che FF.
Non ho idea di come si possa rispondere a una domanda del genere. Posso solo dirti che leggo altre recensioni raramente prima di scrivere la mia, spesso proprio per evitare anche un effetto inconscio, e pure che ho pubblicato una sintesi del mio parere perplesso sui miei social martedì scorso subito dopo la visione. Lo sconto comitiva comunque a questo turno faceva impressione principalmente perché ci sono andati nello stesso momento.
Mi sono perso commento a caldo. La domanda era una curiosità circa il vostro lavoro, tutto qui. Avendo letto altri prima di voi avevo snasato che sarebbe uscita una recensione così e mi domandavo se la differenza di entusiasmo fosse più dovuta a me che l’ho visto rilassato in vacanza (e che l’ho apprezzato abbastanza di più dell’ultimo FF) piuttosto che a cose che risultano più evidenti agli addetti ai lavori (oppure a nessuna delle precedenti). Son qui per condividere, dire la mia ma anche per imparare.
Penso che si possa probabilmente “indovinare” il nostro parere su un film basandoci sulle nostre vecchie recensioni e mission generale, ma non su quelle degli altri. Per noi non ha senso, né la minima utilità sotto nessun aspetto. Senza contare che a volte dipende dal recensore singolo: non è affatto detto che anche internamente la pensiamo tutti allo stesso modo, e il più delle volte assegno i film prima che escano.
Lo scopo è capire cosa guarda un addetto ai lavori che un normale cinefilo (e manco raffinato) come me magari si perde, in questo caso direi che tutti i critici hanno parlato di un passo indietro nell’azione che al contrario io non ho visto. Poi se a me è piaciuta una cosa che a voi ha fatto schifo, tanto meglio per me direi. Grazie capo dal tuo pupillo (si scherza neh)
no, FF era ad Abu Dhabi non Dubai.
Spoiler
Spoiler
Spoiler
Tra le scene d’azione ci sono momenti molto belli di persone molto sole che sono felici, interiormente, solo quando stanno insieme a salvarsi a vicenda e di conseguenza salvando il mondo.
Quando Ethan incontra Benji alla fine, dopo tutto quello che è successo, non si abbracciano, il contatto tra loro è minimo, sono vivi e questo basta.
Ho sentito più la sensazione di famiglia in questo film che negli ultimi due Fast end Furious, in M.I. sono tutti fantasmi che hanno valore solo quando stanno insieme e l’arco narrativo di Grace le permette di capire proprio questo.
C’era un’inquadratura nel deserto con i cavalli che mi ha fatto pensare a John Wick 4.
La tempesta di sabbia era molto bella come
la spragata sulla testa data da Paris a Ethan nel vicolo. Paris guida come se fosse in Fast and furious e per questo probabilmente passera con i buoni nella parte due.
Del personaggio di Grace mi piace il suo essere fuori luogo e il suo sforzo a non appartenere al film (è una ladra di un film generico messa dentro la follia di M.I) e di gran lunga quello che crea i problemi peggiori, è quello che va più vicino ad uccidere Ethan e il suo rifiuto del gruppo porta indirettamente alla morte di Ilsa, per poi riscattarsi nel finale. Non viene rivelato chi sia stato ad ingaggiarla probabilmente l’AI stessa che sfrutta il suo egoismo e il fatto che Ethan avrebbe cercato di aiutarla per via dei suoi traumi per innescare gli eventi.
Che effetto vi ha fatto vedere la scena del Salto?
“passera con i buoni”, perché di passera non ce n’é mai abbastanza.
Ecco un punto che ho dimenticato: perché mettere il teaser del grande salto durante i titoli di testa? Mi ha fatto ridere, e più di ogni altra cosa mi ha dato l’effetto telefilm anni ’70 (anche in positivo, volendo).
per usarlo in funzione metanarrativa (tanto lo conoscono tutti almeno per sentito dire quello stunt) e mantenere la tensione fino al finale?
i primi 2 episodi della saga son due dei film più dissonanti ad aver stesso titolo e protagonista..poi inizia la “vera” collana dell’impossibile con episodi che si somigliano fra loro…se escludiamo 007 la saga di menare più dignitosa d’epoca recente, di certo una spanna sopra ai FF vari (e pure a John Wick, che ormai è un carrozzone)..c’era stato un momento in cui Jason Bourne sembrava poter reggere il confronto (anche se meno grosso e fracassone, ma con un primo episodio anche lì più elegante dei successivi) ma Matt non ci ha mai creduto come e quanto Tom. Alla fine gli si vuole bene, soprattutto a Rebecca F., ma solo perchè è brava, ci mancherebbe.
Condivido: negli anni la serie M:I è riuscita bene o male a mantenere ciò che prometteva, e ogni nuovo film si mantiene su buoni standard qualitativi per il genere, e anzi a volte migliora addirittura (secondo me MacQuarrie è un signor regista action con polso, idee e mestiere).
L’unica serie che secondo me regge il confronto è proprio Bourne, perché sorretta dai romanzi e un’ottima sceneggiatura, ed è giusto che si sia fermato (per ora).
A Rebecca voglio bene per tutto.
Ho visto tutti i MI almeno una volta, ma gli unici due che ricordo abbastanza sono il primo (per lo più per le scene iconiche come la calata con i cavi dall’alto e la scena finale del treno) e il secondo, che è l’unico che avevo visto al cinema.
Degli altri non ricordo assolutamente nulla se non che mi erano piaciuti, ma probabilmente il fatto di non ricordare nulla è cifra di quanto siano stati per me molto poco memorabili.
Questo al cinema mi ha entusiasmato, la lunghezza non mi ha affatto disturbato anzi il tempo è passato molto più velocemente rispetto ad altri film visti di recente, come Elemental, più corti ma più soporiferi.
Vedremo cosa ne resterà nella mia memoria.
appy polly lodgies per l’ingerente superofftopic, ma proprio non sapevo dove altro scriverlo: molti mesi fa ricordo di aver intercettato per questi meandri un’iperstroncatura (a ragion straveduta) di Blaze di Del Katryn Barton, credo a firma – se la memoria e i due caffè presi trovano un punto di incontro – di cicciolina. desiderosa di rileggerla dopo averlo ahimè subìto, scopro che è sparita dal sito. la ricerca non lo risputa fuori né per titolo né per autrice. i casi possono essere solo tre: paramnesia (che non escludo, ma anche sì perché l’ho messo in watchlist divertita dalla stroncatura), un qualche bug del sito o un conflitto con le estensioni di chrome oppure una vostra effettiva rimozione della rece. quale busta, la una la due o la tréh?
già che siam vivi, domanderei anche a quando un servizio di notifica per le risposte. ;)
Allora: io non ricordo di aver mai fatto coprire Blaze, e ho chiesto a Cicciolina e non ricorda di averlo mai visto nemmeno lei.
Per l’altra domanda: l’hai provato il bottone “Segnalami i prossimi commenti via e-mail” sotto al form per commentare?
> l’hai provato il bottone “Segnalami i prossimi commenti via e-mail” sotto al form per commentare?
ovvio che sì. tutte le sante volte che ho scritto. avesse mai funzionato una volta una. e infatti anche stavolta mi è toccato venire a cercare l’eventuale risposta (della quale ti ringrazio) manualmente.
circa blaze, posso ovviamente sbagliarmi su cicciolina è passato un anno e con esso decimigliaia di chilometri di pellicola sotto gli occhi e un centinaio o due di vostre recensioni. ma ho netta memoria di essermelo appuntato in seno a una vostra stroncatura. boh.
è l’Effetto Mandela
Nanni, vado un po’ fuori tema ma perché non avete mai fatto video recensioni? come quella fantastica di Atto di Forza https://www.youtube.com/watch?v=PGhiIhiw-wg, massimo 10 minuti.
So che ci sono le live su Twitch ma oltre un’ora… anche no.
Il motivo principale è che richiedono molto più lavoro per dire molte meno cose. Però non è escluso che lo rifaremo, quando gli astri si uniscono di nuovo.
Io mi sono stradivertito e goduto ogni cosa. L’ho già visto due volte e non succedeva da un po’. Devo dire che sono un sincero fan di Tom e ogni volta che esce un nuovo film io mi precipito in sala senza prendermi la briga di conoscere nemmeno di che parla. Tanto so che sarà una goduria.
Mission impossible è la miglior saga action degli ultimi 30 anni. Dove ne trovi un’altra che migliora di capitolo in capitolo? 007 soffre troppo di AUTORISMO. I suoi produttori perdono un sacco di tempo a cercare registi, attori, idee fighette perché hei! questo è 007, mica cazzi. Fast and furious ha finito le idee già da un pezzo e le scene action hanno perso vigore da quando Chris Morgan non è più della partita.
Ho notato che J. J. Abrams non figura tra i producers. Come mai?
Mi ha fatto ridere la scena al club in cui Ethan dice a Gabriel di essere assoggettato al volere di un dio macchina che controlla le menti delle persone, quando lo stesso Tom è praticamente il messia di scientology.
Vabbè… Lunga vita a Tom.
Chi concorda che é un milione di
volte meglio di john wick 4?
Assolutamente no… Ethan è una spia, Baba Yaga è un killer. Soprattutto preferisco Reeves perchè probabilmente è più credibile quanto può essere credibile un tizio che va in giro con due dita mozzate della mano destra e para i proiettili che gli lasciano bei lividi con la giacchetta old style. Però è anche vero che si impegna con le arti marziali miste, con le pistole, le katane corte i fucili e tutto il resto. Tom corre, salta e guida niet’altro ma è il personaggio che è diverso e dopo otto film non sta certo ringiovanendo.
Ok però John Wick sono 4 film senza trama alcuna e lo stesso tipo di scena ripetuto in tutte le variazioni possibili. Roba appunto da tecnici di film d’azione più che da semplici spettatori
Ho delle riserve su entrambi i franchise ma non ho il minimo dubbio nel dire che a parer mio MI è una saga nettamente superiore. JW parte come film “piccolo” che prende un canovaccio tipico di un certo action/thriller ma aggiunge alcune intuizioni che lo rendono un piccolo cult nel giro di pochissimo tempo. Coi seguiti si decide di giocare in all-in su quelle intuizioni che sono comunque tecniche/estetiche finendo per risultare ripetitivo da subito. Thrilling e drama non ci sono, se ci sono non si sentono. Il continuo gioco alla rincorsa della coreografia più esaltante poi non funziona nel momento in cui hai un protagonista che non è fisicamente il tipo che può soddisfare oltre certe esigenze (per quanto Reeves ci metta un impegno che ha del commovente) e una regia che non riesce a proporre sempre cose sufficentemente fresche o esaltanti. Non amo particolarmente MI ma i primi capitoli fino a protocollo fantasma hanno tutti una cifra stilistica propria e dalla gestione di McQuarrie ogni capitolo ha saputo fornire intrattenimento più vario e più a fuoco di un qualsiasi JW.
Nemmeno io sono mai stato un amante della saga di MI: troppo per me il divario tra la qualità del primo e gli altri. Giá il secondo mi deluse tantissimo, ed ero un ragazzino davanti ad uno schermo enorme che si era imparato tutti gli spartiti dei Limp Bizquit e dell’altro pezzi dei metallica che non mi ricordo come si chiama ma che per me era una bomba. E poi non mi piaceva in quelli più recenti l’interpretaziine troppo monolitica di Ethan Hunt. Ecco invece l’ultimo mi ha gasato a bestia, e lo ha fatto perché mi interessava più o meno di tutto e tutti quelli che passavano su schermo. E ho trovato tutto il cast miglioratissimo nelle interpretazioni. JW4 per me è stato a dir poco uno strazio, non ne potevo veramente più e la stupidità della “trama” me lo ha reso insopportabile. Ed ero andato pensando come un cretino che questo JW4 lo avrebbero fatto un po’ più rotondo viste le 3 ore.
Nanni/ redazione (esclusa Xena per cui conosco la risposta): siete ancora in grado di emozionarvi ingenuamente? O sapendo già che per lavoro dovete dare un parere non riuscite più a spegnere il cervello come una volta?
Concordo. Ho più di 50 anni e non devo pomiciare al cinema ma un film action di più di due ore non ha senso bob
Anche in Extraction 2/Tyler Rake 2 c’è una scena sul treno stile Uncharted 2
Esatto, le scene sul treno sono inflazionatissime. In MI:DR non solo sembrava tutto già visto (più volte), ma anche ri-visto da poco! La scena sulla scalinata di piazza di spagna, poi… veramente c’era il 3×2! Mi aspetto adesso di vederne un’altra in qualche altro film….
Ok per “La Bamba” con Esai Morales, ma me lo ricordo anche per “Bad Boys” di Rosenthal con un altrettanto giovanissimo Sean Penn.
Letteralmente gli unici due film in cui l’ho visto. Più una comparsata a sospresa in Never Back Down 3.
Fa anche il cattivone capo dei narcos in Ozark! :)
SPOILER
Errore gravissimo quello di chiudere la storia di Ilsa, ossia l’unico personaggio di tutta la serie ad avere il carisma per stare nella stessa inquadratura con Tom senza sfigurare (si vuole bene anche a benji e a Luther, ovviamente, ma si tratta pur sempre di macchiette). Hanno sacrificato l’unico donna credibile e non stereotipata (spia intelligente e smaliziata, con una sfumatura oscura nello sguardo) per la classica ragazza acqua e sapone che fa la ladra per noia per poi capire che è più fico salvare il mondo: più un peso che altro. Ilsa arricchiva il film, questa la impoverisce. Vero è che siamo a fine saga, ma io non l’avrei mai tolta.
VA DA SÉ CHE È SEMPRE SPOILER:
per lo stesso motivo, purtroppo, era anche l’unico personaggio per cui una soluzione simile avrebbe avuto uno straccio di impatto emotivo…
Vero anche questo, peccato che lo straccio di impatto emotivo sia Tom Cruise che guarda l’alba su Venezia per letteralmente 5 secondi. Uno straccio a tutti gli effetti. Da lì in poi, il film se ne dimentica completamente, come se non fosse esistita. Non salvo niente di come si è chiuso il suo arco narrativo.
Su questo sono d’accordo anche io – e a me non piaceva il suo personaggio! Ma hai ragione, stona il post mortem freddo e affrettato
vererrimo.
un’errore madornale.
con lei potevano tirarci davvero la saga per altri 10 anni, altro che Bond(a) e Captain Americarvel
Sono uno spettatore semplice
penso ai membri di una setta/loggia
il film non me lo vedo
Mancava solo che i due pirloni che inseguivano Ethan in tutto il globo gridassero TI HO PRESO LUPIN
E comunque MI7 è della Paramount non di Universal
Hai ragione, non so perché mi ero convinto fosse Universal. Ho corretto.
Immagino che il riferimento a Lupin non sia casuale: è stata la Fiat gialla truccata a suggerirtelo, vero?
incredibilmente, la cosa della 500 gialla l’avevo rimossa da mesi, pensavo solo ai due tizi.
Quanto vedrei volentieri una live in cui invitate Federico Frusciante.
E perché non far incontrare Ethan e il Ronny di “Baaghi”?
Il Ronny di Baaghi è più tipo da Expendables…
Il film è molto divertente, ed ho apprezzato che non abbiano messo il cliffhanger alla fine.
SPOILER
Mi è spiaciuto tantissimo per Ilsa, miglior personaggio della saga a parte Ethan, e con un carisma incredibile
Si’. Era proprio sparito dai radar.
Infatti ritrovarlo e’ stata una piacevole sorpresa.
Sono tutti bellissimi 💘💖💖💖💖 i film di TOM CRUISE gli auguro tanta felicità e fortuna 💖💖💖💖
Per me questo film ha parecchi pregi:
– la miglior apertura di tuta la saga
– non annoia mai
– un villan novello hal9000 che sarà un po’ scontato ma è inquietante al punto giusto (a differenza del suo portavoce)
– scene d’azione paurose (io l’ho visto in Imax probabilmente sono particolarmente gasato anche per quello)
– scene non d’azione quasi più belle delle scene d’azione (vedi aeroporto)
Insomma per me han fatto centro
Dopo Pathaan, ho sentito con forza la mancanza di due cose: i manzi: nessuno si leva la camicia ; e gli stacchi : dai, tutto il cast va in disco su un set patinatissimo e tutti in tiro, e non balla nessuno! Mi sono sentito defraudato.
“ma che è, c’era lo sconto comitiva?”
It’s taxi credit esterno, baby! E meno male che esiste, come contraltare a quello interno che salva l’ignobile cinema italiano.
*Tax, non taxi…sorry
Mi è piaciuto molto. Ricordo che questo è il film dello sbrocco di Tom Cruiseil cui vocale ha fatto il giro dell’iperspazio cuasa maestranze con la mascherina lasca.Da li ad essere riuscito a tirare fuori un film del genere, con un budget del genere, con degl ispostamenti di location del genere ecc…nelle condizioni in cui versava il mondo nel 2020 – 2022 (Coviddì qualcuno se lo ricorda?) è ancora più incredibile degli incredibili stunt eseguiti dal nostro. Le critiche, pur rispettabilissime, stanno a zero.
Ho delle riserve su entrambi i franchise ma non ho il minimo dubbio nel dire che a parer mio MI è una saga nettamente superiore. JW parte come film “piccolo” che prende un canovaccio tipico di un certo action/thriller ma aggiunge alcune intuizioni che lo rendono un piccolo cult nel giro di pochissimo tempo. Coi seguiti si decide di giocare in all-in su quelle intuizioni che sono comunque tecniche/estetiche finendo per risultare ripetitivo da subito. Thrilling e drama non ci sono, se ci sono non si sentono. Il continuo gioco alla rincorsa della coreografia più esaltante poi non funziona nel momento in cui hai un protagonista che non è fisicamente il tipo che può soddisfare oltre certe esigenze (per quanto Reeves ci metta un impegno che ha del commovente) e una regia che non riesce a proporre sempre cose sufficentemente fresche o esaltanti. Non amo particolarmente MI ma i primi capitoli fino a protocollo fantasma hanno tutti una cifra stilistica propria e dalla gestione di McQuarrie ogni capitolo ha saputo fornire intrattenimento più vario e più a fuoco di un qualsiasi JW.
Ok era una risposta per Rupert Tevere
Devo dire che l’ho trovato fantastico;
diciamo che con Fallout avevano tracciato il solco dei film d’azione anni 80, ma con dei mezzi più sofisticati e sicuri dei giorni nostri;
e sinceramente non potevo chiedere di meglio; poi provo una stima profondissima per Tom Cruise che, almeno per me, ti travolge con la sua convinzione e determinazione.
SPOILER SPOILER SPOILER
diciamo che ho una cotta per Vanessa Kirby, abbastanza clamorosa, e mi chiedo come sia possibile che, soprattutto il personaggio del fratello, non si accorga che la sorella (al momento dello scambio con Grace) abbia gli occhi marroni e non più celesti;
considerate che di solito sono uno che di questi problemi, quando va a vedersi un film, non se li fa’ volontariamente.
Lenti a contatto colorate ?
Me lo son chiesto anche io…poi ho pensato che piuttosto che gli occhi è passata inosservata la “differenza toracica” tra le due.
Il che mi ha ricordato Rat-Man: “Di che colore ho gli occhi?”…”Una quarta!”
Manca secondo me un doveroso accenno alla fonte di ispirazione principale per i villAIn ;-) e un po’ tutta l’impostazione di questo capitolo di MI. Naturalmente si tratta di Person of Interest, del nostro buon Jonathan Nolan, che però il suo lavoro lo ha saputo fare meglio! C’è la IA che vede tutto, controlla tutto, agisce nel buio, cancella persino le persone dalle telecamere di sorveglianza, ecc… e ci sono le sue dirette “emanazioni”, Esai e Pom, che un po’ ci provano a sembrare Sarah Shai e Jim Caviziel… Alla fine non è che poi i cattivi siamo noi e questa Entità (ma non era meglio “the machine”!”) è il buono?
Visto in grazia di Dio, mentre il resto del pianeta si aggirava per il Victoria vestito di rosa, tra palloncini rosa e pop corn rosa (e io pensavo che forse era meglio se mi guardavo direttamente Piggy).
Cruise a parte il film contiene solo generici ed equivalenti: il killer tipo quelli di 007, la cattiva tipo Nikita ecc. e questo gli dà quel delicato aroma di B movie che contrasta piacevolmente con le scene d’azione che sono A++
Mio marito, l’apostata, non crede che Cruise si faccia gli stunt da solo. Quando nel seguito vedremo l’avvento di Cybercruise non potrà più essere così irrispettoso, immagino
Ok visto e adorato ma non vi puzza di tremendo sessismo
SPOILER
la storia che dicono chiaramente che tutta la vita di Ethan è un continuo ciclo di donne gentil donzelle da salvare e che continuano a essere uccise così lui può sentirsi triste-triste? Cioè un flusso continuo di donne fridgiate che esistano unicamente per il tormento interiore del protagonista?
Ma veramente?
Aggiungo un pensiero, non so se qualcuno ha avuto la mia stessa sensazione: mentre tutte le nazioni vogliono la chiave per controllare l’entità, il nostro prode eroe la vuole distruggere.
Quindi Tom novello Frodo Baggins? La Compagnia della Chiave ce l’ha, anche se in numero ridotto. Invece del Monte Fato con la lava, abbiamo le profondità del mare con il ghiaccio…
Boh. A me sembra di una macchinosità e verbosità uniche sto film. Non scorre come dovrebbe, mi sembra un MI abbastanza bolso (a differenza del suo protagonista).
Ma solo a me il primo e il terzo hanno fatto cagare?
Mentre ha cominciato a interessarmi decisamente da quando la serie è finita nelle mani di Cruise e del suo fido McQuarrie (ma anche il quarto dai)