Il pezzo di George Rohmer
Mi appassiona sempre vedere come da uno stesso materiale possano essere tratte opere molto diverse. Penso ad esempio ai vari adattamenti di Batman, che passa da essere un tizio in calzamaglia con la panza che balla il Batusi a un giustiziere violento ossessionato dai nomi delle madri altrui. Il caso di Dune è l’esempio perfetto di come una diversa lettura di un testo, pur nella fedeltà pressoché assoluta alla fabula, possa condurre a risultati diametralmente opposti.
Tralasciando il progetto mai realizzato di Alejandro Jodorowsky, la cui interpretazione del testo di Frank Herbert si può sintetizzare in “W la droga”, se accostiamo il film di David Lynch (di cui ci ha ampiamente parlato Stanlio la scorsa settimana) a quello di Denis Villeneuve ci rendiamo conto che entrambi tentano circa la stessa operazione: trasporre fedelmente il testo di Herbert al cinema. Eppure, curiosamente, i due risultati non potrebbero essere più diversi. Sigla!
Prima di poter finalmente mettere gli occhi su Dune, ne avevo sentite di tutti i colori sul film di Villeneuve. Le opinioni provenienti dalla Mostra di Venezia erano in genere abbastanza positive, ma molti lamentavano una certa mancanza di fantasia e il paragone infelice con l’impianto visivo del film di Lynch. Tutto si può dire del vecchio Dune, tranne che visivamente non fosse una costosa meraviglia. Dune è l’esempio definitivo del look sontuoso e barocco tipico delle produzioni De Laurentiis. Magari può non piacere, o risultare indigesto, ma è di una ricchezza e di una complessità innegabili, soprattutto considerando che era tutta roba prodotta con le manine e il sudore della fronte da uno stuolo di artigiani al massimo della forma.
Molti, dunque, si sono avvicinati a questo nuovo film con l’attitudine prevenuta tipica del boomer che “Ah signora mia, una volta sì che li sapevano fare i film, mica come oggi che è tutto computers!”. Molti hanno visto le architetture lineari e austere immaginate da Villeneuve e dai suoi collaboratori e hanno immediatamente pensato, in malafede, che non fosse un effetto voluto, ma la conseguenza di una certa aridità tutta moderna. Dimenticando con chi avevano a che fare.
Perché Villeneuve è da mo’ che porta avanti questa sua visione rigorosa e marziale della fantascienza. Pensiamo ad Arrival, dove tutto l’impianto, a partire dagli alieni stessi, era monumentale eppure volutamente scarno, plausibile. Anche Blade Runner 2049, pur dovendo pagare pegno ai design originali di Syd Mead, si dimenava in tutte le direzioni per cercare una sua visione molto più concreta e desolante del futuro.
Denis Villeneuve è questo. Denis Villeneuve fa questa cosa qua. Non ama le cose barocche, predilige i look funzionali e pratici. Vuole che gli oggetti che popolano i suoi mondi futuri, dai più piccoli ai grandi palazzi e astronavi, abbiano l’aspetto di cose che potreste utilizzare nella vita quotidiana. Per questo nel suo Dune non c’è spazio per le pareti dorate o gli abiti coi ghirigori alla Moebius. Per questo è tutto grigio, scarno, lineare. La società feudale di Dune è un mondo militare, militarizzato, in cui a dominare è l’etichetta di corte. Non c’è spazio per voli di fantasia, specialmente quando sei costretto a vivere su un pianeta in cui le temperature raggiungono i 60° e se tutto non è fatto a modino rischi di morire facendoti una passeggiata.
E, posso dirlo?, vedere una cosa del genere – una tale manifestazione di rigore e volontà – in un blockbuster da milioni di dollari nel 2021 è davvero rinfrescante. Dune, alla fine, non somiglia a niente di quello che vediamo in giro oggi quando, nella peggiore delle ipotesi, avrebbe potuto somigliare a TUTTO. Per come l’ha concepito e adattato Villeneuve, sfido anche lo spettatore più distratto a dire “ma è copiato da Star Wars!”.
Perché il rischio era questo, no? In fondo, Dune è un testo seminale che è stato copiato a destra e a manca, un po’ come John Carter che tutti pensavano essere copiato da Avatar. E invece il vecchio Denis c’ha la vista lunga e ha dribblato tutti i problemi semplicemente facendo un film durissimo, che non abbellisce mai gli aspetti più spigolosi del romanzo e, anzi, li cavalca come un Fremen cavalca Shai-Hulud. Tipo: sì, Timothée Chalamet c’ha la faccia del tuo compagno di classe stronzo e vorresti cancellargli quel sorrisetto di merda a sprangate. Ma Denis Villeneuve lo sa! Paul Atreides nel romanzo è inizialmente un ragazzetto un po’ ingenuo, ma poi, quando si manifestano i suoi poteri, diventa un mezzo stronzo insopportabile col tiro messianico. Uno che, pur avendo visioni di un futuro in cui nel suo nome viene scatenata una Jihad cosmica, prosegue stile Doctor Strange perché sa che ci sono molte versioni del futuro peggiori di quella in cui è lui a guidare i Fremen. Non deve stare simpatico, deve spaventare e trascinare con arroganza e carisma, e questo Villeneuve l’ha capito perfettamente. E ha scelto l’attore giusto.
Idem per il rapporto tra Paul e sua madre Jessica, che nel romanzo a un certo punto quasi si spezza e poi non sarà più quello di prima. Villeneuve e i suoi co-sceneggiatori Eric Roth e Jon Spaihts non si nascondono dietro a nulla e portano a galla tutti gli aspetti meno consolatori del testo, in barba a qualsiasi convenzione in voga oggi. Ma soprattutto riescono dove Lynch non era riuscito: rendono comprensibile un universo estremamente complesso, con dietro un world-building di una pignoleria quasi tolkieniana, con pochi tocchi chirurgici. Laddove Lynch ripeteva le cose tre volte a ogni scena, tra dialoghi ridondanti, voice-over e pensieri dei personaggi, Villeneuve e compagnia cantante lasciano tutto ai dialoghi, limitano gli spiegoni veri e propri a qualche brevissima scena (usando un trucchetto molto intelligente) e tagliano di netto tutto ciò che non è immediatamente utile alla comprensione del racconto (la CHOAM, il Jihad Butleriano, il condizionamento di Yueh, l’Imperatore, Feyd Rautha). Certo, hanno il vantaggio di dover raccontare solo metà della storia, ma non era per nulla scontato.
Villeneuve applica questo suo rigore austero a tutto, persino alle morti. Tutti i personaggi che muoiono nel corso del film lo fanno in maniera assolutamente anti-spettacolare, sgraziata, spesso fuori campo o comunque in pochi secondi. I corpo a corpo, più che dei balletti, sembrano zuffe di strada. Persino le grandi scene di battaglia, per quanto la composizione delle inquadrature sia studiata nei minimi dettagli per aumentare l’impatto scenico, cercano il realismo caotico della guerra piuttosto che il fomento alla Braveheart.
Poi, ecco, bisogna ammettere che il finale è tronco. Warner si è fidata abbastanza di Villeneuve da concedergli di dividere in due il romanzo, ma gli ha lasciato girare solo la prima parte. Il progetto è rischioso, è vero, ma in un caso come questo forse un investimento unico avrebbe avuto più senso: se Dune andrà male, la parte 2 non si farà proprio e perderà valore anche il primo film in home video e streaming. Se avessero girato entrambi i film, almeno si sarebbero assicurati di venderli come un pacchetto unico e limitare i danni. Ma chi sono io per giudicare le scelte strategiche di una major? Mi limito piuttosto a constatare come lo spettatore non avvezzo al film di Lynch o ai romanzi Herbert resterà un po’ confuso e basito quando vedrà partire i titoli di coda dopo un finale che più aperto non si può. Eppure.
Eppure, siccome Denis Villeneuve è un figo, riesce a dare un certo qual senso poetico anche a un finale monco. Dopo le Grandi Battaglie di metà film, tutto si chiude con un terzo atto tanto intimo e raccolto quanto sferzante come la sabbia del deserto in piena fazza. Quasi che fosse un manifesto di ciò che Dune è realmente per Villeneuve: nel trailer avrete pur visto ‘stronavi e ‘splosioni, ma, sotto sotto, Dune è una ruvida e aspra storia di sopravvivenza in un mondo duro e spietato, e di volontà che supera ogni ostacolo e si fa azione. Villeneuve l’ha capito perfettamente e, invece di un pippone scotto e pedante, ha girato un segaligno film d’azione.
Il pezzo di Xena Rowlands
Non ho (ancora) letto il libro di Herbert, non ho visto il documentario sul tentativo fallito di Jodorowsky, del film di Lynch avevo ricordi lontani e vaghi e comunque macchiati dalla schizofrenica fama di “film sbagliato, capolavoro incompreso”. Dune l’ho visto la prima volta due settimane fa a Venezia in terza fila in sala Darsena, che è una sala molto grande e molto bella (più bella della più prestigiosa sala Grande, se volete il mio parere), la seconda volta l’altro ieri sera in un multisala fighetto in un centro commerciale fighetto di un quartiere periferico milanese recentemente riqualificato e reso fighetto e perciò inavvicinabile dalla gente che ci abitava una volta. In entrambi i casi l’aria condizionata era a livelli oltre la Barriera di Westeros, in un interessante (interessante = ho perso la sensibilità degli arti) contrasto con il clima raffigurato sullo schermo, ma in entrambi i casi lo schermo era molto grande e il volume della colonna sonora molto alto. Entrambe le volte è stata, per me, un’esperienza molto bella. Sigla!
Sapevo che George Lucas, per quel meraviglioso frullatone d’influenze e ispirazioni che è Guerre stellari, aveva pescato a piene mani dal Dune di Herbert, al punto che c’è chi sostiene che un vero e riuscito adattamento del romanzo ci sia già stato, e sia appunto la saga dell’intraprendente Skywalker. Non so se arriverei a tanto (più che altro perché non ho, appunto, letto il libro), ma una delle cose che più mi hanno colpito del Dune di Villeneuve è che è Star Wars, però maledettamente serio. Non sto certo dicendo che Star Wars non sia una cosa seria, eh, ci tengo alla mia vita e alla mia incolumità, per cui non fraintendetemi. Ma Star Wars è sempre stato soprattutto una cosa per ragazzi, si è sempre mosso su un registro di leggerezza nonostante i temi alti, la filosofia, la posta in gioco, le battaglie, il bene vs. male, il viaggio dell’eroe, la redenzione, la politica, il melodramma familiare e tutto il resto. Star Wars beccava quel punto magico tra sincerità totale e avventuroso divertimento, e, come sappiamo, facendolo ha cambiato la storia del cinema. Ha trovato la quadra, la formula alchemica per trasformare la celluloide in oro. Il film per tutti! Sì, Lo squalo, con la sua innovativa strategia di wide release in contemporanea e di martellante campagna di marketing, aveva “inventato” la formula blockbuster come la conosciamo oggi, ma era pur sempre un “horror” (tra molte virgolette), un “film di paura”, non esattamente quello che viene percepito come “film per tutta la famiglia”. Pensate all’executive che realizza il potenziale di una cosa insieme così banale e così ovvia – un film per tutta la famiglia! – e con gli occhi a forma di dollaro mormora “ci facciamo i soldi con questo posto”.
Vabbè, com’è andata lo sapete, poi sono venuti Superman, Indiana Jones e Jurassic Park, nel 2001 un tizio neozelandese con gli occhiali tondi è riuscito nell’impresa incredibile di trasformare Il signore degli anelli in una (bella) trilogia, trascinando al cinema le folle e spiegando a Hollywood che, sì, da quel momento in poi si potevano anche pensare e realizzare e filmare tutte insieme le trilogie, le saghe, i franchise. Poi è arrivato Kevin Feige, col suo cappellino inamovibile, i suoi piani quinquennali, il suo universo cinematografico condiviso. A un certo punto ci siamo ritrovati invasi di reboot che erano anche remake ma erano anche sequel pronti a lanciare nuovi spinoff, divertentissimi da farci i video comparativi e da riconoscerci le citazioni, ma qualcuno ha cominciato a chiedersi se forse non si stava cominciando a esagerare con l’autoreferenzialità e l’autofagocitazione, e un sacco di gente se l’è presa con Martin Scorsese. Ma, a parte qualche tentativo diverso più o meno riuscito, la formula alchemica distillata da Lucas & Spielberg ha continuato a prevedere una certa leggerezza di fondo: le battute, l’ironia, la lievità, l’autoconsapevolezza. Cose meravigliose e memorabili se scritte da dio, un po’ stancanti all’ennesima strizzata d’occhio pigra che ormai non può più mancare nemmeno nell’animazione per l’età prescolare.
In Dune di Denis Villeneuve, che dura 155 minuti, ci sono esattamente due – DUE – momenti che strappano un micro sorriso. Il primo serve a rimettere al suo posto quell’arrogantello di TChalamet, e l’hanno messo nel trailer per convincere gli appassionati della risatina wink wink ad andare in sala; il secondo (vedi alla voce “sputazzi”) comunque è funzionale a spiegare cose importanti senza spiegoni, insomma partecipa comunque al world building, e viene immediatamente ricontestualizzato nella cornice seria del racconto. Tutto il resto del film è drittissimo e diretto, grave e impassibile, austero e solenne, rigoroso e ieratico: sì, cari miei, siamo su un pianeta bollente dove la sabbia nasconde una potente droga allucinogena che fa viaggiare nello spaziotempo e dei vermoni giganti assassini, c’è un cattivo in grado di levitare, ci sono pseudo elicotterini a forma di libellula, c’è chi indossa una tuta in grado di riciclare il proprio sudore e la propria pipì e NON C’è PROPRIO UN CAZZO DA RIDERE, VA BENE? Oh.
È l’approccio di quel preso bene di Nolan a Batman, solo che lì eravamo comunque sulla terra, in una Gotham che neanche ci provavano a non farla passare per New York, e anzi il punto di tutta l’operazione era fare i supereroi “realistici”. È ancora di più l’approccio di Peter Jackson a Tolkien, il modo in cui è riuscito a far funzionare meravigliosamente la sua prima trilogia, cioè ricostruendo un mondo fantastico nei minimi dettagli storico-sociali-di costume-linguistico-antropologici e prendendo tutto quanto sul serio, i discorsi, le battaglie, gli archi dei personaggi, le dichiarazioni d’amore tra Sam e Frodo. Solo che in Il signore degli anelli c’erano comunque degli elementi di commedia, di alleggerimento, vuoi perché gli hobbit hanno proprio una funzione e un valore di contrasto molto umano e buffo alla vasta solennità di tutto il resto, vuoi perché, soprattutto dal secondo film in poi, hanno deciso che un comic relief ci doveva essere per forza, e che ovviamente sarebbe toccato al Gimli. In Dune di Denis Villeneuve, però, non c’è nessun Gimli, e non ci sono gli hobbit. Allora è un po’ come Mad Max: Fury Road però non ci sono (più di tanto) il sangue, la violenza esibita e il metal, e quindi il film può essere tranquillamente un film per tutti, di modo che possano andare a vederlo anche i giovini fan di Zendaya e di TChalamet senza irritare il MOIGE.
E dunque io tutto questo l’ho trovato meravigliosamente rinfrescante (no pun intended). Dune è Star Wars serio, ma non freddo né barboso. Certo, la noia è soggettiva, e so che c’è chi s’è lamentato di certe lentezze, del passo flemmatico che però Villeneuve ha dimostrato essere il suo, come dice qui sopra George, già in Blade Runner: 2049 e Arrival (entrambi film amatissimi dalla sottoscritta: oh, ragazzi, a volte è anche pura e semplice questione di gusto). Ma a me sembra che il ritmo compassato – ma comunque spedito: a rallentare l’azione sono di base le “visioni” di Paul, che sono però anch’esse fondamentali al personaggio, alla storia, al world building – sia in perfetta sintonia col registro scelto per il racconto. E che contribuisca pure lui a costruire un’atmosfera ipnotica, avvolgente, immersiva, che è poi una delle cose che più cerchiamo nella fantascienza e nel fantasy: certo, uno specchio del presente, un’alternativa al quotidiano che ci permetta di fare ipotesi su di noi e sul reale; ma anche, se non soprattutto, un’avventura impossibile, un viaggio stupefacente (ah ah) nella meraviglia, un’esplorazione dell’ignoto. Se il merito probabilmente maggiore, e innegabile, di questa Parte 1 è edificare da zero un universo complesso, iper specifico e politicamente articolato, e di farlo in gran parte (come da lezione di Peter Jackson) per mezzo delle scenografie, dei costumi, degli artwork, delle lingue parlate, della colonna sonora (sì, mi è piaciuto pure Hans Zimmer, col suo irrinunciabile “tasto SBRAAM”), anche la flemma narrativa contribuisce profondamente a far sì che quest’universo ci sembri vero, tangibile, coerente ed emozionante.
E nuovo: un “problema” di Dune è anche che è stato un romanzo talmente influente per chiunque abbia bazzicato la fantascienza (e non solo) che farci un film oggi, nel 2021, quando di certi immaginari e di certe strutture narrative la cultura pop è satura, rischiava di risultare già visto, già sentito, già arcinoto. Ci sono un giovane apparentemente un po’ sfigato che però in realtà è un eletto, una metafora della colonizzazione e dello sfruttamento, un ordine pseudo religioso dai poteri quasi soprannaturali, velivoli che s’inseguono ed esplosioni, un cattivo spietato e mostruoso, un Impero e una Resistenza, una profezia messianica, dei mostri grossi. Quante origin story abbiamo visto anche solo negli ultimi dieci anni? Quanti tentativi, più o meno riusciti, di world building fantasy o sci-fi, tra cinema e tv? Quanti mostri grossi? (Okay, l’ultima è facile: NON ABBASTANZA). L’unico modo per avere un’opportunità di non sembrare “la solita storia” era adottare un approccio, a suo modo, radicale: nell’estetica (è comunque un film tutto grigio e beige, eppure è duecento volte meno “piatto” degli hangar della Marvel), nel tono, nel ritmo. È una specie d’incrocio tra i kolossal smisurati d’una volta e i blockbuster d’azione di oggi. E, per un film che ha disperatamente bisogno di incassare bene per poter essere davvero finito, questa radicalità è una scelta perfino coraggiosa, ancor più in un panorama mediale che punta sempre di più sull’usato sicuro e/o sull’algoritmo.
Per quanto mi riguarda, è anche la scelta giusta. Spero davvero tanto che pagherà – non solo perché il film mi ha lasciata con una grande voglia di vedere il secondo tempo, ma anche perché abbiamo sempre bisogno, e nei blockbuster fantastici più che mai, di “altri modi” di fare le cose.
Ecco, andate a vederlo al cinema, dai. C’è ben più di una ragione per cui se lo merita.
Blu-Ray 4K UHD Extravaganza quote:
“Meglio di questo c’è solo il Dune nella tua testa”
George Rohmer, i400Calci.com“Spice up your life!”
Xena Rowlands, i400Calci.com
niente da aggiungere alle recensioni…non ho letto il libro e sticazzi delle altre versioni…credo sia solo la realizzazione concreta e riuscita benissimo del film di fantascienza per adulti..ma non doveva fare un Alien lui?.. (forse ecco un 15 minuti in meno non guastavano..ma è come Il Signore degli Anelli…15 minuti in meno di roba bella…) speriamo si faccia ste seguito perché il pensiero che qualsiasi pigiama abbia almeno un 3 e questo manco un 2…brrr
E credi benissimo visto il tuo grado di discernimento in merito pari a quello di un bonobo.
Forse solo un mio personale parere, ma buttare tempo e soldi per vedere un film diviso in due avendo il 50% di possibilità che non ci sia un due, be aspetto se esce il 2 e poi li guardo entrambi. La scelta di fare un mezzo film dicendo che non si sà se ci sarà un due è un suicidio da botteghino,
warez san campione del mondo di disagio…spiegami tu la vita
Fortuna che quello di @CristianoBertoli è solo un suo parere personale: se il resto degli spettatori ragionasse così le possibilità di vedere la seconda parte sarebbero un bel 0%. E invece Dune Parte I sta incassando piuttosto bene in tutto il mondo (alla faccia del suicidio al botteghino) e deve ancora uscire nei paesi anglofoni, quindi una conclusione sarà abbastanza probabile.
Peraltro, aspettare per vedere questo film (vedere dove poi, in un laptop sul proprio divano che ti castra irrimediabilmente l’esperienza?) mancando l’occasione di guardarlo sullo schermo più enorme possibile non mi sembra una gran pensata.
Esatto, in sala lo passano ora è quindi lo si vede ora. Come altri film che visti in sala è un’altra cosa (Nolan per fare un esempio).
Ci sarà poi tempo per gli altri media.
warez cosa ti aspetti dal bombolo di 400 calci?? Tze tze, só disagiato e prendo le pastiglie
Ste hai la capacita di comprendere i film pari a quella di sguardone di hot shots!
ma mistral ti sei impiccato in camera dopo i tuoi commenti o sei ancora vivo? chissà che fine ha fatto…
Pensierino a latere: vedo gente che non ha capito che questo film non è un remake, penso che tra qualche anno ci sarà The Running Man di Edgar Wright e già sto cominciando a farmi prendere dallo sconforto…
Sono abbastanza d’accordo ma una visione in meno di Zendaya e due o tre inquadrature in meno del bellissimo deserto e il film durava mezz’ora in meno senza che ne venisse intaccato il significato e lasciando che la trama scorresse uguale.
concordo con Xena che sia uno star wars che si prende sul serio.
La mia idea è che l’autore si fosse detto “sarebbe figo ambientare il vangelo nello spazio”
Mia morosa che non ama questo genere l’ha visto come un games of Thrones nello spazio.
In entrambi i casi qualcosa non ha funzionato.
Tutto fatto bene ma niente di epico.
Casting in parte azzeccato in parte no (il protagonista meno carismatico di sempre, dopo piangi bimbi Frodo nella trilogia più sopravvalutata della storia del cinema).
La colonna sonora giusta ma dimenticabile.
A me vilneuve piace come regista ma in questo caso, se domani ci fosse la parte due al cinema (anche se io penso abbiano già in mente la trilogia) non farei i salti mortali per vederlo.
Ho apprezzato molto che le navi fossero pesanti. Che mi facessero capire la lentezza di certe manovre.
Il padre con la data di scadenza in fronte era ottimo, la madre no. Oltretutto lei in costante overacting col figlio in underacting che manco Kenai Reeves era terribile.
Batista è una cane a recitare ma boia l’orso se ha carisma.
Alcune considerazioni
Perché i film devono durare così tanto immotivatamente?
Penso che verrà spiegato in futuro ma perché l’imperatore ha creato questa faida?
Il film mostra chiaramente che esistono pistole, missili e laser (il taglio della porta nel bunker): vedere soldati caricare all’arma bianca era semplicemente ridicolo (avrei capito l’avessero fatto solo i fermen). Non sono più riuscito a prendere il film seriamente dopo questa considerazione.
PS. Momoa senza barba ha un discreto doppio mento.
La questione dei laser la spiegano nel libro: un laser che impatta contro uno scudo potrebbe generare un’esplosione atomica casuale.
Senza questo dettaglio sembra un po’ assurdo, anche se Villeneuve lo fa intuire mostrando le bombe sulle fregate anziché i laser.
Nel libro si spiega che il laser quando entra a contatto con gli scudi genera esplosioni nucleari. Quindi i laser non si usano più sui campi di battaglia.
Il discorso laser per aprire le porte e poi si tagliano la gola all’arma bianca è effettivamente ostico da capire per chi non mastica pane e Herbert, vedendo il film mi sono reso conto che è una delle cose spiegate peggio (insieme a tutta la menata sui mentat e sul perché nel lontano futuro non ci siano automi e computer).
In pratica, secondo la “fisica” immaginata da Herbert, l’interazione tra gli scudi personali e i laser genera delle simpatiche esplosioni nucleari. Da qui, l’esigenza di combattere principalmente corpo a corpo e la riluttanza a usare laser per scopi militari.
PS: concordo, Momoa si dev’essere rotto il cazzo di allenarsi, non dovrebbe MAI tagliarsi la barba.
Sulla questione della faida lo spiega velocissimamente l’arbitra del cambio : tutte le casate coalizzate avrebbero più potere dell’imperatore per cui a lui fa comodo che lottino fra loro.
In realtà nel film viene esplicitato da Liet Kines, quando a bordo dell’ornitottero spiega che usare scudi e laser nel deserto ti espone a morte certa o da parte di un verme o da un’esplosione atomica. ;-)
Me la sono persa o è stata detta troppo velocemente. Il ragazzo si allenava con la lana già prima che a suo padre venisse conferito l’incarico.
Non sarebbe stato male spenderci qualche secondo in più.
Così come per l’imperatore. Non si se ci deve essere una grande rivelazione in seguito (penso di si) ma è tutto troppo vago.
Uno spiegone sarebbe stato utile, in questo caso.
Se poi deve diventare, come nel caso di lord of the ring in cui se fai notare un buco di trama o incongruenza, il trovarsi rinfacciato di dover leggere il libro altrimenti non si capisce, vuol dire che la narrazione del film non funziona
madò un film di due ore e mezza a cui manca chiaramente una metà e siam qua già a parlare della dieta di Godzilla…bah
“Se poi deve diventare, come nel caso di lord of the ring in cui se fai notare un buco di trama o incongruenza, il trovarsi rinfacciato di dover leggere il libro altrimenti non si capisce, vuol dire che la narrazione del film non funziona”
In realtà è proprio il problema che mi sono posto anch’io.
Da buon conoscitore della serie non ho trovato la storia difficile da seguire, ma a fine visione mi chiedevo quanto capisca di un film del genere uno completamente a digiuno di Herbert.
Al netto di cose su cui Villeneuve glissa di brutto (tipo i mentat), compatta molto, o lascia chiaramente da parte per il seguito, l’intreccio mi sembra comunque comprensibile.
^^^
Comprensibile si.
Ma la mancanza di approfondimento a certi aspetti ti fa cambiare la prospettiva.
Star wars è, come stato detto, infantile, accetto che l’esercito imperiale abbia una mira fi merda e si faccia sconfiggere da orsetti di peluche.
Se però vuoi essere un film serio non puoi darmi snodi di trama per scontato.
Anche perché se poi ci dai peso (come negli episodi 1 2 3) e svacchi tutto era meglio non sapere.
Non voglio criticare il film tanto per fare. Non è un brutto film ma non vedo il potenziale che leggo in certi commenti entusiasti
ma sono le tue motivazioni e critiche ad essere campate per aria..puoi dire quello che vuoi eh per carità ma se me me lo condisci con “alla mia morosa sembra game of trones” o gli attori fan pena o la trama non puoi farla così perché a me non piace così…direi che la fantascienza non è il genere per te (oltre che della tua morosa).
Non mi pare ci sia esaltazione.. più che altro il tanto o tantissimo di buono non può per definizione venire oscurato da quello che dici tu…tutto qua…
Non sono un critico e non mi arrogo la pretesa di far cambiare idea a nessuno.
Sottolineavo come la mancanza di un focus preciso nella narrazione portasse a interpretazioni diverse.
Sul cast son gusti, che devo dirti?
Io non ci ho trovato “tanto, tantissimo” di buono e siccome pare siamo di fronte ad un nuovo fenomeno cinematografico volevo capirne il senso.
Poi, non prenderei il tutto (quello che scrivo) troppo seriamente
no non prendo troppo seriamente ci mancherebbe…però fatico a comprendere l’approcio che ha qualcuno a questo genere di film … si scontra anche un po’ con l’idea di fondo del sito e quello che viene detto nelle recensioni..ma.vabbè non siamo tutti uguali …
io per dire il suo Blade Runner alla.prima visione l’ho digerito poco, forse molto meno di questo….qui forse non essendoci un cult assoluto con cui confrontarsi (il Dune di Lynch è un cult a sè a prescindere) ho avuto meno aspettative…il rischio di toppare era forse di più? Visto il risultato per ora direi che ci siamo e pochi registi in vita potevano farcela con la.stessa personalità e , nel limite del possibile, originalità.
Blade runner aveva meno pretese secondo me. Ma non ho l’anagrafe giusta per dirlo.
Nel caso di questo film c’è aspettiva (io ce l’avevo) e conseguentemente lo si passa al microscopio.
Non ho visto l’attore protagonista avere un carisma da sobbarcarsi sulle spalle un progetto di tale peso (il film stesso si prende parecchio sul serio).
Ma magari sbaglio.
Mi sti facendo l’idea che sia molto più apprezzato da chi ha letto il libro e che ci sia un “eh ma fra poco ne succederanno delle belle ” sotto inteso ma, per me che l’ho affrontato all’oscuro di tutto non mi ha lasciato troppa fame del seguito. O, almeno, ho molto meno entusiasmo rispetto a come mi sono posto a questo film.
Ho curiosità di leggere il libro. Penso soffra molto l’età e che un protagonista gary stu (o come si declina al maschile mary sue) abbia un po’ stancato, un po’ come fare una trasposizione fedelissima di Sherlock Holmes
Premessa: non ho visto il film, lo vedrò, persone di cui mi fido me lo presentano come lo presenta la recensione.
Premessa2: non ho letto il libro.
Fatte le premesse, ammetto di essermi incartato concettualmente su “L’interazione del laser con le corazze può causare una micro esplosione atomica e quindi non si usano i laser.”.
…
…
…
Scusate, ma non sarebbe più sensato “e quindi non si usa la nitroglicerina atomica per fare le armature”?
Ma davvero in una qualsiasi civiltà antropomorfa non è arrivato uno che ha detto “ah, ma davvero i nostri avversari sono così stupidi da cinturarsi di bombe atomiche aspettando solo che noi, in boxer, sandali e camicia hawaiana li spariamo dalla distanza con i puntatori comprati dai cinesi?”?
Si sente un po’ l’ingenuità della hard sci-fi di ormai più di mezzo secolo fa.
E’ più pragmatico un Masamune Shirow a caso che giustifica la scarsità di armi antipersona ad energia ricordando che per quanto evolva la tecnologia è molto probabile che per ammazzare un tizio, qualche oncia di metallo accelerata da una forte pressione unidirezionale sarà sempre molto efficace, leggera e poco ingombrante.
@Oliver Die Hardy: nein, perché la reazione che causa l’esplosione può colpire random tanto chi sta dietro/dentro lo scudo quanto chi sta dietro l’arma laser :)
Magari è ingenuo lo stesso, ma ha senso.
Il protagonista a me è sembrato il piu azzeccato. Molto più del protagonista di lynch. La mia lettura risale a molti anni fa ma ricordo che si parla di un adolescente che come si dice nella prima recensione è un giovane nobile quindi con la faccia un po di tolla. E poi credo sia molto bravo.
I particolari e le regole dell universo di dune sono migliaia. Alcune sono state spiegate in modo indolore e geniale senza appesantire, per altre c è tempo.
Premetto che non ho mai letto il libro, e onestamente la maggior parte di questi dubbi mi sembrano estremamente campati per aria.
Sul perché non si usino le pistole ma le armi bianche basta un minimo di intuizione: in questo mondo esistono degli scudi corporei da braccio, un proiettile o ciò per esso non potrebbe penetrare una volta esaurita la spinta. O si ha qualcosa di propulsivo (tipo la “trivella” che usa il dottore per sedare Atredis senior) o si usa una lama che può essere momentaneamente fermata come succede negli allenamenti, ma con la necessaria pressione può attraversare lo scudo e colpire. To, c’ho messo un casino a spiegarlo mentre Villeneuve l’ha fatto capire con due immagini.
Sulla poca chiarezza dell’Imperatore e i suoi sottoposti vorrei proporre una domanda: ma quando alle medie spiegavano il Sacro Romano Impero dormivate? Questo mondo rimanda alla struttura di potere medievale, viene addirittura usata la parola “feudo” per definire Arrakis, ovvero c’è un Re/Imperatore che formalmente domina ma di fatto deve reggersi sui nobili feudatari del suo regno, che alle volte diventano persino più potenti di lui e quindi rappresentano un pericolo. Ok, qui li chiamano Grandi Case ma di fatto sono dinastie nobiliari. Di nuovo, cose lunghe da spiegare ma per niente difficili da intuire.
Linch e Herbert ci hanno messo ancora meno: La lama lenta penetra lo scudo. La lama veloce viene respinta. Idem i proiettili, che non esistendo di tipo “lento” non sono utili in battaglia e quindi non si usano armi da fuoco.
Chiedo scusa, quale sarebbe la trilogia più sopravvalutata della storia??
E hai perfettamente ragione (o quasi).
E il tuo detrattore, “ste”, purtroppo, si sta sbilanciando su argomenti che non padroneggia.
è un bel film, per carità, dopo 2 anni senza cinema mi è anche andata bene, ma mi hanno colpito più i difetti di quanto mi abbia esaltato.
L’assenza quasi totale di rosso, i combattimenti di merda, con le morti tutte fuori scena, la prossemica canadese di merda di Villeneuve, la madre completamente sbagliata (è logicamente incongruente, oltre che fastidiosa nell’overacting) non fanno altro che aggiungere al problema principale del film: è tiepidino.
Ha detto bene Xena (come sempre) che il film è ieratico, ma io l’ho percepito come completamente apatico e tiepido.
Sembra girato da uno in fissa con la meditazione buddhista che predica il distacco dalle passioni.
Il tema è l’intrigo politico da cui dipendono le vite dei protagonisti? Game of Thrones?
Prego: paragonare il pathos di tutto il film con il “Red Wedding”.
Il film sembra girato da uno che sta 6 ore al giorno in meditazione trascendentale, e ci tiene che allo spettatore non freghi nulla dei personaggi, che vivano o che muoiano: “È morto un personaggio. Ah. Vabbè. Pazienza.”
Succedono cose, ma la metà sono visioni (sempre la stessa, oltretutto).
Il world building è buono, si capisce tutto (eccetto che gli scudi sembra non non servire a una fava: perché usarli, se nessuno ha nemmeno una pistola?)(sì, lo so perché li usano: sto solo dicendo che il film non lo spiega), ma gli attori non hanno la direzione giusta e, tranne Skarsgard, sono tutti leggermente di legno.
Probabilmente hanno fatto 6 ore di meditazione trascendentale (e un paio di bong) prima di ogni scena
Ste non ti smentisci mai, i tuoi commenti fanno pisciare dal ridere. Ma frequenti la media rastgnano? Compagno di Truce.
“Ho curiosità di leggere il libro. Penso soffra molto l’età e che un protagonista gary stu (o come si declina al maschile mary sue) abbia un po’ stancato, un po’ come fare una trasposizione fedelissima di Sherlock Holmes”
Mi sembra che siamo al delirio egotico narcisista – il che ovviamente non può che farmi piacere su questo sito
No, no, no! E’ il primo tempo di un film bellissimo…ma è solo il primo tempo! Io ho un incazzo addosso per questa cosa che non riesco a giudicare positive queste 2 ore. Ed io non ho mai visto il film di Lynch e letto il libro, ma ho solo un forte senso di sconforto. E se non fanno la seconda parte?!?!?!
Sono molto più spiazzato di quando seppi che non sarebbe mai stato fatto un seguito di Warcraft (a me quel film è piaciuto un botto…ed anche in questo caso mai letto un libro o giocato un suo videogioco).
Aspetterò l’uscita in bluray per riguardarlo con mente più lucida conscio che è “il primo tempo” di un film.
A giudicare dai primi risultati, direi che siamo abbastanza tranquilli.
Per il momento resto fiducioso, nonostante le critiche discordanti che leggo in giro, e spero di vedermelo in una buona sala questa settimana.
Sono del partito “Basta spiegoni” ma ho l’impressione che nelle due ore e rotte potevano infilarci alcune cose decisive del mondo creato da Herbert: tipo perché usano le armi bianche per combattere. O il fatto che non esistono (più) certe tecnologie: è un aspetto che caratterizza tutto l’Impero, il suo spirito religioso e le dinamiche fra i vari gruppi/monopoli.
Penso ci sarà tempo per approfondirlo nel prossimo film, se tutto va bene.
Certo, l’impressione data dalle prime recensioni senza spoiler, poi mi farò un’idea vedendolo.
E ogni volta penso a quanto Warhammer 40k abbia rubato dichiaratamente a Dune ; )
“è comunque un film tutto grigio e beige, eppure è duecento volte meno “piatto” degli hangar della Marvel”
Xena, sposami!
O almeno trombami…
mi accodo
Nel libro si spiega che il laser quando entra a contatto con gli scudi genera esplosioni nucleari. Quindi i laser non si usano più sui campi di battaglia.
Visto in IMAX 3D.
Ho goduto come un maiale, perché finalmente la fantascienza è ridiventata GROSSA. È tutto imponente, maestoso ed epico, e riesce non so come a non diventare MAI ridicolo.
Quando ho visto il Barone ho visto un genio del male in un corpo rovinato: non è un buffone grasso, è un uomo crudele con enormi capacità strategiche.
E questo si ripete per ogni dettaglio. Gurney è arcigno e duro, Duncan ha l’arroganza dei maestri di un settore, le Bene Gesserit sono fastidiose perché sanno di poterlo essere. I Sardaukar sono belve assetate di sangue, e bastano pochissimi tocchi visivi per descriverli come i templari maligni del libro.
Lo rivedrò appena posso.
Tutto molto bello, primo film di Villeneuve che non mi fa uscire incazzato dal cinema e addirittura mi piace, però diciamolo a gran voce per piacere: Peter Jackson c’era riuscito molto meglio nello stesso compito.
Innanzitutto era riuscito a fare stare tutto in un unico film, cosa che bisognava fare anche qua dannazione.
Poi, soprattutto, Il Signore degli Anelli e Star Wars (migliori saghe cinematografiche di tutti i tempi), avevano un qualcosa nel world building che Dune signori miei non ha: la forza la conoscevi al primo film, il potere dell’Anello lo vedevi al primo film.
La spezia deve essere come la forza e/o come l’anello: deve essere qualcosa che ti meraviglia e che ti resta dentro a vita e non ditemi che la spezia in questo film fa quell’effetto.
Forse c’era la paura, di questi tempi, che l’opinione pubblica si scagliasse contro il film “pro droga”, ma perché diamine il film non ci mostra per immagini come funzionano i viaggi interstellari con la spezia? Perché diamine le allucinazioni di Paul sono così ordinarie, viste e riviste?
Perché mantenere la battuta relativa al fatto che il personaggio di Brolin canta e suona, se poi non solo non lo vediamo mai cantare e suonare, ma proprio non è credibile per un cazzo che possa farlo. Mi rendo conto che è una piccolezza, ma è una di quelle piccolezze che negli Star Wars buoni o in ISDA non trovi.
E ancora, vogliamo scommettere che gran parte del pubblico non addetto ai lavori non capirà il vero senso del titolo? Questa altro che piccolezza, è un problema grosso
Oh io nel sequel ci spero, perché questa volta mi è piaciuto molto il lavoro di Villeneuve, ma se in questo momento dovessi scommetterci non lo farei
Permettimi, ma sei uscito dal cinema incazzato dopo aver visto Sicario?
Dai non ci credo. Magari ti sei scordato che era suo.
Sugli altri…ti do pienamente ragione.
Sono andato a vederlo con aspettative bassissime, perché il trailer mi aveva lasciato un retrogusto di merda marvel sul palato.
Alla fine viene fuori che ci avevano messo dentro le due battutine/cagata per convincere i figli della disney che fosse il solito blockbuster pigiamone e farli andare al cinema.
Bella mossa Denis!
Film di un rigore che non vedevo da tantissimo tempo, per me promosso a pieni voti.
Il primo libro di Herbert è grigio, meditabondo, filosofico, mistico.
Villeneuve mi sembra uno che non si prende troppe libertà, non so se sia rispetto o se lui sia un artigiano piuttosto che un artista.
Ma siccome ho veramente amato Dune, il primo libro, e avendo visto negli anni dopo la lettura (ho 51 anni e l’ho letto a 17 anni) che praticamente tutti i film di fantascienza l’hanno copiato a mani basse, devo dire che questo essere artigiano (o rispettoso) lo apprezzo e amo il fatto che Villeneuve abbia realizzato qualcosa di grigio, meditabondo, filosofico, mistico.
Lynch si era preso invece troppe libertà, il suo film non sapeva di Dune, ma di ciò che lui voleva che Dune fosse nella sua testolina malata.
Ciao.
Per la storia delle armi bianche: da quello che ho capito vengono usate perché le pistole sarebbero inutili per via delle polsierine protettive che generano un campo di forza sull’indossatore
Pare che Villeneuve si sia preso tutto il tempo di narrare la storia come si deve.
Che dire…gli auguro vivamente di riuscire.
Ne va del secondo capitolo.
Le recensioni che aspettavo, entrambe veritiere e da punti di vista diversi. I dettagli che più mi sono piaciuti:
– la sequenza del primo attacco di Shai-Hulud, perché quei vermoni sono trattati come delle divinità e il motivo va fatto capire.
– il salvataggio del Barone Harkonnen
– Liet Kynes estrae gli uncini eeeee INVECE NO!
P.S. Aspetto i meme con Ace Ventura per la scena degli sputi
Tutto molto bello, adoro Villeneuve, attori quasi tutti ben azzeccati e nella parte, a partire da Paul e Jessica. un paio di note negative:
– Il Barone Arkonnen, troppo in secondo piano, si vede poco e non si capisce molto, nel libro è un personaggio molto più pesante (sotto tutti i punti di vista)
– L’imperatore non si vede mai, è solo menzionato, eppure è quello che architetta la trappola, forse una scena all’inizio avrebbe reso tutto più comprensibile
– Anche sulla Spezia, si poteva spendere qualcosa in più.
– Esteticamente pulito, rigoroso e bellissimo, la narrazione sembra monca. Racconta la caduta degli Atreides, ma per come finisce non lascia un aggancio a quello che viene dopo, o meglio lo capisce solo chi ha letto il libro.
– Zimmerman, mi spiace, fastidioso e invadente, la colonna sonora decisamente la cosa meno riuscita.
Alla fine mi chiedo cosa racconta Dune nel 2021. A parte la pura ricerca estetica e rappresentazione di un grande classico della fantascienza, la storia di cosa ci parla oggi, qual è la lettura di Villeneuve? Questa domanda per il momento per me non ha risposta. Aspetto il due.
Maestro insegnami a essere diplomatico
Credo che l’imperatore entrerà in gioco nel secondo film se mai lo faranno, e lì verrà chiarito il suo ruolo nell’appoggio agli Harkonnen.
Per quel che riguarda il finale secondo me villeneuve ha tagliato al momento giusto, Paul è in salvo quindi la fuga in qualche modo si è conclusa e lascia quel pelo di suspense che dovrebbe portare la gente al cinema nell’eventualità della seconda parte, che mi auguro ci sarà.
Conoscendo il libro, sono d’accordo che il film sia stato tagliato nel “punto giusto” di quella storia. Si è chiuso un arco narrativo (the Atreides fall) e se ne apre uno nuovo.
Tuttavia, secondo me, chi non conosce il libro è rimasto un po’ spiazzato, non vedo tutta la suspence, perché al cinema non si capisce bene cosa è successo davvero e quanto questo incontro importerà per il prossimo film (che a questo punto penso probabile e voglio davvero vedere).
Xena, l’hai visto in Bicocca via…
Qui è pieno di teste di vitello menomate che non conoscono il concetto di “spoiler”.
Di più.
Non sanno più come distinguersi dalla massa dando giudizi “alternativi” che al momento sono polarizzati.
In sintesi.
Il film è una merda, e se non avete letto la letteratura relativa sarebbe il caso che imparaste a leggere partendo dalle etichette sulle vostre mutande.
stai attento con quegli spigoli, rischi di fare male a qualcuno.
svegliato con la sabbia nel culo anche stamattina?
Io l’ho letta, e anche abbastanza a fondo.
Cosa non ti torna, a parte i dettagli che non sono essenziali al tema?
Ti consiglierei vivamente un buon psicanalista, si vede che non stai bene.
Non sei sereno. Si vive davvero male così.
Ultimamente vedo dell’astio tra gli utenti, nei commenti. Potete limitarvi a fare come facevamo noi vecchi utenti? E per vecchi intendo quelli degli anni d’oro, 2009-2010? Gasarvi semplicemente, a prescindere? Oppure state zitti.
Il millennial che fa nonnismo fa troppo ridere, dai é uno scherzo degli admin.
Nice try.
Ma stai zitto tu, perdente.
Che spettacolo il primo post http://www.i400calci.com/2009/01/anno-2009-il-cineblog-della-morte/
Visto al multisala di Ravenna in lingua originale…con la consorte…mi ha fatto ricordare il perché esistono i cinema! È piaciuto persino a mia moglie che non ama la fantascienza e l’ho letteralmente schiaffata in sala…speriamo che esca la seconda parte…se no davvero che fregatura cosmica.
La combo Chalamet – Isaac – Momoa tramuta le donne in lumache.
E grazie al c. che a tua moglie è piaciuto! :D
Secondo me il risultato finale è paragonabile a quello di “Blade Runner 2049”. Villeneuve è bravissimo, quasi impeccabile a tratti, pure stiloso. Gli manca però sempre quel centesimo per passare al piano di sopra, cioè a dire “capolavoro”. Lì ci è andato più vicino con “Arrival” a mio parere. Aspettiamo di vedere il suo prossimo progetto originale, senza sequel e adattamenti
D’accordo al cento per cento su Villeneuve.
Non so sul film, poiché non l’ho ancora visto.
Il protagonista emaciato con il viso da millennial tutto urlettini e nullità proprio non mi ha preso, il color grading va dal pessimo al ridicolo per il resto i popcorn erano molto buoni.
Come già detto, se non avete commenti costruttivi o anche solo lievementi intelligenti, perchè non state zitti? Se il protagonista ha 15 anni e ti infastidiscono i ragazzini perchè tu ormai hai la panza, non esprimerti o non guardare il film. Ma che siamo su facebook?
Also sprach Zarathustra
In effetti il protagonista sembra favij o un qualunque suo clone Millennial. Non é piú tempo per protagonisti di spessore e uomini macho. Tolto lui il film gira bene ma non benissimo, diciamo che non lascia il segno.
E chi ci avresti visto bene nel ruolo del giovane e insicuro rampollo di una famiglia nobile di un impero galattico? Arnold Schwarzenegger o Dolph Lundgren, magari?
Già, perché Mark Hamill in Star Wars, con il caschetto biondino anni ’70, era l’epitome del machismo vero? Ogni storia ha il proprio protagonista e quello di Dune si adatta bene, il resto sono chiacchiere di frustrati che non hanno nulla da dire.
Tra l’altro nel libro, Paul Atreides ha 15 anni…
DutchBondFan il frustato sei tu che lo trovi buono nel ruolo di Paul Atreides! Non si è mai letto di un personaggio sminchiato e denutrito con la faccia da congestione estiva il 15 d’agosto. Ha il carisma di un emo anni 90.
Leggiti il libro prima di scrivere ste frescacce.
E tu, caro il mio parappa, impara che quando si guarda un film bisogna giudicare (shock!) il film e non il libro, e su pellicola è un personaggio coerente. Se non ne sei convinto entri nel merito e spieghi perché, invece di sputare sentenze. Per inciso, persone che conoscono il libro, tipo Zavits qua sopra, mi suggeriscono che Paul Atreides abbia 15 anni. Tu com’eri a quell’età, avevi forse il fisico di The Rock con faccia e capelli di Bruce Willis?
Ma cosa vuoi insegnare dutchBond, ma cosa fai il maestrino e stai al tuo posto! Ma chi sei?
Che il movimento woke vi abbia fregato il cervello con il suo politically correct, la cancel culture e l’appiattimento di ogni differenza è sotto gli occhi di tutti, ma che un attore EMO che fatica a reggersi in piedi, senza un minimo di espressività e impaurito dalla propria ombra possa rappresentare i 15enni di qualsivoglia età è davvero un forzatura che nemmeno nel libro (leggilo) è presente.
E tu a quell’età com’eri? Come lui, un emo altrimenti non si spiega.
oh bisognerá andarlo a vedere.
ma il signore degli anelli grande saga? sul serio amici?
eddai ancora il primo lo salvo (anche se tronco) ma gli altri 2 è come stare 2 ore a guardare una presentazione di un videogioco che non arriva mai al punto in cui finalmente schiacci start e inizi a divertirti.
perché bisogna per forza spararla grossa? non basta dire una cosa con un briciolo di senso? mah
eh è come l’ho vissuta io… magari esagero ma non riandrei a vedere il secondo e terzo episodio manco con la cura ludovico.
L’ho visto a Venezia dalla seconda fila del Palabiennale e devo dire che mi ritrovo tantissimo in queste 2 recensioni, pur non essendo un’amante del genere, però mi piace un sacco Villeneuve, l’ho apprezzato moltissimo.
OT: Pancera Nera, massimo rispetto ed ammirazione per il tuo nick :D
Spettacolo maestoso ma, prevedibilmente per i post moderni come Villeneuve, Nolan…., un tantino freddo: gli manca l’aspetto più positivo della versione Lynch: la visceralità, il che appesantisce alla lunga la visione.
Trovata emblematica in tal senso: gli spettrali svolazzi del barone Harkonnen, autentico esangue fantasma gotico in lenzuolo
Letti tutti e sei i libri. Più volte.
Trame politiche. Non pervenute. Gli intrecci tra imperatore, CHOAM, Gilda spaziale, bene gesserit e le grandi case del Landsraad sono fondamentali nell’universo di Dune, nel film si capisce solo che Atreides e Harkoneen si odiano e l’imperatore se ne approfitta.
Mentat…chi sono costoro? Il Jihad butleriano me lo devi almeno accennare altrimenti non si capisce perché nel 10191 non ci sia un cacchio di computer in tutto l’universo conosciuto.
Visivamente molto bello e Chamalet non mi è dispiaciuto. Momoa si (il povero Duncan non se lo meritava). Ah, e Jessica quanto cacchio piange? I Fremen non mi sono dispiaciuti e le parti con loro non sono male, mi danno speranza per un eventuale secondo film.
PS Shadout mapes è un titolo, non un nome.
Rispetto.
Sono d’accordo per quanto riguarda l’assenza dell’Imperatore e la mancanza di spiegazioni sui mentat e sul perché esistano delle figure del genere. Il rifiuto di certe forme di tecnologia è una delle cose che mi hanno sempre affascinato di più in Dune, e lo trovo un tema estremamente attuale che avrebbe meritato un approfondimento.
Per il resto, ok, citi tutte cose importantissime nell’economia del romanzo, ma capisco che Villeneuve abbia dovuto sfrondare, non gliene faccio una colpa.
Da lettore recidivo, sottoscrivo tutti i punti che hai evidenziato (compresa Jessica frignona che purtroppo stonava parecchio).
Personalmente mi è dispiaciuto per tutte queste “mancanze”: da un lato mi rendo conto che avrebbero rischiato di allungare parecchio il minutaggio, però mi pare che per alcuni abbiano un po’ inficiato comprensione e fruibilità. Per quanto mi riguarda i 155 minuti sono volati e sarebbe potuto durare anche un’ora in più. Confido in una extended version…
Aggiungo condoglianze per chi non ha mai letto questo capolavoro… non tutto è perduto, siete ancora in tempo! :)
Anche se inevitabilmente visualizzerete i personaggi con i volti degli attori. Peccato!
Aspettavo questo film a gloria da decenni e non mi ha deluso! Bravi gli attori, bella la fotografia, bello un po’ tutto.
Purtroppo però per me non raggiunge lo status di signore degli anelli di questi tempi perché forse fin troppo fedele al libro, o meglio mi sembra che la traduzione da libro a film venga fatta in scala 1:1 senza passare dal cinemese. Comunque bello bello
Tornato al cinema dopo un anno ed è stata un’esperienza un po’ straniante, ma bella… Lunga vita alle sedie di velluto con le sedute ribaltabili!
Sul film. Bellissima la fotografia, bella la carica drammatica che dopo tutti i film Marvel zeppi di battutine pareva scomparsa, abbastanza ben scelti gli attori protagonisti. Ma solo a me il barone Harkonnen ha ricordato il Marlon Brando di Apocalypse now? Se non sbaglio Jodorowsky lo voleva proprio per quel ruolo.
Forse il film manca di un po’ di epicità, e la colonna sonora non mi è piaciuta particolarmente. Mi ha ricordato la sigla di Xena Principessa guerriera. Con rispetto parlando per la nostra Xena.
A proposito di maccosa, ma quanto è assurda l’idea che il dottore Yueh disattivi da solo lo scudo di protezione? Un pianeta conquistato perché uno ha tirato giù una leva…
Pensato uguale del Barone da quando si passa la mano sulla pelata..
Oh, ma sapete fare solo paragoni con la Marvel?!
Ma che è, ve pagano per buttarci merba sopra?
Ho buttato lì una frasetta sulla Marvel, non ho fatto ‘sti paragoni.
A me poi i film Marvel non dispiacciono… Tranne che per Ant Man 1 e 2, Thor2, il primo Capitan America, Miss Marvel, Black Panther, Vedova nera… e forse qualcuno che ho scordato. Schang Chi non lo cito perché non l’ho visto. Volevo solo evidenziare che la fantascienza di un certo peso economico, e forse impropriamente ci butto dentro i film Marvel, tendono ad avere ormai un approccio ormai da battutina, e la carica drammatica oramai è latitante. Credo sarei stato più corretto se avessi scritto che Dune sembra un film di fantascienza anni ’70.
Io vi amo alla follia, ma proprio alla follia, però mi spiegate che malvagissimo incantesimo vi ha fatto villeneuve che ogni volta che parlate di lui avete un’eiaculazione precoce che neanche la prima sega a 11 anni? Sta distruggendo il genere sci-fi. E’ davvero questa la fantascienza che vogliamo lasciare ai nostri figli appena avranno 6 anni e li obbligheremo a smettere con i cartoni per vedere i film nerdosi?
sta distruggendo? come per curiosità?
Opinione totalmente personale, che omettevo volentieri perché mi ritengo un livello più basso a queste recensioni. Premesso che Dune ok non è un film di pistole laser e guerre tra astronavi, però questo eccessivo minimalismo, inutili campi lunghi silenziosi con colonna sonora stile epico, fotografia bellissima ma sempre cupa. Il film registicamente è fatto molto bene ma manca secondo me quella spregiudicatezza dei registi che si approcciavano a un mondo nuovo e dovevano cercarlo di vedere con occhi diversi. È tutto troppo “umano” e con una logica dei nostri giorni (e questo vale anche per arrival e 2049), dove tutto è reso introspettivo anche fino allo sfinimento. È un film che ho visto volentieri al cinema ma che tra 2 o 3 giorni avrò dimenticato
sinceramente, al netto delle opinioni personali che si possono condividere o meno, non so che tipo di fantascienza qualcuno vada cercando…un esempio di film degki ultimi 15 20 anni che sia allo stesso tempo non fracassone ma innovativo e non solo introspettivo ecc?
eh appunto è un grosso problema questo :(
[sempre al netto delle opinioni personali…]
c’è da dire che la disney (oh no, sto per dire una cosa pessima), nei prodotti -non trilogia di star wars- (spin off e serie per intenderci), sta tenendo vivo un certo sentimento di spensieratezza nelle storie e ambientazioni, producendo film e serie comunque di buonissima qualità registica.
Allo stesso modo mi vengono in mente due film molto commerciali e per pubblico ampio come valerian o ready player one che giocano tanto sugli effetti speciali. Ho fatto volutamente l’esempio due film mediocri perchè questi me li rivedrei a casa, come del resto mi rivedrei 100 volte rogue one. Un Dune Parte 1 neanche sotto minaccia.
Poi probabilmente l’ho odiato così tanto dopo Blade Runner che probabilmente questo film l’ho visto con poca tranquillità.
E in tutto ciò non siamo entrati nel merito della sceneggiatura. ma quello è un aspetto di cui stanno parlando in tanti e sicuramente meglio di me, quindi evito.
con modi diversi concordo su Valerian e Ready Player One …dove però se andiamo a vedere c’è lo zampino di vecchi volponi del mondo fanta … forse cerchi troppa spensieratezza in un genere che a volte per esprimersi al meglio non ne ha bisogno (non so fatico a vedere un Alien, un Blade Runner originale o altri capisaldi del genere , un Odissea nello spazio con la spensieratezza di un Marvel o di un Spielberg o un Besson)…per me nello spazio nessuno ti può sentire urlare (quando muori male) deve essere il parametro di base…se voglio ridere c’è sempre Balle Spaziali..
Forse mi sono spiegato male, per spensieratezza non intendo che in film debba essere leggero o banale. Parlo di questo eccessivo razionalismo e minimalismo (anche dei dettagli ambientali, non solo nella storia) che mi fa pensare a un film dove non vuoi rischiare di sbagliare quindi tagli tutto, lavorando di più sul tono epico e sulla musica. questa è una caratteristica forse più del fantasy, ma la fantascienza a differenza del fantasy (che si svolge in un ipotetico passato) proietta secondo me in un ambito dove se vuoi non ci sono confini alla creatività. Dune è chiaramente più fantasy che fantascientifico proprio come trama, quindi lo potremmo quasi giustificare, però mi sembra che Villeneuve abbia questo stile a prescindere da dune e che la cosa sia anche abbastanza acclarata dai suoi film precedenti riconducibili a questo genere. Eppure con Sicario (per dire un film citato nei commenti) non aveva questo stile lento, ed era tutt’altro dinamismo, tutt’altro colore. Lì probabilmente poteva rischiare, rischiava di venire una tamarrata e invece alla fine è un ottimo film.
Villeneuve cerca una strada a metà via tra Kubrick e Lynch, senza convincere fino in fondo.
Troppo asciutto.
Troppo lento.
Troppo Villeneuve.
Cast stellare ma trattato un po’ a pesci in faccia.
Paul / Chalamet un po’ scialbo tira fuori il suo meglio solo alla fine del capitolo, più o meno in linea con la crescita del personaggio. Approvato.
Il Barone / Stellar miglior personaggio, ce ne voleva di più.
Jessica / Ferguson un po’ monofaccia per tutto il film, infatti i suoi momenti migliori li abbiamo quando usa i segni per comunicare.
Momoa / Brolin / Batista in overacting manco alla recita delle medie.
Isaacs ha fatto di meglio. La parte del re non è nelle sue corde.
Bardem fa il suo e porta a casa un minutaggio di tutto rispetto, recitato con tutti i crismi. Inossidabile.
Zendaya chi?! Molto meglio Jamis, il personaggio di Olusanmokun che muore per mano di Paul. Ma moooolto meglio!
Menzione speciale per Dastmalchian / Polka Dot Man che si sta rivelando il miglior caratterista di Hollywood dai tempi di Bombolo! Madonna com’è creepy quell’uomo.
FX, CGI e Fotografia sono da masturbazione al tipico livello di Villeneuve.
Per la musica è stato usato un “Generic Hans Zimmer Sci-Fi Pack” e di main theme non c’è neanche l’ombra. Delusione.
Solo a me le scenografie sembrano stampate in 3D da una WASP?! (cercatevela su internet).
Nonostante tutto questo, si porta a casa un bel 8.5 su 10.
Incrociamo le dita e speriamo che vada bene in USA per poi attendere il 2023-4 e vedere la seconda parte.
In alternativa, spero che la WB fallisca ASAP.
Ps. i libri in italiano sono 5, non 1! E non ci mettiamo gli sborantamilioni di prequel e sequel scritti dal figlio di Herbert e altri.
“E’ davvero questa la fantascienza che vogliamo lasciare ai nostri figli appena avranno 6 anni e li obbligheremo a smettere con i cartoni per vedere i film nerdosi?”
SI
Prova a leggere, se non lo hai fatto, il racconto di Ted Chiang da cui è tratto Arrival e poi mi dici quanto Villeneuve ci è andato lontano nella trasposizione. Personalmente trovo che questo tipo di fantascienza sia perfetto al modo di girare che ha Villeneuve (che vedrei benissimo in un nuovo Solaris di Lem). Ed è lo stesso motivo che mi ha fatto apprezzare meno Blade runner 2049 che invece, mia personalissima opinione, forse avrebbe beneficiato di una regia un po’ più veloce.
Dune lo vado a vedere stasera su IMAX
la recensione di George Rohmer :
sfido anche lo spettatore più distratto a dire “ma è copiato da Star Wars!”
subito dopo, la recensione di Xena :
una delle cose che più mi hanno colpito del Dune di Villeneuve è che è Star Wars, però maledettamente serio
lol
Stavo per dire la stessa cosa
La faccio cortissima: condivido parola per parola. Grazie, bella recensione!
Sono andato al cinema senza sapere niente di Dune: niente Lynch, niente lettura del libro, niente anticipazioni/recensioni del film. Amando Lynch sapevo solo che considerava la sua opera “non buona”.
Mi era piaciuto Blade Runner 2049 e quindi sono andato in fotta a vederlo appena ho potuto. Questa la mia personalissima opinione:
1) aaahhh quanto è materico Villeneuve, mi sembra proprio di toccare le porte, la sabbia e il mietitrebbia
2) quanti schiaffi ti darei Tchamalet ma perché dopo CMBYN mi sei peggiorato così? Ma c’è Momoa? ma è un film serio?
3) umh ma qui mi sembra che la trama assomigli molto a Star Wars
4) oddio il Messia no ti prego, che è un opera di Fantascienza ciellina?
5) ah no è un’opera di Fantascienza Monarchico-ciellina!
6) oh ma questo film potrebbe durare GIORNI, devo tornare a casa che la bambina si sveglia!!!
7) ah ma finisce così? massì dai tanto lui ha le visioni, si vede che alla fine vince mentre muoiono tutti, appost’!
8) alla fine mi sembra un Blade Runner 2049 mashuppato con Star Wars
Non so che dire, mi è piaciuto ma non mi è piaciuto
si ho capito quello che intendevi…però io non riesco a vederlo come un aspetto negativo. Se prendo Sicario ad esempio (che mi era piaciuto moltissimo ma dicevo ehi andiamoci piano, vediamo cosa tirerà fuori in futuro) e lo paragoni al suo seguito girato da Sollima vedi tutta la differenza del mondo…Sicario è una.storia minimal raccontata con tono che diventa epico senza esagerazioni, manco te ne accorgi…quello di Sollima è un casino alla Gomorra dove manca solo che parlino napoletano stretto e abbiamo sfornato la.vaccata (non è brutto per carità..ma ci sono categorie di qualità di differenza nonostante siamo nel triller action…).
Sarebbe un sogno, come qualcuno ha scritto, vedergli girare la.versione live action di un Warhammer …
niente era una risposta al commento sopra…canato a schiacciare
Qualche considerazione sulle differenze film libro (ovviamente è la mia modesta opinione):
Sulla vicenda laser vs. scudi: secondo me il film non affronta mai direttamente la questione perché l’idea dell’esplosione a caso dai libri è… molto stupida? (I libri mi sono piaciuti, giuro, ma questa idea mi è sempre parsa un po’ insensata). Voglio dire, mi sembra che Herbert voleva avere un ambientazione fantascientifica in cui si combatte all’arma bianca, e quindi mette gli scudi. Probabilmente poi ha deciso di mettere anche i laser perché pensava di non poter creare un’ambientazione di fantascienza senza raggi laser e ha introdotto i botti a caso per limitarne l’uso? Peraltro potrei sbagliarmi, ma non mi pare che armi laser siano mai direttamente rilevanti, almeno nel paio di libri che ho letto. In ogni caso si può tranquillamente dire che nel film (1) gli scudi bloccano i laser e buona lì oppure (2) i laser non sono pratici da usare in combattimento (nella scena in cui sfondano la porta l’aggeggio non sembra maneggevole, e sembra utile solo con un bersaglio immobile) e quindi normalmente non vengono utilizzati in mischia, senza che ci siano problemi di sorta o temibili BUCHI DI TRAMA.
Ho trovato più strano che la spezia sia usata un po’ come un McGuffin, nel senso che viene detto all’inizio che è la sostanza più importante dell’universo ecc ecc, ma senza entrare molto nel merito del perché… spiegazioni sulla mancanza di computer (se non basta sottintendere che la tecnologia qui si è evoluta in maniera diversa ¯\_(ツ)_/¯) e sui mentat probabilmente sono stati sacrificati per non aggiungere spiegoni macchinosi, magari verranno discussi in seguito?
Il condizionamento di Yueh invece secondo me sforbiciato così va più che bene, non mi pare che aggiunga molto alla narrazione.
Per il resto gran film, la storia era già nota ma casting e estetica mi sono piaciuti molto.
Tutti a domandarsi il perché e il per come delle armi bianche (almeno quelli che non hanno letto i libri) invece che esultare da bravi calcisti per delle scene di massa di combattimenti con la spada chiaramente ispirate allo stile samurai dei film (pochi colpi letali velocissimi o anche un solo fendente).
Comunque non credo che Villeneuve, o chiunque altro in realtà, voglia davvero girare 6/7 film come i libri, anche perché dal quarto in poi gli argomenti trattati sono alquanto spinosi se vogliamo dire così e abbastanza complessi.
Villeneuve girerà il secondo film e stop, e sarà meglio così
Mah io non ho letto il libro, onestamente un film che è primo di una saga deve introdurmi in un mondo e questo non l’ha fatto. Bisogna scindere regia da sceneggiatura perché la regia è abbastanza fica e le musiche del sig. Hans come sempre pazzesche ma.la sceneggiatura lascia spaesati. In due ore e mezza mi sono stati sparati in faccia dialoghi scarni, relazioni accennate e una sequela di fatti che a sto punto mi posso leggere un riassunto del libro piuttosto che vedermi il film, tutto per concludersi con “rega era solo l’incipit”…ehm ok
Tra tutti i commenti ho apprezzato quello di Federica, alla quale va tutta la mia stima per la lettura dei sei ponderosi romanzi di Herbert.
Ho letto il primo e devo dire che almeno un paio di elementi fondamentali sono dati troppo per scontati nel film, o almeno penso risultino incomprensibili per chi è digiuno dei romanzi (la maggior parte di chi ha commentato, pare, e pure Xena, mah): prima di tutto, la particolare mancanza di tecnologia con cause e conseguenze; e poi la questione della droga sulla quale di fatto ruota tutto l’universo! E non penso che Herbert intendesse chissà quali metaforoni, no, penso che al pari di tanti che hanno vissuto nei favolosi sixties si fosse strippato di funghetti e fosse deluso (o peggio) dalla tecnologia (seconda guerra mondiale ancora fresca, speranza nel potenziamento ed espansione della mente con le droghe… poi dopo le tante brutte morti negli anni successivi la droga diventa quasi tabù)
Villeneuve glissa e confeziona un film esteticamente molto bello, ahimè molto politically correct, con meno cgi di BR2049 – meno male – tutto sommato godibile anche se la sensazione di coitus interruptus è molto forte.
A dirla tutta se la tira un po’ ed è freddino in alcune scene, però scenografico è scenografico.
In merito al cast e impossibile non paragonarlo a quello dell’84; personalmente ho trovato questo Paul meglio del vecchio, Paul Dameron/Acquo Leto poco carismatico malgrado il barbone, il barone meglio questo del precedente, le bene gesserit erano più inquietanti le precedenti di queste che sono solo antipatiche; Bautista si pappa Sting a colazione con buona pace dei fans del pungiglione, là c’era Max von Sydow e qui … vabbè; Bardem bravo, Chani … carina, però la replicante era una altra cosa! Tutto sommato meglio Brolin di Picard. Mentat inqualificabili.
E, posso dire, niente modulo estraniante, evviva, solo una per me inspiegabile cornamusa all’arrivo dei nostri che sinceramente non ricordo nel libro e che ho trovato fastidiosa.
Anche se andrò a vedere il secondo se mai uscirà – la maledizione di Dune colpirà ancora? -, sono sempre più convinto che la versione più vicina allo spirito del libro (il capostipite e senza esserne una trasposizione fedele) sarebbe stata la prima, quella di Jodorosky.
Personalmente sono piuttosto spiazzato. Il mio commento in breve è: un film buono per chi ha letto il romanzo (o tutti i romanzi) un film non buono per chi manca della lettura di cui sopra.
Mi spiego meglio e “forse” ci sarà qualche SPOILER.
Non ho letto tutti i commenti, quindi mi scuso se ho ripetuto parole di altri. Personalmente concordo solo in parte con le recensioni iniziali (che invece ho letto). Per me non è un film così “riuscito” come sembrano dire i due critici. Forse lo è nel senso che non è un film esagerato, là dove si poteva sbagliare esagerando con effetti speciali che talvolta diventano troppo protagonisti. Qui il film si guarda e scorre bene. Solo che… personalmente ho 47 anni. Ho letto e visto tutto di Dune e su Dune. Conosco a fondo anche ciò che si può sapere del film “mai nato”. Ma dato che ho provato ad approcciare senza preconcetti questo film, mi sono imposto di seguirlo come se non avessi mai visto o letto nulla sull’argomento. E da qui il senso di “non riuscito”… Se fossi una persona che non ha veramente mai letto nulla, mai visto la versione Lynch, mai visto i film per la televisione, troppe cose non le capirei. Non capirei il profondo legame tra madre e figlio, soprattutto manca molto una spiega dell’acquisizione di consapevolezza progressiva. Sentirei chiamare un personaggio non con qualche nome (opportunamente spiegato) ma solo con nomi diversi a seconda di chi lo cita, senza capirne il motivo. E così a seguire potrei fare decine forse diverse decine di esempi che lasciano chi vede senza consapevolezze e nozioni pregresse molto perplesso. In sostanza la criticatissima voce fuoricampo, e gli stratagemmi di Lynch e De Laurentis per concludere in fretta quel film, davano a chi non è arrivato a Dune dalla lettura un senso di consapevolezza della storia che qui manca. In questo film del 2021 in sostanza, ritengo che si dia talmente per scontato che tutti abbiano visto tutte le versioni precedenti e letto i libri, da permettersi di saltare a piè pari le spiegazioni necessarie ed indispensabili per comprendere i personaggi principali e la storia principale. I dialoghi sono davvero ridotti al minimo. Alcuni personaggi fondamentali sono rappresentati in modo aleatorio. La scena della scatola senza tutta la spiegazione precedente non mi soddisfa e mi lascia basito sul perchè perchè si siano invece sprecati minuti e minuti per un “acquaman” che sembra “il re scorpione” (solo perchè sul deserto) ma continua a recitare da “acquaman”. Era davvero necessario? Forse per accontentare qualche fan che sbava per i quintali di muscoli. E in riferimento a Momoa… davvero la madre di Paul è così poco abile e dotata di poteri da non percepirne lo stato di vivo o morto? O è lui che risorge? In alcune scene del deserto questo è costruito talmente su “piani bidimensionali” che risulta piatto anche agli occhi di persone non esperte di grafica digitale. Ci sarà un seguito di questo film? Probabilmente si ma non perchè sia un film che merita la parte 2 (e comunque se veramente si dovesse essere allineati al timing dei precedenti, si dovrebbe fare anche il 3 perchè non basterebbe il 2), piuttosto perchè con il finale “furbescamente” tronco la major è stata messa nella situazione tragica di dire “se non lo facciamo ci “Lynchano”) ed il regista lo sa benissimo.
Zimmer per le musiche? Valido. Non grido al miracolo. Sono musicista. Interi passaggi sono evoluzioni stilistiche di cose sentite e già esplorate a fondo in Blade Runner 2049. Comunque è bravo. Anche se quelle cornamuse … boh.
La recitazione? Mah… forse c’era di meglio ma costava troppo. La palma dell’attore che ha caratterizzato il personaggio basandosi su cose precedenti??? Forse in questo vince Stellan Skarsgård che ha dato al personaggio del Barone delle gesta e lineamenti che mi fanno pensare a come sarebbe stato Marlon Brando in quella parte o forse allo stesso Brando dell’Isola Perduta del 1997. Forse è un complimento che non ho capito nemmeno io a fondo?
Per il resto… come ho detto, sono deluso di essermi aspettato troppo. Mi accontenterò come molti di attendere fiducioso almeno il film 2 sperando che vedendoli assieme si possa comprendere qualcosa che ancora oggi mi sento di dire “DEVE ESSERE LETTO” per poter capire fino in fondo cosa significa non riuscire a trasporre un libro in un film.
Ah si… per il resto è vero che Villeneuve vede davvero tutto troppo in modo asciutto e monumentale.
Ed in ultimo mi permetto di ricordare che Dune è del 1965, Star Wars è del 1977 quindi dire che c’è dello Star Wars in Dune fa ribaltare i neuroni.
Filmone della Madonna. Visivamente incredibile e che riesce nell’impresa di rendere reale un mondo lontano (nello spazio e nel tempo) come quello creato da Herbert.
Furbo Villeneue a tagliare quintali di sottotrame e spiegazioni per non ingolfare e appesantire la storia. Tutto il senso della vicenda rimane chiaro anche a coloro che non hanno letto di romanzi anche se alcuni passaggi però rimangono oscuri o quanto meno paiono stupidi (tipo il tradimento di Yueh o l’attacco Harkonnen-Sardaukar che qui è spettacolare ma banalizzato con l’arbitro del cambio che “non vede, non sente e non parla”). Interessante la versione del Barone Harkonnen, molto meno macchietta rispetto a quello di Lynch.
In prospettiva però alcune cose devono essere chiarite per forza nel Capitolo 2 visto che sono fondamentali (ad esempio tutta l’anima vicenda delle Bene Gesserit, dai loro poteri alla Missione Protectiva, fino al rapporto col Barone. Più che altro per spiegare Alia…) e ho paura che mentre il primo è andato via dritto come un fuso, nel secondo ci saranno un paio di spiegoni extra.
Bello. Probabilmente la miglior versione possibile tenendo conto che comunque è una pesante riduzione del romanzo.
Dai, è un filmone, ma che gli vogliamo dire? Bilancia perfettamente misticismo-azione, riflessione-fotta e riesce a rendere un capolavoro della fantascienza E della letteratura. Resterà negli annali
Quanti billennial frustrati che leggo eppure questo protagonista vi rappresenta al meglio. Un tizio scavato in volto a cui mancano solo gli urlettini da youtuber. Non prendetevela se la vostra generazione verrá dimenticata presto, persa nella storia come lacrime nella pioggia. Siete un ramo secco.
La Generazione Z sará migliore voi, ci vuole poco.
Nel frattempo godetevi i remake fatti su misura per voi, con i grading dozzinali depressi e vuoti e acquistate tanto, ma tanto dal boomer dominante di turno.
Film voto 3
Buona Bvita.
Fine del messaggio.
Plauto scrisse che chi accusa altri di una colpa dovrebbe prima guardare sè stesso, ed è difficile pensare a qualcuno che abbia una vita più noiosa e frustrata dell’autore del cumulo di scemenze qui sopra, alla ricerca di un litigio a costo zero.
Logorati nel tuo livore
CerealBKiller è sempre quello di prima, Anti-millenial
Dateci la sua vera identità che vogliamo trovarlo su un social e deriderne la fotoprofilo selfie in macchina con occhiali da sole da duro
Ti facevano la matricola alle superiori vero?
Lo so è stata dura, ma se ne esce, tranquillo.
Carlo comincia a darci la tua che ci spacchiamo di risate.
Ma poi a parte l’evidente disagio sto tipo (cerealBkiller) fa una confusione incredibile, non sa neanche di cosa parla. Il più giovane dei millennial oggi ha una trentina d’anni ed è un uomo formato. Il fenomeno degli youtuber ha invece colpito proprio la generazione Z che lui sembra invece gradire.
Qua ci sono poche idee e ben confuse.
Sará anche disagiato ma tu non sai una mazza. Il piú giovane dei millennial ha 21 anni (1980-2000), se proprio vuoi fare il saputello almeno apri wikipedia. Gli youtuber alla favij rientrano in quella categoria non nella gen-z che sembra preferire tik tok a youtube o quantomeno un mix al ribasso delle due piattaforme.
@ilnuovomondo ma almeno sai leggere? La voce Wikipedia, che tu mi chiedi di leggere, riporta due periodi. Prima dice che sono i nati fino al 94 e poi fino al 96. Quindi (seguendo la tua fonte e leggendola nel modo a te più vantaggioso) hanno ALMENO 25 anni. I nati nel 2000 sono generazione Z o next generation. Certo che dire agli altri di andare a leggere Wikipedia quando tu stesso non l’hai letta/capita è piuttosto grave eh…
@ilnuovomondo comunque il punto non è la data di inzio della generazione Y. Il punto è che vanno (anche accettando la tua interpretazione) dai 20 ai 40 anni. Faccette e urletti, ammesso e non concesso che riguardino una parte di quella generazione, ne riguardano una piccolissima frazione, sicuramente NON rappresentativa dell’insieme.
Alfred però mi sa che non sai leggere tu e manco sai di quel che stai parlando. Davvero spero che vi paghino per difendere sta generezione di disagiati senza un’idea in testa che artisticamente producono solo robaccia da cestone. Ah già i maneskin, ghali, i registi dei remake, gli influecer e gli scrittori da blog! Vendono tantissimissimo e quindi contano, che toppppp!
Altro che anni 60-70!
certo che andare a vedere un film come questo senza sapere nulla del libro, del film già fatto, della storia, del regista e pretendere di capire tutto da 2 ore e 40 (!) di un primo capitolo è un po’ da ottusi …come se andassi a vedere una mostra per la prima volta nella mia vita e scegliessi boh una mostra cubista…e senza leggere una didascalia pretendessi di capire la storia dell’arte moderna ..(vale anche al contrario…se si ha letto e visto tutto non è che il film dev’essere un compendio di quel che sai, sennò altro che 2 ore e 40 per due..).
Poi un film può non piacere per mille motivi, ma non per questo .
Vabbè ma che significa mica tutti quelli che hanno visto lotr hanno letto i libri prima ma riesce comunque a costruire il mondo in cui introdurre chi lo guarda. E’ come dire che per sapere se un piatto è buono o no devo conoscere gli ingredienti, deve essere buono il piatto come deve essere bello il film. Non devo capire tutto ma devi darmi ambientazione in un film senza renderlo noioso. Questo film prende quest’ultimo concetto e lo estremizza, ti faccio vedere 600000 fatti uno in capo all’altro mettendo in dialoghi mal scritti una spolverata di ambientazione.
non ho detto che “devi” aver letto il o i libri o aver visto per forza il film prima o essere un fan di Villeneuve e del suo stile o altro..semplicemente è un film che già dura due ore e 40 e per ovvi motivi non può spiegare tutto..altrimenti facciamo il documentario su Dune e via…(Il signore degli anelli sono 3 film e dire che dal primo “chi non sa” ha già capito tutto ci vuole del gran coraggio).
Sul fatto che siano 600000 fatti in dialoghi mal scritti in spolverata di ambientazione…vabbè è una tua opinione ipersemplificata che lascia anche il tempo che trova..ma è pur sempre un’opinione quindi amen.
Se ci fossero stati gli spiegoni tanti si sarebbero lamentati degli spiegoni e chi invece sa tutto avrebbe contestato comunque la quantità o la qualità degli stessi…sennò puoi smepre fare un film come quello di Lynch dove non si capisce una beata mazza di niente, ma chi se lo può permettere oggi?
Ma in realtà il progetto ambisce ad essere ben più ampio di un singolo film. Infatti quello che intendo è proprio che dalla compagnia dell’anello non si capisce assolutamente tutto ma sei introdotto magistralmente in un mondo, secondo me villenueve (ma non sono sicuro sia colpa sua visto che è il regista ma non credo lo sceneggiatore) non è riuscito in questo. Nonostante una gestione secondo me della regia molto interessante dal punto di vista di sensazioni che prova chi guarda, quindi estetica supportata dalle musiche il film al livello di trama e gestione degli eventi è, a parer mio, slabbrato e poco comprensibile.
…ma quindi solo io ho pensato che Timoteo Chalamet fosse in realtà Ricky, il milanese di Casa Surace?
ecco chi era!
Ok, vorrei dare un 5 alto a tutti quelli che hanno letto il libro Dune.
Devo assolutamente leggerlo anche io! Vado alla Feltrinelli questa sera a comprarlo. Sarà sicuramente in bella vista al primo scaffale.
Bravo!
E spero tu non abbia ancora visto il film.
Divora il libro e poi fiondati in sala! :-D
Film bellissimo e maestoso, e da un fuoriclasse come Denis Villeneuve non puoi aspettarti altro che bei film. Giusta l’idea di proporre solo metà libro in questa prima parte, visto che il materiale originale è vastissimo e non si può condensare in un solo film (che è uno dei difetti del, comunque buono, Dune di Lynch).
Nota da lettore della epopea di Dune: ho letto e riletto varie volte “Dune” (nonché tutti gli altri libri della serie) e ho trovato che questa versione di Villeneuve, oltre a essere molto fedele al libro, espone la storia in maniera impeccabile. Un risultato eccellente.
Che trip, ragazzi! Avrei voluto evitare di sbattere gli occhi per non perdermi neanche un fotogramma! Ma che je volete di’!?
Ho visto il film ieri, Villeneuve si conferma uno dei miei registi preferiti di sempre e lo dimostra modificando l’ordine degli eventi, alcuni personaggi e dialoghi, per portare su schermo lo “spirito” del libro.
Riprendo il concetto espresso dalla recensione nel film di Lynch, direi il regista perfetto per l’operazione.
Miglior titolo della recensione di sempre è già stato detto?
Occhio gente, più simile alla versione di Lynch di quanto si pensi…
Autoriale, solenne, e quindi a tratti lento, proprio come quello di Lynch…
Ottima la resa della lotta interiore tra predestinazione e libero arbitrio.
La vera “genialata” è aver trattato solo una parte della storia, evitando l’accumulo baracco che fatalmente causò il collasso dello sfortunato predecessore.
Beh per forza che la storia è bella…
È presa da uno dei libri di fantascienza più belli degli ultimi 60 anni personalmente non ho gradito due scelte stilistiche puramente volute:
1- il ridurre il tutto all’osso,comprese le spiegazioni, molte cose vengono lasciate fuori
Il ruolo dell’arbitro che ha un piede in due scarpe ?
Perché l’imperatore sostituisce gli arkonen con atreides sul pianeta ?
Personaggi che scompaiono e sembrano morti e poi riappaiono
Io vabbè qualcosa ci ho capito perché i libri li ho letti, ma mi domay cosa ci abbiano capito quelli che non l’hanno fatto visto che molte cose non vengono spiegate
2- la scelta di girare tutto con luce naturale, risultato ci si trova per l’80% del film a vedere lo schermo nero, spero fosse un difetto della proiezione in sala…
Risultato: 2 ore e mezza di niente
ma non è vero..sei andato alla multisala della Lidl?
Beh per forza che la storia è bella…
È presa da uno dei libri di fantascienza più belli degli ultimi 60 anni personalmente non ho gradito due scelte stilistiche puramente volute:
1- il ridurre il tutto all’osso,comprese le spiegazioni, molte cose vengono lasciate fuori
Il ruolo dell’arbitro che ha un piede in due scarpe ?
Perché l’imperatore sostituisce gli arkonen con atreides sul pianeta ?
Personaggi che scompaiono e sembrano morti e poi riappaiono
Io vabbè qualcosa ci ho capito perché i libri li ho letti, ma mi domay cosa ci abbiano capito quelli che non l’hanno fatto visto che molte cose non vengono spiegate
2- la scelta di girare tutto con luce naturale, risultato ci si trova per l’80% del film a vedere lo schermo nero, spero fosse un difetto della proiezione in sala…
Risultato: 2 ore e mezza di niente
Non avendo letto i libri, né visto il Dune di Lynch, il mio approccio alla visione è stato quello di lasciarmi trasportare, godermi lo spettacolo e limitare al minimo le domande sul perché e il per come. Che dire: la messa in scena, l’epica e il misticismo ci sono tutti. L’ideale per chi ritorna al cinema dopo una lunga assenza da pandemia.
Poi, è chiaro anche allo spettatore a digiuno come me che il film è un corposo condensato di un libro: tanta la carne al fuoco e posso solo immaginare quanto sia stato difficile limitare gli spiegoni e tagliare la trama. Comunque, per quanto mi riguarda, il tempo in sala è volato (per certi versi è volato anche per un altro spettatore seduto vicino, che se l’è dormita della grossa nonostante la colonna sonora di Zimmer sparata a palla nelle orecchie).
Evidente la mano di Villeneuve, che è rimasto uno dei pochi registi di riferimento contemporanei per un certo tipo di fantascienza (anche se confido sempre in un colpo di coda di Blomkamp). Direi meglio rispetto a Blade Runner 2049, siamo dalle parti di Arrival, che dalla sua ha un pizzico di originalità in più (anche se in realtà la palma dell’originalità dovrebbe averla Dune, considerando l’anno di pubblicazione del libro, ma purtroppo sono stato influenzato dalla visione di opere ispirate – per non dire scopiazzate – al lavoro di Herbert).
Sul cast poco da dire, per me è più che soddisfacente, e non sono in grado di fare confronti con quello del lavoro di Lynch. Chalamet e Zendaya sono oggi tra gli attori più in voga della loro generazione e potrebbero essere un traino per portare più ragazzi in sala. Non mi spiego altrimenti la sproporzione tra il minutaggio dell’attrice nel film e quello nel trailer.
A proposito dei discorsi riguardanti la vicenda lasciata a metà e il sequel sì-sequel no, bisogna tener conto che le case di produzione non sono enti di beneficenza, tanto meno in piena pandemia. Probabilmente non si è voluto affrontare subito l’impegno economico della produzione di più film e i continui posticipi dell’uscita in sala sono una diretta conseguenza della volontà di non rimetterci soldi, anche perché questo è il tipico titolo da maxischermo. Se sarà un successone al botteghino, ci potrebbero essere pure i presupposti per una trilogia, con il 2 e il 3 girati in contemporanea. Se sarà un flop, avremo un altro grande incompiuto. Con una via di mezzo in termini di incassi, possiamo sperare in un capitolo finale, sperando di mantenere Villeneuve alla regia.
Infine, da un lato capisco le critiche di chi fa confronti scrupolosi con il libro, dall’altro lato, però, bisogna anche pensare alla monnezza che ci viene propinata normalmente: qui non c’è proprio paragone, siamo su un altro livello. Capolavoro? A primo acchito più no che sì. Emozionante? Solo in parte, ma ad avercene di film così.
Vermoni che entrano a spintoni nella categoria Miglior Mostro dei prossimi Sylvester.
Per il resto visivamente il film è una delizia. Per un giudizio finale sulla trama/semplificazione/mancanza di dettagli invece aspetterei il secondo.
Certo che senza citazioni non andate da nessuna parte.
Piuttosto cita Favij che ti è piú congeniale o un trapper a caso: brr brr (urlettini e manine pazze).
Carlo, non fare il fallitennial da tastiera accontentati di finanziare i boomer che ti comandano, gli piaci cosí come sei. Criiinge wee wee brr brr
Questo film è la dimostrazione di quanto possano spingere sul trash e incassare un botto nonostante tutto. Il grading è di un dozzinale che solo i lobotom possono fibrillare di piacere. Onestamente, se negli anni 80 avessero fatto una roba simile l’avrebbero etichettata come cinepanettone. Certo manca boldi sul cesso e il finto papa che scia ma almeno spendevano 30 mila lire in tutto, skipass compreso.
quanto disagio
Il film fa pena ma il color grading é solo l’ultimo dei suoi problemi.
Stai bene? Dimenticato qualche pillola?
Sul colorgrading depresso e dozzinale sono abbastanza d’accordo ma aspetta di vedere il nuovo top gun prima di usarlo come riferimento del trash. É innegabile che l’arte venga influenzata del periodo storico, e questo é tra i piú leopardiani mai visti, sembra l’incubo di un abitante della ddr degli anni 70.
Dune é altra cosa da quello raccontato nel film, ma concorderai con me sulla superioritá rispetto alla pellicola con sting! Se qui si puó criticare il “millennial” smidollato hikikomori nel primo dovremmo prendere un blocco note!
Si va beh te entri qui, al manicomio dandy del dams e ti permetti di dare dei giudizi tecnici sul colorgrading?
Questi ascoltano ancora i vinili! (cit)
Però datti una calmata, sto odio che hai verso i millennial dovresti indirizzarla verso chi li ha creati: i boomer o gli x gen.
manicomio dandy del dams? cos’è han liberato le gabbie dello zoo dei disagiati?
Si e tu sei stato il primo a fuggire, torna indietro. Per il tuo bene.
che pena… chissà quanti anni hai?
che pena ste, quanti ne hai? Che brutta figura che fa ogni volta che commenti da disadattato.
Prenditi il citalopram.
Zio, te c’hai grossa crisi.
Aridatece Ciobin, porcoddue.
che il disagio sia con te!
Q e Ste siete due disagiati da competizione, curatevi con il prozac.
400 calci é diventato il centro di recupero per disagiati e nullità sociali, quasi quasi era meglio con i troll di una volta.
Quando vado a vedere un film tratto da un libro della “coerenza” con lo stesso non mi fotte nulla, sono due linguaggi completamente diversi. Detto ciò il film è deludente. Ma davvero piace questa regia? Anche a DV, ormai, come a Nolan, togli il gran casino (tutto è una botta pazzesca alle orecchie, pure se si chiude una porta) tra musiche, esplosioni, navicelle che si alzano e resta poco o nulla. Personaggi sciapi, epica zero, cuore meno di zero. Una regia anonima, vista e stravista, tra ralenty, sogni con cantilene e particolari che non lasciano il segno. Discreta la prima mezz’ora dal sapore medioevale, dalla sbarco sul pianeta due coglioni giganti. E non perché il film sia lento ma perché è proprio brutto. Qualcosa di “nuovo” dal punto di vista dello sguardo negli ultimi anni l’ho trovato nei film di Ari Aster, ancorché pure lui soffra di inizi col botto per poi perdersi a metà film, ma questo Dune di Villeneuve di fresco non ha proprio nulla. L’unico personaggio interessante è il protagonista, il resto davvero dimenticabile.
Visto e gradito.
Non ho letto i libri, mi sono ben tenuto lontano dal film di lynch e a parte qualche isolato caso di nozione nota a sommi capi per vie traverse (la spezia, ad esempio), quindimi sono approciato da profano.
L’ho trovato in film che sicuramente ricguede un seguito, ma che non necessariamente lo necessita, poiché la storia ha una sua evoluzione e coerenza interna a come viene presentata:
Il padre all’inizio del film pone le basi di lettura del finale, dicendimo che i grandi uomini non diventano leader ma sono chiamati ad esserlo ed è come rispondono alla chiamata ciò che li definisce; tutto il resto del film si pone nel portare paul ad accettare la chiamata e nel finale fa proprio questo; avrebbe potuto rifiutarla, seguendo la comoda via di uscita (anche letterale dal pianeta) costituita dal piano della madre, invece decide di restare abbracciando il proprio destino, le proprie visioni e, probabilmente, penso sfruttandole per prevenire gli sviluppi non “graditi”.
Da questo punto di vista il finale si ricollega all’incipit e non risulta arbitrario il momento di inizio e conclusione della narrazione: cosa tutt’altro che banale, dato che non sempre questa coerenza è presente.
Spero in un seguito, anche due se servissero, purché non sia un allungare il brodo dopo un esito al botteghino più positivo delle aspettative.
Nathan
Visto ieri sera. In sostanza è un buon film, anche se non un capolavoro.
Ha sicuramente aiutato l’aver visto la versione di Lynch, per cui ho capito molte cose che ad altri saranno sfuggite. Visivamente è spettacolare, mi sono piaciute moltissimo le scene sul pianeta dell’esercito e quelle nel palazzo degli Harkonnen. Ho apprezzato anche l’idea di inserire elementi moderni (le cornamuse, il nonno torero) in una ambientazione fantascientifica-fanatsy, il che stacca piacevolmente da altre opere simili come Guerre Stellari.
Tuttavia non ho avvertito né pathos né epicità, il che è grave per un kolossal di questa portata. Se lo confronto ad esempio col Signore degli Anelli, non c’è nessun momento che faccia veramente saltare sulla sedia per lo stupore o strabuzzare gli occhi, tutto quanto bene o male è già stato visto, colpa credo dello stile esageratamente asciutto di Villeneueve, figo ma senza emozioni, che può andar bene per Sicario o The Arrival, ma non per Dune. l’impressione è quella di un compito fatto con precisione e dovizia, ma senza passione. Anche le musiche sono deludenti, dovrebbe esserci un motivo ricorrente, orecchiabile e che rimanga associato al film (senza citare i soliti filmoni, penso banalmente ad un altro film di fantascienza con la sabbia, Stargate, che ha una musica spettacolare e riconoscibilissima), invece ci sono quelle orribili urla che sembrano tanto quelle di Troy.
In definitiva sono curioso di vedere il prossimo capitolo, sperando che sia più emozionante di questo.
Evidentemente non hai letto i libri… La serie di romanzi non è affatto ricca di pathos o epica: è tutto pervaso dall’angoscia di sapere in anticipo che ogni futuro (tutti i 14 milioni) sarà orribile. Si può solo scegliere quello che farà meno danni all’umanità, a costo però di sofferenze personali e sociali inenarrabili.
Comincio a pensare che tra i frequentatori del sito (non tutti ma ultimamente tanti) , appena ci si scosta un attimo dal film senza grandi pretese di menare, horror, triller o quel che è, parta la gara a dare del dimenticabile o piatto o “della merda” al film di turno…boh sarà che si sono abituati al livello infimo dei pigiami o delle serie che van per la maggiore…e appena esce qualcosa con un briciolo più di ambizione e richiesta di sforzo il cervello va in corto circuito…comunque si leggono commenti deliranti..sarà una nuova moda.
Il tuo é per distacco il più delirante del lotto.
Vai a nanna.
Questa specie di aggressività acida nei commenti – notata anche nei toni esasperati con cui si commenta un film – è una cosa vecchia, stantia e noiosa e fa solo tenerezza. “Vai a nanna”. Ma che cazzo sei, il bulletto de cortile?
Aaaaaah… che noia, che pena infinita.
Ma chi cazzo sei tu disagiato. Torna a ridurre ulteriormente il tuo encefalo su minecraft che di film parliamo noi.
E vedi di far poco lo schizzinoso con sti remake fatti per voi della looser generation. E’ già tanto se vi facciamo usare il monopattino elettrico.
Astalapasta baby.
Nevvero scommetto che sei un romano a cui piace zerocalcare.
quanti anni hai , 10?
SPOILER (anche se vedo che sempre meno si usa questo avvertimento).
Ho molto apprezzato il Dune di Villneuve il quale, credo, abbia saputo rendere tanto la dimensione materiale di Arrakis quanto il senso di religiosità messianica che è alla base del racconto (anche se qui si chiama l’eletto…).
Penso anche che vi siano almeno due rimandi “a contrario” rispetto al film d Lynch: nella scena dell’ordalia del Gom Jabbar dove si ribalta la prospettiva e l’attenzione viene riposta su Jessica che per controllare il suo panico pronuncia la litania della “paura piccola morte, ecc…” e dove la veneranda madre Gaius Helen si reca dagli Harkonnen per chiedere di risparmiare Paul (che evoca, al contrario appunto, quella di apertura di Lynch con la gilda dei navigatori che chiede all’imperatore di uccidere Paul – chi Leto? – no Paul il figlio del duca, ecc…).
@George Rohmer: il tuo link su Moebius mostra una tavola di Gimenz uguale uguale al costume di un sacerdote/gerarca che sbarca insieme alla reverenda madre su Caladan. A dimostrazione che Villeneuve il mondo di Jodorosky e le varie opere tratte dal suo primo tentativo (mi riferisco alla saga dell’Incal, ai Metabaroni proprio di Gimenez ecc..) le conosce bene.
Visto ieri (spoilerini minimi)
Sono andato al cinema con un’amica che non era troppo appassionata di fantascienza ma era incuriosita abbastanza da venirlo a vedere. Ha detto che le è sembrato senza capo né coda, né costrutto.
Io al contrario, che ho visto il vecchio film e non ho letto il libro, l’ho trovato chiaro e consequenziale, a parte poche smagliature: soprattutto l’arbitro che dice di non essere schierata tre secondi prima di schierarsi, o dopo che l’ha già fatto. Si poteva risolvere meglio puntando sul fatto che per i Fremen la cosa più naturale, e comunque sfruttata nel film, era guardare con sospetto agli Atreides dopo aver conosciuto gli Harkonnen.
(a latere: amato BladeRunner 2049, trovato insopportabilmente fragile Arrival)
IMPORTANTE: vi ci voglio vedere a voi a spiegare che i computer non esistono senza rimandi esterni al nostro mondo. Avete mai visto un film sugli antichi romani in cui spiegano perché non hanno ancora inventato la polvere da sparo? Come fai raccontare l’assenza di computer a chi non sa nemmeno che esistono (i personaggi che fanno gli spiegoni)?
Sulle armi da guerra, si poteva spiegare qualcosa di più senza perderci troppo tempo.
Entrambe le cose non mi hanno infastidito, però.
Io sono uscito contento dalla sala, mi sono divertito, mi piaceva questo feudalesimo tecnologico, mi piace il peso dell’imperatore “in absentia”, mi piace anche che il misticismo si sposi con la futurabilità in maniera abbastanza fluida. Le Bene Gesserit saranno anche poco spiegate ma alla fine si capisce abbastanza cosa sono (una massoneria femminile con idee messianiche). Insomma, il world building (o la sua resa) mi è piaciuto e visivamente è molto bello (ma c’è qualcuno che si lamenta della piattezza dei colori…nel DESERTO?).
Zendaya inutile bambolina, e il film insiste troppo sui sogni. Alla fine pensi: “E vabbé, è adolescente, sogna il pelo e si ammazza di pippe”. Quei sogni andavano usati per creare aspettativa, erano il luogo della costruzione dell’epicità e invece vanno sprecati.
E alla fine, per quanto piacevole, devo dire che il film non mi ha fomentato.
Altro che flop, il film sta incassando valanghe di soldi e solo in Europa, nel resto del mondo sarà uno sfracello.
Il film di Lynch non ha bisogno di essere rivalutato dato che ha comunque moltissimi ammiratori.
I combattimenti sono confusi sullo stile samurai, pochi fendenti rapidi e letali, se vedi un film di samurai moderno come Six Assassins distingui i buoni solo perché sono 6 e i cattivi centinaia
Scusa per la risposta, era per un altro commento ma da cellulare devo aver fatto un casino.
“Ci sono un giovane apparentemente un po’ sfigato che però in realtà è un eletto”
Ok ma io non capisco…siete sicuri di avere letto il libro? Paul è l’eletto dalla riga uno del capitolo 1 del primo libro e si sa perfettamente come finirà la storia (dalla prima pagina del primo libro dei primo capitolo). Per il resto, le recensioni mi hanno fomentato e non vedo l’ora di potere tornare qui a commentare per bene.
Bellissimo film d’avventura. Di Dune (il libro) ha poco: certo l’ambientazione e la trama sono quelli, ma mancano le trame machiavelliche, i sotterfugi, i piani complicati a quattro strati che richiedono i mentat (computer umani) per essere districati.
Le spade le hanno messe per la rule of cool: Dune e’ un mondo di assassinii, lame sotto le unghie, stiletti, una treccina nei capelli che dentro ha un filo per strangolarti.
Ma nonostante il fatto che manchi praticamente quello che rende Dune Dune, e’ un film davvero ben riuscito.
Ma imho Dune rimane infilmabile. Villeneuve ha risolto il problema semplicemente non filmandolo, ma facendo qualcosaltro.
Visto ieri, mi ero dimenticato che il film fosse una “parte 1 di due” e quando stava arrivando alla fine ero lì per andarmene dalla sala.
Villneuve sicuramente è un regista con personalità, ma una personalità sbagliata, riucire a rendere pallosa una epopea hard Sci-fi come Dune non è da tutti.
Capisco la voglia di estetica essenziale e senza fronzoli, ma si potevano sforzare per differenziare un minimo gli eserciti, nelle scene di combattimento seriamente un si capisce chi combatte contro chi, ci mancava solo che passasse l’arbitro a distribuire le canottiere fluo per distinguere le due squadre in campo.
Spero solo che il flop di questo film aiuti a rivalutare quello di Lynch che, al netto dei suoi difetti, rimane un cult, questo del 2021 invece ce lo dimenticheremo ieri
Quello di Lynch meritava 2=, questo di Villeneuve 4. Nonostante sia più fedele al libro (capolavoro assoluto) riesce a essere palloso quando invece il libro è pieno di tensione. Non si vive di soli effetti speciali. In film non basterà mai a condensare qualcosa di così potente e denso. Il seguito non mi vedrà in sala.
Infatti LOTR devasta, per certi versi il libro, incredibile come i più se ne siano dimenticati. Disconosciutissimo da Christopher Tolkien (il figlio). Con un cast sbagliato in più punti. Con un’elfa guerriera cui è dato spazio quasi a caso. Sì certo, è un film riuscito, ma tradisce continuamente e sottilmente l’opera di Tolkien – e in quasi tutti i casi nemmeno per una visione autoriale diversa ma solo per esigenze commerciali.
Ooooooooh già!
Non so come il mio commento in risposta al paragone su LOTR è finito qui sopra. In ogni caso: visto il film ieri sera dopo 18 mesi di assenza dal cinema. In effetti non si ride mai, a parte quando l’UCI ricorda tutte le importantissime regole di igiene in un cinema che è letteralmente lurido e dove mi aspettavo di vedere torme di Muad’ib assalirmi da un momento all’altro. Vabbè, questo è lo zeitgeist.
Il film è bello. Siamo andati io e mio padre, 20 anni dopo il nostro ultimo mercoledì al cinema che una volta era una tradizione. Lui sempre stato in fotta con Dune, benchmark pertanto importante. Piaciuto molto a entrambi. Film lungo e pesante (in senso materico non come una pizza lievitata male), da rivedere e digerire prima di un giudizio definitivo (se mai ve ne sarà uno).
Non capisco chi si lamenta del fatto che se uno ha letto il libro se lo gode di più: è verissimo infatti ed è parte della goduria. Robe da matti.
Arrivo solo ora in colpevolissimo ritardo, visto che i molteplici impegni mi hanno costretto a rimandare più volte la visione, per dire che mi è piaciuto un casino, più degli altri film di Villeneuve che già mi erano piaciuti tanto tanto, e che mi sarei bevuto altre due ore e mezza senza fare un fiato, talmente ero preso bene con questo susseguirsi di scene strafiche. Anche la colonna sonora mi è parsa bellissima, e dire che Zimmer da quando ha scoperto gli scoreggioni non lo sopporto quasi più. Uno di quei film che ti fa riconciliare con la sala, con buona pace delle ciabatte e di Netflix.
Bello bello bello. Gli unici appunti li farei giusto su qualche scelta di cast, ma gli attori sono comunque bravi.
@ilnuovomondo ma almeno sai leggere? La voce Wikipedia, che tu mi chiedi di leggere, riporta due periodi. Prima dice che sono i nati fino al 94 e poi fino al 96. Quindi (seguendo la tua fonte e leggendola nel modo a te più vantaggioso) hanno ALMENO 25 anni. I nati nel 2000 sono generazione Z o next generation. Certo che dire agli altri di andare a leggere Wikipedia quando tu stesso non l’hai letta/capita è piuttosto grave eh…
Alfred davvero, sembri un bambino vizziato a cui fanno notare che non sa un razzo anche se il papi ha la lambo.
Wikipedia dice: “Researchers and popular media use the early 1980s as starting birth years and the mid-1990s to early 2000s as ending birth years”. TO EARLY 2000s.
Ribadisco quanto detto in precedenza: non hai letto nulla a riguardo e hai preso mezza riga della versione italiana di wiki. Poi dai del disagiato agli altri… bah.
Tornando a faviji, agli youtuber. Si dice che una generazione venga rappresentata meglio dall’arte prodotta che da dei freddi numeri, bene analizzando la musica, la pittura, la poesia, la scrittura etc prodotta da gente che viaggia dai 41 ai 21 anni si evince uno stacco netto negativo rispetto alle generazioni precedenti, almeno nel mainstream. La qualitá delle pubblicazioni scientifiche ha toccato livelli di dozzinalitá mai raggiunti prima e mi fermo qui.
Favij è solo una piccola parte del mainstream, certo così come achille lauro lo è per la musica o i prequel, sequel, reboot lo sono per il cinema(registi vecchi vero, ma target millennial). Netflix etc non pervenuti.
Idee nuove ma non troppo viaggiano nell’underground e indie ma sempre con richiami al passato, qualcuno ha detto vaporwave??
Pace e bene.
@il nuovo mondo. Guarda, in realtà ero partito proprio dalla wiki inglese. Ti copio la frase che tu hai riportato, ma integralmente. “Researchers and popular media use the early 1980s as starting birth years and the mid-1990s to early 2000s as ending birth years, with the generation typically being defined as people born from 1981 to 1996”. Mi pare che di un articolo scegli le parti che confermano le tue tesi e ti fermi lì, senza approfondire un minimo. Un po’ come quelli che leggono solo i titoli delle notizie. Inoltre, se nella pagina dei millennial effettivamente si fa un po’ di confusione ti invito a fare un piccolo sforzo maggiore e di andare a leggerti anche la wiki della generazione Z. La fanno chiaramente iniziare prima del 2000. Quindi è evidente come dal 95 al 2000 sia un periodo di transizione tra le due generazioni. Comunque la cosa a me sembra piuttosto chiara, tu invece non vuoi uscire dalle tue convinzioni e lungi da me togliertele.
Mi scuso con i 400 calci per aver alimentato questa discussione OT.
Mi dispiace, quelli come te che non si arrendono nemmeno di fronte all’evidenza e che si inventano “periodi di transizione” pur di far quadrare il cerchio quando ci sono articoli citati proprio su wikipedia che parlano addirittura di 2001 come data di termine. Beh, che dire? Hai problemi di comprensione di testo e non solo. A tutto il mondo é chiaro, tranne a te. Se ne parla da anni, non solo su wikipedia e per convenzione comune viene scelto l’insieme più grande proprio perché esistono fenomeni culturali/storici chiave e dirimenti che segnano la fine e l’inizio delle generazioni.
Detto questo, é quasi più simpatico cerealbkiller che con due sfiammate di delirio ha colorato un po’ questo post che i saputelli della domenica come te, che nulla sanno e tanto parlano.
@il nuovo mondo dalla pagina wiki sulla generazione Z “Researchers and popular media use the mid-to-late 1990s as starting birth years and the early 2010s as ending birth years, with members typically defined as being born from 1997 to 2012”. Però magari, se cerchi bene all’interno della pagina, trovi qualche scampolo di riga che dice che alcuni li considerano i nati dopo il 2000. Cerca bene, secondo me la trovi e puoi continuare a pensare di avere ragione.
” The Resolution Foundation uses 1981–2000.[71] Elwood Carlson identified the birth years of 1983–2001″.
Parliamo di Elwood Carlson non di Alfredo di 400 calci. Ma tu non sapendo nulla di sociologia non riesci a contestualizzare il fenomeno, nemmeno se te lo scrivono su wikipedia.
Googol, poi se ancora non hai compreso nulla dei range generazionali e di come vengono scelti torna qui che a far figure barbine fai sempre in tempo.
@il nuovo mondo e invece sulla pagina della generazione Z non hai trovato nulla? Che peccato caspita. Comunque sono contento che almeno hai un articolo del 2008 (quindi senza che venisse ancora definita una generazione z) che ti dà ragione. Sarà così per forza allora, devo ammettere che ne sai davvero parecchio.
Tanti bei saluti, e che il bias di conferma sia sempre con te.
Potrebbe essere anche del 1995, se fatto bene e scritto da soggetti autorevoli con competenza ma i tuoi bias cognitivi superano addirittura la tua arroganza, ma rimangono indietro al cospetto della tua ignoranza. Da come scrivi devi avere seri problemi di autostima e di preparazione ma non solo sociologica. Non basta google a colmare la tua impreparazione e nemmeno la tua retorica da scuole basse a raccimolare informazioni da discussioni come questa. Arrenditi, non sai nulla sull’argomento e ogni tuo post lo conferma. Chiedi scusa a cerealbkiller.
Nessuno comprerebbe da te un auto usata.
Ma tutto questo che cavolo c’entra con la recensione? Davvero tutto sto casino per la scelta del protagonista?
Comunque per come l’ho studiata in università i millennial sono la generazione 1981-2001, anche se queste definizioni si prestano sempre a critiche perchè figlie di considerazioni molto complesse. Notate come, al contrario, ci siano poche obiezioni sull’inizio: 1981. Questo è un classico, più ci si allontana a livello temporale da alcuni fenomeni e meno dibattiti si creano, a meno che non tornino di moda.
Eppure non è nemmeno tanto facile dare un inizio alla generazione Y, per assurdo la fine è molto più semplice da stabilire con un evento storico “game changer” come il 2001. La linea che vuole la fine nel 1996 è più recente, serve per introdurre la discutibilissima categoria dei nativi digitali, che si vuole far confluire nella gen Z e che comunque viene fortemente contestata proprio perchè non sembra esistere affatto. Almeno non come categoria.
Ricordatevi che si tratta di convenzioni. Accettate o meno. E’ molto più facile che uno nato nel 1978 sia più “millennial” di uno nato nel 1986. Dipende dal contesto sociale, dal luogo di nascita, dal paese etc etc.
Leggo spesso le vostre recensioni e vi lascio il mio commento. Premetto che so poco o nulla di Dune libro, se non che c’è tanta sabbia, c’è la Spezia e i vermoni. Conosco appena la canzone To Tame a Land dei Maiden, di Piece of mind mi piace altro. Comunque… Per quanto abbia apprezzato Arrival e disprezzato Blade Runner 2049 (troppo innamorato del primo film) devo dire che questo film semplicemente non mi ha preso. Il motivo? Semplice, non mi piace il fantasy e le saghe alla LOTR/Star Wars, ragione per cui questo film mio ha annoiato profondamente a partire proprio dai dialoghi, teatrali e esageratamente solenni. A mio avviso di fantascientifico ha poco. Mi sembra più un fantasy ambientato nel futuro e con qualche navicella spaziale. So che a molti può piacere e ovviamente lo rispetto, ma a me ha annoiato. Eh sì, sogno di vedere altri film come Alien, dove i protagonisti sono dei semplici operai su una nave da trasporto e non dei nobili feudatari che attendono l’eletto. La colonna sonora? Non saprei, ho sentito soltanto parecchio rumore e i l’audio dei dialoghi non era particolarmente cristallino. Insomma, ho sbadigliato dall’inizio alla fine e se non fosse stato per il volume credo che avrei anche fatto una bella pennica. Concludendo, se voglio vedere un film con i vermi sotterranei mi riguardo Tremors, il primo.
Non è possibile leggere recensioni “non ho letto il libro ma non mi piace perché”
A) non ci sono le pistole laser
B) non c’è la tecnologia
Etc etc.
Tutti a sottolineare gli stessi punti e nessuno che abbia letto il libro.
Ovviamente tutte queste cose nel libro vengono spiegate ed è proprio questo che rende l’ambientazione affascinante.
I mentat, che sono un punto veramente importante e avrebbero potuto aiutare a spiegare perché i computer sono stati eliminati, sono praticamente inesistenti. Piter De Vries un personaggio fondamentale non viene nemmeno nominato.
Praticamente questo è il film è l’adattamento della quarta di copertina del libro.
Dopo aver visto Dune continuo a pensare che Villeneuve debba mollare la fantascienza e ritornare sulla Terra. Perché? Perché sì. Non ho mai letto il romanzo di Frank Herbert e onestamente non mi interessa neppure farlo. Ma non sai cosa ti perdi! Pazienza. Da giovane i libri belli voluminosi mi attiravano e li leggevo con una spiga di grano tra i denti. Ora che sono vecchio mi rifiuto di addentrarmi in cose che vadano oltre le 250 pagine. Forse a 13 anni Dune lo avrei pure letto (anche se ero attirato più dall’horror che dalla fantascienza) ma oggi non ce la farei. Fatico a ricordarmi dove si trova il bagno in casa mia figurarsi intrecci tipo questo: ci sta Atreides che sta con Jessica ed è amato dai Landsraad e dagli amici Idaho, Halleck e Hawat. Hanno dei problemi con i Sardaukar e l’imperatore Shaddam IV vuole disfarsi degli Atreides con l’aiuto degli Harkonnen. Si spostano quindi tutti su Arrakis dove ci stanno i Fremen che combattono il caldo con una tuta capace di riciclare urina, sudore, feci e bestemmie. Ma soprattutto su Arrakis c’è la droga che fa gola a chiunque. La droga è sempre la droga. Serve alla Gilda spaziale, ai mentat e alle Bene Gesserit che vogliono la nascita dello Kwisatz Haderach. Sarà forse Paul il Mahadi cioè il Lisan Al-Gaib? Ah, ci sono pure i vermi giganti. Sì, mettici tutta ‘sta roba in un film di due ore e mezza e bum bum, lo spasso è dietro l’angolo. Non dimentichiamoci della immensa simpatia di Timothée Chalamet che è poi il protagonista del film, carismatico come una trave di legno che affonda in una pozzanghera a novembre. Cane maledetto! Dopo aver visto Dune l’unica cosa ad essermi davvero rimasta impressa cosa è? Gli intrighi? Il misticismo? Il messianesimo? Gli scontri? Il colonialismo? Le vocine nel cervello? No, gli sputacchi. In una scena si sanciscono i patti sputando per terra. Ecco quello che mi è rimasto di Dune. Lo sputacchio come vera e propria materia significante in senso semiologico.
Sequel confermato.
Che disgrazia.
Finito il libro stanotte. Epico, stupendo, non vedo l’ora di vedere il film di Villeneuve.
Solo una considerazione sulla trama.
Fantastico che una storia ambientata nel 10.000 e rotti mostri come la cosa più importante dell’Universo sia comunque LA DROGA!
Visto il Film di DV.
Il film é una bomba. Aspetto il seguito per confermare ma dal mio modesto punto di vista é tipo il miglior film di fantascienza degli ultimi vent’anni.
Avendo letto il libro solo un mese fa, e avendo rivisto il Lynch da molto poco, DV ha avuto il buon gusto di farne una versione filmica accessibile, cruda, declinata su aspetti dell’essere umanao che Lynch ha perso (la crudeltà, lo spirito di sopravvivenza ancestrale). Ottimi ruoli e recitazione e un orgasmo visivo come pochi. Uno degli aspetti che più mi é piaciuto é il rispetto non solo per il libro originale, ma pure per la versione di Lynch a cui DV fa l’occhiolino senza leccargli il culo. Bravo.
Gentilissimi scrivo solo per segnalare questo:
https://www.youtube.com/watch?v=uTK5UQOOvQU&t=123s
Mostra la differenza su schermo fra standard e vero IMAX
Praticamente guardarsi questo film su uno schermo comune equivale a perdersi 1/3 del film
Non so come ho fatto a raggiungere la fine di questa palla. Zero pathos, zero scene cool, tutto già visto (qui in chiave sbiadita), piattume assoluto.
La parte due? Col cavolo che mi faccio fregare un’altra volta.
Visto ieri sera su netflix le prime due ore . Per me è no(troppo lento troppa poca azione troppo deserto) per mia moglie è si( quanto è intimista come è poetico il deserto) per me non brutto come blade runner 2 ma quasi comunque poteva andare peggio poteva dirigere cristop nolhan bob
L.opera Dune è un vangelo, la sua vera anima, bellezza e’ nella rivelazione profetica.
Conoscerà i nostri usi come come se fosse vissuto tra noi.
Oggi dalle vostre orecchie le sacre scritture si sono compiute ( peccato che a Zeffirelli non sia stato proposto)
Rappresentate e fare arrivare allo spettatore la quasi devastante e potente emozione di vivere e riconoscere il compimento di un avvento da millenni atteso e sperato, è la difficoltà ed al contempo la chiave per carpire la vera essenza di Dune.
l primo regista l’ha colta in pieno.
Nella versione di villneave la scavatrice di pozzi lo dichiara apertamente.
Nel libro di queste spunti ce ne sono molti, ma alla fine vllneave ha riproposto quasi solo gli stessi che Lynch ha deciso di evidenziare ( anche nella versione estesa di Lynch c’è la scena della scavatrice di pozzi).
Spero che a novembre Dune 2 regali ancora più emozioni del primo, che cmq devo dire scorre molto velocemente pur essendo molto lungo