Everything Everywhere All at Once (da qui in poi EEAAO, l’acronimo preferito da Piero Pelù) arriva finalmente in Italia dopo aver insospettabilmente spaccato i botteghini di mezzo mondo, ed è un #FILMDIVISIVO! Per cui abbiamo per voi due recensioni che esprimono due pareri opposti. Decidete da soli chi ha ragione, che siete grandi.
Perché NO! di Nanni Cobretti
Penso che, in linea teorica, film come questo siano preziosi e vadano tenuti stretti stretti.
È il tipo di film che la gente chiede sempre e poi non guarda mai.
È un film originale, creativo, che fa spettacolo visivo e azioni fantasiose ma racconta anche storie di profondi rapporti umani e dilemmi esistenziali.
Non è il sequel di niente, non è tratto da niente, non è l’adattamento di nessun brand conosciuto.
E sapete come funzionano le discussioni sui film già da svariati anni, eh? Funzionano che sotto le notizie sui sequel/remake/adattamenti è pieno di gente che scrive “ma non potrebbero fare invece qualcosa di nuovo?”, e sotto le notizie su qualcosa di nuovo non commenta nessuno, e poi sotto le recensioni di sequel/remake/adattamenti è puntualmente pieno di gente che magari stronca, ma intanto se lo son guardati.
E in questo panorama, EEAAO (A24) è l’eccezione più rumorosa dell’anno, che è riuscita a incassare ben oltre le sue anche più rosee prospettive (un centinaio di milioni). È una cosa bella! È un film che si sforza di essere spiazzante, imprevedibile e diverso dal solito! Senza le solite superstar! E per una volta questa cosa è stata premiata!
Per esempio, quando sono andato a vederlo in sala qua a Londra ormai a maggio scorso, ne sapevo pochissimo ma ero stato convinto da Jamie Lee Curtis. Non so se seguite Jamie Lee Curtis sull’Instagram. Sostanzialmente si è messa a fare una martellante campagna pubblicitaria al film da sola, pompandolo di continuo, ingaggiando zuffe col Dr. Strange (entrambi i film giocano coi multiversi ma EEAAO mette in scena molte più alternative), dimostrandosi più fomentata per questo – in cui ha un ruolo del tutto secondario! – che per la saga di Halloween. Mi son fidato.
Ma sono qua a scrivere il “perché no”.

Fin qui, tutto bene
La prima cosa che ha valore chiarire in questa specifica sede è che l’azione c’è, ma non è nello spirito di fare un action.
EEAAO vuole essere una commedia fantasiosa e vuole stordire visivamente, ed è con l’idea di avere un impianto visivo di lusso che gli autori, Dan Kwan e Daniel Scheinert detti “i Daniels”, avevano inizialmente contattato Jackie Chan e poi, davanti al suo rifiuto, ribaltato lo script e ceduto il ruolo da protagonista a Michelle Yeoh. EEAAO non è qui per fare adrenalina o violenza e per carità, mi sto sforzando tantissimo di dirlo in modo neutro, perché ha tutto il diritto di farlo e significa solo che io e i Daniels viaggiamo su strade separate. A me sembra di base un po’ paternalista prendere una leggenda dell’action per farle fare un ruolo in cui l’action è secondaria già nello spirito prima ancora che nei fatti, ma 1) Michelle Yeoh rende effettivamente guardabili scene che altrimenti non lo sarebbero e 2) il film finisce per diventare un monumento alla sua versatilità. Sa fare tutto. Quindi gliel’abbuono.
Sono qua a scrivere il “perché no”, dicevo.

Jamie Lee Curtis e il ruolo che a quanto pare stava aspettando da una vita
C’è che questo film parte con le migliori premesse, ma prima ancora di arrivare a metà strada i Daniels se ne accorgono, si dicono “ammazza che idea geniale che abbiamo avuto”, e si fermano a congratularsi con loro stessi. E si incartano. Le idee migliori vengono ripetute fino a che non perdono la loro forza, e le idee meno riuscite… crepi l’avarizia, vengono stirate e ripetute pure quelle. Ogni tanto torna il sorriso perché Michelle è una Dea, o perché Jamie Lee Curtis recita come se le avessero trovato il ruolo (secondario!) che sognava insospettabilmente di interpretare da sempre, o perché Ke Huy Quan è tornato e fa una tenerezza infinita, o perché James Hong, 93 anni, ha ancora un’energia che levati. Ma si ha in generale la sensazione di guardare dei Gondry del discount che se la sentono più calda di Inarritu. E poi vorrei prendere quelli che dicono che Thor: Love & Thunder sembra girato dai Vanzina (???) e chiedere loro cosa ne pensano di certi momenti in cui un tizio che si infila un oggetto nel culo viene filmato come se fosse l’idea comica più clamorosa dalla prima volta in cui Charlie Chaplin ha fatto lo sgambetto a un poliziotto.
Non ci sono mezze misure per una cosa del genere: o è il vostro film della vita, o è una tortura che sembra durare due ore e una settimana.
Se lo chiedete a me, che ho scritto il “perché no”, non uscivo così irritato da un cinema dai tempi del Favoloso mondo di Amelie.

Due cretini e una leggenda
Perché SÌ! di Cicciolina Wertmüller
Per tutte le ragioni che valgono anche per il no, verrebbe da dire. Perché questo film richiede un responso immediato e definitivo, o stai al gioco o non ci stai, come capitava per quella caciaronata di lusso che era Mother!: un modo di scrivere e di filmare che taglia tutte le reazioni dubbiose e ti costringe a prendere una posizione netta, rassicurante. Io EEAAO l’ho visto due volte, al cinema e a casa: la prima volta, senza distrazioni di sorta, mi sono arresa senza condizioni e mi sono goduta il viaggione ridendo e piangendo; la seconda, forse anche perché era la seconda, la soglia della mia attenzione era più bassa, c’era quel bicchiere di vino da alzarsi e andare a prendere assolutamente adesso, quel messaggio del mio amico, quel video di gattyny… tutti elementi che, a ben vedere, non ci stanno male un film fatto di continue distrazioni e cambi di prospettiva – ma che inevitabilmente rovinano l’esperienza. È comunque rimasto un sì.

Qui sembra Tarsem
Per battute come “Ho visto la mia vita senza di te… era bellissima”.
Per un trio di attori superlativo: una conferma (Michelle Yeoh), una parziale sorpresa (Tony Curtis con le tette e il maglioncino più brutto del mondo), una sorpresona (Ke Huy Quan, anche lui avrebbe meritato una carriera diversa in un multiverso più giusto).
Per i montaggi velocissimi in cui Evelyn è risucchiata in un turbine di situazioni e possibilità senza potersi fermare. Uno dei concetti su cui il film si basa è che ogni nostra azione o pensiero porta conseguenze imprevedibili e inarrestabili – ora, non so a voi ma a me quest’idea pare terrificante e paralizzante: oddio, e se dico questa parola cosa succede? E se esco di casa alle 18.03 anziché alle 18.04? E se tento di fare le flessioni sui mignoli mi trasformo in una stella del kung fu come Evelyn o me li spacco e devo andare in ospedale? Roba che preferirei ibernarmi e non fare assolutamente niente, ma anche quella sarebbe una scelta con una catena di effetti, quindi vedete bene che non c’è scampo, il turbine che sballotta Evelyn è qui per tutti noi senza sosta, aiuto.

Qui sembra Jarmusch
Per l’omone della security mezzo nudo che fa un balzo stratosferico per atterrare su un anal plug che gli dà i superpoteri di menare.
Per i costumi di Joy, la figlia di Evelyn.
Per come aggira i propri difetti e li rende parte integrante del “messaggio”. È lungo e sembra non finire mai? Sì, come la vita. È lento, sfilacciato, noioso verso la fine? Sì, proprio come la vita! Ma è una vita molto più divertente di tutte quelle che conosco, ed è per questo che vale la pena dargli un’occhiata.
Per la scena strappalacrime in cui Yeoh e Curtis hanno i wurstel al posto delle dita e balzano come canguri – e ti viene ancora da piangere. Vulgar display of power registico.

Qui sembra NON LO SO
Per il “messaggio” in sé, che può apparire sdolcinato ma in realtà racchiude un nocciolo di verità difficile da mandar giù: tutto è difficile; tutto richiede attenzione; gli affetti più importanti, soprattutto, vanno valutati e portati avanti con una cura precisa che, ahimé, ogni tanto fa cilecca (e porta alle conseguenze caotiche di cui sopra); dalla realtà non c’è scampo.
Matrix ha copiato da tanta roba. Questo ha copiato da Matrix. Voto x Nanni!
Io voto sì tutta la vita: lo so che gli A24 sono una roba un po’ da hipster e anche che i Daniels a volte la buttano troppo in caciara ma imho rimane una delle cose più belle delle ultimi 10 anni. Quando hai finito devi farti un clistere ai cervello per quanta roba hai visto, ma mentre lo guardavo tutto aveva senso, anche il nonsense.
Sono per si ,ho adorato anche le pietre in questo film. Me ne basterebbe uno all’anno così.
Credo che dovreste dare un’occhiata al film più cattivo e crudele dell’anno : Speak no evil.
@Raimondo Vinello
Speak No Evil horror dell’anno. Period.
No worries, lo copriremo
Ho resistito fino a 20′ dalla fine, prima di soccombere a quell’orgasmo di buoni sentimenti e volemose bene, e decidere di abbandonare il film. Credo sia la prima volta che faccio una cosa del genere in vita mia
Non voglio dire di aver buttato 2 ore della mia vita, era un film di cui si parlava molto, e gli ho dato una chance. Forse semplicemente mi annoiano i film con 1000 livelli, non li capisco, ed alcuni mi sembrano solo una tremenda masturbazione al grido di “guarda quanto sono sveglio”, come un assolo dei Dream Theater
Un film in cui si accumula talmente tanto, da farti venire l’indigestione. Niente a che vedere con la poeticità di “Eternal Sunshine of a Spotless Mind”, molto più un parlarsi addosso. Ora dovrò guardarmi Commando e Codice Magnum in sequenza per bilanciare tanta autoreferenzialità
Per me è un no, anzi, 4 no. Ma non odierò certo chi lo vuol vedere o l’ha già fatto
Bello bello bello! Sudore dagli occhi
È un film di Schrödinger: solo quando lo vedi diventa un Sì o un No definitivamente!
Capisco il punto di Nanni, ma per me sono 4 sì.
Doveva essere un film d’azione.
Si perde, si sfilaccia, si ripete.
Vero.
Ma dall’altra parte della bilancia ci sono parecchi momenti di sanissimo divertimento, una caterva di idee, un cast che ci crede tantissimo, una regia che ci prova tantissimo (Musa della Nona Arte: fai che non si perdano pure loro…), e financo una filosofia di fondo che ti lascia con la lacrimuccia : sì, la vita è un casino di rimpianti in un oceano talmente sconfinato da rendere tutto insensato e insignificante.
Puoi scegliere se arrenderti al nichilismo o concentrarti su quelle piccole, ridicolissime cose che ti fanno sorridere e star bene, anche se per pochi istanti.
Tipo questo film.
Perché sì.
A me non e’ piaciuto e l’ho trovato mortalmente noioso, dal momento in cui diventa evidente che non e’ una commedia di arti marziali ad ambientazione fantascientifica, ma un ENORME METAFORONE sulla solitudine e sul suicidio, cosa di cui avrei fatto volentieri a meno.
I sassi, porca miseria, i sassi…
mi aspetto uno spin off sui sassi e i loro dialoghi
Concorso in pieno con Peldrigal e aggiungo che lo trovo assolutamente un film demenziale a passo con i nostri tempi, ci stiamo piano piano rincoglionendo tutti!
Mi è piaciuto molto e la penso come Cicciolina, ma in realtà non mi rivedo nella polarizzazione fra “capolavoro” e “che fastidio” perché capisco le critiche di Nanni: senza quei problemi di sfilacciamento e ridondanza, sì, che sarebbe stato un capolavoro. Davvero, di questi tempi cara grazia che esca un film così generoso di idee, ben amalgamate per messa in scena in un discorso organico sia di forma che di contenuto (e in questo no, dai, riesce proprio dove Thor: Love And Thunder falliva su tutti i piani, è proprio un altro campionato).
Non c’entra una mazza ma per caso Smile lo coprirete? Mi sembra una grande boiata e volevo sapere la vostra opinione prima di buttare 1 ora e 55 minuti
Sì lo copriremo
Sono tante le cose per cui questo film è da applaudire: i protagonisti, la storia, i costumi, l’idea in se e per se.
Un film pieno di idee e di trovate, che fa ridere e piangere e spesso ti fa dire pure “boh ?”.
Quello che non funziona lo ha riassunto benissimo Nanni: la potenza è nulla senza controllo e qui la regia di controllo ne ha pochino e pure la sceneggiatura non riesce sempre nel (difficilissimo) compito di tenere bensalda la rotta di una storia sullo sbandamento continuo di tempo e di senso. Da qui lungaggini, ripetizioni inutili e momenti di noia che sono peccato mortale in un film come questo e con queste ambizioni. Il grottesco e l’assurdo sono toni difficilissimi ed i film che hanno davvero saputo usarli si contano sulle dita delle mani (a me vengono in mente “Essere john Malkovich”, “Fight Club”, “Brazil” ed i migliori film di Greenaway)
Poteva essere un capolavoro ed invece abbiamo un film interessante e quasi sempre godibile con alcune scene da incorniciare ed altre da rivedere con l’avanti veloce.
Michelle in versione “Edward mani di pene”?Venduto. Boss, meglio dire “piegamenti sui mignoli”, non flessioni. Scusa se faccio il precisino, ma essendo una cosa che ci fanno fare ad acquagym a 6 metri di profondità ( 5 per gli over 80 ) , ci tengo.
Anche per me sono 4 sì. Strepitoso. Non vuole essere un qualcosa, lo è. Non vuole fare ridere con una cosa sul culo, vuole esagerare nel giusto caos.
Perche’ e’ paternalistico prendere una star dell’action e non farglielo fare? Si intende trattare implicitamente l’action come sottogenere non tanto nobile?
Questa è la mia vaga impressione. È una cosa che sta a metà tra Inarritu che prende Michael Keaton in Birdman per pigliarlo per il culo e Sergio Brio ingaggiato per palleggiare con un’arancia a Occhi del cuore senza avere la minima cognizione di chi sia perché tanto chissenefrega. Poi Michelle è gigantesca e le viene data la possibilità in qualche modo di risplendere lo stesso, per cui se l’unico problema del film fosse stato questo tutto sommato mi sarei piegato anch’io al perché sì. E invece, purtroppo.
Ma hai detto che lo hanno offerto anche a Jackie Chan. Non è che, semplicemente, per il ruolo volevano un interprete atletico e si sono rivolti ai migliori sulla piazza? Magari la storia semplicemente è tutta qui.
Non sono sicuro di aver capito cosa stai obiettando o dove sta la contraddizione con quello che ho scritto. Sto solo spiegando perché mi puzza andare a cercare i migliori sulla piazza per fare qualcosa per cui non serve per forza il migliore sulla piazza e poi proporlo a gente che in ogni caso non necessariamente apprezza.
Ok, forse ci eravamo un po’ persi fra le frasi… e distratti dalla mia tontaggine, che parlo di un che film ancora non ho visto (ergo dovrei smettere di parlare, ma sarebbe maleducato lasciarti appeso), quindi non ho chiaro quale sia il livello di azione presente
Semplicemente, e premesso che comprendo la tua obiezione e la posso condividere, avanzavo l’ipotesi che questa coppia di Dan voleva un interprete che sapesse fare certe cose, nonostante neanche abbiano concepito di fare un certo tipo di film, e si siano rivolti ai migliori sulla piazza (di qui in poi m.s.p.) perché… beh, si spiega da solo, sono i m.s.p.
Mica li biasimo se invece di chiamare un oscuro e poco famoso mestierante si siano rivolti ai migliori
Almeno l’impressione che ho avuto leggendo era questa.
Io sono per un Si! deciso (come il punto esclamativo sta a dimostrare), però devo notare che nella sala in cui l’ho visto, con circa 50 persone, ben 2 coppie hanno litigato (una anche di brutto) perché lui aveva portato iei a vedere, e cito parzialmente ” ‘sta cagata”.
A me invece sembra un Matrix 2 fatto bene.
Tony Curtis? Ciccioli’, che stai a scrive?
Ehm… Ho scritto “Tony Curtis con le tette”, nel senso di “figlia di Tony Curtis che somiglia un casino al padre, a parte i caratteri sessuali secondari”. Vuoi un caffè?
L’umorismo, anche qualora elaborato e fine, risponde, in my not so humble opinion, a regole stringenti che ne consentano l’immediato godimento. Stavolta sei stata meno chiara e ficcante del solito: immagino che mantenere standard sì elevati non sia sempre una passeggiata (per la quale mi offro volontario, caffé incluso).
Tony Curtis è stato diretto da Scwarzenegger
Così. De botto. Senza senso.
Ah, e ieri davano True Lies in televisione
Mr. Fapunte, colpa mia: ho letto io la bozza di Cicciolina, ho capito al volo la battuta e pensato ingenuamente che se la capivo io la capivano tutti. Sorry.
No need to be sorry. Mica ho scelto il Nick a caso. XD
Visto all’anteprima grazie ai 400calci: ringrazio sentitamente!
Il videomessaggio di Ke Huy Quan è stato carinissimo e concordo che avrebbe meritato ben altra carriera: non conosco le vicende che lo hanno portato su altre strade, ma qua ha dato prova di espressività e competenza!
Il film mi è piaciuto, ma non credo che si possa polarizzare tra il tutto sì e tutto no, perché per quanto prevalentemente lo abbia apprezzato, quella scena diciamo slapstick con il premio “un po’ ” anale (battuta già sufficiente secondo me per quanto riguarda il tema: all’agenzia entrate anche un primo premio è un’inculata) l’ho trovata fuori luogo: non solo perché esagerata rispetto al restante registro e non tanto per l’espediente in sè quanto per il protrarsi e reiterarsi della scena ben oltre la media, ma soprattutto perché tale “deragliamento” ha comportato pure una contraddizione rispetto alle regole del gioco snocciolate dal film.
In tutti gli altri casi l’evento scatenante era puntuale: succede, quindi si crea il contatto.
In questa scena invece l’evento scatenante diventa perdurante: fintanto che succede, allora si mantiene il contatto.
Questo cambio di paradigma funzionale solo ad una battuta ormai stirata all’eccesso mi ha un po’ infastidito.
Per il resto il film l’ho definito “corposo” su più multiuniversi di interpretazioni:
Ovviamente è corposo nel senso di consistente e pregno di elementi raccontati, mostrati o solo fatti intuire relativamente al world building;
È corposo perché succedono tante cose anche nella messa in scena;
È corposo perché si vedono tante cose e la fotografia risulta affollata ma mai soffocante;
Ma è “corposo”, perché quando i corpi devono parlare al posto delle parole (con i pugni o una camminata dinoccolata) lo fanno eccome.
Quindi per me è prevalentemente un sì, ma potevano risparmiarsi di deragliare la storia per una battuta discutibile e stirata ben oltre il compiacimento per l’idea stessa* dovendo per farlo contraddirsi con il resto del film.
Nathan
*che poi quest’idea più che “originale”/”alternativa”, mi è sembrata un’incursione gratuita di Saints Row the Third all’interno del film: solo che lì l’andare in giro a picchiare i goon nemici con un dildo viola gigante era perfettamente calato nel contesto esagerato dei Saints…
Che per caso “Vulgar display of power registico” is the new “disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera”?
Ollalà, pensavo di conoscerla solo io, questa mitica imprecazione di Paperino. Invece è (giustamente) celebre? Ma forse era un tormentone?
un puntatone di Rick & Morty versione woke
Piaciuto. Molto. Non ho una chiara idea del perchè .
E grazie per aver citato il vecchio caro Tarsem, in effetti in alcune scene / costumi ci avevo pensato pure io, e mi manca un pò.
Io invece sono andato fomentatissimo perché Swiss Army Man è uno dei miei film preferiti in assoluto, quindi ho stoppato il trailer appena letto “Daniels” per non spoilerarmi nulla e ho iniziato a mettere le X sul calendario.
E ho goduto. Vero che la seconda parte non è minimamente all’altezza della prima (ma era necessario, credo, perché ci deve essere pure un limite al caos), vero che si sbrodola un po’ troppo sul metaforone e non mantiene alcune promesse fatte nell’incredibile primo tempo, e che alla fine è un po’ la classica montagna che partorisce il topolino.
Però. Però è un film che ha un trilione di idee fichissime e non vedo l’ora di comprare il blu-ray e rivedermelo fotogramma per fotogramma per cogliere quelle che mi sono perso in sala. Perché l’idea dell’universo con i wurstel al posto delle dita è tanto stronza quanto divertente. Perché ESIGO lo spinoff sul procione ORA, ADESSO. Perché è vero che è 30% action e 70% eccezione meritevole, ma quel 30% è spettacolare.
Poi sarà che per me il bello del cinema sta proprio nel potersi immergere nell’impossibile, nell’assurdo. E EEAAO da questo punto di vista è una specie di orgasmo di due ore.
In quale momento della nostra esistenza abbiamo disimparato a fare film di 90 minuti?
Se esiste un universo parallelo in cui ancora li fanno voglio essere teletrasportato là (senza anal plug, grazie)
io sono decisamente teamCobretti
il film parte bene, la prima metà è davvero ottima ma poi si perde nell’esercizio di stile
sarebbe bastato sforbiciare un po’ nella seconda parte, ad esempio quel cancro della “comicità” che sono #leCoseNelCulo, per non farmi arrivare annoiato alla fine. peccato
Visto ieri sera, e prima cosa che ho pensato alla fine è “devo passare a dare ragione a Nanni Cobretti”.
Eccomi qua a dare ragione a Nanni Cobretti.
Finalmente ho visto questo…questo…”coso”…perchè chiamarlo film non mi riesce, ma attenzione non lo sto dicendo in maniera negativa…è che più che un film è un’esperienza.. è un’onda di immagini e ritmo, specialmente all’inizio sembra una versione casalingo-pezzente di Diamanti Grezzi, con la Yeoh al posto di Sandler da tante cose ha da fare/dire/seguire contemporaneamente.
Poi vira verso il delirio, il non-senso e il “che cazzo sto vedendo”, anche se più vai avanti e più invece capisci che tutto ha senso e forse è questo il bello.
Ad ogni modo, devo dire che mi è piaciuto parecchio.
Unico difetto, forse un po’ troppo lunga la parte finale.
Voto per il direttore Cobretti, che ha centrato il punto con una grazia sconvolgente. Derivativo nell’accezione negativa del termine (mi ha ricordato tanto Brazil e The Zero Theorem di Terry Gilliam con tutta quella tecnologia campy e accroccata, ma poi è un inno a Matrix e Kill Bill con Rick&Morty protagonisti), di suo ci mette il fatto di essere sempre EDGY a tavoletta. Ma si annacqua dopo poco nella ridondanza di scene, dialoghi, temi, SLOWMO A NON FINIRE. Lo stesso film compresso in 100 minuti e saremmo qui a incensarlo. Invece finisce nel back tracking più banale, un film non può finire 3 o 4 volte e ricominciare, grammaticalmente è un errore e soprattutto MI ANNOIA. Tutto questo assolutamente è una mia opinione, naturalmente. Sono curioso di vedere come andrà agli Oscar a questo punto.
13 marzo 2023 sto film ha vinto 7 Oscar hanno ragione loro ma io non lo vedrò lo stesso bob
Mischia un po’ di Matrix, qualche film di Terry Gilliam e un po’ di cose di guida galattica per autostoppisti et voilà, viene fuori sta roba, che non è brutta, ma nemmeno un granché, sette oscar, ma dai, oramai quelli dell’academy sono una barzelletta.
film visivamente acchiappone…anche la storia, se non fosse per la deriva fumettistica imperante, sarebbe originale… è anche commuovente sul finale…unico difetto ..nella sua follia dura troppo…i primi 30 40 minuti girati in ufficio sembrano non finire mai tra spiegoni e scene ripetitive…poi non è un film da Oscar per quel che può contare…ma meglio questo che il milionesimo pigiama
Originale? Ma davvero nessuno si ricorda più di “The One”?
È vero! Quel film dove Jet Li aveva una lavanderia e doveva pagare le tasse tranne che sua moglie arrivava da un universo parallelo per convincerlo a salvare il mondo e nel frattempo doveva ricucire il rapporto con la figlia e in uno degli universi paralleli aveva le dita a salsiccia, in un altro incontrava un cuoco con un procione sulla testa e in un altro era un sasso! Me n’ero dimenticato…