Ciao amicie, come statu? Volevo raccontarvi delle cose, che tanto di The Pale Blue Eye – I delitti di West Point come film in sé – per quanto ci si possa sforzare – non è che ci sia troppo troppo da dire secondo me. Puoi parlare un sacco di Edgar Allan Poe, della sua vita pazzeschissima finita in maniera un po’ enigmatica, e poi volendo potresti aggiungerci una spolverata abbondante di cugino di Harry Potter diventato attore tutto intenso e molto bravo. Ok. Però non sarebbe propriamente un parlare del film in sé, sono più faccende collaterali che complementano il discorso e possono suscitare quell’interesse che magari ti spinge a guardarlo a scatola chiusa. Quindi preferivo raccontarvi di quella volta che ho mangiato un biscotto speziato (due in realtà) e poi sono rimasto tutto il pomeriggio nel retro di una farmacia aperta a osservare, piuttosto mesmerizzato, le transazioni mute immortalate dalle telecamere di sicurezza – oltre a tutte le persone sullo sfondo che si grattavano il culo aspettando, che toccavano cose sovrappensiero e poi ti chiedi chissà come mai le pandemie, che si aggiravano con aria svampita ma serena, che stavano sull’attenti e per dieci minuti di fila riuscivano a non spostare il peso da una gamba all’altra ma come fanno mi chiedo io che non ce la faccio proprio. E ho trovato l’intera esperienza sensibilmente più interessante di The Pale Blue Eye.
E poi volevo raccontarvi che, da un paio d’anni a questa parte, vedo molte più serie tv che film. Non tanto per passione, quanto perché (purtroppo) me l’ha prescritto il medico. È la versione di Val Verde dell’olio di ricino. Un male necessario e un ottimo stimolo per fare la cacca. Vedo troppe serie tv, dunque, e mentre guardavo questo film distribuito ma non prodotto da Netflix – pensando a tempo perso: bella la fotografia (Masanobu Takayanagi: The Grey, Warrior) che simpatia e che gusto tutti questi attori bravi e famosi, valido il missaggio sonoro, ci sta che se fai comporre la colonna sonora a uno costoso come Howard Shore poi la metti tutta anche quando non ci azzecca, ma sai che secondo me si percepisce che sul set c’era un catering eccellente e con opzioni vegane?, quella è davvero Charlotte Gainsbourg ma cosa cazzo? – mentre guardavo questo film, insomma, mi sono soprattutto chiesto: cos’è che distingue The Pale Blue Eye da uno sceneggiato tv, da una miniserie BBC in costume di quelle un po’ oleografiche che le sciure si fomentano o da due episodi di un buon procedurale su un detective dei bei tempi andati? E non sono mica riuscito a darmi una risposta. Poi, visto che qua siamo in tema di gotico, sono andato a rivedermi delle cose di Mike Flanagan, tipo pezzi delle due stagioni di The Haunting ma anche episodi di Midnight Mass, e ho capito che quando fai la serialità con la consapevolezza del materiale che hai per le mani, finisce che vengono fuori delle cose molto belle. Quando invece hai a disposizione (anzi, ti vai a cercare apposta) del materiale buono per una miniserie ma decidi di farne un film insipido perché forse ti vergogni con i tuoi compagni di scuola di Hollywood – il regista e sceneggiatore Scott Cooper fa i brunch con Leonardo Di Caprio e si sposa nella tenuta di Robert Duvall – allora sei proprio come la: sigla!
A proposito di Scott Cooper. Egli è un bravo regista, i cui adattamenti italiani escono sempre con il titolo originale più un addenda post trattino. Ma è davvero un bravo regista Scott Cooper? Sì che è un bravo regista, dai, ha diretto Crazy Heart – e vabbè, ha fatto vincere un Oscar a Jeff Bridges, puoi davvero volergli del male? – poi un western bello turgido, un thrillerone dove la vera protagonista è la provincia americana e anche un horror più che ok. Ma sicuro sicuro che è un bravo regista e non un paraculo gigante con gli amici giusti, che pettina le sceneggiature appena normali (o filma con ordine le sceneggiature sopra la media) di cui è egli stesso autore sfruttando l’aiuto di attori fuori scala tipo Christian Bale, con il quale qui raggiunge la sua terza collaborazione? Non lo so davvero, ma il dubbio mi è venuto. Un po’ come a Gianfranco Fini.
In questo film ambientato nel 1830 dalle parti dell’Accademia militare di West Point e affollato da gente con nomi tipo Augustus e Artemus, il cadetto Edgar Allan Poe interpretato da Dudley Dursley – che avrete visto anche nel Macbeth di Joel Coen, in The Old Guard con Luca Marinelli e in La regina degli scacchi con Gnagna Taylor-Joy – aiuta Christian Bale, ex sbirro newyorchese alcolizzato ed eremita per via di tragedie famigliari, a dirimere un misterioso omicidio a sfondo satanico la cui risoluzione, vedi un po’ i casi della vita certe volte, alla fin della fiera potrebbe non essere poi così scontata come parrebbe. In questo film, in cui recitano anche Robert Duvall in pantofole – nei panni dell’esperto di occulto/espediente narrativo di nome JEAN-PÈPÈ – sua divinità Gillian Anderson con il labbro superiore perennemente rigido e all’infuori per indicare sdegno costante, quel vecchio volpone di Toby Jones e Timothy Spall con le basette lunghe e il pilota automatico, succedono le tipiche cose che capitano nelle storie dei polizieschi dozzinali, con le indagini, i sospetti, i segreti che cambiano le carte in tavola, le sorprese, i voltagabbana, i rimandi, le coincidenze, le false piste, gli indizi disseminati, gli specchietti per le allodole e tutto l’armamentario del caso, onesto ma non particolarmente inedito, né originale; e volendo anche abbastanza appesantito dall’andazzo un po’ pretestuoso che lo Scott Cooper si è scelto.
La cadenza da giallo gotico in brossura che te lo porti in spiaggia e la salsedine gli arriccia le pagine, però e giustamente, è da far risalire alla fonte letteraria. L’autore dell’omonimo romanzo da cui Cooper ha tratto la sua ellittica sceneggiatura, il bomber Louis Bayard, sperava di farla franca (e di evitarsi la figura dello scrittore i cui romanzi vengono venduti in autogrill) mettendo dentro alla sua storia, come co-protagonista e portatore di poesia, Edgar Allan Poe, ovvero quello che la detective fiction moderna (con I delitti della Rue Morgue) se l’è inventata. Molto patatosa come scelta, grazie che mi fai sentire più acculturato di quello che sono solo perché il nome Edgar Allan Poe mi suona famigliare; però non è che adesso tu ti siedi al tavolo del lusso insieme a Conan Doyle, Dashiel Hammett e James Ellroy, lasciando il povero Donato Carrisi a fare aperitivo da solo con il bianchetto al bar dei cinesi. Eh no, caro Louis Bayard. Donato è lì che ti aspetta per giocare a scopone insieme a Scott Cooper e a Jhonny, il re di spade dello Zhejiang, giunto in Italia per acquistare attività commerciali in contanti e fare il culo a briscola ai vecchi.
Insegna del Jhonny Bar quote
«Un film che a questo punto poteva pure dirigerlo Fred Durst»
(Toshiro Gifuni, i400calci.com)
Che dire, è un film che alla fine i suoi perchè ce li avrebbe anche, alcune scelte sono anche riuscite. Però è l’esempio da manuale del film troppo lungo, fosse durato 20-30 minuti in meno ne avrebbe guadagnato e saremmo stati tutti più felici.
P.S.
Anche io credevo ci sarebbe stata la citazione di Boris
P.P.S.
Ma due parole su Michael Bay denunciato perchè girando 6 Underground avrebbe maltrattato i piccioni di Firenze le vogliamo spendere? Ci vorrebbe una parte due del meraviglioso pezzo sui toscani ai quali non sta mai bene un cazzo.
Ammazzare i piccioni è cosa buona e giusta.
Ma anche vendicarsi di Bay per quella cagata di 6U usando un pretesto idiota ma socialmente inappellabile è un iniziativa ammirevole. Si chiama Karma.
Me personalmente “Hostiles” non è parso questo granché , non presentava nessun guizzo particolare nella sceneggiatura, anzi mi è sembrato che le cose accadessero proprio “per esigenze di copione” senza qualcosa di più ad avvalorare la causalità
Appunto, una sceneggiatura normale che è stata pettinata
Hostiles crudissimo, per me tra i migliori western degli ultimi anni.
– il nome della bionda mi risulta essere in realtà Anal Tail Enjoy. Ma non so se si può scrivere qui.
– confezione laccatissima tipo nipposata bellépoque, fazze giustissime profuse e la materia letteraria esibita ne fanno ahimé una pellicola respingente.
– voto anche io per una presa di posizione ufficiale del Ministero degli Esteri di Valverde sulla quérelle di Bay con Firenze e i Fiorentini.
Una in linea con la precedente,grazie <3
Mi avete evocata in quanto sciura che si fomenta con i period drama bbc? E adesso vi beccate la mia opinione di insider della crinolina, con SPOILER annessi
Il film è mediocre e noioso nonostante gli sforzi del pregiato attorame (e di sarti, scenografi ecc) perché si adagia sul più trito e deplorevole dei topos narrativi: la femmina morta, con la combo stupro + suicidio. Che la tapina sia solo un mcguffin adorno di vezzosi abitini è chiaro nel momento in cui la nostra fervente cattolica si suicida invece di farsi suora. O satanista, visto il coté stregonesco, buttato via, come ogni altro spunto vagamente interessante. Strage di donne giovani, la superstite (è mamma, chi la ammazza?) passerà il resto della sua vita a piangere. Che bello. Una scrittura così pigra rovina anche i personaggi maschili – mi è sembrato o Poe era astemio?
E ora, piccini, venite qui che vi spiego perché sciure e sciurette si sparano i period drama con la stessa gioia innocente con cui voi guardate cose tipo – non so, Zombie Coreani a Disneyland? Per dire.
Perché nei period drama alle donne succedono cose belle, non muoiono – almeno non tutte – e i bellimbusti ivi contenuti sono scritti da donne, quindi ci sono tutti i nostri stereotipi preferiti! Non capite perché sbaviamo su mr. Darcy? Pensate al tizio di Hellraiser fatto a brandelli. Così meravigliosamente appropriato. Così appagante, no?
Wow quasi quasi ho voglia di vederlo 🤔 no, se lo faccio è solo per Christian Bale anche se quando rovinano Edgar Allan Poe mi fa incazzare quindi è una dura decisione.
Al netto delle recitazioni che non sono cosï male, soprattutto la mia Gillian preferita, il film nel complesso é più fastidioso di una loffa in ascensore. Non vedi l’ora di prendere una boccata d’aria fresca fuori.
Sulle serie ho l’impressione esattamente contraria. Mi sembra che al posto delle 12 ore che ormai si prendono tutti, in buona parte dei casi basterebbero i buoni, vecchi, cari 90 minuti.
Guarda tu se è dalla recensione di un film trascurabile che devo scoprire che la fila ha alimentato la pandemia che ha alimentato la pandemia che ha alimentato la fila…
Te lo giuro sulla mia Xbox One che la mia prima ernia mi è uscita sotto naja dopo un’ ora sull’ attenti nel piazzale, appena arrivati a destinazione. Se non sposti il peso da una gamba all’ altra, può succedere. Secondo me (ma forse anche secondo te) andrebbe ripristinata la naja nelle farmacie, almeno così la gente non si tocca il culo e il naso e diffonde cose che il paziente zero è Jhonny il barista o la moglie che “succo alla mela” lo dice “sucamela”. Comunque me l’ hai venduto, ma solo perchè mi scade la scheda regalo Netflix e devo guardare TUTTO.
Regalati Alchemy of souls
Guarda Derry Girls. La suora è calciabilissima
Che film MEH! Lo davo per finito, valutandolo sopportabile e non eccessivo come spreco di tempo, quando ci cacciano dentro uno Shamalan Twist inzeppato a forza che davvero non aggiunge nulla al nulla precedente. Andava accorciato, sì, ma con l’accetta, eliminando il post-finale.
Con Bale + E.A. Poe mi puoi vendere qualsiasi cosa. Però sì, il cast enorme è, non dico sprecato, ma certamente inutile.
E potevi metterci chiunque al posto di Poe che non cambiava una sega.
Riassumendo: per completisti (estremi) di E.A. Poe.
Nonostante il cartellone – esistono ancora? – il Poe di Harry Melling e’ il vero protagonista e ruba la scena a Christian Bale. Ma soprattutto SPOILER come notato anche da Bale, quale probabilita’ c’erano che, nella stessa notte un omicida ed un satanista alla ricerca di un (apparente) suicida convergessero sulla stessa vittima? Coincidenza forzatissima, come del resto il pezzo di messaggio ritrovato nel pugno del cadavere, stile Signora in Giallo, non visto in sede di autopsia dal medico legale piu’ incompetente dell’esercito americano.
Bale rimane una garanzia ma questa volta il risultato e’ da film alimentare. E. A. Poe character perfetto per un seguito, biografia intrigante quanto i suoi racconti.
Più forzato di quella volta che io e un mio amico ci mettemmo alle tre di notte vicino ad una rotonda fuori dal camping, sperando di trovare una coppia di milf di ritorno dalla disco e vogliose di carne fresca. Alle sette tornammo alla roulotte, vergini come prima.
Boh, io questo non l’ho visto, ma mi ricorda il film di qualche anno fa The Raven, dove c’era sempre Poe, interpretato da John Cusack, che indagava su omicidi strani, niente male, anche se in pochi se ne ricorderanno.
Dolore fortissimo, divin Toshiro dalla voce seducente. Mai visto un colpo di scena infilato a forza più di così. Mi ha provocato un dolore che chiamarlo colpo di schiena mi pare più consono.
Ma almeno mi si è data ennesima conferma che i poeti si accoppano di pippe. Ecco quindi una poesia:
“Ho visto un film con Christian Bale
E ‘sto giro me ga cascà le do bale”
(rima baciata con una punta di salsa e merengue).
Corro a chiudermi in bagno.
Bale e Melling portano a casa la carcassa di questo casino sulle loro stanche spalle gotiche. A parte quello, un inno alla mediocrità.
Un film soporifero ad essere gentili. Personaggi non scritti, colpi di scena illogici, davvero tremendo. Si salvano solo la fotografia e il buon Poe.
Sicuramente peggio di Hostiles, che aveva anche i suoi bei difetti, ma con cui ha un altro punto in comune: la grande attrice umiliata in un ruolo inutile.