
Distributori italiani furbi e dove trovarli
No, non ho ancora visto il film di cui stanno parlando tutti, quello sulla famosissima bambola della Mattel che a quanto pare sembra nascondere al suo interno un film assai più interessante di un semplice film sulla famosissima bambola della Mattel. Come se la cosa dovesse stupirci: sono passati quasi 10 anni da The LEGO Movie, lo sappiamo bene che un film basato su un famoso giocattolo può essere una figata, se là fuori c’è ancora gente che per principio non vuole dare neanche una possibilità a progetti del genere direi che a sto punto sono solo cazzi loro.
Però sta di fatto che ancora non l’ho visto quindi non so se è una figata, una merda o se Greta Gerwig e Noah Baumbach siano riusciti a rendere Barbie e Ken simpatici almeno la metà di quella volta che la Pixar li fece entrare nel cast di Toy Story 3. Quello che mi auguro è che siano riusciti a liberare il personaggio di Barbie da quell’ingombrante bagaglio di asperità che si è portato appresso sostanzialmente dagli anni Sessanta fino ad oggi. Dai che lo conosciamo bene, Lisa Simpson ce lo ricorda ogni volta che riguardiamo quell’episodio in cui si scaglia contro Malibu Stacy. Il quale, se non lo sapete, si basa su un fatto reale: nel 1992 la Mattel mise davvero in commercio una Barbie parlante, Teen Talk Barbie, e tra le tante frasi che poteva dire c’era anche «La matematica è difficile!». E provocò un putiferio.
Ci sono vari motivi dunque se per molte persone Barbie è diventata sinonimo di donna stupida con un corpo che è oltre l’essere conforme a ciò che la società patriarcale si aspetta, diciamo pure che è un corpo anatomicamente impossibile, e il film di cui vi parliamo oggi – nelle nostre sale da qualche giorno grazie ad I Wonder Pictures – sembra prendere questo stereotipo e fargli vestire i panni del villain principale della storia. No, scusate, sto barando, il villain principale di questa storia ha un nome ben preciso: si chiama grassofobia.

La grassofobia è grande e sta stronza è il suo profeta
Il film di cui vi parliamo oggi è spagnolo, si chiama Piggy, o meglio, così è stato chiamato per il mercato internazionale ma il titolo originale è Cerdita, che vuol dire appunto “maialina”. Quella del maiale è un’immagine che si insinua prepotentemente un po’ ovunque in questo primo film di Carlota Pereda, che la regista ha scritto, diretto e adattato da un suo cortometraggio omonimo di qualche anno prima. Sara è una ragazza grassa che viene derisa, umiliata e bullizzata dalle sue coetanee per il suo aspetto fisico, le quali le hanno affibbiato appunto “Piggy” come nomignolo; il padre di Sara di mestiere fa il macellaio, la prima inquadratura del film interessa proprio la testa di un suino pronta per essere esposta sul banco della macelleria; e senza fare spoiler diciamo che nel finale torna in un certo senso l’immagine della carne da macello, l’essere appesi come salami.

Iniziamo benissimo
In Piggy la carne, i corpi, il conflitto tra i corpi, l’idea che esistano corpi di serie A e di serie B e la crudeltà che possono portare pensieri del genere viene tutto maciullato in questo intenso racconto di una settimana d’estate asfissiante e claustrofobica nella provincia spagnola. Laura Galán è assolutamente pazzesca nel restituire sullo schermo lo stato confusionale di costante paura e rabbia provata dalla protagonista. Perché sì, stiamo parlando di un film dove le scene in cui la protagonista viene costantemente giudicata e presa in giro da tutti per il suo corpo sono girate senza sconti, ma anche di uno slasher che a un certo punto gira attorno alla sparizione di alcune persone, quindi la nostra Sara si sente costantemente in pericolo. E nonostante la tagline “Non ti conviene farla arrabbiare” con cui è stato distribuito, Piggy è solo apparentemente un horror del sottogenere revenge, in realtà pone al centro della narrazione proprio la bussola morale della protagonista, la quale ha continui dubbi su ciò che sta facendo fino all’ultimo.

Con le mani, con le mani, con le mani, ciao ciao
Recentemente mi sono lamentato molto di come a volte i film con un budget ridotto (tipo questo, ma anche questo e anche quest’altro) non sfruttino al meglio quel poco che hanno e sono davvero contento che Piggy abbia interrotto questa sequela di imbarazzante spreco di soldi. Il gore qui c’è, se lo chiedete a me non è niente di sconvolgente ma è giocato benissimo e Pereda riesce a creare tensione e coinvolgimento con stacchi di montaggio ben assestati e un po’ di sangue. Grande!
E così, ancora una volta, quando si tratta di fare un film che abbia la capacità e la possibilità di metterci faccia a faccia con quanto possiamo essere merde, ecco che il cinema di genere, soprattutto l’horror, risponde alla chiamata e vince a mani basse.
Come Soft & Quiet è un film necessario sul razzismo, Piggy è un film necessario sulla grassofobia.
Correte in sala a vederlo.
DVD-quote:
«Un film necessario»
Terrence Maverick, i400calci.com
Questo lo tenevo d’occhio.
Il poster è fichissimo, mi chiedo come sia possibile citare Barbie (la parola intendo) e non avere l’avvocato della Mattel alla porta che si sfruscia le mani
per la cronaca quello non è il poster del film ma solo un’immagine promozionale creata dal marketing italiano, nel resto del mondo il film è uscito l’anno scorso
“ You should have used a very famous song of mine to theme the review, you musical uneducated! (TR)
Oh, ambasciator…
Comunque Barbie (il film) è una figata. Questo, Piggy, me lo sparo ASAP in modalità fat shaming.
Non c’è NIENTE al mondo che possa portarmi a vedere BARBIE.
O no?
https://cinema.everyeye.it/notizie/barbie-fan-impazziti-john-cena-versione-sirenetto-661207.html
Oh, io “Barbie” ho la tentazione di andarlo a vedere sul serio in sala.
Mi incuriosiscono soprattutto certe recensioni internettiane che lo accusano di “propaganda anti-maschile”, cioè, immaginate essere così fragilini da sentirvi offesi da un film su Barbie
E immaginate anche di accusare gli altri di sentirsi offesi da un film senza nemmeno averlo visto, cioè, pazzesco no?
@Sol Scusa se ti sei sentito offeso
Ti prego, dacci un link!
Devo sono incuriosito anche io sul film di Barbie, perché anche io ho leggiucchiato di lotta al patriarcato.
Ragazzi non litigate e attendete l’ uscita di “Barbi”, il mio film che parla del patriarcato subito da una moglie e una bambina dall’ uomo di casa, un pescatore di barbi, detti comunemente pesci gatto. Riusciranno madre e figlia a liberarsi dalla morsa emotiva di ricevere ad ogni festa per regalo dei barbi? Il film si pone infavote del capitalismo, poichè la famiglia vive in una palafitta e la loro vita ruota attorno al mondo dei barbi. Tenete duro. Natale 2023 o al massimo Epifania. BARBI-IL FILM. Annotatelo.
Lo attenderò con ansia, soprattutto se mi garantisci che è sul genere Piraha 3D e che anche qui c’è un chiaro messaggio all’inclusività e che alla fine il patriarca viene sbranato da Barbi giganti mentre stava pasturando.
@Maybe: posso spoilerarti solo che uscirà in tutte le cave di pesca e in alcune pescherie. È già stata fatta una premiere alla cava De Dominici di Pistoia e al dibattito i pescatori si sono azzuffati sulla lunghezza della pellicola. Alcuni dicevano 2 ore, altri 3, altri ancora 5…Insomma, i soliti vizi dei pescatori a chi la spara più grossa.
@ Dumbolik regista visionario, qui c’è del genio.
Anch’io mi sento offeso (a prescindere) da un film su Barbie.
Mai quanto dal cambiamento della barba di Momoa nel finale di Fast X, però.
Dai che Barbie lo andate a vedere alla fine, quasi tutti, di nascosto ma lo fate. Detto questo io l’ho visto e devo dire che è un film con un inizio, una parte centrale ed un finale, molto prevedibile soprattutto perchè la furba Greta strizza l’occhio a Pinocchio… già,già,già.
Che altro è un film sul capitalismo ( leggasi patriarcato) che è stato prodotto da una delle più grandi compagnie capitalistiche che produce giocattoli di plastica, distribuito da una major capitalistica la Warner Bros e con un cast stellare che funziona, tutto qui… incasserà un miliardo di dollari come minimo, il resto è appunto capitalismo.
ma sticazzi di Barbie…sta alla (presunta) critica sociale/femminismo ecc chiamatela come volete come il Joker con Joaquin Phoenix al disagio mentale e all’emarginazione…due ciofeche puramente commerciali acchiappafessi ..da una parte il tuttorosa dall’altra il tuttomatto…chiudendo la polemica non richiesta tra me e il sottoscritto (cit) …un film con una ragazza sovrappeso protagonista che fa cose brutte è una perla rara…si vedrà
Ero già corsa a vederlo, anzi no perché l’ho visto in originale con sub. Definizione azzeccata quella nel post: film necessario. Nel mondo occidentale, essere donna, brutte e grasse è una delle condizioni peggiori che possano capitare. Parlo per esperienza personale? Beh, mi scoccia doverlo ammettere, si, parlo per esperienza personale.
“Grassa” significa grassa. Ma “Brutta”?
“Brutta” è soggettivo.
Ho conosciuto (e conosco) alcune ragazze “grasse” che piacevano eccome.
Temo tu abbia ragione. Essere brutto e grasso è decisamente spiacevole per un uomo, per un ragazzo ancora di più. Ma mi sa che per una donna è cmq peggio.
Si tutto bello il MESSAGGIO e il TEMA del film, ha anche delle discrete idee visive secondo me, ma poi ha un enorme ostacolo chiamato sceneggiatura: succedono una tale quantita’ di scempiaggini non credibili fatte accadere da Stereotipo 01 e Stereotipo 02 che francamente mi buttano giu’ violentemente tutta la struttura.
Enorme occasione sprecata.
Andate a vedere Barbie, ci sono un sacco di bicipiti esposti.
Ho appena finito di vedere il corto da cui è stato poi sviluppato il film, e non mi è sembrato male. Effettivamente fa sperare in un horror né manicheo né didascalico.
Film in sala è una parola grossa. La distribuzione di cinema genere quest’anno è semplicemente vergognosa, puntano su un blockbuster a settimana che con quelli delle settimane precedenti occupa militarmente ogni fottuta sala. A culo sono riuscito a vedere La maledizione della Queen Mary prima che venisse inghiottita dai flutti (eheh), non solo non me ne sono pentito ma vorrei roba del genere fissa anche nella sala peggiore di una catena una volta a settimana.
Questa settimana esce anche un film horror italiano credo a tema-licantropi che non sembra male dal trailer. Titolo “Hai mai avuto paura?” (ecco, titolo forse rivedibile), forse una possibilità gliela concedo
Data la dizione degli attori nel trailer, anche no.
@Vandal: il ragazzino protagonista se non sbaglio è lo stesso di “The Nest”
Cerdita-Piggy merita la visione.
Di Barbie mastigrancazzi.
Visto The Channel un riuscito film di serie b ,anche se non sembra , a metà fra The Heat e The Town.
La tagline “non ti conviene farla arrabbiare” è veramente un’idiozia studiata a tavolino per farti credere che siamo di fronte ad un horror con un’adolescente obesa come nuovo villain.
In realtà, il vero orrore è mettersi nei panni di questa ragazzina (strepitosa Laura Galan, che tra l’altro ha 37 anni): l’inferno che sta vivendo fa passare in secondo piano qualsiasi efferatezza e pure le imperfezioni del film.
Azzeccato il parallelismo con Soft & Quiet.