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Occupy Distributori Italiani: Freerunner – Corri o muori

Jean-Luc Merenda
di Jean-Luc Merenda | 13/07/201225

Intro di Nanni Cobretti
Non c’è bisogno di vedere Freerunner, un film americano dell’anno scorso uscito in tutto il mondo direttamente in dvd tranne in Italia in cui esce oggi IN SALA, per incazzarsi a morte.
Avete capito bene.
Freerunner esce in sala in Italia, The Raid (ancora) no.
Freerunner sì, Undisputed 3 no.
Freerunner sì, Blood & Bone, Black Dynamite, The Loved Ones, Human Centipede… avete capito.
Non c’è nessuno di famoso in Freerunner, a meno che per voi non sia famoso il protagonista di Never Back Down. E no, a meno che non siate di East London nemmeno Danny Dyer è famoso.
Qual è l’aggancio quindi, il selling point?
Andando per esclusione, rimane il parkour.
Yep. È un film sul parkour, una roba che era già passata di moda quando Freerunner era tipo al secondo giorno di stesura dello script.
Ci tenevo a lamentarmi personalmente di questa cosa, ma essendo Jean-Luc Merenda l’unica persona in tutto l’Universo Mondo – David Belle incluso – a cui concedo di essere appassionato di parkour, la patata bollente è toccata a lui.
Abbracciatelo.
Occupy Distributori Italiani.

—

Credo sinceramente di non appartenere alla generazione giusta per poter valutare esteticamente Freerunner – Corri o muori, parkour-movie con Sean Faris, il Tom Cruise 2.0 (sembra davvero un upgrade – oltretutto il film finisce come Il socio), già prolet-boy apprezzato in Never Back Down.
È una questione anagrafica. Come direbbe Dennis Farina nel Codice del Silenzio, “Sono troppo vecchio per questa merda” (chissà se era lui, forse me lo confondo con quello che assomigliava a Dennis Farina in Vivere e morire a Los Angeles, il partner di William Petersen, quello che all’inizio si prende una fucilata in faccia dal killer di Masters) – intendendo per merda non questo tipo di film ma la fatica del decifrare i codici estetici sempre più veloci e sovrapposti che mi attraversano e a cui do risposte sempre più distratte, avendo attenzioni più marcate per estetiche che invece mi appartengono per età raggiunta, ovvero per abitudine. È una bella fatica in altre parole star dietro alle metamorfosi ed evoluzioni dell’estetica pop se non sei un professionista. Ho figli, il che un po’ mi aiuta, ma si finisce sempre con lo stigmatizzarne scelte e comportamenti con parole un po’ generiche. Una in particolare, “Narcisismo”, che vuol dire tutto e niente (perché io che mi metto a quarant’anni le magliette aderenti e bevo una spremuta di 3 limoni ogni mattina a digiuno per asciugare gli addominali non sono narcisista? E Stallone che si fa piallare l’ombelico?).
Temo che dietro la mia incapacità di valutare l’istantanea transizione dell’estetica audiovisiva, l’iperstratificazione tra cinema low budget, videogioco, video YouTube, soap opera, reality/talent show, spot Nike, Disney Channel, melodramma, fumetto, street-musical e MTV ci sia, lo ammetto, anche un po’ di disinteresse. Non so se per rinuncia (spero di no), rassegnazione (credo di no), accettazione (forse sì) o raggiunta saggezza taoista (temo purtroppo di no) ma l’estetica urban fintamente sporca e sempre cool, il look urbano, il ritmo hip hop della colonna sonora, i nonni smart all’ospizio che seguono il freerunning via Internet, le tette rifatte, le principesse gnocche, i giovani ribelli con voglia di emancipazione che poi magari saccheggiano Londra per gli iPhone, il look metrosexual tra Trainspotting e Dolce & Gabbana, l’ambiguità tra ostentazione di comportamenti da teppisti (ehi, punk!) e la conservazione dei valori tradizionali (la famiglia!), ecco di tutta questa estetica non so esattamente cosa farmene. E quindi mi scorre davanti agli occhi “come lacrime nella pioggia” (Roy Batty, Blade Runner, op. cit).
Quello che però ancora una volta mi colpisce in film come questi è che le tematiche che toccano e l’energia che sprigionano vanno al di là di ogni possibile giudizio estetico o narrativo specifico, e toccano corde – involontariamente quanto si vuole (ma è questa per me l’essenza dell’immaginario cinematografico, l’appartenenza a e l’espressione di un immaginario complessivo, in altre parole l’espressione di una civiltà che si racconta) – di un immaginario ben più ampio. Sono come la definizione della mente che preferisco: “Un campo di energia racchiuso in un campo di energia più vasto”.
Perciò non posso far altro che procedere per suggestioni, invitandovi ad aggiungere le vostre per ricomporre, riraccontare e riattingere insieme a questo campo di energia più vasto.
Prima di partire per la tangente direi però che il film, anche se vi farà cagare, non potrà deludervi programmaticamente, perché tiene fede al titolo. Si corre, si vola, si salta, si è liberi.

  • L’ossessione della velocità è per me riassunta nella strepitosa canzone cantata dalla donna più bella in quel momento della storia del cinema, Diane Lane, nel rock-urban-musical Strade di Fuoco. È un pezzo dei Fire Inc., Nowhere Fast, che dice più o meno: “Tutti quanti non vanno da nessuna parte lentamente/Non c’è niente di sbagliato nel non andare da nessuna parte/ma noi dovremmo andarci veloci”.
  • “Joe, se vai più veloce torniamo indietro nel tempo” (Jimmy Dix, L’ultimo Boy-Scout)
  • Mi sono sempre chiesto se il Walker di Paul Walker sia un cognome o un epiteto. Paul “Piè veloce”. Possibile che uno che si chiama Paul Walker abbia veramente quel fisico e faccia veramente film che si chiamano Fast and Furious e Running? O Paul Walker in realtà non esiste o Dio in realtà esiste.
  • “I’m running out of time” (Jack Bauer, 24, praticamente in ogni episodio)
  • In Speed Keanu Reeves non ha neanche il tempo per sedersi sull’auto della polizia: parla col capitano aggrappato fuori, in piedi sul predellino.
  • “Ho bisogno di tempo, datemi sessanta secondi” (Mickey Rourke, Double Team)
  • Di Speed vorrei citare una delle battute più belle della storia del cinema.
    Keanu Reeves: “Tu sei pazzo.”
    Dennis Hopper: “No, i poveri sono pazzi. Io sono ECCENTRICO!”
  • È ovviamente quello di Hong Kong il cinema più veloce di tutti i tempi. Il parkour unisce la corsa al volo – Flying bodies – ed è in questo senso una prosecuzione di Hong Kong con altri mezzi. Chi è allora il primo eroe del parkour? Jackie Chan!
  • Su Freerunner: L’implacabile (The Running Man) – con i collari esplosivi e il gioco televisivo – e La lunga marcia – ne resterà solo uno dopo una gara di corsa all’infinito – mi sembrano le suggestione fantastiche più riconoscibili. Il Re Stephen King non sbaglia un colpo (suoi entrambi i romanzi), forse però regista e sceneggiatore hanno visto il film con Schwarzenegger. Il film The Running Man deve poi tutto, molto più che a Rollerball, a Endgame – Bronx lotta finale dell’immortale Aristide Massaccesi. Il miglior collare degli ultimi anni resta invece quello di Danny the Dog.
  • In Raggiunsero il traghetto di Carl Theodor Dreyer una coppia in moto deve arrivare in tempo per prendere il battello. Cercano di superare ad altissima velocità un camioncino. Mentre lo stanno superando si accorgono che alla guida c’è la morte. Si sfracellano contro un albero. Il cortometraggio finisce con il traghetto che traina due bare. Correte con prudenza.
  • La grande stagione della velocità cinematografica a Hollywood, oggi conclusa (nel senso della portata innovativa che racchiudeva), è segnata dallo sbarco di registi e attori hongkonghesi a Hollywood. John Woo è il più maestoso ma il più grande, il vero teorico, è Tsui Hark. Tsui Hark ha posto la parola fine alla grammatica cinematografica della velocità con Hong Kong colpo su colpo (vi ricordate la gara di risciò a ritmo di dinamiche grottesche, traiettorie antigravitazionali e scarpe taroccate Puma?): il mondo tecnologico si muove a ritmi così forsennati che il povero Van Damme non può far altro che restarsene immobile, trascinato alla deriva sulla pura superficie dei segni.
  • Su Freerunner: ormai siamo condannati al tema dei milionari che scommettono per godere delle sofferenze degli altri o per noia. Da Hostel a William Hill a Buffon è il criptotema del mondo contemporaneo.
  • “What do we do now?”
    “WE RUN!” (Michael Scofield, dopo aver elaborato un piano macchinosissimo ed essersi fatto tatuare su tutto il corpo duecento mappe e simboli complicatissimi per fuggire di prigione, non gli resta che correre. Sarà un idiota? – Prison Break, ultima scena prima stagione)
  • Su Freerunner: complimenti alla controfigura di Sean Faris.
  • 127 ore di Danny Boyle. Che film ragazzi. I primi 20 minuti vanno a tavoletta, James Franco che riempie le borracce ai 200 orari, va in macchina, in mountain bike, di corsa, nel deserto, tra le rocce. Poi il masso e la mano bloccata. La corsa di Trainspotting, finita, per sempre.
  • Su Freerunner: “Sulla carta sembra una specie di Battle Royale col parkour” (Nanni Cobretti*)
  • Il momento più struggente sulla corsa della storia del cinema? Eccolo…
    “Cos’hai nelle gambe?”
    “Molle. Molle d’acciaio.”
    “A cosa ti serviranno?”
    “A farmi correre.”
    “E come ti faranno correre?”
    “Sempre più veloce.”
    “Sempre più veloce come ragazzo?”
    “Veloce come un leopardo.”
    (Gli anni spezzati. In sottofondo l’Adagio di Albinoni)

Il volo, la corsa, la danza, la leggerezza subatomica dell’era digitale: il parkour-movie ne è l’epitome, viva il parkour-movie!

DVD-Quote

“Comunque una mezza cagata”
Jean-Luc Merenda, i400calci.com

>> IMDb | Trailer

* al riscontro pratico sappiate che personalmente piuttosto che questo mi riguardo The Hunger Games, e ho detto tutto (Nanni)

Jean-Luc Merenda
Autore del post: Jean-Luc Merenda
"Ridi se vuoi, pagliaccio, con tutto il disincanto postmoderno"
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tags: danny dyer freerunner lawrence silverstein occupy distributori italiani parkour sean faris

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25 Commenti

  1. valerio 13/07/2012 | 07:54

    è venerdì 13 oggi, almeno un pensierino

    Rispondi
  2. piermatteo 13/07/2012 | 08:01

    non vorrei dire una cazzata, ma mi embra che la musica in sottofondo quando mel gibson corre ne “gli anni spezzati” sia qualcosa di jean michel jarre…

    Rispondi
  3. Klimt Eastwood 13/07/2012 | 09:07

    i distributori italiani hanno rotto veramente il cazzo, l’astio aumenta in questi giorni in cui mi sta salendo una fotta del diavolo per l’ultimo Batman, che noi facciamo uscire per ultimi al mondo (persino in Indonesia e in Bosnia esce prima, porco il cazzo).
    Poi dai, ho sempre il dente avvelenato per Prometheus, che ormai mi sono visto sullo schermo del portatile (e giù moccoli) perché “la fantascienza non tira, puppati sto film sul parkour”.
    The Loved Ones nulla, The Raid nulla.
    Ma andate in culo

    Rispondi
  4. Attila 13/07/2012 | 09:17

    Io non ho un buon rapporto con il parkour, anche se è andato fuori moda 2 anni fa…

    http://azureriver.blogspot.it/2010/03/parkour.html

    Cordialità

    Attila

    Rispondi
  5. Anakin Rossi Stuart 13/07/2012 | 09:30

    @ Klimt: Prometheus adesso hanno deciso che lo fanno uscire a settembre… la gente si lamenta e gli danno un contentino patetico…
    Stendiamo un velo pietoso su Batman… io ci credevo… Il Cavaliere Oscuro l’avevano fatto uscire in contemporanea mondiale… bastardi…

    Rispondi
  6. Phoenix 13/07/2012 | 09:37

    Sta rece non mi è piaciuta: 1/3 sulla distribuzione, 1/3 troppo astratta su Jean-Luc che dice che non riesce a comprendere l’estetica e invita a lasciarsi suggestionare, 1/3 su cose a caso relazionate con la velocità. Preferivo solo la dvd quote a sto punto… Anche perchè sul film, per quanto possa fare schifo, non ci ho capito quasi nulla.

    Mirror’s Edge non era male cmq ahah. Secondo me moda o no si può ancora sfruttare bene se c’è qualcosa da dire, cioè chissenefrega dopotutto. Però molto probabilmente fa meno effetto e annoia di più rispetto a gente che si mena o muscoli enormi o gente che si atteggia con facce da cazzo, a prescindere poi dagli altri contenuti del film. Forse funziona meglio come elemento di contorno, anche di un film di altro genere.

    Rispondi
  7. Momo d'Arabia 13/07/2012 | 09:56

    Ahi ahi sig. Merenda, lei mi cade sull’Arma Letale!!!

    “I’m too old for this shit” – Roger Murtaugh

    Rispondi
  8. Jean-Luc Merenda 13/07/2012 | 10:01

    Sono troppo vecchio per queste rece.

    Rispondi
  9. Jean Pieri 13/07/2012 | 10:12

    @Momo d’Arabia: http://www.5min.com/Video/Im-Too-Old-For-This-Shit-517294733

    comunque il film, boh, mi sa che lo lascio li dov’è
    ma una curiosità: il trucco dei limoni al mattino funziona veramente?

    Rispondi
  10. Jean-Luc Merenda 13/07/2012 | 10:23

    D-a-D-i-o.
    Invece ho provato un altro suggerimento dal personal trainer David De Angelis: dai 3 agli 8 g al giorno di pepe di cayenna – dice trasformarti con l’alcaloide Capseicina (http://www.my-personaltrainer.it/integratori/capsicina-capsaicina.html) in una macchian bruciagrassi! Da mettere nello yogurt e/o in due bicchieroni di latte suggeriva (cosa difficile visto che il latte non lo bevo). Ho provato ma sconsiglio. A parte la difficoltà di gestire il pepe di cayenna (bustine biologiche, ti resta sulle dita, ti vanno a fuoco gli occhi se involontariamente ti tocchi, insomma va trattato con guanti da chirurgo), finisce che sovraccarica i reni. Ho provato invece a sostituire il pepe di cayenna con peperoncino biologico: mi sembra meglio. Non affatica i reni, non è così devastante da gestire, è più leggero e “commestibile”. Al di là dell’aspetto puramente bruciagrassi è stato interessante il suggerimento per utilizzare le spezie fuori contesto “condimento”, sfruttando appieno le loro mirabolanti specificità: antisettiche, antireumatiche, depurative etc.
    Lo so che col cinema non c’entra niente ma diavolo, TUTTO è cinema!

    Rispondi
  11. Jean-Luc Merenda 13/07/2012 | 10:26

    Comunque “Sono troppo vecchio per questa merda” meriterebbe un’antologia a parte.

    Rispondi
  12. g 13/07/2012 | 10:30

    Minchia le vette liriche, Joe D’Amato e Dreyer, la riflessione sul narcisismo…tanta roba, grazie

    Rispondi
  13. Loris 13/07/2012 | 11:32

    Ho visto il trailer settimana scorsa prima della proiezione di “Chef”: il mio giudizio è che non ha senso andare a vedere al cinema quello che puoi vedere su YouTube :D . Mi ha fatto ridere il titoletto “Senza protezioni” come se i combattimenti nei film fossero “veri”. Da menzionare Ryan Doyle, membro del team Red Bull e vincitore di un paio di edizioni del Red Bull Art of Motion. Nel film recita, ed è il coreografo parkour. E’ anche il fight choreographer, direi purtroppo, perchè, dalle poche sequenze che passano nel trailer, i fights non sono proprio interessanti.

    Rispondi
  14. Doppiaggi Italioti 13/07/2012 | 11:50

    “Occupy distributori italiani”, buona idea.

    Rispondi
  15. kruaxi 13/07/2012 | 11:56

    La rece mi ha fatto venir voglia, anzi, mi ha obbligato, a mettermi seduto buono buono, in pace, fermo, assolutamente fermo…

    Rispondi
  16. Nanni Cobretti 13/07/2012 | 12:14

    È una cosa francamente inguardabile, su tutti i livelli. La sagra del “vorrei ma non lo so fare e mi esce malissimo”. Tipo che i personaggi sono caratterizzati solo dall’etnia (l’italiano), il berretto (il texano) o entrambi (l’arabo), e comunque parlano tutti con lo stesso accento camuffato male. E in cui il ruolo del cattivo, che normalmente verrebbe affidato a un veterano economico che inevitabilmente si mangia il film di pura esperienza, viene invece dato a un imbarazzante Danny Dyer che finisce per affossarlo definitivamente. E le scene d’azione sono eccitanti quanto un’inquadratura sul pubblico di TRL. E da noi è in sala.

    Rispondi
  17. Momo d'Arabia 13/07/2012 | 12:33

    @gianpieri

    grazie, questo video ridisegna nel mio immaginario il concetto di “questa mmerda”… LOLLONI veri al minuto 02:59 con Robin Hood della Disney

    @ Jean-Luc

    “L’uso analgesico della capsaicina è noto da anni, tanto che in Cina si usava strofinare estratti di peperoncino sullo scroto degli eunuchi prima della castrazione.” E lo script è servito…

    Rispondi
  18. Naccio Jai Fox 13/07/2012 | 13:16

    Bella rece! Molto interessante.
    Ma di Banlieu 13 non ci dici niente?

    Rispondi
  19. udokier 13/07/2012 | 17:55

    Diane Lane in Streets of Fire m’ha rovinato l’infanzia.
    Ma proprio tanto.

    Rispondi
  20. Cleaned 13/07/2012 | 21:27

    Una punta di parkour negli action ci sta sempre bene. Ma un film intero solo su questo argomento basta si.

    Rispondi
  21. Bad Hat Harry - Piotta 13/07/2012 | 23:18

    Non ho parole Merenda. Sono commosso. Siamo alla mitogenesi.
    Chapeu.

    Rispondi
  22. Rainer Werner Fassbender 15/07/2012 | 11:22

    Personalmente condivido completamente il giudizio sul parkour (o quel che è) nei film action dato da Punisher war zone http://m.youtube.com/watch?v=P35eZvHwDs8

    Rispondi
  23. Jean-Luc Merenda 15/07/2012 | 21:57

    Comunque dice tanto di Batman e non di dice niente del vero successo della stagione (scommettiamo?), The Bourne Legacy, piazzato il 14 settembre.

    Rispondi
  24. Michael Jail Black 16/07/2012 | 07:05

    Qi la domanda sorge spontanea: ”Non chi è, ma Perche’?!”

    Rispondi
  25. Mammifero Bipede 16/07/2012 | 14:18

    “condannati al tema dei milionari che scommettono per godere delle sofferenze degli altri o per noia”

    “Una Poltrona per Due” – John Landis, 1983

    Rispondi

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