In occasione del suo 40esimo anniversario, vi abbiamo raccontato del seminale Superman di Richard Donner e dei suoi tre sequel, incluso lo spin-off Supergirl. Ma com’è proseguito il rapporto tra il cinema e i fumetti dopo quel rivoluzionario successo? Scopritelo con la nostra rubrica #EroiDiCarta.
Se gli anni 90 potessero parlare, direbbero cose come “tosto”, “sballo”, “mondo pizza“, ma anche “non c’è di che per le canotte oversize e i pantaloni a vita bassa” e soprattutto “scusate tanto se siamo arrivati con 25 anni di anticipo”. Di questo sono assolutamente convinto e un film come The Shadow è forse l’esempio più lampante in termini di cinematografia dei supereroi.
È il 1994 e la gente sta ancora guardando al successo di Batman del 1989, grattandosi la testa e chiedendosi cosa li abbia colpiti. Hollywood entra in una frenesia che, col senno di poi, chiameremo prima ondata del cinecomics: nessuno ha ancora ben chiaro cosa bisogna fare per replicare il successo di Batman, ma è assolutamente tassativo farlo. Nel corso di circa un decennio usciranno una quantità di film, molti di più di quanti ne ricordiamo, che si avventurano ognuno a modo proprio nella landa inesplorata e, all’epoca, ancora tacciata di sfiga atomica, che è il mondo dei supereroi alla ricerca della formula perfetta. Tre sono le tappe particolarmente importanti per il nostro discorso:
- 1990: Sam Raimi mette gli occhi su The Shadow, personaggio pulp degli anni 30, universalmente riconosciuto come fonte di ispirazione per Batman (su questo ci torniamo tra un attimo), ma non riesce a ottenere i diritti per farci un film. Ripiega così su un supereroe di sua invenzione che mischia tratti appartenenti alla mitologia di The Shadow con suggestioni proprie del cinema horror. Nasce Darkman, che è un discreto flop commerciale, ma un cult tenuto ancora oggi in grandissima considerazione. Ne avevamo parlato qui.
- 1992: esce il seguito di Batman, Batman Returns. Ha successo, ma non quanto il primo capitolo — costa quasi il triplo e incassa la metà — e soprattutto è un cazzo di manifesto sulla rivincita dei freak, devianze comportamentali e feticismi vari, dimostrando allora e per sempre che se vuoi un blockbuster estivo per tutta la famiglia, Tim Burton non è il tuo uomo.
- 1992-1995: va in onda la serie animata di Batman, creata da Bruce Timm, Paul Dini e Mitch Brian. Ispirata al film di Burton, in poco tempo lo sorpassa e lo doppia, diventando una delle migliori trasposizioni di Batman di sempre, forte di una serie di trovate stilistiche e di scrittura che lasciano a tal punto il segno da diventare parte del canone del fumetto.
Su questi tre pilastri si poggia la genesi di The Shadow, un cinefumetto che non si limita a capitalizzare sul successo di Batman, ma fa tesoro della lezione di ciò che è venuto dopo, scegliendo di adattare l’unica storia venuta prima.
Il The Shadow originale, dicevamo, nasce negli anni 30 come voce narrante di uno show radiofonico e poi come protagonista di una quantità sterminata di racconti pulp. Non solo è la principale fonte di ispirazione per Batman, ma lo si può tranquillamente considerare un primissimo esempio di pre-supereroe: agisce di notte, combatte il crimine mascherato, utilizza diverse identità segrete, tra cui quella di un ricco playboy scansafatiche, possiede una gamma di superpoteri “appresi durante i suoi viaggi in oriente” e può contare sull’aiuto di una serie di sidekick. Portarlo al cinema è praticamente un gol a porta vuota e non possono nemmeno accursarti di aver copiato Batman!
Il ruolo del protagonista, un giustiziere mascherato che comunica unicamente con gli occhi e con la voce, viene affidato alla voce più calda e agli occhi più magnetici della Hollywood negli anni 90: Alec Baldwin. La sceneggiatura è della superstar dei blockbuster d’autore David Koepp (Jurassic Park, Mission Impossibile, Spider-man), che gioca sulla tagline dello show radiofonico — Who knows what evil lurks in the hearts of men? The Shadow knows! — e immagina che The Shadow conosca il male che alberga nel cuore degli uomini perché è lui stesso un uomo con un passato criminale e che lotta costantemente con il proprio lato oscuro. E proprio come il suo eroe, anche il regista è un uomo dal passato oscuro in cerca di redenzione: Russell Mulcahy è uno dei più influenti registi di videoclip degli anni 80, ma dopo aver sfiorato il successo con Highlander ha visto la sua carriera polverizzarsi a causa di Highlander II. Deciso a rimettersi in carreggiata senza pestare i piedi a nessuno, fa esattamente questo: si rimette in carreggiata senza pestare i piedi a nessuno. The Shadow è un film dalla sceneggiatura semplice e un cast azzeccato, pieno di buona volontà, ma scevro di qualsiasi ambizione, complessità, vezzo autoriale o lettura psicanalitica. Praticamente è un Marvel movie con 14 anni di anticipo.
Tutto ha inizio nell’estremo oriente, dove un signore del crimine sospettosamente occidentale viene costretto da monaci tibetani in missione per conto del Buddha ad apprendere le arti mistiche per fare ammenda dei propri peccati. Due didascalie dopo sono passati sette anni e quell’ex signore del crimine ora è un giustiziere mascherato che pattuglia New York grazie a vari poteri psichici, il dono dell’invisibilità e l’unico tassista al mondo che arriva quando lo chiami. Un’intera origin story in sette minuti, dove metto la firma per averla anche oggi?
Le cose si complicano quando un altro player arriva in città: è l’erede di Gengis Khan (because why not) e ovviamente vuole conquistare il mondo. Possiede gli stessi poteri mentali di The Shadow, avendo ricevuto lo stesso addestramento, ma una conoscenza del bon ton evidentemente inferiore. Per questo motivo, credo, si fa costruire una bomba atomica da Magneto e Tim Curry e la usa per ricattare i governi mondiali.
In una New York vagamente dieselpunk e quasi interamente disegnata, The Shadow dà battaglia alla sua nemesi e a un esercito di soldati mongoli a cui nessuno, inspiegabilmente, sembra fare caso, mentre la polizia dà sfoggio di rara incompetenza e un love interest di dubbia utilità si installa a casa sua e, essendo una donna, fa tutto il contrario di quello che lui le chiede.
The Shadow non brillerà per l’incisività della sua sceneggiatura, ma non sono molti i film in cui uno spettatore può vivere la singolare esperienza di vedere il cattivo scappare a bordo di un sidecar o costringere un marinaio a suicidarsi per aver fatto un commento omofobo.
Allo stesso tempo, colpisce per messa in scena e intuizioni visive, grazie a costumi e scenografie che ne fanno praticamente l’adattamento live action del Batman animato, una colonna sonora che saccheggia i motivetti orchestrali di Danny Elfman, effetti speciali e soggettive tutte pazze alla Sam Raimi. Per non parlare della resa dei conti, che omaggia il finale di La signora di Shanghai ma con il guardaroba di Matrix.
È facile scambiarlo per un clone mal riuscito di Batman, ma The Shadow è un film con una sua personalità e un suo senso. Soprattutto è il prototipo, con qualche angolo da smussare, di ciò che diventerà lo standard del superhero movie negli anni 10: cartoonesco, non problematico, onesto nel suo essere spesso sopra le righe e indirizzato a un pubblico con poche pretese, se non quella di divertirsi per un’ora e mezza (ecco, una cosa che non aveva indovinato è che oggi se i cinecomics non durano quattro ore sono dei mediometraggi). All’epoca fu un mezzo fiasco al botteghino e venne stroncato dalla critica, ma all’epoca, vale la pena ricordarlo, ci vestivamo con le canotte oversize e i pantaloni a vita bassa
VHS-quote:
“Il primo emozionante capitolo del Pulp Cinematic Universe!”
Quantum Tarantino, i400calci.com
Maró che ricordi…. Visto al cinema mi lasciò quel gusto di quasi trash ad alto budget, poveva essere ma non è stato (come la carriera di praticamente tutto il cast presente).
Comunque rimane stracult Turba, che ancora oggi sogno di poter richiamare col battito di mani….
Visto a suo tempo. Carino ma non proprio una bomba di ritmo!! All’epoca almeno Alec era caruccio e non la versione omino Michelin di oggi…Capisco l età ma ci può conservare meglio.
(molti) anni dopo, New York avrebbe chiamato ancora…
Classico effetto da “credo di averlo visto, ma non me lo ricordo”.
Vale anche per qualche Marvel recente, a dirla tutta.
Idem
+1
Almeno per me vale per un buon 75/80% dei Marvel
Lo cito spesso nei commenti e sono contento che lo abbiate finalmente recensito.
Per me film stilosissimo che riassume come pochi altri l’estetica di quegli anni.
Ah, e non stonano per nulla le parentesi di commedia rosa tra Baldwin e la Miller, con quasi 15 anni di anticipo rispetto a Robert Downey Jr. e la Paltrow in Iron Man (che quindi non hanno inventato nulla).
Credo che al botteghino abbia scontato il personaggio di nicchia, si parla di un’epoca in cui i cinecomics a parte i Batman burtoniani non erano una forza di mercato (Il Corvo ebbe successo ma molto si deve anche all’onda emotiva scatenata dal dramma di Lee).
In diverse scene si sforza di rispettare anche le origini pulp del personaggio.
Insomma, un film cult per eccellenza
Nel 99 me lo sono visto e rivisto più di 99 volte. Per me un cult assoluto!!! Guardatelo tutti!!! RAI RAI MEI!!! RAIRAI MEI!!!!!
Me lo ricordo ancora oggi volentieri.
Un film BEN FATTO, verrebbe da dire.
Bella l’ambientazione, personaggi costruiti ad hoc ed una trama davvero niente male.
Ad avercene, di film cosi’.
A dimostrazione del fatto che non c’e’ niente di meglio di un cattivo che passa dalla parte dei buoni.
Mi permetto:
Nicolas Cage
nel ruolo di
Christian Bale nel ruolo di Bruce Wayne
Filmetto che riguardo sempre volentieri. E poi cazzo Alec Baldwin spacca di brutto sempre e comunque.
Peccato per Russell Mulcahy aveva fatto una specie di Lo Squalo sul deserto alla Mad Max con un cinghiale gigante, Razorback, un’ottimo film con Denzel Washington e John Litghnow cattivo e Ice T nel ruolo di spacciatore, Verdetto Finale e pure un dei migliori capitoli di Resident Evil il terzo.
Tra l’altro in Shadow c’è una stess inquadratura usata anche in Highlander 2 quella del treno che passa sulla sopraelevata.
E non scordiamoci di quella bombetta di Silent Trigger, uno dei migliori film del Dolph primo periodo
Ah, e l’idea che una volta che ti salva tu entri a far parte della rete di aiutanti e informatori dell’Uomo Ombra è fighissima
Esatto, all’epoca adorai questo dettaglio.
Gran bel film, atmosfere noir bellissime, le musiche, il mistero, palazzi invisibili.. all epoca un po troppi momenti humour forse, ma mai quanto ora coi marvel..
Cmq lo riguardero piu che volentieri appena mi capita!
da piccolo lo confondevo col bambino d’oro…comunque da riscoprire sicuramente, merita…
che batman sarebbe stato baldwin, eh…?
Io l’ho visto solo un paio di annetti fa, vista la fama men che pessima che mi sembrava circondarlo: e invece concordo con la recensione.
Sgangherato, divertente e spedito cinecomic della prima generazione (anche se tecnicamente The Shadows non era un fumetto).
Confrontandolo con prodotti affini e dall’ambientazione altrettanto “vintage”: meno anonimo e innocuo di “Rockeeter”, meno visivamente spettacolare ma anche meno scemo del “Dick Tracy” di Warren Beatty, e, si’, per me forse un pizzico piu’ divertente del pur ovviamente migliore e molto simile “Darkman” di Raimi.
Il difetto di fondo e’ che appunto trasforma The Shadow in una specie di imitazione di Batman, e The Shadow non era un supereroe, ma un personaggio sulfureo e invisibile, piu’ affine a personaggi come Fantomas e Diabolik, il cui agire era misterioso e inquietante tanto agli occhi dei cattivi quanto dei lettori. Qui invece ovviamente lo si deve mostrare quasi sempre in scena e quindi lo si normalizza e rende molto piu’ politicamente corretto di quel che era: a tutti gli effetti un assassino giustiziere. Tutta l’ambiguita’ del personaggio viene risolta nel pur spassoso e canagliesco prologo.
Eppero’ il film riesce ad essere uno spasso per chi ama il pulp delle origini. Fedele al cinema degli anni 30, con quel senso di cinema un po’ teatrale e squiternato. La fotografia coloratissima e satura come le copertine dei pulp-magazine dell’epoca. A livello di “trama” frulla di tutto: la Mummia, l’Uomo invisibile, Fu Manchu, Mandrake, L’Uomo Ombra di Hammett. Il tipo di film che puo’ far impazzire gli amanti della verosimiglianza spaventati dai buchi di sceneggiatura, tra grattacieli invisibili, guerrieri mongoli in armatura che si aggirano tranquillamente per New York (ma in una scena si vede che e’ halloween o comunque si fa capire che c’e’ gente travestita in tutta la citta’), pugnali dotati di vita propria, personaggi con poteri soprannaturali semi-divini, bombe atomiche costruite da vecchietti svaniti, sette segrete che comunicano attraverso tubi pneumatici, e via pulpeggiando.
Oltre al Batman di Burton per me c’e’ parecchio del tono e dei colori di “Grosso guaio a Chinatown” (la risoluzione finale e un’aperta citazione).
Il personaggio femminile per me e’ altro piccolo punto di forza. In genere nei cinecomic sono personaggi deboli e sbiaditi (si pensi anche alla Basinger del primo Batman di Burton), qui invece Penelope Ann Miller e’ sexi, moderna e simpatica, stile Jean Harlow.
Non mi esalta invece per nulla Baldwin, piu’ che un tenebroso giustiziere sembra un Bruce Wayne in languida attesa del suo Robin, ma bisogna ammettere che in originale ha la voce giusta, caratteristica fondamentale per il ruolo.
Cast di contorno di lusso: Peter Boyle, Ian McKellen e John Lone. Ma soprattutto Tim Curry, che in tre scene si mangia il film: nel scontro finale riesce a trasformare una sequenza semi-horror in una gag grottesca fenomenale.
Gli effetti in CGI sono agghiaccianti, ma chissenefrega, sono utilizzati con un tale sprezzo del pericolo che fanno il giro e diventano simpaticamente folli, un cattivo gusto che oggi ha il sapore dell’eccentrico.
Ecco, l’avessi visto ai tempi avrei spento dopo la scena del caminetto, oggi una scena cosi’ mi fa tenerezza.
Madonna furiosa quanto ho amato (e ancora amo) sto film.
Tutte le cose giuste al posto giusto, come ovviamente elencato dal pezzo.
Deduco che il prossimo sia un altro mio preferito ma ancora più sfortunato.
The Phantom.
(Occhietti a cuoricino)
Il vero progetto avengers…anni 30/40
The shadow
The phantom
Rocketeer
Capitanati da Dick Tracy.
Gary Oldman nel ruolo di Winston Churchill nel ruolo del commissario Gordon
APPOST
Ehm, Oppenheimer con la “e”. -_-
https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Oppenheimer
Piuttosto, a quando una recensione _vera_ di Sky Captain and the World of Tomorrow? ^_^
Bravo!
Ecco di chi mi ero dimenticato!
Nel 2012 uscì questa roba qui: http://www.i400calci.com/2012/11/la-memoria-del-pesce-rosso-sky-captain-and-the-world-of-tomorrow-kerry-conran-2004/
Ma io aprirei proprio un intero capitolo dedicato al “Dieselpunk”: https://en.wikipedia.org/wiki/Dieselpunk
Ah, questo lo noleggiai in videocassetta! Non ricordo peró praticamente nulla, mai più rivisto, solo un vago allora fanciullesco senso di “uhm si vabbè ok, next”.
L’ho visto un’infinità di volte da bambino nei passaggi tv, spesso (ricordo) capitava di sabato sera, e oggi so che i film passati il sabato in prima serata nei 90s sono come i calciatori mandati in campo a 5 minuti dalla fine mentre la squadra vince 5-0 in casa.
Ma era un ottimo film in cui non mi annoiavo mai, le cose succedevano e personaggi, costumi e oggetti riempivano lo schermo (e stiamo parlando di un cazzo di tubo catodico) facendosi ricordare. E qui casca l’asino, perché di tutte le marvelate che ho visto negli ultimi 10 anni non ricordo con affetto un solo dettaglio. Se riesco a trovarlo me lo rivedo volentieri.
Ok.io non ne sapevo manco l’esistenza quindi recupero.
Io tra le tappe fondamentali aggiungerei
1991
La Disney americana, sulla scia di Duck Tales e del nostrano Paperinik, sforna Darkwing Duck, un papero vestito come The Shadow, con una rogue gallery di cattivi ispirati a quelli di Batman e Spider-Man. Per un anno, prima di Batman TAS di Dini & Timm, è stata la serie animata col maggior numero di citazioni al modo dei supereroi (ricordo una puntata ispirata al Ritorno del Cavaliere Oscuro dove si cita l’incrocio “tra la Miller e la Varley”).
Basti dire che la sua frase di entrata è “Io sono L’OMBRA che svolazza nella notte…”
@Shu-Shá Più che altro, il vero nome di Darkwing è Drake Mallard, che ricorda Kent Allard, il vero nome di The Shadow. Lamont Cranston, come si chiama nel film, dovrebbe essere solo uno dei suoi tanti alias.
Un film onesto e per questo divertente.
Orgoglioso di averlo nella mia collezione privata.
Oh mamma l’hanno recensitoooooo. Io semplicemente ADORO questo film. Secondo me è congegnato benissimo e non ne sbaglia una. Un capolavoro sotto ogni aspetto, perfino quelli buffi. Cavolo, mi ricordo mezzo script a memoria! Questo per far capire a che livelli lo amo, e quante volte me lo sono rivisto.
Concordo. Faccio un appunto di moda.Forse intendevi cavallo basso. Nei novanta si usava la vita alta, che è tornata in auge negli anni 2000.😉
Sto guardando in loop la gif di Michelle: per ricevere una leccata del genere dalla Pfeiffer di oggi sarei disposto ad ammazzare qualcuno, figurarsi da quella di inizio anni’90…..
Un altro film visto probabilmente in uno, se non nel suo primo passaggio televisivo; mi ricordo che all’epoca ero nel mezzo dell’adolescenza e fu una vera figata, ma ad oggi forse ricordo solo una scene,dove gli sparano contro ma lui diventa tipo un ombra e i proiettili non gli fanno niente e poi si vede il protagonista che scazzotta i cattivi, ma non inquadrati, ma le loro ombre proiettate sui muri.
https://www.youtube.com/watch?v=FOSyYLL_of8
Beh, era un po’ diversa da come me la ricordavo, del resto saranno passati venticinque anni dall’ultima volta che l’avevo vista, tra l’altro avevo qualche ricordo di come poteva cambiare l’immagine o il suo volto per non farsi riconoscere, molto più reale che andarsene in giro con una maschera ed essere riconoscibilissimo.
Su Alec Baldwin c’è poca da dire, come attore d’azione doveva vedersela nei ’90 con i muscoli di Schwarzenegger, il carisma di Stallone e i calci volanti di Van Damme, quindi era fuori dal giro e come attore non d’azione, non era il massimo; anche se un po’ tutti nel 2000 gli vogliamo bene per l’interpretazione in 30 Rock, dove si è messo in gioco, ma forse anche lì non aveva molte altre “chiamate” dal suo agente.
bellerrimo.
la scena con tim curry che impazzisce con la bava alla bocca e si butta dalla finestra è sempre stata potentissima nella mia mente di ragazzino.
ma anche adesso dai.
(cazzo se avete ragione: stasera vado in birra e cito la trama senza dire titoli e nomi, scommetto 10-1 che mi dicono “batman begins!!!!!” pensando di aver capito tutto)
Nei mie ricordi avevo confuso questa scena, dell’ombra che sfugge ai proiettili di Tim Curry, con quell’altra che ho postato nel mio precedente commento.
Che Tim Curry poi si mangia il film non mi sorprende, l’ho visto qualche tempo fa che faceva la parte del cattivo in qualche puntata di Criminal Mind e praticamente asfalta tutto il resto del cast, del resto se la giocava con attori televisivi di secondo, terzo e quart’ordine, come mettere uno squalo contro delle sardine.
Mi unisco al coro film cult ed imprescindibile degli anni 90
Confesso di non averlo mai visto per cui, visti i numerosi commenti positivi e la spiegazione dettagliata, cerco di recuperarlo al più presto. Tra l’altro credo di averlo sempre confuso con “The Phantom” (citato da qualcuno più sopra), alias l’Uomo mascherato, mai visto neanche quello. Darkman invece sì, ed era una gran figata.
P.S. le didascalie mi hanno fatto pisciare sotto dal ridere!