Serve un motivo per fare una retrospettiva su William Friedkin? No. Ma noi ce l’abbiamo: il motivo è che non avevamo ancora coperto praticamente niente di suo. E quindi ora copriamo tutto. Seguiteci nel nostro nuovo, imprescindibile speciale: Le basi – William Friedkin.
Il contesto in cui Friedkin arriva a dirigere The Hunted- La preda, è abbastanza cupo.
Gli anni novanta lo vedono protagonista di una infilata di delusioni, pellicole che non sono andate bene sia per critica che, soprattutto, per botteghino: da L’albero del male, nel 1990, fino a Regole d’onore nel 2000, passando per i disastrosi Basta Vincere (1994) ma soprattutto Jade (1995), il decennio per Friedkin è all’ìnsegna del flop.
Una tornata di risultati così modesti, quando non deludenti, nella Hollywood dei grandi studios si traduce sempre in uno stigma che allontana già dal secondo flop, quando non dal primo, un regista dai grandi budget per molto tempo se non per sempre. Ma questo non accadde per Friedkin, che continuò invece a lavorare a Hollywood per dieci anni, con regolarità e fondi, ininterrottamente. Il perché di questa inspiegabile fiducia va rintracciato in un fattore molto specifico e per niente misterioso: sua moglie, Sherry Lansing, ai tempi al vertice della Paramount, che gli girava con regolarità ingaggi inspiegabili al di fuori del puro nepotismo. Più dello stigma del fallimento potrà quello della raccomandazione, causando al nostro una cattiva fama rinnovata a ogni uscita di un suo nuovo film, rendendolo una figura indigesta a Hollywood, dove negli anni novanta Friedkin è sostanzialmente un ex-bravo regista che fa brutti film unicamente perché glieli fa girare la potente moglie. Non è quindi in un contesto edificante che arriviamo agli anni duemila quando, nel 2003 e sempre grazie alla Lansing, Friedkin gira The Hunted – La preda.
“Quando Variety ha pubblicato la notizia che il regista veterano William Friedkin era stato assegnato a un nuovo film per la Paramount Pictures, le fronti si sono aggrottate a Hollywood. Non solo perché, in un’industria osessionata dall’età come quella cinematografica, è raro per un regista sessantanovenne ottenere un grosso ingaggio per uno studio, ma anche perché il signor Friedkin farà l’ennesimo film per lo studio dove sua moglie Sherry Lansing, è direttrice. Sembra essere troppo anche per una realtà intrisa di nepotismo come Hollywood!”
Sharon Waxman sul New York Times all’annuncio della lavorazione di La preda.
Aaron Hallam, ex forze speciali USA addetto a ogni sorta di lavoro sporco sul campo in teatri di guerra e ovviamente decorato per questi, una volta tornato alla vita civile diventa una creatura dei boschi che massacra i cacciatori, rei di non rispettare la preda e le regole della caccia come da lui intese, diventando un pericolo per la comunità e un imbarazzo per i suoi ex commilitoni, ora vertici della sicurezza nazionale, che interverranno con una caccia all’uomo per fermarlo e anche metterlo a tacere sul loro passato scomodo in Kosovo. In questa caccia all’uomo si frappone allora l’uomo che lo ha addestrato, il Tenente Bonham, che vuole fermarlo senza ucciderlo, in un misto di pietà e senso di colpa per averlo reso così.
L’assurdità della storia e di gran parte delle dinamiche, per tacere di alcuni personaggi, è trascurabile, in quanto l’unico elemento di interesse per Friedkin e per noi è l’ultima trattazione del tema dell’inseguimento da parte dell’autore che ha ridefinito il significato della parola nel cinema. Il film è infatti, sostanzialmente, una caccia all’uomo per tutta la sua durata, attuata inseguendosi in molti modi: a passo felpato nelle foreste e sgommando per le strade, nuotando nelle rapide e correndo a piedi. È probabile che Friedkin avesse l’idea di andare fino in fondo con il suo cavallo di battaglia per riscattare un decennio infausto, facendo più possibile quello che gli riesce meglio, su una scala e una gamma di variazioni inedite che però definirei più bulimiche che grandiose.
Il saldo positivo del film è nella caccia continua tra i due ex militari, con scene asciutte, ben girate, in set enormi usati con maestria, un cinema “fisico”, con una regìa che non nasconde nulla e non ricorre mai al digitale, una concretezza all’antica e purtroppo il saldo si esaurisce lì. Vedendolo non si possono infatti non notare le assonanze con troppi film, da Instinct a Il fuggitivo, da I guerrieri della palude silenziosa a Predator, fino ovviamente a Rambo; un gruppo di titoli in cui però La preda risulta un’arma spuntata, perdendo il confronto con praticamente tutti, pareggiando con alcuni solo sull’aspetto tecnico di cui sopra, ma senza mai avere un suo carattere distintivo.
Il confronto con Rambo risulta particolarmente impietoso: dove il film con Stallone usa il film d’azione per consegnarci una denuncia reale del PTSD e della condizione dei reduci del Vietnam, La preda fa il gioco dei film da cui Rambo voleva prendere le distanze, con la disumanizzazione del reduce, la macchina di morte bidimensionale da fermare, diventando invece più simile al libro, First Blood, da cui Rambo venne tratto e che Stallone volle accantonare. A poco servono gli iniziali flashback traumatici sul Kosovo per dare dignità di carnefice-divenuto-vittima di Hallam, così come la contrizione di maniera del suo ex istruttore, nessuno riesce ad avere la tridimensionalità necessaria a far fare al film il salto di qualità dal semplice action-thriller americano del suo tempo, ammantato da un pacifismo quasi di proforma ma a guardare bene saldamente radicato nella emergente cultura neocon del periodo, dove comunque la guerra così come l’eliminazione fisica del pericolo, sono un male necessario. E a latere, trovo, c’è un certo compiacimento per i soldati macchine da guerra, per l’addestramento estremo, per l’arsenale umano à la Punisher.
Curiosamente l’intento di Friedkin era però opposto.
“Ho deciso di ambientare il film dopo il Kosovo perché era la guerra più recente che combattemmo con gli Stati Uniti… Mentre era in corso la pulizia etnica nei villaggi in Kosovo la NATO bombardava pure lei questi piccoli villaggi, distruggendoli per salvarli, che era la stessa retorica folle che usarono in Vietnam”
William Friedkin sul commento al film negli extra del DVD
Purtroppo, oltre a esplorare poco e male questo discorso, nel film il “male per arrivare al bene” è comunque la soluzione del problema con Hallan, con tanto di citazione biblica sul sacrificio di Abramo a suggellarne la necessarietà; abbiamo quindi l’opposto di Rambo ma usando lo stesso tema, e le stesse due figure paterne/filiali con un rapporto che finisce all’opposto.
Riducendosi quindi a un pur discreto esercizio di stile, il film non brilla alla fine in nulla, intrattiene il giusto e si dimentica in fretta, nonostante attori come Benicio Del Toro e Tommy Lee Jones e nonostante William Friedkin alle prese con del materiale che poteva risollevare notevolmente il film se trattato con la profondità di cui lo sappiamo essere capace. Il film è evidentemente confuso sulle tematiche da seguire e sul come farlo, potrebbe essere perché era pensato come prequel per un altro film che poi non si fece e dovette diventare due film in uno, comprimendo i temi e gli eventi in un film solo, potrebbe essere legato a una fretta nel finirlo per evitare di incappare in un enorme sciopero degli attori che era minacciato ma poi non avvenne, potrebbe essere semplicemente perché Friedkin a settant’anni e dopo dieci anni di film modesti non era più in grado di restituire la complessità che avrebbe voluto, fatto sta che il film non è a fuoco e non ha molta verve, risultando a tratti anche trito e scontato.
Al cinema non andrà bene neanche questo film, l’ultimo di una serie più che decennale ormai e la signora Lansing in Friedkin verrà poco dopo sollevata dal suo incarico alla Paramount, tra l’altro con il codazzo di polemiche per una causa intentata proprio per danni collaterali dei suoi favoritismi.
Sul nascere degli anni duemila William Friedkin uscirà così dal circuito dei grandi studios e grandi budget per sempre, con una pessima fama di nepotismo e commercialmente fallimentare.
Avrà le sue rivincite come Autore più in là, ma al gioco della grande produzione hollywoodiana non verrà più ammesso a giocare.
DVD-Quote suggerita:
“Non il modo migliore di finire una carriera a Hollywood”
Darth Von Trier, i400calci.com
Peccato
A me la preda piacque molto non dimentichiamoci quella topa di connie nilsen poliziotta tosta
film che si riguarda sempre volentieri pur non essendo niente di eccezionale…credo di aver scoperto fosse suo alla trentordicesima visione notturna estiva…
Me lo ricordo asciutto e onesto, non memorabile. Comunque Tommy Lee Jones ha la fissa di inseguire gente semi-innocente nei bei panorami nord americani.
Credo di averlo visto al cinema all’epoca. Non credo lo rivedrô mai più ma ne ho letto volentieri…
Raga’, a questo punto, vi posso chiedere perché avete dedicato un “le basi” a Friedkin, visto che quasi mezza sua filmografia l’avete liquidata come semi-fallimentare o interlocutoria?
The Hunted non è un capolavoro, ma è sicuramente più figo di tanta altra roba che non vi siete fatti troppo problemi ad incensare. E infatti è un film che negli ultimi mi sembra sia stato rivalutatissimo, trovo straniante vederlo trattato senza nessuno entusiamo proprio sui 400 Calci.
Stesso discorso settimane fa per L’albero del male, nessuno nega fosse un Friedkin minore e poco o per nulla convinto, ma c’erano tutti gli appigli per una rivalutazione calcista fatta come si deve, e invece anche lì l’avete buttata sul distacco tignoso alla Mereghetti.
In effetti la domanda di Vichele è lecita. Io, bandito, non mi esprimo più ma noto con piacere che un pò di spirito critico è rimasto.
La mia risposta a Vichele è che che questa “banda” è fatta da tante teste diverse. E ogni testa è un piccolo mondo. Quindi uno esalta un horroruccio da mezza tacca, un altro fa il precisino coi capolavori. Il tutto risulta molto confuso e spesso irritante.
Nella fattispiecie stiamo parlando di una rece di Darth. Dal poco che ho letto è preciso e non si occupa di horrorucci ( che poi mi spiegherà qualcuno , un giorno o l’altro, cosa cazzo c’entrano coi calci queste cacatine da quindicenni). Quindi lui è severo.
Credo che abbiano fatto un le basi su Friedkin per un amore condiviso dalla “banda” su quei due, tre titoli. Potevano in effetti limitarsi a quelli.
Ciao Vichele, la tua domanda è lecita. Un indizio viene dal commento di Bradlice Cooper qui sotto: William Friedkin è un autore fondamentale, per cui anche quando “sbaglia” un film è sempre interessante vedere cosa fa bene, o come minimo come si approccia alla materia. Ha sbagliato tanto da i ’90 in poi, in cui si è trovato nella situazione particolare che abbiamo descritto in questo pezzo, ma non è mai stato pigro. Questa è la cosa fondamentale. Anch’io personalmente avevo buoni ricordi di questo The Hunted, ma non ho fatto in tempo a ripassarlo e mi fido di Darth. Poi sappiamo tutti che Friedkin ha chiuso (?) col botto con Killer Joe (che abbiamo già coperto ai tempi dell’uscita ma su cui faremo un nuovo pezzo), quindi come minimo il finale di rassegna è sempre stato in cassaforte.
@Nanni: “Poi sappiamo tutti che Friedkin ha chiuso (?) col botto con Killer Joe, quindi come minimo il finale di rassegna è sempre stato in cassaforte.”
..e che dire del prefinale? Bug è un sacriddio di film (per quanto mi consta anche superiore a KJ). e se non si fosse sciaguratamente OT, sarebbe interessante occuparsi della sua produzione teatrale operistica, perché un Tannhauser rivisitato da lui deve essere una gran bella curiosità da museo. La curiosità per un suo passo successivo a KJ è stata altissima dacché alla conferenza stampa veneziana cacciò scherzosamente dalla sala i giornalisti che non conoscevano o non apprezzavano A serbian film, di cui Bill è un grandissimo estimatore.
io sogno un Le Basi di Miller con il pezzo su Babe Maialino coraggioso e Happy Feet fra i vari Mad Max
E poi, off topic, Nanni mi fa tenerezza. Definisce Michael Bay un “maestro”. E potrei fermarmi qui.E mi esalta Ambulance: un film terribile con questa “Shaky Cam” perenne per creare l’azione dove non c’è e invece crea solo mal di testa. Una trama risibile e inconsistente (perchè non sparare alle gomme dell’ambulanza e far finire il film dopo 5 minuti?).
La regia è grande quando non si vede, quando non ti accorgi che stai vedendo tutto attraverso una telecamera. Ma prendere una cinepresa e scuoterla davanti ad un volto, mi fa vedere la cinepresa, non il volto.
Mi fan tenerezza ormai….
Ciao Pier! Mi dispiace che sei stato bandito dai Calci e che i tuoi commenti vengano cancellati, altrimenti ti avrei invitato a parlare di Ambulance nel post su Ambulance. L’ho linkato comodo dalla homepage. Ma non mi puoi leggere :(
Pensa che noi invece possiamo ancora leggere lui, che da due settimane circa ormai si introduce col gnègnègnè “Io da bandito ho deciso di non leggere né intervenire più, che vadano avanti da soli” e poi giù coi rimasticatissimi tre pipponi in pompa lagna contro il sito e chi ci scrive/commenta. Vi scongiuro, aumentate del doppio l’interlinea.
Ho scritto due post DUE, e la macchina del fango riparte. Ok, me ne vado. Sai che perdita! ( nessuna da ambo le parti) Ma perchè tanto odio? E alla redazione: censurare le mail mie si, quello va bene. Ma censurare quelle “vuote”, di questi personaggetti che cambiano nome ogni volta, il cui contenuto è insulto al prossimo e basta, no? Magari la gente smetterebbe di postare cazzate…
Ah ma loro sono allineati e coperti. Heil Calci! Una comunità piccola e tristissima….
Sì raga non è il top quando cambiate firma, dai. Apprezzo la creatività ma sceglietene uno e magari tenete un piccolo cenno di riferimento ogni volta, tanto per non avere il caos totale. Tanto non è da me che vi nascondete.
anche di Pier ce ne sono molti ..tutti in costante lotta fra loro per avere la luce (cit) e e poter commentare su questo sito …poi si autobannano a turno perché ogni personalità di Pier odia il commento di quella che l’ha preceduta.
@Nanni: il problema vero è firmarsi in maniera molteplice e proteiforme (magari anche solo per trollare il troll o come dici, per mero sfizio creativo) o è che chiunque abbia depositato un commento da qualche mese a questa parte abbia ricevuto bacchettate sulle nocche per un lemma o un virgola fuori posto da sto dubbio e tristo figuro frustrato che dall’alto del suo non-si-sa-cosa si sente in diritto e in dovere di insegnarci come si sta al mondo, al cinema e in un contesto critico (e magari quali devono essere le dinamiche dirigenziali di una redazione)? Se vuole dimostrare al mondo le sue competenze e il suo disappunto di vista o punto di svista o di cecità, apra, come già consigliatogli mesi addietro, un cineblog tutto suo ove sbizzarrirsi. Viceversa va da sé che dai 400calci a Pier un pugno nell’occhio il passo sia breve. Anche perché quell’ “insulto e basta” contenutistico tanto lamentato dal tapino che si crede la vostra/nostra coscienza sporca è, mai dimenticarlo, il suo modus opierandi di sempre, un boomerang che viene dalla sua mano e torna dritto secco e diretto sulla sua nuca. Non sono certo per censure o ban nei suoi confronti, col tutto che a suo laterale modo mi fa pure simpatia e tenerezza (e aggiungo che non mi sembra neanche un cretino totale, ma si sa che le apparenze ingannano) , ma si raccoglie quel che si semina e passata una certa non deve stupire l’occhio pier occhio.
Son problematiche separate Marina, ovviamente di diversa priorità. Pier non è la prima persona che passa di qua solo per sfogarsi di una brutta giornata, non sarà l’ultima, io tendo sempre la mano, e se vedo che non interessa spingo dei bottoni perché mi interessa gente che dialoghi, non numeri di interazioni a caso. Se vi sembro troppo morbido avete il diritto di farmelo notare, anche con calma via mail se vi va. Spacciarsi per qualcun altro non lo trovo particolarmente utile e semplicemente non lo incoraggio – là dove invece vi lascio liberi di scegliere il nick che preferite e che ne so, giocare ogni volta con delle varianti, giusto per divertirsi senza diventare totalmente schizofrenici.
@Nanni: Io intendo assumermi le mie responsabilità e ammettere candidamente che i vari Interlinea di Osvaldo Cavandoli, Interlinnea Quigley, Interlinea Wertmuller, Internet Movie GiulioBase e Shin’ya Kitemmuort so’ sempre mì, tutte mie reincarnazioni, © SM TM ®, ma credo sia chiaro anche a Pier che non lo faccio per prosperare nel caos o far prosperare quest’ultimo, ma per mero gusto/estro di un divertito metasfottò (perdonatemi tutti) cui il nostro si presta magnificamente a ogni sua pretestuosità interventista, quasi cerchi col satellite un pretesto qualsivoglia per farsi cyberbullizzare. E a tal pro terrei anche a correggere il tiro sulla parola “odio” che Pier rimostra all’ufficio reclami. Non so gli altri, ma io non ce l’ho assolutamente con lui (..l’odio, poi! gli piacerebbe! è un sentimento nobile e Pier è troppo plebeo per meritarne), e finché non mi è rovinato addosso in tutta la sua ingenua e sterile prosopopea neanche sapevo fosse una spina di pesce incastratasi nella trachea del sito. Semplicemente mi diverto a evitare che si insedi nella mia e a dimostrargli, alla bisogna, che non ha abbastanza intelligenza per capire quanta gliene manca. Ma per divertimento, eh, non per cattiveria (diversamente da lui, temo). Tutto qua. Per il resto sarei dittatorialmente per continuare a fargli fare la figura di quei galli da combattimento che vanno a sbattere da soli mezzi imbriachi contro la rete e fargli battere capricciosamente i piedini a terra ogni 2×3. Perché no? Ogni tanto parla anche di cinema, dopotutto.
No Comment.
A me invece interessa enormemente. Un regista che ha definito un nuovo tipo di cinema negli anni 70 è interessante a prescindere, ed è particolarmente interessante vedere come quel talento si sia poi espresso in maniera del tutto diversa negli anni a venire. Ho visto recentemente Killer Joe, avevo visto La parola ai giurati all’epoca, e rileggerli inquadrandoli in questa visione di insieme me li trasforma completamente. Fino a qualche settimana fa non avevo mai fatto certi collegamenti. Poi sullo stile e tono delle recensioni non mi esprimo: gli autori dicono quello che vogliono come meglio credono, a me basta che mi diano suggestioni utili per affrontare delle opere con sguardo critico. Più di questo, non mi devono niente.
Ah, e comunque la ragione per questa retrospettiva è ripetuta in testa a ogni articolo. Quel paragrafo è l’unica ragione sufficiente.
Analisi condivisibilissima. È un miscuglio di pellicole già viste, una paraculata, e bravo per il riferimento a First Blood, che rispetto a Rambo è un po…’ insomma. A me questo Friedkin paraculo e paraculato comunque non causò irrirazione. C’è una gran scena di lotta col coltello in cui il buon regista ci mostra come un uomo possa perdere sei litri di sangue e spassarsela ancora, ma è tutto fatto molto bene. C’è Tommy Lee Jones in gran forma, che cade da un precipizio con una corda attaccata alla caviglia, e manco uno strappetto muscolare, un po’ di zoppia: una macchina inarrestabile. Ecco, per certe scelte l’ anziano Tommy mi pare anche un po’ un Terminator, ma un film in più tra i vari miscugli mica fa brutto. Per me è l’ ultimo tentativo di Friedkin di mostrarci il Male fatto bene. Non un capolavoro, direi un 7 meritato, imho ma ho gusti faciloni. Bella rece.
p.s: so che c’è Killer Joe, a tentare di far vedere il Male di nuovo. Ma, boh, ecco…Lo dico: mi ha fatto schifo. Più che il Male pare voler analizzare il fenomeno “persone sceme cresciute in contesto scemo, che fanno quindi cose sceme”. Un film scemo, ecco.
LA PREDA non era già stato recensito all’epoca, peraltro in maniera molto più entusiasta? Ho questo ricordo.
Nel 2003 non eravamo ancora nati. Però l’abbiamo di sicuro citato qua e là.
Diciamo che tra i fichissimi thumbnail (o come volete chiamarli) che campeggiano nella home di questo sito, questo fa la figura barbina di sembrare il frame di un asylum o giù di lì.
Tutti i vostri accenni ai dietro le quinte riguardo le origini e la produzione dei films sono proprio fichi, già che siete intenti a riorganizzare il sito sarebbe bello, piano piano, se aggiungeste delle Tag seriose a quelle uso ridere, così uno può farsi la ricerca su, che so, produzione, sonoro, cgi e altri temi su cui avete detto la vostra.
Bentornato Pier, come vedi non sei stato censurato o ostracizzato, ma semplicemente edotto delle regole del convivere civile.
Io ho sbagliato a scrivere ancora: non posso scrivere in un sito che potrebbe censurarmi. E non per i modi che uso, che sarebbe corretto ( bestemmie etc.) ma proprio perchè IO sto sul cazzo per i miei pensieri. Sono stati censurati e cancellati arbitrariamente i mie pensieri.
Non mi posso autocensurare, e poi anche se lo facessi dovrei cercare di pensare cosa c’è nella mente del censore, il quale potrebbe comunque cambiare opinione.
Bentornato dici? Ma due commenti ho fatto e la Violenza e gli Insulti ( vedi sopra) sono partiti puntuali. Righe e Righe ( e interlinea) di post contro il sottoscritto. Quelli lì Sì, belli evidenti e mai censurati. Mai censurati. Anche Tu caro Bugo, che hai fatto dell’Off Topic e della violenza cobntro di me la ttua cifra stilistica non sei mai stato censurato. Io no. Non vi piaccio, vi faccio incazzare tutti. Mi vomitate merda addosso ( e io ci sto sempre) e poi si arriva a censurare me. Certo io non dico mai ai sito ciò che vuol sentirsi dire. Sono anche provocatorio. Però a sto punto devo proprio andarmene. Ed evitare anche di cadere, ancora una volta, alle lusinghe del commento. Persona non grata sono e rimarrò.
Pier, fai come ti pare, io ti ho sempre detto che era l’invadenza ripetitiva e non i contenuti, e come prova sei ancora qua a ripetere industurbato le stesse cose, però oh, non è abbastanza romantico, quindi vivi pure nel mondo parallelo che ti fa stare meglio e pure io mi regolerò come sempre di conseguenza. Tanto scommetto che, come diceva qualcuno di famoso, prima che il gallo canti sarai già tornato tre volte.
@bugo: i tag oramai sono fottuti. Sono stati sacrificati fin dal giorno uno a uso ridere, è una mossa che da una parte ci ha divertiti e dall’altra ci ha ostacolati, ma ormai non si può tornare indietro… Sorry, prova a usare il campo di ricerca.
Avevo (e ho tuttora) una mezza idea di tampinarvi il lunedì-cazzeggio su Twitch per chiedere in quale rece in cui si era detto questo o quello, e in generale spaccare le palle con quella canaglia della nostalgia che mi attanaglia, ma mi pesa troppo il culo per farmi l’account, vedremo. Intanto chiedo qui ai viandanti all’ascolto quale fu il pezzo con cui Nanni si era accomiatato quando ha preso una pausa dai Calci, e già che ci sono lamento che non ci sia più la possibilità di passare al post precedente o successivo dal fondo del singolo pezzo. In un blog è fondamentale. (Ad esempio mi ricordo che, quando Nanni ha abbandonato per un po’ il sito, nei commenti dei mesi successivi è partito un mezzo delirio secessionistico che mi garberebbe ripassare – cosa difficilissima senza la funzione di cui invoco il ritorno)
Era Rambo 4. Il delirio secessionistico in effetti non l’ho mai letto, ma per fortuna tutto è bene quel che finisce bene. Comunque, se proprio non trovi quel minuto per segnarti su Twitch, volendo rispondiamo anche via mail e/o sugli altri social. Quell’altro suggerimento che hai dato è buono ed è già in backlog, insieme ad eventuali link a post collegati (facilmente fottuti dai tag usati a cazzo però, appunto).
Grazie! Mi pare (ma urge appunto un ripasso) che si sia trattato al 90% di una trollata del solito Ciobin, ma il dramma, mi sembra di ricordare, è che Ciobin soffiava sul fuoco di un reale malcontento di alcuni commentatori storici, che mugugnavano dimostrando che, dietro l’ortodossia da calcisti e amanti delle mazzate in celluloide, si nascondeva un nerd-sfigume che malcelava uno spirito reazionario e parecchio razzistello che mi è venuta voglia di andarmi a rileggere oggi, alla luce di splendidi fenomeni quali l’alt-right e l’incel-redpillismo che all’epoca non conoscevo.
Comunque allora come oggi si ha un bel ventilare la fuga in massa, lidi in cui trovar rifugio non ce ne sono nell’internet libero, altre sezioni commenti vive non se ne trovano, chi vuole può accomodarsi al tristo desco ammanitoci dai vari social
Scusa Pier, ma siamo una tantum seri, premesso che esserlo con te è la cosa peggiore che si possa provare a fare: sei quasi sempre venuto qua apposta a trifolar lo scroto a pressoché chiunque dalla redazione in giù sindacando (non spererai che me la beva sull’intento provocatorio, vero?!) su questioni che hanno molto spesso scavalcato il cinema, ribadite autisticamente ad nauseam e oltre, che pretendevi? Che tutti chinassero il capino alle tue lezioni di linguistica neanche fossi il diretto discendente di De Saussure con un signorsì e magari pure ringraziando con un mazzo di fiori e un bacio in fronte? Che il sito si piegasse al tuo intendimento e modificasse radicalmente logiche dinamiche retoriche politiche grammatiche stile (aprendo questa sottocartella, il bello è che in oltre 10 anni le ha cambiate e a me per diversi motivi piace frequentarlo ora non meno di quanto mi piacesse allora)? Oppure non so, ti aspettavi che Nanni o chi per lui dicesse tra sé “apperò, aspettanpo’, anvedi che aerostatici coglioni fumanti ha questo: mò lo imbarco!” No davvero, dicci, dicci.
E ora non trovi niente di più dignitoso dell’uscirtene con sto patetico vittimismo da frignona mammoletta con manie di persecuzione sperando pure di erigerti a Grande Ostracizzato con l’urlo di dolore dell’ingiustamente censurato, quando di fatto sei ancora qui a cantarci per l’ennesima “non gioco più / me ne vado” (garanzia che non ti scrosti neanche col raschietto)? Ma ti leggi quando scrivi? E se sì, cosa pensa la parte di te che ogni tanto ha lampi di lucidità e parla anche di cinema? Tu ci staresti sul cazzo? E “per i tuoi pensieri”, nientemeno? Ma sei serio? Da par mio, l’ho chiarito tondo tondo poco sopra in quella che chiami “La Violenza, Gli Insulti”: nella migliore delle ipotesi, sei uno spasso (e non nel senso che vorresti); e in un’ipotetica messa ai voti, dico convintamente sì per farti restare, dato che ti insulti e pierculi benissimo da solo una volta sì e l’altra pure al punto che quasi non c’è neanche più bisogno di dirtene un paio. Ma più di così!!
Ora. Questo sito ti fa provare del male fisico perché stronca tizio e incensa caio quando dovrebbe a tuo gusto incensare tizio e stroncare caio. E a te sempronio non va. Avemo capito. L’hai ripetuto tante volte quante sono le recensioni degli ultimi 12 mesi almeno. Perfetto, hai in alternativa qualcosa come 92092903092370 altri siti blog forum di cinema dove dirottarti coerentemente e rispecchiarti soddisfatto, anziché continuare a volpuveggiare qua. Oppure, cosa che ti farebbe solo un gran bene alla psiche e all’anima, aprirne uno tutto tuo dove ammazzarti di seghe. Lo fai? No. Persisti a pretendere la borsa e la vita da queste parti, pretendi di insegnare al padre come si fanno figli, salvo far partire la lagna se giustamente qualcuno ti fa marameo o ti alza entrambi i medi con una pernacchia di riporto. Vedi bene che nei comma 22 ti ci ficchi benissimo da te. Di cosa stiamo parlando?!
Ehm, Marina (aka Critica della ragion piera) per me è sempre un piacere leggerti quindi non mi lamento affatto e anzi ne gioisco, ma va detto che avevo giusto fatto un saluto a Pier, che, per quanto scassacoglioni e capacissimo di farmi perdere le staffe, mi sta simpa ed è in verità più al suo posto qui di quanto non lo sia io: capita di rado, ma quando fa commenti a proposito dimostra di saperne di cinema, o almeno di esserne appassionato. Ciò detto, per quel che mi riguarda un bel round di mazzate tra voi qui me lo godo volentieri, basta che dopo, Pier, non riparti a commentare dappertutto, che poi non si capisce più un cazzo nei commenti (unico motivo per cui ti si “censura”, cosa che non credo neanche morto tu non sappia benissimo)
@Bugo se mi leggi su quel poco sopra che il nostro lamenta come Violenza/Insulti/Macchina del Fango riavviata (a quella querimonia rispondevo), noterai che stiamo praticamente viaggiando sullo stesso vagone.
esatto…poi sapere anche la storia che sta dietro a ogni produzione (chi lo sapeva che il regista dell’Esorcista fosse un raccomandato?!?) è una cosa sempre apprezzabile, anche se il film fa cagare
era una risposta al commento di b. cooper ma ogni tanto mi sbarella il commento e finisce sotto per i fatti suoi
Tra le novità grafiche che abbiamo introdotto col restyling c’è questa cosa che se stai rispondendo a un commento vedi lo sfondo del form grigio (e il titolo che esplicita), mentre se stai mettendo in coda al thread principale c’è lo sfondo del form bianco: questo dovrebbe segnalare cosa stai facendo. Aiuta o ci sono altri problemi?
ah non ci avevo fatto caso..beh si può aiutare sicuramente..io son scarso di mio a pigiare i bottoni quindi non credo di valere granché come test
Certo che sapere che Friedkin era un raccomandato mi rovina non poco la digestione post-pranzo… comunque la Preda mi ha sempre attratto, al netto di una trama scontata e un montaggio in essere che scivola via veloce, anche troppo il film AVEVA del potenziale. Si è perso nei meandri della critica alla guerra e alla trasformazione in macchine assassine dei soldati mandati a difendere la first america. Il tutto però confezionato bene, a tratti è una corsa, che non rallenta mai ma comunque porta a casa il risultato. Probabilmente William ha perso per strada buona parte delle motivazioni che lo hanno portato a CERCARE di restare arrogantemente a tenere per il guinzaglio Hollywood. E questo anche ad un raccomandato non SEMPRE può riuscire. Comunque è uno dei film del William che riguardo almeno una volta all’anno.
Uno dei peggiori di friedkin senza dubbio
Un prossimo papabile candidato per la rubrica “Le Basi” potrebbe essere Don Siegel, magari dedicando articoli solo ai film secondo voi più rilevanti, vista la corposa filmografia.