
“It’s spelled ‘pray'”
“Ackshually…”
Capito? Prey, pray. No, eh? Ve la spiego. “Prey” come “preda” o il verbo “predare”, da non confondere con “predatare” che significa “andare a caccia di un ex attaccante della Lazio ora suo dirigente”. Ma anche “pray” come “preghiera”, perché il Diavolo, Gesù, e poi questo è un film di esorcismi. Chiaro ora? Prey ma anche pray, e così il gioco di parole ce lo siamo portati a casa, cos’è che manca? Ah sì, fare il film.
Sono stato troppo aggressivo. Ricomincio.

“Cosa ci fa questa cosa nella mia cronologia è sicuramente colpa del DIAVOLO”
Non dev’essere facile fare un film su un esorcismo. È da cinquant’anni che non è più facile. Come fai a fare un film su un esorcismo senza venire paragonato a Friedkin? Sarebbe come fare un film su dei dinosauri clonati a partire da del DNA ritrovato in delle zanzare conservate in dell’ambra fossile e sperare di non venire paragonati a Spielberg. A parte tutto il resto, L’esorcista è un colpo bassissimo: “Eccovi il film perfetto sull’argomento, ora buona fortuna a fare di meglio o quantomeno a non fare una figura di merda al confronto”.
Daniel Stamm, di mestiere tedesco, da non confondersi con Jaap Stam, di mestiere olandese, si fece un mezzo nome ormai 13 anni fa con L’ultimo esorcismo, che una parte non insignificante della critica salutò come una nuova rinascita per il genere, un nuovo approccio o qualcosa di simile. Onestamente non ho grandi ricordi di L’ultimo esorcismo se non che l’ho visto; non è per forza colpa sua. Fatto sta che tanto rivoluzionario non dev’essere stato se è vero che nel frattempo Daniel Stamm ha fatto tutt’altro: il curioso e dimenticabile 13 Sins, e poi tanta TV, come capita sempre più spesso a un sacco di presunte promesse mai mantenute. Cosa ha spinto Daniel Stamm a tornare alle origini con questo Prey for the Devil, un film talmente old school che ha addirittura un sito ufficiale? È forse perché non rivedeva L’esorcista da un po’ e si è quindi convinto che non sarebbe stato poi così difficile fare di meglio di un film di mezzo secolo fa? È perché doveva pagare le bollette? GLIEL’HA SUGGERITO SATANA?

“Grrr, cosa ti ha spinto, Daniel?”
Non lo so, ma il risultato è un film più interessante che bello, e spesso non per i motivi giusti. Avete presente quella costante tensione tra fede religiosa e razionalistico ateismo che agita e contorce L’esorcista (in questo pezzo citerò spesso L’esorcista) e contribuisce a renderlo un capolavoro? Be’, lasciate che ve la spieghi con le parole di Robert Zappia, sceneggiatore e futuro Jimmy Bobo: “Tutte stronzate! Dio è bello, Satana è brutto e la Chiesa cattolica ha fatto praticamente solo cose buone”. Prey for the Devil è un clamoroso manifesto di propaganda prima ancora che un film di esorcismi, e la cosa più straordinaria è che riesce a esserlo avendo come protagoniste una suora donna, un prete nero e un generico token di origini portoricane. È la roba più cattolicesimo wow che vedo da quando Nanni mi fece vedere The Remaining per il LOL.
Ora vi parlo di suore moderne 2.0, ma prima la SIGLA!
Sister Ann, da non confondersi con Sister Mary, è una suora tormentata™. La conosciamo nel più classico dei cold open da film horror con entità demoniache: è piccola, innocente ed è costretta a convivere con una madre presumibilmente posseduta dal demonio. Lasciatemi dire subito che è un cold open di altissimo livello e una delle cose migliori del film, per come gioca su una serie di aspettative relative ai film di possessione demoniaca. Ma lasciatemi anche dire che maschera, a fatica ma ancora efficacemente, un problema che non è solo di Prey for the Devil ma in generale dei film di esorcismi di questi ultimi anni. Poi ci torno. Cliffhanger!
Ritroviamo Ann qualche anno dopo, quando ormai è adulta e si è fatta suora per ovvi motivi. È qui che scopriamo che la sua intera esistenza trascorre sotto la minacciosa ombra di uno spettro spaventoso: quello del world building. L’idea di Prey for the Devil è che nel 2018 (perché proprio nel 2018? Boh) è cominciata un’impennata mondiale di possessioni demoniache, e la Chiesa cattolica ha capito di non poter fare fronte a questa invasione cornuta senza espandere i confini delle proprie competenze. In termini più semplici, i nostri simpatici amici vaticani hanno aperto in giro per il mondo una serie di scuole per esorcisti, rigorosamente maschi ovviamente, perché il rito dell’esorcismo è una roba che le femmine non possono fare: attenzione perché questo vorrebbe essere un plot point importante, fallendo però clamorosamente.

“Buongiorno, sono qui per masticare cingomma ed esorcizzare demoni, e pare proprio che io abbia esaurito le cingomme”
Suorann fa la suora di servizio in una di queste scuole a Boston, Massachusetts, che è una sorta di incrocio tra la Scuola Per Bambini Speciali del dottor X, Hogwarts e uno di quegli ospedali psichiatrici da film horror pieno di pazienti che ti fissano con occhi vuoti da dietro le sbarre delle loro gabbie elettrificate. È una roba curiosissima questa scuola, è come se il film fosse stato pensato per tre ambientazioni diverse ma per questioni di soldi abbiano dovuto impacchettarle in una sola, per poi scoprire che gli avanzava abbastanza denaro da abbellire questa singola ambientazione e trasformarla in una serie di set di superlusso nei quali far succedere… cose.
Quello che succede è che, in due parole, il demone che possedeva la mamma di Suoranna è tornato, e questa volta per tormentare la nostra povera suora tramite i pazienti dell’ospedale-scuola-chiesa-luogo-professione-animale. È un film mono-ambientazione, questo Prey for the Devil, a parte che l’ambientazione è in realtà una serie di posti diversi, alcuni dei quali sembrano usciti dal film di Friedkin, altri dalla serie Netflix su Sabrina, altri ancora da direzioni a caso. Incidentalmente da questa scelta consegue anche il problema al quale accennavo più sopra: in Prey for the Devil tutti sanno già che Satana esiste, che le possessioni esistono, che ogni tanto una bambina a caso cammina sul soffitto e vomita a proiettile, e quindi non se ne stupiscono mai, ma anzi prendono con estrema sportività queste faccende teoricamente apocalittiche. In un mondo dove il soprannaturale è dato per scontato è anche più difficile farsi coinvolgere emotivamente, perché la reazione di chiunque di fronte a certi fatti incresciosi è quella di tirare fuori un monocolo e analizzarli con piglio scientifico.

Tutti gli uomini del porporato.
Ah ma mica è un vero problema questo, perché tanto poi Prey for the Devil vuole dire cose! Innanzitutto, la sapevate già quella storia che gli esorcisti sono tutti maschi? Pazzesco e inaspettato che un’istituzione retrograda e patriarcale come la chiesa cattolica, per la quale i preti sono i soldati di Cristo e le suore se va bene le badanti del suo amico lebbroso, non abbia mai aperto le porte del suo rituale più misterioso a queste creature altrettanto indecifrabili che sono le donne. Ancora più assurdo se pensate che oggi le suore non sono come un tempo, per esempio hanno dei capelli sotto il velo, a volte portano anche i jeans!

Alcune addirittura shitpostano su Reddit mentre indossano i pantaloni della tuta!
“Ah ma quindi con la scusa dell’esorcismo in realtà Prey for the Devil vuol essere un film femminista ed empowering per le suore in particolare ma per le donne in generale!”. No, stai zitto, Fabrizio, sto parlando io. Innanzitutto si dice “vorrebbe”, ma tanto Daniel Stamm se lo dimentica subito: la faccenda dell’esorcismo fatto da una donna si risolve in pochi minuti grazie al Potente Prete Nero (un altro personaggio immaginario tipico del folklore cattolico) che la accoglie come studentessa nella sua classe di esorcismi.
“Ah ma quindi lei con il suo approccio nuovo e originale dettato dal fatto che è una donna riuscirà a rivoluzionare il mondo dell’esorcismo!”. Piantala Fabrizio, ti ho già detto di no: la prima e unica volta che la nostra Suoranna prova a fare di testa propria e a deviare dalle sacre scritture per infondere nello stanco e maschilista rituale esorcistico un pizzico di personalità femminile le cose vanno talmente male che mi stupisco che non compaia un cartello con scritto ABBIAMO RAGIONE NOI – LA CHIESA CATTOLICA.
Voglio dire che solitamente un film del genere usa la fede cattolica e gli specifici rituali dell’esorcismo per esplorare qualcosa d’altro – che sia il rapporto con la fede di padre Karras o qualche altro esempio che potrei farvi ma che sarebbe meno efficace di usare un’altra volta L’esorcista. Prey for the Devil invece è un pubbliredazionale: 99 esorcisti su 100 hanno scelto il metodo “Chiesa di Roma”, non rimanere deluso, fidati solo degli originali!

“Ho nasato subito che c’era qualcosa che non andava e da allora i miei esorcismi li compro solo da Sacra Romana Chiesa™”
C’è una lunga serie di robe che succedono in Prey for the Devil e che hanno a che fare con il passato di Suoranna, con il concetto di trauma, di vergogna, con il senso di colpa che le vittime di certi avvenimenti drammatici provano e che spesso preferiscono riversare su loro stesse e ignorare il fatto che in realtà non è colpa loro. Una lunga serie di rivelazioni e shock che riemergono dal passato e che vengono regolarmente trattati con la finezza di una palla da demolizione: era da un po’ che non mi capitava un film horror di demoni e fazze sbragate che emettesse così tanti giudizi morali con i quali sono in disaccordo nel 100% dei casi.
Dice “ma fa paura almeno?”. Boh, no: è un film di esorcismi e tutto sommato sapete già come andrà dal primo minuto. Ci sono un paio di jump scare che sono particolarmente efficaci sul momento, ma come quasi tutti i jump scare evaporano al primo cambio di scena. Daniel Stamm ha anche il buon gusto di giocare con le inquadrature e ficcarci robe inquietanti negli angoli senza per forza annunciarle ogni volta con uno SBRAAANG ma neanche con un più discreto ZINNN; è l’anti-jump scare ed è una pratica che apprezzo molto, ma è anche l’unica vera idea un po’ originale o quantomeno non manualistica di Prey for the Devil.

“…”
Il resto, in assenza di ritmo, lo fa il comparto effetti speciali, che si diverte a sufficienza pur se costretto a rimanere entro i canoni del genere: ci sono bambine che si contorcono, bambine che urlano, vecchi che urlano e si contorcono, ossa che scricchiolano, madri che succhiano cazzi all’Inferno, la solita roba insomma, presentata con discreto stile ma senza nulla per cui strapparsi i capelli (fanno eccezione un paio di sequenze molto azzeccate, una delle quali coinvolge proprio dei capelli). Non è abbastanza a salvare Prey for the Devil dalla mediocrità, ma dall’insufficienza sì, tutto sommato.
Sempre a patto che l’agenda non vi irriti. C’è un sacco di tavolino nelle scelte, di casting e narrative, e boh, è curioso trovarle in un film prodotto da quelli che hanno prodotto roba come Slither. Cioè, tante cose mi potevo aspettare, ma non il cattolicesimo wow in un film di esorcismi tutto sommato mainstream del 2023. Ma in fondo cosa ne so io che non sono mai stato posseduto da un demone.

“Ma mai mai?”
Bibbia quote
“Il potere di Cristo ti farà un culo così!”
(www.esorcistamoderna.it)
Ahah, c’è poco da fare, perculare la chiesa fa sempre ridere. Ma c’è qualcuno che sa spiegarmi com’è percepita la chiesa cattolica in quel degli USA?
Non so come dire, qui da noi l’equazione è: baciapilismo uguale sfigume e beghinaggio, col papaboy che ne è figura tipica. In america, almeno cinematografica, mi sembra che si associ il cattolicesimo allo stilo, gente figa e ben vestita che si muove elegante in austeri ambienti dark. Un ribaltamento che si vede anche nel fatto che se da noi i preti sono al 100percento cicciottelli rubicondi, sembra che oltreoceano si aggirino loro solo aristocratici snelli e modelli fendendo una folla di americani medi sformi e vestiti alla lidl ( pardon, walmart)
almeno fino a pochi anni fa la chiesa cattolica veniva percepita come un covo di pedofili. Il caso Spotlight – in cui si dice che il mestiere di prete cattolico è associato alla pedofilia più di qualunque altro mestiere sulla Terra – ha vinto l’oscar per miglior film e miglior sceneggiatura! Una mia amica cattolica americana si era de-cattolicizzata dopo aver scoperto che la chiesa cattolica USA usava non so che quota abnorme delle donazioni dei fedeli per le cause di pedofilia.
Forse questo film fa parte del re-branding. Come direbbe Don Zauker: con suore così gnocche perché mai dovremmo correr dietro a dei bambini brufolosi?
Credo che la differenza fondamentale sia che i preti americani scopano. OK sono protestanti e non cattolici, ma sono comunque preti, e scopano.
(anche in Italia scopano, ma tendenzialmente non è legale)
La legge non c’entra una beneamata fava. Un prete che scopa non infrange nessuna “legge” ma una “regola”. Come sarebbe di regola informarsi prima di scrivere.
Parlavo di scoparsi i bambini ma magari dove vivi tu è consentito per legge…?
La smentita è pure peggio dell’errore. Rileggiti.
SBEM! Ahah, caro anonimo, prendi e porta a casa, dai, che se la prendi con umorismo ti diverti pure tu. Lol.
Comunque per me la pedofilia non dipende solo dal celibato, nel cattolicesimo c’è un rapporto assai più malsano con la sessualità. Non è un caso che quando è saltata fuori la pervasività degli abusi pedofili nell’ambiente non ce ne siamo certo stupiti. D’altro canto, se ripenso che il mio prete, il mio don, come lo chiamiamo qui in Italia, si è fatto confessare tutte le pippe che ci siamo sparati da regazzini impuberi… bleah! Ma non volevo parlare di questo, volevo tenermi più sul cazzaro.
Non ho ancora visto il film ma mi sembra che il problema sia proprio il dare per scontato che sia tutto come Santa Romana Chiesa dice. Intendo che forse, sia come film horror in generale che come film di propaganda cattolica in particolare, sarebbe stato più efficace se all’inizio i protagonisti avessero avuto un atteggiamento più eccentrico ed originale alla questione per poi arrivare, dopo varie vicissitudini, alla conclusione che le cose si devono fare come dice la Chiesa E BASTA!!!
La suora col capello in vista? Non si fa, non si fa! Maometto non é contento.
A me è sembrato il lunghissimo prequel di una serie TV, con la novella Suor Buffy che invece di slayerare i vampiri slayera demoni. Purtroppo non mi ha venduto l’eventuale serie, ma, per citare Stanlio, “in fondo cosa ne so io che non sono mai stata posseduta da un demone?”.
ho un vago ricordo di una Hilary Swank ancora sulla cresta del’onda che indaga su fenomeni paranormalreligiosi….sembrava la ripresa del genere post 2000…anche l’esorcismo di Emily Rose aveva il suo perchè…però uno dei miei prefe resta Stigmate …’99 ..con un’improbabile Patricia Arquette
“avendo come protagonisti una suora donna”. Ora amico Stanlio, devi spiegare al mondo com’ erano i “suori” uomini al tuo oratorio e il loro ruolo nel gestire le attività segrete…
Liberati dal peso.
I am appaled. Il vero film dell’orrore è occuparsi di sta roba.
LOL Condivido in pieno.
Ma quanto si è divertito Stanlio a scrivere sto pezzone?
forse il cinema cattolico si avvia ad una nuova primavera. Vi consiglio vivamente di vedere “Father Stu” di Mark Wahlberg: non è molto calciabile (anche se il protagonista è un pugile), però per me è una degna Eccezione Meritevole!
anzi il cinema cristiano in genere.
In un’epoca in cui le sale cinematografiche stanno sparendo, “The Chosen” è riuscito a fare il pienone di sale in America per ben 2 volte, con gli episodi di una serie tv che trovi gratis in streaming.
Cmq per il filone cristiano, ma evangelico non cattolico, vorrei ricordare il fantastico “Left Behind”, con Nicholas Cage.
Condivido e sottoscrivo.
Nel senso era na rusposta a un altro fommento sopra, che apri 400 calci e ve occupate di sti film imbarazzanti, prima skinamarink e poi questo ? Sai che due palle, mejo no speciale su commando.
Sisqo
Visto ieri, Bruttazzo assai, soldi un po’ buttati se posso permettermi. Lei pure ci prova (ma senza troppa convinzione IMHO), ma il film é talmente NO che anche le poche cose NI vengono irrimediabilmente soffocate. Non é un film da vedere a Pasqua, a Pasqua merito di meglio.