I’M LEAVING ON A JET PLANE, DON’T KNOW IF I’LL BE BACK AGAIN
Siamo quasi arrivati in fondo a questo nostro lungo speciale dedicato al cinema catastrofico. Vi ricordiamo che potete dare uno sguardo alle puntate precedenti (Terra, Fuoco, Acqua, Aria, Meteore, Trappole Meccaniche, Trappole di Cemento) e che su Vice Magazine abbiamo già dato alle stampe una versione più corta. Oggi, cari amici, ci concentreremo su un nuovo tipo di trappola. In realtà parleremo ancora una volta di trappole meccaniche, ma questa volta ci concentreremo sugli aeroplani. Impossibile non partire da Airport, film che nel 1970 ha rilanciato il genere e che soprattutto ha dato il via a un vero e proprio genere. La trama “microcosmic melodrama combined with catastrophe-oriented adventure” non solo è la stessa di altri grandi classici di cui vi abbiamo già parlato, come L’Inferno di Cristallo o L’Avventura del Poseidon, ma è la stessa che possiamo trovare nei seguiti di Airport, ovvero Airport 1975, Airport ’77, The Concorde: Airport ’79. Interessante notare come l’anno successivo all’uscita di quest’ultimo capitolo della saga, Hollywood realizzò la parodia del genere, L’Aereo Più Pazzo del Mondo. La pellicola del trio Zucker, Abrahams, Zucker che ebbe un enorme successo, un seguito ufficiale, L’Aereo Più Pazzo del Mondo… Sempre Più Pazzo, e uno molto meno ufficiale, L’Aereo Più Pazzo del Mondo 3, titolo italiano furbetto che nulla c’entra con quello originale che è Stewardess School. Continueremo poi con United 93 di Paul Greengrass, tematicamente assimilabile ma decisamente atipico, quasi opposto rispetto ad Airport, per quanto riguarda la realizzazione.
AIRPORT, GEORGE SEATON & HENRY HATHAWAY, 1970
La Catastrofe: Dom Guerrero (interpretato da Van Heflin) non ha una vita fortissima. È povero in canna, s’è sposato con una brutta, c’ha i debiti, viene licenziato in continuazione, s’è fatto un mazzo così in guerra per poi essere schifato un po’ da chiunque, è stato in un ospedale psichiatrico. Frustratissimo e senza più nessuna speranza, decide che è arrivato il momento di pendere un Boeing 707 Chicago – Roma, per poi farsi esplodere in volo. Lo scopo è quello di riscattare la sua assicurazione sulla vita per far vivere bene sua moglie, la simpatica Inez Guerrero. Dom riesce a salire sull’aereo e a metà volo fa detonare la bomba che tiene nascosta in a una valigetta. Incredibilmente è l’UNICO a morire nello scoppio. Il problema però è che il volo 103 della Trans Global Airlines capitanato da quel vecchio gagà di Dean Martin e da Barry Nelson, deve tornare indietro e atterrare con un bel buco nella fusoliera. Un’operazione non proprio facilissima. Anche perché a terra c’è una delle più violente tempeste della Storia e l’unica pista d’atterraggio utilizzabile è occupata da un altro velivolo bloccato dalla neve.
Gli Indizi che le cose non stanno andando bene: La prima volta che viene inquadrato il futuro terrorista Dom Guerrero, la colonna sonora si spreca in roboanti giro d’archi angosciantissimi. Aggiungiamoci che il nostro è in una stanza brutta e sporca e che fuma nervosamente una sigaretta. Appena lo vedi, pensi: “No, ma guarda che terrorista!”
La Causa: Come si diceva precedentemente, la causa di tutto questo è la povertà. La famiglia Guerrero non ha più una lira. Un tempo se la passavano bene, ora lei lavora in una tavola calda e lui continua a fasi licenziare perché nervosetto. Ormai sono arrivati a impegnarsi i gioielli di famiglia e all’orizzonte non si profila nessuna speranza. Il classico gesto estremo.
Il Pazzo che (non) predica al Vento: In questa lunghissima, interminabile galleria di personaggi ci viene mostrato anche l’addetto alla sicurezza dell’aeroporto Lincoln International di Chicago, l’uomo addetto ai controlli dei bagagli. Egli, un simpatico vecchietto, ha un dono: gli basta uno sguardo per capire se una persona nasconde un segreto. Capisce dopo mezzo secondo se qualcuno nasconde gioielli in valigia, se sei un malvivente, un furfante, un poco di buono, un gaglioffo, un briccone. Infatti a un certo punto si reca al bar dell’aeroporto e incrocia per due secondi due il novello terrorista Dom Guerrero che abbraccia la sua valigetta con la bomba inside. Lo vede e comicnia ad andare da tutti a dire: “Uhmmmmmmmmmm, a me quello lì che abbracciava la valigetta non mi convinceva mica. Fossi nel direttore dell’aeroporto farei dei controlli che secondo me gatta ci cova!”. La cosa interessante è che TUTTI gli prestano ascolto e scoprono l’inghippo proprio grazie a questa sua “sensazione”.
Il Cattivo: Escludendo Dom Guerrero, su cui abbiamo detto più o meno tutto, Airport presenta un altro grande esempio di cattivo: quello legato ai soldi. La pista numero 22 del Lincoln International è causa di preoccupazione per il megadirettore dell’aeroporto. La pista infatti è stata costruita troppo vicino a delle case e sono in molti ovviamente a lementarsene. Ci sono addirittura dei picchetti fuori dall’aeroporto e si rischia la causa giudiziaria. Per questo motivo, e anche a causa delle tempesta, il megadirettore chiede al responsabile (Burt Lancaster) se è possibile chiudere tutto l’aeroporto. Ovviamente il marrano vuole risparmiare soldi. Burt, che si sta sbattendo non poco per liberare la pista quella là bloccata dall’aereo in panne, per salvare l’altro aereo con un buco nella fusoliera, sfanculare la moglie pesantissima che lo vorrebbe a una festa, intomellare la segretaria (e vorrei pure vedere, visto che è Jean Seberg), lo guarda malissimo e, sprezzante, gli fa notare che se chiudesse l’aeroporto morirebbero in tantissimi. Al che il megadirettore si scusa e se ne va.
Il Piano di Salvataggio: Grazie alla “sensazione” dell’addetto alla sicurezza, da terra capiscono che c’è un passeggero sull’aero con una valigetta carica di esplosivo. L’uomo ovviamente tiene molto stretta la valigetta e non è che si può andare lì a dirgli: “Dai, non fare così, dammi la bomba?”. Come fare? Bisogna distrarlo, fargli alzare le mani e rubargli veloci veloci la valigia. Una cosa da nulla. Si procede in questo modo: di fianco al terrorista, c’è una donna che risponde al nome di Ada Quonsett (Helen Hayes). Ada è una volatrice a scrocco, una vecchiettina tutta matta e simpaticissima che si intrufola sugli aerei senza aver il biglietto. Beccata dal personale di bordo viene poi usata come esca per tentare di rubare la valigetta al pazzo dinamitardo, senza che nessuno si accorga di nulla. Viene pesantemente maltrattata dalla hostess Gwen (Jacqueline Bissett). Per difendersi la donna si butta su Guerrero che istintivamente alza le mani dalla valigetta incriminata. In una frazione di secondo la Bisset si impossessa della valigia, ma un passeggero stronzo gliela riruba a sua volta e la ridà al legittimo proprietario. Che ovviamente si fa esplodere 4 secondi dopo. Un piano veramente del cazzo, se posso dire la mia. A quel punto c’è il problema di far atterrare l’aereo nel bel mezzo della tempesta, con la pista d’atterraggio occupata e con dei danni strutturali non da poco. Mentre a pilotare l’aereo ci pensa il Dean Martin, a spostare l’aereo bloccato dall’unica pista utilizzabile ci pensa Joe Patroni, interpretato da George Kennedy, che è una mega esperto che sa tutto lui e fuma il sigaro ed è uno sbruffonissimo.
Si informa il Popolo: No. Nel momento in cui il personale di bordo viene informato che sono in compagnia di un terrorista, per non far scattare il panico si tengono la notizia tutta per loro.
La Tragedia unisce: Come abbiamo detto Airport è il capostipite di questa nuova ondata di Disaster Movie, in cui si raccontano le vite di un microcosmo di personaggi. Come abbiamo visto c’è Burt Lancaster sposato infelicemente e segretamente innamorato della sua segretaria (la Seberg) che ne vuole tantissimo da lui. La tragedia li farà lavorare tutta la notte a stretto contatto e inevitabilmente le cose andranno come prevedibile. C’è Dean Martin che è sposato con la sorella di Burt Lancaster ma che, essendo un vecchio gagà, ha una relazione con la hostess Gwen (la Bisset) che ha appena scoperto di essere incinta. Mentre lei è già lì che dice: “Ma non ti preoccupare, vecchio gagà! Ovvio che io abortirò per permetterti di andare in giro a infiocinare libero e felice altre hostess, tradendo quella vecchia di tua moglie!” scatta la mega tragedia e lui capisce di essere molto innamorato della ragazza.
L’Estremo Sacrificio: Tolto il povero Guerrero, non muore nessunissimo. La Bisset è l’unica che rischia il sacrificio, ma a parte una scheggia in un occhio ne esce totalmente illesa.
Happy Ending: Come abbiamo detto, tranne il cattivo non muore nessuno. Meglio di così era francamente improponibile.
Cosa resterà: Doveva essere stato appena inventato lo split screen, perché viene usato veramente a vanvera. Impressionante poi il numero di personaggi secondari che infarcisono il film: la famigliola col figlio nerd, le due suore, l’assistente della segretaria di Burt, la moglie di Kennedy, la madre italiana con un foulard in testa e un piccolo scugnizzo al suo fianco, ecc… Tutti per altro parodiati alla perfezione nel già citato L’Aereo Più Pazzo del Mondo.
Joe the Plumber (livello cafonaggine): Il tutto è affidato al personaggio interpretato da Kennedy che, con l’immancabile sigaro, si presta fare tutte le mosse del più classico degli sbruffoni. Sa tutto lui, insulta chiunque gli capiti attorno, le sue capacità non vengono mai messe in discussione, chi lo conosce lo reputa come in possesso di un dono, infrange le regole per raggiungere il suo scopo, ecc…
UNITED 93, PAUL GREENGRASS, 2006
di Nanni Cobretti
La Catastrofe: alcuni terroristi islamici organizzano un attentato nei confronti degli Stati Uniti d’America. Il loro piano prevedeva dirottare alcuni aerei in missioni kamikaze verso le torri gemelle del WTC, il Pentagono e la Casa Bianca. Il film segue in particolare le vicende di uno degli aerei, lo United 93, i cui passeggeri sono riusciti a intuire le intenzioni dei dirottatori. Il loro problema è ribaltare la situazione per poter atterrare alla giusta velocità, possibilmente dove c’è spazio.
Gli Indizi che le cose non stanno andando bene: è tratto dalla stessa storia vera su cui Oliver Stone basò World Trade Center, di cui vi abbiamo già parlato la settimana scorsa, per cui la situazione è similmente indecifrabile. I pignoli punterebbero il dito verso i tre passeggeri mediorientali dall’aria tesissima, ma io da ragazzino avevo la faccia uguale prima di ogni interrogazione in matematica per cui non sarò il primo a farsi dare del razzista.
La Causa: all’epoca, incredibile ma vero, potevi superare il check-in con una bottiglietta d’acqua nel bagaglio a mano, e nessuno ti facava togliere le scarpe! Per cui i terroristi passano indisturbati.
Il Pazzo che predica al Vento: il primo controllore che sente frasi losche provenire dalla radio ci mette un po’ a farsi ascoltare, idem il primo che intercetta i terroristi e realizza che i dirottamenti sono più di uno. Poi un aereo si schianta contro una delle torri del WTC, e da lì hanno tutti le orecchie adeguatamente drizzate.
Il Cattivo: guarda caso erano davvero i tre mediorientali con l’espressione tesa. Il dettaglio ridicolo è che uno di loro ha con sè una foto della Casa Bianca e la attacca sulla cloche dell’aereo per essere sicuro di riconoscerla quando ci si va a schiantare contro.
Il Piano di Salvataggio: metà film è ambientato fra le torri di controllo di Boston e New York, dove il personale fa del proprio meglio per gestire l’insolita e delicata situazione. Ovviamente il panico aumenta quando i primi due aerei colpiscono le torri del WTC. A quel punto il focus si sposta sul volo United 93, dove un ritardo alla partenza ha messo in agitazione i terroristi e li ha portati a mettere in atto il loro piano con eccessivo anticipo. I passeggeri fanno quindi in tempo a scoprire quanto accaduto al WTC e capire che il loro destino, in tutta probabilità è similmente spacciato. A quel punto il programma consiste nell’irrompere in massa in cabina di pilotaggio e cercare di sventare l’attentato / riprendere il controllo dell’aereo.
Si informa il Popolo: il veloce diffondersi di notizie e immagini dalla tragedia al WTC diventa fondamentale nel tenere aggiornati sia il personale degli aeroporti che i passeggeri dello United 93. È in base a queste informazioni che questi ultimi decidono di non rimanere passivi.
La Tragedia unisce: contrariamente alla stramaggioranza dei film del genere, di fronte a una situazione estrema nessuno strippa e vanno tutti di perfetto accordo tra di loro, concordando su ogni decisione e aiutandosi a vicenda. La squadra dei contro-attaccanti è formata da sei/sette persone, e gli altri hanno la decenza di non intralciare e limitarsi a chiamare a casa per un ultimo saluto.
L’Estremo Sacrificio: come molti di voi sapranno/ricorderanno, non ci fu nessun superstite.
Happy Ending: la rivolta dei passeggeri è violenta e caotica. Nel trambusto riprendere il controllo della situazione diventa impossibile, e l’aereo si schianta in aperta campagna. Non si salva nessuno, ma lo United 93 diventa l’unico mezzo dirottato a non colpire il bersaglio prefissato.
Cosa resterà: se World Trade Center di Stone era uno sterile esercizio di patriottismo timido, United 93 è al contrario un potente simil-documentario che punta sul naturalismo utilizzando un buon numero di veri controllori e dirigenti nel ruolo di loro stessi e facce sconosciute per il resto, usando quasi sempre la camera a mano e mettendo un’ansia fottuta che comprensibilmente all’epoca pochi spettatori avevano voglia di rivivere. Stilisticamente opposto ai cliché del genere catastrofico, ma doppiamente più efficace.
Joe the Plumber (livello cafonaggine): 5/10. È tutto girato nel modo più sobrio e neutro possibile, ma il buon Joe troverà comunque soddisfazione nell’assistere a una storia di americani medi che dicono “IO NON CI STO” e prendono in mano la situazione con uno spirito di squadra che i canadesi se lo sognano. Anche se nessuno nel film dice esplicitamente “IO NON CI STO”. E, stranamente, nemmeno il realmente pronunciato e famosissimo “Let’s roll”.
✈ qualcuno sa che film davano sugli aerei dirottati? VNon è sarcasmo, è una curiosità che mi porto dietro da anni…✈
Una curiosità fondamentale dalla pagina IMDB dell’Aereo più pazzo del mondo: “The film is mostly a parody of Ora zero (1957), a film that had a main character named Ted Stryker and such famous “not meant to be funny” lines like “We have to find someone who can not only fly this plane, but who didn’t have fish for dinner.”
Va notato anche che il seguito “sempre più pazzo” sarà stato ufficiale per la presenza di attori in comune, ma il trio di registi dell’originale l’ha sempre disprezzato, e a tutt’oggi ancora dichiara di non averlo visto.
united 93 = airport, nel senso che è pura fiction. come si dovrebbe ricordare lo united 93 non si è mai schiantato a causa della collutazione per riprendere il controllo dell’aereo ma è stato silurato dalla us aiforce prima che arrivasse dalle parti di DC.
il grandissimo george kennedy l’ho rivisto di recente in delta force con norris, che gran filmone che è quello, guarda caso pure gran parte del film è basata su un dirottamento. io lo considero un po come under siege per segal, un capolavoro inaspettato in mezzo a una mare di mediocrità (parlo della filmografia di norris-segal). che poi gran parte del merito è pure del grandissimo alan silvestri… una ost indimenticabile.
attendo con impazienza il capitolo sulla principale causa di disastri naturali al cinema, roland “destroyer” emmerich…
@Puffo: http://www.youtube.com/watch?v=elq6WSfuSVE
@Abraxas: arriverà…
Solo ora capisco di aver sempre desiderato che sui Calci apparisse il sintagma “vecchio gagà”. Casanova è leggenda.
In trapola in aereo? Con dei serpenti? E Samuel L. Jackson?
tra l’altro in un attimo di delirio (sicuramente dovuto alla candeggina inalata per pulire la casa) ho pensato di farci la tesi sul rolandone tetesco ti cermania…
poi però ho pensato che col mio corso ci azzeccherebbe poco…
(DPF, the name is for you!)
ricordo male o sullo united 93 c’era almen un europeo di vaga nazionalità, ma sicuramente non anglofono, che si opponeva al contrattacco?
Se vera, questa cosa il livello JtP non lo toccherebbe un pochettino? Ma neanche un pochettino ino ino?
Sorry, ricordi male
Devo intervenire. Sentendo parlare di gagà io penso a gianluigi Paragone. Ma non vorrei fare horror così aggratisse. La mia idea è che El Cobra volesse immillarci un pensiero di compostezza rispetto alla catastrofe nipponica. Alla fine non è un caso che dopo aver avviato la rubrica sulle catastrofi, in Nippone sia successo quel che è successo. Inoltre Rufus è in missione da troppo tempo e siamo tutti preoccupati. Io spero che non accadrà, ma Snakes on a plane potrebbe svolgersi su un aereo Alitalico Tokio-Londra con impeto di vendetta alla hiroshiro Honda, essendo gli Snakes più che altro cobrici.
sicuro che simo ricordi male?
“Criticism
The film has been criticized for its portrayal of German passenger Christian Adams. Of all passengers on the plane, only Adams is portrayed as counseling appeasement. Sunday Times critic Cosmo Landesman mused, “Surely one of the passengers didn’t phone home to point out that there was a cowardly German on board who wanted to give in?”[10] Critic John Harris suggested in a Guardian blog, “there will surely be all kinds of cries about old European surrender monkeys, the United States’ contrasting backbone etc.”[11] The Guardian reports that Silke Adams, Adams’s widow, is “believed to have refused to cooperate on the film, saying that the memory of her husband’s death was still too raw” and states that “so far there is no evidence to suggest that Christian Adams did not support the other passengers, or refused to storm the cockpit.”[12]
http://en.wikipedia.org/wiki/United_93_%28film%29
Oh, io giuro che me lo sono riguardato apposta la sera prima di recensirlo, quindi o si tratta una scena di 3 secondi netti apparsa mentre mi aprivo il sacchetto di patatine, o non c’e’ :P
boh, che l’abbiano tagliata nelle edizioni europee?
Concordo con Cloud: ma come, niente “Snakes on a Plane”, aka “il punto più basso della carriera di Samuel Onnipresente Jackson”?
“Airport” è nella gara per il protagonista più sfigato dell’universo?
No, sembrava.
Peppo, ma davvero?
Ero piccola e non ricordo, però l’hanno sempre svenduta molto diversa.
giusto per rompere le palle, riguardandomi UNITED 93 la foto è quella del Campidoglio e non la Casa Bianca.
I was so confused about what to buy, but this makes it uendrastndable.
“Airport” vabbé il capostipite degli anni 70! Ma solo a me quando becco un pezzo in TV capita di non riuscire a capire bene se si tratta di uno degli Airport oppure di uno degli aerei più pazzi del mondo? XD