Sei anni fa avete avuto il pezzo nostalgico di Cicciolina e ora vi beccate questo pezzo realista. In mezzo, lo avrete notate, c’è stato un altro film in cui Kenneth Branagh interpreta Poirot, un’altra megaproduzione piena di star. Non lo abbiamo coperto per mancanza di meritevolezzitudine. Assassinio sul Nilo sembrava la fine infame di questa serie di film prima che potesse effettivamente diventare una serie, invece Branagh non lo ferma nessuno e adesso in uno sforzo di titanismo si è scritto da solo la storia, solo vagamente ispirata a Poirot e la strage degli innocenti (che incidentalmente è un titolo molto più calciabile) sempre di Agatha Christie.

Pronto per essere messo sotto una cupola di vetro che poi la giri e scende tutta la neve da cui lui si ripara con l’elegante ombrellino
Stavolta tutto l’esotismo non è sull’Orient Express, non è sul Nilo ma su Venezia. Ah! Venezia…. Mentre Denzel Washington va in Sicilia a far fuori gente, Kenneth Branagh fa morire i suoi a Venezia, qualche anno fa Michael Bay distruggeva Firenze e Roma è un bersaglio fisso di diverse produzioni. È una nuova giovinezza per l’Italia! Nel caso specifico poi qui potremmo anche non essere a Venezia, la storia è tutta chiusa in un palazzo (perché se al Poirot di Branagh non lo chiudi in uno spazio confinato non si diverte) visto che fuori infuria una tempesta sul Canal Grande. Fa solo esotico che ci sia l’acqua fuori dall’edificio come fossimo in un film fantasy.
Siccome poi siamo in Italia abbiamo cominciato a pretendere il nostro tributo di sangue in cambio del diritto a distruggerci i capoluoghi di provincia, un tributo nella forma di un lavoro garantito per uno dei nostri attori, una specie di raccomandazione ministeriale. Stavolta il prescelto è Riccardo Scamarcio (probabilmente ha contato il fatto che in curriculum vantasse l’essersi fatto menare da John Wick), poliziotto, guardia del corpo di Poirot, duro, spaventoso e grosso (si, lo so…).
Probabile che quando il suo agente lo ha chiamato per dirgli che sarebbe stato nel cast del prossimo film di Branagh su Poirot ci sia stata grande felicità al pensiero di poter recitare in un cast ampio pieno di grandissime star. E chissà come gli deve aver risposto l’agente prima di fargli leggere che l’ampio cast di grandi star comprendeva gente tipo Tina Fey, Jamie Dornan, Kelly Reilly, una delle protagoniste di Chiami il mio agente (francese!) e Michelle Yeoh (aggiungendo dopo quest’ultima “Oh quella è un premio Oscar eh, e faceva gli stunt con le moto sui treni con Jackie Chan! Non so se rendo l’idea…”).
Insomma Assassinio a Venezia non è proprio lo stesso tipo di produzione degli altri, né ha il medesimo titolo di richiamo, in compenso non ha la stessa stolida e fiacca ripetitività. Almeno Kenneth Branagh nel giocarsi tutto su un titolo meno potente e con una produzione più contenuta, ha spinto sullo strano. Ne è così uscito un film in cui l’ambientazione italiana contamina lo stile. È una specie di giallo argentiano, con in certi punti un po’ di raffinatezza da Mario Bava e qualche inevitabile citazione di A Venezia… un dicembre rosso shocking. Cosa che se non altro gli dà personalità. La personalità di altri, certo, ma almeno è qualcosa.
Non staremo qui a parlare di come sia resa l’indagine, di quali personaggi funzionino di più e di tutta la sottotrama della vita di Poirot, quel genere di cose le ha stravolte un decennio e passa fa Guy Ritchie con il suo Sherlock e il cinema ancora non l’ha capito (ma ammettiamolo, il resto del cinema non ha ancora davvero realizzato l’impatto di Guy Ritchie sia nella sua prima fase che in questa ultima meno riconoscibile ma ugualmente potente). Il buono di questo film non sta certo nell’azione o nella paura ma nel fatto che sì inventa una maniera moderna per rendere soluzioni cinematografiche del passato, che vuole contaminare un film totalmente mainstream e “per famiglie” con un po’ di inquietudine e per farlo sceglie lo stile italiano classico. E che alla fine della fiera, di piccola inquietudine in piccola inquietudine, di luce colorata in luce colorata, riesce almeno a creare l’atmosfera giusta, quella in cui effettivamente tutto può accadere.
Dvd-quote suggerita:
“Valorizziamo il nostro patrimonio artistico, impieghiamo la nostra forza lavoro”
Jackie Lang, i400calci.com
Rece che poteva semplicemente essere “filmetto da domenica post prandiale senza l’anticipo della serie A” e andava bene comunque
Io più che l’horror italiano ci ho visto la forte impronta dell’impressionismo tedesco, e da amante di noir ho apprezzato tantissimo. In più anche se ambientato a fine anni 40 non ci ha dipinti come i soliti, spaghetti, pizza e mandolino. Decisamente un trattamento migliore di quello riservatoci da Equalizer.
Anche il fatto che la produzione era più povera dei precedenti e che Branagh si è dovuto arrangiare con i pochi ambienti che aveva, mi è piaciuto molto.
@Nero728 c’è da dire che questo è un film ambientato in Italia ma in cui i personaggi sono tutti “expats” stranieri con l’eccezione di quello interpretato da Scamarcio, quindi c’era poco su cui fare stereotipi. A me la cosa non è dispiaciuta (certo, fa specie pensare a Venezia nel 1947 più cosmopolita di quella del 2023 vista in Equalizer)
*più cosmopolita dell’Italia del 2023 vista in Equalizer
La cosa più interessante del film è l’evoluzione di Poirot che inizia il film da scettico e ateo ma al mattino nel finale sembra più aperto (nonostante le sue visioni fossero dovute all’allucinogeno). Questo è un aspetto filosofico del film che ho apprezzato.
Il lato più puramente giallo/thriller, insomma… assassino indovinato a metà film. Spero comunque che Branagh ne faccia altri
E già solo il fatto che un personaggio moralista e cattolicissimo come il Poirot letterario venga trasposto come ateo la dice tutta sul deficit d’attenzione del poro Kenneth
ehm… giusto un assaggio di S P O I L E R qui, no…?
Sinceramente sono uscito a metà film.. Credo che gli eredi di Agatha Christie dovrebbero fargli causa per uso improprio del nome.
ma almeno Branagh truccato da maschera di Guy Fawkes un po’ di gun-fu lo tira fuori? due coltelli e qualche piruetta?
Aggiungi pure nel cv di Scamarcio l’essere o essere stato compagno o marito di Valeria Golino.
Si è pure imbruttito, poverino. Ma non sta male nel film.
Piaciucchiato, ma dimenticato subito dopo. Quoto quel che è stato scritto sulle ottime atmosfere.
Ma guarda, Scamarcio alla fine una sua onesta carriera anche internazionale se la sta costruendo senza troppi clamori né tirandosela più di tanto. Tutto sommato devo dire che mi sta molto più simpatico di Favino, che sarà forse più bravo ma è insostenibile
Non sono AghataCristiano, ma ne ho letti una quindicina dei principali almeno un paio di volte, in giiventú. Conosco bene le varie trasposizioni precedenti su schermo ma col primo del treno l’ho scaraventato fuori dallo schermo dopo 20 minuti, col secondo sul Nilo ridevo troppo dell’idiozia del tutto dopo mezz’ora per capire altro. Non mi frega piú.
E lo dice un ConanDoyliano De FeRo che ama e apprezza i due di Guy, neh.. Quindi non ho niente contro il gigioneggiare postmoderno.
Anche perché ci ha capito più Guy Ritchie di Sherlock e Watson di un secolo intero di produzioni precedenti. Basta leggere..
Bravo Ruper, come le menate sulle manate (voluta) di Holmes: vuol dire non aver mail letto i racconti di Sherlock Holmes
Dopo la sofferenze che mi ha inferto il pimo non ho nemmeno provato a dare una seconda chance al franchise. Morissero
Bravissimo qui Ruper.
Lamentarsi dell’action in Sherlock è essersi fatta un cultura sul personaggio con tutto tranne i racconti originali di Doyle.
Bonus: sapevate che Holmes non ha MAI detto “elementare Watson?”. Ora lo sapete.
Quoto, sopportato il primo perché ci speravo, ma Poirot malato d’ammore e coi disagi mentali a la Sherlock.Holmes già faceva capire che Kenneth del personaggio non aveva capito una ceppa (e non è che parliamo di Uriah Heep, Poirot è una mezza macchietta…) Ammetto che – tra le rivisitazioni recenti – quella che ho preferito è la versione crepuscolare (e moralista, e cattolica) di John Malkovich ne La serie infernale (BBC). Per La strage degli innocenti senza Halloween, senza campagna inglese e senza innocenti, aspetterò di vederlo gratis, o anche no…
Ho letto la rece togliendo lo sguardo una riga si e una no solo per cercare di capire se valeva la pena la sala. Ho intravisto Bava e Un dicembre rosso shocking e quindi andro….dovreste aggiungere semplicemente una roba tipo bollino verde-giallo-rosso per dare l’indicazione se un film vale la visione/sala secondo voi o no, leggere la rece non mi piace, preferisco sempre farlo dopo…..ma. una indicazione di massima sul vostro parere cerco sempre di “carpirla”
Rispetto ai suoi due precedenti Poirot, direi che Branagh ha fatto dei passi in avanti, finalmente!
Ma adesso, nei trailer, anche Hercule Poirot usa il BRAAAAAAAP!!! nolaniano? LOL
“una delle protagoniste di Chiami il mio agente (francese!)”…eddai, su, Jackie, è facile, Camille Cottin, è pure brava assai, non è che dobbiamo segnalarti a La Donna a Caso? ;D
Ah, la cara vecchia zia Agatha, con le sue bambine orribili, le sue vecchiette mortifere, i suoi lavoretti di orologeria – sposti una rotellina piccina e non funziona più niente. Ma Christie ha anche una storia di declino cognitivo (o semplice fottesega) dove in assenza di una trama coerente ci dava tantissimo di atmosfera. La strage degli innocenti (libro) sta un po’ sul crinale. Aspetto che arrivi su qualche piattaforma, visto che le pago apposta
Domanda da ignorante totale dei sui libri: quanto è Agatha Christie il personaggio della scrittrice?