Il film si apre con una carrellata sulla Terra Cava.
Che cos’è la Terra Cava?
C’è un’intera pagina di Wiki al riguardo, con teorie che risalgono al 17esimo secolo: il primo a ipotizzarla (ve l’abbiamo già detto perché siamo acculturati) fu Edmond Halley, lo stesso dell’omonima cometa.
È, in breve, un mondo parallelo al nostro che sta sotto al nostro, ma con gravità inversa. Quindi, se ci pensate, chi siamo noi per dire che loro stanno sotto di noi? Da loro punto di vista siamo noi a essere sotto di loro. Chi dei due è veramente al contrario dell’altro?
Non importa. Può essere però che a un certo punto io l’anno scorso mi sia distratto e sia caduto dall’altra parte, perché la situazione che vivo ora – confermatemi se per caso è anche la vostra – è che di colpo i film di Godzilla giapponesi sono quelli che prendono la storia sul serio, vengono lodati dalla critica per la profondità emozionale e la cura dei personaggi umani e vincono persino un Oscar per gli effetti speciali, mentre la controparte hollywoodiana è quella che fa le stupidate con mille mostri ridicoli, world building goffamente intricati e trovate di trama allucinanti e senza senso, momenti comici che non fanno ridere, la versione in miniatura di uno dei protagonisti, Mothra e le sue fatine, dosi abbondanti di kaiju-wrestling e palazzi che vengono distrutti, e una generale atmosfera da cartone animato della domenica mattina.
SIGLA!
Una volta lessi un’intervista a Rivers Cuomo, cantante e mente principale dei Weezer, che diceva “ho sempre voluto cantare in una band tipo i Metallica, ma non avevo quel tipo di voce”. Spiegava quindi come questi limiti lo avessero costretto a lavorarci attorno e cercare un modo di esprimersi che gli si adattasse meglio, finendo per fondare comunque una band di successo, dallo stile distintivo.
Il nostro amico Adam Wingard sembrava una scelta un po’ stramba per portare avanti il franchise di Godzilla e Kong. Veniva dal mumblecore, per la miseria! Ve lo ricordate il mumblecore? Tutto camera a mano, recitazione naturalista, improvvisazioni scalettate al posto di una sceneggiatura e i grandi dilemmi dei 30enni bianchi medioborghesi di Portland, scena (in realtà geograficamente sparpagliata) che ha prodotto non solo Adam Wingard e Ti West ma anche gente come Joe Swanberg e Greta “Barbie” Gerwig? Dico così ma diversa roba in realtà m’è piaciuta. E specifico “Barbie” vicino a Greta Gerwig perché siamo sui 400 Calci, l’unico sito al mondo dove se dico Greta Gerwig e qualcuno non sa chi è non posso pretendere di stupirmi. Se uno legge solo noi, Greta Gerwig è ancora al massimo la tipa che moriva a metà di House of the Devil.
Godzilla vs Kong non gli era venuto gran ché, al nostro amico Adam.
Nessuna sorpresa. Eravamo tutti convinti che non fosse il suo.
E invece lui nelle interviste non faceva che dire che con questo film realizzava letteralmente il sogno della sua vita.
Non è una questione di “voce” in senso irrimediabilmente genetico, ma di soldi – difficile iniziare la carriera con un kolossal di mostri grossi che sfasciano grattacieli quando non sei nessuno e hai zero budget. Per cui pure Adam, come Rivers, si era dovuto adattare, aveva dovuto prendere i proverbiali limoni e fare una limonata, e aveva trovato una sua autorialità distintiva su oggettini diversi come Pop Skull, You’re Next, The Guest.
Tempo che arriva a realizzare il suo sogno, Adam è ormai abituato a tutt’altro, e visibilmente a disagio.
Gli esce la cover di Enter Sandman dei Weezer: rispettosa, ma loffia.
Non forziamo il paragone più di così, non è preciso al dettaglio ma non è il caso di perderci sopra un altro paragrafo.
Adam si guadagna il diritto di continuare, diventando il primo occidentale a dirigere due film di Godzilla.
Il nuovo film, Godzilla e Kong nemiciamici, ha meno budget da buttare sugli attori: vi sfido a ricordarvelo, ma dal film precedente sono rimasti solo Rebecca Hall (serve almeno qualcuno che sappia recitare senza bisogno di troppe indicazioni), la piccola Kaylee Hottle e, a sorpresa, il podcaster complottaro insopportabile di Brian Tyree Henry. Zero attori dagli altri film del franchise. Unico mezzo nome aggiunto è Dan Stevens, vecchio amico di Adam Wingard dai tempi di The Guest, e mortificato a fare una specie di Ryan Gosling misto a Sam Rockwell di serie C, che non è il suo. Il livello di sottigliezza è che, dopo averti dato una buona mezzora di film per renderti conto che fa il veterinario e ha la stessa camicia di Ace Ventura, arriva comunque un personaggio a far notare che ha la stessa camicia di Ace Ventura.
La cosa interessante è quindi come, al contrario dell’Universo Marvel, il MonsterVerse abbia deciso di diversificare violentemente i toni fra le uscite cinematografiche – partite serissime con il Godzilla di Gareth Edwards e rapidamente ribaltatesi come un guanto – e la serie tv Monarch: Legacy of Monsters (sorprendentemente ben fatta, se volete un parere al volo) che continua imperterrita ad essere serissima, incentrata su profonde storie umane miste a complessi intrighi di spionaggio, chiedendoci di credere a un mondo in cui co-esistono la tragica vicenda della scienziata giapponese Keiko Miura alle prese con doppi/tripli giochi di potere, e Trapper il veterinario dei kaiju che bisticcia con Bernie il podcaster 40enne goloso di Twinkie.
Com’è stato notato da tutti – sì, è così plateale – Godzilla e Kong alla riscossa è la versione hollywoodiana di un film di Godzilla dell’era Shōwa (1954 – 1975). Quello che non tutti vi raccontano è di come il primo sequel del Godzilla originale, che ne manteneva i toni horror, non fu un grande successo, per cui per un po’ ci si concentrò su altri mostri. Godzilla fu ripescato come cattivo per il sequel di Mothra, che aveva un tono ben più leggero: da lì le gerarchie finirono per ribaltarsi, ma ormai il genere che funzionava al botteghino era quello dell’avventura fantastica per ragazzi. Questo è il Godzilla che tutti ricordano.
Che Wingard conosca e ami la materia è chiaro; che non abbia ancora trovato una sintesi efficace tra il suo stile, la sua esperienza e le esigenze di un kolossal mainstream è, purtroppo, altrettanto chiaro.
Il punto è: per anni abbiamo chiesto a gran voce che non ci venissero più propinate storie di umani non interessanti nei film di mostri grossi.
Sia Godzilla Minus One che Monarch: Legacy of Monsters hanno risposto, a sorpresa, riuscendo a rendere le storie umane interessanti. Non era quello che intendevamo, noi volevamo vedere i mostri e levare gli umani di torno, ma hey, come piano B aveva il suo perché, come minimo per una volta non ci siamo vergognati del contorno.
Godzilla e Kong nel paese delle meraviglie è, invece, esattamente il tentativo di darci quello che volevamo.
Ci sono gli umani, perché evidentemente non possono mancare, ma sono i mostri ad essere al centro.
C’è una sottotrama umana, concessa all’unica attrice che sa fare il suo mestiere: “Ilene Andrews” (Rebecca Hall), madre adottiva della piccola Jia (Kaylee Hottle) che ha ormai 11 anni, deve fare i conti con il fatto che la regazzina si sente a disagio sulla Terra perché, suppongo, nei media c’è poca rappresentanza degli abitanti di Skull Island (paradossalmente l’attrice è nata ad Atlanta, Georgia, ed è quindi un’americana in, uhm, skull-face?).
Rebecca e Kaylee fanno il loro dovere egregiamente. Il veterinario e il podcaster fanno da spalla comica.
Ci sono zero intrecci politico-spionistici.
Il resto della trama, sia lodata Mothra, riguarda i mostri grossi.
Finalmente i mostri grossi sono trattati con un minimo di rispetto: sono indipendenti, e non sono lì solo sullo sfondo, oggettificati, per fare da accessorio o per fornire un trauma che motivi gli umani.
Hanno una loro agency.
Ad esempio: Godzilla difende la Terra Classica (“Concava”?) dai mostri che cascano nel buco della Terra Cava e finiscono dalla nostra parte. Ma non lo fa perché si è affezionato a noi e alla nostra capacità, nonostante tutti gli stupidi sbagli che commettiamo, di provare compassione e/o “amore”: lo fa perché è il paladino dell’equilibrio nell’ecosistema, che giova a entrambi i mondi.
Kong, invece, scavalla dalla nostra parte perché ha un ascesso a un dente. Storia vera.
Entrambi poi rispondono alle grida d’aiuto delle fatine di Mothra (non vengono mai chiamate così ma sono loro, anche se questa cosa che non cantano mi manda in bestia) e insieme risolvono una minaccia terrificante di natura interamente mostrogrossa.
Insomma: le intenzioni sono giuste. Wingard non è quello che dice “secondo me bisogna approfondire il rapporto fra la protagonista e il veterinario scapestrato e mantenere l’ambiguità sulle intenzioni della Monarch”: Wingard è quello che dice “secondo me Kong deve menare un grosso serpentedrago cinese e poi avere un power glove”.
Il risultato… eh, c’è da lavorarci un po’, è innegabile.
Gli umani servono: una sottotrama gliela si può concedere, ma siccome senza di loro non c’è dialogo devono svolgere come minimo la funzione di telecronisti. E poi hey, qualcuno deve levare quel dente a Kong.
Però ecco, i momenti comici sono insostenibili. Questa è una cosa che Wingard non ha risolto. I suoi tocchi personali ce li mette: le luci epilettiche al neon (fin da Pop Skull) e le scelte hipster in colonna sonora (unica concessione mainstream: i Kiss, a caso). Ma il modo in cui gestisce storia e tono, con quei dialoghi orribili che si trova a inscenare, non trova mai l’amalgama.
E non sono nemmeno convintissimo che Kong debba essere così umanizzato: per me è sempre stato un gorilla extra-large, non uno che si scopre far parte di una tribù schiavizzata a lavorare in miniera da un altro scimmione che ha tanto di trono e bestia al guinzaglio stile Pianeta delle Scimmie.
Tutta la parte “fantasy” in realtà, non ha gran ché da dire ed è un problema non indifferente nel momento in cui il 70% del film è ambientato nel mondo all’incontrario. E anche nel momento in cui il mondo all’incontrario è semplicemente l’Australia.
Detto questo però, Wingard evita un paio di errori importanti.
Innanzitutto MiniKong non è un temutissimo equivalente del vecchio insopportabile Minilla, e invece che un cucciolo tenerone si rivela essere una specie di truffaldino Danny DeVito dei kaiju, dall’età imprecisata. Per una volta, si sceglie la strada che rende il film più sopportabile a scapito del merchandising.
E poi ecco, non ci si dimentica di riportare l’azione nelle grandi metropoli mondiali nei momenti che contano: ci sono kaiju-scazzottate a Roma, Cairo, Rio de Janeiro.
E sono bellissime.
Sono la cosa per cui si è pagato il biglietto, e non deludono.
Si ritorna gloriosamente al periodo pre-Man of Steel in cui i grattacieli vengono buttati giù con gioia, quasi sovrappensiero, come nei migliori film e telefilm giapponesi, e delle presunte invisibili vittime all’interno non. gliene. fotte. un cazzo. a. nessuno.
Voglio dire: qual era il problema? Il problema era imballare le storie di personaggi e dilemmi umani. Di non richiesti personaggi e dilemmi umani.
Il problema che ti porta perversamente a pensare alle vittime invisibili dentro ai palazzoni capita quando uno dei due schieramenti in battaglia vuole salvare appunto gli umani, ma soprattutto il voler mostrare tutto ciò con eccessiva serietà, potenzialmente ricreando o echeggiando metaforicamente vere tragedie.
Ma qua ci sono dei bestioni giganti che si menano. Bestioni che pensano solo a corcarsi di mazzate tra di loro, al ritmo di space-synth-wave orchestrale. Uno schieramento vuole dominare l’intero pianeta dentro e fuori; l’altro glielo vuole impedire. Gli umani, patetiche briciole che non sono altro, possono solo assistere. E puppare. Cosa vi preoccupa? Il rischio di emulazione?
Lasciatemi concludere con una nota local: Godzilla che sceglie di dormire nel Colosseo come un gattone, coi carabinieri che lo guardano, mi ha reso orgoglioso come italiano. Dategli la cittadinanza subito. Facciamo un gemellaggio Roma – Skull Island. Facciamogli consegnare le chiavi della città da Gualtieri.
In altre notizie: la riapertura della Metro C è stata rinviata a data da destinarsi.
Dvd-quote:
“I film per le botte, la serie per le spiegazioni”
Nanni Cobretti, i400calci.com
P.S.: ok, una nota anche sul titolo. Come dice il proverbio, anche un orologio rotto segna il tempo esatto due volte al giorno, per cui è successo che per una volta il titolo italiano Godzilla e Kong – Il nuovo impero tolga parecchia confusione rispetto a quello originale Godzilla x Kong : The New Empire. Quanto fa Godzilla per Kong fratto The New Empire? Il film di fatto non lo spiega. Si fosse chiamato almeno Godzilla x Kong = The New Empire sarebbe stato più chiaro. Avrei avuto una conclusione del ragionamento, un senso di proporzione, e avrei dedotto ad esempio che, di conseguenza, The New Empire : Kong = Godzilla. Ma pazienza. Il film sta incassando molto bene: attendiamo il sequel.
Una domanda: Godzilla ha la cresta spinale ROSA perché è gender-fluo?
Mi sembra corretto avvertirti che, dopo oltre 30 film famosi per le scene in cui Godzilla si trombava mostri giganti femmina, questo per la prima volta presenta una scena di sesso tra Godzilla e un mostro gigante maschio, per cui se non rientra nella tua sensibilità lascia perdere.
Non ci sono più i Godzilla di una volta.
PS
Avercene della mia sensibilità!
No, è una citazione di Godzilla 2000. Ma c’e sempre stato un caso. La Wiki parla di scaglie rosse, ma i toys Banpresto erano rosa (a causa di un errore grossolano di colorazione) ovviamente hanno bollito vivo l’omarino della Banpresto. Wingard è un parafloux
Godzilla x Kong = The New Empire e The New Empire : Kong = Godzilla GENIO! La mia nipotina alla prese con le divisioni approva. Guys vi si ama anche per questo! :-)
sprecata occasione clamorosa di avere il primo, ufficiale Bimbo Orribile non umano
Ricordo male io, o tanto tempo fa si voleva girare Godzilla contro Frankenstein? E se sì come sarebbe stato possibile? Un raggio di un mad doctor che lo avrebbe teso gigante?
Non saprei, in “Frankenstein contro Baragon”, Frankie si rigenera dal cuore irradiato dalla bomba di Hiroshima e passa da una fase ragazzo selvaggio a mostro grosso.
Ricordo anche un progetto abortito derivato dal King Kong originale, ma dovrei guardare meglio.
Caro Nanni, grazie della recensione. Essendo credo l’unica (in genere) positiva che ho letto, ha acceso l’interesse per un film che intendevo schivare.
Sono felice che siamo passati alla fase “meno umani, please” (anche se orribili, già la foto della camicia mi fa incazzare).
Ma a botte come siamo messi? Ho sentito che molti lamenta una certa mancanza di sensazione di “peso” nelle risse tra mostri grossi e una CGI non particolarmente meritevole.
Sulla “mancanza di peso” direi grazie al cazzo nel momento in cui una lunga scazzottata in particolare si svolge in assenza di gravità… Le altre sono ok, ci sono delle gran mosse di wrestling, molta distruzione e pure della discreta violenza ben camuffata. Tutta roba migliorabilissima, ma non è che ci siano delle grandi alternative in giro sul genere… La strada è lunga ma bisogna proseguire così, a passo sicuro.
So che non c’entra un cazzo ma ho visto il primo film Mongolo della mia vita.
Il titolo è Aberrance ,e limata la trama è una figata fra regia , fotografia e attorialismo.
https://m.imdb.com/title/tt18376308/
>>Quanto fa Godzilla per Kong fratto The New Empire?>>
Rotfl!
Diddy Kong è veramente antipatico ma ha il primato di venire usato per picchiare altri primati
Io c’ho ancora da guardare quello/i de prima.
Sarà che king komg me sta sui cojoni dal 1976
La Terra Classica forse è “Convessa” ?
Bravo, io arrivo alle frazioni semplici ma alla geometria solida mi arrendo.
Sempre parlando di proporzione matematiche, guardando il finale si potrebbe anche dire:
Mothra : Jia = Godzilla : Maresciallo Cecchini
Spiaze ma Mothra = Paolo Panelli
“Dovete collaborà, capito? Dovete collaborà, dovemo tutti collaborà, bisogna collaborà, dovemo tutti collaborà”
Spiaze ma Mothra = Paolo Panelli
“Dovete collaborà, capito? Dovete collaborà, dovemo tutti collaborà, bisogna collaborà, dovemo tutti collaborà”
Memorabile la presa per il kaiju delle nostre forze armate e dei nostri carabinieri.
Del resto, se ti metti la giacchetta in testa e pensi che al senato sia Zelig, succede questo.
Gli altri stati iniziano a prenderti meno sul serio.
Finché non mettono Jet Jaguar questo Monsterverse è sciapo.
Che buffo, Jet Jaguar sembra il nome di uno Jaeger di Pacific Rim… oh wai-
Credo che il difetto primario di questo film siano le troppe scimmie presenti.
Se parliamo di Monsterverse si deve parlare di Kaiju, di Godzilla, innanzitutto.
Da questo punto di vista questo film sembra un sequel del pianeta delle scimmie.
Gli americani ormai prendono i soggetti altrui e li banalizzano terribilmente.
Non ho molte speranze per il sequel di questo film (che ovviamente faranno, visto quando sta incassando).
I principali pregi: il ritorno di Mothra e le copiose botte (ma perché devono per forza distruggere le 7 meraviglie del mondo?)
I principali difetti: troppe scimmie, Godzilla poco più che guest star, la mancanza del senso di pesantezza/mastodonticità dei mostri
A me dispiace perché in questo specifico franchise non programmato e navigato a vista (sic!) si sono bruciati tutto con King of The Monsters e ora non fanno altro che film che sono continui retcon per Kong.
Vorrei ricordare che nel monsterverse originale giapponese Kong non se lo incula nessuno (compare in 2 dico 2 film in totale!).
Ma ovviamente i produttori americani di oggi che ragionamento faranno?
“guarda quanto abbiamo incassato! al pubblico piace il monsterverse!! quindi se questo film è piaciuto…facciamone un altro ancora più fracassone! Sì! Dai! Uh! Uh! (verso delle scimmie)”.
Sì, noi vecchi fans li andiamo a vedere per dovere morale, ma insomma.
Qua non hanno ancora capito che Less is more. E quindi ci riempiono lo schermo di mostri che si menano in ogni film della saga, invece di concentrarsi sugli aspetti più misteriosi.
Conviene riguardarsi gli originali giapponesi. Decisamente possiedono più sense of wonder.
Parli senza sapere.
Godzilla e i mostri Toho sono su licenza, e la Legendary è bloccata su certi limiti per usare certi personaggi, per questo usano più Kong e mostri originali.
Altra cosa, questo Monsterverse e sempre realizzato su decisione della Toho, ogni scelta segue la volontà dei diretti interessati.
Quindi il gnegne americani tienitelo per te, visto che tutto su decisione dei giapponesi
Più che altro, i mostri Toho hanno un copyright specifico per ognuno di loro, quindi Legendary, per utilizzarli, deve pagare il singolo mostro
Ahahah! W i nerd!
Immagino tu sia un azionista della Legendary, giusto?
Il tuo forte risentimento mi suggerisce questo.
Comunque parlo conoscendo i film originali giapponesi.
Delle derive produttive di questo Monsterverse non mi frega nulla, e non rappresentano certamente una giustificazione alla grave mancanza di emozioni di questi remake, che quelli sì sono un dato di fatto.
Godzilla è sempre un continuo remake e reboot, la Toho lo ha sempre resettato partendo dal capostipite, e recentemente ignorando anche quello, come tutti i Reiwa. Ah, meno male conosci i film originali ma ti manca propio le basi.
Il nuovo film americano è esattamente la riproposizione degli Showa stupidelli destinati al target famiglia degli anni 70, ma se lo fanno i giapponesi vanno bene, lo fanno gli americani siete alla ricerca del difetto perché si.
La mancanza di emozioni è qualcosa di soggettivo, non siamo una mente alveale tutti uguali.
Comunque la Toho ha più che apprezzato questo Monsterverse, perché loro hanno le chiavi se chiudere tutto o no, e siamo a 5 film più uno in arrivo.
A me mancano le basi.
Si vede che tutti i film di Godzilla che ho in collezione sono lì per occupare degli spazi.
Va bene dai. Per fortuna ci sei tu che mi insegni. Grazie Sapientino Scuola. :)
A me è piaciuto, al mio erede tantissimo e quindi sono soddisfattissimo di questo film.
Ho notato che c’è stato un grosso cambio rispetto al primo Godzilla, ci si è allontanati e tanto dal dramma umano per darci solo i mostrazzi.
Godzilla fa il gattone, Kong ha il Fisto di Fallout, i personaggi umani fanno da decente contorno, Red Skar fa Adriano Celentano e il resto dei mostri fa la sua scena.
Diciamo che la cosa strana rimastami è che rispetto al precedente capitolo ora da una parte il mondo ha i Kaiju nazionali stabiliti e accettati, dall’altra parte non ho visto quella “preparazione” ai Kaiju che si vedeva nei film precedenti.
Però un brainbuster tra Kaiju è top.
Rebecca Hall ha già ipotecato il Nic Cage per quest’anno con questo film?
C’è stata una parte del film, quella in cui Kong viaggia con lo scimmiotto brutto, che pareva la versione scimmiesca di God Of War. Mi aspettavo che da un momento all’altro Kong apostrofasse lo scimmiotto con “B O I”.
Fun Fact: Godzilla evoluto (rosa), oltre a citare il Godzilla 2000, è stato creato basandosi sul Kaio-ken di Dragon Ball. Storia vera.
Un plauso per non aver citato il generale Pagliacci parlando del mondo al contrario <3 (lo so, l'ho fatto io, scusate)
ma Halley come la spiegava la gravitá al contrario? vado subito a cercare su wiki che piuttosto che lavorare oggi sono disposto a tutto
ok, credo non se la spiegasse affatto, in quanto se capisco bene i mondi sotterranei non sono capovolti ma orientati come il nostro solo in una serie di sfere una dentro l’altra in stile matrioska.
Pessima Cgi bidimensionale che fa rimpiangere, subito nei primi 45 secondi, il king kong di Peter Jackson.
Nella sua baracconaggine ormai inqualificabile degenerata dal primo di Edwards (che era un capolavoro a tema mostri di menare) ai seguiti vari di cui si salva qualche scena qua e là (il risveglio di Rodan, la battaglia finale con Ghidora, del terzo con Kong non ricordo niente invece, avevo rimosso anche mekagodzilla)…cmq…nella sua baracconaggine priva di recitazione umana ma super grugnitosa e azionosa (pochi spiegoni e via) lo trovo più apprezzabile di qualsiasi pigiamata degli ultimi boh gli anni fate voi tanto fan tutti schifo uguale…viva i film di mostri deumanizzati.a sto punto. P.s. non è visivamente un rutto come l’ultimo transformers ma sembra un discreto videoclip di un videogioco random…il.che la dice lunga.