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recensioni

Uno studio in verde: The Shape Of Water

Cicciolina Wertmüller
di Cicciolina Wertmüller | 14/03/201849

Ormai lo avrete visto tutti o quantomeno sapete tutti di che cosa parla: di commovente accettazione del diverso, secondo alcuni; di legittimazione della zoofilia, secondo altri. A me sembra meglio fare un passo indietro e dire semplicemente che questo è un film molto riuscito e molto toccante. Sì, mi sbilancio. Sì, sono entrata in sala con la puzza sotto il naso e sono uscita col naso immerso nel fazzoletto in cui stavo piangendo come una doppia fontana. Cosa cazzo credete?, anch’io ho un cuore; è solo ben nascosto sotto la carne.

Sia carne sia pesce. La mia angoscia, sì, decresce.

D’altra parte, è praticamente impossibile non simpatizzare coi protagonisti e con la testardaggine che li contraddistingue, probabilmente la stessa che ha portato Guillermone al trionfo dopo anni e anni di fiducia nella senape. Elisa Esposito (“Elàisa Esposìto”, come la chiamano gli anglofoni) è muta, sola e bruttina, ma non per questo rinuncia a sgrillettarsi gloriosamente ogni mattina; il suo amicone Giles è un illustratore in bolletta terrorizzato dalla vecchiaia, ma non per questo rinuncia a provarci col barista; Zelda, la collega di Elisa, è sposata con un pigrone cagasotto che la tratta da schiava ma non per questo rinuncia ad aiutare i due eroi a realizzare la loro storia d’amore. E’ un film di personaggi pervicaci, di passioni divoranti, di gente stanca di vivere fra magre sponde e che tenta ogni giorno di allargarne gli argini – al contrario del cattivissimo Richard Strickland che si limita a leggere libracci di pensiero positivo e infatti fallisce, un po’ come i clicktivists o quelli che riempiono le bacheche di FB di motivational quotes con sfondo di tramonti.

I cattivi

E’ anche un film coraggiosamente, monocromaticamente verde, perché “Il verde è il colore del futuro!”, come ripetono vari personaggi in diversi punti del film. E’ verde come il mostro, come l’acqua in cui il mostro vive immerso, come la gelatina onnipresente sulle torte e sulle tavole degli americani-bene, come la Cadillac acquistata da Strickland e che fa subito una brutta fine, perché un uomo troppo ancorato al passato non può andare d’accordo con una macchina verde; i giovani liberi e gaudenti che (non a caso) lo sorpassano sì, lui no. Verde è la divisa che Elisa indossa al lavoro, fra i muri verdastri anch’essi dove la sua passione per il mostro prende piede; verde è la carta da parati dell’appartamento di Elisa, creatura acquatica essa stessa che gode quando i suoi fluidi si mescolano all’acqua del bagno.

It’s a very very green world

Il verde è la miscela di due colori primari, e in questo caso assurge a simbolo della contaminazione liquida, di un mondo che non ce la fa più a essere diviso in compartimenti stagni: la Guerra Fredda, il razzismo, l’omofobia, qualunque criterio sociopolitico fatto per dividere la gente anziché per unirla ha i giorni contati, sembra dirci quell’inguaribile ottimista di Guillermone. La poetica della contaminazione non si ferma alla sceneggiatura e alla fotografia ma imbeve anche la messa in scena: il film è girato in America ma è intriso di musica di derivazione europea, chiuso da una poesia persiana, e contiene scene girate in una enclave russa. Il cinema del presente trapassa in quello del passato (come un’altra disabile cinematografica, la Selma di Dancer In The Dark, anche Elisa adora i musical), e l’acqua dell’amore che gocciola nel cinema sottostante è il metaforone più dolce che è lecito aspettarsi da quest’uomo meraviglioso:

Excited Guillermo Del Toro GIF by The Academy Awards - Find & Share on GIPHY

Stranamente, ma trattandosi di una fiaba non poteva essere altrimenti, l’apologia della contaminazione non investe il lato morale del film, e in ciò sta il suo unico difetto: il manicheismo. I buoni sono buoni, tutti rappresentanti di qualche minoranza, tutti estremamente tolleranti anche di fronte ad episodi potenzialmente traumatici a base di gattyny; i cattivi sono cattivi, razzisti/sessisti/omofobi/sadici in varie combinazioni che non lasciano adito a dubbi. The Shape Of Water è un film fondamentalmente “facile” da amare, scevro delle complessità e problematicità del rivale Three Billboards Outside Ebbing, Missouri a cui ha soffiato l’Oscar – vabbé, un premio che non conta un cazzo se paragonato ai Sylvester. È comunque una fiaba con tanto sangue (rosso, il colore complementare del verde), torture e gente morta male, quindi ci piace.

DVD-quote:

“Tanto verde macchiato di rosso”
Cicciolina Wertmüller, i400litridilacrime.com

>> IMDb | Trailer

Cicciolina Wertmüller
Autore del post: Cicciolina Wertmüller
"Muscolo rosso trionferà"
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Tags: avere fiducia nella senape, clicktivists, dancer in the dark, doug jones, fiaba cruenta, guillermo del toro, il mostro, libracci di pensiero positivo, masturbarsi in acqua, metacinema, michael shannon, motivational quotes di sto gran cazzo, musical, octavia spencer, omofobia, perché ognuno ha il suo corpo a cui sa cosa chiedere, razzismo, sally hawkins, sessualità manuale, the shape of water, three billboards outside ebbing missouri, tutto verde tranne il sangue

49 Commenti

  1. Señor Spielbergo 14/03/2018 | 08:57

    Amélie in blue (col mostro)? Parliamone

    Rispondi
    • Cicciolina Wertmüller 14/03/2018 | 09:14

      No.

    • Bradlice Cooper 14/03/2018 | 10:46

      E.T. vm 18 neanche?

    • Charles Sbronzo 14/03/2018 | 12:55

      Bravo! Finalmente qualcuno che ci ha visto ET!

    • AnnaMagnanima 14/03/2018 | 15:50

      io ci vidi il finale di spalsh una sirena a manhattan col sireno maschio al posto di madison.

    • AnnaMagnanima 14/03/2018 | 15:51

      (refusi un refuso)

    • Teseo 23/03/2019 | 09:26

      Strano che un sito di cinefili di un certo livello definisca con tali complimenti il film più brutto degli ultimi anni, insieme naturalmente a “Il racconto dei racconti”.

    • Claude Autan-Zanzara 13/12/2020 | 22:49

      Strano che un Esperto Di Cinema non voglia abbassarsi a spiegare a noi, plebe cinema-dipendente, dove risieda la bruttezza di La Forma Dell’Acqua.

      Siamo sempre qui che ti aspettiamo, sai?

  2. GGJJ 14/03/2018 | 09:21

    Tutto verissimo, sia dal punto di vista dei (numerosi) aspetti positivi che per quel che riguarda il manicheismo assoluto di situazioni e personaggi. Ma trattandosi sostanzialmente di una fiaba, seppur moderna, ci sta.

    Voglio solo rimarcare il fatto che Sally Hawkins è si bruttina ma ha un fisico niente male, che fortunatamente mostra con generosità nel film (mossa furba di casting, volendo VERAMENTE rappresentare una donna complessata e difficile avrebbero potuto mostrarci nuda una con un corpo meno attraente)

    Rispondi
    • Gigos 14/03/2018 | 13:04

      Sarò banale ma “brutta per lo standard hollywoodiano” [diverso da] “brutta in real life”

      Tra i mille esempi mi viene in mente Janeane Garofalo in The Truth About Cats & Dogs, in cui un uomo deve scegliere tra donna bella e donna bruttina/intelligente, lei è la seconda, quella bella è Uma Thurman…

      Per approfondimenti:
      http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/GlassesAndPonytailCoverup
      http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/ClarkKenting
      http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/TheGlassesGottaGo

      P.S. Se inserisco il simbolo matematico di diversità mi blocca il commento.

    • Errata Corrige 28/03/2018 | 19:17

      No, quella merda made in USA per nerdoni ritardati di tvtropes qui no.

    • Claude Autan-Zanzara 13/12/2020 | 22:53

      Eh si, i nerdoni ritardati degli USA. E infatti abbiamo tanti capolavori italiani da contrapporre a quello che loro FANNO, giusto?

      Parlare costa poco.

  3. Ryan Gossip 14/03/2018 | 09:51

    Diciamo che Del Toro è stato abbastanza furbo: protagonista donna con handicap, miglior amico gay anziano, collega donna di colore dalla parte dei buoni; cattivi praticamente tutti maschi caucasici. E comunque chi si divora ogni scena in cui è presente? Michael Fuckin Shannon, il maschio caucasico cattivo.
    Al di là delle connotazioni politico-umanitarie, che ormai sembrano necessarie per far piacere un film alla critica (divertirsi e basta no, eh?), qui il messicano ci ha messo anche una discreta dose di cuore, sembra proprio di percepire come volesse raccontare questa storia da sempre, e sicuramente l’opera ne guadagna.

    Rispondi
  4. Past 14/03/2018 | 10:10

    se serve all’amico nostro ad avere la “crana” per sbloccare alle montagne della follia, allora si potrà dire che è servito a qualcosa sto marchettone di film.

    Rispondi
    • jax 14/03/2018 | 10:29

      E DATEGLI QUESTI SOLDI CACCHIO SONO ANNI CHE SE NE PARLA!

    • Ghostbuster Keaton 14/03/2018 | 10:48

      concordo tantissimo!

    • AnnaMagnanima 14/03/2018 | 16:47

      +1

    • L'ozio è il padre di Virzì 14/03/2018 | 18:58

      +1
      (anche perché i sacchi per vedere questo “Shape” ce li ho dati malamente perché il film mi ha fatto cagare…)

  5. Magari 14/03/2018 | 10:14

    Cicciolina.
    Ti aspettavo.
    Su questo film.
    Perché l’ho visto senza ‘sponde’ con cui discuterne, e ti ritengo la fonte più autorevole del mio web (e non solo web).

    SPOILER ALERT SPOILER ALERT SPOILER ALERT SPOILER ALERT SPOILER ALERT SPOILER ALERT SPOILER ALERT SPOILER ALERT SPOILER ALERT

    Ti sei concentrata sul verde, ma io sono stato più colpito dal leit motiv dell’acqua (onnipresente, ogni protagonista ne fa uso in un modo che gli è congeniale – Shannon, ad esempio, la vede solo in bicchieri, che rovescia e versa solo per molestare, o per lavarsi le mani “prima O dopo” – fino alla pioggia che annaffia tutti).
    Interessante poi proprio il rovesciamento del bicchiere d’acqua da parte di Shannon – subito dopo aver fatto capire molto esplicitamente a sua moglie il suo ‘amore’ per le donne “zitte, che non emettono un suono”: mi pare che descriva bene il tipo di ‘amore’ che questo personaggio è capace di provare e di dare (può amare solo persone che non hanno voce, né potere, che non lo possano mettere in discussione o in crisi, quindi sostanzialmente solo persone che non sono persone – diciamo che non può amare?).
    In pratica Del Toro ha distrutto un personaggio con 2 scene – e chiunque assomigli a quel personaggio.

    Ci sono altre prove che l’acqua sia una trasposizione dell’amore / delle emozioni? O mi sto tirando pippe mentali a vuoto?

    E poi le dita che non si riattaccano (in opposizione ai poteri divini che funzionano? o giusto una spallata in più a un personaggio che nella propria purezza e adesione agli ideali WASP resta inevitabilmente ‘menomato’ e incompleto di tutto quello che considera “altro-da-sè”?)

    Per il resto anche io ci ho visto più Amèlie che Delicatessen (ma tanto di più).

    Magari

    Rispondi
    • Claude Autan-Zanzara 13/12/2020 | 23:02

      Magari,
      Che piacere leggere quel che hai scritto. Non so come, ma mi hai portato a pensare a come sarebbe stato questo film (che è un film tutto di Del Toro, “è” Del Toro) se l’avesse diretto il Cronenberg di qualche anno fa, quello della Nuova Carne, del body horror, e pure quello di M Butterfly e Inseparabili, l’unione carnale con l’altro-da-sè che non è che un Altro Sè.

  6. ramaya inc. 14/03/2018 | 10:39

    Oltre ad essere manicheo l’altro grosso punto nero sul naso, a mio avviso, è che l’orrendo sul quale Del Toro ha fondato il suo stesso cinema è usato con intenti monodimensionali. Insomma quella figata di mostro è sfruttato così-così.

    Rispondi
  7. Oboewithashotgun 14/03/2018 | 10:42

    Bello nella sua semplicità, un film capace di creare una grandissima empatia con i personaggi. Ogni volta che il mostrone veniva seviziato mi contorcevo dal fastidio e il cattivone mi facevano prudere le mani, oltre a riempirmi di odio per la sua ottusità da borghese conservatore.
    Gli accrescitivi (-one) mi vengono spontanei scrivendo, perchè la rappresentazione “manichea” dei personaggi, come diceva Cicciolina, li rende stereotipi da fiaba morale e quindi non stereotipi dovuti a una pigrizia di scrittura o un’approssimazione furbesca, per piacere al pubblico. Al contrario la semplificazione dei personaggi nelle loro qualità fondamentali e ideali è funzionale non solo alla trama, ma anche ai significati simbolici che del Toro vuole rappresentare. è un film che ha più strati, dal più superficiale, quello della storia romantica-fantastica tra il mostro e la ragazza umile, ai più profondi, di critica alla società conservatrice, la paura del diverso, le minoranze, la compassione.
    Il fatto che sia ambientato negli anni 50 (?), contribuisce alla sensazione di “favola morale”, ovvero spostare l’attenzione dalla situazione attuale, mostrando però come le questioni sociali non siano cambiate in cinquantanni. Ora non voglio esagerare, non credo sia un capolavoro (che vuol dire poi capolavoro non lo so ma è un altro tema), ma mi ha dato la sensazione di un film che negli anni acquisterà di valore, per il modo in cui è riuscito a rappresentare, per alcuni aspetti, il momento storico che viviamo, pur essendo all’apparenza una storia fuori dalla realtà.
    Poi dal punto cinematografico è un film molto calcista, nel senso di un film che fa andare avanti la trama con l’azione più che con le parole; anche i tratti dei personaggi vengono espressi tramite le azioni (Elàisa che si “sgrilletta gloriosamente ogni mattina” (cit.), l’agente che si scopa la sua mogliettina angelo del focolare anni ’50 ancora vestito senza guardarla in faccia, i balletti in salotto, etc.).
    Anche io ci ho visto qualcosa del jeunet di delicatessen, senza arrivare al plagio come a quanto pare sostiene il regista francese, ma per l’atmosfera generale.

    PS

    Scusate lo sproloquio

    Rispondi
    • Claude Autan-Zanzara 13/12/2020 | 23:11

      Mi sento un criminale a farti notare queste cose, ma nel film si sente Kennedy (JFK) che parla del trasferimento di missili sovietici a Cuba, quindi siamo nel 1962.

      Lo so, arrivò tardi, ma il film l’ho visto solo ieri sera.

    • Claude Autan-Zanzara 14/12/2020 | 10:37

      Intendevo “arrivo tardi”, non “arrivò tardi”.

      Cambiando argomento: il link per confermare la richiesta di iscrizione alle discussioni non funziona, porta ad un 404, pagina non trovata.

  8. Ghostbuster Keaton 14/03/2018 | 10:50

    yawn

    Rispondi
  9. Bradlice Cooper 14/03/2018 | 10:53

    Io l’ho adorato, nonostante potrebbe essere tacciato di melassa o di essere troppo favolistico… Ho letto (e usato anch’io) paragoni con Jeunet (Amelie e Delicatessen) o con E.T., ma sono entrambi paragoni che, senza nulla togliere a Del Toro, per me sono grandi complimenti. La scena del “musical” mi ha commosso: è passata in 30 secondi dall’apice del kitch a una grande profondità.

    Rispondi
  10. El mariachi 14/03/2018 | 11:49

    Ragazzi ma il Maccosa piu grande: cioe questa dopo due volte che vede il mostro se ne innamora…troppo veloce x me.
    Cmq a parte cio, bella regia, storia carina anche se prevedibile.
    Del toro ha giocato facile, ma ci sta dopo vari film personali.
    P.s. Amelie 10 volte meglio, stupendo.

    Rispondi
    • Bradlice Cooper 14/03/2018 | 12:01

      Ho avuto la stessa perplessità, ma poi alla fine si inquadra perfettamente nel tono del film. È una favola, e ci sta che non si perda tempo in tutta la reazione all’innaturale e alla mostruosità. Insomma benché sia evidente, è una cosa che nel bilancio finale del film per non ha pesato.

    • El mariachi 14/03/2018 | 13:06

      Nì, cioe si dai anche se x me resta dettaglio che con poco si giustificava meglio.
      Cioe anche il fatto che abbia attrazione sessuale x la creatura, mah…..ma è una favola lo so! ;)
      Cmq bel film!

    • Errata Corrige 28/03/2018 | 19:21

      “Amelie 10 volte meglio, stupendo.”
      Ma non diciamo stronzate

  11. Fantastic Mr. Fox Mulder 14/03/2018 | 11:50

    Cicciolina é la Wonder Woman dell’iconografia del cinema. Mi hai dato ragioni di vedere un film che, sentiti pareri di amici, non mi avevano convinto alla visione.

    Rispondi
  12. Gino Rattuso 14/03/2018 | 12:33

    Prima cosa: complimenti per la citazione ad Elio nella prima didascalia.
    Seconda cosa: mi pare d’aver letto che Del Toro ha reso il metaforone volutamente ovvio e pieno di personaggi stereotipamente “diversi” (la muta italoamericana, la nera cicciona, il gay anziano…) proprio per rendere il messaggio evidente anche agli spettatori USA più tardi. Se poi qualcuno ritiene che il film sia una cazzata a causa di ciò, peggio per loro.
    Terza cosa: mi spiace che la rece non spenda nemmeno una parola riguardo a Doug Jones, che secondo me è alla sua migliore prova “mostruosa” di sempre, anche più dell’Uomo Pallido, del Fauno e dell’Angelo della morte di Hellboy 2.

    Rispondi
    • Capitan Ovvio 14/03/2018 | 16:35

      “proprio per rendere il messaggio evidente anche agli spettatori USA più tardi”
      Bastava dire agli spettatori USA, il “tardi” è ridondante

  13. Dario Lampa 14/03/2018 | 15:23

    Boh, “miglior film” mi sembra un pelino troppo.
    Bello tutto il pacchettino ma il contenuto è parecchio riciclato.
    Storie così me le trovo anche sotto la tazza del caffè la mattina.
    La smettessero di fare film sulle discriminazioni, non hanno altri argomenti? che palle…

    Rispondi
  14. Kairos 14/03/2018 | 15:38

    Io l’ho trovato interessante ma dimenticabile, un filmetto educato, rispettoso, ben pettinato. A parte il cast tanto politicamente corretto da esser quasi da barzelletta, è interessante il ribaltamento definitivo del tema della bella e la bestia: nelle fiabe (bettelheim insegna) era metafora del superamento della paura del sesso e della “civilizzazione” dell’uomo da parte della donna; al cinema diventa prima ritratto dell’inconscio maschile, sospeso fra desiderio sessuale e volontà di potenza (il primo King Kong, il mostro della laguna nera), poi moscissima parabola ecologista con la bestia ridotta ad animaletto da salvare (il King Kong di Jackson), ora la fantasia della crocerossina definitiva, riassumibile in “ti amo, ti scopo, ti salvo”.
    Fosse stato un po’ meno studiato a tavolino, con la bestia un po’ più caratterizzata, mi sarebbe piaciuto di più.

    Rispondi
    • Anonimo 15/03/2018 | 01:05

      Condivido,dato che sono uno stronzo cinico e disilluso(o semplicemente adulto) la storiella della povera sfigatella muta che si fa il mostro Delle paludi mi ha fatto venire il diabete.
      Non nego che il film sia comunque riuscito,la creatura è uguale a quella di Hellboy 2 che a differenza di shape rimane per me l’ultimo suo capolavoro visionario.
      le atmosfere e lo stile inconfondibile di guillermone rimane e si respira in ogni inquadratura ma la magia è smorzata proprio da questa storiella d’amore banalotta e stereotipata,confezionato a dovere per far abboccare l’academy.
      Segnalo un filmone che qua ovviamente è ancora inedito ossia brawl in Cell block 99,bomba calcista da non perdere.

  15. Kurtz Waldheim 15/03/2018 | 16:18

    Non avendolo visto, non riesco a togliermi la sensazione che la recensione di Cicciolina sia di gran lunga piu’ interessante del film stesso.

    Rispondi
  16. Tidus 15/03/2018 | 19:17

    Una che aveva voja de cazzo e l’ha ottenuto.

    Rispondi
  17. Dr. Stranamorte 15/03/2018 | 21:48

    Per me un grande MAH

    storia da favoletta, personaggi idem. Originale perchè è una storia d’amore con emarginati e mostri? Già visto nella Bella e la Bestia dai. Voglio bene a Guglielmo ma non posso dire che è un bel film solo perchè c’è un po’ di sangue e qualche scena “osata”.

    Rispondi
  18. JAMES VAN NOKER 18/03/2018 | 12:02

    PER ME, UN ALTRO CAPOLAVORO del bravo Guillermo !!!
    Ogni suo film non mi ha mai deluso, sempre divertito, incuriosito, sognato… i trucchi ( uno dei pochi che predilige ancora il caro, vecchio e superiore make up ) sempre favolosi e quest’ultimo è superbo, le trame bellissime e fantasiose e poi sempre con un bel tocco o più di horror che non guasta mai!
    Quando vidi BLADE 2 , mi fissai talmente tanto che lo imparai a memoria … IL LABIRINTO DEL FAUNO l ho amato davvero… per me il suo apice!!!
    Oscar meritato FINALMENTE!!!

    Rispondi
  19. Imperatrice Pucciosa 21/03/2018 | 12:24

    Io questo film l’ho semplicemente odiato.
    Punto primo, va bene citare Il Favoloso mondo di Amelie perche’ e’ una fiaba, ma qui siamo al furto di copyright tra poco. TUTTO urla quel film francese, dalla colonna sonora, ai costumi, alla pettinatura della protagonista, che ha anche lei come migliore amico un pittore.

    Punto secondo: va bene e’ una fiaba (dove ci si masturba che e’ un piacere, ma vabbe’), va bene quindi tutto, ma e’ talmente banale il cast dei personaggi che sembra l’album delle figurine di Walter Veltroni. La muta, il mostro, il gay, la nera… I cattivi sono maschi, bianchi ed etero. Mi state prendendo in giro? Questo film sembra fatto apposta per far fare meme con Pepe The Frog tanto e’ didascalico, telefonato ed elementare nei suoi metaforoni un tanto al chilo. Al punto tale che appena la protagonista si innamora ecco che si veste come? Di ROSSO. Che idea originale, a quale costumista non sarebbe mai venuto in mente?

    Punto terzo: ogni buco di sceneggiatura arriva il pescione con un superpotere che risolve tutto e ale’, anche questa pratica e’ chiusa (sto parlando del finale, uno dei peggiori happy ending mai visti)

    Punto quarto: quando la protagonista mima il suo primo rapporto con il pesce sembrava fantozzi quando descrive la figlia di Mariangela ai colleghi.

    Signori e signore, abbiamo un nuovo film Premio Oscar di cui ci vergogneremo entro 10 anni.

    Rispondi
    • Ruper Tevere 26/03/2018 | 14:06

      Brava cazzo! Questo film è di una bruttezza allucinante

  20. stefano 21/03/2018 | 23:52

    è proprio vero che non ce li meritiamo i bei film…già visto di qui già visto di la (ma poi Amelie..veramente? quella stratosferica cagata da psicodepresse..perchè la protagonista è una donna sfigata? per i primi 5 minuti?)..ma va? incredibile nel 2018 un film non è originale dal primo fotogramma all’ultimo..che sorpresa, che indignazione…meritate di addormentarvi davanti alla tremilionesima puntata della miliardesima serie ..quelle si sono originali…la serialità è il nemico del cinema non la citazione…Oscar o non Oscar gran film da vedere e rivedere , come Dunkirk e pochi altri negli ultimi anni di vacche magre.

    Rispondi
    • Imperatrice Pucciosa 22/03/2018 | 10:18

      Una citazione lunga due ore a casa mia si chiama non averci idee. Almeno rielabora la fonte a cui ti ispiri, che pure la pettinatura ci hanno uguale lei e Amelie.

    • Stefano 22/03/2018 | 15:48

      Mah..de gustibus…avesse avuto la permanente allora era originale? Mi ricorda tanto la discussione Avatar merda perché uguale a Pocahontas…L’unica disgrazia per questo film è aver vinto l’Oscar con immediata indignazione di chi altrimenti non se lo sarebbe manco cagato. Non è che sono del fanclub di Deltoro però se non ha diritto lui a citare e autocitarsi tra mostri fantasie e lotta politica non saprei chi può farlo…di sicuro il ventesimo pigiama dell’anno sarà più originale… Concordo con la recensione che senza incensare almeno apprezza la qualità.

    • Anonimo 23/03/2018 | 01:50

      Ma infatti oggettivamente questo rimane un gran film,ma da guillermo ti aspetti sempre qualche idea geniale nella storia,almeno a livello immaginifico è fantastico.
      Shape è una fiaba già vista raccontata con il suo gusto personale,niente di negativo insomma,ma per me questa caratteristica non lo eleva a capolavoro come per esempio il labirinto del fauno,che a differenza di questo aveva una storia molto più originale.

    • Capitan Ovvio 23/03/2018 | 09:22

      Non ho visto il film ma anche per Del Toro mi sembra si sia entrati nella fase-Nolan: dato che ci ha abituato benissimo, ogni volta che dirige (come mi pare di aver capito in questo caso) non un capolavoro ma “solo” un buon film c’è chi rimane deluso.

  21. Ruper Tevere 26/03/2018 | 14:10

    Film orribile nonché sunto della gnosi (chi non capisce è bene che non capisca). Una donna menomata si innamora di un demone acquatico, venuto dal nulla. Decide quindi di tradire il suo datore di lavoro nonché governo della sua patria e mettere in pericolo i suoi unici amici per scoparselo. I cattivi sono tutti maschi bianchi, tra cui i russi spiccano, essendo cattivi ma anche coglioni e codardi (con russo buono doppiogiochista a salvare un po’ capra e cavoli). Il cattivo per eccellenza, poi, altro non fa che eseguire gli ordini e fare il suo dovere al servizio delle istituzioni.
    Film gnostico al massimo grado, dicevo, dove regna la confusione tra bene male, bello brutto, giusto sbagliato, esattamente come gnosi prevede.

    Tutto molto prevedibile ormai.

    Rispondi
    • Errata Corrige 28/03/2018 | 19:22

      All’anima della paranoia…

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