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Salone Internazionale del Menare: Bholaa

Nanni Cobretti
di Nanni Cobretti | 01/06/202325

Vi ricordate i film di Steven Seagal?
Che razza di domande che faccio, su i400Calci. Per chi vi ho preso?
Come evidenziato dal profeta Vern nel suo Vangelo di Steven Seagal, ogni suo film aveva invariabilmente un momento di spiegone sul personaggio. Il momento in cui qualcuno espone brevemente il background e/o la reputazione del protagonista, per rispondere alla domanda chiave che tutti vogliamo sapere: “Quanto è cazzuto esattamente?”.
È un grande classico dell’action.
Uno stereotipo, se volete, ma personalmente non sono d’accordo: è un momento semi-indispensabile, e anche ogni volta una delle scene che attendo maggiormente. È una specie di test, di cartina al tornasole, per capire quanto amore è stato messo nel progetto: descrivimi il tuo protagonista e ti dirò chi sei. Sii efficace, potente, creativo. Fammi capire se possiamo essere amici. Come quando ti si presenta qualcuno e ti dice che ascolta metal e tu gli chiedi “sì ok, ma quali band?”, e poi se dice “gli Scorpions” lo prendi per il culo da qui all’eternità*.
Steven Seagal ne aveva fatta un’arte di questi momenti, in ogni suo film. Non era il migliore, ma ogni volta era come una finestra nella sua mente.
Prendete il momento di spiegone cazzuto in Sfida tra i ghiacci: “È il tipo capace di bersi una una tanica di benzina e venire a pisciarti sul fuoco del campo. È uno che puoi scaricare al circolo artico con un paio di mutande e uno spazzolino da denti e il pomeriggio del giorno dopo te lo trovi nella tua piscina con un sorriso grosso così e un sigaro tra le dita”. Che voto gli dareste? Io più lo rileggo più non capisco se sta descrivendo un guerriero inarrestabile tipo Rambo o un ubriacone terminale tipo Paul Gascoigne, di quelli che hanno perso il cervello e la sensibilità e non si rendono più conto di quello che fanno. Il film è l’esatto specchio di questo dialogo: una roba che vorrebbe essere cazzuta e invece è il delirio semi-incoerente di un folle (per approfondimenti, trovate un mio pezzo a riguardo nel Manuale di cinema da combattimento).
Un altro momento di spiegone cazzuto famoso è in John Wick: “Lui non è esattamente l’uomo nero. Lui è quello che mandi ad uccidere l’uomo nero”. Ma ce ne sono talmente tante di memorabili che potremmo passare una settimana intera solo a ricordarcele a vicenda.
Ovviamente anche a Bollywood vanno fortissimo con queste cose, però… boh, in questo film, a un certo punto, riferendosi al nostro eroe, uno dice “la paura stessa ha paura di lui”. Come la superi una cosa del genere? Dove minchia vai da lì? Secondo me si è raggiunto l’apice.
SIGLA:

Bholaa è la mia prima occasione di parlarvi a modo di Ajay Devgn.
Vi ho introdotto a star come Hrithik Roshan e Salman Khan, e a eroi marziali come Vidyut Jammwal, su Ajay Devgn non me l’ero ancora presa comoda.
Abbiamo già coperto roba sua: il fondamentale Singham, primo film indiano coperto su queste pagine nel lontano 2011, poi Sooryavanshi dove compare di nuovo nel ruolo di Singham, e ovviamente RRR, in cui si pigliava il ruolo breve ma importante, di grande prestigio e carisma, del padre di Raju.
Ajay Devgn è un’istituzione: come puoi non voler bene a uno che esordisce come protagonista nel 1992 con Jigar, che sarebbe nientemeno che la versione Bollywood di Kickboxer se non fosse che, dovendo durare tre ore come ogni action mainstream che si rispetti, ci mette dentro anche Senza esclusione di colpi. Sostanzialmente avrebbe spazio per rifarli entrambi letteralmente scena per scena, ma – pur ricopiando a tratti persino la stessa coreografia degli incontri – qualcosina si concede anche il lusso di inventarla.
Ajay segue il percorso di tante altre star e si afferma sia nei drammi che nelle commedie che nei film sentimentali; vince diversi premi; diventa forse la prima star indiana a sfondare di visibilità in Occidente grazie all’effetto virale di alcune clip da Singham, che è una roba folle a metà tra Shaft e Piedone e a tutt’oggi ancora il mio personaggio preferito in assoluto uscito da quelle parti.
Tendo spesso a paragonare Ajay a Vin Diesel: ha la stessa presenza scenica, lo stesso carisma un po’ cafone, la stesso gusto per certi tormentoni filosofico-esistenziali, la stessa capacità di fare un po’ genere a sé e diventare il centro gravitazionale di ogni fotogramma in cui compare, anche nei film di un altro.
In più di Vin, Ajay è riuscito davvero a passare dietro la macchina da presa, e da vent’anni ha una casa di produzione, la AJF (Ajay Devgn Ffilms – non è un typo, è proprio Ffilms con due F, non fatemi domande difficili).
Bholaa è la sua quarta regia.

Bholaa è anche il raro blockbuster action indiano a presentare un ruolo femminile forte. Dai che lentamente la Bollywood del 2023 diventa la Hollywood del 2017!

Sarò onesto: Bholaa non mi ha entusiasmato. Rispetto ad altri blockbuster action, è quello che mi ha preso meno nei momenti non d’azione.
Si tratta del remake hindi di un film tamil di quattro anni fa, Kaithi (S.S. Rajamouli che insiste a far doppiare i suoi film è un’eccezione, la tendenza media a Bollywood è prendere i film di successo in lingua non hindi e farne direttamente il remake).
La trama è di quelle che potrebbero rifare anche a Hollywood in qualsiasi momento con qualcuno di intenso e cazzuto tipo Idris Elba: in sintesi il protagonista, ex-gangster appena uscito di prigione dopo 10 anni, si ritrova ad accettare di guidare un camion pieno di poliziotti avvelenati verso l’ospedale in cambio di poter rivedere sua figlia, mentre altri criminali cercano di fermarlo.
La storia è più corale di quel che sembra, ma ogni volta che Ajay non è sullo schermo (e non lo è per una sorprendente quantità di tempo) il film perde drammaticamente mordente.
Il motivo per cui ve lo segnalo comunque sono, ovviamente, le sequenze d’azione.
Come descriverle?
Avete presente quando andate che ne so, alla Fiera della Tecnologia, o al Salone del Libro, e venite esposti alle nuove e future tendenze del settore di riferimento?
Bholaa fa quell’effetto.
Non che inventi chissà cosa, ma semplicemente prende scenari action e li forza al loro limite coreografico estremo, spingendosi a esplorare dove tutti dovrebbero prendere nota, analizzare, segnare cosa funziona e cosa meno, rielaborare e perfezionare e contribuire all’evoluzione.
La storia di questo remake è bene o male fedele con quella dell’originale (e la fotografia è per qualche motivo identica), ma i momenti d’azione aggiungono ogni volta un dettaglio creativo in più decisivo: un inseguimento in strada piuttosto standard diventa una roba che pare prendere l’assalto dei predoni che zompano sul camion di Furiosa in Mad Max: Fury Road e incrociarlo con una versione ancora più tamarra dell’inseguimento in moto di Senza tregua; una resa dei conti fra il protagonista e i criminali fa uscire dal nulla un tridente con cui il nostro eroe infilza i suoi avversari in metodi violenti/fantasiosi che in Aquaman non vedrete nemmeno nei prossimi dieci film; una normale scazzottata diventa un massacro in cui Ajay provoca fratture esposte ad ogni scagnozzo che tocca, roba che Steven Seagal è diventato paonazzo d’invidia. La CGI non è gran ché, il budget è visibilmente più basso rispetto a cose come Pathaan, ma è lo sfoggio arrogante di creatività che conta: ci sono esattamente quei tipi di idee che non mi stupirebbe veder scopiazzate nel prossimo Fast & Furious in versione (fa riderissimo dirlo ma è vero) più sobria e misurata. Il finale è un massacro con mitragliatore d’assalto che ricorda quello di Rambo IV ma fa almeno il doppio dei morti, tutti gloriosamente ammassati in un cortiletto.

Sobrietà

Non si può sempre pretendere tutto e a volte va bene anche questo, insomma. Una visione istruttiva.
Del resto c’è una scena in cui un personaggio dice del nostro eroe che “la paura stessa ha paura di lui”, e subito dopo vediamo un leopardo che, dopo essere stato aizzato ad attaccarlo, si ritira con la coda tra le gambe intimidito unicamente dallo sguardo. Come la superi una cosa del genere? Dove minchia vai da lì? Secondo me si è raggiunto l’apice.

Quote:

“La tamarraggine stessa è meno tamarra di lui”
Nanni Cobretti, i400calci.com

>> IMDb | Trailer

*sì ok, lo ammetto, a me gli Scorpions piacciono, ma stavo citando una scena di Lords of Chaos. Steven Seagal, per coincidenza, ha usato gli Scorpions sui titoli di coda di Sfida tra i ghiacci.

Dove guardare Bholaa
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Nanni Cobretti
Autore del post: Nanni Cobretti
"Tu sei il male, io sono un autarchico"
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tags: ajay devgn ajay devgn ffilms bholaa kaithi la paura che ha paura leopardi che arretrano singham spiegoni cazzuti steven seagal tridenti

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25 Commenti

  1. VandalSavage 01/06/2023 | 08:18

    Ajay Devgn è l’anagramma di Ava Devine e non aggiungo altro.
    Anzi sì: “quando l’action ti viene in faccia”.

    Rispondi
  2. VandalSavageAncoraLui 01/06/2023 | 08:22

    XD!!!
    Vabbè, però…ha una faccia da scemo. Hanno ibridato Temuera Morrison con Favino?

    Rispondi
  3. Giocher 01/06/2023 | 08:30

    “He’s more ruthless than Rambo, more destructive than Terminator, smarter than Rocky and quicker than Bruce Lee: HE’S Last Action Hero! ”
    Apropo of Sahlman Khan in Wanted… <3

    Sarebbe proprio da farci un'antologia. Non ci credo che non ne esista già una per uso interno delle script rooms, onde evitare ripetizioni..

    Rispondi
  4. Vitto Ogami 01/06/2023 | 09:34

    Scuola di Fomento: le recensioni dei film indiani by Nanni Cobretti.

    Rispondi
  5. Dumbolik 01/06/2023 | 09:35

    Gli spiegoni più belli sono quelli in cui lo spiegone viene fatto al protagonista da un qualcuno che gli sta parlando. Tipo:
    – “Lei è il migliore. 12 missioni in Afghanistan, premio tiratore scelto 2017 e 2018, 5 medaglie al valore, poi ritirate, per avere salvato 357 compagni ma in una missione non autorizzata. Primo a West Point, secondo ad Hannapolis, terzo a parimerito ai Giochi della Gioventù. Esperto in arti marziali, spionaggio, controspionaggio, spionaggio al meglio delle 5, informatica e chatGPT. Vota repubblicano e ha un Clint Eastwood tatuato sul polpaccio. Niente famiglia, niente figli. Abbiamo bisogno di lei per questa missione. In cambio le offriamo la possibilità di riavere la sua vita di prima, senza quelle manette”
    – “Quali manette?”
    – “Aggiungo al c.v.: esperto in escapologia”
    Quando arrivano questi spiegoni, dove parlano al protagonista come fosse uno smemorato rincoglionito, benedico le “Lui è talmente duro che l’ unico modo di accopparlo è un proiettile di diamante”. Film venduto.
    Figa ‘sta cosa nuova del mettere dove si può vedere.

    Rispondi
    • Giocher 01/06/2023 | 10:34

      Vedi? A me personalmente che pure qui si siano piegati alle richieste dei piú stupidi/incapaci/pigricomefunghi della cumpa mi butta una depressione addosso pazzesca. Vengono a leggere una rece su internet, ma usare una ricerca sulla barra del device é cosa assurda. ALLUCINANTE

    • Dumbolik 01/06/2023 | 11:07

      Vabbe’, gli evita la rottura di palle di dover rispondere “Guarda su Justwatch” a ogni Fabrizio e a me di andare su Justwatch, che ormai ho una pigrizia addosso che quando mangio il ghiacciolo ingoio anche il legnetto per non fare la fatica di buttarlo nell’ immondizia . Avrebbero potuto fare cose ben peggiori, tipo aggiustare l’ interlinea.

    • Giocher 01/06/2023 | 11:45

      Stupido quanto ingenuo io a ritenere piú consono bannare ogni domanda del ca##o, anziché renderne gli autori un personaggio-tormentone.
      Dopo decenni di Oasi Faunistiche Salvaguardia Imbecilli, ancora non si é capito che é proprio proteggerli che li fa moltiplicare, fino a rendere tutto la montagna di merda che ci occhieggia dalla Rete.

    • Nanni Cobretti 01/06/2023 | 12:03

      È un esperimento. Parte dell’esperimento è dovuta al fatto che ci è costato molto meno sbattimento del previsto e che forse addirittura ci prendiamo due spicci se cliccate. E non so come la vedete voi, ma se quel bannerino 1) interrompe le domande sceme e 2) ci fa guadagnare due spicci, è un win-win veramente clamoroso. Vediamo come va…

    • Diego 01/06/2023 | 14:10

      Bella lì Nanni con l’esperimento ;)
      E ora di corsa a guardarsi il film!

  6. Maranzinga 01/06/2023 | 10:32

    Mi permetto di segnalare “La morte batte i denti, c’è Mazinga Robot” (nella sigla del suddetto robot)

    Rispondi
    • Frank Caprotti 04/06/2023 | 08:45

      Sei furbo / Sei forte / Sconfiggi / la morte …
      (Sasuke)

  7. Gigos 01/06/2023 | 11:24

    MA! MA QUELLO È JAVIER BARDEM CON UN TRIDENTE? MA COPRITE LA SIRENETTA? MACCOSah no, ho visto male io.

    Rispondi
  8. Gigos 01/06/2023 | 11:44

    «“la paura stessa ha paura di lui”. Come la superi una cosa del genere?»

    Siamo un po’ dalle parti dei Chuck Norris Facts, eh.

    Rispondi
    • Michele Gardini 01/06/2023 | 17:08

      Già, questo è il mio problema con i film dove la si fa tanto, tanto enorme, orgogliosamente. Il problema di cui ebbi a discutere con Nanni riguardo alla parola che inizia con la A e la rule of cool. Certi film di menare, e quelli indiani oggi più di tutti, chiedono non la sospensione, ma la soppressione a calcioni dell’incredulità e l’occultamento del cadavere in un basamento di cemento della Salerno-Reggio, per concederti in cambio uno spettacolo onestamente grandioso. Da giovane accettavo senza farmi problemi, purtroppo l’età (e la quantità di film simili già visti) aumenta le pretese, ed entra più facilmente in gioco la legge di Poe: dopo un paio di scene non riesco a distinguere quelli che si prendono sul serio dalle loro parodie. A quel punto o lascio perdere , o faccio come il pubblico di Springtime for Hitler: mi sganascio. Non è un brutto modo di passare una serata, comunque.

    • Michele Gardini 01/06/2023 | 19:28

      E infatti: cercando sulla wiki qualche notizia riguardo la nascita dei Norris facts, ti trovo che in India hanno gli equivalenti: i Rajinikanth facts.

  9. Barone Meshuggah 01/06/2023 | 11:52

    Così a occhio le tre strisce bianche orizzontali sulla fronte e il tridente indicano che diventa la personificazione di Shiva, il distruttore. Come Ram alla fine di RRR, solo che lì veniva usato l’arco con le frecce. Le tre strisce e il tridente sono l’iconografia più tradizionale.

    Rispondi
    • Giocher 01/06/2023 | 12:08

      OVVIO

      Non esiste al mondo e nella storia che si debba donare dell’epicità ad un personaggio indiano SENZA citare smaccatamente l’iconografia della Sacra Trimurthi.
      Credi per altro che le altrettanto starabusatissime metafore cristologiche varie dei nostri blockbuster occidentali non gli saltino all’occhio, a loro? I giapponippi ci prendono per il kiulo sulla cosa da decenni..

    • Nanni Cobretti 01/06/2023 | 12:10

      C’è che ci lamentiamo di Zack Snyder che fa volare Superman in posa da crocefisso ma qua è direttamente come se noi avessimo un supereroe seminudo e con le stigmate e la corona di spine ma lo chiamassimo “Luigi” tanto per dissimulare.

    • Giocher 01/06/2023 | 12:16

      … Ovverosia Kenshiro ed il motivo per cui é culto soprattutto qui da noi…

    • Barone Meshuggah 01/06/2023 | 13:31

      @Giocher
      Come avrai notato la mia era una semplice annotazione senza alcun attribuito positivo o negativo, completamente neutra.
      Lo so che in India la religione permea la vita e quindi anche l’arte. E, da non cattolico, le metafore cristologiche dei blockbusters occidentali sono uno dei motivi per cui in genere non sono my cup of tea e tendo a schivarli.
      Essendo addentro all’Induismo, invece, in genere gradisco la citazione della Trimurti. Ma questi sono gusti super personali.

  10. Vincent Coccotti 01/06/2023 | 21:35

    A me lo spiegone di Sfida tra i ghiacci mi ha sempre fomentato a cannone, forse perché chi lo fa è il Sergente Hartman…..

    Rispondi
  11. Attila Finch 01/06/2023 | 22:55

    Il coro fuori campo che urla “Bholaaaaaaa” alla fine delle scene è una cosa bellissima

    Rispondi
  12. S.S. Rajamazzate 05/06/2023 | 20:55

    Nanni bellissimo Bholaa !! Aspetto ancora in gloria quando ci parlerai di quella roba immensa che è KGF parte 1 e 2 !!!!

    Rispondi
  13. coraado 07/06/2023 | 14:43

    singham mi aveva divertito molto, ma i film successivi del cop universe diventano progressivamente cosi fasci che non ce l´ho fatta piú, forse per questo non mi sono appassionato di Ajai allo stesso modo che ad altre superstar indiane.

    Rispondi

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