Sta per uscire in Italia l’attesissimo settimo episodio di una saga leggendaria cominciata quasi quarant’anni fa.
Stiamo ovviamente parlando di Rocky, e del suo imminente spin-off ufficiale Creed.
Per celebrare l’evento, tratteremo a mitraglia tutti i film di Rocky uno dietro l’altro e, finché ci siamo, dopo di essi seguiranno trattazioni di tutti i film scritti e/o diretti da Sylvester Stallone, autore completo, nume tutelare del cinema da combattimento, eroe.
Buona lettura.
Scrivere di Rocky è di base impegnativo ma scriverne qua sopra è una sorta di responsabilità di fronte alla nazione, di fronte alla quale spero di essere all’altezza.
“Rocky è un film d’autore”, partirò da questo assunto per affrontare di petto l’onere.
È “d’autore” non perché finì nominato a tutti i premi Oscar più importanti del 1976 vincendone tre, tra cui “Miglior Film” e “Miglior Regia”. Non è “d’autore” perché lo hanno inserito nei film della Biblioteca del Congresso e l’American Film Insitute lo ha annoverato al cinquantasettesimo posto tra “i cento film americani più importanti di sempre” e non lo è neppure perché è un film girato e fotografato da far spavento.
È un film d’autore perché è una confessione a cuore in mano del suo autore, appunto Stallone, che infatti fu candidato ai succitati premi Oscar del 1976 anche come miglior sceneggiatore oltre che come miglior attore: un onore a quei tempi capitato solo a Chaplin e Welles.
“La mia vita è fatta al 96% di fallimenti e al 4% di successi.”
Così pochi mesi fa Stallone si schermiva, umile come sempre, parlando della creazione di Rocky che ovviamente rientra in quel 4%. Questa frasetta buttata giù ridendo fa capire quanto di Rocky Balboa ci sia in Stallone e quanto dietro il divismo da manzo palestrato degli anni ottanta che ha gettato un’ombra pregiudiziale scomodissima su di lui – quella che fa liquidare Rambo a chi non l’ha mai visto come un film d’azione e “un’americanata”, ad esempio – ci sia un outsider che ama e sa raccontare gli outsider, perché lui stesso, a torto o a ragione, si sente tale ed è un filo rosso che possiamo ritrovare in tutti i suoi primi film. E nella stessa intervista fuga ogni dubbio su quanto di Rocky ci sia in lui:
“Ho convissuto con un grande complesso di inferiorità gran parte della mia vita (…) Con Rocky posso dire quello che con altri personaggi non posso dire, lui è il mio trampolino per dire cosa penso della vita o di come vorrei che fosse affrontata”.
Questa candida sincerità è la chiave della lunga vita e credibilità di quella sceneggiatura, scritta in tre giorni di getto quasi quarant’anni fa, e spiega facilmente perché Stallone tenacemente non ha mai voluto che fosse nessuno oltre lui a interpretare Balboa: perché è lui, e un altro non poteva raccontare la storia di questo disgraziato dal cuore d’oro che rialza la testa.
A fine anni settanta Stallone è infatti in grossi guai economici, sua moglie è incinta e lui gira a vuoto di studio in studio proponendo questo piccolo film che vuole interpretare ad ogni costo, rifiutando offerte anche consistenti affinché il film fosse acquisito e fatto interpretare da altri; ma Stallone non molla: mentre tutti gli davano del brocco e gli chiudevano la porta in faccia lui persevera, andando contro il buonsenso comune, perché sapeva che poteva farcela da solo e perché sapeva che aveva qualcosa di speciale in mano. Quando ormai era lecito iniziare a pensare che si stesse spingendo al limite dell’autolesionismo la United Artists crede nel progetto, gli affida il ruolo della vita nel film della vita e un milioncino di dollari per renderlo reale. È la coda di quella fiammata che fu la New Hollywood nello star system americano, quella apertura dei pachidermici studios alle idee nuove e ai nuovi autori che ci ha consegnato in poco più di dieci anni il cinema statunitense che ancora oggi fa la differenza.
Le riprese vengono affidate al quarantaduenne John G. Avildsen, un regista di mestiere ma con un buon senso del ritmo e un certo occhio per tratteggiare personaggi allo sbando. Rocky è quindi a tutti gli effetti un piccolo film d’autore nel flusso di cassa della United Artists, affidato ad un solido professionista che potesse serrare i ranghi di una compagine ricca di esordienti, inesperti per quanto comunque bravi. Chiaramente Stallone guida la fila, poi vengono il compositore Bill Conti – al suo primo film – ma anche il direttore della fotografia James Crabe, che proviene dalla televisione degli anni sessanta, un gioco molto diverso dal cinema rispetto alle nostre serie TV odierne. Vengono aggiunti il decano caratterista di cinema e TV Burgess Meredith, la bravissima Talia Shire reduce da Il Padrino e dietro le quinte un tecnico sopraffino come Garrett Brown, l’ inventore della steady-cam, che proprio in Rocky mostrerà al mondo come usarla per unire l’epica al realismo immersivo con le riprese perfette durante il leggendario match finale. Qui un’intervista molto dettagliata a Brown sulla steady-cam nel film e di seguito il risultato: LA scena di allenamento, non solo di Rocky ma del cinema tutto per antonomasia.
httpvh://www.youtube.com/watch?v=-ZKhpbfR-LE
La storia del pugile non sveglio ma indomito e dal cuore d’oro parla alle insicurezze di tutti e urla al pubblico “ce la potete fare, se non a vincere ad essere almeno persone che camminano a testa alta, senza vergognarsi di niente”, Stallone ci mette il cuore ma è sempre attento a non scivolare nello stucchevole e ci riesce con una grazia rara, facendoci dimenticare tutte le implausibilità della storia, che invece ci appare persino realistica per la potenza e vividezza dell’affresco sottoproletario: un sommo esercizio di sospensione della incredulità. Bill Conti gli affianca uno dei commenti musicali più efficaci, potenti e importanti del secolo scorso e, per quanto non si ripeterà mai più nella sua carriera, entra al primo colpo nell’Olimpo delle colonne sonore e con la sua forza trascinante di fiati e violini disco ci aiuta nel voler credere ad ogni costo alla riscossa di Balboa.
Come spesso accade quando si dà fiducia a qualcuno che vive o muore per un’idea, Rocky scardina i limiti delle condizioni impostegli; e contando solo sulle proprie sole forze, con un budget ridicolo – non c’erano nemmeno i camerini sul set – si rivela un diamante: si ritaglia il suo posto nella storia della cultura popolare, del botteghino, della musica, del cinema e -principalmente- se lo ritaglia nel cuore degli spettatori, che da quarant’ anni lo annoverano tra i loro film preferiti di sempre, e io tra essi.
“Sylvester e io avevamo la stessa visione, credo. Lui era un attore in bolletta. Non era una grande star. Era molto collaborativo e disposto a provare qualsiasi cosa e non si preoccupava delle dimensioni della sua roulotte, perché non c’erano roulotte. Mi disse che scrisse più di trecento pagine in più durante la produzione perché cambiava le cose in corsa sperando di migliorarle” – John G. Avildsen
Sì, Rocky gioca sul sentimentalismo, ma lo fa con un garbo impressionante, non ti concede scampo con la sua storia di riscatto e sconfitta, con la sua oscillazione tra il fomento più cieco e la malinconia abissale, con la sua storia d’amore così piccola e intima che ti senti di troppo a guardare Adriana e Rocky quando pattinano, così ingenui ma belli che ti senti un verme ingeneroso a pensare anche solo per un secondo che sono dei sempliciotti. E quindi? Che ce ne frega se un film di pugilato ti prende (anche) per i sentimenti? Possono dirvi che è melenso quanto vogliono, possono dirvi che è sopravvalutato quanto vogliono i mostri senza cuore di cui è pieno internet, ma Rocky rimane un film imprescindibile di cui nessuno di voi deve privarsi, di lui e della gioia di farcisi salire un groppo in gola grande come una pigna. Così come è imprescindibile farlo vedere a chi non lo ha mai visto e che dice “ma è un film sul pugilato con quel coatto di Stallone” per poi godersi la sua faccia ricreduta, come deve essere stata la mia quando lo vidi.
Quando ero bambino il pugilato infatti era molto più seguito di oggi, era spesso in televisione e tutti gli adulti che costellavano la mia vita, chi più chi meno, lo seguivano e ne parlavano. A me, come tutti gli sport in televisione, annoiava terribilmente e fu per questo che accettai di andare con papà al cinema parrocchiale a vedere Rocky con una certa recalcitranza, “Alla fine è un film sul pugilato” pensavo, “sai che noia” mi dicevo. Poi lo vidi, capii che mi sbagliavo ed io e Rocky non ci separammo mai. Per quanto sia un film “semplice” e sia facile riderne (come di tutte le cose semplici del resto) la sua lezione di vita mi è rimasta, quella di cinema pure.
DVD-Quote suggerita
“Quando il cinema d’autore ti scalda il cuore mentre ti riempie di pugni”
Darth Von Trier, i400Calci.com
La scena preferita di Nanni Cobretti
Tutto il mondo ha ormai imparato a identificare Rocky Balboa come il simbolo del sogno americano, epico e vittorioso, trionfatore totale in senso sportivo, etico, morale e persino politico, tutto tamarraggine, statue giganti, eye of the tiger, corse sulle montagne innevate e pugni alzati in cima alla scalinata mentre intorno a lui e grazie a lui i perdenti ritrovano la voglia di vivere e finisce la guerra fredda.
Soffermatevi su questa immagine, e poi lasciate che vi racconti una delle scene chiave di questo primo film.
Rocky è un outsider che sogna il riscatto, un pugile discontinuo incastrato in circuiti sfigati.
Si confessa con il suo amico barista: per diventare campioni basterebbe un match, basterebbe una chance per combattere un incontro valevole per il titolo, ma come si fa? Come può un nessuno come lui ottenere quella chance?
E quella chance arriva: il campione in carica decide come mossa di marketing di sfidare uno sconosciuto, e sorteggia proprio lui.
Il promoter lo incontra e gli spiega l’offerta.
Rocky rifiuta.
Sarà frastornato? Intimidito? Troppo incredulo?
Il promoter insiste.
Qualsiasi altro film a questo punto monterebbe il crescendo emozionale più grosso dell’Universo, esplosioni di gioia, musica trionfante, qualsiasi cosa, e invece noi non sentiamo nemmeno Rocky dire “ok”: la scena stacca, e quella successiva vede Rocky e Adriana sul divano di casa che guardano la tv che trasmette la registrazione della conferenza stampa con lui e Apollo e discutono di quanto il nostro povero protagonista sembri impacciato in un’occasione pubblica di tale importanza.
Rocky interiorizza tutto e davanti all’ovvio evento più importante della sua vita sembra non essere cambiato di una virgola: rimane coi piedi per terra, fin troppo conscio del dislivello di abilità fra lui e il campione. Forse è perché nella vita ne ha già subite troppe per mettersi a fare castelli in aria, forse è perché è parzialmente paralizzato dalla paura – la paura, il filo conduttore di tutti i film della saga, il motore che spinge Rocky a dare il 110%, a tirare fuori forza e resistenza sovrumane – o forse è semplicemente perché sa che davanti a un’occasione simile serve solo mettersi a testa bassa e lavorare.
Da qui in poi lo vediamo allenarsi con intensità crescente, anche se il match rimane sempre un po’ sullo sfondo rispetto al suo rapporto umano con Adriana, l’allenatore Mickey e quell’altro personaggio difficilissimo e incredibile che è Paulie.
Ed è solo nel pre-finale, nell’ultimo dialogo con Adriana prima di recarsi all’incontro, che scopriamo esplicitamente il suo stato d’animo, i suoi sogni, il suo obiettivo, il fuoco che gli brucia dentro: è tutto quello che ci serve per fare un tifo sfegatato per lui in quello che più che un incontro sarà un vero e proprio massacro.
Ma, alla fine, si tratta di un dettaglio perfetto come tanti in un film sincero, fatto col cuore più che con qualsiasi altra cosa, e che conta pochissimi rivali nella storia del cinema.
E BOOM buon anno e i botti (o le botte) cominciano adesso!
Bentornati a casa :’-)
Creed l’ho visto ieri e non dico niente, dico solo che stallone si merita non un oscar ma tipo 7 o 8 tutti insieme perchè è GIGANTESCO. Tanta roba, mi sono sentito vecchio ma felice per lui perchè ha dimostrato ancora e se mai ce ne fosse stato bisogno che quando vuole è un attore coi controcazzi.
confermo.
Bentornati e buon anno!
Visto il tema del post non posso non condividere questo:)
http://youtu.be/P0pZmDFeoWw
Grazie…e bentornati!
bellissimo modo di iniziare l’anno!
grazie e bentornati!
E’ da quando seguo i Calci che aspettavo uno specialone su Rocky. Un personaggio a cui sono legato sin da piccolo quando lo guardavamo con il papà. Da lì in poi, la visione di tutti i film (tranne il sesto per ovvie ragioni temporali), l’acquisto della colonna sonora in LP, MC e CD che ha scandito (e tuttora scandisce) sia i momenti duri che i training in palestra, la registrazione in VHS e l’acquisto dei Blueray. Per finire, la fuga per un giorno da New York solo per fare pellegrinaggio alla scalinata…Rocky non è un film ma una lezione di vita.
Gran bel film già così, con budget e attori di livello sarebbe stato un capolavoro. Un po’ di rammarico rimane.
Sei pazzo
Confermo la diagnosi psichiatrica.
Invece che da psichiatra, posso fare una diagnosi da uomo del bar?
Sei pòpo un cojone.
Yeah, buon anno a tutti.
Che dire, insieme a Lo squalo il mio film della vita. Impossibile trattenere la commozione ogni volta che vedo passeggiare Adriana e Rocky vicino casa di lei.
La mia scena preferita è l’inizio dell’allenamento mattutino con le uova!
@Alex che cavolo stai dicendo Willis?!? Rochy È un capolavoro, e Rocky HA attori di livello, fai il serio dai
Cavolo!
Ho rivisto con piacere – e per caso – durante queste vacanze di Natale i Rocky dall’1 al 4.
Quindi ho aperto con piacere il sito e ho letto questo articolo col sorriso sulle labbria. Grazie!
Grazie per essere tornati così di prepotenza!
Qui sfondate la proverbiale porta aperta, anche perchè ho avuto modo di rivederlo non molto tempo fa in tv ed è a mio avviso uno dei film meglio scritti tra quelli che ho visto.
La mia scena preferita è quella in cui Rocky e Mickie litigano, lui se ne va e Rocky lo segue fuori casa, gli va incontro ma noi vediamo tutto da lontano, loro sono di spalle, non sentiamo cosa si dicono ma capiamo che hanno fatto pace, si sono chiariti in qualche modo.
Ecco ora mi è scesa la prima lacrima del 2016.
92 minuti d’applausi
Intanto bentornati e bentornate LeBasi! Scelta peraltro felicissima quelle di dedicarle a Stallone, non sconosciuto come Milius, ma sicuramente misconosciuto dalla massa come autore.
E poi Rocky. Un film che ancora oggi non riesce a lasciare indifferente. Una parabola sul sogno americano più autentico, quello del proletariato che più che il successo sogna una vita dignitosa, una moglie con cui dare senso alla dolcezza che ha nel cuore e una casa accogliente dove tornare.
In questo film ci sono momenti di una dolcezza allucinante, solo nel sesto si tornerà a questi livelli. Il rapporto fra Adriana e Rocky è di una tenerezza incredibile. La loro prima uscita per andare a pattinare, con il guardiano che scandisce il tempo che gli rimane potrebbe essere un elemento comico che fa franare tutto quanto e invece da la cifra di quanto il corteggiamento romantico sia del tutto impermeabile alla grettezza che ordinariamente ci circonda.
La stessa casa di Rocky è un tugurio allucinante, una vera tana da sbandato (indimenticabili le bottiglie di birra infilate nel divano) eppure quando ci entra Adriana la prospettiva cambia. Inizia ad essere un nido.
E poi c’è Paulie. Invidioso, truffaldino e incazzoso ma con un cuore grande così. Accoppia il suo amico e sua sorella e nemmeno lui lo saprebbe spiegare bene cosa sta facendo. Eppure (nell’ennesima scena indimenticabile del film), quando i due sembrano imbarazzati e la scusa per non uscire è quella che c’è la cena che sta cucinando in forno, lui va in cucina apre il forno e tira il tacchino fuori dalla finestra. Ecco qui, ora non c’è più nessuna scusa per non provare ad essere felici. Poi gli rinfaccerà la cosa, ma intanto le chiavi per la loro vita gliele ha regalate lui.
Sull’incontro credo che Jackie Lang abbia già detto tutto in quell’altro pezzo monumentale che avete pubblicato qualche tempo fa.
Bravi tutti, io vado a nascondere le lacrime nel bagno dell’ufficio.
Tutto bello, tutto giusto.
Tutto meraviglioso.
Soltanto, io cambierei il titolo in LA BASE.
Perchè è Rocky. E tanto basta.
Buon anno gente, ho visto Creed al rientro dale feste e ho giustappunto pensato a voi. Maratona a braccetto alle vostre recensioni assolutamente.
Pensavo in almeno due pagine di sito per parlare di uno dei piu’ grandi film mai girati! Io aggiungo una cosa alla parte di Nanni, il discorso in cui Rocky dice ad Adriana che il suo obiettivo e’ durare 15 riprese con Creed, perche’ nessuno ci e’ mai riuscito. In poche righe di dialogo dice tutto sulla filosofia del personaggio, e del film…
Aggiungo la mia scena preferita, che e’ il litigio con Mickey che lo aveva cacciato dalla palestra e che si ripresenta alla sua porta per fargli da manager. Metto la versione italiana perche’ – mi vergogno ad ammetterlo visto che oggi guardo tutto in lingua originale – e’ l’unica che riesco a vedere: ogni volta che sento “e io combatto!” mi vengono i brividi, e quando insegue Mickey e lo abbraccia mi sudano tantissimo gli occhi e non capisco perche’.
https://www.youtube.com/watch?v=3nvz4D68hbI
Innanzitutto bentornati, mi siete mancati in questi primi sonnacchiosi giorni di lavoro. E’ la prima volta che vi scrivo ma dopo anni di letture mi faceva piacere entrare a tutti gli effetti tra la popolazione di Valverde.
E cominciamo proprio con uno dei pilastri dell’infanzia: verissima la cosa della box, mia mamma è ancora un’appassionata (a cui a sua volta l’ha trasmessa mio nonno) e insieme ai primi ricordi dei film ci sono anche spezzoni di incontri intravisti a notte fonda. Ricordo i film di Rocky come una festa ogni volta che li trasmettevano, praticamente uno di famiglia!
Che bel rientro. Complimenti a Darth per essere riuscito ad essere brillante anche su un film come questo, dove ormai tanti sono la fama e l’affetto che è difficilissimo essere freschi.
Sul film in sé, non avendo la felice penna/tastiera di Darth, preferisco non dire nulla. È un pezzetto di cinema del cuore.
“Ain’t gonna be no rematch. Ain’t gonna be no rematch.”
“Don’t want one.”
Ecco, io continuo a vergognarmi come un cane, ma quando l’ho sentito la prima volta in originale il confronto con “Non ci sara’ rivincita” “E chi la vuole?” l’ho trovato imbarazzante (in favore della versione italiana). Si puo’ dire che con Rocky ci siamo goduti pure un doppiaggi da paura che l’ha reso ancora piu’ bello?
Quando guardo rocky penso sempre a:
1) beato sly non muore dal freddo
2) usa le scarpette da tennis e non si sfracella i piedi
3) le uova non devono essere consumate in un numero compreso tra 2 e 4 a settimana (da “sportivo”)
E allora mi rattristo perché io non posso……
Agguantare galline dico.
Grandissimo film che mi ha fatto amare sly fin da subito (oh a me piace pure fermati o mamma spara e quello del fidanzato per la figlia)
Fermati o mamma spara! è un film che adoro anche io. E lo rivendico con orgoglio. L’altro con Ornella Muti (non mi ricordo mai il nome!) no, troppo cervellotico, ma chi si doveva sposare con chi?? O_o
Oscar un fidanzato per due figlie. Col senno di poi una commedia godibile.
BENISSIMO.
non vedo l’ora di leggere i prossimi articoli.
Grazie!
Capolavori totali.
Mi riferisco a Rocky e alla recensione.
Gran bel pezzo.
Mi permetto soltanto di precisare che gli anni trascorsi sono 40 esatti e non di meno, non 38.
Mai stato più d’accordo con le recensioni (entrambe). Un film minuscolo, forse davvero sopravvalutato, ma che riesce davvero a colpire. Perchè, a parte la storia poco plausibile del campione del mondo che pesca un nessuno a caso, la sceneggiatura non vuole strabiliare, non vuole colpire, ma far avvicinare lo spettatore al personaggio, facendolo restare sempre e comunque con i piedi per terra. Anche quando si confronta con “il migliore” in un match nel quale non ha bisogno di vincere per fare la differenza.
bella e giusta lettura di un film speciale per tanti motivi, anche legati alla nostalgia.
con Rambo e Cop Land forma una trilogia che per me sta lassù, insieme al meglio del meglio, fatta da un outsider che ama e sa raccontare gli outsider, come ha perfettamente detto Darth.
Aggiungo un pensiero a Ferruccio. Il numero uno
Nel primo film pero’ la voce di Rocky e’ di Gigi Proietti
Però il nuovo doppiatore di Stallone, Massimo Corvo, a me piace tanto pure!
@Nanni
Ovviamente hai ragione, ma era un pensiero legato più a Sly in generale che per me sarà sempre Ferruccio
si ma ferruccio è stato TUTTI!!!
è per quello che è il numero 1
mi ricordo ancora che quando è uscito Heat si era talmente incazzato che non gli avevano fatto doppiare sia deniro che pacino che aveva rifatto la famosa scena dell’incontro al ristorante doppiando tutte e due con inflessioni differenti per dimostrare che li poteva fare
Grande! E poi avrebbe fatto inserire una battuta nel dialogo in cui uno dei due diceva “che coincidenza, abbiamo entrambi la zeppola”?
E l’altro in perfetto mel brooksese avrebbe risposto “quale feppola?”
Abbiamo finito l’anno con quel filmaccio con le stelle di cui non ricordo il titolo, e lo cominciamo troppo troppo meglio, avete alte aspettative per il 2016!
Un capolavoro di film. Tra l’altro non mi sono mai accorta che era un film a così basso costo, tanto l’ho sempre trovato fatto bene.
Commovente, mai retorico, romantico (la scena della pattinata sul ghiaccio con Adriana <3): non è un film, è un manifesto! E questa recensione spiega benissimo perchè! Grazie!
Buon anno a tutti grandiasimo post e specialone NECESSARIO su questo sito e nel mondo.
…e grazie delle botte di capodanno che sono di Rocky e di più non si poteva. Nodo alla gola,capo. Mi hai fatto ricordare di Patrizio Oliva.
Il film che per quanto mi riguarda supera il Rocky 1976 ne esiste soltanto uno ed è Rocky Balboa 2006 a livello emotivo il film più importante per me.
Aggiungo solo una cosa a dimostrazione dell’assunto della recensione che trattasi di film d’autore: la storia non si conclude con il clichè della vittoria, ma ha il coraggio di mettere in scena un’onorevolissima sconfitta (ai punti). Una scelta per niente banale, anzi molto coraggiosa, ma che contiene il messaggio profondo del film e dell’esempio di Rocky: ciò che conta è solo dare quel 110%.
Faccio notare che nel 1976 Rocky vince come miglior film contro “Tutti gli uomini del Presidente” e “Taxi Driver” e quando viene annunciato il premio Stallone viene trascinato sul palco dai produttori: https://www.youtube.com/watch?v=sUrSr6Ga6i0
E’ vero, il finale è geniale. L’altra volta vedevo 8mile, e me lo ricordava molto, anche se sono perfettamente il contrario.
In Rocky il protagonista perde, ma la vera vittoria è la sua.
In 8mile il protagonista vince, ma non gli servirà a molto visto che deve tornare a fare il turno in fabbrica.
Essendo classe ’81, sono stato colpito dalla maledizione del vedere in TV i seguiti prima che il capostipite.
Per l’esattezza fu il III, quel capitolo che a molti non piace/dimenticano, per una serie di motivi tutti magari condivisibili. A me piacque molto e quando mio padre mi disse che ne erano due prima mi misi a pattugliare i palinsesti in attesa di vederli.
E tutto quello che c’è da dire, lo avete detto voi… uno dei film della vita, punto.
in assoluto il film più visto, il più carico di ricordi, di significati. Per questioni anagrafiche visto retroattivamente dopo alcuni altri capitoli. Ebè quella magia, quella differenza con gli altri capitoli sotto steroidi, si nota eccome
Signori, oggi s’è reso onore a quel “da combattimento” scritto lassù in alto
i400calci isola felice in questo mare di bruttezza e mancanza d’amore che è Internet.
Grazie di esistere e grazie per la recensione.
p.s. io Creed aspetterò che esca in BD per potermelo godere in VO, ma se voi mi direte che è bello, cambio programma e volo al cinema
GGGRRRRAAAAAAAAZZZZZZZZZZZZZIIIIIIIIIIIIIIIIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Rivisto di recente con ottica nuova di taglio realista: ci sta tutto!
L’inizio in cui lui fa il recuperacrediti per il boss, il discorso alla ragazzina sulla sconvenienza di dire parolacce e lei che lo liquida con un puntale “vaffanculo rompicoglioni”, il disagio di Paulie (perchè non ci prendiamo in giro, di disagi ne ha…) e il fatto che Rocky abbia praticamente salvato Adriana da un disagio ancora più grande, il look di Apollo, lo squallore di tutte le abitazioni il negozio di animali e pure la palestra, il porto triste e grigio, del macello che ne parlo a fare, Rocky semianalfabeta che capisce poco, e alla prima scena questo fuma dopo un match di pugilato..! Insomma, un film che regge alla grande sotto un sacco di punti di vista.
P.S. Precisa e quasi entusiasmante la definizione di “È la coda di quella fiammata che fu la New Hollywood”, cinque altissimi!
Poco da aggiungere, riguardandolo di recente una cosa che mi ha colpito è una certa ingenuità nelle coreografie pugilistiche, es. la difesa questa sconosciuta (pure a uno come me che non sa nulla di pugilato dal punto di vista tecnico sta roba salta subito all’occhio, anche nei Rocky successivi).
Questo non per fare una critica ma anzi per esaltare ancora di più il film, così perfetto nello script, nella messa in scena e nelle interpretazioni che il fatto che il pugilato non sia rappresentato in modo ineccepibile (in un film fondamentalmente di pugilato) nulla toglie alla statura dell’opera nella storia del cinema.
Detto nel modo più banale è un film fatto col cuore mettendoci dentro e rischiando tutto (da parte di Sly), che ha avuto ottimi epigoni (es. Warrior) ma anche operazioni brutte fatte a tavolino senz’anima (la delusione Southpaw).
Essendo del ’74, non ho visto Rocky al cinema.
Però ricordo la prima volta che l’hanno dato in tv. Avrò avuto 7 o 8 anni penso. All’epoca i film iniziavano alle 20.30 e io avevo il permesso di stare in piedi fino alle 21.30, per cui, a causa delle pubblicità, mi vedevo solo 1/2 film o mezzo programma tv (quiz, Portobello…). La sera di Rocky, mio papà non si accorge che le 21.30 sono scattate, perché il film è troppo bello e nemmeno io me ne accorgo. Arrivo fino alla prima ripresa dell’incontro finale con Apollo Creed e parte la maledetta pubblicità, in cui ci si accorge che le 22 sono belle che passate, per cui mi tocca andare a letto.
La mattina dopo quando chiedo a mio papà come sia andato a finire il film e lui mi risponde che Rocky perde, ricordo il lacrime che scende spontaneo sulla guancia e il bisogno involontario di soffiarmi il naso con urgenza.
Due settimane fa , ho comprato il cofanetto con tutti i Rocky in Bleu Ray , e alla scena di Rocky che insegue Mickey sulla strada, mia figlia mi ha chiesto cosa stava succedendo che mi erano venuti gli occhi un po’ rossi.
Grazie!
Cordialità
Attila
Abbiamo 1 anno di differenza e leggendoti mi sembrava di rivedere le mie serate da bambino…
in realtà, più rivedo questo primo film e più mi pare di rendermi conto che di pugilato c’è ben poco, anche in termini di minutaggio (sempre considerato tocco di classe esito del match poi). C’è tanto altro
Va pure detto che il pugilato “vero” (come le arti marziali vere) non e’ molto cinematografico, quindi ci sta che vengano coreografate per motivi di narrazione. Un massimo che prende i pugni che prende Rocky sarebbe morto prima del terzo film.
Quasi quasi sotto l’ ultima foto c’ ho letto;
“Adriana, annusa l’ odore dello sforzo!”
L’ho rivisto dopo il vostro intervento a Lucca e l’ho trovato incredibile. Grandi 400.
Ragazzi che fomento!!
Recensione+extra veramente lodevole, si sente il Cuore mentre lo si legge e questo conta più di tutti in un film come Rocky. Applausi a voi per la bravura nello scrivere e per la missione necessaria nel non far passare certo cinema per un qualcosa di minore. Non solo un cult questo film ma un capolavoro tutto tondo e che ci crediate o meno sono in tanti a dubitarne. La cosa più succulenta per me sarà leggere le prossime recensioni sui sequel e sui film dello stallone autore, quest ultimi in particolare. Un abbraccissimo
ancora commenti sulla guardia, sul minutaggio dell’incontro etc….
Ragazzi ma Rocky non è mica un film sul pugilato! !
su dai….
Questo è proprio un bel modo di iniziare l’anno calcistico.
Film epocale
Credo che dal mio nick si capisca subito quanto ci tengo a questa saga, che dire comunque: regia, montaggio, recitazione, colonna sonora raramente in un solo film queste cose hanno raggiunto vette cosi alte… e dio quanto era “viva” quella Filadelfia: sporca, degradata, pulsante…e i personaggi che popolavano quel mondo e che attoroni…da Paulie ad Adriana a Creed a Mickey fino a un MONUMENTALE Stallone e niente non riesco manco a scrivere decentemente tanto mi emoziono per sto film.
Grande recensione comunque e…non vedo l’ora di leggere quella su Rocky II.
Buon anno e buone botte, amici
La pigna in gola, ragazzi. Buon inizio anno.
Bentornati. Ottimo inizio con una bella recensione di un capolavoro. Niente da aggiungere a quanto scritto da voi o da altri lettori. Film imprescindibile e perfetto.
non so se succede solo a me ma più lo rivedo e più mi diventano evidenti gli aspetti drammatici di questo film, come tutti i personaggi vivano nella miseria umana e sociale assoluta, circondati da macerie e desolazione e l’unica maniera per tentare di sfangarla e cercare di usare il prossimo: mickey sfrutta rocky e viceversa, poly (personaggio negativissimo tra l’altro) lo fa con rocky e adriana, lo stesso vale tra rocky e adriana stessi, due che se non con tra loro due con chi possono stare…poi certo c’è il match, c’è la rivalsa sociale, c’è l’amore sopra ogni cosa ma tutto lo sfondo e il background dei personaggi resta nero pece.
“Non mi importa vincere.Non mi frega niente neanche se mi ammazza di botte.Quello che davvero mi importa è se…quando suona l’ultimo gong dell’ultima ripresa io sarò ancora in piedi.Ecco allora per la prima volta in vita mia saprò di non essere solo un bullo di periferia.”Lei c’ha i vuoti,io c’ho i vuoti e insieme li riempiamo”
Tutto questo meraviglioso film si può riassumere in queste frasi.Capolavoro.
Non dimenticare il fantastico: “Io non ce l’ho mai avuto l’apice!”. Il dialogo scontro con Mickey è una scena stupenda…
Film immenso e commovente.
Per riprendere il ragionamento di Nanni, io di questo film ho sempre ammirato l’incredibile capacita’ di procedere sempre per sottrazione, dove pensieri e scelte vengono suggeriti, talvolta semplicemente mostrati ma mai “spiegati”. Ed ecco che i dialoghi diventano veri, onesti e credibili.
E poi e’ straordinario che in uno dei film simbolo del sogno americano il finale non coincida con la tipica e trionfalistica vittoria hollywoodiana ma con una sconfitta che arriva quando l’eroe ha pero’ gia’ dimostrato silenziosamente a se’ stesso, alle persone che ama e a tutti noi quello che vale.
OT E’ normale che al posto di 70 commenti come da barra destra ne veda 3 adesso?
No, ma e’ un problema che al momento non dipende da noi. I commenti sono tutti salvi, prima o poi tornano.
Cool, thanks.
E pensare che sembra che il famoso monologo di Rocky, dopo il litigio con Mickey, sia stato tutto improvvisato da Stallone, dato che non era sul copione…
Mito!