In occasione del suo 40esimo anniversario, vi abbiamo raccontato del seminale Superman di Richard Donner e dei suoi tre sequel, incluso lo spin-off Supergirl. Ma com’è proseguito il rapporto tra il cinema e i fumetti dopo quel rivoluzionario successo? Scopritelo con la nostra rubrica #EroiDiCarta.
Nel 2008 erano passati appena cinque anni dal 2003.
Ve lo dico per conferma, nel caso non foste sicuri. Lo giuro, mi ci sono informato su questa cosa, l’ho letta su un libro.
Oggi non fa molta notizia, me ne rendo conto: abbiamo avuto il primo Spider-Man con Tom Holland tre anni dopo il secondo Spider-Man con Andrew Garfield. Ma all’epoca, questa cosa che nel 2008 già usciva una nuova versione di Hulk quando quell’altra era appena del 2003 lasciò parecchia gente perplessa.
Ora, ti vedo Fabrizio che sei lì che dici “sì ma Batman Forever tre anni dopo Batman – Il ritorno?”, stai calmo, sto appunto per spiegare che era una cosa diversa, perché nei ’90 non andava di moda la parola “reboot”, per cui credeteci o meno ma Batman Forever non era considerato tale, anzi, se Michael Keaton avesse accettato l’avrebbero tenuto volentieri nel ruolo del super-picchiatore più smilzo della storia. “Reboot” era un concetto estraneo. Per cui per tutti era semplicemente un sequel in cui avevano cambiato regista attori scenografie tono musiche costumi e di base avevano tenuto l’idea che a Gotham è quasi sempre buio e, per salvarsi dal punto di vista burocratico, Michael Gough che faceva Alfred e Pat Hingle che faceva il Commissario Gordon. E, ai tempi, lo chiamavano comunque sequel. E pure oggi lo mettono sempre nei cofanetti insieme a quelli di Burton.
Nel 2008 la cosa era già un po’ più imbarazzante, ma la situazione era comunque incerta.
Il Marvel CineUniverse ancora non si chiamava Marvel CineUniverse, perché c’era solo Iron Man e la sua scena post-credit con Nick Fury che ai più era sembrata solo una tenerissima utopia: c’erano dei piani, ma erano ancora morbidi e adattabili.
Il personaggio era della Universal ma era stato ricomprato: a differenza di altri, e in un accordo simile a quello che si stipulerà anni dopo con la Sony per Spider-Man, la Marvel può usarlo in film corali o sviluppare progetti dedicati, ma in quest’ultimo caso la Universal mantiene i diritti di distribuzione.
Insomma: la libertà creativa tecnicamente c’era, ma non si sapeva bene cosa fare nei confronti della reputazione controversa di cui godeva Hulk di Ang Lee del 2003, e si cercava ancora di fischiettare.
Di conseguenza, L’incredibile Hulk è un ovvio reboot che, per timidezza, cerca di avere un vago senso anche come sequel.

Immagine tratta dal diario personale di Edward Norton. AH NO è Hulk, è una scena di Hulk.
Ad esempio: il tono è ancora prevalentemente serio, ma lo scheletro è diverso, quasi opposto a quello di Ang Lee: lineare, semplificato, più preoccupato a creare i presupposti per le tre scene d’azione principali che al resto.
Per la regia, non esisteva niente di più opposto ad Ang Lee di Louis Leterrier: un allievo della rinomata scuola di tamarri di Luc Besson già regista di Transporter 1 e 2 e di Danny the Dog.
La missione, chiarissima, è quella di farsi mooolte meno pare psicanalitiche, e dare allo spettatore quello che voleva: Hulk Smash.
Ma, curiosamente, la storia riparte proprio da dove il film di Ang Lee si era fermato: Banner in fuga dal mondo, alla ricerca di un modo per controllare e possibilmente guarire dalle sue esplosioni di rabbia, nascosto in Sud America.
Cambiano tutti gli attori: Bruce Banner stavolta è un vero nerd smilzo (e incazzoso) come Edward Norton, in quella che per lui costituisce sostanzialmente una specie di versione infantile e meno sexy di Fight Club. Il generale Ross, dopo essere stato il baffo col pedigree di Sam Elliott, è il baffo posticcio (ma premio Oscar) di William Hurt. Betty Ross è la Jennifer Connelly del discount Liv Tyler. In compenso il villain va di lusso: per motivi che lui stesso suderà per giustificare, è Tim Roth.
C’è però buffa continuità, ovviamente non paragonabile ad Alfred e Gordon in Batman Forever, nella comparsata di Lou Ferrigno che interpreta di nuovo l’agente della security ai laboratori in cui lavora Banner.
C’è l’inizio in cui non si capisce se quello che succede durante i titoli di testa sia un ret-con, un semplice omaggio ai credits della vecchia serie tv o entrambe le cose assieme. Il ret-con sulle origini non ha riscontri sostanziali sul resto della trama e subito dopo siamo in Brasile, per cui comunque la pensiate non importa a fini pratici.

Tim Roth di fronte a una cosa che dovrà spiegare ai suoi figli
Tutto questo porta a una situazione che è rimasta anomala.
L’incredibile Hulk è frustrante: ha la freschezza del film Marvel che non sempre si comporta come i film Marvel a cui ci siamo ormai abituati, ma non coglie quasi mai l’occasione per fare qualcosa di interessante.
Ad esempio: a volte non si comporta come un film Marvel perché – è il piatto forte di Leterrier – mette tutta la sua concentrazione nel girare una scena action spaccona.
Molto più spesso però, non si comporta come un flim Marvel perché la parte narrativa gira a vuoto su un canovaccio tanto semplice quanto “Banner scappa dall’esercito mentre cerca una cura per non diventare più Hulk, si riunisce a Betty Ross con cui riaccende la fiamma della passione frustrata della sua condizione particolare, si ritrova di fronte un villain che ha di colpo i suoi stessi poteri”.
Non siamo ai livelli di Iron Man 2, un film che non ho riguardato ma che ricordo talmente costruito su pure autoindulgenti improvvisazioni demistificanti da risultare, a confronto dei compagni di cofanetto, quasi sperimentale.
Ma ecco, la Marvel ci ha talmente abituati a usare le scene d’azione come specie di forzature, di tasse da pagare in modo svogliato, oppure di momenti costruiti su crescendo più narrativi/emozionali che spettacolari, che vedere un film platealmente costruito per arrivare a una scazzottata finale che è semplicemente quello – una becera scazzottata spaccona tra due mostri grossi – fa sinceramente impressione.
Hulk personaggio è molto più di un bestione che schiaffeggia con le manone.
È una metafora facile: è l’uomo timido con la rabbia repressa che esplode fuori controllo. Ma è una metafora su cui si possono scrivere storie interessanti e anche complesse.
Ma Ang Lee aveva esagerato in quella direzione, buttandosi in una versione già iper-complessa della mitologia e cercando compromessi impossibili (ve ne ho già parlato): il pubblico aveva storto il naso e sapete come ragiona Hollywood, se una cosa non ha funzionato non si bada al sottile, si fa inversione a U e si cerca di non farci nemmeno pensare. Era quindi il turno di mostrare l’Hulk che mena.
La Marvel non aveva ancora la sicurezza con cui ha preso Spider-Man e, con Garfield ancora freschissimo, l’ha ribaltato come un calzino e l’ha aggiunto al proprio album di figurine come se fosse sempre stato lì: L’incredibile Hulk finisce semplicemente per essere quello che ti aspetteresti da Leterrier, ovvero una roba dalla portata drammatica volenterosa ma inconsistente e dai momenti d’azione girati con un sano – non eccezionale, ma sano – occhio per lo spettacolo.
Di chi è colpa? Edward Norton ad esempio aveva avuto la mano pesante in fase di scrittura e aveva persino litigato per il montaggio (regalando in cambio un’interpretazione moscissima), ma probabilmente aveva davvero incontrato poca resistenza per via del fatto che le idee non erano ancora chiarissime.
Di tocchi riconoscibili come tipici Marvel ce n’è: qualche battutina sparsa, lo scienziato matto di Tim Blake Nelson su tutti.
Ma è tutto ancora soft, a tentoni: domina una storia sentimentale che non convince, domina un plot scemo e senza pathos, domina il disagio che non vede l’ora di esplodere e spaccare tutto.

#AngLeePuppaLaFava
È questa la parte frustrante dell’Incredibile Hulk: da una parte senti la mano della Marvel molto più leggera e permissiva del solito, che oggi in particolare dà quelle sensazioni di freschezza che si hanno quando ci si leva la divisa aziendale e ci si mette in jeans e maglietta degli Iron Maiden; dall’altra senti un autore che non ne approfitta quasi mai, come un trequartista che non viene marcato e perde tempo a palleggiare in solitudine. Come un difensore che non viene pressato ma la spazza alla cieca lo stesso.
Norton è in sonnambula, più preoccupato a litigare che a recitare; Liv Tyler è volenterosa ma ce la fa fino a un certo punto; William Hurt è spaesato ed è buffo che sia lui l’unico personaggio ad essere stato ripescato nei film seguenti.
Tim Roth è l’unico che anche quando recita controvoglia e fuori ruolo (se lui è un mercenario credibile Michael Keaton è il Batman perfetto) rimane un fuoriclasse.
Il film decolla quando può finalmente sfogarsi nelle scene d’azione.
Nella prima Hulk è presentato quasi in salsa horror: una mutazione improvvisa, un’entità dai poteri sconosciuti, un gigante che si nasconde nell’ombra e si fa notare grazie a cisterne che di colpo si spostano, soldati che vengono trascinati nel nulla.
La seconda è alla luce del giorno ed è il più classico scontro tra Hulk e i militari, che è un errore perché l’aveva fatto anche Ang Lee e in modo molto più visionario.
Hulk non è più verde pistacchio fosforescente: è di una tonalità più scura e digrigna i denti di continuo. Sembra sempre di pongo, ma è costantemente incazzato duro, come un animale, non come un tenerone oppresso da problemi psicanalitici.
La terza scena d’azione è sostanzialmente quando Hulk si scontra con Abominio, e qua finiscono tutte le obiezioni.
È dove il film finalmente sembra sfregarsi le mani e dire “BON, era qui che volevo arrivare”.
Hulk contro Abominio è una scazzottata pura, girata col gusto di chi sa perfettamente che vuoi solo godere di mostri grossi che se le danno di santa ragione senza badare al sottile.
È puro wrestling, anche se con gli effetti speciali che si ritrova sembra più Celebrity Death Match.
Ma c’è Hulk che usa due mezze automobili come guantoni, che gli vuoi dire?
Non capisco come l’internet non fosse esplosa, è veramente l’antipasto della famosa nave da baseball di Pacific Rim.
La cosa forse più insolita di tutte è che il film non ha una scena post-credit: il famoso incontro fra il Generale Ross e Tony Stark, quello che fece scattare tutti sulla poltrona urlando “porcocazzo tentano davvero l’universo condiviso”, sta alla fine del film prima che si veda un solo titolo. E dopo non c’è niente.

Hulk Smash
Comunque: L’incredibile Hulk esce, incassa decorosamente, non stupisce, è a tutt’oggi il Marvel che ha incassato meno.
Norton si farà odiare subito e verrà rimpiazzato.
La volete sapere una curiosità? Oggi Leterrier sembrerebbe la scelta più inutile in assoluto per la Marvel, che ha imparato ad appioppare le scene action a un algoritmo e tende ad assumere registi che si occupino prevalentemente del piano umano, eppure all’epoca era coinvoltissimo nel progetto: era tra le opzioni per dirigere già Iron Man, e fu lui a suggerire Mark Ruffalo per il ruolo di Hulk prima che Feige gli imponesse Norton.
Ma la lezione viene imparata: Hulk riappare con la fazza di Ruffalo negli Avengers ed è tutta un’altra cosa, è a fuoco, è perfetto. Diventerà progressivamente una barzelletta senza un vero scopo, ma pazienza.
Sapete piuttosto cosa mi sono riguardato, a parte questo?
Mi sono riguardato il Thor di Kenneth Branagh.
All’epoca mi aveva esaltato: Branagh è di sicuro tra i registi con più personalità che abbiano lavorato con la Marvel fino ad ora, e Thor aveva quel suo gusto per l’epica shakespeariana che dava una potenza extra, rispetto ai colleghi di franchise, che avevo trovato irresistibile.
Ma a rivederlo mi è sembrato meno distintivo di quanto ricordassi e anzi: trattandosi del film che veniva dopo questo e dopo Iron Man 2, posso ufficialmente dire che si tratta del primo film in cui la Marvel sembra avere per la prima volta le idee chiare su cosa vuole fare e come, e che ancora assomiglia a cosa stanno facendo oggi.
Rendetevi conto: nella memoria Iron Man 2 è di un inconsistente, borioso e masturbatorio insopportabile e non ho voglia di ripassarlo, ma potrebbe davvero essere lui alla fine dei conti il Marvel più anomalo di tutti.
Vergogna.
Vergogna soprattutto per te, Incredibile Hulk.
Disney+ quote:
“(che ci faccio qua??? sono della Universal!!!)”
L’incredibile Hulk, Universal
P.S.: il titolo del pezzo è ovviamente merito (o colpa) di Stewart Lee
Il Marvel più personale e anomalo è “Thor Ragnarok”, alla fine.
Insisto a dire Iron Man 2, Thor Ragnarok per almeno metà film è Waititi soffocato a tenere in piedi la narrativa condivisa Marvel, ma se l’unico modo per dimostrarlo è dover ripassare Iron Man 2 dò ragione a te.
Condivido Nanni. Thor Ragnarok per quanto abbia le sue particolarità è pienamente MCU (come i Guardiani della Galassia peraltro). Iron Man 2 è più anomalo. E probabilmente proprio perchè brutto (diciamolo) rappresenta un vicolo cieco, una strada che non si è più seguita.
Non ne faccio una questione ideologica: “Iron Man 2” l’ho visto una volta sola e manco me lo ricordo. Non mi pareva una rottura degli schemi, ma solo una roba scipita e buttata lì. “Ragnarok”, invece, vira in maniera più evidente sulla commedia e sull’assurdo. La mano dell’autore la si vede più che negli altri film marvel (non che ci voglia molto).
Di base stiamo dicendo che spicca di più Iron Man 2 per difetto (non ha uno script) che Thor 3 in positivo con le sue spruzzate autoriali.
(non che interessi a nessuno, ma) col senno di poi il grosso fomento per Thor: Ragnarok mi veniva tutto da
– Jeff Goldblum
– la “frathouse com” tra Thor e Hulk
– le scene con Waititi-Mordiroccia
– JEFF GOLDBLUM (ogni tanto mi ricordo a random “Hey! Ass-Gard!” o “… Thor… Loooooooord of thunder!” e rido da solo al buio come uno stronzo)
quindi in sostanza un undercut senza il padding Marvel di default (storia comatosa, il laser nel cielo, l’arco dell’errore, nobody cares) e le scene di azione (forse forse l’inizio nell’arena).
Ecco, *quello* starebbe fisso sul mio scaffale dei DVD (se solo avessi in casa un lettore DVD) (e uno scaffale).
(era “l’arco dell’eroe”, but autocorrect might have a point here…)
Ecco, appunto.
Quello voleva, la gente.
Volevano HULK SPACCA!! e l’hanno avuto.
Tutti felici e contenti.
Io mi tengo l’ Hulk di Ang Lee.
Menzione d’onore per il leggendario Rickson Gracie, che fa il maestro di Jiu – Jitsu che insegna a Bruce la tecnica respiratoria per tenere a bada gli accessi di rabbia ed impedire cosi’ la trasformazione.
A forza di schiaffoni in faccia, se non ricordo male.
Eh, si.
Ricordi benissimo.
Che anche nella realta’ era uno che gli schiaffazzi gli partivano come niente.
Condivido in toto le sensazioni su questo cripto-reboot. Rispetto al tema dell’autorialità nell’MCU penso che non l’avremo mai davvero come si ebbe per Burton ad esempio (erano ancora tempi esplorativi e corsari sul genere) e chiaramente l’avvicinarsi alla chiusura della saga di Endgame ha via via richiesto una industrializzazione sempre più spinta. Mi pare però che le prossime regie designate siano un tentativo di Feige di dare un minimo ascolto a queste critiche, magari sfruttando un momento di riavvio ancora non troppo legato a una nuova saga riconoscibile (penso a Raimi, DaCosta, Cretton). È ovviamente più una speranza, che una indicazione chiara.
Ma sai che su Burton ho il classico dubbio da “è nato prima l’uovo o la gallina”.
Mi spiego:
– Burton ha dato uno sguardo autoriale al personaggio
o
– Burton è stato scelto perché il suo sguardo era affine al personaggio
Ho scritto mi spiego, ma non so se sono riuscito veramente a spiegarmi…
Il fatto è che ai tempi di Burton non c’era un piano prestabilito di farci mille film tutti uguali e guadagnarci miliardi. Ma anche con Nolan è stato un processo simile, i suoi 3 Batman sono quanto di più nolaniano possibile, nel bene e nel male. Nel caso del MCU l’idea a un certo punto deve essere proprio diventata quella di fare una sorta di maxi serie tv con qualche episodio un po’ più particolare degli altri ma non troppo, con un’impronta chiarissima e immediatamente riconoscibile, dove il regista fondamentalmente serviva solo a scaldare la sedia. Che dire, hanno vinto loro.
Ah si, credo sia molto probabile che Burton l’abbiano scelto per 1) visione affine al personaggio 2) giovane regista quindi presumibilmente controllabile 3) nessun interesse a portare avanti da subito un franchise e non con l’obiettivo di “fare il film supereroistico autoriale”, concetto che a fine ’80 avrebbe fatto sganasciare gli studios. Lo definisco corsaro perché c’è quindi un po’ di intuizione e un po’ di fortuna (dettata dal fatto che ci si poteva permettere di andare più a caso e senza linee guida precedenti a parte quelle impostate da Donner anni prima), ma va anche detto che quello su cui Burton ebbe più libertà fu Returns, mentre il primo a tratti quasi lo disconosce per le imposizioni produttive. Detto questo, a me i film MCU piacciono e pure molto di base, mi va bene l’impostazione seriale perché non seguo quasi mai serie e comunque se voglio vedermi lo scorcio autoriale del regista maledetto me lo guardo senza problemi, sono cose che possono tranquillamente coesistere.
concordo con l arecensione
questo hulk voto 7
hulk hang lee voto 3
ruffalo 7 norton 3
bob
Sai se hanno assegnato gli assist? Mi serve per il fanta
Norton penalizzato dal rigore sbagliato.
Hype sì, ma solo per Stewart Lee
Centomila volte meglio il borioso, incosistente e masturbatorio Iron Man 2 di questo.
W Ang Lee.
Ma si sa alla fine quale è stato il problema con Norton? Non ho mai letto le vere motivazioni per al sua sostituzione.
Ho rivisto recentemente un po’ tutti i film tranne questo, di cui non ricordavo neanche ci fosse Tim Roth. Iron man 2 me lo ricordavo peggio, fa abbastanza pena ma alla fine è funzionale alla storia (the road to infinity war).
Al contrario penso che il film marvel più ”””autoriale””” sia stato iron Man 3, un film sostanzialmente senza iron man (senza armatura), non esattamente patriottico, che se ne fotte del fumetto e che mette su pellicola scene da buddy comedy d’altri tempi (il ragazzino). Winter soldier è un bell’action coi costumi, per il resto sono tutti film fotocopia che come giustamente fate notare sono girati (e scritti) con un algoritmo. Però si fanno guardare.
L’ultima che ho letto è che Norton voleva più controllo su scrittura, montaggio e direzione del franchise, e aveva già in mente un’idea per un sequel. Quando gli hanno fatto capire che i piani erano diversi, ha lasciato perdere. A quanto ho letto si sono comunque lasciati bene.
Fondamentalmente è ingestibile e litiga con tutti. Facci caso che da un po’ che non si vede più in grosse produzioni.
Non a caso in Birdman interpreta praticamente se stesso.
L’unica cosa che ricordo bene di questo film è che ogni volta che inquadravano Norton pensavo “Mammamia quanto non c’entra un cazzo con questo film Edward Norton”.
Al netto del film brutto (me lo ricordo come una roba tutta marrone) ho come l’impressione che per pigiamarsi si debba essere o un attore in disgrazia ma con tanta voglia di tornare alla ribalta (come e forse solo Robertino) o un attore scarsino che dai il pigiama è quello che recita te devi solo infilarcisi dentro (tutti gli altri a parte Mark nuovo Hulk, che infatti è l’unico che non ha un vero pigiama)
Boh ma tipo patatone Chris Evans o Scarlettona Johansson non sono proprio scarsoni anonimi, no?
anononimi no ma interpretazioni in film memorabili o almeno vaamente impegnati non ne ricordo..Lei è una gran gnagna che stava bene in Match Point per dire..ma dubito abbia rinunciato a chissà quali proposte per pigiamarsi..poi oh de gustibus…lui s.v. ha semrpe fatto la stessa parte in ogni film
Beh insomma Douglas è stato coinvolto in Ant Man e alla fine spunta pure la Pfeiffer. In winter soldier c’è un un monumento come Redford, Starlord è interpretato da Pratt che contemporaneamente è stato coinvolto in reboot mica da ridere come Jurassic park. Insomma non mi paiono nè attori di serie B nè gente al tramonto della carriera. Se pensiamo alle ultime produzioni di uno come De Niro, averceli i pigiamoni tutta la vita
le vecchie glorie fanno le comparsate da vecchie glorie infatti…sugli altri film tipo jpark vari stendiamo un velo pietoso…s
on tutti film che vanno col pilota automatico dove recitare è l’ultimo dei problemi…Bob ha iniziato a fare filmacci ben prima di qualsiasi pigiama…ma ce lo posso vedere come Hopkins che fa 10minuti scarsi di Odino o quella roba oscena in Transformers.
Sicuramente locky e il mago mantellato richiedevano qualcosina in più di una fazza e due bicipiti e infatti han preso attori in grado di dare un tono ai personaggi..che poi avranno fatto il minimo sindacale per giustificare i soldini presi..Possibile anche che tanti attori più o meno “impegnati” avrebbero fatto carte false per mettersi una tutina qualsiasi…anche se recitare davanti a uno schermo verde o sostituito da uno stunt per il 90 per cento del tempo non credo sia entusiasmante.
Sulla cosa delle scene post credits: ricordo una scena che annuncia Il capo (era quando la schifezza verde finisce sulla ferita della fronte di Tim Blake Nelson), era in mezzo al film?
Era in mezzo al film. Ho guardato tutti i titoli di coda e dopo non c’è un cazzo. Ci sono rimasto anche malissimo, a dirla tutta.
Per l’assenza di scena post-credit o per Tim Blake Nelson che non è riapparso nel MCU come Il Capo?
Tecnicamente entrambe, ma mi fossi ricordato prima che non c’era la post-credit avrei guadagnato almeno quattro minuti di vita.
Ma perché, non skippi i titoli di coda come tutte le persone normali?
Perché pensavo ci fossero scene in mezzo come tutti gli altri 25 Marvel.
Iron Man 2 non lo ricordo nemmeno. Solo Rourke che fa il tizio con le fruste
Per quel poco che lo ricordo, lo ricordo come una specie di Jason Bourne in cui il protagonista diventava un mostro verde in modo del tutto gratuito (visto che le premesse di tutto stavano in un film che facevano finta non fosse esistito).
Se non e’ un ricordo distorto, allora in un certo senso e’ stato un “episodio” importante per i film Marvel, il primo che si appoggiava a un tipo di film gia’ codificato per raccontare una storia di supertizi, quando Iron Man era ancora sostanzialmente un classico film-fumetto che sviluppava la solita origin story.
In che senso gratuito? Ti rifanno vedere le origini durante i titoli di testa (lo dico anche nel pezzo) e poi ne parlano pure.
Si’ certo, ma appunto e’ una cosa buttata li’, esterna all’economia della narrazione: un falso riassunto e una serie di personaggi in teoria nuovi che pero’ devi considerare come gia’ noti. Io l’avevo visto prima del film di Lee (o magari l’avevo visto, ma non me lo ricordavo) e infatti per anni ho dato per scontato che fosse un sequel – sequel e quello un vero riassunto del film di Lee, solo con attori diversi, tanto chiaramente mi mancavano alcune premesse riguardanti i personaggi.
Tutto cio’ affidandomi a ricordi nebulosi, se poi il film e’ piu’ autonomo e i personaggi meglio introdotti di quel che ricordo, ok.
Non ho capito quello che stai obiettando tu. Quello che descrivo nel pezzo è effettivamente un film che sta un po’ in equilibrio fra sequel e reboot. È visibilmente reboot per cambio di tono e attori, ma se qualcuno vuole considerarlo sequel più di tanto non te lo impedisce. Sta in piedi da solo come sta in piedi da solo Spider-Man: Homecoming che non ti fa vedere la origin story manco in rapido flashback.
Intendo che almeno con me, spettatore semi-casuale ai tempi disinteressato verso i supereoi, quell’equilibrio non funziono’. Credo mi aspettassi un film con un nuovo Hulk e mi sembro’ di vedere il sequel di un film che non avevo visto, solo con un cast completamente diverso, con vari archi narrativi di cui chiaramente mi mancava per lo meno il tassello iniziale. Mi aveva anche intrattenuto, ma mi era sembrato di vedere una specie di Speed 2 dove avevano sostiuito anche la Bullock. (E anni dopo ho scoperto che non era un vero e proprio sequel.)
Hulk mi sembro’ una presenza gratuita non perche’ non-spiegato, anzi sarebbe stato meglio, ma perche’ spiegato in quel modo frettoloso.
La rimozione delle origini in Spider-Man: Homecoming funziona perche’ le origini non sono un argomento del film e (mi sembra) nessuno dei personaggi si pone il problema di perche’ esista Spider-Man.
In questo Incredibile Hulk tagliano invece corto sulle origini in un (falso) riassunto, ma poi quelle origini sono cio’ che innesca gran parte delle dinamiche tra i personaggi.
Ok, afferrato, ha senso. Sì, vittima dell’indecisione tra sequel e reboot che gioca sul “tanto comunque lo sanno tutti come funziona Hulk”.
Situazione strana. La Marvel probabilmente aveva già una mezza idea di creare una sorta di “universo condiviso”, magari non della portata di quello che hanno fatto. Probabilmente (almeno all’inizio) gli bastava qualche strizzatina d’occhio o dei riferimenti tra le varie pellicole (Iron Man ospite di qua, lo scudo di Cap di là, una scena vista da un’altra prospettiva condivisa in due pellicole,…). Poi hanno iniziato ad intascare milioni su milione e vaffanculo alle idee di originalità. Tutto col copia&incolla e via. Come una canzone di Baglioni. Strofa, strofa, ritornello, strofa, crescendo fino all’acuto finale, dissolvenza. Struttura uguale da 40 anni solo con parole differenti.
Preferisco di gran lunga questo anonimo Hulk a quello autoriale di Lee. Un po’ perché in quello di Lee tutto va a fare in culo con l’involontariamente comico e un po’ perché stiamo parlando di un pupazzone verde super incazzoso che sfrocia palazzi a furia di schiaffoni. Capisco il metaforone e i complessi rapporti tra padre e figlio, ma una cosa è leggere sta cosa su carta, un’altra è vederla al cinema. Ho pagato per vedere Hulk, quindi datemi Hulk che spacca tutto!
Ultimi due appunti. Clamoroso errore nella scelta del protagonista. Tanto è perfetto RDJ nei panni di Tony Stark, tanto è sbagliato Norton in quelli di Banner. Incomprensibile come scelta. Forse (e sottolineo il forse) qua si vede che tutto doveva essere condiviso ma solo con piccole citazioni o rimandi. Impensabile inchiodare uno come Norton per tutto il periodo Marvel in un personaggio come Banner. E seconda cosa, anche in un film basico basico come questo, il personaggio di Hulk è francamente ridicolo e più di tanto non può dare. E infatti è stato messo all’angolo per anni (un solo film per lui se consideriamo apocrifo quello di Lee) fino a toglierlo di mezzo per gran parte delle pellicole corali. Lo si vede solo quando c’è da spaccare tutto. E ultimamente è stato riesumato come spalla comica/ridicola.
Be’ oddio, francamente non riesco a ricordarne uno solo di questi supereroi che non sia la spalla comica di qualcun altro. Tranne passeggeri momenti di serietà, praticamente è una specie di Bagaglino il MCU.
Si, però Hulk è solo ed esclusivamente quello. Gli altri, a rotazione, hanno i loro momenti più o meno intensi e personali. Pure Occhio di Falco, l’ultimo degli stronzi, c’ha il momento intenso o un background familiare. Banner zero totale.
Hulk/Banner è un cazzone tutto scemo che può avere il suo momento solo quando spacca tutto a cazzotti.
(è stato aggiunto in corsa Thor, da Dio a Zio del Tuono. E poi infine trasformato in Drugo).
Aspetta ti dimentichi che Bruce Banner si innamora di Black Widow, che è la cosa in assoluto più importante da curare quando fai un film su Hulk (drops the sarcasm mic)
Porca troia Capo, avevo rimosso la cosa della ninnananna che gli canta la Scarlett con tanto di carezze sulle manone…
“Preferisco di gran lunga questo anonimo Hulk a quello autoriale di Lee. Un po’ perché in quello di Lee tutto va a fare in culo con l’involontariamente comico e un po’ perché stiamo parlando di un pupazzone verde super incazzoso che sfrocia palazzi a furia di schiaffoni. Capisco il metaforone e i complessi rapporti tra padre e figlio, ma una cosa è leggere sta cosa su carta, un’altra è vederla al cinema. Ho pagato per vedere Hulk, quindi datemi Hulk che spacca tutto!”
Totalmente d’accordo, cinque alto per te!
Semmai è Jennifer Connelly ad essere la Liv Tyler del discount
Tu non sei eterosessuale
bella sfida… la connelly mi sta sul cas da quando all’elementari la vidi sputtanare david bowie. ma come era il cazzo del re degli elfi, le DOVEVA fare un culo cosí. voglio il reboot.
Ottima risposta per il 1956
Nanni io invece ricordo bene che alla fine di Hulk trovano Cap America congelato, mi è venuto il dubbio e sono andato a “gugolare” e a quanto pare la scena fu tagliata.
E che cavolo di versione ho visto io allora?
AH! Dimenticavo! Edward non c’entra una fava con Hulk, IMHO.
Iron man 2 e’ la prova che iron man e’ un film perfetto, dal dosaggio dei tempi comici e scene action perfetti, basta sgarrare con la qualità e quantità delle gag, sbagliare i tempi delle scene action e viene fuori iron man 2…con stark che piscia nel armatura e rourke che cerca il pappagallo.
Questo Hulk niente da dire, c’è mezzo film tagliato negli extra home video.
Roth tornerà nella serie she-Hulk.
La marvel ha avuto la botta di culo di azzeccare il primo iron man sia come tono che come protagonista.
Poi, secondo me ha inanellato una serie ci mezzi flop che se fosse stata la DC (che comunque ha colpe enormi, non voglio fare comic war) sarebbe stata crucifissa in sala mensa.
Hulk appena sufficiente.
Iron man 2 penso che nessuno l’abbia visto due volte
Thor buono ma nettamente sotto gli standard attuali, salvato dal casting di supporto
Captain america un polpettone lungo e lento con Evans senza carisma. Film che aveva senso solo per arrivare a cast completo con fotta per il film corale
Avengers (invecchiato malissimo) è arrivato al momento giusto. Penso che fosse un mix di “oh ce l’hanno fatta davvero” e “vediamo come riescono a tenere in piedi tutto sto cast”. E in questo, gli va dato merito, hanno fatto centro.
La seconda fase, paradossalmente è stata l’opposta. Partita male ha recuperato nel finale ma il film corale è stato senza troppi fuochi d’artificio.
Ma sono riusciti nel presupposto di creare un universo più grande del quale ti avevano incuriosito. Tanto alla fine anche il film più brutto (ad esclusione di Dark world, quello non è perdonabile) ti fa passare bene le due orette.
Tornando sul film.
A me Norton piace come attore. E’ una testa di ca22o ma è un attore con la A maiuscola. Probabilmente, al tempo, una spanna sopra il resto del cast dei vendicatori.
Personalmente ho sempre considerato Ruffalo il rimpiazzo senza ambizioni che non dà problemi.
E per questo non l’ho mai troppo digerito.
Aggiungiamoci il fatto che Hulk, come detto è andato sempre peggiorando.
Per portare un esempio.
In questo film, Banner era combattuto di non controllare la bestia.
In avengers diceva di aver addirittura provato a suicidarsi.
In Thor Ragnarock (film odioso incredibilmente sopravvalutato) Banner decide di “sacrificarsi” ritornando Hulk anche se questo potrebbe significare per sempre alla sua natura umana.
Penso all’Hulk di Lee o di Norton.
E invece mi arriva la gag di banner che si spiaccica sul ponte di asgard.
I cinecomics sono i nuovi cinepanettoni.
“…Thor Ragnarock (film odioso incredibilmente sopravvalutato)”
GRAZIE!
GRAZIE!
GRAZIE!
L’apoteosi del ridicolo del MCU
Vi dirò, Norton/Banner per me ci stava eccome.
Quello che non ci sta assolutamente invece è Tim Roth prima nella parte del soldato ipertosto e poi come Abominio. Cioè, Tim Roth!?!
Per me rimane il peggior Marvel insieme a “sua maestà il piattume” Thor: The Dark World. Mi dispiace non ci sia ancora stato un film degno su Hulk, la cosa migliore sarebbe un compromesso tra questo e quello di Lee. Avevo anche sognato una trasposizione di Planet Hulk, un Conan in salsa Marvel, prima che sputtanassero quella storyline in Thor: Ragnarok.
Questo film l’avevo visto al cinema con un amico, non era nulla di che (in quel periodo avevo visto anche l’altrettanto dimenticabile Jumper). In compenso la mossa di Hulk che usa un’auto come guantoni da boxe è stata ripresa in uno dei videogiochi dedicati al nostro amico verde, e lo scontro con l’Abominio è stato ricalcato quasi completamente da South Park per lo scontro tra Satana e l’Uomorsomaiale: https://www.youtube.com/watch?v=vjWmDBUuqsU
Ma c’è per caso speranza che facciate anche la recensione di Superman Returns?
Di sto film mi rimase impresso solo il fatto che Tim Roth era molto più cool, intratteneva di più, anche nelle scene d’azione, in forma “umano potenziato/pseudo Cap.America” che non come mostrone di pongosa CGI
“Come un difensore che non viene pressato ma la spazza alla cieca lo stesso.“
Ma meno male! Anche nell’MCU la costruzione dal basso fa solo dei danni, se non hai i giocatori è un allenatore adatti a farla.