Ed eccone un altro su cui non ci credeva nessuno.
The Descent, oltre ad essere per chi vi scrive uno dei migliori horror degli ultimi 10 anni, era anche la classica storia a cui non era rimasto gran ché da dire. Però, viva i soldi, la si è voluta proseguire lo stesso. Neil Marshall si è fatto giustamente da parte, ma ci ha lasciato il nome a garanzia che qualcosa nel progetto l’ha comunque ispirato, e di conseguenza alla regia ci è finito Jon Harris, al suo esordio dietro la macchina da presa ma noto montatore coi controcoglioni (in curriculum, oltre al primo The Descent, la roba di Guy Ritchie e Matthew Vaughn).
Le istruzioni per l’uso sono molto semplici: mettetevi il cuore in pace sulla storia. E’ inevitabilmente pretestuosa e meno interessante. In pratica l’unica sopravvissuta viene prima soccorsa dalle forze dell’ordine, e poi le viene chiesto di tornare giù nella cava insieme a un team di esperti per aiutarli a scoprire che fine hanno fatto esattamente le altre. E la sceneggiatura ce la dipinge come talmente stordita, ma talmente stordita che, invece che rispondere qualcosa del tipo “piuttosto mi sradico le unghie dei piedi con le pinze di plastica dell’Allegro Chirurgo”, accetta. Amen.
Sistemato questo, non rimane che godersi la più gradita delle sorprese: il film fa ancora paura.
Jon Harris è perfettamente in grado di costruire tutta la tensione che serve a uno scenario del genere, ed esattamente come Neil Marshall prima di lui non ha bisogno per forza dei mostri per creare situazioni da cuore in gola. E i tre sceneggiatori tre sono ispirati al punto giusto e infilano sequenze congeniate come Dio comanda, scatenando l’applauso del pubblico in sala in più di un’occasione. Su tutte, vince a mani basse la scena in cui due personaggi finiscono nell’area adibita a “pozzo nero”, e se ne rendono conto quando uno dei mostri arriva e, prontamente inquadrato dal basso, si svuota l’intestino che è un piacere.
Ecco quindi che The Descent – Part 2 diventa il miglior tipo di sequel inutile possibile: quello che non avendo nulla da inventare se la gioca di puro, onesto, solidissimo mestiere. E messa così, vince.
E se ciò non dovesse bastare, è pur sempre un film con mostri che fanno la cacca in primo piano.
DVD-quote suggerita:
“Tensione! Paura! Mostri che fanno la cacca!”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Fanno la cacca?! Ma la fanno davvero???? E pure in primo piano??!!!
Pura utopia, è tutta un’invenzione.
la cacca, in presa diretta!
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Capisco l’amore per i soldi ma… il primo non lasciava intendere che nessuna era uscita da quella grotta?
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l’ho visto un po’ di tempo fa, ma mi pare proprio che una ragazza si salvi…
attendo la recensione di Drag Me To Hell con impazienza!!!
@Cleaned: The Descent usci’ con un discusso doppio finale diverso a seconda del paese in cui lo proiettavano (non chiedermi quale e dove). Il sequel ovviamente segue quello che gli conviene di piu’, ma giocandosela agilmente come se fosse un colpo di scena per tutti gli altri.
@dyd666: Drag Me to Hell l’abbiamo gia’ recensito :)
Sorry Cobretti…allora attendo la visione. Raimi e’ superlativo e la rua recensione mi ha incuriosito…e tanto!!
Ottimo. Momenti belli belli. Ma sbaglio o i mostri hanno un make up diverso? (mi sono sembrati meno inquietanti…)
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Ma nel DVD italiano del primo Descent lei *sognava* di essere uscita, mapperò era perlappunto un sogno e poi si svegliava e veniva sodomizzata brutalmente dalle bianca creature in pigiama.
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Leggi il commento del Cobretti dell’otto settembre…
E visto che sui 400 calci non trovo la rece del primo Descent, la faccio io, corta corta:
Non succede nulla per CINQUANTANOVE minuti, poi nell’ultima mezzora arrivano due mostri in calzamaglia bianca e poi finisce con una squallida considerazione metaforica sulla vita, tipica di questi maledetti satanisti di americani filmakers di oggigiorno. Ma a parte tutto anche nei CINQUANTANOVE minuti in cui non succede NULLA, tu non puoi fare a meno che rimanere incollato sempiterno sullo schermo senza staccarti per nemmeno un minuto buono di distrazione a causa di una CINESE veramente BONA. Infatti la cerchi in ogni pezzetto di minuto e nel cercarla intanto, aihmé, ti sorbisci anche quello che succede nel film che, ve lo ripeto subito, fino a CINQUANTANOVE minuti non accade assolutamente NULLA è solo la cronaca noiosa (narrata peraltro solo da alcune torce che si muovono senza criterio nel buio) di alcune stronze con un discutibile senso dell’umorismo che si perdono a frasassi e passano ore a puntarsi la luce in faccia e quando invece non sono illuminate si vedono solo delle sagome vagamente zinnute che fanno dei movimenti a ufo solo per compiacere il direttore della fotografia che così può mettere le luci rosse a fare le ombre delle stalattiti con un sottofondo insopportabile di chiacchiere di donne al buio, ovvero che parlano di cazzi di donne noiosissimi ognuna per affari suoi tipo che una parla e l’altra non l’ascolta mica MA gli parla sopra di un’altra cosa egualmente noiosa e tutto questo moltiplicato per cinque donne, e tu intanto non fai altro che cercare dove sta nell’inquadratura la sagoma zinnuta della tua amata CINESE BONA che ti salva la serata.
Questa CINESE, la donna che tutti vorrebbero per sempre, è infatti una che rimane BONA anche con le vene del collo in trazione, una che ammicca anche mentre fa il free claimbins estremo nei sotterranei del centro della terra, una che MENA i mostri capriolando e l’hanno scelta apposta CINESE perché anche solo dalla faccia (cinese) ti deve far pensare contemporaneamente alle arti marziali, alle torture cinesi e ad alcune cose erotiche, perché difatti una CINESE BONA perennemente imbracata di corde e di cinte nelle caverne come può non erotizzarti se pensi che quelle corde stanno apposta su di lei per farti pensare al bondage con le cinesi? Squallidi artifici per attirare al cinema degli individui tipo me che infatti anche solo quando s’è messa il cappello da minatore io mi ero già erotizzato.
Fidatevi la CINESE è BONA per davvero e tifi per lei tutto il film anche se fa i soprusi gratis ai mostri che in fondo volevano solo essere lasciati in pace nelle loro caverne.
Sì perché questi mostri (ricavati da dei tizi pelati con un pigiama bianco) non valgono nulla come assassini, si fanno sbeffeggiare dalle donne e vengono uccisi a schiaffi sulla nuca e massacrati tutti senza pietà da queste miserabili donnesse che solo perché questi mostri (nel film) vivono nelle caverne e non a via montenapoleone in mezzo agli ori come presumo il regista di questo film allora secondo il film devono morire. Infatti questi mostri stavano a casa loro, a farsi i cavoli loro e nella storia dell’umanità questi mostri non sono MAI venuti a cacare il cazzo a noi, e invece arrivano queste ignoranti fattucchiere e senza motivo li massacrano nei modi più efferati, tipo gli cavano gli occhi, gli colpiscono ripetutamente gli zebedei con i prismi di quarzo e alla fine in DUE li ammazzano TUTTI a botte di arti marziali con la regia VELOCISSIMA solo perché loro incuriositi che un’altra forma di vita gli invadeva la casa erano andati a vedere chi era.
Queste due diavole sono manesche, vendicative e non hanno pietà di nessuno, uomini donne e bambini, basta che vedono uno di questi e prendono la mira e lo uccidono anche se inerme, ma è anche vero che loro pure sono dei rammolliti che soccombono senza nemmeno combattere un po?, strillano, sono ciechi e scappano, ma se permetti se tu sei un mostro bianco che cammina sui muri secondo me se ti uccide a schiaffi una professoressa di inglese in vacanza a frasassi (giuro) fai abbastanza una figura di merda che io non mi farei proprio mai più rivedere in tutte le caverne della terra cava.
Ma in compenso la CINESE è proprio BONA, sia quando all’inizio si leva il casco al rallentatore, sia quando si sveglia e fa duecento piegamenti sul soffitto senza motivo e sia sopratutto quando è tutta sporca di sangue mentre uccide i mostri e anche le sue amiche, poiché a un certo punto va in paranoia e si sbaglia e taglia la testa pure a du amiche sue per quanto è passionale mentre uccide.
Oddio che CINESE.
Insomma il film inizia co tre donne che si divertono nelle rapide del mississipi, e già li io mi sono indignato perché tre donne nella realtà non possono assolutamente fare RAFTING senza un uomo che le ha convinte ad andarci o il più delle volte che ce le ha portate proprio con l’inganno che invece le portava da tiffany, infatti il regista ha voluto metterci per forza questa scelta registica azzardata di sperimentare queste donne inverosimili ricreandosi una versione della realtà come gli pare a lui dalla parte che loro sono eroiche, una scelta che io volevo spegnere subito e non vedere più il film MA fare ugualmente la recensione che magari parlava di altre cose tipo i cazzi miei o raccontare che questa mia rubrica di film la leggono anche degli amici miei metallari che suonano il grind e così invece di fare la recensione li potevo salutare e dedicargli un Lowest Common Detonator che possono capire solo loro, però invece dato che questi amici miei ormai li ho salutati comunque, sono andato avanti scoprendo che la protagonista ha un marito mods che muore subito gettandola nello sconforto. Allora una serie di amiche stronze, tra cui la CINESE BONA e altre tre o quattro inutili che le confondi al buio perché tanto non vogliono significare nulla fanno solo numero, la prendono e giustamente per rifarsi dallo scioch di aver visto morire i mods la portano a frasassi ad esplorare una caverna mai esplorata in cui ci trovano più o meno tutta la storia del mondo raccontata a oggetti ritrovati per terra, tipo prima trovano i graffiti dei primitivi, poi un elmo dei conquistadores e alla fine anche la pistola di predator.
Bella idea veramente, ovviamente la CINESE BONA si perde subito la mappa ma era una scusa filmica per ritrovare la strada facendo alcune cose eroiche tipo le acrobazie e i salti della madonna col rimbalzo e dopo un’ora iniziale di NULLA nelle caverne arrivano questi quattro debosciati di mostri e qui la CINESE BONA al primo mostro che gli si avvicina per annusarla e presumibilmente solo per fare amicizia gli taglia la gola e ci si imbratta di cervella (diventando ancora più BONA) al secondo gli rompe i denti e lo pia a picconate sulle tempie e poi si butta da cento metri, fa due giravolte nel fango e dopo che nei nostri cuori la protagonista è ufficialmente diventata lei (perché è BONA e fa tutte le cose eroiche lei e la protagonista vera sta ancora a piange per il mods senza combattere mai) come se non bastasse confessa pure alla protagonista vera che oltretutto gli si scopava anche il marito (il mods).
Diavolo di una CINESE.
E basta.
Mi soffermo con sdegno sull’iniquo finale satanista che secondo questi sozzoni di americani è una cosa eticamente valida ammazzare l’amica tua CINESE a tradimento per vendicarti di bazzecole sentimentali francamente fuori luogo, perché tanto si evince dalla metafora finale che nella vita fai come ti pare tanto se ritrovi la via d’uscita dalla caverna è solo un sogno di te che dopo la morte bene che ti va diventi un fantasma.
Vedetevelo, ma solo grazie alla CINESE BONA.
Madò.
La cinese bona che dici si chiama Natalie Mendoza. Nome molto cinese.
Ed è un film inglese, non americano.
E se metti qualche punto ogni tanto si legge meglio.
dategli un sedatavo.
Beh la Mendoza è australiana ma è nata a Hong Kong (Cina) da un Australiano nato in Tedeschia e da una filippina.
E’ vero, Hong Kong era britannica quando è nata la Mendoza, ma se stiamo a guardare il pelo nell’uovo… dài che scherzo…solo un divertissement. Spero di non aver annoiato nessuno.
Ciao!
L’avete voluto voi:
@Lollo: ho chiesto alla mia segretaria di mandarmi la tua recensione a puntate di un sms al giorno a ora di pranzo, durante la pausa caffe’. Secondo i miei calcoli dovrei finrla giusto in tempo prima che ricominci la Serie A.
@uwe se vogliamo citare facciamolo bene:
“dategli un sedaDavo”