Partiamo dal presupposto che esistono due categorie di persone: quelle che impazziscono per The Mandalorian e poi quelle che non leggono i400calci.
Siccome già l’anno scorso abbiamo sorvolato sulla prima stagione in ottemperanza al DPCM di Nanni Cobretti che impedisce al sito di seguire le serie tv, quest’anno io non ce l’ho fatta e ho chiesto con rispettosa deferenza una deroga per il blog per seguire tutto passo passo. I tempi amministrativi e la burocrazia hanno fatto sì che il decreto attuativo sia stato emesso solo al secondo episodio. Meglio di niente.
Ogni sabato, un pezzo sulla nuova puntata di The Mandalorian, da leggersi rigorosamente dopo averla vista. Che tanto sarà una scusa per mettere in fila le gif delle scene migliori e i concept art dei titoli di coda.
Io non so voi ma ho la netta sensazione che sia stato l’ultimo appuntamento con il mandaloriano come lo conosciamo, che quello che viene detto tra le righe (ma manco troppo tra le righe) e tra i titoli di coda è che questa storia e questi personaggi hanno fatto il loro corso e per la prossima stagione si passa ad altro. Al libro di Boba Fett. E forse è giusto così. Meglio mollare in vetta. E che vetta!
Com’è giusto che sia anche l’ultimo episodio parte con le navi nello spazio che entrano in scena sfrecciando e con un abbordaggio non da poco. 40 minuti di puntata, speravo anche meno ma mi accontento, l’importante è correre e si corre.
Dopo un bellissimo scambio tra Gina Carano e un signor nessuno invasato di idee dell’impero che viene fatto fuori (letteralmente) a laserate in faccia, il laser usato come un pugno proprio, perché ha detto una cosa di troppo (due cose non gli dovete toccare a Gina: il suo pianeta e il secondo piatto a pranzo), quello con gli occhiali (quindi sicuramente intelligente, sicuramente uno scienziato, uno che ne sa di queste cose) spiattella tutto quel che c’è da sapere sulla nave da assaltare e con ben poca raffinatezza dice a noi tutto quel che succederà (cioè che i dark troopers si attivano dopo un po’) mentre un incontro nel saloon con la più classica delle richieste di aiuto finisce a ringhiate mandaloriane (che teneri) e a fiammate in faccia (so’ ragazzi….), non prima di averci dato l’ultimo indizio su quel che avverrà (la dark saber non taglia l’acciaio di Beskar). Questa serie potrebbe anche essere vista come un’unica grande pubblicità progresso, solo gente che chiede aiuto ad altra gente.
Insomma nei primi 10 minuti ci viene detto a parole e senza tanti convenevoli tutto quello che serve di sapere per godersi lo scontro della restante mezz’ora. Non raffinatissimo ma siamo al finale di stagione e tocca porta a casa la chiusa. Anche perché subito dopo c’è quell’ideona di abbordaggio che è fingersi nave imperiale inseguita e letteralmente entrare dentro a forza e poi sparare a tutti subito, senza nessun doppio gioco, che è proprio quel che sogno per la mia entrata in scena: un’ondata di violenza prima che attivino i dark trooper (i quali hanno proprio un loro tema, una loro musichetta di attivazione che pare composta dai Daft Punk).
Ora, noi sappiamo una cosa, che l’acciaio Beskar è più forte della spada oscura e quindi quello scontro ci sarà. È chiaro. Ma io non capisco perché se quell’acciaio resiste a quella spada allora nessuno fa una spada di Beskar. Se tanto mi dà tanto non sarebbe in grado di frantumare tutto tanto quanto quella oscura? Ma a parte le mie idee di business come fabbro di Beskar, tutta la parte centrale della puntata è giocata benissimo sulla presa della nave in montaggio alternato. Da una parte tutti che fanno tutto il lavoro e dall’altra Mando che va a prendere Baby Yoda trovandosi prima contro uno dei dark trooper, bellissima idea di vendetta, e poi contro Moff Gideon.
Non è niente male il primo scontro, con il trooper animato un po’ a scatti come il vecchio Terminator e con il confronto tra brutalità e intelligenza, potenza e agilità, proprio la roba che voglio vedere chiusa dalla grande idea a sorpresa di aprire i portelloni. Tutto giusto, come sempre. Alla regia c’è Peyton Reed non sarà Rodriguez ma fa il suo, non ha una grandissima mano negli scontri e non è bravo a nascondere gli spiegoni, anzi li mette in primo piano come quando Moff Gideon spiega TUTTO il piano e TUTTE le origini di TUTTA la galassia. Ma ehi, chi sono io per lamentarmi con questo fior fior di sceneggiatura?
E comunque gli spiegoni non sono niente in confronto all’incoerenza di Bo-Katan che ha fatto tutto un pezzo qualche puntata fa sul fatto che Mando è quello rigidone, che non è che bisogna vivere con tutte queste regole e poi non accetta la dark saber perché non l’ha vinta. Proprio: “Scusa l’incoerenza ma dobbiamo lanciare un’altra sottotrama, sai com’è”. E così mentre per la prima volta in tutto Guerre stellari qualcuno trova un’utilità a quei cazzo di mantelli che portano continuamente (nasconderci una pistola laser) arriva a bordo di un’astronave uno spoiler grande quanto un pianeta a salvare la baracca.
È un gran bel momento, va detto. Perché mostra la sproporzione delle forze in campo. The Mandalorian è e rimane uno spin-off e lo è anche perché racconta di personaggi che non hanno le potenzialità di essere decisivi quanto quelli del canone. Per mantenere la centralità della saga rispetto alle storie satellite bisogna sempre assicurarsi che siano popolate da personaggi molto meno pericolosi e molto meno potenti, personaggi che se messi in uno dei film del canone sarebbero spazzati via in un attimo, sarebbero comparse (del resto questo era Boba Fett). Non è un male in sé, anzi, drammaturgicamente è meglio: per Mando qualsiasi cosa è un pericolo e deve farsi in 4 in modi molto artigianali e poco raffinati, senza l’agilità e la signorilità della forza, anche solo per evitare che Moff Gideon spari a Baby Yoda. E preferisco che lo faccia così, nella maniera più terra terra: frapponendosi in tuffo con le braccia alte come un portiere.
Insomma LO SPOILER fa fuori i dark trooper e si presenta come tale (fin da quando cambia l’espressione di Baby Yoda facendoci capire che ha sentito qualcosa con il solo raddrizzarsi delle orecchie). Quel che segue non lo ricordo bene perché mi sudavano tutti gli occhi di colpo e non sono riuscito a capire molto se non che per quest’annata l’agente di Pedro Pascal ha ottenuto che si levasse il casco per due volte, una delle quali per recitare qualcosa, che porello se lo meritava anche.
The Mandalorian 2 si chiude con un gran bel finale. Non la puntata migliore ma un finale giusto. E non era facile. Soprattutto si chiude con la longa mano della Disney che si riprende tutto e dice “…nessun problema, da qui ci pensiamo noi”. Che non è mai la cosa più rassicurante ma come sapevamo tutti che Baby Yoda non sarebbe rimasto con Mando, sapevamo anche che questa eccezione meritevole nel mondo di Star Wars non sarebbe rimasta con noi per sempre. È stato bello finchè è durato ed è meglio che non sia durato per sempre ma abbia chiuso finchè era in vetta. La prossima stagione è un’altra serie.
This is the way