È iniziato Fantafestival di Roma.
Sapete, il Fantafestival, per quanto un’istituzione nel genere e spesso luogo di eventi di rilievo, non è come il FrightFest o altri grandi festival del genere in Europa o in Italia; il Fantafestival ha il sapore della gita con la scuola misto con il teatro di rivista.
Un po’ si sta attenti, un po’ ci si tira le patatine, un po’ si partecipa ai meet and greet e alle conferenze un po’ si fa a gara di rutti.
Praticamente tutti quelli che conosco li rincontro a questa o a quella proiezione e si bivacca, si beve molto si mangia roba brutta e soprattutto si fa del tifo da stadio nei momenti salienti dei film.
Oggidì un po’ meno ma ricordo delle edizioni in cui sembrava di stare all’avanspettacolo, con curve di metallari che a una tetta o a una testa che vola scoppiano in urla e commenti di raro pregio. Veniva giù il teatro! E le birrette che ci si beveva! Che magia.
Accadono robe che solo li accadono e tu sai che sono parte di questa allure da cinema di seconda visione, da saletta di paese, che rimane sempre nell’aria anche alle proiezioni di un certo livello.
L’anno scorso per dire ci fu la retrospettiva completa, la prima in Europa, su Ray Harryhausen e che per grandissima parte non si filò nessuno. Un giorno, al terzo spettacolo che mi faccio da solo vedo che oltre me ci sta una coppia in prima fila, attentissimi, immobili in religioso silenzio, “oh, meno male” penso.
Quando si accesero le luci scoprii che erano due tossici che erano entrati nella sala più vuota per smorfinare in pace e all’accendersi delle luci gli girò anche un po’ il culo e uscendo mi guardarono male.
È un posto fatto di Magia, vi dico.
Insomma: per me da una ventina d’anni è un must assoluto.
Il film che apre la rassegna è l’anteprima di Intruders, dello spagnolo “visionary director” Fresnadillo e noi dei 400 Calci siamo qui per dirvi come è.
Come è?
‘Nammerda, cari.
Cioè, non è la cosa più brutta che potete andare a vedere in questo momento ma di sicuro una tra le più noiose. Che forse è peggio. Almeno per me la cosa peggiore per un film è quando ormai ti hanno talmente stancato che non ti frega neanche di come va a finire e vuoi solo che la finiscano così ti vai a fare un gelato, ed è quello che è accaduto con questo film.
La storia: ci sta questa creatura senza volto che appare di notte ad un bambino madrileno e ad una ragazzina inglese, non ci è dato sapere se è reale o se è una proiezione fantastica, se è un mostro reale o un Freddy Krueger che arriva nei sogni o magari un fantasma. Appare, lo vediamo, è ubiquo e fa paura.
Chi è? Cosa fa? Perché non ha la faccia? Che legame c’è tra questi due giovani così distanti tra loro? Quale segreto si nasconde nelle vite dei piccoli e dei loro genitori?
Nel rispondere a queste domande il regista, coadiuvato da due sceneggiatori presi dal cestone offerte dell’Autogrill, ci mena il can per l’aia per quasi due ore andando in tante direzioni diverse a caso: prima “Po’ esse che un fantasma” e poi “Ma no è lui che è matto, c’ha le visioni, s’è immaginato tutto che nun lo vedi?” poi arriva pure l’esorcista “Aah ma allora so posseduti, è er demònio”.
Invece no, non si sa. Si sa solo che questa entità si vede poco, si vede male, se ne parla troppo, non succede un cazzo di rivelatore e men che meno si capisce qualcosa. Incominciano a girare fortissimo, perché il film va avanti un ora e quaranta senza arrivare ad un punto saliente… Ed è lì, nevvéro, che arriva lui: lo SPIEGONE.
Quindi stai lì che dici: “Nooo. Allo spiegone vi siete ridotti, asinelli. Vabè fate lo spiegone ma fate in fretta che ho seri problemi a fottermene sega di ‘sto film per altri 5 minuti”, e lì il film trova il culmine del suo girare a vuoto, perché lo spiegone spiega poco, male e quel poco che si capisce è una storiella stronza oltretutto dettaci da Clive Owen con la sua facciona da schiaffi, che te la sussurra intenso e lacrimevole e a te, con la faccia di chi ne ha viste tante, non resta che mandarlo a fare in culo e lanciare le tue ultime Puff contro il cielo in segno di rabbia.
Le premesse ci stavano: l’idea era accattivante, il regista non è un cretino, la confezione è a modo (anche se strizza troppo l’occhio a Del Toro), i momenti carini ci sono e il budget ci stava. Le cose per fare una cosa a modo ci stanno tutte ma il film non ingrana e la storia non funziona. È noioso, è lento in un senso non d’atmosfera e di base non ci si spaventa.
Per chiarezza: chi vi scrive gli horror con l’incedere lento, tutti atmosfera e a sangue zero, meglio ancora se ghost stories, li ama alla follia. Ma non è questo il caso.
Qua è tutto fuori fuoco, confuso; nel tentativo di spiazzarci con dei twist si mette troppa roba in gioco senza gestirla bene, passando dall’horror al thriller sovrannaturale al dramma familiare\psicologico con troppa faciloneria e soprattutto senza un reale motivo.
Nel caso di Intruders quindi il fallimento è un concorso di colpe per lo più imputabili alla sceneggiatura: un soggetto fumoso, una stesura altrettanto confusa, un lasciare aperte troppe strade per poi cercare di quagliare tutto alla fine in fretta e furia, dei buchi nella storia grossi come case.
Mi chiedo se per fare uno script così fosse necessario che ci lavorassero addirittura in due, ma forse i due sceneggiatori sono come i due carabinieri che cambiano la lampadina nella barzelletta.
DVD-Quote suggerita:
“Aò buttiamola in caciara, magari funziona!”
Darth Von Trier, i400calci.com
Scusate il (mio) solito intervento trombone, ma la storiella sulla retrospettiva su Ray Harryhausen malcagata la dice lunga sul perché il massimo a cui può aspirare il cinema italiano in fatto di cinema de paura e di dischi volanti sono le cose “vorrei ma non posso / ci provo tanto ma sono tanto negato” dei Manetti bros.
potevi scriverla 2 giorni fa ‘sta rece? mi sono dovuto puppare intruders e lo sfogo diarroico che ne è seguito…
BENJAMENTA!!!!
@ Tommaso
Vero eh.
Però non è che gli americani idolatrando e studiando Harryhausen da decenni, oggi ne facciano grandissimo tesoro.
Il giorno in questione nel mio anneddoto erano tutti a vedere l’anteprima di La Horde, ma proprio tipo sala che scoppiava, bhò io mi tengo “i Viaggi di Sinbad” tutta la vita.
@Joe Lansdale
Al massimo poteva uscire ieri, ma non ti avrebbe comunque salvato dall’ Imodium.
Anche John Landis, e sono convinto che John Landis sappia come si vive più di un fattone di Roma.
@ Stanlio
Il fattone di Roma sono io?
Per un motivo o per l’altro sono sempre riuscito non andare a qualsiasi festival del cinema, perdendomi così l’atmosfera dell’evento.
Vorrei provare ad andare almeno a quello di Venezia, ma mi dicono che ci sono tantissime zanzare… e in questo preciso istante ho addosso ventotto (28) punture di quelle merdine con le alette! Devo pure esserne allergico vista la reazione!
E mica abito su una palafitta eh!
Mi ciucciassero le donne come fanno le zanzare morirei felice.
l’ho iniziato a vedere ieri sera ma dopo l’intro alla boogeyman ho tolto immediatamente…
@Darth: bwahaah ma te pare! Parlavo di quelli della proiezione che citavi tu, la coppia in prima fila. Per dire che si fotta La Horde che manco m’è piaciuto e dai dai dai che sei eroe e te ne stai in sala a goderti Harryhausen alla faccia di quelli che si fanno al buio.
@Stanlio
Lo vedi che sono io il fattone di Roma?
Non capisco più una mazza!
È il caldo, non la droga.
Comunque i due entusiasti delle punture sulle braccia erano a vedere Harryhausen come me, non a La Horde.
Tossici buongustai, alla fine.
E allora il caldo ce l’abbiamo in due, che ho riletto l’intro e non avevo capito un cazzo. Vabbe’ fratello, andiamo al Polo Nord a farci in passo uno che è meglio.
(comunque, per parlare di Intruders: è veramente brutto)
Mah, già l’intro con il mostro fatto in CG faceva cagare ma la scena del papà bravo e buono che salva l’operaio fedifrago che si stava spatarrando sulla Bishopsgate mi ha fatto stoppare il santo streaming.
Dopo 5 min di film già tentavano di infilarci una morale, e no eh.
@ Darth Von Trier
“Però non è che gli americani idolatrando e studiando Harryhausen da decenni, oggi ne facciano grandissimo tesoro.
Assolutamente.
Gli americani c’hanno i paraocchi per altre cose.
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http://www.youtube.com/watch?v=b5eRb1LmHRk
(Corre in strada ad annunciar la Novella)
ehm.. era davvero necessario fare un due??? ….
Il saggio Darth Von Trier cita il Fantafestival. E merita che il suo pezzo cristalizzi con onore qui dentro.
http://www.unamanolavalaltra.it/fabbione/fantafestivaledintorni/poiauncertopunto.htm
@ Johnny
SEI UN GRANDE!
Sto rileggendo robe con le lacrime agli occhi, quanti ricordi!
Il Fantafestival è unico.
Tra un po’ aggiorno con inserito anche il tuo pezzone.
Inoltre qui il grande sei tu, che hai lanciato un ricordo veritiero su tutta quella puzzoneria meravigliosa che è il Fanta.
E poi mi pare chiaro che in settimana c’è bella mondezza da andarsi a vedere.
Io mica mollo.
@ Johnny.
Chiaro, mai mollare il Fantafestival!
Tipo domani vado a vedermi “Sono un fenomeno paranormale” a buffo, perchè non ci credo che sia ospitato all’interno di un festival di fantascienza\horror.
E poi fa tanto “estiva domenica romana dei bei tempi” andare a vedere il Sordi minore al cinema!
Grazie ancora dell’apprezzamento e dell’inserimento nell’onorrevole storico del Fantafestival.
Appoggio il dvd quote. Cmq aveva idee carine nel muzzo.
Seconda riga, typo: “un istituzione”.
Apostrofo aggiunto.
Grazie, sei stato prezioso.
“A Cio’ io n te capisco, se sbattemo pe’mmette nsieme quattro lire e fasse ‘no schizzo e tu te piji er gelato?”
Eh mbè..?! Me pio er gelato
Salute a chi legge. Chi e’ stato a tagluzzare questo film che aveva e ha ottime intenzioni? Vi rispondo : uno sfaticato. Ha pensato che i pezzetti del film li avremmo dovuti attaccare ben bene noi. Ma noi non ci siamo riusciti. E’ un vero peccato perche’ esistevano ed esistono grandi possibilita’ per chi vorra’ affrontare una ricostruzione per affrontare l’interessante tematica psicologica. Quindi si rimbocchi le maniche chi vorra’ affrontare questa tematica cosi’ importante. Infatti ora, dopo il film spero che ci sia un seguito che affronti questa affascinante problematica sociale. In quanto all’ottima interpretazione di Owen mi dispiaccio delle bocciature redarguendo i colpevoli.