Il problema dei found footage è che
Ora, capite che non è facile cominciare una recensione se i presupposti sono questi. “Problemi” e “found footage” sono due concetti che vanno a braccetto fin dai tempi delle tavole della legge di Mosè – verosimilmente il primo ff della storia, o la prima truffa? –, e ultimamente – sapete cosa faccio? Cliccate qui per vedere i risultati della ricerca “found footage i400calci” su Google.
La prima domanda che ci si fa quando si comincia a guardare un film e si scopre che è un found footage è: «Perché c’è ancora gente che fa i found footage?». Alla lunga, a forza di ripeterla, diventa irritante anche l’espressione: found footage. Found footage. Food fountage. Foge fountod.
The Borderlands, l’avrete capito, è un film che parla di telecamere che registrano cose e vengono successivamente ritrovate e le immagini sconvolgenti in esse contenute regalate al mondo. In sede di sceneggiatura, nella corsa a due tra “soggetto religioso” e “soggetto soprannaturale” ha vinto il primo. Segue i canoni del genere con un’attenzione ai limiti dell’ossessione, diventando esercizio di stile dopo circa quindici secondi. Fa paura? No. Aggiunge qualcosa di nuovo a un filone che ha rotto il cazzo da talmente tanto tempo che non ci sono neanche più metafore divertenti da usare? Sì. Vale la pena vederlo?
Sorprendentemente sì. Sigla!
httpv://www.youtube.com/watch?v=gjJ_uFz-Z9g
Prima il dovere. Chi scrive e dirige The Borderlands è un quasi esordiente inglese, Elliot Goldner, che per la sua messa in scena ha deciso di aderire a due filosofie fondamentali: 1) more is less, 2) un ff funziona tanto meglio quanto più è credibile l’edificio registico, affidato ai personaggi e ai set e non al regista, che in film simili assume più che altro il ruolo di arredatore d’interni. 1+2 fa sì che Goldner decida di ambientare The Borderlands nella campagna inglese, tra un cottage e una chiesa del 1200, e di promuovere a protagonisti un trio di acchiappabufale vaticani, il cui compito è recarsi nei luoghi dove è (sarebbe) avvenuto un miracolo per verificarne la natura.
C’è un geek entusiasta che non vede l’ora di usare tutti i giochini elettronici a sua disposizione per andare a caccia di fantasmi; è Robin Hill, che abbiamo già visto in Kill List. A lui il compito di incarnare l’entusiasmo dell’agnostico panteista che vuole che gli spiriti esistano perché sarebbe troppo fico. C’è un vecchio scozzese inacidito dalla vita, che naturalmente crede in Dio e naturalmente non crede nei miracoli, perché ne ha viste troppe, nella sua esistenza, per. E c’è l’insopportabile prete razionalista, personaggio costruito per rovinarci già in partenza il finale del film – quando è la chiesa la prima a non credere ai miracoli e affidarsi piuttosto alla scienza, ci dice Goldner, significa che c’è davvero qualcosa in agguato nelle tenebre, e non è detto che c’entri con Dio, quella giovane e scapestrata divinità che è ancora un adolescente a confronto con le Cose che si Aggirano nel Buio.
Tutto quel che vi ho raccontato, finora, nel film non si vede. L’horror che non è un horror è piuttosto l’occasione per prendere tre visioni radicalmente diverse del soprannaturale e farle scontrare. Non arriverei a dire che The Borderlands è filosofico, ma è certo che tutto il discorso sulla differenza tra vedere e credere, tra sapere ed essere convinti che sia centrale, e la sensazione che l’intreccio – per altri versi molto didascalico – sia costruito a posteriori come cornice per i dialoghi c’è.
Il motivo per cui comunque non ci si stufa di seguirlo, e gli si perdona anche un paio di jump scare da quattro soldi, sta nella perfezione stilistica dell’opera; paradossalmente, il finale lovecraftiano è insieme la cosa migliore del film e l’ostacolo contro cui si va a schiantare la sua credibilità, ma per i dettagli vi rimando allo SPOILER finale.
La natura stessa della spedizione antibufala consente a Goldner di costruire la perfetta griglia di riprese senza mai rompere la sospensione dell’incredulità con riprese impossibili o montaggio posticcio. Gli unici momenti non girati in POV o con una telecamera di sicurezza sono tre o quattro campi lunghi sulla campagna inglese coperta dalla bruma, che scandiscono il passare delle giornate e donano al film una vaga aria da horror della Hammer.
Per il resto, abbiamo telecamere installate in ogni stanza della casa dove stanno i tre, telecamere installate in ogni angolo della chiesa dove investigano i tre, telecamere montate sulla testa dei tre (e narrativamente giustificate, perché anni prima, a Belém, un altro team si era perso la prova dell’esistenza di Dio perché il mattacchione aveva scelto di manifestarsi in un punto cieco). Questo consente a Goldner di giocare di montaggio e persino di campi e controcampi sui dialoghi, e vi sfido a trovare un’inquadratura che non stia alle regole.
Basta la cura stilistica per fare un bel film? The Borderlands, purtroppo, pecca di autoindulgenza convincendosi che la risposta a questa domanda sia «sì», ma ha il merito, introducendo un paio di inspiegabili eventi che si giustificheranno solo molto dopo, di tenere alta se non la tensione quantomeno la curiosità di capire dove andrà a parare l’operazione antibufala. Si risolverà tutto con un cameo del Signore Onnipotente? Si manifesterà il nostro amico Satana? Perché il prete del paese recita ossessivamente il Padre Nostro ogni notte?
Capirete che grava tutto sulle spalle degli ultimi minuti, quelli della rivelazione, quelli in cui si spera di vedere qualcosa di più che qualche glitch grafico a rappresentare il Male.
QUI COMINCIANO GLI SPOILER
Per fortuna, il finale funziona alla grande. Pur partendo da un presupposto cristiano/esorcistico, The Borderlands prende infatti una piega ben più bizzarra verso metà, con il ritrovamento del diario di un vecchio prelato locale che parla di “creature che vivono al di sotto”, “entità più vecchie dell’uomo” e altri lovecraftismi assortiti. Con l’arrivo dell’inquietante esorcista vaticano, e la scoperta di un sistema di tunnel che corrono sotto la chiesa e risalgono ai tempi del paganesimo druidico o robe simili, The Borderlands acquista finalmente velocità, e la simbolica – e molto reale – discesa in una spirale di cunicoli costellati di cadaveri di ratto e strani simboli inscritti sul muro è perfetta ai limiti della calligrafia.
QUI C’È UNO SPOILERISSIMO
E poi, negli ultimi secondi, Goldner guadagna tutta la mia stima scegliendo di evitare la facile soluzione à-la-Blair Witch Project e puntando su qualcosa di molto più grafico.
QUESTO È PROPRIO SE NON CI ARRIVATE
Alla fine del film due dei tre protagonisti finiscono nel buco del culo del demone che vive sotto la chiesa e ne vengono digeriti vivi. Come possano le loro telecamere sopravvivere lo sa solo il buco del culo del demone.
QUI FINISCONO GLI SPOILER!
A ben guardare ho scritto ben di più, e sicuramente meglio, riguardo a The Borderlands di quanto avrei pensato di fare. Funziona più come piacere intellettuale che come terrore viscerale, ma funziona – forse perché raro caso di horror che non è un horror ma che è fatto da uno che gli horror sa come si fanno. Non è consigliato a chi odia le Parkinson cam e insomma, siamo arrivati a un punto in cui chiunque ha un’opinione abbastanza forte sui ff da decidere se dargli una possibilità o meno; di certo non farà cambiare idea a nessuno, ma se apprezzate lo stile e lo volete vedere eseguito alla perfezione qui andate sul sicuro.
DVD-quote suggerite:
«Calligrafico»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)«Callifugo»
(il dottor Ciccarelli)
PS: a proposito di trailer, vi sconsiglio di guardarlo: contiene scene tratte dagli ultimi dieci secondi di film. BRAVI.
Concordo su praticamente tutto. Però per me rimane un’idea figona sprecata. Il finale veramente fico, ma secondo me manca qualcosa prima che lo faccia godere appieno. Sembra un po’ che si proceda improvvisando idee un po’ alla volta. Ma bellissime le immagini suggestive e la location, e trailer completamente idiota per il motivo di cui parli sopra. Anche se in effetti io mi aspettavo tutt’altro, quindi un po’ di sorpresa rimane..
DOPPIO SPOILER
DOPPIO SPOILER
1)Se fossero stati digeriti e defecati negli inferi a metà film per poi essere inseguiti e infine divorati da diavoli coprofagi nella restante metà, sarebbe stato il foundfootage dell’anno.
2)Ma più o meno al’inizio, nella ‘scena della lapide’, cambia il nome può essere?
FINE DOPPIO SPOILER
Nonostante disprezzi per partito preso il genere found footage, la recensione positiva (e soprattutto aver cliccato un minuto fa su “compro subito il blue-ray di In the Mouth of Madness”) mi ha incuriosito. Si recupera.
@bella
SPOILER!
Sulla lapide ho avuto il sospetto anch’io, perché ci tornano su con una certa insistenza e ci tengono a farti notare il nome scritto sopra (quello di battesimo mi pare sia proprio Gray, come il techie). Problema è che c’è un nome-e-cognome, e nel film noi non sappiamo come si chiami il geek di cognome, quindi boh! Dovrei ricontrollare.
SPOILER
la lapide diventa quella del techie, si capisce dal giorno della morte che è lo stesso di quello delle riprese
Stanlio sei sempre il solito nerd.
Grazie al tuo titolo mi tocca attaccare Steam.
Odio il found footage, ma la bruma è tanta roba.
Recupererò.
A me il realismo della messa in scena è piaciuto molto, nella prima parte sembra di vedere un episodio di Ghost Hunters di DMax però fighissimo e non sgrauso come sono in effetti tutti gli episodi di Ghost Hunters. Anche perché giustamente nel FF o vai convinto sul sense of wonder con effettoni e ritmo tipo Chronicle o Afflicted, o appunto come qua te la giochi nel minimalismo costruendo una sospensione dell’incredulità di ferro. Non è certo al livello di The Sacrament di Ti West (miglior FF dell’anno e anzi per me finora anche miglior horror) ma inquieta, è ben fatto e merita davvero.
Poi il finale
SPOILER
è davvero un twist magistrale, tra l’altro anche coerente con l’impianto cristiano del film dato che sembra una discesa nel fondo dell’Inferno di Dante.
SPOILER
@stanlio e samuel:
Ok grazie! In qualche modo avevo immaginato ma il nome del techie a quel minutaggio mi era ancora sconosciuto e anche alla data proprio non ci avevo fatto caso. E’ probabile il deficit di attenzione e farealtro da found footage (DAFFF)
Fine SPOILER
M’ero immaginato un finale, in cui i due si trovavano di fronte la congrega del villaggio intendi ad adorare la “divinità” pagana, con magari se vogliamo un piccolissima apparizione di quest’ultima…ma per come è andata sono rimasto soddisfatto…
Finito di vedere giusto ora.
FF fatto come si deve, inquadrature traballanti ma che lasciano capire cosa succede (per fortuna, ci sono esempi di “scappo talmente a caso che mi inquadro un piede ogni tanto”) e a parte due o tre perdonabilissimi jump scare il film fila liscio ed è decisamente godibile.
SPOILER
SPOILER
Fortunatamente si è optato per la direzione del “c’è davvero qualcosa” quando di solito (come detto da cesarmanuel10) si vira verso “la comunità deviata che uccide i neonati” oppure “il prete impazzisce e sacrifica la gente”
Qui il prete del 1880 impazzisce si, ed uccide, ma per qualcosa che realmente esiste e scalpita.
A me è piaciuto, ma proprio tanto. Location, attori e dialoghi ci stanno alla grande. E ho adorato il suo essere slowburner. Il finale quasi si mangia The Descent. Unici nei: – il prete scienziato è più odioso del cugino Carlton. – Viene poco sviluppato il rapporto con la comunità locale; un po’ buttato lì come cornice folkloristica. – La figura del prete della comunità e il suo gesto estremo un po’ troppo iconoclasta (non era tutto gasato per il possibile miracolo?).
Per il resto grande segnalazione.
PS Si la tomba cambia nome e diventa quella di Leonard di The Big Bang Theory
PPS w\spoiler. Non era il buco del culo del demone but the belly of the beast (suca gastrico!)
@Maurizio: from belly to butthole la strada è breve!
Comunque oh, 12 commenti, avete visto tutti il film e vi è piaciuto a tutti. Bravi ragazzi, così mi piacete!
Che poi, per dire, la scena della lapide:
Se non avessi letto qui di starci attento non lo avrei notato tipo MAI.
Credo che la logica della sopravvivenza del video alla fine sia racchiusa nel piccolo ripetitore che il nerd piazza nella grotta.