Qualsiasi cosa accada ci sarà sempre Alex de la Iglesia, l’unico regista capace di prendere qualsiasi trama e trasformarla in un film di menare.
C’è un prete che cerca l’anticristo, c’è un commesso di un grande magazzino che vuole fare una scalata sociale, c’è una donna che ha trovato dei soldi in un condominio, c’è un signore con una barra di metallo conficcata in testa che non è morto, c’è un clown innamorato di un’altra ragazza del suo circo o ancora delle persone prigioniere di un castello di streghe, il risultato sarà sempre lo stesso: spari, urla, sangue, fango, donne con le tette grosse spogliate, barboni che urlano e violenza. Tanta violenza.
Stavolta l’attacco di trama è che alcuni avventori di un bar rimangono chiusi dentro perché accade che fuori la gente comincia a morire sparata. Non si sa da chi o come o da dove, ma qualcuno sta sparando a chiunque esca, dunque meglio non farlo. Ma anche a stare dentro non si è troppo sicuri. Come in una storia di King ognuno ha le sue idee e le sue paure, ognuno è spaventato e temendo di morire è disposto a tutto. Comincia così un lento massacro.
È una trama intellettualissima, come potete vedere cari amici lettori, (infila gli occhiali) una perfetta per fare da metafora alla più stringente attualità, una che riflette i timori del continente europeo e forse anche proprio della Spagna in quanto bersaglio del terrorismo. Ma se vogliamo, nonostante il film sia stato presentato poco meno di 10 mesi di fa a Berlino, si possono leggere in controluce i primi germogli della crisi catalana che vediamo in questi giorni, con l’isolazionismo di alcune persone in un bar di Madrid e la polizia che sembra non agire in loro favore. Chi ha confidenza con le dinamiche dell’Unione Europea poi potrebbe anche notare alcuni interessanti paralleli con certi atteggiamenti degli stati membri.
Quando hai una storia così (scritta come nei casi migliori dal più fido degli sceneggiatori di de la Iglesia, il suo Martin Riggs: Jorge Guerricaechevarria) A questo punto ci sono due cose che si possono fare in un film quando i personaggi sono costretti a rimanere chiusi in un luogo, spaventati da quello che c’è fuori: possono confrontarsi aspramente, litigare, mostrare le proprie debolezze e svelare così lentamente le proprie maschere con una sottile dialettica che alterni parole forti a gesti più umani oppure (si leva gli occhiali con gesto secco ed enfatico) possono cercare di uccidersi a vicenda, nascondersi nello scantinato, finire in balìa di un barbone iperviolento e armato, venire bruciati vivi, trovare un passaggio verso l’esterno nelle fogne attraverso un buco minuscolo, ungersi di olio in tutto il corpo per passarci attraverso (attenzione: molto metaforico) e finire nella merda (delle fogne) fino al collo. A voi indovinare cosa accade in El Bar.
Dalla vecchia proprietaria del bar al giovane hipster non c’è un personaggio che non abbia la faccia giusta, perché poi è quello a cui tiene davvero questo regista, trovare corpi da massacrare più che attori da far recitare. Li veste bene e li fa comportare da persone civili all’inizio per divertirsi a farli fuori uno ad uno, a massacrarli, ridurli ai minimi termini a furia di prove assurde cui sono costretti dagli eventi.
Come fosse Carpenter mette una serie di persone in condizione di resistere in una struttura, come fosse Romero mette una minaccia fuori che vuole entrare, come fosse Woody Allen si diverte moltissimo con i ruoli che queste persone interpretano, come fosse de la Iglesia si compiace di dare a tutto questo un tono da filmacci di serie Z.
Perché poi a questo ex ciccione quello che gli piace è mangiare, toccare corpi, vedere donne, far menare uomini, gli piace ridere grossolanamente di situazioni paradossali e gli piacciono le persone che sparano con armi grosse e le cose che esplodono. Solo che invece di fare exploitation si è deciso a mettere le cose che gli piacciono in qualsiasi tipo di film, per dimostrare che si può calciare in ogni storia e trasformarla lentamente in una che si guarda con tutti e due gli occhi invece di una che si ascolta solo con le orecchie, una in cui se non vedi cosa accade alle persone, non vedi come cambiano, come si imbrattano, come vengono distrutte, allora ha capito solo metà del film (la metà meno interessante).
Certo poi El Bar non è un film perfetto e presenta il grande difetto di de la Iglesia, quello che la critica cinematografica chiama, in gergo tecnico, “finalone esageratone” in cui tutto all’improvviso s’impenna e le situazioni vengono moltiplicate per 10 in assurdità e grandezza. Come se si accorgesse a 20 minuti dalla fine che non ha usato il budget per gli effetti visivi e speciali, che non ha raggiunto il quantitativo di morti che serve e si sbrigasse a raggiungere lo standard promesso.
Ma davvero, seriamente possiamo volere male ad un regista che ha questo difetto? Sul serio?!
DVD-quote suggerita:
“Qualsiasi cosa può diventare un film di menare, basta cercare bene”
Jackie Lang, i400Calci.com
Visto ancora prima della recensione, qualche settimana fa.
Scorre bene, intrattiene, davvero non male (anche se mi ha entusiasmato meno rispetto ai toni della rece).
SPOILER
peccato anche per la storia del virus, che poteva esser sviluppata meglio, magari anche con qualche effetto collaterale più rivoltante.
Difenderò con ottusità qualunque cosa esca dalla mente di De La Iglesia, anche se questo non mi ha fatto impazzire…si sente la mancanza dei vari caratteristi-feticcio di tutti gli altri film, anche se Blanca Suarez sostituisce più che degnamente Carolina Bang. Pur non essendo di menare, ho trovato migliore il penultimo Mi Gran Noche, molto più Delaiglesiano come stile.
Questa storia che mi recensite film che a stretto giro arrivano su netflix (XX, Security e ora questo), spinge verso nuove vette e densità il mio sentimento nei vostri confronti.
Visto giusto ieri sera su Netflix, tempismo perfetto.
D’accordissimo sulle metafore, anzi addirittura il destino ha fatto in maniera che si moltiplicassero al suo interno, considerata la situazione spagnola (Catalogna e blablabla).
Il finale è anche meno casinista ed incasinato del solito, per questo l’ho apprezzato più di un “de la Iglesia” medio.
Menzione d’onore per la vecchia barista e, ovviamente, Blanca Suarez.
Visto mesi fa, e concordo logicamente con la rece, sia per il film in se’ che per il giudizio generale del compagnone de la Iglesia.
E a me piacciono anche i suoi finali esageratoni.
Meno bomba de “Le streghe di Zuzzuranonsocosa”, ma comunque uno dei pochi film sorpresa di questo sonnacchioso 2017.
Io non riesco ad essere oggettivo nei confronti di de la Iglesia, lo amo troppo. Infatti questo film non l’ho ancora visto ma so già che lo amerò.
Idem. Lo vedo oggi su Netflix (dove ho visto anche Le Streghe di Ziggarramurdi o più o meno così, ma mi sa che l’hanno tolto)
Adesso citatemi in quale altro film recente c’è una scena come quella in cui Blanca Suarez si toglie gli occhiali da sole e da figa vestita bene diventa in una sola inquadratura vostra moglie e la madre dei vostri bambini?
visto ieri. divertita molto. concordo con la rece ma sul finale mi va bene così.
Non gli avrei dato mezza chance perchè se i personaggi non sono ‘mmericani o brit ho difficoltà a farmi piacere un film. Invece lo guarderò stasera. :)
Venduto. Grazie Jackie!
Che poi, ora che ricordo, alcune settimane fa ero riuscito a trovare il DVD delle Streghe di Vattelapesca a prezzi da cestino delle offerte.
Visto che “El Bar” è su Netflix, mi sa che in settimana mi sparerò facile facile sta doppietta di de la Iglesia!
Confesso che sono colpevolmente manchevole per quanto concerne la sua filmografia…millemila anni fa avevo visto addirittura al cinema Azione Mutante (del quale non ricordo niente, se non che era un delirio piuttosto splatteroso), ma mi sa che sono a zero per il resto…ho un vago ricordo di un film con Frodo, che comunque mi sono perso.
Appena visto… Piaciuto molto.
Diciamo che si perde un po’ troppo presto il gusto del mistero, ma appena succede, iniziano a capitare le rove più fiche, quindi ok così :) .
Blanca Suarez non la conoscevo, ma appena entra nel bar con gli occhiali, fregna ma anonima, tutti a voltarsi e io dico a mia moglie col tono del marito che schifa le altre donne: “Sì vabbè, nemmeno fosse entrata l’unica ad avere la fica al mondo”.
Poi cazzo si toglie gli occhiali e SBEM! Erano già pronte le carte per il divorzio e il biglietto per la Spagna.
Quando è rimasta in lingerie stavo malissimo O_O .
il barbone che si fa cospargere di olio é la cosa piú simile al giardiniere Willy che esclama “Ungimi donna!” prima di lanciarsi all´inseguimento di Homer nei condotti d´aereazione
film simpaticissimo
…e adesso vediamo solo cosa tirerá fuori Alex de la Inglesia con il remake di “Perfetti sconosciuti”.
Nonostante un paio di ingenuità di sceneggiatura, bombetta godibilissima sulla natura umana.
ps: Blanca Suarez è stupenda, se tutte le donne fossero come lei l’omosessualità sarebbe illegale come in Russia.
pps: “Azione Mutante” [era / è / sarà sempre] una stronzata.