Sicuramente non sono una gran cima quando c’è da parlare di cinema thailandese e, insomma, nemmeno è un requisito obbligatorio quando bisogna parlare di un film i cui pregi hanno a che vedere con il cinema in generale e non con dei dettagli culturalmente contestualizzati, ma mi pareva comunque giusto informarvi prima che il fissato di cinema asiatico di turno mi venga a dire perché non ho citato quello e quell’altro film in cui c’era quello e quell’altro attore e in cui succedeva quella e quell’altra cose e insomma ogni tanto patisco chi si crede uno spettatore migliore di altri, e dovessi morire per ogni volta che ne ho incontrato uno non mi basterebbero le vite di un paio di gatti. Tutto questo non c’entra nulla e comunque la mia manciata di film thailandesi l’ho vista e la maggior parte non me li ricordo perché ricordarsi tutti i film thailandesi presentati al Far East Film Festival di 3 anni fa mi risulta praticamente impossibile, ma mi ricordo Phobia 2, giusto perché ne ho scritto qui e perché i produttori di questo Countdown, arrivato secondo al FEFF di quest’anno, sono gli stessi, e sono anche gli stessi di Shutter, uno dei film horror di quel posto lì più quotati, così quotato che si è anche meritato un remake americano diretto da un giapponese con Joshua Jackson (madonna le premesse), e che io naturalmente non ho visto. Vi avevo avvisati, appunto.
La premessa è molto semplice: tre coinquilini thailandesi residenti per studio a New York sono in procinto di festeggiare un capodanno tutto fatto quando il disastro occorre: è finita l’erba e il loro amico spacciatore ha deciso di piantarla, nel senso che ha deciso di smetterla e tornare in Thailandia. Si devono quindi affidare ad uno spacciatore a domicilio, Jesus, che non solo li farà fumare come ciminiere ma anche passare una notte di discreto terrore, il tutto al prezzo di pochi spiccioli.
Ora, il problema delle premesse semplici è uno solo: raramente i registi riescono a costruirci sopra qualcosa di concreto e di meritevole fattura. Adagiarsi sulla semplicità è una tentazione irresistibile e il mondo del cinema è pieno di pigri registi del cazzo in grado di mandare a puttane anche il più semplice dei compiti, ma non è questo il caso poiché l’esordiente Nattawut Poonpiriya, sia regista che sceneggiatore, ha quelle due cose che sono sempre un po’ rare da trovare al giorno d’oggi: idee chiare e puzza di nuovo.
Sarò sincero, forse un po’ di parte, sicuramente obbiettivo ma trasportato da del leggero entusiasmo: negli 80 minuti scarsi di questo film l’unica cosa che potrebbe far storcere il naso è il finale, in cui viene tirata fuori una sorta di morale, un significato con dell’effettivo spessore a giustificare quando accaduto nell’ora precedente. Io il naso non l’ho storto e, anzi, ho apprezzato molto che un film del genere, un film frenetico e fuori di testa, alla fine sia riuscito ad uscire da quella scomoda posizione del fine a se stesso dando un senso filologico alla violenza mostrata, ma capisco chi ci possa rimanere un po’ così, un po’ deluso, un po’ infastidito dalla svolta perché preferiva che tutto fosse semplicemente più brusco. Si tratta comunque solo del finale, e sono sicuro che tutto ciò che lo precede piacerà e divertirà la maggior parte di voi.
Ma cosa dobbiamo ringraziare? Intanto la regia, frenetica, mai ferma in un’unica inquadratura, sempre in movimento nonostante il confine dell’appartamento in cui il 90% dell’azione ha luogo; qualsiasi cosa accada, qualsiasi cambio di tono, anche minimo, è sottolineata da una nuova inquadratura, un nuovo punto di vista, e persino nelle scene iniziali, quelle più tranquille, Poonpiriya fa di tutto per non essere noioso, riuscendoci. Qui bisogna anche ringraziare una sceneggiatura che per quanto riguarda la commedia, il registro principale della pellicola, è sempre ispirata e retta senza sbavature da un cast piuttosto azzeccato. Tra i tre giovani spicca sicuramente Jarinporn Joonkiat, piuttosto nota in patria, l’unica scritta con del dramma alle spalle e per questo l’unica che non spara cazzate per tutto il tempo (cosa che comunque l’altro tizio fa benissimo, tra una maschera a bong e l’altra) concedendosi anche diverse scene in solitaria piuttosto serie, ma ovviamente il grande, spettacolare, diabolico protagonista è Jesus, lo spacciatore pazzo. È interpretato da David Asavanond (che mi ricorda qualcuno ma non riesco a capire chi e la cosa mi sta distruggendo dall’interno) e praticamente è l’incrocio tra Bob di Twin Peaks e Gesù se solo quest’ultimo fosse stato il figlio di un serial killer e di una puttana nato e cresciuto in un manicomio. È completamente andato, è fuori di testa ed è il miglior pazzo dell’anno; è uno che entra in casa, si siede e inizia il suo show in cui urla e ride e urla ancora e racconta storie pazzissime come quella volta in cui il suo cane gli stava mangiando il divano e allora lui gli ha strappato i denti uno ad uno finché non ha smesso di farlo. Poi sbrocca, si incazza, continua a ridere e urlare ma tra una cosa e l’altra picchia tutti senza mai perdere il senso dell’umorismo, un po’ come quella volta che ha ucciso uno con una sparachiodi e ha urlato “NAILED IT!”. Le sue intenzioni sono nobilissime, vedrete, è solo il metodo ad essere un po’, come dire, insolito e non convenzionale.
Non voglio parlarvene troppo, non voglio rovinarvi le varie sorprese che Countdown ha in serbo e ci tengo proprio che voi lo vediate (quando sarà di più facile reperibilità, che ora mi sembra un po’ introvabile – segnatevelo). Anche le mie intenzioni sono nobilissime, non trovate? Ma piuttosto: qualcuno di voi l’ha visto al FEFF? Qualcuno di voi può dirmi, esattamente, quanti applausi sono partiti durante la proiezione? Perché secondo me è successo almeno tre volte, ma mi direte voi.
DVD-quote:
“Il vostro classico horror thailandese dell’anno”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Premetto che ho visto le foto del David solo oggi googlando…
David Asavanond
John Cusack
… spero di aver messo i link in maniera corretta :)
No dai… se alla fine viene fuori che Jesus fa tutto per metterli di fronte a quanto sia IL MALE farsi la roBBa, allora io non lo guardo per principio…
@aldo: generalmente concordo, ma detto da uno che strappa i denti del suo cane senza motivo… Boh, io come minimo rimango a sentire tutti i suoi aneddoti
@Nanni Sì, dai… si vede il film e poi si giudica. Devo dire però che spesso un certo cinema orientale se ne viene fuori con una morale un po’ spiccia e, da quello che intuisco essere questo film, un finale del genere ( sempre se è quello, eh! ) stona parecchio. Se un film fallisce il finale, bisogna vedere quanto è buono quello che viene prima. Staremo a vedere.
A me comunque i film che si svolgono tutti in un unico ambiente sono quelli che piacciono di più, quindi si parte sicuramente bene.
Ehi… una volta ho visto uno tale e quale a Jesus (nella foto della recensione) al briosciaio di Curno, vestito con lo stesso cappotto e sceso da una macchina che mi sembrava una dodge charger nera.
Questo film me lo segno! Vedremo quando sarà reperibile!
Me ne avete venduto un altro!
nell’ultima foto del post asfantanibond sembra andy serkis in versione smeagol..
Maledetti siano i Titoli Generici\Banali.
Non si Trova Niente.
Dovrò Viver nella Fotta, Fanculo.
Come si fa a non apprezzare una che ha la parola Porn nella seconda parte del nome?
Film tai + attrice che nel nome (o cognome? Fottesega!) c’è scritto porn + Gesù + drogati + rece positiva su i400calci?
Lo prendo!
Comunque, come dice il proverbio spaccini e buoi dei paesi tuoi.
Ma è possibile partorire sempre sti filmetti tutti uguali? Il matto che smatta, le droghette da 2 soldi, i giovanotti poverini inermi…i piagnistei, le confessioni…Madonna che palle. Ridatemi The Collector a me và
@munky: spiace rovinarti un sogno ma piu’ o meno mezza Thailandia ha il nome/cognome che finisce in porn
Però voglio sapere se dal momento in cui arriva a quando svariona per la prima volta (che dal trailer presumo essere quando assesta il calcio nello sterno) passa almeno qualche minuto a fare il “normale” con qualche giochino psicologico, oppure fa il matto da subito.
E comunque si trova. Ma spero lo vedano in pochi perché m’è venuto un brivido a pensare ad un remake USA con Johnny Deep.
In originale, lo si trova tranquillamente pure su yuotube.
Ah, dimenticavo: gran segnalazione!
Schiaffi: ma prima guardare e poi giudicare fa brutto? In questo caso conta come e non cosa (e soprattutto chi: David Asavanond è un gigante).
Steven: sì, non è che svariona subito, ma da come entra in stanza capisci che le cose possono solo andare da malissimo a peggio.
@:A: a me ha fatto anche simpatia dal trailer. Però chissà perché, mi son fatto l’idea che un minimo di progressione mi aiutasse a non percepirlo come una macchietta matta. Se non è così, bene. Poi è chiaro che con quella faccia lì, quel nome e quei tre coglionazzi (specie lui, che si riduce al 31 a procurarsi il tudifante) le cose possano soltanto rotolare verso il grottesco.
Maschera a bong is the new thermos bong di Cabin in the Woods is the new oggetto del desiderio.
@Steven Diciamo che da subito fa il matto che parla senza soluzione di continuità raccontando le sue storielle divertenti ma pregne di violenza che fanno presagire quanto male andranno le cose. Questo per circo un quarto d’ora, alla mezz’ora del film, poi sbrocca.
Comunque no, tranquilli, la lezioncina morale del finale non c’entra col “drogarsi fa male”.
La lezione morale e’ “non riducetevi a organizzarvi all’ultimo”. Vero?
Al FEFF purtroppo è stato proiettato a mezzanotte e quindi c’era solo la platea a malapena piena, ma il sig. Poonpiriya si è beccato ovazioni finchè non ci siamo rovinati le mani tutti quanti.
Ho guardato con disprezzo l’uomo che si è avvicinato al box delle votazioni strappando un 3 risicato, però il film è arrivato secondo anche senza il suo aiuto e quindi vaffanculo.
Ho preso a cuore questo film quasi come un figlio, sulle ali dell’entusiasmo e forse anche del kebab mangiato alle 3 e mezza tornando a casa, e mi sto facendo in quattro per diffonderlo. Grazie Jean-Claude.
E’ un casino reperirlo ma cercando si trova in ottima qualità e ci sono pure i subbi inglesi. entiende cabron?
Si ma anzichè continuare a dire “si trova ingiro” facendo i misteriosi, non fate prima a postare il link al film? Tutta sta circospezione manco doveste andare in aeroporto con 80 ovuli su per il culo…
@schiaffi: sai che tendenzialmente preferisco piuttosto che si segua il famoso proverbio “dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno, insegnagli a trovarsi i torrenti da solo e lo nutrirai tutta la vita” (piu’ o meno)
Che poi io volevo anche linkarlo ma ora come ora mi trovo a Malpensa e ho appena comprato una rivista tutto nervoso
Il film ha ritmo. Il cattivo spacca di brutto. Gli attori sono tutti molto bravi. E la morale è:- Se fumi la ganja ti viene l’illuminazione.
Il trailer pare figo.
Poi boh, c’è gesu tudofado che picchia gente giappocinotailandica tudafada.
Vediamocelo un po’, vah.
Quel giorno mi ero già fatto lo scrittore zozzone, il Forrest Gump giapponese e lo Sherlock Holmes cinese, non ho retto per guardarmi anche questo film. Con il senno di poi, ho per me solo 3 parole: SHAME. ON. ME.
A proposito di belle sorprese, buttate un occhio a quell’Aftershock di cui si parlava nel thread di Hostel: non è ai livelli di Piranha 3D, però – superata la prima mezz’ora inutile – Eli “El Gringo” Roth e il suo registino fantoccio ci regalano uno slasher con un buon ritmo, tutte le sue frattaglie a posto e in cui si muore male che è un piacere.
L’unica cosa che mi piglia male di sti horror hipsteroni è la colonna sonora con Skrillex o Deadmau5 o simili mentecatti, anziché il buon vecchio hard rock di una volta.
@nanni hai distrutto tutte le mie illusioni
Uno dei pochi film che sono riuscito a spararmi al Feff quest’anno. Divertito un casino. Ha qualche scena non tanto ben legata e quel finale lì…ma è talmente fresco, carico e folle che non ci fai caso. Baz Poonpiriya uno di noi. https://twitter.com/_Calboni/status/328489158907662336
Visto ieri alla fine. Ho usato il tubo, facilmente reperibile ma senza i sub. Per tutta una mezz’ora sono stato fortunato che qualcosa d’inglese ce la infilavano e Jesus parlava eng, poi anche lui ha preso a parlare thai (?). Fedele all’invito che fece Nanni su queste pagine di guardare i film thai senza sub ho iniziato a farmi viaggi tutti miei perdendo di sicuro in tensione percepita e mi son trovato a ridere più volte di quante pensassi. Mi son perso pure il moralone. Lui è veramente bravo.
@Steven Senegal
Senza sub e col Thaisus ognuno ci mette la trama che vuole.
Mille film in uno.
Gran bazza.
fuori tempo massimo, ma per chi non l’avesse ancora visto qui si trova con i sub inglesi http://www.youtube.com/watch?v=WVJMC9DIjQw
ciauz
Finalmente l’ho trovato, è stata un’impresa titanica !
Il film è un gioiello, girato tra 4 mura che si distorcono all’infinito tra risate e brividi continui.
Apprezziamo e divulghiamo, altro che i recenti Tahi Headshot (passabile) e soprattutto Modus Anomali (infame).
Diciamo che sto film sta tutto in piedi grazie a Jesus…ma di che razza e’poi? Uno zingaro tailandese? Bah
L’ho recuperato ieri sera e nel frattempo ho letto che la Thailandia l’ha presentato come suo film per gli Oscar! Che paese grossissimo